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Intanto Petagna regala i 3 punti al Napoli.
Il calciatore più sottovalutato della serie A, quando troverà continuità se ne accorgerà anche il resto del mondo oltre a me.
E con questo non dico che è un fenomeno, ma soltanto che è molto sottovalutato
Dzeko meno tecnico?
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Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Coglion€ Simone Inzaghi, che doveva prenne Petagna al posto de Dzeko.
Petagna è peggio de Zampagna per dio... Moscardelli je pisciava n testa a sto caprone ciccione.
Ecco
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Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Quest'anno nulla può fermare la grande corsa della roma. Inoltre, con un torneo imbarazzante che sembra creato appositamente per loro, magari è l'anno buono per il primo titolo europeo.
Inviato dal mio moto g 5G plus utilizzando Tapatalk
Abbiamo ritrovato il Milan dove lo avevamo lasciato a maggio.
Un piccolo club operaio che tenta di rifarsi il look agli occhi del grande calcio.
Uno spirito umile che ci porterà, step by step, ai fasti di un tempo
di vittoria in vittoria...
di stella in stella.
Ps. Intanto 3 punti utili per la salvezza.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
comunque la panchina del napoli è imbarazzante
oggi con soli 3 giocatori infortunati avevamo in panchina mezza primavera.
hysak maskimovic e bakayoko andati via senza prendere nessuno....
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Il Milan ancora senza Ibrahimovic ma a valanga sul Cagliari, Tonali è quasi un giocatore in più, certamente ritrovato, Giroud un vecchio attaccante cui nessuno può insegnare il mestiere. E ora tutti vogliono vederlo in coppia con Ibra
– La Roma vince a Salerno con i gol di Pellegrini, ancora Veretout e di nuovo Abraham l’attaccante su cui Mourinho ha puntato per sostituire Dzeko. –
Anche il Napoli fa l’en plein e vince pure a Marassi contro il Genoa, decisivo il gol di Petagna, appena entrato. Partita difficile l’arbitro annulla a Pandev un gol che poteva essere anche buono, ma complessivamente positive indicazioni per Spalletti che, non disponendo di Osimhen, Zielinski e Mertens può comunque contare su ottime seconde linee. Come dice l’allenatore toscano: “Ci sono sette squadre per lo scudetto”. –
Praticamente tutte rispettano la tabella di marcia, tranne la Juventus, in seria difficoltà… Alla ripresa dopo la pausa della Nazionale, si comincerà a fare sul serio con Milan-Lazio e Napoli-Juventus. Per i bianconeri sarà vietato perdere, altrimenti il processo sarà feroce.
Anche Napoli, Milan e Roma tengono il passo. L’unica che sembra essere veramente in difficoltà oggi è la Juventus. Tutte le altre più o meno proseguono secondo la tabella di marcia, superando le squadre più deboli in classifica. Giusto quello dell’ Atalanta col Bologna può essere considerato un mezzo passo falso, ma persino la Fiorentina ha momenti di gioco, spunti e giocatori (Gonzalez, Vlahovic) che possono non farla considerare una squadra qualsiasi.
Il Napoli ha faticato parecchio contro il Genoa – cui è stato annullato un gol di Pandev che si poteva dare benissimo e che è stato ingiusto annullare – ma considerato che ha giocato senza Osimehn, Zielinski e Mertens, evidentemente le sue seconde linee sanno fare il loro lavoro. Il Milan, senza Ibrahimovic, è andato giù a valanga contro il Cagliari: Tonali è quasi un giocatore in più, Giroud un uomo gol sempre efficace e di grande mestiere. Tutti aspettano di vedere la coppia d’attacco Ibrahimovic-Giroud. A occhio direi che non capiterà troppo spesso, ma la curiosità ovviamente c’è tutta.
La Roma ci ha messo un tempo a sbloccare la partita con la Salernitana, ma poi lo ha fatto con i suoi centrocampisti principali: Pellegrini e Vereteout. Per poi aggiungerci il solito Abraham, l’uomo gol scelto da Mourinho per sostituire Dzeko. L’effetto Mourinho è rapido, coinvolgente, molto efficace. Quella di Salerno è la quarta vittoria della Roma dall’inizio dell’esperienza del portoghese.
Quando si ritornerà dopo la pausa Milan-Lazio e Napoli-Juventus cominceranno a dare senso a questo campionato e a tirarlo fuori dalla bonaccia agostana. La partita sarà particolarmente importante per la Juventus, perdere un’altra a parte i danni in classifica, significherebbe affrontare già a settembre un processo feroce e durissimo, praticamente una resa dei conti.
SERIE A 2021-2022 GIORNATA N.2 Venerdì 27 agosto 2021 Udinese-Venezia 3-0 (29' Pussetto U, 70' Deulofeu U, 90'+3' Molina U) Verona-Inter 1-3 (15' Ilic V, 47' Lautaro Martinez I, 83' Correa I, 90'+4' Correa I) Sabato 28 agosto 2021 Atalanta - Bologna 0-0 Lazio - Spezia 6-1 (4' Verde S, 8' Immobile L, 15' Immobile L, 45'+2' Immobile L, 47' Felipe Anderson L, 70' Hysaj L, 85' Luis Alberto L) Fiorentina - Torino 2-0 (41' Gonzalez F, 70' Vlahovic F) Juventus - Empoli 0-1 (21' Mancuso E) Domenica 29 agosto 2021 Genoa - Napoli 1-2 (39' Fabian Ruiz N, 69' Cambiaso G, 84' Petagna N) Sassuolo - Sampdoria 0-0 Milan - Cagliari 4-1 (12' Tonali M, 15' Deiola C, 17' Leao M, 24' Girouud M, 43' Giroud rig. M) Salernitana - Roma 0-4 (48' Pellegrini R, 52' Veretout R, 69' Abraham R, 79' Pellegrini R) *** Anche Napoli, Milan e Roma tengono il passo. L'unica che sembra essere veramente in difficoltà oggi è la Juventus. Tutte le altre più o meno proseguono secondo la tabella di marcia, superando le
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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La Juve non è più la grande favorita. E alla ripresa c’è l’ordalia con il Napoli
di Paolo Condò
Il trailer del campionato, due giornate disegnate per mettere in ritmo le squadre migliori, è diventato un fattore con la sconfitta della Juve di sabato. I titoli di testa del torneo cominceranno a scorrere domani sera, quando la chiusura del mercato ci dirà con precisione quali sono le forze in campo. Ma i 5 punti di distacco accumulati dalla Juve nei confronti di cinque avversarie, sommati alla rinuncia a Cristiano Ronaldo, hanno corretto subito uno dei temi forti dell’estate, ovvero il ritorno dei bianconeri al ruolo di favoriti. Non è così. Napoli-Juve alla ripresa si annuncia fin da ora come un’ordalia, perché Spalletti sarà certamente ingolosito dalla prospettiva di mandare la grande rivale a meno 8. Non sarebbe nulla di definitivo, sei anni fa la seconda Juve di Allegri rimontò un distacco di 11 punti alla decima giornata e finì per vincere lo scudetto con 9 lunghezze di margine. Ma quello era uno squadrone in sonno che dopo le sberle iniziali si risvegliò mettendo in fila una serie da 25 vittorie e un pareggio: fantascienza per una formazione che negli ultimi tre anni ha delegato ogni responsabilità al suo fuoriclasse.
Il Napoli ieri ha vinto grazie alla profondità della sua rosa, perché sono stati gli inserimenti di Petagna e anche di Ounas a distanziarlo una seconda volta da un Genoa che s’era ampiamente meritato il pareggio (che bravo il giovane Cambiaso). Si sapeva dall’inizio che questa è la stagione in cui i temi economici sono più strettamente intrecciati a quelli tecnici: l’addio a Ronaldo fa parte di questo discorso, la profonda ristrutturazione dell’Inter anche, il monte-stipendi del Napoli pure.
Sostiene da mesi De Laurentiis che la mancata qualificazione alla Champions debba implicare un robusto taglio agli emolumenti complessivi della sua rosa: un discorso logico, ma che cozza contro la competitività del Napoli in un anno che si annuncia senza padroni precostituiti. Petagna e Ounas sono due uomini in bilico fra permanenza e cessione. Se il club li avesse già dati via, oggi avrebbe quattro punti anziché sei. Per una società sana come il Napoli quest’anno, e sottolineiamo quest’anno, potrebbe valere la pena tenere il bilancio in sofferenza.
Assieme al Napoli filano a punteggio pieno le quattro squadre metropolitane, e per quanto le asperità del trailer siano state relative, ciascuna di loro ha risposto alle domande di inizio stagione. L’Inter ha vinto la battaglia più difficile, quella di ravvivare le braci del tifo dopo le gelide secchiate degli addii di Conte, Hakimi e Lukaku (ed Eriksen): la limpidezza delle vittorie contro Genoa e Verona e i fuochi artificiali subito sparati dai nuovi come Calhanoglu e Correa hanno riattivato una connessione che pareva perduta. Per molti motivi, non c’è dubbio che l’uomo del mese sia stato Beppe Marotta.
Il lungo stato di grazia che nel corso della long season ha elevato il Milan dal ruolo di distante outsider a quello di seconda in classifica è stato accompagnato dalla considerazione che San Siro vuoto aiutava una squadra giovane a giocare con la necessaria leggerezza. Era un discorso sensato, e anche se ormai da un po’ non si sentiva perché la crescita era stata tale da farcelo dimenticare, Milan-Cagliari era pur sempre il primo match a porte (semi) aperte: test superato a pieni voti perché la freschezza del gioco di Pioli è fluita sicura e divertente anche attraverso nuovi protagonisti come Giroud e - va detto - Tonali. La Lazio in due partite ha segnato nove gol, con momenti di Sarriball irresistibile ai quali, dopo le adesioni immediate di Immobile e Milinkovic, si è aggiunto Luis Alberto, e il suo divertimento dentro a un gioco molto più codificato è la chiave di ogni ambizione. Due partite sono ovviamente poche, ma questo Sarri laziale sembra il più vicino a quello napoletano che rapì gli occhi di tutti. Alla ripresa c’è Milan-Lazio, una prima fetta di verità da scartare.
Da quando è arrivato alla Roma, José Mourinho ha sempre una bella faccia. La sua è l’espressione del tecnico con un enorme passato che giorno dopo giorno si sta convincendo della possibilità di un futuro. José ha trovato a Trigoria qualità da organizzare (Pellegrini e Veretout), da raffinare (Zaniolo e Mancini), da conservare (Mkhitaryan): ha indicato alla società due aggiunte di grande spessore come Rui Patricio e Abraham, ci ha messo del suo per farli arrivare e alla fine li ha ottenuti. Sa che la strada è ancora lunga, certo. Ma camminare gli è sempre piaciuto.
Repubblica
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Sconcerti: Juventus in confusione, Inter gioca il miglior calcio, occhio a Mourinho alla Roma
Sbagliato confondere il livello del campionato con la vittoria dell’Italia agli Europei. Milan e Napoli, pesano le assenze, Atalanta in difficoltà
di Mario Sconcerti
Tre avvertimenti preliminari: date la giusta importanza alle prime due giornate, perché hanno comunque un grande senso. Lo scorso anno fecero sei punti Inter, Milan, Napoli e Atalanta, uno ha vinto il campionato, due sono andate in Champions e una è arrivata quinta staccata di un punto. Il secondo avviso è che la Juve ha cominciato male raddoppiando la confusione dell’anno scorso. Questa noi la chiamiamo sorpresa perché siamo abituati a pensare alla vecchia Juve.
In realtà la Juve arriva da un quarto posto, ha un Locatelli in più e Ronaldo in meno. Non può essere più forte. Del resto aveva già perso punti anche un anno fa, quando pareggiò a Roma. La sorpresa di oggi è che il pragmatismo di Allegri è ancora nella fase sperimentale, non cambia il disagio della squadra dove in modo spontaneo, direi involontario, ognuno rema secondo caratteristiche personali. Non è cattiveria per esempio se Danilo non marca il giovane Ricci, regista dell’Empoli, lasciandogli il comando delle idee. Danilo scherma la sua difesa, quello è il suo compito. Il regista avversario gli gioca venti metri avanti. Che c’entra lui? Il punto è questo: a chi tocca marcare Ricci? La Juve dalla trequarti in avanti è una squadra di feudatari, pensano che gli altri siano manovalanza addetta a produrre una tassa sulla terra. Credevo che Allegri avrebbe fatto prima a capire perché è il più bravo di tutti, quello che studia meglio l’errore. Adesso ha molto lavoro.
Il terzo avviso è sul livello del campionato. Non confondete la vittoria all’Europeo con la qualità delle nostre stagioni. È un errore non grave, ma da discreti dilettanti. L’Italia ha vinto impiegando 25 giocatori in un torneo di sette partite. Il campionato si gioca fra 500 giocatori su 38 partite, la Nazionale rappresenta il vertice, non la base. Fino a oggi il calcio migliore l’ho visto dall’Inter, poi dalla Lazio, che cresce in fretta e ha ritrovato Immobile, poi da Napoli e Milan, quelle più in difficoltà per assenze pesanti.
Si è involuta l’Atalanta che ha scherzato troppo con sé stessa e deve darsi ancora collettivamente una psicologia da prima in classifica. Ma spesso Gasperini parte con difficoltà. E anche lui ha assenze pesanti. Resta la Roma, eterno discorso a parte. Non è alla pari con quasi tutti gli avversari, è ancora una squadra in formazione, ma è entusiasta e questo la moltiplica al di là dei risultati. In un campionato di grandi profughi, l’effetto Mourinho, alla lunga, può essere l’effetto vincente.
CorSera
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Calciomercato, le news di lunedì 30 agosto: il Torino si muove per Praet e Kabak. Lautaro rinnova con l’Inter, Oriali torna in Nazionale
Le alternative per il Toro sono Becao e Messias. Il Milan per la trequarti segue Faivre del Brest, staccato Ounas. Scamacca vicino al Cagliari. Oriali con l’Italia di Mancini fino al Mondiale 2022
Nel rush finale il Milan accelera per mettere a disposizione di Pioli un esterno che possa rivestire i panni del trequartista. Sfumato Corona, resta il nome di Faivre del Brest. Il ds dei francesi Gregory Lorenzi non ha nascosto il disappunto per il rifiuto del giocatore a partire per la gara a Strasburgo. «Verrà sanzionato, ma intanto le offerte devono essere in linea con le nostre richieste economiche». Non è un caso che Maldini e Massara abbiano effettuato un sondaggio con il Napoli per Ounas, ritenuto però incedibile da Spalletti e non abbandonino l’ipotesi Messias, ma solo in caso di partenza verso il Getafe di Castillejo.
Il Toro stringe i tempi. E dopo le parole del dt Vagnati prima della gara di Firenze («Stiamo cercando di fare il possibile per accontentare il nostro allenatore. Valutiamo un difensore e un trequartista»), arrivano i fatti. Dietro, prende quota la candidatura di Ozan Kabak, 21enne difensore centrale dello Schalke 04, già 12 presenze con la Turchia. Un’eventuale soluzione importante, di peso. In alternativa, occhio sempre a Becao dell’Udinese.
Sul fronte trequartisti va registrato lo scatto di Dennis Praet, ora in cima alla lista granata. Il 27enne talento belga del Leicester ha già giocato tre anni nel nostro campionato (dal 2016 al 2019), con la maglia della Sampdoria. Un giocatore totale di grande tecnica ed esperienza: 13 le gare (un gol) con la fortissima nazionale di Lukaku; 2 presenze all’ultimo Europeo. Occhio sempre, però, alla carta Messias: il brasiliano tornerebbe di moda se il Crotone abbassasse le pretese (6 milioni l’offerta granata). Insomma, due colpi importanti in canna, poi la palla passerebbe a Juric, piuttosto inquieto e «imprudente» dialetticamente dopo la sconfitta di Firenze.
Non è proprio mercato, ma quasi. Si sblocca la complicata situazione di Oriali che tornerà subito in Nazionale. Mancini lo vuole e il d.t. dell’Inter, sollevato dall’incarico, ha dimostrato che nel suo contratto con i nerazzurri esiste una clausola liberatoria per rinnovare con l’Italia. Il nuovo accordo (dall’1 settembre) sarà sottoscritto oggi e dovrebbe essere valido sino al Mondiale in Qatar.
CorSera
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Juventus, Allegri e il labiale di Chiellini: fin qui è mancato anche il tecnico
I bianconeri sconfitti dalla neopromossa Empoli appaiono in netto ritardo: Icardi e Pjanic possibili arrivi, Allegri preoccupato studia il ritorno al 4-2-3-1
«Non è squadra» sibila Giorgio Chiellini a Massimiliano Allegri, scuotendo il testone sconsolato di fronte alla sconfitta con l’Empoli, grave per la Juventus sia nella sostanza (5 punti di ritardo dalle prime dopo due partite) ma anche nella forma: in vantaggio per 70’, la squadra di Andreazzoli ha trovato con facilità le contromisure a questo fantasma bianconero che si aggira per il campionato. Una somma di individualità che non può più agitare lo spauracchio Ronaldo, che ha coperto tante magagne nelle ultime due stagioni.
Ma se non è squadra, cos’è questa Juve di fine agosto? Una piccola giungla difficile da districare, fatta di errori di valutazione, di impoverimento tecnico e temperamentale, frutto di logiche più finanziarie che tecniche con le quali sono state condotte le ultime campagne acquisti, soprattutto a centrocampo, una specie di buco nero che inghiotte una squadra in cui sono comunque arrivati negli ultimi anni giovani di grande valore come De Ligt, Chiesa, Kulusevski e ora Locatelli e Kean.
«Ai Tropici bisogna soprattutto mantenere la calma» dice il pittoresco dottore che visita Marlow in procinto di salpare per l’Africa, in Cuore di Tenebra. Parole svuotate di significato, come quelle di Allegri pronunciate sabato sera con gli occhi spiritati dell’esploratore davanti a un pericolo sconosciuto: «Calma, calma, mancano venti minuti». La serenità in campo dovrebbe darla per prima cosa l’allenatore con le sue scelte e invece è stato il contrario. Il tecnico è stato richiamato in pompa magna dal presidente Agnelli dopo l’esonero di due anni fa: ha ottenuto quello che voleva, ovvero l’allontanamento di Paratici e la partenza di Ronaldo, non ha ancora la rosa al completo per puntare allo scudetto, ma ce l’ha sicuramente per tenere testa a una neopromossa, per quanto organizzata in modo lucido ed efficace. Dire che l’Empoli «ha giocato bene tecnicamente e noi no» è un’assurdità che non basta a nascondere una preparazione superficiale della gara: la palla gira fluida quando i giocatori sanno quello che devono fare. E nella Juve questa chiarezza è ancora un miraggio.
Allegri è sembrato legato alla sua visione istintiva del calcio, quello in cui le partite le risolvono i campioni o le intuizioni dell’allenatore: ma se i campioni latitano e le intuizioni come quella di McKennie trequartista si rivelano una castroneria, allora che si fa? «La sistemiamo assolutamente» ha detto Max, che dopo la sosta avrà già il primo trittico delicato in otto giorni, Napoli-Malmoe-Milan. Ma l’espressione dell’allenatore è sembrata priva dell’antica aria di sfida del pokerista: perché la Juve è incompleta, si è fatta trovare impreparata a una mossa come quella di Ronaldo della quale non poteva non immaginare l’esito e ora ha appena due giorni per rafforzare attacco e centrocampo.
Il filo conduttore delle ultime stagioni è stato quello di un continuo cambiamento della formazione tipo. Che arrivino Icardi, che partano Kulusevski (all’Atalanta, magari per Zapata) o McKennie (al Tottenham), che arrivi il chilometrato Witsel o l’inattivo Pjanic (ultima gara intera, il 21 gennaio), alla Continassa i lavori sono in corso, con un budget molto basso.
Una squadra che subisce regolarmente gol e che ha puntato su Locatelli, potrebbe ripartire dal 4-2-3-1, modulo caro a Max, se non altro perché portò la Juve alla cavalcata verso la finale di Cardiff 2017. Ma, al di là del modulo, l’importante sarà selezionare, valorizzare e scegliere il materiale a disposizione, che non è certo il migliore del decennio (anzi) ma nemmeno giustifica figuracce come quella di sabato allo Stadium, con tanto di fischi dei tifosi, che tornavano dopo sedici mesi. Un atteggiamento forse comprensibile, ma che non aiuta.
CorSera
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Ho sempre sostenuto che le crisi è meglio passarle all'inizio che più tardi, per via che hai più partite per recuperare, perchè inciampare ad agosto è una cosa e a marzo ben altra...ma quando lo sostenevo la Juve era una squadra, adesso "non è squadra" come dice il buon Chiellini.
Se tutte, piccole e grandi, sanno cosa fare e l'unica che gioca a caso è la Juve, vuol dire che al di là della rosa o delle mancanze o vuoti della stessa, c'è anche un vuoto di lavoro dell'allenatore: è in ritardo anche Allegri. Bisogna darsi dunque tutti, dal club all'ultimo delle riserve, una svegliata.
Queste due giornate sono state l'antipasto di un torneo che si preannuncia assai attraente, con tante squadre che possono dire la loro per le primissime posizioni. Inter, Lazio, Roma, Milan, Napoli...tutte queste 5 possono aspirare ad altissime posizioni: l'Inter è quella più attrezzata per bissare il primo posto, è la più completa, ha la panchina, le altre mancano in qualcosa nella rosa e questo alla lunga può pesare...però si può sopperire col gioco, l'organizzazione, l'entusiasmo...tutto quello che ahinoi manca alla Juve.
...ma di noi
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