Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Inter e Napoli in festa, vincono entrambe in Champions League. Insigne finisce un’altra volta in panchina ma poi segna il gol decisivo della vittoria sul Salisburgo e corre ad abbracciarsi e fare la pace con Ancelotti. Lautaro Martinez ancora scatenato (5 gol in 4 partite), ma anche un rigore sbagliato, trascina l’Inter alla prima vittoria in questa Champions. Antonio Conte si toglie un peso di dosso e tiene l’Inter in corsa. Insomma dopo tante tensioni serata di gioia e buoni sentimenti

    INTER – BORUSSIA DORTMUND 2-0
    SALISBURGO – NAPOLI 2-3

    Insigne e Lautaro potrebbero in qualche maniera somigliarsi. Perché sono due attaccanti, perché sono due brevilinei, ma soprattutto si somigliano perché sono entrambi i simboli o almeno gli uomini al centro del Napoli e dell’Inter di oggi. Hanno i riflettori costantemente accesi su di loro. I loro gol al Salisburgo e al Borussia Dortmund consentono a Napoli e Inter di conquistare due vittorie di cuore, niente affatto facili, anzi discretamente sofferte, ma molto importanti perché spazzano via ventacci di polemica e brutti presentimenti.


    Il Napoli ha vissuto giorni complicati, Insigne è stato messo sotto accusa dal presidente De Laurentiis“Decida cosa vuol fare da grande!” -, Ancelotti lo ha spedito fuori, lui capitano del Napoli, due volte. A Salisburgo ha risolto la partita impantanata su un rocambolesco 2-2, col centravantone del Salisburgo Haaland che ha risposto per ben due volte a un ispiratissimo e scatenatissimo Mertens – il protagonista con due reti e il passaggio perfetto per il 3-2 – entrando dalla panchina, prendendo il posto di Lozano, facendo gol di destro e poi soprattutto correndo ad abbracciare Ancelotti. Proprio a dire, finiamola qui, basta farci la guerra, pensiamo e gioiamo per il Napoli. E’ stata insomma la vittoria dei buoni sentimenti, con la Champions League che va in parte a coprire quei mugugni e quelle perplessità esplose all’interno per un campionato non particolarmente esaltante. Anzi, diciamolo pure, deludente. Tutti sperano che la vittoria di Salisburgo sia adesso una ripartenza verso giorni migliori e meno agitati.

    Lo stesso vale per l’Inter di Antonio Conte, che ha salutato il 2-0 firmato da Lautaro e Candreva con un’esultanza delle sue. Praticamente una liberazione, quella contro il Borussia Dortmund è la prima vittoria in Champions League dopo una partenza zoppicante e rischiosa. L’Inter non poteva permettersi altri risultati se non voleva veramente chiudere già qui la sua esperienza in Champions. Il Toro Lautaro Martinez è in un momento particolarmente felice ed ispirato, ha messo dentro 5 gol nelle ultime 4 partite. Stavolta al bel gol iniziale ha unito però anche un rigore sbagliato – per altro rimediato con grande vigoria dall’ irrefrenabile scatenatissimo giovane Esposito (17 anni!) cui ha rimediato Candreva alla fine mettendo al sicuro il risultato.

    Come il Napoli non è stata un’Inter particolarmente bella (sia Meret da una parte che Handanovic dall’altra hanno dovuto darsi da fare), ma rassicurante certamente sì, dopo la falsa partenza in campo internazionale, lo schiaffo preso dalla Juve, quei gol incassati improvvidamente dal Sassuolo, insomma come se si fosse tolta un peso di dosso. Lautaro ha coperto stavolta anche le mancanze di Lukaku suo compagno di reparto, questa volta hanno fatto meno coppia. Abbastanza ombroso, duro, quasi un antipersonaggio Lautaro si è preso il ruolo di leader dell’Inter, a forza di gol. Così come se lo è ripreso Insigne col Napoli. Insolita serata di miele, gioia e buoni sentimenti.

    CHAMPIONS LEAGUE, FASE A GIRONI, GIORNATA 3 Mercoledì 23 ottobre 2019 GRUPPO E: Salisburgo - Napoli 2-3 (17' Mertens N, 40' Haaland rig. S, 64' Mertens N, 72' Haaland S , 73' Insigne N), Genk - Liverpool 1-4 (2' e 57' Oxlade Chamberlain L, 77' Mané, 87' Salah L, 88' Odey G). GRUPPO F: Inter - Borussia Dortmund 2-0 (22' Lautaro Martinez I, 89' Candreva I ), Slavia Praga - Barcellona 1-2 (3' Messi B, 50' Boril SP, 57 Olayinka aut B) GRUPPO G: Lipsia - Zenit San Pietroburgo 2-1 (25' Rakitskiy Z, 49' Laimer L, 59' Sabitzer L), Benfica - Lione 2-1 (4' Rafa Silva B, 70' Depay L, 86' Pizzi B). GRUPPO H: Ajax - Chelsea 0-1 ( 86' Batshuayi C), Lilla - Valencia 11 (63' Cheryshev V, 90'+5 Ikoné L). Martedì 22 ottobre 2019 GRUPPO A: Bruges - Paris SG 0-5 (13' e 63' Icardi PSG, 61' , 79' e 83' Mbappé PSG ), Galatasaray - Real Madrid 0-1 (18' Kroos RM). GRUPPO B: Olympiacos - Bayern M. 2-3 (23' El Arabi O, 34' e 62' Lewandowski BM, 75' Tolisso BM, 79' Guilherme O), Tottenham - Stella Rossa 5
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      Inter e Napoli: la notte italiana che attenua i pessimismi europei

      Le due vittorie pareggiano i miei pessimismi di fondo sul livello europeo del nostro calcio. Conte felice contro avversari belli senz’anima, bene Ancelotti a Salisburgo

      di Mario Sconcerti

      Torna una notte italiana che pareggia i pessimismi di fondo, almeno i miei, sul livello europeo del nostro calcio. È stata molto bella la partita dell’Inter, non per qualità, ma per come l’Inter è riuscita a non lasciare nessuna opportunità al Borussia. È stata una partita un po’ vecchia nei concetti, molto italiana, con un’idea forte di tattica e di gioco, contro un avversario un po’ vintage pieno di buoni giocatori ma dedito a rincorrere schemi di venti anni fa, tenere il pallone per guardarlo.

      Sono gli avversari ideali per le squadre di Conte, belli senz’anima. La partita è stata intensa perché era una piccola finale di girone e per la grandezza del tifo di San Siro, ma negli effetti non è quasi mai esistita. È stata sempre in mano all’Inter, il Borussia è arrivato al tiro una sola volta. Non c’è stata crescita estetica nell’Inter, c’è stata una conferma forte. Ora esiste una squadra difficile da spaventare, di una qualità quasi normale ma con un mestiere, cioè movimenti, ormai forti, imparati a memoria. Molto difficile da battere.


      Il Borussia è sembrata una squadra antica, un calcio calligrafico che non prevede il tiro. L’Inter ha una sua sostanza povera, ha un senso anche Gagliardini al posto di Sensi, si prende l’anima di Barella e la gioia ritrovata di Candreva. Non è la squadra migliore, ma lo sa. È eccezionale come Conte riesca sempre a portare energia francescana in squadre piene zeppe di soldi e ambizione. Ma è questa banalità del bene a dare all’Inter una grande forza anche senza Lukaku, anche con i rigori sbagliati e contro avversari via via sempre più alti. La gente avverte l’alchimia e accorre quasi a protezione. C’è una cosa sola, non enorme, non invincibile, ma durissima da affrontare.

      È andato bene anche il Napoli contro avversari atipici, con quattro attaccanti fissi, quindi sempre disponibili a lasciare spazi in difesa. Hanno segnato due gol Mertens e due il ragazzo norvegese di quasi due metri che presto andrà in una grande squadra. Il Salisburgo non gioca, o travolge o subisce. Il Napoli ha retto l’urto e resta in testa al suo girone. Una buona risposta al Liverpool che ha segnato quattro gol a Genk, dove il Napoli aveva solo pareggiato. Ma è ormai una corsa a due che accontenta entrambi.



      CorSera
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        Dzeko, l’uomo mascherato deve salvare la Roma contro il Borussia Moenchengladbach

        Giallorossi falcidiati dagli infortuni: contro la capolista della Bundesliga (18.55, Sky) Fonseca costretto a raschiare il fondo del barile. Veretout unico centrocampista di ruolo

        Flagellata dalle assenze, la Roma si affida all’Uomo Mascherato (Dzeko) e all’Ultimo dei Mohicani (Veretout). Per affrontare il Borussia Monchengladbach, capolista in Bundesliga, Paulo Fonseca ha dovuto raschiare il fondo del barile. Dzeko andrà in campo con la protezione allo zigomo, come il tecnico portoghese ha detto alla vigilia: «Non abbiamo altri giocatori, deve giocare Edin anche se non è al massimo: è difficile giocare con la maschera. Dobbiamo restare uniti». Veretout è l’ultimo centrocampista di ruolo rimasto a disposizione. Stasera doveva affiancarlo Santon, spostato da terzino a schermo protettivo davanti alla difesa nel 4-2-3-1, ma l’ex interista non è stato convocato per una violenta forma influenzale. Tra le ipotesi c’è anche Kolarov al fianco di Veretout.

        La Roma sembra un ospedale da campo. Assenti, in ordine alfabetico: Cengiz Under (bicipite femorale), Cristante (distacco del tendine dell’adduttore), Diawara (menisco), Kalinic (frattura del perone), Mkhitaryan (infiammazione muscolare), Pellegrini (frattura del metatarso), Santon (influenza) e Zappacosta (rottura del crociato). Smalling è affaticato, Florenzi non è al 100%, far giocare due partite ravvicinate a Pastore e Perotti li mette a rischio e perciò andrebbero risparmiati per Roma-Milan di domenica (non ci sarà Kluivert, squalificato). Fare una formazione credibile non è semplice. C’è abbondanza solo di difensori centrali (Mancini, Fazio, Juan Jesus e Smalling). Ne potrebbero giocare tre su quattro, anche se il 3-5 -2 contro l’Atalanta in campionato è naufragato.


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          Celtic-Lazio, sfida di ideologie tra tifosi. Milinkovic cerca la ribalta

          I tifosi biancoverdi di Glasgow da sempre solidali con cause antirazziste contro i biancocelesti (h. 21, Sky). E Christie avvisa l’Uefa: «Se sento buu lascio il campo»

          Celtic-Lazio è anche una sfida tra ideologie: l’antirazzismo degli scozzesi, che spesso si sono distinti per cori e striscioni in favore delle cause palestinese e irlandese (e sono stati puniti dalla Uefa, che vieta i messaggi politici); il razzismo di alcune frange del tifo laziale, che mostrando il saluto romano nella partita con il Rennes hanno determinato la chiusura della Curva Nord per la gara di ritorno. Per questo l’attenzione della polizia di Glasgow sarà altissima, i 1500 sostenitori biancocelesti saranno seguiti da vicino, e Ryan Christie del Celtic mette le mani avanti: «Se sento buu lascio il campo». Nel caso in cui si dovessero verificare altri episodi di razzismo, la Lazio sarebbe condannata a una gara con lo stadio chiuso (ha la condizionale).

          In questo clima tutt’altro che sereno Milinkovic-Savic vuole regalarsi una grande notte europea per aumentare la propria fama internazionale, finora non straordinaria, oltre che per avvicinare la Lazio alla qualificazione. Il goleador Immobile comincerà in panchina in vista del triplo duro impegno di campionato, Luis Alberto non ci sarà, perciò dovrà essere il serbo a trasformarsi in leader.


          Finora in Europa League non è mai riuscito ad andare oltre i quarti, e ha segnato appena 5 gol in 4 partecipazioni: poco per chi ha l’ambizione di decollare verso un club d’élite e anche per chi — Lotito — spera di incassare dalla sua cessione un centinaio di milioni. In campionato Milinkovic-Savic si sta esprimendo con continuità, ora intende compiere il salto di qualità fuori dall’Italia.



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            Juventus: le magie del tridente dei sogni da chiacchiera da bar a realtà

            Higuain-Dybala-Ronaldo, l’Hdr della Juve, resta una soluzione da dosare per Sarri. Ma anche al portoghese va bene nonostante perda un po’ della sua centralità

            Il tridente dei sogni per adesso serve a scacciare i fantasmi. E non è poco. Ma prima che diventi una realtà consolidata ci vorrà del tempo, ammesso che l’obiettivo di Maurizio Sarri sia davvero questo. Dybala-Higuain-Ronaldo in campo assieme si erano visti 9 minuti a San Siro contro l’Inter. Ma la mezzora abbondante contro la Lokomotiv martedì per la Juve è stata una botta di vita che ha lasciato il segno, oltre ad aver conservato il primo posto nel girone.


            «Che notte» è la sintesi di Paulo Dybala, autore della doppietta della rimonta in due minuti sui russi, nel finale di partita. La notte dell’azzardo, secondo Maurizio Sarri, che qualche settimana fa aveva derubricato la coesistenza dei tre a «chiacchiera da bar» e ora deve interrompere qualche brindisi di troppo fra i tifosi. Perché nella sua analisi il tridente è uno strumento di lusso, da utilizzare soprattutto in emergenza: «La sensazione è che gli avversari non avessero più la forza di ripartire e quindi si poteva azzardare la scelta. Sono stati ordinati e non era semplice».

            Finora Sarri si sta sbizzarrendo nella staffetta Dybala-Higuain: «Posso tirare a sorte, tanto non sbaglio» aveva sintetizzato, prima di affrontare i russi e dare spazio alla Joya dall’inizio. Contro le difese a tre, che spesso diventano a cinque, finora la scelta è caduta sull’argentino giovane, che tende a decentrarsi portando a spasso qualche difensore in più. In questo caso è soprattutto Ronaldo a fare il centravanti, ma martedì è risultato più prevedibile del solito, perdendo sempre l’attimo giusto.

            Con l’ingresso di Higuain, la Juve ha cambiato passo, trovando meglio la profondità e martellando la Lokomotiv. Soprattutto Dybala ha potuto alternarsi tra le linee con Bentancur, trequartista «anomalo» fino all’ingresso del Pipita. E lì, l’argentino sbarbato ha potuto iniziare il suo show personale, tornando a segnare due gol in Europa a un anno dall’ultima volta contro lo Young Boys con un tracciante da fuori area, di collo sinistro e poi di esterno sulla ribattuta del portiere a un tiro potente di Alex Sandro.

            La staffetta con Higuain stavolta non c’è stata sul campo, ma nel gol. E questo contribuisce a tenere sempre alto il morale del tridente dei sogni, anche se Ronaldo sembra perdere un po’ di centralità in zona gol: finché va bene anche a lui — che continua imperterrito ad ammaccare le barriere avversarie su punizione — va bene a tutti.

            Di certo, se per Sarri l’HDR è una soluzione da dosare, il tridente con Douglas Costa non è ancora praticabile: «Quando torna? In questo momento se dicessi una settimana o 10 giorni mentirei perché non lo so nemmeno io — ammette l’allenatore —. Spero nei prossimi 2-3 giorni mi sia rimesso a disposizione». E anche Ramsey, prima scelta come trequartista, non è pronto, a conferma della sua fragilità. Di questo passo, con qualche accorgimento a centrocampo (Rabiot, Bentancur, Emre Can scalpitano per prendere il posto dei vecchietti Matuidi e Khedira) non è detto che il tridente dei sogni non diventi realtà.


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              Milan, Pioli alla ricerca dell'equilibro: Calabria può bilanciare il lavoro da ala di Hernandez

              Il tecnico rossonero ritrova il terzino destro dopo la squalifica in vista della trasferta contro la Roma: può dare più copertura rispetto a Conti e lasciare il francese più libero di attaccare sull'altra fascia

              In casa Milan la partita con il Lecce è stata quella della scossa emotiva. Il tecnico Stefano Pioli, per il suo debutto sulla panchina rossonera, ha puntato tutto sull’entusiasmo di uno schieramento molto garibaldino, votato all’assalto con tanti uomini lanciati verso l’area salentina. Emblematico il lavoro chiesto a Theo Hernandez, incursore senza freni, ala sinistra molto più che terzino. A Roma domenica sera invece sarà necessaria una sintesi per rendere più equilibrata la formazione rossonera. Le avvisaglie sono arrivate già nel secondo tempo contro il Lecce chiuso dal 2-2 finale di Calderoni. A maggior ragione dovrà esserci qualche correttivo contro la Roma, anche se i giallorossi non stanno attraversando un momento esaltante. Da questo punto di vista sarà utile per Pioli il ritorno di Calabria dopo la squalifica. Il terzino destro, cresciuto nel vivaio rossonero, ha caratteristiche più difensive rispetto a Conti. Ed è più abituato al ruolo di esterno in una linea a quattro (con possibile variante da centrale aggiunto) rispetto all’ex atalantino che ha vissuto il suo momento migliore a Bergamo da laterale destro più avanzato. Quindi Calabria potrà bilanciare meglio la spinta propulsiva di Hernandez a sinistra. La strada di Pioli è tracciata: le scelte del nuovo allenatore hanno dimostrato di riuscire a esaltare le doti di alcuni calciatori, su tutti Calhanoglu e lo stesso Hernandez. A Roma servirà solo un po’ di equilibrio in più.

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              • sebix
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                Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
                Guarda un po' sono risaltati fuori gli interisti

                Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
                io quando posso, posto. Ero in aereoporto di notte e l’ho fatto. La partita di ieri non l’ho potuta nemmeno vedere

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                • Sean
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                  Un altro americano piomba sulla Roma: il gruppo Friedkin studia i conti del club


                  IL TEMPO (A. AUSTINI / F. BIAFORA) - Un americano tira l’altro. Stando a quanto risulta a Il Tempo, la compagnia texana «The Friedkin Group» si accinge ad avviare la due diligence sui conti della Roma di James Pallotta. Se dietro questa mossa ci sia la voglia di acquistare la maggioranza del club, affiancare l’attuale proprietà da soci o investire nel progetto del nuovo stadio a Tor di Valle sarà più chiaro nelle prossime settimane, ma la faccenda è seria anche se ancora in una fase preliminare.

                  Chi è il potenziale acquirente dei giallorossi? Un’azienda fondata dal miliardario Thomas Hoyt Friedkin, scomparso due anni fa, e presa in mano dal figlio Dan - 54enne e Ceo del gruppo a partire dal 1995, che ha costruito le sue fortune attraverso la Gulf States Toyota, distributrice delle auto del marchio giapponese in 5 stati degli Usa attraverso 154 rivenditori. Base a Houston, un patrimonio personale stimato in 4.2 miliardi di dollari, secondo la celebre rivista Forbes Dan Friedkin è il 504° uomo più ricco al mondo. Scandagliando la rete, l’unico punto di contatto diretto con Pallotta è... il golf. Sì, perché i due imprenditori risultano entrambi nella lista di ambasciatori del circolo «Congaree» in Georgia. L'attuale presidente giallorosso, in realtà, è iscritto a una ventina di circoli dove si fa vedere di rado, da capire quante volte abbia effettivamente incrociato sul green Friedkin, che del «Congaree» è di fatto il proprietario, o in un palazzetto Nba visto il legame tra Toyota e i Rockets, mentre Pallotta è fra i proprietari dei Boston Celtics.

                  Un paio di anni fail gruppo texano ha provato ad acquistare la franchigia del basket di Houston e ora, a quanto pare, ha spostato le sue mire sul calcio. Friedkin è affiancato da un importante advisor americano per la parte finanziaria, adesso affiderà a una società di consulenza lo studio dei conti: la due diligence sarà avviata sulla società As Roma Spv Llc, ovvero la holding costituita in Delaware e messa a monte di tutte le attività degli americani legate ai giallorossi. Essendo l’As Roma l’asset più rilevante, Friedkin è intenzionato a far seguire la due diligence direttamente dall'Italia. As Roma Spv Llc detiene il 100% di Neep Roma Holding che a sua volta controlla l’83.284% delle azioni del club giallorosso. Un altro 3.923% è in mano direttamente ad As Roma Spv Llc, quindi la percentuale totale controllata dagli americani ammonta all’86.577% mentre il resto è distribuito tra i piccoli azionisti in Borsa. Nel portfolio di As Roma Spv Llc c'è inoltre la società Stadio Tdv Spa che diventerà la proprietaria effettiva del nuovo stadio.

                  Quanto vale, quindi, il pacchetto di maggioranza? Secondo Pallotta, la Roma con il nuovo stadio dovrebbe costare non meno di un miliardo. Un valore mai messo nero su bianco, ma che fa capire per quali cifre il presidente vacillerebbe. Sempre quando risulta a Il Tempo, infatti, Pallotta continua a non ritenere il club in vendita, mentre resta interessato a reperire fondi da potenziali partner, come ha fatto ad esempio stringendo l’accordo col gruppo Starwood. Se qualcuno studia i suoi conti, può significare che nel mondo finanziario il dossier giallorosso venga offerto ai potenziali investitori. Ma di questa manifestazione d’interesse dal Texas non è ancora arrivata notizia ai dirigenti della Roma. Conclusa la due diligence saranno più chiare le intenzioni di Friedkin. Tra nuovo stadio e proprietà, potrebbero iniziare dei mesi chiave per il futuro della Roma.

                  IL TEMPO (A. AUSTINI / F. BIAFORA) - Un americano tira l’altro. Stando a quanto risulta a Il Tempo, la compagnia texana «The Friedkin Group» si accinge ad avviare la due diligence sui conti della Roma di James Pallotta . Se dietro questa mossa ci sia la voglia di acquistare la maggioranz...
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                    Aumenta il valore della sponsorizzazione Jeep

                    Si comunica che, in considerazione dell’eccellente performance sportiva della Prima Squadra, che ha determinato in questi anni il miglioramento del ranking UEFA, e grazie all’incremento di visibilità del brand Juventus a livello globale, Juventus Football Club S.p.A. e FCA Italy S.p.A. hanno raggiunto l’accordo per incrementare di € 25 milioni il corrispettivo fisso annuo della sponsorizzazione Jeep per le stagioni sportive 2019/2020 e 2020/2021, con l’inclusione di taluni diritti di sponsorizzazione aggiuntivi. Restano ferme le altre condizioni previste dal contratto in essere sottoscritto nell’aprile del 2012 ed in vigore fino al 30 giugno 2021.

                    Contestualmente, Juventus e FCA hanno convenuto di iniziare, anticipatamente rispetto alle previsioni contrattuali, le negoziazioni per il rinnovo della sponsorizzazione.

                    ______________

                    Comunicato ufficiale della Juventus appena rilasciato.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

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                          • marco83
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                            • May 2006
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                            si anche io penso che pallotta appena avrà la certezza di costruire lo stadio, venderà la roma con tutto il pacchetto.
                            Quindi una ragione in più perchè lo stadio si realizzi.

                            Per quanto riguarda il periodo della squadra, come dice il corriere la roma sembra un ospedale da campo. solo 18 convocati tra cui 5 primavera, 3 portieri con pastore e dzeko non al meglio. praticamente con 10 giocatori effettivi. stasera un pareggio sarebbe oro, temo un imbarcata contro il milan.

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                            • Sean
                              Csar
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                              Pallotta guadagnerebbe di più tenendosi la Roma e lo stadio, una volta realizzato. S'è sbattuto per anni per cercare di ottenere lo stadio e ci sarebbe da chiedersi perchè vendere proprio sul più bello. Tra l'altro è lui che sta cercando partner e investitori per finanziare l'opera, altro impegno.

                              Ha finora investito nella Roma quasi 400 milioni (i 300 messi sin qui e i 90 che sta per mettere col prossimo aumento di capitale: https://www.calcioefinanza.it/2019/0...pallotta-roma/) senza godere dei frutti di quanto investito, nè a livello economico e nemmeno dal punto di vista sportivo...anzi arrivando ad un punto zero dove quest'anno, tra l'ormai generale diffidenza, è dovuto ripartire dall'ennesimo progetto: avrebbe senso a quel punto vendere per un guadagno di 600 milioni (un miliardo meno i 400 investiti, se nel frattempo non aumenteranno)? E' da vedere.
                              ...ma di noi
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                              forse, tra mille inverni
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                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
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                                E' in corso l'assemblea degli azionisti della Juventus. Posto alcuni passaggi della relazione introduttiva di Agnelli:

                                _____________

                                "Oggi chiederemo anche a voi azionisti di approvare l'aumento di capitale di 300 milioni destinato al nuovo piano di sviluppo. Ha come obiettivi l'incremento della competitività sportiva, l'aumento del brand. L'aumento di capitale in questione ha destato stupore, ma numeri che sembrano enormi se confrontati con la realtà italiana. E quello che dico da anni a questa parte è che il nostro riferimento non deve essere solo l'Italia, ma le altre grandi realtà europee. E per fare esempi di come si sono comportati i nostri competitivo a livello internazionale, prendiamo ad esempio il Manchester Untied, che negli ultimi anni ha chiesto risorse agli azionisti per 450 milioni di sterline, il Real Madrid nel marzo 2019 ha chiesto risorse per 600 milioni di Euro, il Tottenham ha rifinanziato il debito di 500 milioni di euro. Questi sono i numeri del mercato dei capitali che esistono nella nostra industria. Non si deve mai fare l'errore di paragonare le realtà italiane al nostro mercato di riferimento che è l'Europa. Perché la Juventus, arrivata a questo punto, è la più grande società di calcio in Italia, ma è solo una delle grandi a livello europeo. Se guardiamo un dato che è il livello di fatturato, quando guardiamo alle principali società in Germania, Inghilterra e Spagna, le big hanno fatturati che si aggirano tra i 500 milioni fino al quasi miliardo di quest'anno realizzato dal Barcellona. Queste realtà noi guardiamo"

                                "Come vi dicevo è utile, prima di guardare avanti, dare uno sguardo a quello che è stato il nostro recente passato. Se pensiamo a cosa è successo dal 2010 al 2019, abbiamo visto il nostro fatturato arrivare a superare i 600 milioni in questa stagione. Abbiamo anche avuto un altissimo impatto occupazionale, per portare avanti le attività della società. Impatto anche sul territorio, poche aziende hanno assunto in Italia quando noi in questi anni. Nel 2010/11 eravamo 85 dipendenti, ora siamo 258 per un totale organico di 885 persone che lavorano in Juventus. Abbiamo creato più di un miliardo e 200 milioni di valore in questi nove anni. Non posso non pensare poi al percorso sul campo di cui possiamo essere orgogliosi. In questo momento il mio pensiero va a chi ha vinto gli otto scudetti di fila, il capitano Giorgio Chiellini e anche Andrea Barzagli. Un pensiero va anche al contributo di Max Allegri, determinante nella crescita della Juventus. A questo si aggiungono i successi in patria e la costante competitività in Champions League"

                                "Questi anni non sono stati privi di gestioni di situazioni complesse, che non hanno fatto altro che forgiare ulteriormente il gruppo dirigente della società. Pensiamo alla gestione del calcio scommesse che ha coinvolto i tesserati Juventus nel 2012, fatti avvenuti comunque in altre società. Fabio potrebbe scrivere un libro sulla gestione di una squadra senza allenatore. Quale altra società sarebbe stata in grado di gestire sei mesi senza il primo allenatore? Questo ha forgiato ulteriormente i dirigenti. Penso all'inchiesta Alto Piemonte e la successiva inchiesta antimafia. Sono stati periodi intensi e pesanti e ultimo ma non ultimo l'inchiesta Last Banner per le estorsioni ai danni di Juventus. Penso a questi anni e devo ricordare a tutti noi che la nostra, vostra società ha investito circa 400 milioni in investimenti diretti. Stadium 180 milioni, nuova sede, JTC, J Medical e negozio. Circa 100 milioni attraverso il J Village, 90 milioni per l'area est, sono complessivamente circa 400 milioni investiti nel patrimonio. Penso il coraggio avuto nel 2017 nel presentar il nostro nuovo logo. Accolto con scetticismo inizialmente, ma gli altri riconoscono ora il coraggio avuto e la valenza assoluta di questo nuovo logo, definito perfettamente.Da ultimo, ma non ultimo, l'apertura del J Hotel, aperto al pubblico a settembre e nella scorsa stagione l'apertura dei nostri store diretti a Milano e Roma e l'ufficio di Hong Kong. "

                                " E per questo oltre che approvare il bilancio vi chiederemo l'aumento di capitale per lo sviluppo. Nel piano approvato nel 2014 volevamo far diventare Juventus un marchio globale. Questo a mio giudizio è un risultato ottenuto. La visione del nuovo piano deve essere far prosperare Juventus come brand globale e questo ci deve essere riconosciuto da tutti, comprese le nuove generazioni. Dobbiamo essere un brand moderno, innovativo e iconico. La missione deve rimanere quella di sempre, con lo sport al centro, e guardo Pavel e Fabio. Dobbiamo mantenere la leadership sportiva in Italia, competere ad alto livello in Europa. I principali obiettivi che il piano si pone è quello di continuare a partecipare alla Champions, mantenendo l'attuale coefficiente UEFA e rimanere, e questo non è semplice vista la dimensione della Premier League, tra le prime 12 in Europa come fatturato, avere un'incidenza del costo dei tesserati tra il 55% e il 60% e aiutare a riposizionare la Serie A nel mercato globale. Oggi noi nell'immaginare il 2019/20 immaginiamo un nuovo anno zero, per pensare in grande"

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