Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Milan, non decolla la trattativa Correa: per l'attacco spunta Gaich

    Ancora impasse nel mercato rossonero. Si lavora anche per la difesa: per Demiral la Juve chiede 30 milioni, l'alternativa è Martinez Quarta del River

    La carica dei 50.000 di San Siro per dimenticare Udine. Al di là degli accorgimenti tattici che saranno testati in questi giorni a Milanello da Giampaolo, l'ambiente rossonero si affida alla carica del pubblico per andare oltre la sconfitta con i friulani. Le previsioni parlano di oltre 50.000 spettatori attesi per la seconda di campionato in casa con il Brescia, in programma sabato alle 18. Indispensabile una scossa a livello di entusiasmo dopo il ko del Friuli.

    Tutto ribaltato in novanta minuti


    Il gol di Becao sembra aver sgretolato in pochi istanti mesi di presupposti diversi. Il Milan era stato affidato a Giampaolo con la convinzione che un maestro di calcio come l'ex allenatore della Sampdoria potesse costruire una manovra collettiva piacevole ed efficace. Ma ovviamente si tratta di un processo che può richiedere tempo. Invece le stesse parole del tecnico, a fine partita, hanno spinto in direzione opposta: verso un cambio di modulo sconfessando subito il 4-3-1-2 tipico del suo gioco. E' possibile che si tratti di un ripiego momentaneo verso il 4-3-3 in attesa che gli ultimi giorni di mercato definiscano la rosa in entrata e in uscita. A quel punto sarà più chiaro su quali forze contare e con quali giocatori davvero "funzionali" al modulo di Giampaolo. D'altronde il passaggio al 4-3-3 non comporterebbe solo un diverso assetto offensivo con la rinuncia al trequartista, ma anche movimenti differenti dei due interni di centrocampo e dello stesso regista: un conto è avere davanti il fantasista, un conto direttamente il centravanti.

    Ancora impasse


    La stessa proprietà rossonera è cosciente che serve tempo e pazienza. D'altronde la campagna acquisti, basata su innesti di giovani da valorizzare, non è certo sinonimo di risultati immediati. Invece i primi 90 minuti negativi hanno generato subito notevoli fibrillazioni nell'ambiente milanista. Non aiuta la chiusura di questa sessione estiva. Continua a non sbloccarsi l'affare Correa. Girano altri nomi come quello dell'attaccante del San Lorenzo, Adolfo Gaich. In difesa si cerca ancora un centrale: tra le ipotesi Demiral (ma la Juventus chiede più di 30 milioni) o Martinez Quarta del River Plate. Poche certezze anche in uscita. André Silva è sempre a Milanello. La pista Atalanta per Laxalt non sembra particolarmente calda (si sarebbe fatto avanti il Torino). Il Monaco continua a insistere per Kessié, ma né il giocatore né il Milan sono convinti. Alla fine del mercato mancano sei giorni. Ma il Milan deve reagire sul campo 48 ore prima.

    Ancora impasse nel mercato rossonero. Si lavora anche per la difesa: per Demiral la Juve chiede 30 milioni, l'alternativa è Martinez Quarta del River
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      Roma, Schick-Lipsia: ci siamo. Difesa: Lovren in pole, ma il croato chiede troppo

      Il ceco va in Germania, di fatto lo conferma il suo ct in nazionale. Il croato in vantaggio su Rugani, ma resta il nodo delle eccessive richieste econimiche

      A sei giorni dalla fine del mercato è ormao chiaro che la Roma deve fare in fretta per sistemare la propria rosa, trovare il centrale difensivo e piazzare gli esuberi che non rientrano nei piani di Fonseca. Stamattina, mentre assisteva all'allenamento della squadra a Trigoria, Petrachi era costantemente al telefono cercando di mandare in porto le trattative più calde. Tra queste c'è quella relativa a Patrik Schick, con l'attaccante che finalmente sembra aver trovato l'accordo con il Lipsia: tra oggi e domani l'operazione potrebbe chiudersi. Ulteriori conferme sul suo addio alla Capitale sono arrivate per bocca del ct della Repubblica Ceca Jaroslav Šilhavý. "La situazione degli attaccanti della nazionale non è l'ideale - ha affermato Šilhavý a isport.cz -. Questa settimana prima del raduno è l'ultima occasione per spostarsi in altri club. Sono in contatto con Schick, so che a breve risolverà la sua situazione. Ha fatto tutta la preparazione e dovrebbe essere pronto a giocare. Tutto potrebbe risolversi prima del raduno, quindi lui dovrebbe essere tranquillo". Nel frattempo, la Roma ha già trovato il nome del sostituto di Schick: si tratta di Nikola Kalinic, per il quale i giallorossi hanno già trovato l'accordo con l'Atletico Madrid. L'attaccante croato era stato bloccato già nei giorni scorsi da Petrachi, che per arrivare alla stretta finale con i colchoneros vuole però prima attendere la conferma della cessione di Schick. Proprio come farà il ceco con il Lipsia, anche Kalinic dovrebbe a sua volta trasferirsi in giallorosso con la formula del prestito con diritto di riscatto.

      Per la difesa restano in pole Rugani e Lovren. Coric va all'Almeria


      Per la gioia di Petrachi, sta per andare in porto un'altra operazione in uscita della Roma. Non è ancora ufficiale, ma Ante Coric è pronto per diventare un nuovo giocatore dell'Almeria. Il centrocampista croato, arrivato lo scorso anno dalla Dinamo Zagabria per 6 milioni, ha svolto questa mattina le visite mediche e si trasferirà nel club andaluso in prestito con diritto di riscatto. Per quanto riguarda il difensore, invece, il direttore sportivo giallorosso continua a lavorare su più fronti. Nelle ultime ore sono risalite le quotazioni di Rugani, anche se il centrale toscano continua a non convincere né tecnicamente né economicamente. Come se non bastasse, la Juventus insiste per inserire nella trattativa anche il baby Riccardi, il talento della Primavera che i giallorossi non vogliono perdere. Non è da escludere allora che nelle prossime ore Petrachi possa fare un nuovo tentativo con il Liverpool per Dejan Lovren, puntando sulla volontà del difensore e sul fatto che ormai è stato estromesso dal progetto tecnico di Jurgen Klopp. Il club capitolino tenterà di evitare l'obbligo del riscatto chiesto dal Liverpool, ma il nodo principale (che aveva fatto saltare la trattativa nelle settimane scorse) rimangono le richieste molto alte del calciatore che chiede un quadriennale con una parte fissa assai onerosa

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        Dybala, verso il Napoli non molla: sfida Higuain per un posto in attacco. Paulo ha sempre rifiutato l'Inter, in più il presidente Agnelli ha posto il veto all’operazione

        Tutta colpa, o merito, di Maurizio Zamparini. Se Paulo Dybala non finì al Napoli ma al Palermo sette anni fa, lo si deve all’ex presidente rosanero, che approfittò del temporeggiare azzurro per scritturare il ragazzino argentino.Così è iniziata lastoria italiana del numero 10 bianconero, che dalla Sicilia ha spiccato il volo in direzione Torino e in 4 stagioni è diventato uno dei giocatori più iconici della Signora. Anche i simboli, però, hanno i loro momenti di difficoltà. La fase due dell’estate dybaliana, iniziata dopo il terzo posto in Coppa America e le ferie posticipate con Oriana e amici,non è stata all’insegna del relax: le voci di mercato,le trattative (saltate) con United e Tottenham, infine la panchina con il Parma. A Paulo non era mai accaduto di giocare zero minuti alla prima di campionato con la Juventus, neanche il primo anno, quando contro l’Udinese subentrò a Coman nella mezzoretta finale. Non un grande inizio,ma Dybala preferisce guardare avanti e mandare messaggi positivi via social: lunedì alla ripresa degli allenamenti ha postato tra le stories di Instagram una foto in cui guida il gruppo insieme a Danilo, altro panchinaro di lusso al Tardini Il messaggio è chiaro: il diez è amareggiato ma non sventola bandiera bianca.

        E anche se sa di partire sfavorito, perché Higuain è una punta centrale e lui no, farà il possibile per cercare di soffiare il posto fisso all’amico contro il Napoli. L’amore dei tifosi gli trasmette tanta forza: Paulo in questi giorni sta cercando di smaltire i carichi atletici(essendo arrivato per ultimo insieme ad Alex Sandro,ha fatto un lavoro diverso dagli altri) e di entrare il più possibile nei meccanismi tattici di Maurizio Sarri. Sta studiando da finto centravanti, un ruolo che gli piace e che è convinto di poter interpretare con successo, anche se in maniera diversa rispetto al Pipita. A Parma il vice Giovanni Martusciello ha chiarito il Sarri pensiero: troppo rischioso fare esperimenti in questo momento, meglio puntare su un centravanti vero.

        Il tempo del falso nueve arriverà Non è facile isolarsi dalle sirene del mercato: mancano 5 giorni alla fine della sessione estiva e Dybala sa bene che ancora tutto può succedere, anche se ogni giorno in più che passa, fa crescere le possibilità della sua permanenza in bianconero. Il futuro della maglia numero 10 dipende da Neymar: se il brasiliano se ne andrà, allora il Psg potrebbe sostituirlo con l’argentino bianconero. Molto più complicato ipotizzare uno scambio Dybala-Icardi, per volontà di giocatore e club: Paulo ha sempre rifiutato le avance nerazzurre, in più il presidente Andrea Agnelli ha posto il veto all’operazione.

        Gazzetta
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          Per Di Marzio il PSG ha chiesto Mandzukic: il giocatore riflette.
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            Roma: Schick va, Kalinic entra. Napoli, Llorente è a un passo

            Il Lipsia prende in prestito con diritto di riscatto l’attaccante ceco, e Petrachi si lancia sull’ex milanista ora all’Atletico Madrid. Gli azzurri sullo spagnolo, svincolato


            Patrik Schick, mai realmente esploso a Roma, si sta per trasferire al Lipsia che lo preleva con la formula del prestito con diritto di riscatto a 30 milioni. L’uscita dell’attaccante, ex blucerchiato, consente a Petrachi di finalizzare l’operazione relativa a Kalinic che dall’Atletico Madrid sbarcherà sempre in prestito a Roma (il riscatto è fissato a 15). In uscita resta Defrel: nonostante l’interesse di Cagliari e Sassuolo, secondo Ferrero oggi il francese dirà sì alla Samp. Stallo sull’operazione Rugani con la Juve.

            Perse le speranze di coronare il sogno Icardi, il ds del Napoli Giuntoli incontrerà nelle prossime ore l’agente di Fernando Llorente, l’attaccante del Tottenham svincolato, considerato rinforzo di esperienza e qualità per il reparto di Ancelotti. L’Atalanta, dopo che non ha trovato l’accordo con Laxalt ora nel mirino del Torino, si è accaparrata in prestito Arana del Siviglia.

            Il Milan va avanti su Correa. In mancanza di accordo, l’Atletico minaccia di trattenerlo, ma i contatti proseguono.


            CorSera
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              Roma, al via le cinque giornate di Petrachi


              IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Dieci operazioni in 5 giorni. È l'impresa che Petrachi si è riservato per questo finale di mercato: stravolgere la rosa, completandola con qualche innesto ma al tempo stesso ridurla, liberandosi degli elementi che non rientrano nei piani di Fonseca. Tre i calciatori in entrata: Kalinic, uno tra Rugani e Lovren, più l'esterno offensivo. Ben sette quelli in uscita: Defrel, Schick, Bianda, Gonalons, Olsen, Santon e Coric (praticamente già dell'Almeria). Senza contare i due ragazzi della Primavera (Celar e Riccardi) che rimangono in bilico per l'annosa questione-plusvalenze. Una corsa contro il tempo che il tecnico portoghese sperava di evitare, come ha ricordato prima del match contro il Genoa («È normale che da tempo mi sarebbe piaciuto avere un centrale in più»).

              BRACCIO DI FERRO - Dovrà invece ancora attendere. La due giorni di Paratici nella Capitale (terminata ieri all'ora di pranzo), s'è conclusa con una fumata grigia. Perché paradossalmente le parti si sono avvicinate sulla valutazione complessiva del calciatore ma rimane una differenza di fondo: la Roma offre il prestito con diritto di riscatto mentre la Juventus esige l'obbligo. È dunque in atto un braccio di ferro con Petrachi che, consapevole del fatto che difficilmente il Milan offrirà 40 milioni per Demiral (l'unica somma che permettere al club bianconero di fare una piccola plusvalenza, dovendo garantire il 40% dell'incasso al Sassuolo), alla fine Paratici sarà costretto a cedere il difensore toscano alle condizioni della Roma. I giorni però passano e le situazioni rischiano di complicarsi. Tipico esempio, quanto sta accadendo con Lovren. Prima di Ferragosto, il lavoro degli intermediari era riuscito ad abbassare la valutazione del croato da 25 a 15 milioni (3+12) con riscatto subordinato ad un numero di presenze. Sapendo delle difficoltà del club giallorosso a reperire un difensore, nelle ultime ore il Liverpool è tornato a chiederne 20 (bonus compresi) e vuole l'obbligo. A Trigoria sono comunque convinti che qualora virassero sul croato, le clausole tornerebbero quelle pattuite una settimana fa. Empasse che dovrebbe protrarsi ancora per qualche giorno. Rugani rimane l'obiettivo, Lovren l'alternativa.

              KALINIC IN ARRIVO - Al momento l'unico giocatore vicino a vestire giallorosso è Kalinic. Operazione definita con l'Atletico Madrid (prestito con diritto di riscatto fissato intorno ai 7-8 milioni) ma prima di ricevere il semaforo verde bisogna che Schick si trasferisca al Lipsia. Petrachi sta provando a cedere il ceco in via definitiva ma il club tedesco preferisce prenderlo in prestito. L'intermediario Vigorelli e l'agente Paska sono comunque a Roma: attese novità a breve. Altre operazioni in uscita: Gonalons nicchia sul Besiktas e preferisce tornare in Francia al Rennes che offre però meno dei turchi. L'idea del ds salentino sarebbe addirittura un'altra: inserirlo, insieme a Olsen (per sostituire il 35enne Piatov), come parziale contropartita per Taison. Il problema è convincere i calciatori a trasferirsi in Ucraina. Anche perché, senza di loro, lo Shakhtar chiede 25 milioni per l'esterno brasiliano. Santon-Maiorca è in stand-by: gli spagnoli vorrebbero che la Roma contribuisse all'ingaggio. Defrel deve decidere tra Sassuolo (ora favorito) e Samp.

              IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Dieci operazioni in 5 giorni. È l'impresa che Petrachi si è riservato per questo finale di mercato: stravolgere la rosa, completandola con qualche innesto ma al tempo stesso ridurla, liberandosi degli elementi che non rientrano nei piani di Fonseca. Tre i calciatori i...
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                      Insomma, per i giornalisti il PSG avrebbe chiesto chi dice Mandzukic, chi Dybala e chi Pjanic. Così sono bravo pure io: manca il portiere e l'hanno detti tutti.
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                        Inter, addio alla follia: con il Lecce squadra solida come mister Conte

                        E scompare l’inno «Pazza Inter amala» (ma non lo ha deciso il tecnico). Resta da risolvere la grana Icardi: Zhang gli ha ribadito che non c’è posto per lui

                        Antonio Conte l’aveva promesso nel giorno della presentazione: «Con me l’Inter non sarà più pazza, ma regolare e forte». Così è stato. Un esordio robusto, rabbioso, potente. Niente follie, cancellate di colpo, come l’inno «Pazza Inter Amala». La canzone, scritta nel 2003, è stata sempre proposta prima dell’ingresso in campo della squadra. Non contro il Lecce. D’ora in poi ad accompagnare i nerazzurri sarà «C’è solo l’Inter», l’altro inno composto da Elio e e Graziano Romani. Una scelta del club, su cui l’allenatore non ha messo bocca.

                        La musica è cambiata, fuori e soprattutto dentro il campo. Al debutto si è vista una squadra diversa non tanto negli uomini, tra i titolari gli unici due nuovi acquisti erano Sensi e Lukaku, quanto nell’atteggiamento, nel gioco, nella continuità. Solo per Mauro Icardi suona da ormai due mesi la stessa campana a morto. L’amministratore delegato Beppe Marotta, invelenito dalle dichiarazioni di Wanda Nara a Tiki Taka(«Icardi magari ha parlato con qualcuno che gli ha chiesto di restare. Magari quello che comanda... », alludendo a Zhang), aveva già risposto all’argentina prima della partita con il Lecce: «Smentisco che qualche dirigente, e in particolare Zhang, abbia invitato Icardi a restare all’Inter».


                        L’ad ha ribadito però il concetto all’ex capitano nerazzurro in un incontro al centro tecnico Suning di Appiano. Il dirigente, per sgombrare il campo da dubbi, è arrivato in visita con il presidente Steven Zhang, raramente presente al centro d’allenamento il giorno dopo la partita. Zhang e Marotta hanno prima fatto i complimenti alla squadra per il successo all’esordio, poi hanno avuto un colloquio con Icardi. All’argentino è stata ribadita la posizione della società: non rientri nel progetto tecnico, il succo del discorso. Il centravanti ha ascoltato come al solito in silenzio, poi ha replicato al presidente e all’ad confermando la sua linea: «Io rimango all’Inter».

                        Il muro dell’ex capitano non si sgretola e poco gli importa, per ora, di non essere tra i convocati. Lunedì sera non era neppure presente a San Siro per l’esordio dell’Inter, domenica non sarà convocato per Cagliari. Ha rifiutato fin qui l’ottima offerta della Roma e non ha intenzione di accettare neanche quella del Napoli. L’unica in grado di convincerlo forse è la Juventus. Il direttore sportivo bianconero, Fabio Paratici, ha continui contatti con Wanda che ieri non era a Milano. Resta però meno di una settimana alla chiusura del mercato e le possibilità di vedere Icardi con la maglia della Juve si riducono. Contestualmente si affievoliscono le speranze di Marotta di poter avere in cambio Paulo Dybala, realizzare così uno scambio tecnicamente valido e scrivere a bilancio una plusvalenza super.

                        Cosa sarà di Icardi, se davvero resterà all’Inter, si vedrà. Per ora spiragli per ricucire non ce ne sono, bisognerà capire se il centravanti e la moglie Wanda decideranno di passare alle vie legali. Parecchi avvocati e studi legali continuano a corteggiare il centravanti e a spingerlo in questa direzione. L’Inter non ha paura, convinta com’è di non aver violato nessun diritto del calciatore e di aver agito sempre, anche durante i colloqui, nel rispetto delle regole.

                        Regole rigide sono quelle imposte anche da Conte al gruppo e i risultati si sono visti subito. L’Inter è partita come nessuno, segnando quattro gol, mostrando una difesa di ferro anche senza De Vrij (difficile il rientro a Cagliari, ma potrebbe tornare Godin) e soprattutto un centrocampo di sostanza e gol. Tre reti su quattro arrivate dalla terra di mezzo, con Brozovic, Sensi e Candreva. Conte però ha messo in guardia: «Dobbiamo essere dinamite, non una scintilla». Un elogio alla concretezza e un addio alla follia, perché per vincere quella non serve proprio a niente.


                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Sanchez farà benone ne sono sicuro, bel colpo.
                          Originariamente Scritto da Marco pl
                          i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                          Originariamente Scritto da master wallace
                          IO? Mai masturbato.
                          Originariamente Scritto da master wallace
                          Io sono drogato..

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                          • Sean
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                            Ultimo Uomo scrive una bella "Guida alla Juventus '19-'20". E' abbastanza corposa, ne estraggo la conclusione, i due scenari che disegna l'autore dell'articolo (Fabio Barcellona, allenatore Uefa B), perchè il campionato probabilmente finirà in uno dei due casi:

                            _________________________

                            Migliore scenario possibile
                            La Juventus comincia forte, scegliendo Dybala al centro dell’attacco e Rabiot e Khedira come mezzali, pronte ad occupare gli spazi lasciati liberi dai movimenti verso il pallone dell’argentino. I meccanismi offensivi funzionano alla perfezione. Dybala, tornando il centravanti che era a Palermo, alterna tagli in profondità che abbassano la difesa a ricezioni corte muovendosi verso la palla e, in maniera perfettamente coordinata, Ronaldo e le mezzali si inseriscono negli spazi. I buoni risultati iniziali e le convincenti prestazioni fanno crescere l’entusiasmo all’interno della squadra: Bernardeschi cresce e si alterna a Douglas Costa sulla fascia destra, mentre Ramsey trova una sua collocazione come mezzala destra e segna parecchi gol. De Ligt, presto titolare inamovibile, copre ogni buco in una fase difensiva occupata quasi esclusivamente a proteggersi dalle ripartenze avversarie. La Juventus distanzia le avversarie e vince il nono scudetto di fila in totale serenità.

                            Peggiore scenario possibile
                            La squadra non riesce ad assimilare velocemente i principi di gioco di Maurizio Sarri, specie in fase offensiva. La Juventus primeggia nelle percentuali di possesso palla, ma la circolazione è sempre piuttosto orizzontale e stagnante, incapace di disordinare le difese avversarie. L’unica reale fonte di gioco si rivelano i dribbling di Douglas Costa, un’arma aleatoria e incostante. Al centro dell’attacco Dybala riesce a dialogare bene coi compagni di squadra, ma l’area è troppo vuota. Per le difese avversarie, in assenza di un pericolo concreto, è troppo semplice difendere il centro dell’area dagli inserimenti, non sempre puntuali delle mezzali. Higuain, scelto talvolta al posto di Dybala, è quello visto nell’ultimo anno tra Milan e Chelsea, mentre Mandzukic rimane sempre in panchina con la faccia feroce. Dopo il girone d’andata Sarri comincia ad alternare il 4-3-1-2 al 4-3-3, schierando Ramsey alle spalle di Dybala e Ronaldo. La squadra attacca meglio, ma il gallese, fragile fisicamente, non ha un sostituto e gli esperimenti di utilizzare Bernardeschi e Dybala come trequartisti falliscono. La Juventus, dopo 8 anni, non vince lo scudetto, finendo al secondo posto dietro l’Inter di Antonio Conte.

                            Last edited by Sean; 28-08-2019, 09:59:12.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

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                              Gironi Champions League 2019-2020, domani h.18.00 il sorteggio

                              Domani si conosceranno anche i gironi di Champions League2019-2020 a partire dalle 18.00 e che si svolgeranno al Grimaldi Forum di Monaco. Le quattro squadre italiane che parteciperanno a quest’edizione (Juventus,Napoli,IntereAtalanta) conosceranno i propri avversari europei. La competizione Champions League inizierà il 17 settembre 2019 con la finale in programma ad Istanbul il 30 maggio 2020.

                              Prima fascia definitiva
                              Liverpool (ENG, campione in carica)
                              Chelsea (ENG, vincitrice UEFA Europa League)
                              Barcelona (ESP)
                              Manchester City (ENG)
                              Juventus (ITA)
                              Bayern (GER)
                              Paris (FRA)
                              Zenit (RUS)


                              Seconda fascia provvisoria (sulla base del ranking UEFA per club 2017/18)
                              146,000 Real Madrid (ESP)
                              127,000 Atlético Madrid (ESP)
                              85,000 Borussia Dortmund (GER)
                              80,000 Napoli (ITA)
                              80,000 Shakhtar Donetsk (UKR)
                              78,000 Tottenham Hotspur (ENG)
                              68,000 Benfica (POR)
                              61,500 Lyon (FRA)


                              Terza fascia provvisoria (sulla base del ranking UEFA per club 2017/18)
                              61,000 Bayer Leverkusen (GER)
                              54,500 Salzburg (AUT)
                              37,000 Valencia (ESP)
                              31,000 Internazionale Milano (ITA)
                              28,500 Lokomotiv Moskva (RUS)
                              25,000 Genk (BEL)
                              22,500 Galatasaray (TUR)
                              22,000 RB Leipzig (GER)


                              Quarta fascia provvisoria (sulla base del ranking UEFA per club 2017/18)
                              14,945 Atalanta (ITA)
                              11,699 LOSC Lille (FRA)

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                                Juventus e Roma a lavoro per Rugani: Petrachi sonda anche Mandzukic ed Emre Can [ Corriere dello Sport]
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                                nella necropoli deserta»

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