Walter Sabatini non è solo un direttore sportivo, ma il rappresentante di un'umanità perduta: un suicida senza successo, un “europeo crepuscolare e solitario”; un uomo sempre in conflitto, dal cervello di sinistra e dal corpo di destra. Eroe tragico di quella tradizione romantica irrequieta e mai soddisfatta, proiettata irrazionalmente verso l’infinito, amante delle tempeste e non altrettanto dei porti.
Ma soprattutto Sabatini è uno che, nel calcio, ha trovato la vita; o forse il contrario. Uno che tra le mille sigarette, le trattative notturno-futuriste e il sesso disperato si è immerso in quel mondo di mezzo di procuratori, aspiranti affaristi, intermediari improvvisati ed entourage infiniti. L'ultimo degli umani in un mondo dominato dalla tecnica.
«Non sono contro la scienza, la modernità, ammiro la logica, ma se a dettare le scelte del mio lavoro è un programma, un sofware che tratta gli uomini come numeri e come pezzi di ricambio non ci sto. Se devo comprare qualcuno deve poter contare anche il mio occhio e la mia riflessione. Uno sciamano sa, per altre vie».
Già, uno sciamano sa: come costruire ad esempio la Roma più forte dell'ultimo ventennio (ripassare la formazione all'addio di Totti per credere). Perché poi, senza la pratica, tutta la dottrina sabatiniana sarebbe solo materia da bar, retorica reducistica da calcio di provincia. Invece Walter ci ricorda che gli uomini, malgrado siano stanchi di essere umani, hanno ancora una marcia in più.
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L'articolo completo qui: https://www.rivistacontrasti.it/walt...-1n6-sHP5c3K5g
Ma soprattutto Sabatini è uno che, nel calcio, ha trovato la vita; o forse il contrario. Uno che tra le mille sigarette, le trattative notturno-futuriste e il sesso disperato si è immerso in quel mondo di mezzo di procuratori, aspiranti affaristi, intermediari improvvisati ed entourage infiniti. L'ultimo degli umani in un mondo dominato dalla tecnica.
«Non sono contro la scienza, la modernità, ammiro la logica, ma se a dettare le scelte del mio lavoro è un programma, un sofware che tratta gli uomini come numeri e come pezzi di ricambio non ci sto. Se devo comprare qualcuno deve poter contare anche il mio occhio e la mia riflessione. Uno sciamano sa, per altre vie».
Già, uno sciamano sa: come costruire ad esempio la Roma più forte dell'ultimo ventennio (ripassare la formazione all'addio di Totti per credere). Perché poi, senza la pratica, tutta la dottrina sabatiniana sarebbe solo materia da bar, retorica reducistica da calcio di provincia. Invece Walter ci ricorda che gli uomini, malgrado siano stanchi di essere umani, hanno ancora una marcia in più.
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