Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sly83
    CAVETTERIA INCLUSIVA
    • May 2003
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    • Sly's GYM
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    Notare come si beve, letteralmente, Blanc (campione del mondo in carica..) e Panucci



    Originariamente Scritto da Giampo93
    Finché c'è emivita c'è Speran*a

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    • marcu9
      Bodyweb Advanced
      • May 2009
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      Un Cassano con la mentalità di C.Ronaldo, non oso neanche immaginare.

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      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • Sly83
        CAVETTERIA INCLUSIVA
        • May 2003
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        • Sly's GYM
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        Tanto oramai..

        Chi ci nasce, chi ci diventa, chi si perde, chi viene perso



        Originariamente Scritto da Giampo93
        Finché c'è emivita c'è Speran*a

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        • MERDiarty
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          • Apr 2021
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          Questo è il vero gol della serata

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          • Sly83
            CAVETTERIA INCLUSIVA
            • May 2003
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            • Sly's GYM
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            Peruzzi aveva sto maledetto vizio di prendere gol del genere, tipo per amnesia


            tipo il 3-1 in finale contro il Borussia



            Originariamente Scritto da Giampo93
            Finché c'è emivita c'è Speran*a

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            • marco83
              Bodyweb Senior
              • May 2006
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              • Roma
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              Praticamente zaniolo ha saltato un anno per un infortunio in nazionale, pellegrini rotto in ritiro un giorno prima di partire per gli europei, florenzi rotto al primo tempo della prima partita, spinazzola si fa il tendine d'achille e in pratica ce lo siamo giocati per la prossima stagione. Ma io dico perchè sempre e solo alla roma accadono ste cose, unici al mondo.

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              • Sly83
                CAVETTERIA INCLUSIVA
                • May 2003
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                Ci stavo giusto pensando

                tremendo



                Originariamente Scritto da Giampo93
                Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
                  • 120216
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                  • In piedi tra le rovine
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                  Mi spiace molto per il giocatore.

                  Per quanto riguarda la Roma, nella sfortuna ha almeno avuto la sorte di avere il mercato aperto.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • marcu9
                    Bodyweb Advanced
                    • May 2009
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                    • Sicilia
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                    Serie A, rivoluzione calendario: girone di ritorno asimmetrico rispetto ad andata




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                    Originariamente Scritto da Sean
                    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                    • robybaggio10
                      Bodyweb Senior
                      • Dec 2011
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                      • Franciacorta
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                      Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                      Serie A, rivoluzione calendario: girone di ritorno asimmetrico rispetto ad andata




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                      I SUOI goals:
                      -Serie A: 189
                      -Serie B: 6
                      -Super League: 5
                      -Coppa Italia: 13
                      -Chinese FA Cup: 1
                      -Coppa UEFA: 5
                      -Champions League: 13
                      -Nazionale Under 21: 19
                      -Nazionale: 19
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                      • Sean
                        Csar
                        • Sep 2007
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                        • In piedi tra le rovine
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                        Mercato, tra la Juventus e Locatelli irrompe l'Arsenal. Allegri vuole Pellegrini. Sampdoria, suggestione Ribery

                        Nel 4-3-3 di Allegri il centrocampista azzurro avrebbe un ruolo di primo piano, ma i londinesi tentano il club emiliano. I blucerchiati pensano al francese, il Napoli vuole Vaclik per fare il secondo a Meret, Strootman va al Cagliari


                        Dopo la conferenza stampa di presentazione del nuovo Ad bianconero, Maurizio Arrivabene, per la Juventus inizia a tutti gli effetti un nuovo ciclo, una sorta di primo giorno di scuola dopo la rivoluzione dirigenziale voluta dal presidente Agnelli. Max Allegri si sta godendo gli ultimi giorni di vacanza in Sardegna prima di tuffarsi, nuovamente, sui campi della Continassa. Seppur in vacanza - tra un bagno al mare e una partita di beach soccer - Allegri insieme ai suoi collaboratori studia la nuova Juventus sotto il punto di vista tattico. Punti inamovibili del suo 4-3-3 sono Chiesa e Kulusevski. Lo svedese è visto dal mister come un diamante grezzo, da far splendere di luce proprio sotto la sua guida. Ronaldo punta centrale con a destra del tridente Federico Chiesa, altro calciatore imprescindibile per Allegri.

                        Due i rinforzi chiesti a centrocampo: il primo Manuel Locatelli, sul quale è piombato forte l'Arsenal, l'altro un intermedio di centrocampo da affiancare ad uno tra Rabiot e Bentancur. Piace Lorenzo Pellegrini, in scadenza di contratto con la Roma nel 2022. Dal 1 al 31 luglio, una clausola permette di prendere la mezzala con 30 milioni pagabili in due rate annuali. Il club giallorosso spinge per il rinnovo, lui dà la priorità alla Roma ma nello stesso tempo il colpo di scena non va escluso. In difesa, Rugani dovrebbe restare in rosa, mentre le sirene della Premier chiamano Demiral, con il Leicester pronto ad offrire 30 milioni di euro per il difensore turco.


                        L'Arsenal irrompe per Locatelli

                        La Juventus è molto vicina a Manuel Locatelli, ma l'affare non è ancora chiuso. L'amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, ha parlato durante l'evento dell'apertura del calciomercato: "Per Locatelli 40 milioni non bastano. Abbiamo tante offerte". La Juventus ha il sì del ragazzo, contratto quadriennale da 3 milioni di euro a stagione, ma non quello del Sassuolo. Nelle ultime ore l'Arsenal ha presentato un'offerta ufficiale di 35 milioni di euro, più il 10% su una futura rivendita. La Juventus deve accelerare i tempi, se non vuole rischiare brutte sorprese: lo stesso Allegri sta vivendo la trattativa con una certa apprensione. Nei prossimi giorni andrà in scena un ulteriore incontro tra i bianconeri e il Sassuolo, per cercare l'accordo definitivo. Le due offerte presentate dal club bianconero - 30 milioni di euro più un calciatore della Primavera, oppure prestito oneroso con obbligo di riscatto fissato a 35 milioni di euro - sono state rifiutate dal Sassuolo. Nodo portieri: Szczesny resterà il titolare, mentre nel ruolo di vice ci sarà Mattia Perin. L'ex Genoa è stimato da Max Allegri e in mancanza di offerte dal mercato potrebbe restare in rosa e giocarsi durante la stagione le chance che il mister gli concederà.


                        Milan, il piano cessioni

                        Dopo il riscatto dal Chelsea di Tomori e l'acquisto del portiere Maignan, il Milan è alle prese non solo con il riscatto di Tonali - Cellino sta cercando di ottenere il massimo - ma anche con le cessioni. Castillejo potrebbe tornare in Spagna, mentre su Hauge c'è il Wolfsburg.

                        Napoli, Mario Rui vicino al Galatasaray. Per la porta opzionato Vaclik

                        Nome nuovo per la porta del Napoli: il club campano ha opzionato Tomas Vaclik, portiere del Siviglia e della Repubblica Ceca da oggi ufficialmente svincolato. Un'idea nata negli ultimi giorni da parte della dirigenza napoletana. Con Meret punto fisso, Spalletti stravede per il portiere italiano, e Ospina in uscita, il classe 1989 potrebbe svolgere il ruolo di dodicesimo. Mario Rui ad un passo dal Galatasaray: operazione vicina alla chiusura per 5 milioni di euro. Spalletti, come sostituto del portoghese, vuole Emerson Palmieri, ma i costi d'ingaggio sono alti. Proprio per questo motivo, Giuntoli sta studiando il laterale sinistro della Svezia Gabriel Gudmundsson, in forza al Groningen. Sul ragazzo c'è anche il Milan che lo vorebbe come vice Theo Hernández: costa 6 milioni di euro. Al Napoli sono arrivate offerte importanti per Ounas, ma Spalletti lo ritiene una valida alternativa sugli esterni e quindi difficilmente si muoverà in questa sessione di mercato estiva.


                        Cagliari, Simeone vicino all'addio. Preso Strootman

                        Il Cagliari è la squadra più attiva sul calciomercato. Molte le operazioni del club sardo, sia in entrata che in uscita. Kevin Strootman arriva dal Marsiglia, con la formula del prestito. Percorso inverso potrebbe fare l'attaccante argentino Simeone, molto vicino al club francese, anche se due club spagnoli hanno bussato alla porta dell'entoruage del Cholito negli ultimi giorni con proposte importanti. Capozucca e il presidente Giulini stanno cercando di accontentare mister Semplici con Fares. Il laterale sinistro è in uscita dalla Lazio, il Cagliari aveva offerto un prestito con diritto di riscatto fissato a 7 milioni di euro qualche settimana fa. Le due società, nelle prossime ore, avranno un ulteriore contatto per carcare di far decollare la trattativa, con la formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto in caso di permanenza in Serie A del Cagliari. Su Fares è sempre vivo l'interesse del Torino.

                        Nel 4-3-3 di Allegri il centrocampista azzurro avrebbe un ruolo di primo piano, ma i londinesi tentano il club emiliano. I blucerchiati pensano al francese, il…
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
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                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
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                          Mourinho a Roma, l’aereo pilotato da Friedkin, la quarantena, il mercato

                          Il nuovo allenatore mette subito in chiaro: «Adesso mi aspetto dei regali, c’è un processo e va accelerato». Xhaka è sempre l’obiettivo numero uno

                          Venerdì 2 luglio, ore 14.32: l’Air Special One atterra all’aeroporto di Ciampino. La vulgata giallorossa narra che alla guida ci sia il presidente Dan Friedkin. Dentro, atteso da tifosi che sono 250, 500 o 2.000 a seconda dell’entusiasmo della fonte, c’è José Mourinho. Ci sono tifosi anche al centro sportivo di Trigoria, dove il tecnico arriva alle 15.12, insieme allo staff, in tre auto scortate dalla polizia. Applausi in feedback: i tifosi applaudono Mou e Mou applaude i tifosi. HabeMous Papam.

                          Per i prossimi 5 giorni dovrà sottoporsi a una quarantena «light» perché arriva dal Portogallo ma recentemente ha fatto una puntata a Londra. Con tutto quello che sta succedendo con i tifosi per Inghilterra-Ucraina è giusto che non ci siano eccezioni nelle procedure sanitarie. Mou — che ha doppio vaccino e green pass — potrà fare meeting con staff e giocatori, ma distanziato e con mascherina. Dormirà a Trigoria e si sottoporrà a tamponi fino al via libera.


                          Tempi moderni: sono i social a dettare la cronaca. In mattinata è stato proprio José a postare un video di otto secondi pubblicato sui canali social della Roma: «Ciao tifosi della Roma, sto arrivando!». Mette un like anche Granit Xhaka. Più tardi arriva la prima intervista, sui canali del club: «Sono entusiasta sin dal primo giorno quando ho incontrato la proprietà e Tiago Pinto. Ho avuto subito delle sensazioni molto positive. Sono stato colpito dal fatto che Dan Friedkin e suo figlio Ryan parlassero in continuazione dei tifosi della Roma e non di loro. Non capita spesso con i proprietari di un club».

                          L’annuncio di Mou, il 4 maggio, prese tutti di sorpresa: «Il modo in cui la Roma ha gestito la situazione e ha tenuto segreta la notizia fino all’ultimo secondo è stato fantastico. Penso che in questo modo abbia avuto un impatto incredibile e sono orgoglioso di averne fatto parte: è stato un momento storico per il calcio moderno. E non lo dico perché riguarda me o la Roma, ma perché penso che la situazione e il modo in cui si sono svolte le cose rappresentino un momento iconico, impossibile nel calcio di oggi. Ma è successo. Ora ho una responsabilità ancora maggiore, perché non posso deludere delle persone così appassionate. Hanno fatto questo per me prima che io avessi fatto qualcosa per loro. Questo non può che darmi una motivazione ulteriore».

                          Non sarebbe Mou se facesse la figura «del pirla», come disse lui stesso quando fu presentato dall’Inter: «Conosco la realtà dei fatti. Abbiamo terminato la scorsa stagione a 29 punti dalla prima e a 16 punti dal quarto posto. Ma un club non si giudica dall’ultima stagione e io so molto bene cosa sia l’AS Roma. Se pensi che il progetto sia: domani arrivo e dopodomani vinciamo, beh, questo non è un progetto. La proprietà intende lasciare un’eredità, lavorando a un progetto sostenibile. Ho un contratto triennale, voglio accelerare il processo».

                          I tifosi sono impazziti per lui, meno per il mercato: «Negli ultimi venti anni i tifosi non hanno avuto molte occasioni per essere felici, ma la loro passione non è mai venuta meno. È facile essere un tifoso sfegatato di una squadra che vince, ma se sei un vero tifoso, devi dimostrarlo sempre. Voglio creare una squadra di cui i tifosi possano essere orgogliosi nei giorni in cui si vince, ma anche nei giorni in cui si perde. Adesso aspetterò che arrivino dei regali. Spero che la proprietà e Tiago Pinto mi facciano dei regali, perché ne sarei contento. Sarebbe uno stimolo in più per me. E mi darebbe un maggiore potenziale da sviluppare, con il quale iniziare il processo». Sì, Mourinho è tornato.

                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
                            Csar
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                            L'atterraggio di Mourinho e la follia del calcio a Roma. In nome di José, il papa re

                            di Carlo Bonini


                            Non ha avuto il Quirinale e non ha avuto un balcone, José. Più semplicemente un terrazzo. Ma, se questo è il buongiorno, c'è di che galoppare con le più selvagge delle fantasie

                            Va detto con il sorriso e senza prendere la cabala troppo sul serio (per altro specialità della casa), ma Roma e la sua Storia, quella con la S maiuscola, hanno già cominciato a giocare con José Mourinho, il suo destino e quello della As Roma. Perché a meno di non voler immaginare una coltissima regia dei texani Dan e Ryan Friedkin o dei loro consiglieri (che, con tutta la considerazione, appare improbabile), lo sbarco a Ciampino dello Special One da Setúbal cade in un 2 luglio che esattamente 150 anni fa, 1871, vide la città, dieci mesi dopo la breccia di Porta Pia, aprire le porte ad un altro Re che coronava il sogno del Risorgimento (absit iniuria verbis). Vittorio Emanuele II.

                            Quell'avventura monarchica, quasi settant'anni dopo, non finì gran che, ad onor del vero. E il sabaudo, a differenza del portoghese, era diretto al Quirinale, per prenderne possesso dopo che un fabbro ne ebbe manomesso l'ingresso, e non a Trigoria per consumare una rigidissima quarantena, lontano dagli occhi e dal cuore, neanche l'avesse disposta un virologo laziale.

                            E tuttavia, eccola qui Roma. Identica a sé stessa. Irrimediabilmente sfrenata nel suo sogno di grandezza lì da venire, pronta al trionfo prima di ogni gloria. Esattamente come quel 2 luglio di 150 anni fa quando - annotavano le cronache dell'epoca - nonostante fatta l'Italia fossero ancora da fare gli italiani, "Trenta minuti dopo mezzogiorno, Sua Maestà ha fatto ingresso a Roma e, in un festoso lancio di fiori, si è affacciato al balcone del Quirinale per ricevere il saluto dei suoi sudditi".

                            Non ha avuto il Quirinale e non ha avuto un balcone, José. Più semplicemente un terrazzo (grande più o meno come quello dei Parioli dove, dicono, abbia battezzato un attico che non sarebbe dispiaciuto neanche a Vittorio Emanuele II). Ma, se questo è il buongiorno, c'è di che galoppare con le più selvagge delle fantasie. Anche qualora le ricorrenze della Storia, i suoi gradi di separazione, le si volessero prendere da un'altra parte. Perché ieri a portare dal cielo José sulla rotta Lisbona-Roma è stato un Falcon alla cui cloche si è voluto mettere Dan Friedkin. Di cui, a queste latitudini, la cultura pop ricordava una sola altra apparizione aviatoria. Nel film Dunkirk, dove il presidente della As Roma (che della pellicola era il produttore) volteggiava ai comandi di un caccia "Spitfire" impegnato a coprire l'evacuazione attraverso la Manica di 400 mila soldati inglesi rimasti intrappolati nella sacca delle truppe tedesche. Era il maggio del 1940. Maggio. Come il mese dell'annuncio della firma del portoghese. E Dunkerque: una disfatta consegnata alla Storia come un trionfo.

                            Il portoghese è uomo navigato e assai sveglio. E non gli è sfuggita l'enormità di quest'estasi da accoglienza. Che ha fulminato con una considerazione che vale più di un esorcismo. "Non merito così tanto affetto, perché devo ancora vincere", ha detto contemplando l'abbraccio arrostito da un sole assassino di migliaia di tifosi che, a dispetto dell'anniversario regale e risorgimentale, lo hanno omaggiato di un ritratto da Papa Re.

                            Ecco, in quella separazione tra trionfo e vittoria, tra causa ed effetto, c'è non solo il problema di una squadra, lo scherno dell'altra metà calcistica di una città. Ci sono le chiavi di Roma. Della sua indomabile e, insieme, rassegnata e cinica resilienza. Al meglio e al peggio. C'è l'autosufficienza del sogno. La memoria corta. L'indulgenza all'autoassoluzione. E dunque la dimensione titanica della sfida cominciata ieri. Che non sarà solo sportiva.

                            L'all-in giocato dai Friedkin, e con loro da José, ha infatti una sola possibilità di riuscita. Non farsi divorare dall'estasi di un inizio d'estate, dalla folla di clientes che oggi si genuflettono per il bacio della pantofola sapendo che, nel caso, possono sempre arrivare le Idi di Marzo. O, se preferite, che "morto un Papa se ne fa un altro", come vuole il più antico e definitivo proverbio della città.

                            Per convenzione, si vuole che nei portoghesi vi sia la dote rara dell'equilibrio tra passione e raziocinio. Ma è anche vero che di portoghesi la città ne abbia appena digerito uno. Ne avrà dunque di lavoro José. Ma non pensi di cambiare Roma e i romani. Ci hanno provato in molti e non è finita benissimo. Ieri l'onda si è alzata. Per restare sulla cresta e non farsene travolgere ci vorrà fortuna, pazienza e non dimenticare mai che a Roma il calcio non solo è una cosa maledettamente seria (lo è anche altrove). È lo specchio di questa città. E, in fondo, anche l'autobiografia della sua gente.

                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Napoli, Spalletti in città: "Onoratissimo di essere qui"

                              Primo giorno in città per il nuovo tecnico degli azzurri, che in compagnia di De Laurentiis ha visitato il centro sportivo e fatto un primo punto sul mercato. Dal 15 ritiro a Dimaro, il 31 luglio amichevole con il Bayern

                              Primo vertice a Castel Volturno tra Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti, che da oggi diventa a tutti gli effetti il nuovo titolare della panchina del Napoli. Il tecnico toscano e il presidente sono arrivati intorno alle 13 al Training Center, reso ancora più funzionale e accogliente con il lavoro di restyling delle ultime settimane. "Ai tifosi diciamo forza Napoli e come dicono loro 'sarò con te'", le prime parole di Spalletti. "Sono felicissimo ed onoratissimo di essere il nuovo allenatore del Napoli, metterò tutto me stesso a disposizione per il bene del Napoli perché amo questa professione, ho amato le città dove ho lavorato e penso che la felicità sia diversa, dipende dal contesto e Napoli è un contesto stimolante sotto ogni punto di vista. Non vedo l'ora di conoscerla bene". E' stata l'occasione anche per riunire, per la prima volta al gran completo, lo staff medico, con i ritorni del vice allenatore Francesco Calzona e del preparatore atletico Francesco Sinatti (già in azzurro nel triennio della gestione Sarri) e del team manager Giuseppe Santoro, che invece aveva fatto parte dei quadri dirigenziali ai tempi di Mazzarri.

                              A fine luglio amichevole con il Bayern

                              Inizia il conto alla rovescia per il doppio ritiro estivo: dal 15 al 25 luglio a Dimaro (in Trentino) e dal 5 al 15 agosto in Abruzzo, a Castel di Sangro. Le due fasi della preparazione saranno intervallate da un gran galà: l'amichevole internazionale di lusso del 31 luglio all'Allianz Stadium di Monaco contro il Bayern (ore 16.30), valida per l'assegnazione della Audi Cup

                              Mercato, Mario Rui verso la Turchia

                              Ma da oggi nel Napoli si farà il punto della situazione soprattutto sul mercato. De Laurentiis ha detto che non ci sono più incedibili e il monte ingaggi (156 milioni) è stato già snellito con i mancati rinnovi di Hysaj, Maksimovic e Bakayoko. L'altro addio alle porte è quello del terzino portoghese Mario Rui, destinato al Galatasaray per 6 milioni. Spalletti vuole però capire soprattutto quale sarà il destino dei big: da Insigne e Koulibaly. Il club vuole fare cassa e stavolta prenderà in considerazione tutte le offerte che saranno ritenute congrue dal presidente. Non si può dunque escludere una rifondazione. Sul fronte arrivi è invece calda la pista che porta a Emerson Palmieri. Bloccato pure il portiere della Repubblica Ceka, Vaclik.

                              Primo giorno in città per il nuovo tecnico degli azzurri, che in compagnia di De Laurentiis ha visitato il centro sportivo e fatto un primo punto sul me…
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                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Accordo definitivo raggiunto.
                                Pau Lopez e Under passano dalla Roma al Marsiglia.
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