Pare (e sottolineo il pare) che sia stato trovato l'accordo col Sassuolo per Locatelli alla Juve: 30 + 5 di bonus + un calciatore da valutare 11 milioni. Dovrebbe essere ufficiale dopo gli europei.
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Nei giorni scorsi si parlava di Dragusin come contropartita
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioPare (e sottolineo il pare) che sia stato trovato l'accordo col Sassuolo per Locatelli alla Juve: 30 + 5 di bonus + un calciatore da valutare 11 milioni. Dovrebbe essere ufficiale dopo gli europei.
Quindi quasi 50 milioni per Locatelli??
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Gattuso-Mendes e le relazioni pericolose tra allenatori e procuratori I segnali forti di Commisso ed Elliott
La vicenda tra Rino e la Fiorentina potrebbe compattare i club contro il potere dei manager che diventano una sorta di direttori sportivi occulti in nome degli assistiti
Relazioni pericolose, o forse perverse: procuratore più allenatore uguale giocatori (di quel procuratore, ovviamente). Assumi un tecnico e lui ti chiede di andare a prendere una serie di calciatori i quali, guarda un po’, sono assistiti dal suo stesso agente. Dove finisce la convenienza sportiva e comincia l’interesse privato? Domanda senza risposta, specchio di un fenomeno inquietante e in continua espansione. All’estero, in tanti club, questa pratica si è affermata da tempo. Jorge Mendes, il grande rivale di Raiola, influenza il mercato di molte società non solo nel suo Portogallo; il caso più evidente è quello del Wolverhampton, all’interno del quale l’agente di Ronaldo fa ciò che vuole, comportandosi come se ne fosse il padrone. E adesso, come ogni cattiva abitudine che si rispetti, anche l’Italia ha importato questo costume.
A smascherare definitivamente la commistione procuratori-allenatori è stata la clamorosa rottura tra la Fiorentina e Gattuso. Assistito — chi lo avrebbe detto? — da Mendes. Il tecnico voleva, a ogni costo e subito, che il club viola acquistasse Sergio Oliveira, 29 anni, centrocampista del Porto. La richiesta della società lusitana era ritenuta eccessiva, ma le pressioni di Rino sono diventate sempre più forti. Fino alla lite e alla rescissione del contratto, appena 22 giorni dopo la firma. Sergio Oliveira, naturalmente, è un cliente della Gestifute, l’agenzia di re Mendes.
La cronaca di questi giorni ci racconta di altre situazioni simili. Ramadani ha portato Sarri alla Lazio e ora il club biancoceleste tratta una serie di giocatori dello stesso procuratore: l’ex interista Jovetic, ad esempio, svincolato dal Monaco, oppure il serbo Kostic, ala dell’Eintracht Francoforte. Casualmente, la Lazio ha bisogno dei calciatori di Ramadani.
Altrettanto casualmente a Mourinho, per la sua Roma, piace un portiere del suo agente Mendes, Rui Patricio, che gioca nel Wolverhampton, ha 33 anni e costa una decina di milioni (sabato ha preso 4 gol dalla Germania).
Sono procuratori, diventano una sorta di direttori sportivi occulti. Con un cavallo di ***** all’interno del club: l’allenatore. Tutti sanno, ma tutti osservano in silenzio. Finora, almeno, è stato così. Chissà se adesso la situazione cambierà. È ipotizzabile un regolamento che impedisca agli agenti dei calciatori di assistere anche gli allenatori, e viceversa? Una separazione delle carriere, insomma.
Di sicuro l’eclatante gesto di Commisso è servito a compattare il fronte dei dirigenti: molti hanno chiamato la Fiorentina per complimentarsi, quasi si volessero ribellare tutti assieme allo strapotere di certi agenti. Un segnale in questo senso lo aveva già lanciato il Milan, affrontando con una decisione quasi rivoluzionaria la vicenda Donnarumma: Raiola chiede un ingaggio e una commissione esagerati, noi non cediamo e lasciamo che Gigio se ne vada anche se è tra i migliori portieri del mondo. La vicenda è differente rispetto a quella che ha coinvolto Gattuso a Firenze, ma il messaggio è simile. I procuratori sono spesso professionisti seri però alcuni di loro se ne approfittano. Elliott e Commisso, proprietari americani (un caso?), lanciano il segnale: fermiamoli, così non si può andare avanti.
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Zeman verso il ritorno al Foggia, si prepara la quarta Zemanlandia
Una foto sui social del club, che lo ritrae tra presidente e vicepresidente, fa sembrare l’intesa vicina (ma la firma ancora non c’è). Il tecnico boemo, 74enne, tornerebbe in panchina a tre anni dall’ultima esperienza con il Pescara
Certi amori non finiscono mai. Con tanto di hashtag sul profilo ufficiale del Calcio Foggia come didascalia di una foto che ritrae Zdenek Zeman tra il presidente Nicola Canonico e la vice presidente Maria Assunta Pintus. Il ritorno del tecnico boemo, a 74 anni, sulla panchina che lo lanciò alla ribalta nazionale è a un passo: vanno definiti gli ultimi dettagli — contratto di un anno, come suo solito — tra cui anche l’accordo della società rossonera con il direttore sportivo Peppino Pavone — che con Zeman fu l’artefice della prima Zemanlandia insieme al patron Pasquale Casillo, morto a settembre 2020 — che deve liberarsi da un anno di contratto con la Juve Stabia.
Zeman, che ha 74 anni, tornerebbe in panchina dopo una pausa di 3 anni (ultima esperienza a Pescara). Il boemo ha già allenato altre tre volte in carriera il Foggia che adesso milita in serie C. Una prima volta, con esonero (aveva nel frattempo trovato un’intesa con il Parma) proprio in C nel 1986-87; poi con i 5 anni di successi (2 in B e 3 in A) non solo per i risultati ma anche per il bel gioco, tra il 1989 e il 1994; infine nel 2010, ancora in C, quando a Foggia lanciò l’attuale bomber della Nazionale Lorenzo Insigne.
I tre anni di serie A fanno parte della storia del calcio italiano alla voce «4-3-3»: con i tagli di Barone e Shalimov a cercare il tridente delle meraviglie Rambaudi-Baiano-Signori, i gol dei terzini Petrescu e Codispoti (addirittura entrambi a segno in una vittoria con la Fiorentina) e anche le goleade e le rimonte subite (indimenticabili i 7 gol della Lazio, gli 8 del Milan e la rimonta dell’Atalanta capace di passare dall’1-4 al 4-4 con tripletta di Cornacchia). Robe da Zeman, insomma, quello dell’«importante è fare un gol in più dell’avversario».
Tornando all’attualità, nel post sui social della società rossonera è evidenziato in grassetto «ci vediamo a Foggia», che per i più dubbiosi potrebbe riferirsi anche alla partita del prossimo 25 giugno tra le leggende della squadra pugliese per festeggiare, con un anno di ritardo (causa Covid), il centenario del club rossonero. Per il resto del mondo pallonaro, invece, la quarta Zemanlandia è già iniziata, a sancire il ritorno su una panchina del boemo a 74 anni, quasi un record (Alex Ferguson e Nils Liedholm, due tra gli allenatori più longevi per attività, lasciarono, rispettivamente, a 72 e 75 anni). Se Zeman metterà la sua ottava firma sulla carta intestata Foggia, superererà anche il «Barone». Per concludere la «serie» Zemanlandia — dopo le tappe di Lazio, Roma e Pescara — laddove era cominciata.
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Lo stile Juve di Giampiero Boniperti non era solo buone maniere
di Roberto Perrone
Non è casuale che Giampiero Boniperti, il geometra di Barengo, lo storico presidente della Juventus più forte di sempre, quella che diede il suo blocco alla migliore Nazionale di sempre (1978-1982) se ne sia andato proprio ora. Avrebbe compiuto 93 anni il 4 luglio. Non è casuale che la notizia arrivi a ridosso del caso Gattuso, qualche settimana dopo l'esplodere della vicenda Donnarumma. Storie impossibili da accettare per uno come lui, che ha vissuto un altro calcio. Non migliore, diverso.
Ai tempi di Boniperti non si contrattava, non si discuteva, non c'erano procuratori invadenti. E quando spuntavano i primi, come accadde con Alex Del Piero, lui li scavalcava. Il futuro "Pinturicchio" lo portò nella stanza dei trofei, intortandolo di chiacchiere, che per lui non lo erano, sia chiaro, sulla grandeur bianconera e fece come sempre. "Starai bene, la cifra sul contratto la metto io, tu devi solo firmare". Scordatevi Raiola, Mendes e le loro corti. Era un calcio in cui Boniperti saliva ogni estate al ritiro della Juventus di Villar Perosa, la capitale del reame Agnelli in val Chisone, e chiamava i giocatori a uno a uno nella sua camera. Lì trovavano contratto e Bic. Quando Rossi, Tardelli e Gentile, forti del Mundial '82, tentarono la rivolta, il perfido Geometra si inventò una premiazione-trappola a margine di una classica amichevole estiva a Casale, a cui i reprobi non dovevano partecipare, per esporli al pubblico ludibrio. Una sorta di tribunale social con quarant'anni d'anticipo.
Se n'è andato dal calcio prima di vedere il suo sistema crollare e assistere al sorgere di quello attuale. Nessuno dei due perfetto/giusto, ci mancherebbe. Boniperti aveva la stoffa del leader già nel cognome che, per un vocale ripetuta due volte (di qui "a" di là "i") non diventa Bonaparte. Un condottiero, con tanto di motto buono per il campo di calcio e per quello di battaglia: vincere non è importante, è l'unica cosa che conta. Noi agée, lo ricordano soprattutto come plenipotenziario a cui la Famiglia aveva affidato la Juventus chiavi in mano, come un'utilitaria Fiat. La trasformò in una Ferrari: scudetti, Coppe Italia, Coppa Uefa, Coppa delle Coppe, Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale.
Quelli un po' più su con l'età, hanno memoria anche della sua carriera da giocatore, altrettanto prolifica, con cinque scudetti e due Coppe Italia tra il 1950 e il 1961, nel mitico trio d'attacco con John Charles e Omar Sivori. I tre, così lontani per caratteristiche tecniche e umanità, si completavano a vicenda, proprio come l'Avvocato e il Geometra fuori dal campo. Agnelli amava Sivori, ma affidò il club a Boniperti. Uno era sogno, tocco a effetto, amore per la foca non ammaestrata; l'altro pragmatismo, solidità, predilezione per la certezza. Uno era Platini, l'altro Brady. L'Avvocato inseguiva Maradona, il Geometra lo sgambettava.
A metà degli anni Ottanta il padrone chiamò Boniperti: "Perché non abbiamo preso Vialli?". "Perché costava troppo". Papale. Anche se non erano soldi suoi, Boniperti sapeva far di conto, da dipendente sabaudo vecchio stampo. Con l'imbarbarimento del mercato, finì la sua stagione. Fece il parlamentare europeo per il "nemico" Berlusconi, continuò a vedere le partite a metà. Boniperti è stato il simbolo dello stile Juve che molti zatteranti confondono con l'orologio sopra il polsino, il completo Principe di Galles, le buone maniere. Cioè moda e distintivo. Boniperti vestiva bene, ma gli ho sentito dire le (peggio) parolacce. Lo stile Juve che il Geometra impersonava era/è il cannibalismo, il feroce senso di appartenenza, il giro nella stanza dei trofei. Era/è vincere. Può non piacere, ma questo è. E Boniperti l'ha marchiato a fuoco.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioLa Juve e' la favorita dai. Ora fa Locatelli a 45-50 e sicuramente ne fara' altri 2 o 3.
Certo che la.juve rimane la.favorita...
Però boh...
50 milioni per Locatelli....
Ma farà il titolare o la panca?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Sulla carta il titolare....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioSulla carta il titolare.
Tu che ne pensi?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Se poi mi dici che prendete pogba e locatelli
allora ok...
Ma affidare il centrocampo a Locatelli...
Mah
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioSe poi mi dici che prendete pogba e locatelli
allora ok...
Ma affidare il centrocampo a Locatelli...
MahI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioCerto che la.juve rimane la.favorita...
Però boh...
50 milioni per Locatelli....
Ma farà il titolare o la panca?
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