Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • sylvester
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    • Dec 2004
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    Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
    Cmq quest'anno Andre Silva ha fatto 28 goals in 32 partite.

    Boh...
    Continuo a non rimpiangerlo.









    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

    (L. Pirandello)

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    • Nasser95
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      • May 2013
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      Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
      Cmq quest'anno Andre Silva ha fatto 28 goals in 32 partite.
      solo il milan riesce a fare diventare giocatori normali, dei bidoni, incredibile.
      (ride)

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      • robybaggio10
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        • Dec 2011
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        • Franciacorta
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        E' destino ragazzi...il Milan non vuole piu' il mio tifo.
        Su 9...ce ne fosse uno bianco...
        I SUOI goals:
        -Serie A: 189
        -Serie B: 6
        -Super League: 5
        -Coppa Italia: 13
        -Chinese FA Cup: 1
        -Coppa UEFA: 5
        -Champions League: 13
        -Nazionale Under 21: 19
        -Nazionale: 19
        TOTALE: 270

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        • Nasser95
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          • May 2013
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          Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
          E' destino ragazzi...il Milan non vuole piu' il mio tifo.
          Su 9...ce ne fosse uno bianco...
          roby, credi a tuttosport? non ti credevo così credulone.
          (ride)

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          • marcu9
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            • May 2009
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            • Sicilia
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            Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
            Cmq quest'anno Andre Silva ha fatto 28 goals in 32 partite.

            Tornasse in Italia sarebbe sempre mediocre.
            Originariamente Scritto da Sean
            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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            • robybaggio10
              Bodyweb Senior
              • Dec 2011
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              • Franciacorta
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              Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
              Tornasse in Italia sarebbe sempre mediocre.
              Non saprei. Era giovane. C'e' chi matura prima e c'e' chi matura dopo.
              Una cosa e' sicura: il massimo che puo' dare Andre Silva non si sa...quello che puo' dare Rebic lo sappiamo benissimo.
              I SUOI goals:
              -Serie A: 189
              -Serie B: 6
              -Super League: 5
              -Coppa Italia: 13
              -Chinese FA Cup: 1
              -Coppa UEFA: 5
              -Champions League: 13
              -Nazionale Under 21: 19
              -Nazionale: 19
              TOTALE: 270

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              • Nasser95
                Bodyweb Advanced
                • May 2013
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                no roby, gli dareste la 9, e farebbe cagare nuovamente, ma in quel caso, sicuramente non piangeresti, perchè, è un bidone, ma bianco, e non colorato
                (ride)

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                • robybaggio10
                  Bodyweb Senior
                  • Dec 2011
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                  Originariamente Scritto da Nasser95 Visualizza Messaggio
                  no roby, gli dareste la 9, e farebbe cagare nuovamente, ma in quel caso, sicuramente non piangeresti, perchè, è un bidone, ma bianco, e non colorato
                  Insulto pure i bianchi se se lo meritano.
                  I SUOI goals:
                  -Serie A: 189
                  -Serie B: 6
                  -Super League: 5
                  -Coppa Italia: 13
                  -Chinese FA Cup: 1
                  -Coppa UEFA: 5
                  -Champions League: 13
                  -Nazionale Under 21: 19
                  -Nazionale: 19
                  TOTALE: 270

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                  • Sean
                    Csar
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                    • In piedi tra le rovine
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                    Ancelotti, Allegri, Mourinho, Inzaghi: i club scelgono allenatori sicuri (e l’Inter è la più conservativa)

                    La pandemia ha portato il calcio in un territorio sconosciuto, tante partite senza preparazione e molti infortuni. È finito il tempo della sperimentazione, servono allenatori in grado di far crescere giocatori intelligenti

                    di Mario Sconcerti

                    Fino a questo momento tutte le grandi società europee hanno scelto tecnici sicuri, non di affermazione recente. Molti sono grandi ritorni come Ancelotti e Allegri, gli stessi Sarri e Spalletti, o come Mourinho in Italia. È come se il calcio si fosse fermato, se fosse scesa al minimo la voglia di sperimentare. È quasi scomparso l’allenatore giochista, ogni squadra si è messa dietro le spalle di tecnici sicuri, conosciuti nelle sfumature di gioco, nel carattere, nel modo di rapportarsi ai giocatori. La sperimentazione è già stata fatta.

                    L’anno e mezzo di pandemia ha portato il calcio in un territorio sconosciuto: nessuna preparazione estiva, dodici mesi pieni di stagione, 50 partite di campionato consecutive più le varie coppe senza avere idee delle conseguenze sul fisico. Ci sono stati tra i 60 e i 70 infortuni a squadra, quasi millecinquecento. Non ci sono più soldi, la fantasia può aspettare. È tutto questo ad aver riportato il bisogno di un usato sicuro. Non tutto però va messo sul conto del virus.


                    La concentrazione di ricchezza in Inghilterra sta trasformando la Premier in un laboratorio avanzato di calcio. Hanno messo insieme i migliori tecnici e possono scegliersi i migliori giocatori. Non hanno nemmeno i problemi economici che stanno mettendo in discussione il modo di vincere di Real e Barcellona, sei Champions in dieci anni, ma fondate su un mare di debiti. Questo dimagrimento spagnolo, aggiunto alla crescita inglese, ha cambiato il concetto di qualità nel calcio. La selezione è evidente, i giocatori molto tecnici rinunciano a saltare l’uomo, prendono lo stesso spazio con l’anticipo, il movimento, un pensiero di tempo diverso. Sta vincendo il concetto studiato del calcio, non più istinto, ma l’esasperazione di quello che si è e si può imparare a essere: rapidi, fisici, atleti che in grande fretta pensano.


                    La prima dote del calciatore degli anni Venti è l’intelligenza, che è allenabile, specialmente alla loro età. Per questo servono adesso allenatori esperti, perché sono gli unici ad aver lavorato molto su un metodo, ad avere almeno chiarezza, dei loro risultati. Ci sono però sfumature che diversificano ogni scelta.

                    Quella più conservativa l’ha fatta l’Inter. Inzaghi è tra i miglior tecnici europei in quel tipo di gioco. È il conservatore dei conservatori. Ma questo lo porta a diventare quasi avanguardia. Nella conservazione, è uno sperimentatore. In questo momento serviva questo. La Juve non ha dato invece la squadra ad Allegri, gli ha messo in mano l’intero settore tecnico, cioè il giudizio su ciò che è utile e ciò che si è fatto inutile. Questa è una scelta che parte dalla conservazione ma presuppone un cambio finale: gli scontri tra Allegri e Paratici, cioè tra chi allenava e chi comprava, sono nati per la diversità dei mestieri. Oggi sono entrambi nelle mani della stessa persona, Allegri vince o perde due volte. Manca un nemico, un colpevole preventivo. È un fatto molto stressante.

                    Lo stesso Sarri ha un sapore diverso, alla Juve c’è stato una specie di lavoro irrisolto che ha macchiato il senso di perfezione del suo gioco. Spalletti infine è oltre il tempo, due anni fermo nel calcio del virus ne valgono quattro normali. Troverà un calcio molto cambiato. In conclusione, gli uomini tornano gli stessi, ma sono le situazioni ad essere cambiate per loro. Sarà interessante capire i risultati della crisi sul mercato, come comprare chi. Gli scambi di cui leggo oggi con lunghi giri internazionali mi sembrano riscaldamenti muscolari di utopie. Vendere insieme tre grandi giocatori significa avere tempi lunghi quanto una due diligence, decine di milioni in lavori legali. Però il tempo è diverso, perché no? Non credo diminuiranno gli ingaggi. Se aumentano gli scambi e i costi zero, l’unica differenza la farà l’ingaggio. Sta tornando invece l’inevitabilità di vendere a un certo prezzo. Se ti danno 70 milioni, qualunque giocatore, non solo Hakimi, va venduto.


                    CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Sean
                      Csar
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                      Calciomercato, le news di oggi 2 giugno: Conte e Paratici al Tottenham

                      L’allenatore dell’ultimo scudetto nerazzurro sarebbe ai dettagli finali. Il presidente degli Spurs vorrebbe anche l’ex direttore generale della Juventus

                      La strana coppia che insieme ha già conquistato tre scudetti e due Supercoppe Italiane si potrebbe riformare presto a Londra. Antonio Conte e Fabio Paratici, i due esodati illustri del campionato italiano, dopo aver sfiorato la ricomposizione la scorsa estate a Torino (progetto naufragato solo per il niet di Andrea Agnelli), stanno per riunirsi sul Tamigi. L’ex tecnico dell’Inter, dopo aver girato le spalle al progetto di ridimensionamento di Zhang e aver incassato la buonuscita di 7 milioni dai nerazzurri, sta trattando — attraverso il fratello-agente Daniele — il passaggio al Tottenham. Il club londinese, dopo aver esonerato Mourinho e gestito l’interregno di Mason, ha chiuso la stagione al settimo posto e con la qualificazione alla Conference League. Il presidente Levy ha ambizioni di rinascita e punta sul tecnico che ha già vinto la Premier con il Chelsea nel 2017. I contatti fra i londinesi e l’ex ct, innamorato del calcio inglese, sono ben avviati e solo una distanza di tre milioni fra richiesta e proposta di ingaggio rallenta il matrimonio. L’ex interista, rimasto impressionato dallo stadio di proprietà e dal centro sportivo all’avanguardia, accetta di tornare a lavorare in una piazza che ai nastri di partenza non è in pole per lo scudetto ma che gli garantisce la possibilità di lavorare senza l’assillo a tutti i costi del successo.

                      Con Conte si trasferirebbe in Inghilterra anche Fabio Paratici, reduce dal clamoroso addio alla Juventus dopo undici anni. L’ex manager bianconero, lusingato dalla proposta, darà una risposta definitiva la settimana prossima: la responsabilità di gestione dell’area tecnica e il desiderio di rivalsa sul club che lo ha messo alla porta senza tanti complimenti lasciano presagire che accetterà la proposta.

                      Carlo Ancelotti, ironico e scanzonato, si è presentato a Madrid. «Quando mi hanno chiamato ho avuto zero dubbi, qui sono a casa. Il ritorno di Cristiano? Non mi piace parlare di giocatori di altre squadre, anche se si tratta di Ronaldo per cui ho grande affetto. Abbiamo una rosa ampia che va sfoltita». La curiosità dei giornalisti è tutta sul possibile arrivo di Mbappè. «I giocatori di qualità ti danno più possibilità di vincere. È importante avere una squadra che abbia equilibrio, qualità, capacità di sacrificio e di giocare insieme».

                      I grandi club scaldano i motori: oggi Simone Inzaghi sarà a Milano per visitare la sede e il centro Suning di Appiano, mentre Massimiliano Allegri tornerà per la prima volta alla Continassa per incontrare Cherubini e Nedved. Sarà l’occasione per un primo vertice di mercato: verrà rinnovato il contratto a Dybala?

                      Vincenzo Italiano, sondato da Sassuolo e Samp, si toglie dal mercato e rinnova il contratto con lo Spezia fino al 2023.

                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Conte al Tottenham, Paratici lo chiama. Lotito a cena con Sarri

                        L’occasione giusta. Per ripartire subito, per dimenticare, per mettere davanti ai propri occhi una nuova sfida, un nuovo obiettivo. Ma anche per riabbracciare un vecchio amico. Per Antonio Conte il Tottenham è diventato più di una tentazione. Ci sono stati contatti, ci sono stati discorsi e valutazioni. Soprattutto, c’è l’idea di scegliere Londra — come cinque anni fa, quando sposò il Chelsea — per tornare a lavorare con Fabio Paratici, l’ex direttore sportivo della Juve (anche della sua Juve) che col presidente Daniel Levy è già in parola, pronto a diventare l’uomo mercato (e probabilmente qualcosa di più) dell’ambiziosa squadra del nord est della City.

                        La prima telefonata, stretto l’accordo col Tottenham, Paratici l’ha fatta proprio a Conte. Un invito a far rinascere insieme una squadra che non vince nulla addirittura dal 2008, ma che giusto due anni fa era arrivata a giocarsi la finale di Champions League contro il Liverpool (perdendola) e che dallo stesso anno ha inaugurato uno degli stadi più moderni e costosi — un progetto da un miliardo di sterline — del panorama calcistico internazionale. Testimonianza di quanto il club creda nella possibilità di farne uno dei poli del calcio europeo. Ma alle prese col dubbio Harry Kane, il suo giocatore più importante arrivato però a comunicare alla società la sua intenzione di lasciare i bianchi di Londra. Su di lui si è mosso con decisione il City, che vuol regalarlo a Guardiola, dopo l’addio di Agüero, passato al Barcellona. Quasi scontato che il Tottenham guidato da Conte proverebbe a sostituire il centravanti con Lukaku, il centravanti preferito al mondo dal tecnico e con cui è legato da un rapporto incredibile. La situazione dell’Inter, tra l’altro, favorirebbe l’operazione, nonostante le resistenze di Simone Inzaghi. A proposito: la Lazio continua a parlare con Sarri per sostituirlo, stasera a cena l’incontro con Lotito. Che vuole un tecnico che abbia vinto e segue pure Pirlo, Villas-Boas, Sergio Conceiçao (ma il Porto gli ha offerto un biennale a 5 milioni netti l’anno) e Vitor Pereira (ex Olympiacos).

                        Conte in queste ore sta vivendo l’attesa in Salento, casa sua, insieme a pochi fidatissimi amici. “It’s a nice day”, ha scritto come didascalia della foto postata poche ore fa. «Sarebbe ancor più bello se venissi al Tottenham» uno dei messaggi di speranzosi tifosi del club inglese, mescolati a quelli di interisti ancora sotto shock per il suo addio.

                        Fino a ieri, Mauricio Pochettino stava facendo di tutto per tornare su quella panchina che aveva occupato dal 2014 al 2019. A lui, in effetti, lo spogliatoio del Paris Saint Germain inizia a togliere la serenità: flagellato da guerre intestine e dai clan in cui è da sempre spaccato, è diventato un posto in cui il tecnico argentino non è più felice di stare. Per questo ha provato a candidarsi al ritorno nella sua comfort zone. In ogni caso, sarebbe disposto anche a restar fermo, pur di lasciare Parigi e le sue ansie. Ma per accontentarlo serve che il ds Leonardo aderisca all’idea di divorzio.

                        Anche il Barcellona ha valutato a lungo di cambiare, ma la crisi economica suggerisce di tenere Koeman, a cui il presidente Laporta chiederà di spalmare su tre anni i suoi due di contratto residui, in modo da alleggerire il costo annuale. Resta però sempre valida l’idea che, dopo gli Europei, possa tornare Luis Enrique, l’allenatore dell’ultima Champions nel 2015.

                        Repubblica
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                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Lukaku: «Resto all’Inter, qui sto bene: ho già parlato con Inzaghi»

                          Il centravanti intervistato dalla tv belga Vtm: «La sfida è vincere ancora»

                          «Sì, resterò all’Inter». Romelu Lukaku in un colpo solo spazza via tutti i timori e annuncia la sua permanenza in nerazzurro. Lui, uomo immagine del 19esimo scudetto, capace di segnare 30 gol in una stagione che lo ha incoronato miglior giocatore della serie A. E emblema dell’orgoglio interista, tirato a lucido nello scontro con Ibrahimovic nel derby di Coppa Italia. Ecco, nonostante l’addio di Antonio Conte, suo mentore e amico, Lukaku resta all’Inter.

                          Il ritiro

                          L’annuncio è arrivato direttamente dal ritiro della Nazionale belga, con cui Romelu sarà protagonista all’Europeo: «Resterò all’Inter. Ho già parlato con il nuovo allenatore (Simone Inzaghi, ndr). Forse non dovrei ancora dirlo, ma è stata una conversazione molto positiva». Il tecnico gli ha confermato un ruolo (quello del 28enne attaccante) centrale nel progetto in formazione, Lukaku è stato ben felice di ascoltarlo. Sta bene a Milano, ma la chiacchierata con Inzaghi gli ha dato le garanzie che servivano.


                          La voglia

                          E ora è già carico: «La sfida è vincere ancora — le sue parole alla tv belga Vtm —. Misento bene all’Inter. Alla fine ho conquistato lo scudetto, mi è piaciuto e voglio farlo di nuovo. Magari stavolta con un San Siro tutto esaurito». Spazzata via quindi anche la corte di Tuchel e del Chelsea campione d’Europa. In società il momento non è dei è più semplici, anzi: Conte è andato via, Lukaku no. Ed ha già fame di nuove vittorie.

                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
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                            Mercato Lazio, ora Andrea Pirlo è più di un'idea

                            Con una delle sue mosse a sorpresa il patron biancoceleste Claudio Lotito potrebbe ingaggiare Andrea Pirlo come futuro tecnico della Lazio. Sarri sì, Sarri no: il tormentone sul possibile arrivo alla Lazio del tecnico toscano inizia a far perdere la pazienza ai tifosi e ai diretti protagonisti della trattativa. Alla base delle difficoltà nel chiudere l'accordo non ci sarebbero differenze dal punto di vista dell'offerta economica di Lotito, quanto delle garanzie tecniche che l'ex allenatore della Juve avrebbe chiesto. Sembra che il club biancoceleste non possa promettere a Sarri la permanenza di tutti i big, ma nemmeno di acquistare i pochi profili richiesti (da Hysaj a Ilicic, tanto per citarne due).

                            Ecco che allora, come riferito da Lazionews.eu e da altre voci dell'etere romano, si starebbe affacciando con prepotenza la pista che porta ad Andrea Pirlo.

                            Il motivo è presto svelato: il 3-5-2 adottato dal tecnico bresciano nelle ultime felici uscite della sua Juventus rappresenterebbe quella continuità tecnica di cui la Lazio ha bisogno.

                            Tutto sommato poi, per lo meno partendo dall'idea iniziale del suo "calcio liquido", la filosofia di Pirlo è molto simile a quella del partente Simone Inzaghi: lo stipendio annuo dell'ex Juve, infine, potrebbe essere onorato senza problemi dalle casse del club capitolino.

                            Pirlo possibile tecnico della Lazio, dunque: nei prossimi giorni si attendono sviluppi.

                            Sportal.it
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                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Pesca
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                              Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                              In Europa però sono 10 anni che fa solo figure di merda
                              il tottenham ha vinto il campionato due volte nella sua storia, l'ultima negli anni 60. secondo me non gliene importa tanto delle figure fatte finora in europa. di investimenti se ne può permettere, come gran parte delle squadre di premier. conte non sarebbe un'idea campata in aria.

                              Originariamente Scritto da Sergio
                              Sei un coglione.



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                                Il Tottenham è perfetto per Conte. E' tra le grandi perdenti d'Inghilterra, per cui lui è nelle condizioni migliori: se vince va in gloria, se perde ricorderà da dove vengono e gli step che servono per colmare il "gap". Insomma, un palcoscenico adattissimo al suo copione.
                                Last edited by Sean; 03-06-2021, 09:47:34.
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