Ancelotti al Real Madrid si taglia l’ingaggio e sogna Mbappé. Anche il Barcellona vuole l’ex: Luis Enrique
Dalla Superlega all’usato sicuro: anche i Blancos si affidano a un ex come la Juventus. E il Barça pensa di richiamare Luis Enrique
Chissà se è solo una coincidenza: dopo la Juventus con Allegri, anche il Real Madrid richiama un vecchio generale pluridecorato come Carlo Ancelotti. E il Barcellona, sempre dubbioso su Koeman, sogna il ritorno di Luis Enrique, ora c.t. della Spagna, ovvero l’uomo dell’ultimo Triplete.
Il piccolo ma potente esercito della Superlega, dai grandi fatturati e dai debiti altrettanto spettacolari, sembra avere bisogno di certezze, per tornare a vincere la Champions e rimpinguare le casse.
Se nel caso della Juve si è parlato di restaurazione per il ritorno di Allegri, dopo la rivoluzione mancata con Sarri e Pirlo, nel caso di Ancelotti il discorso è diverso: la mossa a sorpresa di Florentino Perez arriva infatti il giorno dopo la lettera amara di Zinedine Zidane al popolo madridista. La leggenda che ha alzato tre Champions di fila (più una da calciatore) se ne è andato per sua volontà a causa della ingratitudine che percepiva attorno a sé. Per rimpiazzare un re come Zizou, chi c’era meglio dell’allenatore che gli ha insegnato il mestiere vincendo la Decima nel 2014?
Ancelotti era stato esonerato dopo una stagione senza vittorie, eliminato proprio da Allegri in semifinale di Champions, ma si era lasciato decisamente meglio con Perez di quanto abbia fatto il suo ex vice. E ha accolto con grande entusiasmo la chiamata: la carriera di Carletto, dopo gli esoneri al Bayern e al Napoli era ripartita da Liverpool, ma dalla sponda meno nobile, quella dell’Everton. A lungo in corsa per un posto in Europa, i Toffes hanno chiuso decimi, a tre punti dalla qualificazione alla Conference Cup, lasciando un po’ di amarezza nell’ambiente. «Ringrazio tutti — ha scritto Ancelotti nel suo saluto a club — : me ne vado per una nuova sfida con un a squadra che è sempre rimasto nel mio cuore. Di fronte a una opportunità insperata è la scelta più corretta per me e la mia famiglia».
Per tornare al Real, con un contratto fino al 2024, Ancelotti darà una spuntata di un paio di milioni al mega ingaggio che percepiva nel Merseyside: da 13 a 11 netti a stagione è un sacrificio che si può ben fare per rientrare nel grande giro degli allenatori dalla panchina principale e per non far rimpiangere Zizou, che comunque è stato semifinalista in Champions e in lotta per la Liga fino all’ultimo minuto.
Il ritorno dell’uomo della Decima potrebbe portare subito un’aria nuova, che poi sarebbe quella vecchia nel segno della continuità con Zidane: l’ideale per convincere così anche il capitano di mille battaglie Sergio Ramos a restare. In fin dei conti anche Chiellini rimarrà un altro anno con l’arrivo di Allegri a Torino. Molto più difficile che Ronaldo possa tornare da uno dei suoi padri calcistici, dato che ha lasciato la Spagna per ragioni fiscali e rimettere piede nella Liga gli potrebbe convenire poco.
Di sicuro c’è già un acquisto molto significativo: anche Antonio Pintus, preparatore atletico dell’Inter di Conte torna al Real, dove ha lavorato con Zidane. Non è un innesto banale, non solo perché Pintus è probabilmente il migliore al mondo nel suo lavoro, ma anche perché tra i pretesti utilizzati da Florentino Perez per allontanare Ancelotti I da Madrid, ci fu proprio quello del lassismo negli allenamenti (il preparatore all’epoca era Giovanni Mauri, storico collaboratore di Carletto). Oltre a Pintus, Perez vuole anche Luis Campos, al Real nel 2012 come osservatore di Mourinho e adesso mago dei direttori sportivi. In Francia ha tolto lo scudetto al Psg con il Lille quest’anno e nel 2017 con il Monaco del baby fenomeno Mbappé: il francese è il primo grande obiettivo del Real.
CorSera
Dalla Superlega all’usato sicuro: anche i Blancos si affidano a un ex come la Juventus. E il Barça pensa di richiamare Luis Enrique
Chissà se è solo una coincidenza: dopo la Juventus con Allegri, anche il Real Madrid richiama un vecchio generale pluridecorato come Carlo Ancelotti. E il Barcellona, sempre dubbioso su Koeman, sogna il ritorno di Luis Enrique, ora c.t. della Spagna, ovvero l’uomo dell’ultimo Triplete.
Il piccolo ma potente esercito della Superlega, dai grandi fatturati e dai debiti altrettanto spettacolari, sembra avere bisogno di certezze, per tornare a vincere la Champions e rimpinguare le casse.
Se nel caso della Juve si è parlato di restaurazione per il ritorno di Allegri, dopo la rivoluzione mancata con Sarri e Pirlo, nel caso di Ancelotti il discorso è diverso: la mossa a sorpresa di Florentino Perez arriva infatti il giorno dopo la lettera amara di Zinedine Zidane al popolo madridista. La leggenda che ha alzato tre Champions di fila (più una da calciatore) se ne è andato per sua volontà a causa della ingratitudine che percepiva attorno a sé. Per rimpiazzare un re come Zizou, chi c’era meglio dell’allenatore che gli ha insegnato il mestiere vincendo la Decima nel 2014?
Ancelotti era stato esonerato dopo una stagione senza vittorie, eliminato proprio da Allegri in semifinale di Champions, ma si era lasciato decisamente meglio con Perez di quanto abbia fatto il suo ex vice. E ha accolto con grande entusiasmo la chiamata: la carriera di Carletto, dopo gli esoneri al Bayern e al Napoli era ripartita da Liverpool, ma dalla sponda meno nobile, quella dell’Everton. A lungo in corsa per un posto in Europa, i Toffes hanno chiuso decimi, a tre punti dalla qualificazione alla Conference Cup, lasciando un po’ di amarezza nell’ambiente. «Ringrazio tutti — ha scritto Ancelotti nel suo saluto a club — : me ne vado per una nuova sfida con un a squadra che è sempre rimasto nel mio cuore. Di fronte a una opportunità insperata è la scelta più corretta per me e la mia famiglia».
Per tornare al Real, con un contratto fino al 2024, Ancelotti darà una spuntata di un paio di milioni al mega ingaggio che percepiva nel Merseyside: da 13 a 11 netti a stagione è un sacrificio che si può ben fare per rientrare nel grande giro degli allenatori dalla panchina principale e per non far rimpiangere Zizou, che comunque è stato semifinalista in Champions e in lotta per la Liga fino all’ultimo minuto.
Il ritorno dell’uomo della Decima potrebbe portare subito un’aria nuova, che poi sarebbe quella vecchia nel segno della continuità con Zidane: l’ideale per convincere così anche il capitano di mille battaglie Sergio Ramos a restare. In fin dei conti anche Chiellini rimarrà un altro anno con l’arrivo di Allegri a Torino. Molto più difficile che Ronaldo possa tornare da uno dei suoi padri calcistici, dato che ha lasciato la Spagna per ragioni fiscali e rimettere piede nella Liga gli potrebbe convenire poco.
Di sicuro c’è già un acquisto molto significativo: anche Antonio Pintus, preparatore atletico dell’Inter di Conte torna al Real, dove ha lavorato con Zidane. Non è un innesto banale, non solo perché Pintus è probabilmente il migliore al mondo nel suo lavoro, ma anche perché tra i pretesti utilizzati da Florentino Perez per allontanare Ancelotti I da Madrid, ci fu proprio quello del lassismo negli allenamenti (il preparatore all’epoca era Giovanni Mauri, storico collaboratore di Carletto). Oltre a Pintus, Perez vuole anche Luis Campos, al Real nel 2012 come osservatore di Mourinho e adesso mago dei direttori sportivi. In Francia ha tolto lo scudetto al Psg con il Lille quest’anno e nel 2017 con il Monaco del baby fenomeno Mbappé: il francese è il primo grande obiettivo del Real.
CorSera
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