Zidane accusa il Real Madrid: «Me ne vado perché la società non ha più fiducia in me»
Lettera aperta ai tifosi pubblicata dal quotidiano spagnolo «As» in cui il tecnico francese spiega le ragioni dell’addio
L’addio era stato sancito ufficialmente qualche giorno fa quando Zinedine Zidane lo aveva annunciato ai giocatori del Real Madrid. Ora però l’allenatore francese spiega anche le ragioni del suo divorzio dai blancos. «Me ne vado perché sento che la società non mi dà più la fiducia di cui ho bisogno» spiega in una lunga lettera aperta ai tifosi del Real pubblicata sul quotidiano spagnolo «AS».
La missiva è anche un duro atto d’accusa nei confronti del club. «So - prosegue il tecnico francese - che quando non vinci devi andare. Ma qui è stata dimenticata una cosa molto importante,tutto quello che ho costruito quotidianamente».Zidane parla dei 20 anni al Real come la «cosa più bella nella mia vita», riconosce a Perez di averlo scelto nel 2001, ma aggiunge che in una stagione senza vittorie «non chiedevo privilegi, ma un po’ più di memoria».
«Oggi la vita di un allenatore alla guida di un grande club è di due stagioni, non molto di più. Per durare più a lungo, le relazioni umane sono essenziali, sono più importanti del denaro, più importanti della fama, più importanti di tutto. Ecco perché mi ha fatto così male quando ho letto sulla stampa, dopo una sconfitta, che sarei stato licenziato se non avessi vinto la partita successiva. Ha fatto male a me e a tutta la squadra perché questi messaggi trapelati intenzionalmente ai media hanno creato interferenze negative con la squadra, hanno creato dubbi e malintesi. Grazie al cielo ho avuto dei ragazzi meravigliosi che sono stati con me fino alla morte. Quando il gioco si è fatto duro mi hanno salvato con grandi vittorie. Perché credevano in me e sapevano che io credevo in loro. Naturalmente non sono il miglior allenatore del mondo, ma sono in grado di dare la forza e la fiducia di cui tutti hanno bisogno nel loro lavoro, sia che si tratti di un giocatore, di un membro dello staff tecnico o di qualsiasi dipendente. So esattamente di cosa ha bisogno una squadra. In questi vent’anni a Madrid ho imparato che voi, i tifosi, volete vincere, certo, ma soprattutto volete che diamo tutto, l’allenatore, lo staff, i lavoratori e naturalmente i giocatori. E vi posso assicurare che abbiamo dato il 100% di noi stessi per il club. Vorrei anche usare questa lettera per inviare un messaggio ai giornalisti. Ho fatto centinaia di conferenze stampa e purtroppo abbiamo parlato molto poco di calcio e so che anche voi amate il calcio, che questo sport ci unisce. Tuttavia, senza voler criticare o dare lezioni, mi sarebbe piaciuto che le domande non fossero sempre rivolte alla polemica, che si parlasse più spesso della palla e soprattutto dei giocatori, che sono e saranno sempre i più importanti in questo gioco. Non dimentichiamo il calcio, occupiamoci del calcio» conclude Zidane.
CorSera
Lettera aperta ai tifosi pubblicata dal quotidiano spagnolo «As» in cui il tecnico francese spiega le ragioni dell’addio
L’addio era stato sancito ufficialmente qualche giorno fa quando Zinedine Zidane lo aveva annunciato ai giocatori del Real Madrid. Ora però l’allenatore francese spiega anche le ragioni del suo divorzio dai blancos. «Me ne vado perché sento che la società non mi dà più la fiducia di cui ho bisogno» spiega in una lunga lettera aperta ai tifosi del Real pubblicata sul quotidiano spagnolo «AS».
La missiva è anche un duro atto d’accusa nei confronti del club. «So - prosegue il tecnico francese - che quando non vinci devi andare. Ma qui è stata dimenticata una cosa molto importante,tutto quello che ho costruito quotidianamente».Zidane parla dei 20 anni al Real come la «cosa più bella nella mia vita», riconosce a Perez di averlo scelto nel 2001, ma aggiunge che in una stagione senza vittorie «non chiedevo privilegi, ma un po’ più di memoria».
«Oggi la vita di un allenatore alla guida di un grande club è di due stagioni, non molto di più. Per durare più a lungo, le relazioni umane sono essenziali, sono più importanti del denaro, più importanti della fama, più importanti di tutto. Ecco perché mi ha fatto così male quando ho letto sulla stampa, dopo una sconfitta, che sarei stato licenziato se non avessi vinto la partita successiva. Ha fatto male a me e a tutta la squadra perché questi messaggi trapelati intenzionalmente ai media hanno creato interferenze negative con la squadra, hanno creato dubbi e malintesi. Grazie al cielo ho avuto dei ragazzi meravigliosi che sono stati con me fino alla morte. Quando il gioco si è fatto duro mi hanno salvato con grandi vittorie. Perché credevano in me e sapevano che io credevo in loro. Naturalmente non sono il miglior allenatore del mondo, ma sono in grado di dare la forza e la fiducia di cui tutti hanno bisogno nel loro lavoro, sia che si tratti di un giocatore, di un membro dello staff tecnico o di qualsiasi dipendente. So esattamente di cosa ha bisogno una squadra. In questi vent’anni a Madrid ho imparato che voi, i tifosi, volete vincere, certo, ma soprattutto volete che diamo tutto, l’allenatore, lo staff, i lavoratori e naturalmente i giocatori. E vi posso assicurare che abbiamo dato il 100% di noi stessi per il club. Vorrei anche usare questa lettera per inviare un messaggio ai giornalisti. Ho fatto centinaia di conferenze stampa e purtroppo abbiamo parlato molto poco di calcio e so che anche voi amate il calcio, che questo sport ci unisce. Tuttavia, senza voler criticare o dare lezioni, mi sarebbe piaciuto che le domande non fossero sempre rivolte alla polemica, che si parlasse più spesso della palla e soprattutto dei giocatori, che sono e saranno sempre i più importanti in questo gioco. Non dimentichiamo il calcio, occupiamoci del calcio» conclude Zidane.
CorSera
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