Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    @Gazzetta_it
    #calciomercato #Hakimi-#Psg: si fa. All'#Inter 60 milioni. E rispunta #Florenzi
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    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Napoli, Spalletti ha firmato ed è già al lavoro per lo staff

      Contratto biennale a 2,7 milioni oltre ai bonus per le vittorie, il nuovo allenatore del Napoli è già al lavoro per scegliere i collaboratori


      È iniziata l’avventura di Luciano Spalletti da nuovo allenatore del Napoli. In tarda serata la firma di un contratto biennale da 2,7 milioni annui più bonus per un massimo di 3,5. Il tecnico azzurro, successore di Gattuso, intanto è già al lavoro per formare il suo staff di collaboratori: non ci sarà Andreazzoli che negli ultimi anni sta tentando di costruire una carriera da allenatore e non più da collaboratore.

      Le parti sono al lavoro per definire i dettagli, alla definizione complessiva dello staff manca la figura del preparatore dei portieri e del match analyst visto che alla Roma e all’Inter per questo ruolo si è affidato a dipartimenti interni dei rispettivi club. Il napoletano Massimo Carcarino non ha potuto seguire De Zerbi allo Shakhtar Donetsk, è un’idea che potrebbe prendere corpo nelle prossime settimane considerando anche che Spalletti durante questa stagione è andato a studiare gli allenamenti del Sassuolo.

      Mancano ancora i dettagli formali per mettere su carta il matrimonio tra Spalletti e il Napoli, ma è già nell’aria la missione che gli toccherà affrontare. De Laurentiis vuole riportare il suo club nell’Europa che conta ed è molto più difficile vista la concorrenza di Inter, Milan, Atalanta, Lazio e la Roma che si rilancia con Mourinho in panchina. Negli ultimi due anni, in cui gli azzurri hanno bucato la qualificazione alla Champions League, la quarta classificata ha collezionato 78 punti. Fino alla stagione 2018-19 la quota per l’accesso alla Champions League si era mantenuta tra i 70 e i 72 punti.

      Il Napoli vuole competere su più fronti, una missione che nel periodo più caldo di questa stagione è sfumata al cospetto degli infortuni e dell’emergenza.

      La missione è complessa e Spalletti avrà l’onere di provarci in un contesto di spending review generale. Il calcio ai tempi della pandemia non potrà accelerare, dovrà ridurre i costi. Tocca anche al Napoli che ha raggiunto al lordo 140 milioni di monte ingaggi e proverà ad abbassare il costo del lavoro, possibilmente del 30%, rendendo l’organico, però, sempre competitivo.

      L’attacco è il punto di forza, si cercherà di toccarlo il meno possibile, va risolta dopo l’Europeo la questione Insigne, con il contratto in scadenza a giugno 2022 da rinnovare. Il mercato poi sposterà gli equilibri, per Fabian Ruiz e soprattutto per Koulibaly saranno valutate eventuali offerte congrue, c’è un’estate intera per aggiornarsi.

      Il direttore sportivo Giuntoli, i suoi collaboratori e il reparto scouting studiano le esigenze del Napoli e i profili più interessanti, attendono di discutere con De Laurentiis e Spalletti dopo l’ufficialità per approfondire le idee e le opportunità. S’inizia a ragionare sui reparti in cui, tra uscite e necessità già emerse nella stagione appena terminata, c’è bisogno di maggiori interventi. Sugli esterni bassi c’è stato un contatto con l’agente Vincenzo Pisacane per D’Ambrosio in scadenza di contratto con l’Inter ma c’è la concorrenza di Lazio, Fiorentina, Milan e Crystal Palace, piace Emerson Palmieri che al Chelsea gioca poco. La sua intesa con i Blues termina a giugno 2022, Spalletti lo ha valorizzato ai tempi della Roma. Per il centrocampo il Napoli ha avviato i colloqui con Toma Basic del Bordeaux, profilo di posizione, equilibrio, nel giro della Nazionale croata. Se son rose fioriranno ma prima bisogna attendere Spalletti, la sua missione sta per iniziare.


      CorSera
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      forse, tra mille inverni
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      C. Campo - Moriremo Lontani


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          Fonseca: 'Via Petrachi sono rimasto solo. E su Mourinho...'

          Paulo Fonseca ha salutato Roma con una passeggiata al Colosseo sabato pomeriggio, da solo, poche ore prima dell’ultima partita da allenatore giallorosso. Poco prima aveva rilasciato un'intervista a Sky: “Mourinho è un grande allenatore e gli auguro tanto successo qui anche perché la Roma non vince da tanto. Con José ci siamo scambiati un messaggio, ha avuto parole di onestà. La mia eleganza? Io sono così, non posso fare finta di essere diverso, per me è un pregio, una cosa molto importante".

          Per Fonseca invece è ancora presto per parlare di futuro. Un addio iniziato con il congedo di un’altra figura: “Il momento più difficile è stato quando il ds Petrachi se n’è andato. Sono rimasto da solo a gestire tutto con nuova società. Con Pinto ho un buon rapporto e ho sempre sentito la fiducia del presidente. Ma prima, quando ero solo con la squadra, quello è stato un problema. Dzeko? Ci sono stati problemi, ma poi si è tutto risolto".

          Paulo Fonseca ha salutato Roma con una passeggiata al Colosseo sabato pomeriggio, da solo, poche ore prima dell`ultima partita da allenatore giallorosso. Poco prima.
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            Champions, Manchester City-Chelsea; Guardiola: "Sappiamo cosa fare". Tuchel: "Voglio coraggio"

            Meno di un anno fa Tuchel perdeva una finale di Champions trecento chilometri più a sud di qui, sulle rive del Tago e non del Douro, in un agosto a porte chiusissime e non in questa fine maggio ancora fresca e con le tribune schiuse. Era sfavorito allora, quando alla fine il Bayern venne a capo del suo Psg, e lo è maggior adesso che tra il City di Guardiola e il suo Chelsea ci sono stati, in Premier, 19 punti di differenza, anche se lui ha vinto gli ultimi due confronti diretti, inclusa la semifinale di Coppa d'Inghilterra. "Ma la mia esperienza personale non serve alla squadra", dice l'allenatore tedesco dei Blues, "tanto più che l'anno scorso ci fu l'anomalia della final eight, una situazione totalmente diversa da quella di oggi. E comunque, se fossi un giocatore non vorrei che il mio allenatore mi parlasse delle sue sconfitte. Quelle servono a me per imparare".

            Il coraggio di Tuchel

            Lo sfavorito Tuchel non ha un solo cenno di rassegnazione: "So bene che il City e Guardiola sono un riferimento. Ma nel calcio le distanze si possono ridurre: li abbiamo già battuti due volte e possiamo rifarlo. Ho buone sensazioni. Voglio che i miei giocatori siano coraggiosi, che rimangano attivi, che difendano e attacchino in modo aggressivo. Non voglio avere rimpianti a fine partita".

            Il decennale di Pep


            Guardiola, invece, in finale ci torna dopo 10 anni. Dopo averne vinte due con il Barcellona più grande della storia, ha fatto un lungo giro e aspettato molto tempo per ritornare al massimo di sé, dopo aver preso cornate da tanti colleghi, da Ancelotti e da Pochettino e l'anno scorso persino da Garcia. Però questo è forse il miglior City che ci sia mai stato: è il prodotto di un miliardo di investimenti in calciatori e di un paziente lavoro didattico di questo allenatore scienziato. Per il Manchester City è la prima finale di sempre: "Il Chelsea ha più storia internazionale di noi e questo può avere un'influenza, non sai mai cosa provi se non hai mai giocato prima una partita così".

            Guardiola ha un copione

            Lui ha spiegato di averla già tutta in testa. "So esattamente come vogliamo giocare, con chi giocheremo". Addirittura, dice che "è devastante comunicare a qualcuno che dovrà andare in panchina: è una ragione valida per non fare questo mestiere". Ma lui ha un copione ben preparato e non può uscire di tema: "So esattamente cosa dirò ai ragazzi: se saranno ansiosi o nervosi andrà bene, è giusto così, devono solo gestire l'ansia. E se altri sono più calmi e rilassati, va bene anche questo". Pep sa dire delle banalità con la ieraticità del santone: "Se vuoi vincere devi giocare".

            Pronti alla sofferenza

            Il City proverà a farlo a modo suo, controllando lo spazio e il tempo, ma questa squadra ha imparato ad adattarsi, a giocare di nervi oltre che di cervello. "A volte vuoi giocare in un modo, ma l'avversario ti impone qualcos'altro e devi adattarti alle circostanze. Sono abbastanza convinto che dovremo soffrire per vincere la finale. Dire che bisogna andarci per divertirsi va bene, ma a volte non è possibile. Il più delle volte devi soffrire, devi essere resiliente, adattarti ai brutti momenti della gara. Non saranno 90' nella stessa direzione". La partita bisogna prenderla come viene, è questo il segreto delle grandi formazioni. "E comunque speriamo di fare una buona pubblicità al gioco del calcio".

            Repubblica
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              @NicoSchira
              Paulo #Dybala wants to stay at #Juventus and dream to be the new captain. Max #Allegri loves him and the return of the coach could re-open the talks for the contract extension (expires in 2022), which was in stand-by since the last winter.

              _____________

              @GiovaAlbanese conferma anche a @tvdellosport che ci sarà un incontro tra Bonucci e Allegri. Bonucci non è sicuro di essere alla Juventus la prossima stagione.
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              • Fabi Stone
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                Marcu io ti voglio anche bene, ma preferire Belotti a Immobile è come avere davanti la Leotta e fottersi Rosi Bindi...

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                • CRI PV
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                  Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                  Marcu io ti voglio anche bene, ma preferire Belotti a Immobile è come avere davanti la Leotta e fottersi Rosi Bindi...
                  Non ne capisco il motivo

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                  • Sean
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                    Juventus, Inter, Milan e i cambi di allenatori: una serie A senza padroni

                    La rivoluzione delle panchine fa nascere un campionato senza squadre pronte a vincere. Occhio al Napoli di Spalletti e alla Roma di Mourinho

                    di Mario Sconcerti

                    Un anno fa sei delle prime sette squadre confermarono l’allenatore, cambiò solo la Juve pagando subito la differenza. In pochi giorni, di quelle stesse squadre, ben cinque hanno deciso (o dovuto) cambiare. Di vecchio restano solo Pioli e Gasperini. È la conseguenza di una stagione che non ha soddisfatto nessuno, tranne l’Inter che adesso deve ricominciare su basi diverse. Questo offre alla stagione una nuova gerarchia orizzontale. L’unica squadra pronta a vincere era l’Inter di Conte che c’è riuscita infatti senza trovare avversari reali. Il fatto che nasca oggi un’Inter di altri, toglie riferimenti a tutti, non c’è più una squadra migliore, torna un equilibrio fortuito perché frutto di un’ incompiutezza generale. È un fatto completamente nuovo, per la prima volta dopo cento anni di scudetto non c’è una squadra favorita. Naturalmente è presto, manca un intero mercato, ma questo sarebbe stato vero anche se Conte fosse rimasto all’Inter. La favorita che non c’è va costruita. Nel frattempo sono tornati tutti i tecnici migliori, Allegri, Spalletti, addirittura Mourinho, torneranno forse Sarri e Mazzarri, sono rimasti Gattuso e Juric, se n’è andato De Zerbi che è un fuori traccia, gioca un calcio solo suo, di principi, senza scuole.


                    La prima conseguenza di questa gerarchia orizzontale è il ritorno della Juventus. Allegri è un formidabile adattatore di uomini alle circostanze, qualunque siano. Già con la Juve di Pirlo avrebbe fatto dieci punti in più perché avrebbe perso meno tempo in tentativi. La Juve ha bisogno poi di cambiamenti minimi, di profondo le serve solo un regista. Resta il caso Ronaldo. Non credo resterà, penso anzi che Allegri voglia partire proprio dalla liberazione della squadra dal ruolo dominante di Ronaldo. Il problema sarà trovare gli stessi gol, perché attaccanti che segnino davvero alla Juve non ce ne sono. Avrà problemi in più Inzaghi all’Inter perché esce da ventidue anni di Lazio, cioè una casa più che una squadra, un’abitudine, un linguaggio. Inzaghi è bravissimo, ama giocare con contropiedi di qualità, è un giochista all’italiana, abituato ai grandi giocatori (Milinkovic, Luis Alberto, Leiva, Acerbi, Immobile, Correa) e soprattutto abituato a se stesso. Gioca con tredici elementi. Trovata la squadra, la sfinisce. Non pensatelo come un ragazzo nella metropoli. È uno dei pochi che ha costruito calcio in questi anni. La sua Lazio non è stata inferiore all’Inter nei risultati e nella gestione di grandi giocatori. Gli servirà tempo, non so se lo avrà.


                    Sarà molto curioso vedere i nemici che sceglierà Mourinho a Roma. Come saprà interpretare la città. E come reagirà la piazza a un linguaggio molto diverso da quello romanista, che è popolare ma schietto, senza secondi fini. Mourinho non parla, lancia messaggi. Ma conosce il calcio. Dovrà essere creduto dai giocatori, oggi riottosi davanti ad allenatori duri. Farà una buona Roma e la farà partire di forza insieme alle migliori. L’altra squadra favorita dalla conservazione è il Milan. Ma non può essere Giroud l’alternativa a Ibrahimovic. Può esserlo Scamacca per fisico e qualità, oppure, meglio, uno diverso e totale come Raspadori. Di diverso rispetto alla Juve c’è nel Milan la poca abitudine alla competizione della società, la sua giovinezza industriale. Ma la squadra può diventare avanguardia.

                    Spalletti farà bene a Napoli. Ha il cinismo del ricco toscano di campagna, ha visto cambiare tante stagioni, non si farà cancellare dai problemi di Napoli. La nuova mescolanza dovrebbe portare l’Atalanta davanti a tutti, ma il tempo ha mostrato anche i limiti di Gasperini oltre alla sua bravura. E forse il suo segreto è diventato di troppi.

                    CorSera
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                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Calciomercato, gli affari di sabato 29 maggio: Hakimi verso il Psg per 60 milioni, Inter all’incasso

                      Per Conte è testa a testa Tottenham-Real. Juric firma con il Torino, per la Lazio in corsa Italiano, Stroppa a Monza. Spalletti firma per il Napoli


                      La prima vittima da sacrificare sull’altare del contenimento dei costi è l’esterno Achraf Hakimi, la cui cessione per 60 milioni al Psg è ai dettagli. Il marocchino, reduce da un campionato strepitoso dopo una crescita tattica esponenziale sotto la guida di Antonio Conte, verrà venduto per consentire al club di Steven Zhang di avviarsi a una chiusura del mercato con un attivo tra 90 e 100 milioni. Necessario per il club nerazzurro riequilibrare i conti e abbattere il costo del lavoro, sono questi i due fattori che si sono rivelati ostacoli insormontabile per la permanenza di Conte. Non è detto basti la partenza di Hakimi per raggiungere l’obiettivo di bilancio che la società di Suning si è posta. Potrebbe rendersi necessaria anche una separazione da un altro gioiello (Lautaro Martinez), ma prima si proveranno a vendere pezzi meno pregiati.

                      In questa situazione magmatica è ancora da capire dove si accaserà Conte. Tre le possibili destinazioni. Il sogno sarebbe sedersi sulla panchina del Real Madrid, sfiorata tre anni fa, ma poi sfumata. Il presidente del Real, Florentino Perez, ora pensa di nuovo all’ex tecnico dell’Inter anche se nel casting non mancano Raul e Pochettino, in uscita dal Psg. In realtà il club con cui Conte ha maggiormente approfondito i colloqui è il Tottenham. Gli Spurs sono un richiamo forte, perché a Londra l’ex nerazzurro tornerebbe volentieri a vivere. Tutto però è aperto e per un allenatore top come lui l’ipotesi Psg nel caso di futura ricerca di un tecnico è tutt’altro che remota.

                      Simone Inzaghi intanto non è ancora diventato ufficialmente la nuova guida dell’Inter: venerdì ha avuto una video riunione con l’ad Marotta e il direttore sportivo Ausilio, ma la firma per ora slitta. Il motivo è presto detto: dopo lo sgarbo che Lotito reputa di aver subìto, il presidente dei biancocelesti tergiversa ora sul pagamento di una mensilità al suo ex tecnico.

                      La Lazio intanto non ha ancora sciolto le riserve sul sostituto, soppesando candidature diverse da Mihajlovic a Mazzarri fino a Italiano dello Spezia. Si è aperta invece ieri l’avventura di Ivan Juric al Torino: ha firmato con il presidente Urbano Cairo un contratto triennale, dopo aver chiuso il rapporto con il Verona. Le clausole legate ai diritti di immagine rallentavano l’ufficialità del matrimonio fra Spalletti e il Napoli, arrivato venerdì in tarda serata. Il Monza di Berlusconi e Galliani, dopo la sfumata promozione in A, risolve il contratto con Brocchi e riparte da Giovanni Stroppa: accordo di due anni con opzione per il terzo.


                      CorSera
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                      • Fabi Stone
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                        Non ne capisco il motivo
                        Nemmeno io, onestamente...parlo di scoparsi Rosi Bindi

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                          Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                          Nemmeno io, onestamente...parlo di scoparsi Rosi Bindi
                          Io, intendevo di voler bene a marcu

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                          • germanomosconi
                            Bodyweb Senior
                            • Jan 2007
                            • 15409
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                            • pordenone
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                            povero Sebix gli vendono the new colosso
                            Originariamente Scritto da Marco pl
                            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            IO? Mai masturbato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            Io sono drogato..

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                            • CRI PV
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                              • Nov 2007
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                              • esperto a 360°
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                              Se dovessi scegliere 2 da vendere, sceglierei Hakimi e un centrale, sono I più rimpiazzabili

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                              • germanomosconi
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                                • pordenone
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                                Hakimi ha 22 anni io non lo venderei mai
                                Originariamente Scritto da Marco pl
                                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                IO? Mai masturbato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                Io sono drogato..

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