Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
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    Sono contento per lui. Ottima scelta di Perez.
    Last edited by Sean; 27-05-2021, 01:57:23.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Zidane to Juventus is a VERY BIG possibility. @diarioas
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      • marcu9
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Zidane to Juventus is a VERY BIG possibility. @diarioas

        Questa è grossa!

        Capiremo se Zidane è già uno degli allenatori migliori del calcio oppure ha solo un culo immane!
        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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        • marcu9
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          > romelulukaku 2014 we spoke for the first time and we have had bond ever since. We had many moments to work together but only god knows why it never happened earlier....?"??">
          Originariamente Scritto da Sean
          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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            L’Inter e Conte si avviano a un clamoroso divorzio. L’allenatore che ha riportato lo scudetto all’Inter dopo 11 anni sta per lasciare a causa di insormontabili divergenze con la proprietà cinese sui programmi futuri dell’Inter. Conte non accetta assolutamente un ridimensionamento degli investimenti e preferisce lasciare la squadra che ha appena portato al trionfo. Però è anche vero che per Conte ogni storia con le sue squadre si chiude sempre in maniera così traumatica: è successo con la Juve, con la Nazionale, col Chelsea e adesso con l’Inter. Il classico vincere e dirsi addio. La Juventus invece è sempre più convinta di riaffidarsi nuovamente a Massimiliano Allegri, rimasto due anni in attesa, mentre la Juve veniva fatta guidare a Sarri prima e a Pirlo poi. Ma risultati e gioco non hanno convinto, la sofferenza è stata notevole, per cui la Juventus sta preparando – pare – una clamorosa macchina indietro, riconsegnandosi nuovamente all’allenatore degli ultimi 5 scudetti. Insomma rivoluzioni e controrivoluzioni nello stesso momento…


            L’ Inter divorzia da Conte – o Conte divorzia dall’ Inter, meglio – e la Juventus si riconsegna dopo due anni a Max Allegri. Praticamente si ricomincia tutto da capo, più o meno, si cerca di portare indietro di un paio di campionati la ruota del tempo. Il calcio è affascinante perché non ha quasi nulla di razionale e tutto quello cui assistiamo è in realtà solo un’eterna esibizione di equilibristi sulla pista del circo.

            E’ inutile che cerchiamo di dare una spiegazione agli eventi, nel calcio ognuno si piega e si adatta alle esigenze del momento, è come se la partita continuasse sempre fuori dal campo. Non devi programmare devi rispondere colpo su colpo, adattarti. Oggi molti direbbero con un termine alla moda: essere resiliente.

            Ma Antonio Conte non è affatto resiliente. Tutt’altro. Antonio Conte scappa dal posto dove ha ottenuto uno dei trionfi più importanti della sua carriera. Conte sa indubbiamente vincere, ma non riesce ad adeguarsi alla sua stessa vittoria, conosce solo il suo metodo, non ha alcuna diplomazia, è letteralmente incapace di mediare la sua posizione, non sa adattarsi, è come se fosse schiavo di quel suo stesso motto che lo portò a pronunciare: “Non puoi sederti a un ristorante da 100 euro se hai solo 10 euro in tasca”. Praticamente un incubo. Con Conte quasi sempre il finale è questo: successe con la Juve, con la Nazionale, col Chelsea, ora con l’ Inter. Insomma, di che vogliamo parlare? Finisce quasi sempre così…

            Dall’altra parte il finale che ha reso un po’ meno amara la stagione della JuventusCoppa Italia e qualificazione alla Champions League – non avrebbe salvato la panchina di Andrea Pirlo. Il quale si sarebbe confermato alla guida della Juventus, ma evidentemente la Juventus non è della stessa opinione. Mandare via Allegri, per provarci con Sarri prima e con Pirlo poi, per poi tornare lì da dove si era cominciato. E’ come dire che si sono buttati via due anni. E che le avventure nell’ “altro calcio” – Allegri è pur sempre quello dei campionati che si vincono a partire dalla difesa – hanno deluso e tradito anche i più entusiasti.

            La Juventus ha bisogno di molte cose tutte insieme: rivedere la sua stessa costruzione e impalcatura (e infatti va via Paratici), cercare una strada alternativa a Ronaldo che è un supercampione ma che costa oggettivamente troppo, un estremo bisogno di tornare a vincere senza avere più tempo per sperimentazioni simil Guardiola. Anche perché altri Guardiola almeno in Italia non ce ne sono…

            L' Inter divorzia da Conte - o Conte divorzia dall' Inter, meglio - e la Juventus si riconsegna dopo due anni a Max Allegri. Praticamente si ricomincia tutto da capo, più o meno, si cerca di portare indietro di un paio di campionati la ruota del tempo. Il calcio è affascinante perché non ha quasi nulla di razionale e tutto quello cui assistiamo è in realtà solo un'eterna esibizione di equilibristi sulla pista del circo. E' inutile che cerchiamo di dare una spiegazione agli eventi, nel calcio ognuno si piega e si adatta alle esigenze del momento, è come se la partita continuasse sempre fuori dal campo. Non devi programmare devi rispondere colpo su colpo, adattarti. Oggi molti direbbero con un termine alla moda: essere resiliente. Ma Antonio Conte non è affatto resiliente. Tutt'altro. Antonio Conte scappa dal posto dove ha ottenuto uno dei trionfi più importanti della sua carriera. Conte sa indubbiamente vincere, ma non riesce ad adeguarsi alla sua stessa vittoria, conosce solo il
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              Inter-Conte, com’è andata: il no ai tagli di Zhang, la clausola per non allenare in Italia. E sfuma Inzaghi

              La società per Allegri è disposta a fare uno sforzo e dare 10 milioni ad Allegri (e poi risparmiare con le cessioni dei giocatori). Ma Inzaghi è il piano B

              Il ciclo di Antonio Conte all’Inter si è aperto e subito chiuso. Il divorzio è stato firmato tre giorni dopo la fine del campionato e a meno di un mese dalla conquista dello scudetto. Il club e l’allenatore hanno deciso per la risoluzione consensuale del contratto, in scadenza a giugno 2022. Al tecnico vanno 7 milioni netti, dei 13 che avrebbe dovuto percepire la prossima stagione, oltre ai ringraziamenti di rito: «Rimarrà per sempre nella storia del club», ha scritto nel comunicato la società che avrebbe inserito una clausola per non consentire a Conte di allenare in Italia.

              Da decidere chi lo sostituirà. All’ad Beppe Marotta piacerebbe che a raccogliere l’eredità fosse Max Allegri, come successo alla Juve. Ci sarà da battagliare con i bianconeri, con cui il tecnico sta trattando. Un duello a suon di milioni tra le società, perché se è vero che l’Inter ha liquidato Conte, è vero pure che è disposta a fare uno sforzo per Allegri, fino a offrirgli 10 milioni netti l’anno. I risparmi andranno fatti con altre cessioni, non sulla testa del tecnico che deve essere una garanzia per lo spogliatoio, legato a Conte. L’altro nome in lizza era Simone Inzaghi, alternativa sfumata. Il tecnico ha trovato l’accordo con il presidente Claudio Lotito e ha rinnovato con la Lazio per i prossimi tre anni a 2,2 milioni netti a stagione. Marotta vuole chiudere la partita dell’allenatore in settimana.


              La rottura tra Conte e i nerazzurri era nell’aria da giorni. Troppe divergenze sui progetti futuri. Il tecnico, molto amareggiato per la fine del rapporto, chiedeva la conferma dei migliori elementi, la proprietà ha necessità invece di contenere i costi e chiudere il mercato con un attivo pesante, da 70-80 milioni. Posizioni inconciliabili.

              La svolta c’è stata sabato ad Appiano nell’incontro tra Conte e la dirigenza. Non era presente Steven Zhang, il presidente ha lasciato ai suoi uomini illustrare la situazione che prevede appunto una-due cessioni eccellenti (Lautaro, Hakimi e Bastoni, con cui comunque si è parlato di rinnovo, sono tra i più papabili) e l’abbattimento del costo del lavoro, per passare da una spesa attuale di 220 milioni a non più di 180. Condizioni inaccettabili per Conte, da qui lo strappo, prima con il rinvio dell’incontro, poi con la definitiva separazione.

              Lasciar partire l’allenatore dello scudetto è stata una scelta difficile, non gradita dalla tifoseria. Esposti fuori dalla sede alcuni striscioni di contestazione contro Zhang, una delegazione di ultrà è stata ricevuta dalla dirigenza.

              Oggi è in programma un consiglio d’amministrazione per mettere a fuoco la situazione dei conti, entro fine settimana sarà presentata la trimestrale: il quadro finanziario, nonostante il prestito da 275 milioni dal fondo Oaktree, è molto appesantito.

              L’Inter negli ultimi due anni è passata da un quarto posto preso per i capelli con Spalletti a una finale di Europa League e allo scudetto. Conte potrebbe ricollocarsi a breve: è sulla lista del Real Madrid. Lukaku, legatissimo a lui, lo ha salutato con un messaggio intenso: «Mi hai cambiato, grazie per quello che hai fatto, ti devo molto».

              L’Inter proverà il tutto per tutto per Allegri, se l’affare non andrà in porto e dovesse ripiegare su un tecnico di seconda fascia, alcuni big potrebbero lasciare. L’addio a Conte ricorda quello a Mourinho nel 2010. La festa appena cominciata è già finita.


              CorSera
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                Inter: Lautaro o Bastoni possono partire, Lukaku resta. Spalletti verso il Napoli

                Le strategie del club nerazzurro che deve ridurre il monte ingaggi del 15%. I giocatori con gli stipendi più alti potrebbero essere ceduti: in uscita anche Vidal e Sanchez

                E ora quali linee sul mercato dovranno seguire i dirigenti nerazzurri? Due sono i principi cardine a cui la società si dovrà attenere: chiudere la finestra di trattative con un attivo di 80 milioni e alleggerire l’attuale monte ingaggi del 15%. Ecco perché di certo l’Inter non farà resistenza a liberare Luciano Spalletti a cui è formalmente legata fino al 30 giugno. Il tecnico toscano, contattato da De Laurentiis già a febbraio, sta per firmare un contratto biennale da 3 milioni a stagione. Avrà la missione di riportare il Napoli in Champions, traguardo centrato nei due campionati vissuti all’Inter.

                Le strategie

                Nella sede di Viale della Liberazione temono che, per far quadrare i conti, il sacrificio di almeno un big sia necessario, considerando che l’eventuale cessione delle pedine dagli stipendi più pesanti non basterebbe a riportare in equilibrio il bilancio.


                In uscita

                Indiziati al sacrificio sono soprattutto Lautaro e Bastoni perché più di altri la loro vendita garantirebbe plusvalenze. Il Toro piace ad Atletico e Real mentre il difensore è nel mirino del Manchester City. Salutano i giocatori in scadenza come Kolarov, Young e Ranocchia. Si accettano proposte per Vidal e Sanchez che con Eriksen sono tra i giocatori più pagati. Lukaku viene considerato incedibile a meno che arrivi una proposta da 120 milioni.

                CorSera
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                  Juventus, oltre Allegri c’è anche Zidane libero: e Ronaldo cosa fa?

                  Paratici lascia e il dubbio che questo sia l’inizio della fine dell’era del Cristiano bianconero si fa sempre più insistente. Arrivabene o Carnevali ipotesi a.d

                  Lascia la Juventus Fabio Paratici, il manager che ha portato Ronaldo. E il dubbio che questo sia l’inizio della fine dell’era del Cristiano bianconero si fa sempre più insistente. Anche se dopo l’addio di Zidane al Real, consumatosi nella notte, ogni scenario resta aperto. Il direttore dell’area sportiva non rinnova il contratto dopo aver edificato la squadra che in 11 anni ha conquistato 19 trofei: è lui che ha comprato le penne per riscrivere la storia del club, dimostrandosi il miglior braccio operativo del calcio italiano (e forse non solo), grazie ad altri colpi come Pogba, Tevez, Dybala o Vidal. Ma proprio lo sbarco di Ronaldo, con il licenziamento dell’a.d. Marotta e la conseguente promozione di Paratici, hanno creato le prime crepe, nei conti economici e nei risultati: il braccio non è diventato mente, e soprattutto non è riuscito a tenere l’architettura finanziaria, a caccia di continue plusvalenze, sempre all’altezza di quella sportiva, bruciando tre allenatori in due anni, a partire da Allegri che adesso è pronto a tornare da «vincitore». Inter permettendo.

                  Ma il mancato rinnovo del contratto di Paratici, in scadenza il 30 giugno, non avviene certo a causa dell’unico campionato deficitario dopo nove stagioni vincenti o per il flop di giocatori come Ramsey: il dirigente lascia la Juve per gli errori di settembre che hanno portato al «caso Suarez», coi relativi danni di immagine al club. Lo sbaglio clamoroso è stato quello di considerare l’uruguaiano comunitario e quindi di intavolare la trattativa con lui, dopo aver appena occupato la casella del secondo extracomunitario con l’americano McKennie. Da qui nacque l’esigenza di far sostenere in fretta al giocatore l’esame di lingua a Perugia per ottenere la cittadinanza italiana, salvo virare bruscamente sull’acquisto di Morata prima che Suarez volasse in Umbria per il famigerato test.

                  L’addio di Paratici si consuma tra ringraziamenti reciproci e, come è giusto che sia, con un’ultima uscita pubblica accanto al presidente Agnelli il 4 giugno. Per il numero uno bianconero, più che mai impegnato con Barça e Real nella battaglia della Superlega contro la Uefa e «la sua palese violazione della decisione delle Corti di giustizia», però è anche il momento di prendere atto del fallimento della «svolta dei quarantenni» presentata nell’autunno 2018: oltre a Paratici anche l’uomo dei conti Marco Re ha lasciato la Juve, senza dimenticare il segretario generale Maurizio Lombardo, salutato con il ciglio asciutto dopo la sua testimonianza sul caso Suarez. La temperatura è alta e anche lo stesso Agnelli, seppure sul lungo periodo, rischia il posto. Oggi c’è l’assemblea degli azionisti di Exor, la holding di famiglia, ma l’eventuale aumento di capitale per rilanciare la Juve non sarà annunciato in questa occasione.

                  Pirlo ha ottenuto 48 ore di tempo per sapere il suo destino. Allegri, pur attento fino all’ultimo alle evoluzioni interiste e soprattutto madridiste, sta già trattando sul compenso con Agnelli: pare che Max per tornare in sella abbia chiesto lo stesso stipendio che prendeva Conte all’Inter. Si tratta per un ingaggio fisso più leggero, con bonus elevati. Anche se l’irruzione di Zidane sul mercato potrebbe cambiare ancora una volta tutte le carte. Federico Cherubini da d.s. diventa capo dell’area sportiva e farà il mercato. È però probabile l’inserimento di una figura sopra di lui, come quella di Giovanni Carnevali, a.d. del Sassuolo o di Maurizio Arrivabene, ex team principal della Ferrari.


                  CorSera
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                    Fabio Paratici, 11 anni alla Juve: gli acquisti top di Ronaldo e Dybala ma anche i flop di Ramsey, Rabiot e Kean

                    Il bilancio del manager che ha annunciato di aver detto addio alla società bianconera

                    Il saluto

                    Tra Fabio Paratici e Juventus sarà addio. Dopo 11 stagioni in bianconero, il responsabile dell’area tecnica lascerà il club alla scadenza del contratto prevista per il prossimo 30 giugno. A comunicare la notizia è stata la Vecchia Signora: «Fabio ha scritto in questi anni la storia della Juventus. Un percorso di crescita caratterizzato da professionalità, abnegazione e tanti successi. Diciannove trofei in undici anni sono la miglior testimonianza del suo lavoro, che si iscrive appieno nella lunga tradizione del nostro club. Oggi è il momento di ringraziarlo per aver saputo creare un forte legame professionale, accompagnato dalla passione quotidiana». In tutti questi anni la sua avventura juventina è stata contrassegnata da alcuni acquisti top e da alcuni flop.

                    I colpi top: Cristiano Ronaldo

                    I top: Cristiano Ronaldo È il più grande colpo di Fabio Paratici alla Juventus. Dopo aver vinto la Champions con il Real Madrid nella finalissima di Kiev contro il Liverpool, Cristiano Ronaldo dice addio ai Blancos. La Vecchia Signora si fionda sul portoghese e dopo alcuni giorni di trattative, una volta che il Portogallo è eliminato dal Mondiale di Russia 2018, chiude la trattativa a 100 milioni di euro più 12 di oneri accessori. In tre stagioni conquista due scudetti. Ma il suo arrivo aumenta il valore della nostra serie A, che aveva bisogno di un fuoriclasse come lui per aumentare notevolmente la sua importanza.

                    I colpi top: Dybala

                    I top: Dybala Il suo acquisto risale al giugno 2015. Quando l’attaccante argentino decide di lasciare il Palermo, è il Milan a essere in vantaggio. Ma Fabio Paratici compie il sorpasso sui rossoneri strappando Dybala al club rosanero. La Juventus versa 32 milioni di euro più 8 di bonus al club dell’allora presidente Maurizio Zamparini. In sei stagioni (piuttosto altalenanti), Dybala colleziona 252 presenze segnando 100 reti. In bianconero vince, tra gli altri trofei, cinque scudetti consecutivi.

                    I colpi top: da Pogba a Vidal

                    Gli altri acquisti top Non ci sono soltanto Cristiano Ronaldo e Dybala nella lunga lista di Fabio Paratici. Ci sono altri campioni, che sono stati valorizzati in tutti questi anni dal club bianconero. In primis, Pogba. Arrivato a parametro zero (con commissioni pagate al suo procuratore Mino Raiola), il francese ha giocato in bianconero quattro stagioni ad alto livello. Per poi tornare al Manchester United per la cifra record di 105 milioni di euro. Oltre a Pogba, ci sono anche Vidal (12,5 dal Bayer Leverkusen), Pirlo (a parametro zero dal Milan), Barzagli (300mila euro dal Wolfsburg), Bonucci (15,5 milioni di euro dal Bari), Higuain (90 milioni di euro dal Napoli), Dani Alves (parametro zero dal Barcellona) e Tevez (9 milioni di euro dal Manchester City).

                    I flop: Ramsey

                    Accanto agli acquisti top ci sono sempre degli acquisti flop. Per quanto riguarda Fabio Paratici non si può dimenticare l’arrivo di Ramsey a parametro zero dall’Arsenal con un ingaggio da quasi 7 milioni di euro all’anno. Il gallese non ha mai brillato in questi due anni. Tanto che sembra ormai arrivata capolinea la sua avventura in bianconera: 65 presenze, sei gol e tanti, troppi infortuni.

                    Rabiot

                    Anche lui, come Ramsey, arriva a parametro zero alla Juventus nell’estate 2019, dopo aver detto addio al Psg. Sembra una grande colpo, ma il centrocampista francese non si adatta subito al nostro campionato. Anzi, va in difficoltà, non riesce ad ambientarsi. Tanto da totalizzare in due anni 84 presenze e segnare solo sei gol. Troppo poco per un talento come lui. Che tra qualche settimana potrebbe dire addio anche lui.

                    Gli altri flop

                    L’avventura di un dirigente non è solo fatta di acquisti, scommesse ed errori di valutazione. Nel curriculum di Fabio Paratici ci sono anche alcune cessioni troppo avventate. In primis, quella di Kean all’Everton per 28 milioni di euro. L’attaccante, adesso in prestito al Psg, avrebbe fatto comodo ad Andrea Pirlo in questa stagione. Ma nella lista c’è pure Spinazzola andato alla Roma o Cancelo ceduto – in cambio di Danilo e 28 milioni di euro – al Manchester City. E sabato 29 maggio si giocherà contro il Chelsea la finale di Champions.



                    CorSera
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                      Superlega, la Juventus replica all'Uefa: "Contraria alle corti di giustizia"

                      Il club bianconero, unitamente a Barcellona e Real Madrid, reagisce all'apertura del procedimento disciplinare del massimo organismo del calcio continentale

                      È arrivata attraverso un comunicato congiunto la risposta di Juventus, Barcellona e Real Madrid al procedimento disciplinare aperto dall'Uefa, che potrebbe portare all'esclusione dalla Champions per i tre club "ribelli". "FC Barcelona, Juventus FC e Real Madrid CF esprimono il proprio rifiuto nei confronti dell’insistente coercizione, esercitata da UEFA nei confronti di tre delle più importanti istituzioni della storia del calcio - si legge nell'incipit della nota congiunta -. Questo comportamento preoccupante costituisce una palese violazione della decisione delle corti di giustizia, che hanno chiaramente ordinato la UEFA dall’astenersi da qualsiasi tipo di azione che possa penalizzare i membri fondatori della Super League mentre i procedimenti legali sono in corso".

                      Una risposta perentoria preceduta, nelle premesse del comunicato, dall'intenzione "modernizzare il calcio attraverso un dialogo aperto con la Uefa", anche se viste le posizioni dei due blocchi risulti difficile immaginare un processo senza traumi. L'apertura del procedimento disciplinare e la posizione tenuta dalle tre società lascia aperto ogni scenario: "Pertanto, l’apertura dei procedimenti disciplinari da parte dell’UEFA è incomprensibile e rappresenta un attacco diretto alle norme della legge che i, cittadini dell’Unione Europea, hanno democraticamente stabilito, e costituisce una mancanza di rispetto nei confronti delle stesse autorità delle corti di giustizia. Sin dall’inizio, la Super League è stata promossa con lo scopo di migliorare la situazione del calcio europeo, attraverso un costante dialogo con la UEFA e con l’obiettivo di incrementare l’interesse dello sport, offrendo ai fans il miglior spettacolo possibile. Questo obiettivo deve essere raggiunto in un contesto di sostenibilità e solidarietà, in particolare nella precaria situazione economica che sta attualmente colpendo tantissimi club europei".

                      Il nodo è rappresentato dai procedimenti legali portati avanti dalle tre squadre e la posizione intransigente della Uefa: "Invece di esplorare strade per modernizzare il calcio attraverso un dialogo aperto, la UEFA pretende che si ritirino i procedimenti legali in corso che mettono in discussione il suo monopolio sul calcio europeo. Barcellona, Juventus e Real Madrid, club con oltre un secolo di storia, non accetteranno nessun tipo di coercizione o di intollerabile pressione, e rimangono fermi nella propria volontà di discutere, in modo rispettoso e attraverso il dialogo, le soluzioni urgenti di cui il calcio ha bisogno in questo momento. O si riforma il calcio o si rischia di assistere al suo declino".

                      Il club bianconero, unitamente a Barcellona e Real Madrid, reagisce all'apertura del procedimento disciplinare del massimo organismo del calcio continentale
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Partirei da un fatto certo: Pirlo è ancora l'allenatore della Juve visto che non è stato esonerato. Il resto è nebbia.

                        Altro fatto certo: Conte non è più l'allenatore dell'Inter.

                        Poi ci sono le voci, giornalistiche o no: intanto nè Momblano e nè Romeo Agresti si sbilanciano sulla panchina della Juve, e non fanno nemmeno il nome di Allegri, il che è molto strano perchè i pettegolezzi di Torino difficilmente sfuggono a chi segue strettamente la Juve.

                        Nella notte dalla Spagna due notizie, nessuna delle due ufficiali: Zidane si è dimesso dal Real, Allegri in pole, anzi per AS sarà lui il successore.

                        Vedremo che sviluppi prenderà il tutto ma niente può essere escluso, nemmeno una conferma di Pirlo.

                        Oggi il CDA di Exor: Agnelli potrebbe illustrare agli amministratori i piani immediati e futuri e dunque qualcosa potrebbe accadere in giornata.
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                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          Calciomercato Roma, Koopmeiners primo obiettivo di Mourinho: trattativa con l'AZ Alkmaar e l'agente

                          Tra i nomi circolati per il centrocampo da mettere a disposizione di José Mourinho c'è anche il profilo di Teun Koopmeiners, classe '98 in forza all'AZ Alkmaar. Secondo quanto riferisce il portale sportivo, Koopmeiners rappresenta uno dei principali obiettivi del tecnico portoghese. Il club giallorosso ha già iniziato le trattative con l'AZ e con l'agente del centrocampista, Bart Baving. I colloqui tra le parti sono in corso, ma c'è bisogno di tempo per raggiungere l'accordo finale.


                          Il giocatore, inoltre, vorrebbe chiudere qualsiasi potenziale trasferimento prima dell'inizio dell'Europeo. C'è fiducia in casa Roma e si registrano accelerazioni nell'ultima settimana proprio su insistenza di Mourinho.


                          (romapress.net)
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                            GdS: "Allegri ha detto no al Real Madrid. Agnelli pronto a chiudere con un contratto di 3-4 anni a 9 milioni a stagione. Può firmare venerdì"

                            Ieri Allegri ha liberato il Real. Di fronte all'ennesimo rinvio blanco, il tecnico ha fatto sapere a Florentino Perez che ormai non può più aspettare, ringraziandolo per l'interessamento si è gentilmente congedato. Per ora neanche il pressing dell'inter lo sta smuovendo, Marotta si è fatto sentire con frequenza e ha sondato il terreno anche ieri , ma la risposta di Max finora è stata interlocutoria.

                            Questo perchè la nuova puntata bianconera ha prodotto ulteriori progressi. La scorsa settimana la proposta di Agnelli era di un biennale con opzione per il terzo da 7 milioni netti a stagione, identico a quello di 3 anni fa. Adesso si sta ragionando su un triennale o un quadriennale, va definita la cifra dello stipendio stagionale: potrebbe essere di 8 o 9 milioni. Le parti sembrano orientate ad una stretta di mano.

                            Le tempistiche delle firme dipende dalle evoluzioni odierne. Oggi Agnelli sarà impegnato all'assemblea dei soci di Exor e dovrà ritagliarsi il tempo necessario per chiudere l'importante pratica societaria. L'agenda dei lavori potrebbe prevedere già domani le firme vere e proprie. Regna ottimismo in casa Juventina.

                            Oltre alle questioni economiche ci sono anche quelle tecniche: Allegri vuole più voce in capitolo, l'ascesa di Cherubini, che con Max ha un gran feeling, sono già sufficientemente indicative della volontà del club di concedergli più potere.


                            Gazzetta dello Sport
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                              Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
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                              Pensa co chi cazz0 avemo preso 6 gol...

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