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Fabrizio Romano@FabrizioRomano Sergio Agüero to Barcelona, here we go! He’s set to join until June 2023, agreement reached. Bonus included in case Barça will win the UCL
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
"Sacchi era una persona molto gentile e anche un ottimo allenatore.
Ma parlava sempre dell'organizzazione, soprattutto in modalità difensiva.
Io avevo lavorato con Cruyff all'Ajax, dove affrontavamo le partite in un modo completamente diverso, simile al Barça di Guardiola: l'attenzione era sulla palla e sul recupero della stessa.
Con Sacchi è stato il contrario: prima pensavamo a organizzarci per fare pressione sull'avversario che aveva la palla, poi ci occupavamo del resto.
Penso che questo abbia dato all'Italia ottimi risultati, eravamo fantastici ma io venivo da un'altra scuola. Con Sacchi è diventato importante l'allenatore, ma sono i calciatori a fare la differenza.
Oggi però parliamo solo di allenatori, come se loro facessero la differenza.
Questo non è positivo.
Gli allenatori sono diventati troppo importanti.
I giocatori devono assumersi più responsabilità perché sono quelli che hanno più potere di influenzare le partite e le stagioni. Oggi, se una squadra gioca bene o male, attribuiamo meriti o demeriti all'allenatore.
Il Liverpool è Klopp, il Real Madrid è Zidane, il Manchester City è Guardiola... questo è tutto sbagliato".
Fonte: El Pais
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«nessun vincolo univa questi morti
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"Sacchi era una persona molto gentile e anche un ottimo allenatore.
Ma parlava sempre dell'organizzazione, soprattutto in modalità difensiva.
Io avevo lavorato con Cruyff all'Ajax, dove affrontavamo le partite in un modo completamente diverso, simile al Barça di Guardiola: l'attenzione era sulla palla e sul recupero della stessa.
Con Sacchi è stato il contrario: prima pensavamo a organizzarci per fare pressione sull'avversario che aveva la palla, poi ci occupavamo del resto.
Penso che questo abbia dato all'Italia ottimi risultati, eravamo fantastici ma io venivo da un'altra scuola. Con Sacchi è diventato importante l'allenatore, ma sono i calciatori a fare la differenza.
Oggi però parliamo solo di allenatori, come se loro facessero la differenza.
Questo non è positivo.
Gli allenatori sono diventati troppo importanti.
I giocatori devono assumersi più responsabilità perché sono quelli che hanno più potere di influenzare le partite e le stagioni. Oggi, se una squadra gioca bene o male, attribuiamo meriti o demeriti all'allenatore.
Il Liverpool è Klopp, il Real Madrid è Zidane, il Manchester City è Guardiola... questo è tutto sbagliato".
Fonte: El Pais
Questi signori qua... eccellenti allenatori sia chiaro, hanno dato la loro personalità alle squadre che hanno allenato.
Cruyff e Sacchi hanno dato una svolta epocale al calcio.
Vero anche che senza Gullit , van Basten,Rijkard e compagnia di trofei ne vinceva meno.
Stesso Guardiola....
E tanti altri esempi.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
chi è che ha vinto con giocatori scarsi? ben pochi.. se non nessuno
qua si parla di allenatori che oltre a vincere hanno dato via a filosofie
stili di gioco che poi rimangono nella storia
Adesso dicono Ronaldo-Manchester United a giugno...
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Adesso dicono Ronaldo-Manchester United a giugno...
Solo se non vanno in Champions
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Dalla Spagna: Cristiano Ronaldo al Manchester United senza Champions con la Juve
Per il quotidiano 'As' ci sono stati già contatti tra il club inglese e CR7: il fuoriclasse lusitano sarebbe pronto a ridursi l'ingaggio e a firmare un biennale per tornare a Old Trafford a 12 anni dall'addio nel caso in cui i bianconeri finissero in Europa League. Ma resterebbe in piedi anche l'ipotesi Sporting
Dopo le auto di lusso portate via dalla sua villa un altro spiffero fa raggelare i tifosi della Juventus. Secondo il quotidiano madrileno “AS”, Cristiano Ronaldo, che ha ancora un anno di contratto con i bianconeri, a fine stagione potrebbe tornare al Manchester United. Tutto dipenderà da domenica, ovvero dalla qualificazione o meno della Juventus alla prossima Champions League.
Ronaldo sarebbe stato contattato da Solskjaer
“AS” rivela che ci sarebbe un’operazione già avviata per il ritorno di CR7 al club dell’Old Trafford, 12 anni dopo la sua partenza per Madrid, destinazione Real. Sarebbe stato proprio il tecnico Solskjaer a contattare Ronaldo per spiegargli il progetto e invitarlo a considerare un clamoroso ritorno in una squadra che vuole tornare ai fasti di un tempo. Ronaldo sarebbe intrigato, tanto da essere disposto a ridursi sensibilmente l’ingaggio pur di tornare a Manchester e di giocare altri due anni in Premier prima di tornare in Portogallo e chiudere la carriera allo Sporting facendo felice la mamma.
Probabile che finisca la carriera allo Sporting
Il quotidiano spagnolo analizza anche una seconda ipotesi nel caso in cui la Juventus dovesse centrare la qualificazione in extremis alla Champions: a quel punto Ronaldo potrebbe onorare l’ultimo anno di contratto con la Juventus per poi chiudere comunque la carriera allo Sporting Lisbona.
Per il quotidiano 'As' ci sono stati già contatti tra il club inglese e CR7: il fuoriclasse lusitano sarebbe pronto a ridursi l'ingaggio e a…
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Chi va in Champions? Milan, Napoli e Juventus: ecco tutte le combinazioni
Finale thrilling, tre squadre per due posti che valgono 50 milioni di euro ciascuno: una resterà fuori e si dovrà accontentare dell’Europa League
L’Atalanta, a quota 78, è l’unica insieme all’Inter scudettata già sicura del posto Champions. Dietro è tutto apertissimo. Tre squadre per due posti. Una resterà fuori. A 90 minuti questa è la situazione: Milan 76, Napoli 76, Juventus 75. Chi si ferma è perduto. Prepariamoci quindi a una domenica sera da brividi: appuntamento alle 20.45. L’ultima decisiva giornata prevede Atalanta-Milan (tv su Sky), Napoli-Verona (Sky) e Bologna-Juventus (Dazn). Ecco tutti i possibili scenari.
Milan
Ai rossoneri serve un successo contro l’Atalanta per avere la certezza dell’accesso alla Champions e del secondo posto. Con un pareggio, unito a due successi di Napoli e Juve, sprofonderebbe invece al quinto posto e si dovrebbe accontentare dell’ennesima Europa League. Un pareggio basterebbe al Milan per tornare in Champions se almeno una tra Napoli o Juve non vincesse. Esiste un’ipotesi di qualificazione in caso di sconfitta a Bergamo: il Napoli però deve perdere e la Juventus non deve vincere. Insomma: il Milan ha il destino nelle proprie mani.
Napoli
Anche il Napoli è padrone del proprio destino. Si qualifica in Champions battendo il Verona, ma può qualificarsi anche pareggiando, se il Milan perde o la Juventus non vince, oppure perdendo se la Juventus non ottiene i tre punti.
Juventus
I bianconeri freschi vincitori della Coppa Italia sono quelli in teoria messi peggio. Per il punto in meno (75 contro 76) ma anche perché non le basta vincere. Occorre che perdano punti anche Milan e Napoli. Nessun arrivo a pari punti promuoverebbe i bianconeri, che sono quindi obbligati a battere il Bologna al Dall’Ara e sperare che una delle due rivali non conquisti i tre punti per centrare il sorpasso. Insomma: la strada è più stretta, ma a 90 minuti dalla fine non è affatto chiusa.
CorSera
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Liga, Atletico e Real per il titolo. Simeone: ''Daremo la vita''. Zidane: ''Stagione da 9,5, rendiamola da 10''
Ultima giornata di campionato (sabato alle 18): i colchoneros, +2 sui Blancos, devono vincere in casa del Valladolid, che è quasi retrocesso. I Blancos ricevono il Villarreal, potrebbe essere l'addio di Zizou. Barça senza Messi e con Koeman ai saluti al veleno: ''Meritavo più rispetto''
Ancora 90 minuti e la Liga avrà il suo padrone. Sabato alle 18 è in programma l'ultimo infuocato turno del campionato spagnolo che vede l'Atletico Madrid in testa a +2 sui cugini del Real. Per i colchoneros basterà vincere in casa del Valladolid per festeggiare il titolo che manca da 7 anni.
Simeone: "Daremo la vita"
La tensione è alle stelle in casa Atletico. Lo si è visto la settimana scorsa quando i biancorossi fino all'82' erano sotto 0-1 in casa contro l'Osasuna, prima della rimonta finale firmata da Renan Lodi e Suarez. L'ultimo ostacolo verso la conquista della Liga è rappresentato dal Real Valladolid: se i ragazzi di Simeone, padroni del proprio destino, vinceranno allo stadio "Municipal José Zorrilla" sarà grande festa, indipendentemente dal risultato del Real Madrid, che invece ospiterà il Villarreal. "Ci aspetta una finale fra due squadre che lottano per obiettivi diversi - le parole del "Cholo" - ma che daranno la vita per centrarli. Il Valladolid ha esigenze diverse dalle nostre ma ugualmente importanti. Cercheremo di portare la partita dove possiamo fare loro male". Già, perché la squadra del presidente Ronaldo il Fenomeno è penultima con 31 punti, due in meno di Huesca ed Elche (impegnate in casa rispettivamente contro Valencia e Bilbao), appaiate al terzultimo posto ma entrambe avanti negli scontri diretti. Dunque il Valladolid dovrebbe battere l'Atletico e sperare nella doppia sconfitta delle due avversarie.
Zidane: "Mio futuro non conta"
Anche in casa Real Madrid i calcoli sono facili: bisognerà battere il Villarreal (privo di obiettivi in campionato e presumibilmente con la testa alla finale di Europa League, in programma mercoledì prossimo contro il Manchester United) e sperare in un mancato successo dell'Atletico. A pari punti, infatti, sono avanti i Blancos negli scontri diretti. Eppure in questi giorni, oltre alla Liga e al ritorno in nazionale di Benzema, si è parlato soprattutto del futuro di Zidane, il cui congedo dalla Casa Blanca appare ormai certo: "Non conta se ci sarò l'anno prossimo - dice il tecnico francese -, conta solo la partita di sabato, sarà una sfida di alto livello e vedremo se sarà una stagione da 9,5 o da 10. Non è il momento di parlare del resto". Le parole però profumano d'addio: "Il Real può essere migliore senza di me? Sicuro, sicurissimo. Sono qui da 20 anni ed è la cosa migliore che mi sia capitata. Sono fortunato a essere in questo grande club".
Koeman: "Meritavo più rispetto"
Spettatore di questa battaglia tutta madrilena è il Barcellona, che dopo una fantastica rimonta è crollata sul più bello. I blaugrana chiuderanno la stagione in casa del fanalino di coda Eibar, che è retrocesso dopo 7 anni di Liga. Non ci sarà Leo Messi, che ha ottenuto un permesso per prendersi una breve pausa in vista dell'imminente Coppa America. Anche in Catalogna si parla di futuro, con Koeman prossimo ai saluti. L'allenatore olandese parla comunque a testa alta: "Non so se resterò. Io voglio onorare il mio contratto ma l'ultima parola spetta al presidente, parleremo e vedremo. Non mi sono mai pentito, il mio sogno è sempre stato allenare un giorno il Barcellona". Poi però si leva un sassolino dalla scarpa: "Ultimamente, mi riferisco all'ultimo mese, credo che allenatore e giocatori meritassero più rispetto. Ci sono molte cose che andrebbero fatte in modo diverso. Nell'ultima parte della stagione non ho sentito la fiducia del club. Non penso di essere il miglior allenatore per questo club, ce ne sono di più bravi, ma mi sento capace abbastanza per sedere su questa panchina". Anche in questo caso divorzio praticamente sicuro.
Ultima giornata di campionato (sabato alle 18): i colchoneros, +2 sui Blancos, devono vincere in casa del Valladolid, che è quasi retrocesso. I Blancos …
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