Anche per me Inzaghi è sopravvalutato
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Alberto84Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debeChi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?Originariamente Scritto da ZbigniewKurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
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Juventus-Inter, formazioni e dove vederla: Dybala e Ronaldo «centenari» contro Lukaku-Lautaro
Alle 18 allo Stadium la sfida tra Pirlo, l'allenatore che ha fallito in bianconero, e Conte,, quello che ha fatto nascere il regno e ora può vendicarsi
Qui Juventus: Pirlo e una speranza oltre i rimpianti
A volte la Juve non ha avuto il fuoco dentro, confessa Andrea Pirlo, quello che, da allenatore, se non proprio un lanciafiamme avrebbe almeno dovuto offrire un fiammifero. Detto poi sull’uscio della sfida all’Inter di Antonio Conte, uno che sa essere piromane, tra preparazione e ossessione. Si incrociano alle sei della sera, dentro lo Juventus Stadium, dove i bianconeri si giocano le residue chance di prendersi il posto per la prossima Champions, il che significa essere costretti a vincere. Pur con il baule di rimpianti già stipato: «Dispiace — dice l’allenatore della Juve — perché in certe occasioni è mancata compattezza, bastava poco per raccogliere qualche punto in più. Perché durante la stagione abbiamo avuto cali di tensione, non eravamo concentrati al massimo sull’obiettivo e capita che senza fuoco dentro perdi punti che ti costano i campionati». Le sconfitte in casa contro Fiorentina e Benevento, tanto per pescare due disastri dal nutrito depliant delle calamità stagionali.
La Juve arriva dall’1-3 con il Sassuolo, inaspettato per l’aria che tirava, e stampato riscoprendo i pregi di una vecchia Signora: gioco in mano del nemico e poi difesa e contropiede. Come tante volte non ha voluto o saputo fare, alla ricerca di un gioco che spesso evaporava con la palla indietro, modello rugby, a centrocampo, e senza posizioni e munizioni, davanti. Morale: la Juve ha paurosamente ondeggiato tra pochi partitoni (0-3 a Barcellona) e troppe partitine (0-3 con la Fiorentina). Stavolta dovrebbe aiutare la rabbia agonistica, dopo nove anni di regno: «Ci dovrà bruciare vedere la squadra che viene come campione d’Italia allo Stadium: dovremo dare qualcosa in più». Pirlo, che da giocatore l’ha avuto e l’ha ammirato, sa bene che Conte nulla regalerà: «Verrà qui con la squadra migliore, vorranno dimostrare di aver meritato di vincere, e poi è sempre Juve-Inter».
Improbabile vedere la passerella ai neo-campioni, come fatto dalla Samp: «Vedremo cosa ci diranno di fare — risponde sul tema Pirlo — comunque la società ha già fatto i complimenti ai nerazzurri». Via social. La prima missione sarà levarsi dalla testa gli errori: «Ne sono stati commessi tanti — argomenta il tecnico — se siamo a questo punto è perché ce ne sono stati tanti: in testa ho tutto, e a fine anno ne parlerò con il mio staff, per esaminare la stagione». Si fa coraggio con la vittoria di Reggio Emilia: «Abbiamo fatto una partita da squadra, nonostante la brutta sconfitta contro il Milan. C’è stata una buona reazione, ci siamo aiutati e siamo stati compatti anche nelle difficoltà». Quella qualità di squadra che, raramente, i bianconeri hanno mostrato. Dei protagonisti del successo di mercoledì scorso non ci sarà Buffon (torna Szczesny), mentre comparirà ovviamente Cristiano Ronaldo. Con lo scenario da horror dell’Europa League all’orizzonte, entrambi avevano tirato fuori i guantoni (rigore parato) e le unghie (gol e palo). Mister cento gol (in bianconero) dovrebbe avere al fianco l’altro cannoniere centenario, Dybala, favorito su Morata. Al risultato andrebbero abbinate briciole di fair play: l’ultima allo Stadium, in Coppa Italia, finì con un vaffa (di Agnelli) e un dito medio (di Conte). Due che iniziarono l’impero.
Qui Inter: per Conte l'ultimo colpo è affondare il regno nato grazie a lui
Lui l’ha creata, lui la può distruggere. Il destino della Juventus è nelle mani di Antonio Conte. Dieci anni fa, nell’estate del 2011, iniziava il suo triennio bianconero. Un amore finito con tre scudetti, su cui poi il club di Agnelli ha costruito nove anni di successi e potere. Una dittatura interrotta proprio da Conte che allo Stadium non ha mai vinto da avversario. L’Inter ci arriva con lo scudetto cucito sul petto e la voglia di spazzare vie le ultime speranze di qualificazione Champions della squadra di Pirlo. Una rivincita totale per l’allenatore, insultato da Agnelli nel ritorno del match di Coppa Italia.
Nonostante il titolo conquistato, i nerazzurri non hanno regalato nulla finora. Nelle partite contro Samp e Roma, Conte ha fatto ruotare gli uomini, per la sfida con la Juve no: giocano i titolarissimi, anche se in panchina mancherà Sanchez. L’intenzione di assestare il colpo del k.o. è evidente. Poi in campo vanno i giocatori e le motivazioni, lo spogliatoio dell’Inter però è compatto con l’allenatore e, dopo aver superato la Juve all’andata, non ha intenzione di far sconti e non si presenterà scarica.
I nerazzurri sono emersi tra mille difficoltà extra campo, l’orgoglio di Conte è tornare a Torino e presentarsi da vincitore nello stadio in cui per tanto tempo è stato padrone di casa, prima della lite con Agnelli che l’ha fatto sentire un intruso.
«Vincere, nella gara di andata, contro la squadra che per nove anni di seguito aveva conquistato lo scudetto e dalla quale l’Inter aveva un gap da colmare ha significato molto a livello di autostima, di consapevolezza nei propri mezzi. Da questo punto di vista quello con la Juve è stato un successo molto importante. Avevo pronosticato un campionato molto equilibrato. Lo è stato, a parte l’Inter che ha preso una propria strada andando dritta fino al traguardo. L’equilibrio c’è, ma dietro all’Inter: noi abbiamo fatto qualcosa di inaspettato», sottolinea Conte.
Il tecnico, per la terza volta di fila, preferisce affidare le sue parole a Inter Tv, rinviando più avanti una nutrita conferenza stampa. Non è Conte a dover rispondere su tematiche come tagli di stipendi, prestiti dai fondi o passaggi di proprietà. L’allenatore aspetta, come i calciatori, le mosse del presidente Zhang. Per gli altri c’è poco da dire, finché non si chiarirà il futuro.
Le linee guida però sono delineate: autofinanziamento, cessioni eccellenti (almeno una, se non due), mercato da chiudere in attivo. La prossima sarà un’altra stagione difficile sotto il profilo finanziario. Suning deve decidere se andare avanti da sola, trovare un socio credibile o cedere il club. Se ne discuterà a fine campionato, dopo il match con l’Udinese. Nel mentre le tensioni restano: lo scudetto le ha congelate non allentate.
Il match ha un passato pesante, il futuro è un rebus per entrambe, il presente dell’Inter invece è libero da assilli di classifica. Vivere una notte da re in casa del vecchio tiranno è l’obiettivo. Conte poi deciderà come muoversi. L’allenatore non vuole mollare il gruppo plasmato, l’ambiente di lavoro è speciale, i giocatori sono un solo corpo con lui. La riflessione è sull’affidabilità dei progetti societari. La vittoria si costruisce sulla fiducia, l’Inter almeno in campo ne ha da vendere.
Juventus (4-4-2): Szczesny; Danilo, De Ligt, Chiellini, Alex Sandro; Cuadrado, Bentancur, Rabiot, Chiesa; Dybala, Ronaldo. All. Pirlo.
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Darmian; Lukaku, Lautaro. All. Conte.
Arbitro: Calvarese.
Tv: ore 18, Sky.
CorSeraLast edited by Sean; 15-05-2021, 07:46:07....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Roma-Lazio, formazioni e dove vederla: El Shaarawy c'è, ballottaggio Dzeko-Mayoral; Correa-Immobile ok
Il derby della Capitale vale per l'Europa di scorta, i biancocelesti hanno perso la Champions ma potrebbero togliere ai giallorossi anche la Conference. Inzaghi all'addio?
Reale perché vale per l’Europa di scorta, ma conserva tutta la tensione della stracittadina. La Lazio ha quasi sicuramente perso il treno della Champions, ma battendo la Roma (e perdendo all’ultima contro il Sassuolo) potrebbe togliere ai giallorossi anche la partecipazione alla Conference League, la terza Coppa creata dalla Uefa a uso e consumo delle squadre minori.
Virtuale perché la Roma, con l’iniziativa che finanzierà «A scuola di tifo», un’iniziativa antirazzista nelle scuole, ha venduto 40.000 biglietti (a 2 euro) che, anche se non faranno entrare i tifosi allo stadio, li hanno fatti sentire comunque vicini alla squadra. E virtuale perché anche se José Mourinho non è ancora arrivato, la sua ombra è già sulla partita e sul campionato. Per esempio, nelle ultime partite Fonseca ha abbandonato la difesa a 3 per quella a 4, lo schema che lo Special One ha sempre usato e userà anche alla Roma.
Di Mou ha parlato pure Simone Inzaghi, ancora alle prese con un rinnovo di contratto che è in ballo da mesi con il presidente Lotito: «Il suo palmarès parla chiaro, sarà un valore aggiunto per la Roma, ma al prossimo anno ci penseremo a tempo debito. Adesso siamo concentrati solo sul derby che sicuramente non sarà una partita come le altre. Chiederò ai ragazzi di avere l’umiltà e la determinazione che abbiamo avuto in questo ottimo girone di ritorno. Così siamo arrivati qui, a tre gare dalla fine, a giocarci ancora la possibilità di tornare in Champions. Abbiamo lavorato cinque anni assieme, abbiamo sempre conquistato 70 punti o anche di più, pure adesso ce la possiamo fare visto che dobbiamo giocare altre tre partite». A qualcuno è sembrato quasi un saluto.
Fonseca è di sicuro al suo ultimo derby. Nei tre giocati fin qui ha totalizzato due pareggi per 1-1 nella scorsa stagione e una débâcle 0-3 in quello dello scorso 15 gennaio. E nei big match fin qui giocati — contro Inter, Atalanta, Milan, Napoli, Juve e Lazio — la Roma ha ottenuto 4 punti su 33 disponibili. Per il tecnico portoghese «è stata una stagione difficile, con infortuni a giocatori importanti. Con loro potevamo arrivare in altre posizioni. La Lazio giocherà come sempre, cercando il contropiede, noi dobbiamo essere equilibrati».
La Lazio sembra fatta, con il rientro di Reina in porta, Lulic sulla fascia sinistra a portare il ricordo della finale di Coppa Italia vinta nel 2013, Milinkovic-Savic in campo con una mascherina protettiva dopo la frattura del setto nasale, la coppia d’attacco Correa-Immobile supportata da Luis Alberto che ha segnato tre gol negli ultimi tre derby.
La Roma ha più dubbi, a partire dal portiere: dovrebbe essere confermato Fuzato, ma Mirante farà un provino in mattinata. L’equilibrio che vuole Fonseca dovrebbero darlo Cristante e Villar davanti alla difesa. El Shaarawy è favorito su Pedro (che non è al top), ballottaggio tra Dzeko e Mayoral. Lo spagnolo non ha giocato nemmeno un minuto contro l’Inter ed è più fresco. Il bosniaco ha un’esperienza infinitamente maggiore di partite simili e sembra leggermente favorito. I derby si vincono curando i dettagli. Chi sbaglia di meno, di solito vince.
Roma (4-2-3-1): Fuzato; Karsdorp, Mancini, Ibanez, Bruno Peres; Villar, Cristante; Mkhitaryan, Pellegrini, El Shaarawy; Dzeko. All: Fonseca.
Lazio (3-5-2): Raina; Marusic, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva. Luis Alberto, Lulic; Corea, Immobile. All: S. Inzaghi.
Arbitro: Pairetto
Tv: ore 20.45, Dazn.
CorSera...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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I problemi di liquidità che stanno affliggendo i club compattato la Lega di A (fot. Su suggerimento dell’Inter, società che più di ogni altra è costretta a fronteggiare l’emergenza stipendi, i presidenti hanno votato all’unanimità la delibera da portare lunedì in Consiglio federale
I club chiedono di differire le scadenze relative al versamento di 4 mensilità: in pratica spostare il pagamento di marzo dal 30 maggio al 24 giugno, aprile dal 28 giugno al 31 luglio e far slittare gli stipendi di maggio e giugno al 31 dicembre. Non solo: i presidenti hanno deciso di coinvolgere l’Assocalciatori per trattare lo scabroso tema del taglio di due salari. Trattativa che sarà tutt’altro che semplice considerando che non tutti i giocatori sono iscritti al sindacato e già lo scorso anno la richiesta dei club era caduta nel vuoto.
CorSera...ma di noi
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Chissà cosa farà CR7 il prossimo anno...
Mendes ha detto che non andrà allo sportingOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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PSG, United...o forse resta. Qua ha un contratto di 31 milioni e regime fiscale agevolato....ma di noi
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ma nessun gol in champions per il prossimo anno...
e credo che ci tenga ad aumentare il recordOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Era dal '96 che non lo vedevo.
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggioma nessun gol in champions per il prossimo anno...
e credo che ci tenga ad aumentare il record...ma di noi
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forse, tra mille inverni
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioE allora lo stesso stipendio di adesso può prenderlo solo o a Parigi o a Manchester.Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Esiste ancora?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggiosecondo me non arrivano a 20 milioni
Ma magari per 3 anni..
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Nuno Mendes al City per 53 milioni. Il calcio del popolo che piace a Guardiola.Last edited by Sean; 15-05-2021, 13:42:03....ma di noi
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