ricordo jolly galvanizzato per zeman...
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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E madonna Good, vai un po' più indietro già che ci sei
Poi davvero, tolte le ultime stagioni, la Roma non ha un allenatore con un profilo simile da Capello
La speranza è che, se si decide di dare 8 milioni l'anno ad un tecnico, si pensi anche di comprargli qualche giocatore, sennò n'altro anno con Cristante libero e sto cazzzo stopperOriginariamente Scritto da GoodBoy!modroc - yy
piquet - gabbiani
acquilani - manchini
maybe - Vendola
mandjukic - Sjneider
lialicic - Kongobia
il Mangio - Cointreau
izco - Mihajlovich
Bonacci - Falcata
Cancrena - Val di fiori
mouse - Sczesjky
Jo Amo Mario - Ronado - Juliano
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Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza MessaggioIo vorrei vedere tutti sti detrattori di Mourinho, quando si vociferava di una possibile trattativa... onestamente non ne ricordo.
La Roma deve essere onorata che uno dal suo palmares si sia degnato solo di ascoltare i vari Fienga e altri coglion1.
Tifosi del Milan o della Juve attuale che pensano che sia un bollito...mi pare un bel paradosso onestamente... Pioli e Pirlo per dio. Mi preme rimarcare che Mourinho non ha alzato niente solo nei due anni di Tottenham, quindi pure qui vorrei che qualcuno postasse la carriera di questo allenatore dove dal Porto ad oggi non ha vinto solo nelle ultime due stagioni.
Sarri avrebbe allenato pure i Masiello...forse Mourinho no ed è per questo che sempre forse hanno deciso per lui.
Poi ad oggi per me non si vince un cazz0 uguale eh, perché ripeto per l'ennesima volta che senza squadra, non fai niente.
per me avreste fatto molto meglio a prendere sarri
ovviamente Mou è una leggenda ma mi sembra bollitoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioUn'altra clamorosa novità per quanto riguarda una panchina internazionale? Secondo quanto riporta il collega Duncan Castles all'interno del suo podcast The Transfer Window, il Tottenham avrebbe preso contatti per Gian Piero Gasperini dell'Atalanta per la successione di José Mourinho per la prossima stagione. Sfumata l'intesa con Erik ten Hag che ha rinnovato con l'Ajax, spunta ora il nome di Gasperini: un interesse al quale, spiega il podcast, sarebbe arrivata una risposta positiva.
Marco Conterio TMW
beh era ora che gli proponessero una panchina importante, sta facendo un lavoro incredibile.Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioChe fallimento il PSG...
sono contento di averne profetizzato il fallimento qualche mese fa
è inutile avere 45 attaccanti fortissimi se poi a centrocampo devi giocare con gueye sarabia paredes e danilo pereira.
La champions si vince con centrocampi da favola......altroché
Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza MessaggioPep perfetto
la cosa incredibile è la fase difensiva che è diventata di livello assolutoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
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Mourinho nuovo allenatore della Roma. I Friedkin piazzano un grandissimo colpo e ingaggiano a sorpresa l’allenatore del Triplete interista, subito dopo aver annunciato, a quattro giornate dalla fine del campionato, il divorzio da Fonseca a fine stagione. Mou ha tanti difetti, forse la sua stella è abbastanza in declino dopo gli anni d’oro e le Champions League vinte con il Porto e con l’Inter, gli ultimi esoneri in Premier League con Manchester United, Chelsea e Tottenham lo hanno probabilmente segnato, ma in ogni caso è un grandissimo personaggio, un allenatore-martello che ha ispirato tanti, un grande leader, uno stregone del pallone. Un po’ come il mito Helenio Herrera dall’Inter alla Roma a cavallo tra gli anni 60 e 70. E comunque è la testimonianza che la Roma dei Friedkins dopo il fallimento della stagione con la batosta di Manchester e il settimo posto in campionato intende rilanciare forte e giocare subito pesante, a pochi giorni dal trionfo interista di Conte. Mourinho infatti è l’idolo dell’Inter, è l’uomo del Triplete, è un dichiarato tifoso nerazzurro. Ma adesso la sfida ricomincia, con Mou diventa tutto più interessante, sale subito la febbre…
Mourinho alla Roma. Nonostante qualche sussurro in giro ci fosse, c’è voluto un po’ prima di crederci, ma a quanto pare è proprio vero. E da un po’ che nella capitale non si vedevano cose strabilianti del genere. Un colpo stile anni 80, quando Roma voleva tener testa a Milano e Torino.
Ho da qualche tempo il dubbio che gli americani sappiano veramente fare calcio, almeno in Italia, però gli americani sanno indubbiamente fare spettacolo. E lo spettacolo nel calcio non è solo in campo, anzi è soprattutto fuori. Il calciomercato è il tempio dello spettacolo, il luogo dove i sogni possono avverarsi tutti e le amarezze essere cancellate in un istante. Nello stesso giorno i Friedkin, i silenziosissimi e anche un po’ misteriosi nuovi proprietari della Roma, silurano Fonseca con un comunicato ufficiale – “non sarà più lui l’allenatore della Roma il prossimo anno” – e dopo pochissime ore annunciano nientemeno che José Mourinho, uno che comunque la metti fa sempre parte del paradiso degli allenatori mondiali: Guardiola, Klopp, Zidane, Mourinho… Certo negli ultimi anni il personaggio è un po’ stropicciato, segnato dai recenti esoneri in Premier League con Manchester United, Chelsea e Tottenham ma comunque le due Champions League con Porto e Inter restano, il mondo pende sempre dalle labbra, tutti aspettano le sue battute, che se ne venga fuori con “Non sono un pirla” o “Zeru Titoli”. Che si scontri con Wenger o Guardiola, che faccia i suoi show a bordocampo, magari il gesto delle manette o una mano all’orecchio. E chi se lo può scordare?
Ci sono club disposti a pagarlo tanto oro quanto pesa solo per questo – anche la Roma, immagino, che gli ha fatto un contratto fino al 2024 – purché lui metta in moto il suo personale circo da stregone mediatico, fatto di esplosioni di ira, battute, sguardi, sorrisi, ammiccamenti, sentimenti e pernacchie a go go. Le polemiche sono il suo brodo, il suo sangue. Il calcio di José Mourinho, abbastanza ancestrale, poco più che difesa e contropiede, un calcio all’opposto del suo storico rivale Pep Guardiola, è fatto apposta per accendere le piazze. Mou è un incendiario. I tifosi impazziscono per lui: quelli per cui allena lo idolatrano, gli altri lo detestano visceralmente. Chissà come si metterà con l’ Inter adesso, ma il bello – spettacolarmente parlando… – è proprio quello.
E così il “non sono un pirla” di quando Mou arrivò all’ Inter diventa subito adesso, furbescamente, “Daje Roma”. Il calcio è tattica, tecnica, campioni, ma qui si governa soprattutto con gli slogan. Anche se ormai vincere è un po’ diverso: e alla Roma l’ultima vittoria – una Coppa Italia – risale addirittura proprio al 2008, quando Mourinho disse sì a Moratti. Mourinho sbarca alla Roma nel momento in cui a Milano l’Inter rivede la luce e lo scudetto con Antonio Conte proprio 11 anni dopo l’ultimo scudetto interista. Conte è stato un rivale acerrimo di Mou in Premier. Ai tempi del Chelsea e del Manchester United si sono viste scintille a bordo campo. Mou è corrivo, sarcastico, feroce, aggressivo, capopopolo: Spalletti e Ranieri da allenatori della Roma e della Juventus ne portano ancora addosso i segni. A Spalletti dedicò il famosissimo “Zeru Tituli” e a Ranieri disse che “dopo 5 anni in Inghilterra a malapena sa dire good morning e good afternoon”. Non ci va certo per il sottile Mou, ti attacca a testa bassa.
L’operazione richiama antiche simili mosse teatrali, come quando alla Roma arrivarono Herrera, Liedholm o Capello. Oggi Mourinho con la Roma può arrivare ovunque, anche perché, pensano tutti, dei bei giocatori se li farà comprare no? La forza della notizia è che viene al di fuori del triangolo Juventus-Inter-Milan, le sole società che possono garantire operazioni del genere. E non è escluso che, nonostante la feroce crisi, questo comporti anche reazioni a catena, in tutti gli altri club: Juve, Inter, Milan, Napoli, Lazio e così via…
Se è vero che la sola liquidazione dal Tottenham ammonta a 18 milioni di euro, si può immaginare che la Roma abbia garantito a Mourinho un ricchissimo contratto. E un bel po’ di garanzie tecniche. Per il resto la strategia è elementare: nel momento in cui sprofondi rilanci al massimo, ti giochi l’intero jackpot. E i tifosi che ti stavano contestando ti porteranno in trionfo anticipato. Da portoghese a portoghese, dunque, ma con un bel salto di rango. Vista dalla parte del nuovo allenatore, non si può non rilevare come lo scaltrissimo José sia andato a pescarsi una squadra che finirà settima o giù di lì in campionato e che ha preso begli schiaffi dal Manchester United. Insomma, mica una squadra scudetto, più facile fare meglio che peggio e dire poi, ricordatevi dove stavate prima di me.
Insomma per adesso sembra davvero il colpo dei colpi. Poi magari tra sei mesi o dodici tutto sarà riosservato sotto una luce diversa, con più freddezza e più distacco, e l’operazione Mourinho a quel punto potrebbe essere stata semplicemente una follia. E qualcuno, anche giustamente, potrebbe dire: ma che non vi eravate accorti che non è più il Mourinho di 12 anni fa? Il rischio c’è, inutile nasconderlo. Ma il calcio è sostanzialmente questo, una lucida, travolgente follia.
...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Mourinho alla Roma: i Friedkin a Londra, la telefonata al vice di Mendes, la trattativa segreta
Il g.m. Tiago Pinto aveva contattato Valdir, il braccio destro del potente Jorge Mendes. Il contratto: 7 milioni netti all’anno, il Tottenham si accolla la buonuscita di 9 milioni
L’ultima sfida di José Mourinho, l’allenatore che ha in bacheca 25 trofei, è cancellare la Roma degli «zeru tituli». Fu lui, il 3 marzo 2009, in una conferenza stampa infuocata, a coniare la frase diventata storica. Criticavano la sua Inter e lui chiese cosa si doveva dire della Roma, del Milan e della Juventus. Mou al 100%.
Muovendosi alla 007, con un blitz a Londra la settimana scorsa, Dan e Ryan Friedkin hanno trovato l’accordo con Mou. Il primo passo l’aveva fatto il g.m. giallorosso Tiago Pinto, contattando Valdir, il braccio destro del potentissimo Jorge Mendes, che nel portafoglio della sua Gestifute ha l’allenatore, Cristiano Ronaldo, Bernardo Silva, Di Maria, James Rodriguez e tanti altri. Mou era appena stato esonerato dal Tottenham e Tiago Pinto ha lanciato un amo sperando nella pesca miracolosa. Fatti, non parole: così i Friedkin hanno riacceso l’entusiasmo romanista che è subito salito a livelli inimmaginabili, soprattutto dopo una stagione così deludente.
Il colpo mediatico
È un colpo mediatico a livello mondiale, simile a quello della Juve con Cristiano Ronaldo. Accende i riflettori del mondo del calcio sulla Roma ma dà lustro a tutta la serie A. Sarebbe un errore, però, pensare che sia un’operazione di immagine. Mourinho non ha mai giocato solo per partecipare, non inizierà a farlo a Roma. Sa che per vincere uno scudetto a Roma ci sono voluti in panchina Liedholm e Capello. Qui può tornare ancora lo Special One.
L’anteprima del colpo, in mattinata, è stato l’annuncio su Paulo Fonseca: resterà fino al termine della stagione e poi le strade si separeranno. Anche se dovesse battere 4-0 il Man United nel ritorno della semifinale di Europa League, dopodomani. Sembrava il modo per evitare il calvario delle indiscrezioni sull’esonero ma il botto doveva arrivare di lì a poco. La Roma e Mourinho si legano con un contratto triennale da 7 milioni netti più bonus a stagione (grazie al decreto Crescita peserà per 10 e non 14 sul bilancio giallorosso). Il Tottenham contribuirà con altri 9 milioni al tecnico: sono la buonuscita dell’accordo da 16 milioni che lo legava agli Spurs fino al 2023. In ogni caso, un risparmio.
Il ringraziamento sui social
«Ringrazio la famiglia Friedkin per avermi scelto — ha scritto Mou sui social —. Ho capito immediatamente quanto sia alta l’ambizione di questa società, la stessa che mi motiva da sempre. Insieme vogliamo costruire un percorso vincente negli anni a venire. L’incredibile passione dei tifosi della Roma mi ha convinto ad accettare l’incarico e non vedo l’ora di iniziare. Daje Roma!». All’Inter si era presentato con «non sono un pirla», a Roma ha scelto la frase che i tifosi ripetono come un mantra.
L’importanza del percorso
«Percorso» è la stessa parola dei Friedkin: «José ha vinto trofei a ogni livello e garantirà leadership e esperienza per il nostro ambizioso progetto. È un grande passo in avanti nella costruzione di una mentalità vincente per il nostro club». Non gli sarà chiesto di vincere immediatamente, così come Mourinho non potrà chiedere acquisti con prezzi alle stelle. Il bilancio della Roma è in profondo rosso, ma i Friedkin continueranno a investire. L’arrivo del tecnico è la garanzia di un futuro importante. La base c’è (compreso Dzeko), servono 3-4 acquisti centrati. Jorge Mendes aiuterà. L’idea di rivedere De Rossi nello staff tecnico o Totti tra i dirigenti è suggestiva ma tutta da studiare. Chi vivrà, vedrà. Solo la Roma poteva offrire a Mou l’occasione di completare la bacheca con il trofeo che non ha mai vinto: la Conference League. Ma ora bisogna arrivare settimi in campionato, l’ultima missione per Paulo Fonseca.
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Il Manchester City batte nettamente il Paris Saint Germain con due gol di Mahrez e va in finale di Champions League (29 maggio a Istanbul). Pep Guardiola trascina il City alla sua prima storica semifinale della più grande coppa europea e anche per l’allenatore, da molti ritenuto il numero 1 al mondo, e che fu il creatore e il plasmatore del grande Barcellona di Messi, è la prima volta in finale da quando lasciò i catalani. Chelsea o Real Madrid il possibile avversario
Il Manchester City in finale di Champions League (29 maggio a Istanbul) riempie un buco della storia recente del calcio. Il City non ci era mai arrivato, ma da tempo è ormai salito nell’empireo delle squadre più importanti, ricche e forti del mondo. Diciamo che finalmente è arrivato almeno lì dove tutti lo aspettavano da parecchi anni. E anzi non è che la storia sia finita qui, non si spendono dei miliardi di sterline per vedere quella Coppa solo da lontano. Conta sollevarla.
Il Manchester City arriva in finale guidato da Pep Guardiola che ha a lungo cercato, lontano da Barcellona – la sua tana – le stesse soddisfazioni e gli stessi successi. Da grande allenatore qual è, per molti addirittura il numero 1 al mondo, orgoglioso e convinto dei propri mezzi, vuol dimostrare, Guardiola, di poter vincere anche senza Messi, Xavi e Iniesta. In finale ci è arrivato con due gol di Riyad Mahrez, ex Leicester, giocatore di talento e ormai trentenne, che del City è diventato un pilastro.
Non è un City, quello di oggi, particolarmente spettacolare, le due semifinali col Paris Saint Germain non sono state partite straordinarie, tutt’altro. E forse, per quanto sia costato tantissimo, questo Manchester City non è nemmeno una squadra straordinaria, non così ricca di campioni come si potrebbe pensare. E anche Guardiola ormai è molto distante da quello che esattamente dieci anni fa vinse l’ultima Champions League col Barcellona: meno tiki taka, gioco più verticale, nessun centravanti vero, giocatori che corrono e vanno veloci.
Di campioni ne ha forse di più il Paris Saint Germain, ma stavolta Neymar, Mbappé, Di Maria o sono rimasti ai box oppure hanno girato veramente piano, arrivando troppe poche volte davanti alla porta.
Il City si giocherà la Champions contro il Chelsea o il Real Madrid. Solo vincendo Guardiola, ormai alla quinta stagione col City mentre col Barcellona ne fece quattro, scaccerà tutti i suoi fantasmi.
CHAMPIONS LEAGUE 2020-2021Semifinali di ritornoMartedì 4 maggio 2021
Manchester City – Paris Saint Germain 2-0 (and. 2-1, Manchester City in finale
(11? Mahrez MC, 63? Mahrez MC)
Mercoledì 5 maggio 2021Chelsea-Real Madrid (and. 1-1)
Finale29 maggio 2021 (Istanbul)Manchester City – ….
Last edited by Sean; 05-05-2021, 06:53:58....ma di noi
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Mourinho e Conte, 12 anni di guerra verbale tra «catenaccio», «capelli», «pianti», «pagliacci» e «calcioscommesse»
Il portoghese torna in Italia e trova il suo rivale di sempre: aria di scintille, a partire da quelle esultanze eccessive dopo un 4-0 per l'italiano
Mourinho torna in Italia
Undici anni dopo il Triplete con l’Inter e la fuga al Real Madrid, José Mourinho ritorna in Italia. Ritroverà Antonio Conte sulla panchina proprio dei nerazzurri, fresco di scudetto. I due non si sono mai amati. Entrambi vogliono vincere, entrambi non vogliono arrivare secondi, entrambi non accettano una sconfitta. La prima sfida risale alla stagione 2009-2010 proprio quella del grande trionfo del portoghese. Ma a Bergamo l’Atalanta di Antonio Conte ferma i nerazzurri sull’1-1 (13 dicembre 2009). Il primo capitolo di una lunga storia tra due persone che non si sono mai amate. E già la faccenda promette scintile
Scontro dialettico in Premier League
Ma per il primo vero scontro dialettico tra i due contendenti bisogna aspettare l’ottobre 2016. Il Chelsea di Antonio Conte umilia il Manchester United dello Special One per 4-0. I festeggiamenti dell’ex c.t. sul quarto gol dei Blues non piacciono proprio a Don José. Stretta di mano molto prolungata, durante la quale Mourinho si lamenta con Conte: «Così si festeggia un 1-0, non un 4-0, altrimenti per noi diventa umiliante». Conte spiega che ha invitato il pubblico ad applaudire la squadra.
José ad Antonio: «Fai il catenaccio»
Febbraio 2017. Il Chelsea di Conte sta volando verso la Premier, mentre il Manchester United arranca. Ma ecco l’attacco di Mourinho all’attuale allenatore dell’Inter: «Il Chelsea difende davvero bene e con molti giocatori e credo che questa sia una di quelle occasioni in cui una squadra vince la Premier segnando in contropiede o da calcio piazzato. Ma questo è il calcio». Insomma, accusa i Blues di fare catenaccio.
Conte e le spese folli dei due Manchester
Il Chelsea è campione e allora per Antonio Conte arriva il momento di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Andando contro il Manchester City e lo United per le spese folli di entrambe nel mercato: «Penso che questa stagione sia importante per capire che non sempre vince chi spende più soldi. Se così fosse, a vincere la Premier non sarebbe il Chelsea, il Tottenham, l’Arsenal o il Liverpool, non so se mi spiego».
Mou: «Non perderò i capelli parlando di Conte»
Inizia la stagione 2017-2018. Antonio Conte non vorrebbe proprio fare la fine di José Mourinho, fallendo l’anno dopo la vittoria del campionato. Anzi, l’ex c.t. lo ricorda pure in conferenza stampa. Allora il portoghese risponde tirando in ballo la chioma del suo rivale: «Potrei rispondere in molte maniere, ma non perderò certo i capelli per parlare di Conte».
Mou a Conte: «Io non piango sugli infortuni»
Ottobre 2017. Continua la guerra tra Antonio Conte e José Mourinho. L’allenatore del Chelsea si lamenta degli infortuni. Lo Special one prende al balzo l’occasione per colpirlo: «Io non parlo mai di infortuni. Altri allenatori non fanno altro che piangere quando un calciatore si fa male. Potrei farlo anche io, ma non sono così». La controreplica non tarda ad arrivare: «Mourinho dovrebbe cominciare a pensare un po’ più alla sua squadra piuttosto che concentrarsi su quello che succede al Chelsea».
«Non sono un pagliaccio»
Inizia un nuovo anno, il 2018. C’è chi chiede allo Special One se abbia perso il suo spirito guerriero. Ed ecco che tira in ballo Antonio Conte: «Solo perché non mi comporto come un pagliaccio a bordo campo non significa che mi manchi la passione. Non serve fare il pazzo, preferisco comportarmi in maniera più matura». Conte, da parte sua, non sta zitto: «Forse dovrebbe rivedere quello che ha fatto in passato. A volte ci si dimentica di quel che si è fatto in precedenza, che è quel che fa lui. Non so come si dice, forse demenza senile...». Apriti cielo. L’ufficio stampa del Chelsea si affretta a dire che intendeva «amnesia». Ma ormai il danno è fatto.
Il calcioscommesse
Ormai è guerra vera tra i due. Mourinho parla della squalifica ricevuta da Conte per omessa denuncia risalente ai tempi in cui allenava il Siena: «Quello che a me non è mai successo è di essere squalificato a causa di partite truccate. Non mi è mai successo e mai mi succederà». Ed ecco Conte: «Chi fa questo tipo di commenti volti a screditare la persona senza sapere la verità è un piccolo uomo. Lo è stato in passato e lo sarà in futuro. Quando giocheremo contro lo United voglio incontrarlo faccia a faccia nel suo ufficio, vediamo se mi spiega questi commenti quando siamo solo io e lui».
L'armistizio
Maggio 2018, finale di Fa Cup. Il Chelsea vince contro lo United per 1-0, grazie al gol di Hazard. I due avevano smesso di insultarsi da qualche mese. Forse il chiarimento in ufficio potrebbe esserci stato. Adesso vediamo quanto saranno piccanti le sfide tra Inter e Roma. Ci saranno nuovi capitoli?
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Mourinho promette scintille (almeno dialettiche) come è nel personaggio, e a Roma potrà sciorinare tutto il suo istrionismo. Intanto, ripeto, partire con entusiasmo è sempre importante perchè nel calcio ci vuole anche un pò di carica. Per dire, l'entusiasmo che ci trasmette Pirlo è quello di quando ti annunciano che il tuo gatto è stato piallato in tangenziale.
Poi è chiaro che gli spiriti andranno eccitati con i risultati concreti, ma con questa mossa gli americani dissolvono quelle nubi di depressione e pessimismo che hanno albergato sulla Roma direi per tutti interi gli anni di Pallotta.
Intanto il City guadagna finalmente la sua prima finale. Guardiola ci torna da dopo il Barcellona. La finale dà loro l'occasione di potersi togliere di dosso delle etichette annose: il City di essere i cugini poveri dello United a livello di dimensione internazionale; Guardiola di non riuscire a vincere la coppa senza Messi e compagni.
Per loro sarebbe meglio il Real in finale, perchè i derby sono strani e possono regale brutte sorprese. Il Chelsea poi è abbonato alle vittore non pronosticate e quasi surreali: c'è il precedente di quando ad alzarla non fu il Bayern ma il Chelsea di Di Matteo e di un Drogba a fine corsa....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioPer dire, l'entusiasmo che ci trasmette Pirlo è quello di quando ti annunciano che il tuo gatto è stato piallato in tangenziale.
jahahahahhahahaOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
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CALCIO
"Di, ei...": a Sky Uk non capiscono cosa vuol dire il "daje Roma" di Mourinho
José Mourinho si è annunciato oggi su Instagram come nuovo allenatore della Roma con il commento "daje Roma". Negli studi di Sky Sport Uk, però, l'espressione non è stata compresa e ha provocato espressioni esilaranti...
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Mourinho alla Roma, cosa porta (e cosa forse non può dare)
Il ritorno di Mourinho significa serietà professionale e sicurezza del progetto e sarà il portavoce ideale di una proprietà silenziosa. Il portoghese è andato in difficoltà quando si è imposto il calcio studiato di Guardiola ma ha mille altre dimensioni
Il ritorno di Mourinho significa tante cose. La prima è la serietà dei proprietari della Roma che hanno mandato clamorosamente a vuoto qualunque esperto di mercato. Il secondo significato sta nella forza della decisione, nella sua importanza intrinseca. Prima ancora di sapere cosa sia oggi Mourinho, conta quello che l’uomo rappresenta. La conseguenza diretta è serietà professionale e sicurezza di progetto. Questo Mourinho lo garantisce a Roma e anche al resto del nostro calcio dall’alto delle sue decine di titoli. La terza cosa è pura suggestione, argomento instabile ma alla base di qualunque sostanza futura. Una società silenziosa come la Roma degli americani, aveva bisogno urgente di un portavoce all’americana che parlasse a nome dei presidenti.
Mourinho trasformerà la città in un anfiteatro di parole che rimbalzeranno da un colle fatale all’altro riportando la fedeltà alla base. Se ci sono momenti in cui la forza del presente conta più dei rischi del futuro, questo è uno di quelli. Per stare dentro il nostro tempo, Mourinho vaccina la Roma dalla sua delusione. Il resto è da costruire, come sarebbe stato con qualunque altro allenatore.
Resta un’ultima domanda: cosa rappresenta oggi Mourinho sotto l’aspetto tecnico? Viene da anni di esoneri importanti, perché? Ci sono spiegazioni quasi letterarie che hanno secondo me basi solide. L’impresa di Mourinho con l’Inter è del 2010, anno in cui Guardiola cominciava la sua strada rivoluzionaria nel Barcellona. Mourinho non ha una scuola tecnica, ha impeto, culto del dettaglio, ma non viene dal grande calcio, lo raggiunge. Più il calcio è basico, litigioso, instabile, e più lui è il migliore. Guardiola ha portato una scienza nuova e l’ha insegnata a tutti. Mourinho è andato in difficoltà esattamente quando il calcio studiato si è affermato in tutta Europa. Ne viene scavalcato. Nella dimensione Guardiola, Mourinho è vecchio. Ma restano altre cento dimensioni.
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