Mamma mia
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioMa chi è Van Brocco adesso? Saranno fuffe mediatiche. Pinto rischia di finire al Colosseo coi leoni dentro.
come chi è?
come calciatore era molto famosoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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"Mi piace fare barbecue": l'arrivo di Suarez e le prime domande.
Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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La Roma battuta 6-2 dal Manchester United: calo fisico, poco gioco e mancanza di coraggio
Serve un miracolo per non perdere anche l’ultima squadra italiana rimasta in corsa nelle Coppe. Contano anche i tanti infortuni e i troppi «vecchi» a bilancio
Si chiamano miracoli perché succedono di rado e la Roma ne ha già vissuto uno con la «remuntada» contro il Barcellona (1-4 all’andata e 3-0 al ritorno) nei quarti di finale di Champions League. Era il 10 aprile 2018 e Messi uscì distrutto dall’Olimpico. Sembra un secolo fa.
Il 6-2 subito contro il Manchester United nella semifinale di andata di Europa League rischia di aver cancellato l’Italia dalle Coppe con una settimana di anticipo. Il risultato e gli infortuni in serie rendono il ritorno una «mission impossible». La sconfitta è il simbolo di quello che è mancato alle squadre italiane in questa stagione: condizione atletica, coraggio, mentalità, gioco associativo.
1) Condizione atletica: la Roma aveva chiuso in vantaggio il primo tempo ed è crollata nel secondo, 5-0 per gli inglesi. La differenza di forza fisica e dinamismo è stata imbarazzante e ha ricordato la sconfitta della Lazio contro il Bayern: sempre secondi sul pallone, in balia dell’avversario. Veretout che va k.o. al primo scatto non è sfortuna, è mala gestione del recupero degli infortunati. Contro il Leeds, quattro giorni prima, Solskjaer ha mandato in campo 8 titolari su 10 che poi hanno rigiocato contro la Roma.
2) Coraggio: Solskjaer ha schierato tutta l’artiglieria per attaccare la Roma, mettendo insieme Rashford e Cavani. Fonseca ha lasciato all’avversario quasi il doppio di palloni giocati e 20 tiri contro 5 pur di non rinunciare alla difesa a tre. Visti anche gli infortuni, nella ripresa poteva passare al 4-1-4-1, con Cristante davanti alla difesa, ma ha preferito non cambiare. Eppure era arrivato in Italia con l’idea di dominare le partite attraverso il possesso palla. Un po’ di coraggio in più sarebbe servito anche all’Inter di Conte per fare strada in Europa, ma Eriksen per esempio ha giocato 5’ contro il Real Madrid e 6’ nell’ultima e decisiva sfida con lo Shakhtar Donetsk.
3) Mentalità: Fonseca ha centellinato per settimane i suoi giocatori, rinunciando al campionato per preparare due sole partite di Coppa. Ma perdere allena a perdere e adesso i giallorossi sono quasi fuori dall’Europa League e al settimo posto in Serie A. Sembra impossibile per le nostre squadre accettare l’idea di giocare per più obiettivi. Nascono così rose ipertrofiche, spesso con calciatori di età avanzata, che incidono pesantemente sul monte ingaggi. In questo senso il Napoli poteva fare sicuramente di più in Europa League, un torneo alla sua portata. Però si pensa (quasi) sempre che andare avanti porti via energie alla lotta per un posto Champions. Le squadre non giocano più per vincere ma per piazzarsi. Una volta si festeggiavano i trofei, adesso i bonus Uefa.
4) Gioco associativo: lo United ha macinato azioni, la Roma ha cercato soprattutto i singoli. È un vecchio problema del calcio italiano. La Juventus, la più grande delusione, per vincere la Champions ha pensato a Cristiano Ronaldo e non a un gioco davvero europeo. Come dice Arrigo Sacchi: all’estero se una squadra non segna si cambiano gli schemi di attacco, in Italia si compra un nuovo centravanti.
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Crotone-Inter, formazioni e dove vederla: spazio a Sensi e Darmian
Nerazzurri all'ultimo sforzo: se vincono in Calabria, festa scudetto possibile già domenica dal divano, o l'8 maggio contro la Sampdoria. Conte: «Un'opera d'arte»
Il lungo viaggio è quasi arrivato alla fine. L’Inter prepara la festa e vede accendersi un semaforo tricolore per un atterraggio dolcissimo. Dopo un’attesa durata 11 anni e segnata da tante battaglie, soprattutto da sconfitte e lacrime mai di gioia, Antonio Conte è riuscito a rovesciare la dittatura juventina. Quella di Crotone potrebbe essere l’ultima partita senza lo scudetto sul petto. Il più è fatto, basta vincere contro la squadra di Cosmi e aspettare il risultato dell’Atalanta: se non batte il Sassuolo il discorso è chiuso.
Si potrebbe festeggiare domenica 2 dal divano di casa o, al massimo, sarà tutto rinviato a sabato 8 maggio con la Samp. L’impresa però è compiuta. «Mi auguro di finire al meglio questa stagione, sarebbe un’opera d’arte per noi», ammette Conte, primo artefice del capolavoro nerazzurro.
Per non perdersi la festa è tornato in Italia Steven Zhang. A 29 anni diventerà il più giovane presidente della storia nerazzurra a vincere uno scudetto. Ad Appiano Gentile ha rivisto squadra e allenatore, dopo sette mesi di assenza. «Sono orgoglioso di un viaggio eccezionale. Ora manca solo l’ultimo sforzo: siamo vicini alla storia, grazie a tutti», ha detto alla squadra dopo averla riunita in campo. Poi l’abbraccio con Conte, un abbraccio scudetto.
Due ore al centro tecnico, con tanto di pranzo con la dirigenza, per riprendere confidenza con il suo pianeta, reso meraviglioso e vincente da Conte, tecnico scelto da Marotta. Al di là delle incognite legate al futuro, a Zhang e al gruppo Suning va riconosciuto il merito di aver piantato i germogli giusti per far rifiorire l’Inter. Dopo lo scudetto si faranno i discorsi e si capirà quanto è robusto l’albero nerazzurro. Il presidente non è volato a Crotone e per via della nebbia la squadra è stata costretta ad atterrare a Lamezia. Zhang attende il ritorno per festeggiare e unirsi al giro d’onore finale. Poi dovrà avviare le discussioni sulla stagione che verrà.
Al presente ha sempre badato Conte, il generale che si è sporcato in trincea insieme ai suoi soldati. Sta sul pezzo fino alla fine, non lascia nulla al caso, neanche per la partita con il Crotone, ultimo in classifica e che oggi potrebbe retrocedere. «Con Zhang c’è stato un saluto, da un po’ non ci vedevamo. Ancora non abbiamo conquistato niente», racconta l’impassibile Conte. Rivendica il suo modello. «Ho portato il mio credo e il mio percorso, fatto di sudore e sacrificio. Spingo tutti al limite, lo so. È l’unico modo però per essere vincenti. In un percorso così non puoi trovare sempre tutti dalla tua parte, richiede molta fatica. Alcuni preferiscono restare nella loro mediocrità, dove si sta più sereni e si dorme meglio. Qui tanti mi hanno voluto seguire. L’Inter ha ritrovato credibilità nazionale e internazionale, penso sia stata anche sottovalutata la nostra finale di Europa League. Stiamo per fare qualcosa di straordinario e storico per il club. Questa stagione ci ripaga del sudore di notti insonni».
La festa è apparecchiata. Al traguardo l’Inter arriva senza inseguitori, pronta a gustarsi il suo trionfo. Un’opera d’arte, compiuta dopo 11 lunghi anni.
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Milan, da Pippo Inzaghi a Gattuso: l'ombra del passato sulla corsa alla Champions
La gara con il Benevento dell'ex bomber e la sfida a distanza con 'Ringhio', che potrebbe beffare i rossoneri, come un contrappasso, nella corsa all'Europa nobile
Che il primo tra gli ultimi 5 ostacoli per il Milan sulla strada improvvisamente impervia verso il ritorno in Champions sia proprio Pippo Inzaghi, alla guida del suo Benevento in lotta per restare in A, è una beffa apparente del calendario. In realtà sono continui i richiami del gloriosissimo passato: quasi una persecuzione dalla quale non riesce a liberarsi l'ex "club più titolato al mondo", etichetta dei tempi belli in cui Inzaghi segnava i gol decisivi nella finale di quella Champions che da sette anni è diventata una meta inafferrabile.
La sindrome del passato
E' come se il Milan attuale, cinquantatreesimo nel ranking europeo per club, fosse rimasto prigioniero di quei successi ormai sbiaditi. Il ricordo è ancora più pungente perché tra gli avversari che potrebbero precludere di nuovo il sospirato traguardo c'è soprattutto il Napoli di Rino Gattuso, che dopo avere incarnato in campo lo spirito vincente del periodo felice, è stato finora l'allenatore più vicino alla qualificazione, persa due anni fa per un solo punto dietro Inter e Atalanta: il divorzio da Rino, che aveva invocato investimenti tecnici per migliorare la rosa, rischia di sfociare nel classico contrappasso.
Maldini e Ibra motivatori
E' dunque il più grande simbolo in carica della storia del Milan, l'uomo che incarna con la sua stessa saga familiare la vita del club, a rappresentare in questa fase delicatissima della stagione l'appiglio fondamentale. Paolo Maldini, da direttore tecnico, sa meglio di chiunque altro che perdere la Champions, al di là degli introiti annessi, sarebbe delittuoso, dopo mezzo campionato in testa alla classifica. Per questo lui, insieme a Ibrahimovic che col recentissimo rinnovo di contratto ha dato ai compagni il segnale della volontà di giocare la coppa più importante, sta catechizzando in questi giorni la squadra a Milanello, con colloqui anche individuali sulla necessità di non farsi sfuggire l'occasione.
Donnarumma e gli altri rinnovi
La spaccatura tra Maldini e l'ad Gazidis sulla Superlega viene al momento accantonata in nome della ragion di stato, anche se ha riaperto vecchie ferite in società. Dei rinnovi di contratto e del riscatto dei prestiti (Donnarumma, Çalhanoglu, Kessié, Romagnoli e Tomori i casi urgenti) si continua invece a parlare anche col ds Massara, perché lo impone la legge del mercato e perché l'eventuale prolungamento del contratto del portiere della Nazionale (l'ipotesi di un altro anno non è legata soltanto alla qualificazione alla Champions) potrebbe diventare il secondo segnale alla squadra, dopo il rinnovo di Ibra.
Pioli e le variazioni tattiche
La posizione più scomoda è comunque quella dell'allenatore: il lavoro di Pioli, artefice del gioco per molti mesi divertente della squadra e del marchio tattico offensivista, non è stato certo cancellato dalle 9 sconfitte del 2021, però i risultati contano. Non appare più remota l'opportunità di qualche variazione tattica, per compensare lo squilibrio sempre più evidente causato dall'inferiorità numerica a centrocampo, dove 2 soli uomini sono insufficienti, se i 4 attaccanti non tornano ad aiutarli. E' cruciale in questo senso il ruolo di Çalhanoglu, che deve raccordare i 2 reparti, ma che da parecchio tempo ormai non ci riesce più come invece faceva prima.
Un imperativo: alzare il ritmo
Pioli ha già cambiato qualcosa nell'assetto tattico delle ultime partite, con gli scambi di posizione in zona avanzata e in particolare con gli accentramenti di Saelemaekers. Ma è verosimile qualche nuovo accorgimento quando gli avversari hanno il pallone, una mossa che aiuti Kessié nei compiti di incontrista e che avvicini il modulo a un 4-3-3 (4-5-1 o 4-4-2 in fase di copertura), probabilmente più importante della scelta dei difensori, perché le sconfitte sono arrivate anche quando il capitano Romagnoli, a lungo infortunato, è stato accantonato in panchina. In teoria il ritorno di Ibrahimovic può diventare la mossa decisiva: con lui in campo, la squadra tiene di più e meglio il pallone in attacco e giocatori come Hernandez, Bennacer e Leao hanno un riferimento tecnico per duettare. In pratica, però, serve soprattutto il ritmo perduto: è la vera, principale lacuna di un gioco che non può essere compassato per le caratteristiche degli interpreti e per il sistema stesso varato da Pioli. Altrimenti il Milan diventa prevedibile: proprio il difetto che, nello sprint sul rettilineo finale del campionato, nessuna delle concorrenti a un posto in Champions si può assolutamente permettere.
Last edited by Sean; 01-05-2021, 07:26:00....ma di noi
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La Roma ricomincia da Sarri
Sarà ancora rivoluzione in casa Roma. Individuato il nuovo tecnico per la prossima stagione: è Maurizio Sarri. Ai saluti Fonseca: il rinnovo automatico, senza aver raggiunto la Champions, è definitivamente saltato dopo il crollo di Manchester, anche se da tempo il suo destino era segnato. Infuriati per l'umiliazione di giovedì sera, i Friedkin, assenti a Old Trafford (erano in Inghilterra, ma sono stati bloccati da motivi personali e non di affari), hanno preferito non anticipare il divorzio. Manca meno di un mese al traguardo (23 giorni), meglio non impegnarsi con un altro allenatore.
Sarri, sotto contratto con la Juve fino al 30 giugno, ha già dato la disponibilità per interposta persona. Il suo manager Ramadani l'ha girata a Pinto: si rivedranno la prossima settimana. La proprietà Usa, invece, si è mossa in Italia e all'estero già prima di Natale. Ryan Friedkin ha conosciuto Allegri che ha aspettato a lungo di conoscere la strategia della società. Poi è stato proposto Sarri. Inizialmente la scelta doveva ricadere su un allenatore straniero. Nelle ultime settimane, la virata. L'ex tecnico di Napoli, Chelsea e Juve è diventato il profilo ideale per il progetto a medio-lungo termine, ma è ancora in attesa di interrompere il suo legame con il club bianconero: se Agnelli non lo libererà entro il 31 maggio (con una buonuscita da 2,5 milioni), avrà un'altra stagione di contratto a 7 milioni. A Trigoria avrà il compito di far riprendere quota alla Roma, ora al 7° posto.
La rivoluzione non sarà solo in panchina. Cambieranno medici e preparatori atletici perché 114 infortuni in meno di 2 anni sono inaccettabili. I giocatori si sono spesso lamentati di allenarsi poco: fisicamente la Roma ha spesso tenuto per un tempo a partita. Nelle rimanenti 6 gare saranno valutati i giocatori in rosa (e quelli all'estero). Nessuno ha la certezza di restare, nemmeno i giovani.
(Il Messaggero)
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Buon primo maggio a tutti: oggi si festeggia il lavoro ed i lavoratori. Nel mondo del pallone è ad un passo dalla festa chi ha lavorato meglio degli altri, ovvero Conte e l'Inter: se oggi vince a Crotone, e domani l'Atalanta non batte il Sassuolo, sarà scudetto dopo 11 anni dall'ultima volta.
Tutte le altre squadre devono ancora faticare per raggiungere gli obiettivi: corsa affollata per la champions, una lotta serrata che terrà vivo il campionato fino all'ultima partita, senza poter escludere il ricorso alle classifiche avulse.
Più o meno scopertamente, alcuni stanno poi già programmando il futuro immediato, considerando come deludente questa stagione, ad esempio la Roma e la Juve che stanno per dire addio ai rispettivi tecnici - ma cambierà anche il Napoli e, se Pioli dovesse finire fuori dai primi 4, forse anche il Milan potrebbe orientarsi su altro.
Insomma, pochi i felici e festeggianti e tanti i delusi o gli incerti e traballanti....ma di noi
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio"Mi piace fare barbecue": l'arrivo di Suarez e le prime domande.
Quell'aspetto sarà compito dei giudici quando ci sarà il processo. Per adesso tutto quanto è finito sui media, compreso questo video, non ci indica, fuor da ogni "ragionevole dubbio", che quell'esame sia un esame speciale, cioè specialmente aggiustato in favore del personaggio famoso: le domande fanno parte di un protocollo reperibile sui siti delle università per stranieri. Il livello è basso, come a sbrigare una formalità: d'altro canto chi si presenta ottiene il certificato, non è un esame per diventare chirurgo ma un passaggio burocratico e obbligatorio per gli stranieri per ottenere poi la cittadinanza, e si presentano soggetti di ogni tipo e non certo dantisti.
Comunque staremo a vedere....ma di noi
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De Paul lo danno rossonero...
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioDe Paul lo danno rossonero...
Ah...piccolo particolare...De Paul e' di Raiola! Che rimanga dov'e'!I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Il mercato sarà condizionato (per le squadre in corsa) dalla entrata o meno in champions...dunque qualunque notizia in merito, data oggi senza che le casse dei club abbiano certezza delle disponibilità eventuali, è fuffa mediatica per giustificare il prezzo del giornale....ma di noi
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comunque 40 milioni li vale a mio avvisoOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Giornata 34
SABATO 1 MAGGIO
15:00 Verona-Spezia
18:00 Crotone-Inter
20:45 Milan-Benevento
DOMENICA 2 MAGGIO
12:30 Lazio-Genoa
15:00 Bologna-Fiorentina
15:00 Napoli-Cagliari
15:00 Sassuolo-Atalanta
18:00 Udinese-Juventus
20:45 Sampdoria-Roma
LUNEDÌ 3 MAGGIO
20:45 Torino-Parma...ma di noi
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggiocomunque 40 milioni li vale a mio avvisoI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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