Mamma mia...com'e' combattuta quest'anno la Liga!
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza MessaggioIl Bayern invece è da più di 10 stagioni che vince la Bundesliga , un campionato che non ha senso di esistere..I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioIn realta' ne ha vinti 8. Con quest'anno 9. Quindi non ha senso nemmeno la serie A.
questi non ne smollano uno invece , non capisco se è per il fatto che sono troppo forti o se gli avversari sono veramente ridicoli , probabilmente un mix ? boh
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Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza MessaggioOttantí però n va bene.
Ogni vorta che puntualizzi poi prenni a sveja...io o dico pe te eh.Winners are simply willing to do what losers won't.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioE' tutto in mano nostra: nemmeno dobbiamo vincerle tutte. Ne bastano 5 su 6!
E molto sinceramente difatti dico che se non dovessimo farcela, amen.
E' solo colpa nostra e non ci sono kazzi.Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Dalla SuperLeague al campionato, oggi se cerchi lo spettacolo e vuoi divertirti devi guardare l’Atalanta, che è al secondo posto dietro l’Inter. E Gasperini, mago del calcio di provincia, che la SuperLeague voleva tener fuori ne approfitta per accusare: “Abbiamo rischiato che veramente tutto fosse finito. Per salvare 12 club noi condannati ad andare sempre in bicicletta e gli altri in Ferrari…”
– L’Inter ormai si prepara alla festa scudetto. La squadra di Conte accoglie la vittoria sul Verona con un gol di Darmian (e uno ingiustamente annullato per papera di Handanovic) con grandi abbracci tra Conte e Oriali. Ormai l’Inter si limita a vincere o pareggiare con un gol e controllare la situazione. Antonio Conte guarda anche al dopo scudetto: “Al 95% è fatta. Poi a bocce ferme vedremo cosa fare per il futuro. Il mio cognome è pesante e comporta responsabilità, ti obbliga a vincere. Poi però le squadre non sempre sono state adeguate”.
– Una Juventus ancora una volta deludente pareggia a Firenze. Dopo un brutto primo tempo, con i viola in vantaggio con un rigore a cucchiaio di Vlahovic, va in gol Morata che va a prendere il posto di Dybala accanto a Ronaldo (che non gira). Un punto solo è troppo poco in chiave di una lotta Champions League ormai gomito a gomito. Insomma il rischio di restar fuori esiste.
Il campionato dopo la bolla improvvisa e subito esplosa della SuperLeague. C’è un filo che ovviamente tiene tutto insieme. Il supercalcio immaginato e per pochissimi eletti e quello reale. Che spesso non coincide affatto.
L’ Inter sta vincendo lo scudetto ma il suo gioco non entusiasma particolarmente, la Juventus addirittura soffre terribilmente e deve faticare per conquistarsi quel posto in Champions League che invece la SuperLeague le darebbe per diritto di censo e di casta. Lo spettacolo e il divertimento oggi te lo danno l’ Atalanta, piccola squadra rispetto alle altre big abituata da anni a ottenere grandi risultati con bilanci nemmeno paragonabili ma un’enorme competenza calcistica. “Lunedì ero convinto che veramente fosse finito tutto. Abbiamo rischiato che veramente non ci fosse più nulla – ha detto Gasperini dopo il 5-0 dell’Atalanta al Bologna – abbiamo rischiato di non giocare più. Tutto per salvare 12 società. Per cosa avremmo dovuto giocare? A cosa sarebbe servita la Coppa Italia? Nel calcio la speranza è che una piccola società trovi sempre il ragazzino di talento che le permetta di competere con le altre. Ma se poi noi dobbiamo andare sempre con la bicicletta e gli altri girare con la Ferrari allora è finita”.
L’ Inter continua ad accorciare la distanza dallo scudetto. Da qualche tempo è un’ Inter diversa, prima ti affrontava a spallate ripetute fino a quando non ti buttava giù, adesso controlla e si limita a fare il necessario. Cerca il gol della vittoria e dei tre punti – stavolta al Verona lo fa ancora con Darmian, dopo quello già altrettanto pesante col Cagliari – e lo contorna di poco altro, un palo di Hakimi e pochi tiri in corsa. E anzi qualche rischio lo corre. Il Verona può anche giustamente lamentarsi per un gol annullato per intervento di Faraoni su Handanovic: il fallo però oggettivamente sembra non esserci, e la papera è tutta del portiere (non in un gran momento) che per sua fortuna non ne paga il prezzo.
E’ qualche settimana che l’ Inter si limita a vincere o anche pareggiare con un gol. Questo basta e questo fa. Il grande abbraccio finale tra Conte e Oriali (un sodalizio molto importante, divenuto fortissimo dai tempi di Conte ct in Nazionale) significa che l’unica cosa che conta oggi per l’ Inter è il risultato e spuntare sul calendario le domeniche che mancano alla festa scudetto. Antonio Conte ormai pensa al dopo scudetto. “Al 95% è fatta. A bocce ferme poi dovremo vedere cosa fare e come andare avanti. Sono consapevole che il mio cognome è pesante e porta responsabilità, ti obbliga a vincere. Però poi negli anni mi sono trovato a competere con squadre, soprattutto in Champions League, non all’altezza“.
La Juventus ha un difetto di base. E’ fondamentalmente una squadra lenta, troppo compassata, che non ha un gioco in velocità. E sono convinto fondamentalmente, nonostante tutte le critiche che si possono fare alla costruzione della squadra, che un gioco più energico e veloce, che esaltasse meglio Ronaldo e Dybala, lo si potesse ottenere anche da questa squadra qui. Pur con tutti i suoi difetti. Il pareggio ottenuto è negativo per la Juve e buono per la Fiorentina che quest’anno ha conquistato contro i rivali storici quattro punti su sei, lasciandone solo uno alla Juve. Il rigore causato da Rabiot è una stupidaggine, che poi Vlahovic ha sfruttato per uno sfrontatissimo rigore messo dentro col “cucchiaio”.
Il fatto che il gol della Juve arrivi nel momento in cui, dopo un bruttissimo primo tempo, esce Dybala ed entra Morata è abbastanza inquietante per Pirlo. L’ennesima pubblica ammissione che la coppia Ronaldo-Dybala non funziona. Anche se, va detto, quando le cose non vanno Ronaldo non paga mai il conto mentre tutti gli altri non hanno sconti. Ma credo che di tutto questo, di questa crisi più o meno esistenziale della Juve, si sia ragionato perfino troppo. La sostanza è che un pareggio è troppo poco in un finale di stagione così combattuto gomito a gomito con molte altre squadre, la qualificazione in Champions League diventa per assurdo perfino più importante a questo punto dello scudetto dato ormai per perduto da mesi.
Se cerchiamo lo spettacolo in questo momento ci si diverte di più guardando l’ Atalanta. L’esecuzione del primo gol al Bologna – tacco di Muriel a smarcare Malinovskyi in corsa – è assolutamente un pezzo da grande orchestra del football. Muriel aveva da farsi perdonare gli incredibili errori sotto rete a causa dei quali l’ Atalanta non aveva vinto con la Roma. L’ Atalanta di Gasperini esprime l’ assoluto piacere del gioco veloce, scattante, velenoso, intuitivo, in cui i giocatori si trovano a occhi chiusi senza per questo rinunciare alle iniziative e alla fantasia personale. Con queste vittorie – 10 nelle ultime 12 partite – l’ Atalanta di Gasperini si è portata al secondo posto. La sua continuità di rendimento nel corso degli anni è impressionante. Dovremmo quasi smetterà di parlarne con sorpresa…
In chiave Europa League invece la Roma sembra aver proprio staccato la spina, sta pensando quasi unicamente alla semifinale europea col Manchester United e il campionato se lo è quasi tolto dalla testa. Nelle ultime 7 partite ha vinto solo una partita, quella col Bologna. E la classifica si è fatta sempre più depressa. Ma anche qui ormai non c’è più molto da dire Paulo Fonseca ha deciso di giocarsi una stagione intera in un solo turno di Coppa. Praticamente come un giro alla roulette.
SERIE A 2020 - 2021 GIORNATA N. 33 Sabato 24 aprile 2021 Genoa - Spezia 2-0 (62' Scamacca G, 86' Shomudorov G) Parma - Crotone 3-4 (14' Magalla C, 29' Hernani P, 42' Simy C, 49' Gervinho P, 45' + 1' Ounas C, 54' Mihaila P, 69' Simy rig C) Sassuolo - Sampdoria 1-0 (69' Berardi S) Domenica 25 aprile 2021 Benevento - Udinese 2-4 (4' Molina, 31' Arslan U, 34' Viola rig. B, 49' Stryger Larsen U, 73' Braaf U, 83' Lapadula B) Fiorentina - Juventus 1-1 (29' Vlahovic rig F, 46' Morata J) Inter - Verona 1-0 (76' Darmian I) Cagliari - Roma 3-2 (4' Lykogiannis C, 27' Perez R, 57' Marin C, 64' Joao Pedro C, 69' Fazio R) Atalanta - Bologna 5-0 (22' Malinovskyi A, 44' Muriel rig. A, 57' Freuler A, 59' Zapata A, 73' Miranchuk A) Lunedì 26 aprile 2021 Torino - Napoli 18.30 Lazio - Milan 20.45 *** Il campionato dopo la bolla improvvisa e subito esplosa della SuperLeague. C'è un filo che ovviamente tiene tutto insieme. Il supercalcio immaginato e per pochissimi eletti e quello reale. Che spesso non...ma di noi
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Una Atalanta da invitare in Superlega...
di Massimo Mauro
Raramente gioca male e quando gli capita perde. L’Atalanta però dà quasi sempre spettacolo, e se trova anche la via del gol diventa semplicemente micidiale. Ne sa qualcosa il Bologna. Soffermandomi sui singoli, ritengo che Malinovsky abbia la caratteristiche del fuoriclasse: chiaramente deve crescere, ma penso abbia un grande futuro. Non a caso sta in panchina Ilicic per fargli posto. La cosa bella di questa squadra è che ha puntato quasi tutto sul progetto tecnico, ed è una risposta straordinaria al calcio mondiale. Quella di Gasperini è una realtà meravigliosa che dovrebbe essere presa ad esempio anche dai grandi club nell’imprescindibilità dell’abbattimento dei costi. E poi mi chiedo: come fai a creare una Superlega e non invitare una squadra del genere?
Note dolenti per la Juventus. La squadra vista nel primo tempo di Firenze ha fatto parecchi passi indietro: palla lenta, passaggi in ritardo, forma fisica di Dybala, Bonucci e Ramsey deficitaria. Ronaldo poi va per i fatti suoi e, come se non bastasse, sbaglia anche le occasioni che gli capitano. Inoltre Pirlo ha sbagliato nel primo tempo, proponendo una difesa a tre. Poi per sua fortuna ha avuto la personalità di correggere i suoi errori, mettendo nel secondo tempo Morata e Kulusevski e passando a 4 dietro. Ma, pari di Firenze a parte, ribadisco il concetto: questa Juve rischia fino all’ultima giornata di non qualificarsi per la Champions. Non mi sembra infatti una squadra sul punto di vincere cinque gare in fila. I giocatori sembrano giocare preoccupati, anche se non poi capisce di che cosa.
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Lazio-Milan, formazioni e dove vederla: Ibrahimovic non c’è, tocca a Mandzukic
Il croato ha una grande occasione: fin qui ha giocato 7 partite senza segnare nemmeno un gol. Con i biancocelesti di Inzaghi è uno spareggio Champions
L’ora della verità. Tanto per il Milan quanto per la Lazio. La classifica non mente, il duello che stasera all’Olimpico chiuderà la giornata numero 33 va chiamato col suo nome: spareggio Champions. Piantarsi ora, a sei giornate dalla fine, potrebbe costare caro, carissimo. Più passano le settimane, più s’avvicina il traguardo, più gli errori pesano: ecco perché dopo i rispettivi fiaschi del turno precedente — rossoneri stesi dal Sassuolo, biancocelesti rullati dal Napoli — è fondamentale per entrambe rialzare immediatamente la testa. Sul campo, con i fatti. Adesso le parole non contano più.
Il Milan infatti sa bene che il rinnovo contrattuale di Ibrahimovic firmato giovedì è servito a restituire un po’ di entusiasmo, ma nulla più. L’unica reazione che conta deve arrivare nella prestazione, nel risultato. E il Diavolo dovrà riuscirci proprio senza Zlatan, fermato ancora una volta dal solito polpaccio ammaccato. La notizia è che con ogni probabilità al suo posto non ci sarà Leao ma Manduzkic. Disastroso anche contro il Sassuolo, il portoghese sta esaurendo le chance: fin qui Pioli l’aveva scelto come vice Ibra più per via della scarsa condizione atletica del croato che per reale convinzione, sapendo meglio di tutti che Rafa è una punta esterna e non un centravanti, ma stasera pare proprio che toccherà a Marione già all’inizio. Il problema è l’autonomia ridotta, siamo sui 45 minuti, non di più, ma Pioli sembra comunque convinto: viste le enormi difficoltà di Leao davanti alla porta, non pare affatto una cattiva idea.
«Meritiamo di arrivare nelle prime quattro, queste 32 partite ci hanno detto che siamo stati più forti di tutti tranne che dell’Inter, non siamo qui perché siamo stati fortunati ma perché ce lo siamo meritati» ha detto Pioli, col chiaro intento di caricare i suoi puntando sull’orgoglio e su quanto di buono fatto finora. La verità è però che il suo Milan arranca da un pezzo, non da ora: nell’anno nuovo sono arrivate 8 sconfitte, troppe. La media punti è crollata dai 2,26 dell’andata all’1,76 del ritorno. Una frenata che si può leggere solo e soltanto in un modo: da gennaio il Diavolo non ha un ritmo Champions League. Ecco perché queste ultime 6 partite saranno decisive. Di queste, 4 saranno in trasferta. È una buona notizia: fuori casa i rossoneri hanno vinto 13 volte su 15, nessuno ha fatto meglio.
La Lazio ha però gli stessi 50 milioni di buoni motivi — pari agli euro che s’incassano andando in Champions — per piazzare un’accelerata che le consentirebbe di salire a 61 punti, con la gara col Toro ancora da recuperare. «È una sfida dentro o fuori» ha ammesso Simone Inzaghi, al rientro dopo il Covid. Ha ragione: per la sua Lazio è l’ultimissima chiamata.
Probabili formazioni
Lazio 3-5-2: 25 Reina; 77 Marusic, 33 Acerbi, 26 Radu; 27 Lazzari, 21 Milinkovic, 6 Leiva, 10 Luis Alberto, 19 Lulic; 11 Correa 17 Immobile
Milan 4-2-3-1: 99 G. Donnarumma; 2 Calabria, 23 Tomori, 24 Kjaer, 19 Hernandez; 4 Bennacer, 79 Kessie; 56 Saelemaekers, 10 Calhanoglu, 12 Rebic; 9 Mandzukic Arbitro: Orsato
Tv: ore 20.45 Sky 201
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Inter al match point scudetto: Conte potrebbe festeggiare domenica 2 maggio. Ecco come
Dopo il successo sul Verona il tecnico nerazzurro ha parlato di 95% per cento di probabilità: la prima data buona è la prossima giornata. Queste tutte le combinazioni a cinque turni dalla fine, che riguardano i risultati della capolista e delle (lontane) inseguitrici
È solo questione di giorni, anzi di ore. L'Inter ha in tasca il titolo, persino Antonio Conte ha rotto la scaramanzia e ha parlato di 95% di probabilità: a 5 giornate dalla fine, ai nerazzurri bastano 5 punti per festeggiare lo scudetto, sempre ammesso che le inseguitrici facciano bottino pieno. Ma quando può arrivare concretamente la sicurezza matematica della vittoria del campionato?
Scudetto il 2 maggio
Dal prossimo turno, l'Inter avrà il primo di cinque matchball a disposizione. Ma la vittoria dell'Atalanta sul Bologna ha "rinviato" almeno di 24 ore la possibile celebrazione. Insomma, non ci sarà lo scudetto del Primo maggio, nella festa dei Lavoratori, sublimazione del carattere operaio della squadra nerazzurra. Vincendo a Crotone sabato prossimo, Conte andrebbe a +14 sull'Atalanta, che però avrebbe ancora 5 partite a disposizione e sarà impegnata domenica a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Dunque, la prima ideale finestra per l'Inter sarebbe domenica pomeriggio: in teoria, un altro scudetto vinto in albergo, come succede ormai in modo frequente, troppo frequente, con il campionato spezzatino. E poi c'è di mezzo anche il Milan, momentaneamente terzo a -13 ma con ancora sei partite da disputare.
Per assegnare lo scudetto con 4 giornate d'anticipo, devono verificarsi queste condizioni: l'Inter deve vincere a Crotone, il Milan non deve fare 6 punti su 6 fra Lazio (lunedì sera) e Benevento (sabato sera) e l'Atalanta non deve vincere a Reggio Emilia domenica pomeriggio. In questo caso Lukaku e compagni si troverebbero a +13 sull'Atalanta e almeno +12 sul Milan ma con i confronti diretti favorevoli.
Molto difficile festeggiare lo scudetto in caso di semplice pareggio a Crotone, con 80 punti: l'Inter sarebbe campione con solo con un incastro diabolico che coinvolge i risultati di Milan, Atalanta, Juventus e Napoli.
Scudetto il 9 maggio
Se non ci sarà la festa "in contumacia" il 2 maggio, l'Inter potrà prendersi lo scudetto il 9 maggio a San Siro contro la Sampdoria, 11 anni dopo l'ultimo titolo (che arrivò a Siena il 16 maggio 2010). È lo scenario più semplice e probabile, senza aspettare aiuti dagli altri campi. Non c'è ancora il programma completo delle tv delle ultime 4 giornate, ma Conte avrà la certezza matematica se vince le prossime due partite (Crotone e Samp). C'è persino un finale alternativo di questo film: Juventus-Milan è l'unica gara già fissata (posticipo Sky della domenica, era uno dei 20 'Top Match', quelli assegnati a inizio stagione). Se l'Inter non dovesse fare 6 punti nelle sue 2 gare, potrebbe persino brindare davanti alla tv la sera del 9 maggio. E potrebbe essere la Juventus a consegnarle lo scettro, fermando i rossoneri di Pioli all'Allianz Stadium. Diabolico. Una cosa è certa: Juventus-Inter, alla penultima giornata, sarà importante solo per Pirlo e per la sua rincorsa al quarto posto.
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Inter, Sconcerti: lo scudetto in arrivo, ma Zhang deve spiegare debiti e piani
È in arrivo un altro prestito di 250 milioni, ma così i debiti saliranno a 900. Ha ragione Conte a volere capire quali saranno le possibilità della prossima stagione
di Mario Sconcerti
Sono d’accordo con Antonio Conte quando mette le mani avanti sul futuro. Vediamo, parliamone, fateci capire. Finora la corsa era sullo scudetto. Non è ancora finita ma siamo a un ottimo punto. Comincia il tempo di guardare la situazione generale. Bisogna scegliere se guardarla con gli occhi di Suning o quelli dell’Inter.
Faccio un esempio: è di queste ore la notizia che gli Zhang avrebbero un finanziamento abbastanza sicuro da società americane. È una buona notizia? Per fare cosa? Pagare il socio di minoranza che se ne va, più mettere dentro l’Inter una novantina di milioni per chiudere la gestione della stagione in cui ballano ancora sette mensilità che valgono circa ottanta milioni. Si metterebbe cioè in sicurezza la stagione di questo scudetto. Una gran cosa. E poi? Poi avremmo una società che ha aumentato il proprio debito di altri 250 milioni, così si arriverebbe a novecento, oltre il valore reale dell’Inter valutata dallo stesso Suning circa 800 milioni.
Abbiamo tutti stretto i pugni perché era importante arrivare a questo scudetto. Ora è tempo di svegliarsi e farci una domanda diversa: conviene o no restare dentro l’avventura degli Zhang? Cosa possono offrire oltre un debito che è grande e non è più nemmeno giusto nei confronti degli avversari? Avere debiti è un privilegio perché significa avere sempre qualcuno che ti fa credito, ma è tempo di chiedersi cosa toglie. L’Inter sta rincorrendo i debiti con altri debiti, tutto bellissimo ma questo è un dovere di Zhang. È un dovere inevitabile anche per l’Inter? Credo che Conte voglia dire questo e voglia anche sapere cosa questo comporta come conseguenze sul gioco. Conte sa benissimo che l’Inter ha problemi tecnici, che sono otto partite, cioè un quarto di stagione, che gioca gestendo al minimo un campionato minimo.
È una squadra che per star bene in Europa ha bisogno di essere rinforzata, qualificata. Così è nel mucchio, può esserci una diversità di carattere, non di qualità. Il carattere puoi dartelo, la qualità no. E mentre tutta la corsa accadeva, gli Zhang non c’erano e pagavano tra molti intervalli. Cosa hanno da offrire adesso, sul serio, concretamente? Intanto l’Atalanta è seconda, la Juve più indietro. Succede qualcosa a Ronaldo che è al quarto errore troppo semplice davanti alla porta. Quello è il tempo che scappa. Quando infine si parla gloriandoci di una squadra italiana in semifinale europea, chiediamoci quanto la Roma stia pagando questo orgoglio, perché è il segnale del limite di tutti.
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Questi (come tanti altri) creano debito su debito...boh
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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