Machiavelli sosteneva che le tensioni negli organismi poltici fanno bene ad esplodere per avere una sfogo: notava che i conflitti sociali tra nobiltà e plebe che, in diversi tempi, sommossero la repubblica di Roma portarono poi alla creazione dei tribuni della plebe, quell'ufficio "a guardia della libertà repubblicana"...quindi le tensioni sfociate in conflitto di questi giorni non è detto produrranno un male ma forse anzi una necessaria riforma di tutto il sistema, d'altro canto non più rinviabile.
Inoltre chiosava che "è meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi", cioè il primato della prassi sul pensiero...ma certo l'azione deve essere ben condotta, aggiungo io, e non una avventura alla cieca mossa da fretta "disperata".
I club scissionisti hanno pensato che fosse meglio salire sul treno e trovarsi tra i fondatori che non rimpiangere, in caso di successo, l'occasione perduta. E' andata loro male. Però restano sul campo tutti i problemi che la superlega ha scoperchiato, i problemi del calcio di oggi calato poi, anzi sommerso, dalla crisi pandemica.
La ricucitura sarà lunga, ed è per questo che sarebbe importante avere, sull'altro lato della barricata, un uomo diverso rispetto a Ceferin ed ai suoi denti digrignati: molto più saggia la posizione della Figc e della Lega, con i moderati Gravina e Dal Pino.
Una chiosa sulla Juventus: impossibile sostenere che Elkann non fosse al corrente delle intenzioni di Agnelli di prima imbarcarsi e poi dare il via alla superlega e allo strappo conseguente: Agnelli non glielo ha certo tenuto nascosto ed Elkann, se la cosa poi è stata tentata, ha dato il suo assenso.
Da qui discende che non potrà venirne, dalla proprietà, nessun giudizio di merito e stigma per quanto accaduto e che dunque nessuno chiederà la testa di Agnelli. Piuttosto dovranno ragionare se è il caso di occupare ancora la presidenza e non mettere invece un profilo nuovo, meno esposto, col ruolo appunto di sarto deputato a ricucire i rapporti domestici e internazionali...a meno che non si decida di insistere con questa superlega e allora è inutile cambiare.
Inoltre chiosava che "è meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi", cioè il primato della prassi sul pensiero...ma certo l'azione deve essere ben condotta, aggiungo io, e non una avventura alla cieca mossa da fretta "disperata".
I club scissionisti hanno pensato che fosse meglio salire sul treno e trovarsi tra i fondatori che non rimpiangere, in caso di successo, l'occasione perduta. E' andata loro male. Però restano sul campo tutti i problemi che la superlega ha scoperchiato, i problemi del calcio di oggi calato poi, anzi sommerso, dalla crisi pandemica.
La ricucitura sarà lunga, ed è per questo che sarebbe importante avere, sull'altro lato della barricata, un uomo diverso rispetto a Ceferin ed ai suoi denti digrignati: molto più saggia la posizione della Figc e della Lega, con i moderati Gravina e Dal Pino.
Una chiosa sulla Juventus: impossibile sostenere che Elkann non fosse al corrente delle intenzioni di Agnelli di prima imbarcarsi e poi dare il via alla superlega e allo strappo conseguente: Agnelli non glielo ha certo tenuto nascosto ed Elkann, se la cosa poi è stata tentata, ha dato il suo assenso.
Da qui discende che non potrà venirne, dalla proprietà, nessun giudizio di merito e stigma per quanto accaduto e che dunque nessuno chiederà la testa di Agnelli. Piuttosto dovranno ragionare se è il caso di occupare ancora la presidenza e non mettere invece un profilo nuovo, meno esposto, col ruolo appunto di sarto deputato a ricucire i rapporti domestici e internazionali...a meno che non si decida di insistere con questa superlega e allora è inutile cambiare.
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