Sacchi: "La Juve ha vinto con merito. Il pericolo per Sarri consisteva nei successi ottenuti con metodologie diverse. I bianconeri adesso sono una squadra organica e armoniosa"
Vince la Juventus, ma l’Inter non ne esce ridimensionata. Incontro bello, non bellissimo, però mai noioso. Entrambe le contendenti si sono affrontate a viso aperto, fiduciose delle proprie idee e del proprio lavoro. L’incontro è arrivato troppo presto, i nerazzurri e i bianconeri non sono ancora al top, ci saranno fra un mese o due. Conte e Sarri sono due bravissimi allenatori e stanno facendo un grande lavoro: entrambi cercano di dare uno stile di gioco che li identifichi, crei orgoglio e senso di appartenenza. Il loro stile Antonio e Maurizio vivono per il calcio, entrambi danno la vita per il proprio lavoro, entrambi aspirano ad avere un team che abbia il dominio del gioco e del campo. Pensano che ci siano più progressi da dominus del gioco e che l’ottimismo avvicini al futuro, il pessimismo al passato. Credono che l’organizzazione del gioco, con la conseguente sinergia, permetta ai singoli di raggiungere livelli che individualmente mai raggiungerebbero. Entrambi aspirano a un collettivo di intelligenza e a una squadra che interiorizzi il tutto, così da avere in campo risposte istantanee e naturali. Negli allenamenti simulano quanto avviene in partita in modo, appunto, da raggiungere l’interiorizzazione. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo necessitano di calciatori prima di tutto ricchi di modestia e di entusiasmo, poi di talento. Un talento che verrà ulteriormente ampliato dalla collaborazione dei compagni e dalla sensibilità degli allenatori nel correggere gli errori commessi. Entrambi si affidano a un sistema didattico globale.
Juve: il gioco La Juventus ha vinto con merito, ma le distanze con i nerazzurri si sono accorciate, sempre che continui questa disponibilità al sacrificio da parte dei giovani interisti. Sarri dispone di uomini più esperti e di una rosa di alto livello: per lui il pericolo consisteva nei successi ottenuti con metodologie diverse e nell’età dei calciatori, in molti casi non più giovani. Questi dubbi si sono dissolti dopo una buona prestazione che questo collettivo ha esibito al Meazza. La fase difensiva è migliorata, grazie al pressing portato con più decisione e migliori tempistiche. La squadra è stata quasi sempre corta e compatta, così ha consumato meno energie e ha giocato con i tempi giusti, frastornando gli avversari con ripartenze e attacchi in profondità.
Juve: i singoli La difesa guidata magistralmente da Bonucci saliva fino a metà campo e i giocatori erano ben posizionati e collegati. I pressing e i raddoppi sono stati di buon livello, come le scalate, tuttavia ci sono ancora margini di miglioramento, specialmente per gli attaccanti. I quattro difensori non erano mai«soli», ma usufruivano sempre della collaborazione dei compagni di reparto, in un movimento coordinato e sinergico. In fase offensiva, Bonucci e Pjanic erano i grandi maestri del gioco - anche se il bosniaco a volte perdeva la giusta posizione - così come i vari Ronaldo, Dybala e poi Higuain erano un’insidia costante. I bianconeri non sono solo carattere e professionalità, ma una squadra organica e armoniosa, in cui tutti collaborano e si muovono in sintonia. I ragazzi di Maurizio hanno vinto e convinto contro un forte, ma un po’ inesperto avversario. Il primo tempo si è concluso con un pareggio giusto, ma nel secondo la maggiore classe ed esperienza hanno fatto la differenza. Inter: il lavoro Gli uomini di Conte, appesantiti dal duro confronto con il Barcellona e dall’infortunio di Sensi, non sono riusciti a fermare il grande rivale.
L’Inter ha ampi margini di miglioramento, vista la giovane età di molti, ma non dovranno mai mancare una motivazione straordinaria e la modestia. Antonio dovrà lavorare sulle linee difensive non sempre coordinate e su pressing e raddoppi a tutto campo. I tre centrocampisti a turno dovranno sempre trovare una posizione attiva, per evitare i contropiede avversari. La fase offensiva in questo momento necessita molto delle invenzioni di Sensi e della crescita di Lukaku. La rosa nerazzurra non è competitiva come quella bianconera, ma tutti miglioreranno moltissimo se seguiranno il loro tecnico, che fa dell’ossessione un surplus delle proprie idee e intuizioni. Il calcio italiano ha bisogno di grandi allenatori come Conte e Sarri. Grazie di esistere.
Gazzetta dello Sport
Vince la Juventus, ma l’Inter non ne esce ridimensionata. Incontro bello, non bellissimo, però mai noioso. Entrambe le contendenti si sono affrontate a viso aperto, fiduciose delle proprie idee e del proprio lavoro. L’incontro è arrivato troppo presto, i nerazzurri e i bianconeri non sono ancora al top, ci saranno fra un mese o due. Conte e Sarri sono due bravissimi allenatori e stanno facendo un grande lavoro: entrambi cercano di dare uno stile di gioco che li identifichi, crei orgoglio e senso di appartenenza. Il loro stile Antonio e Maurizio vivono per il calcio, entrambi danno la vita per il proprio lavoro, entrambi aspirano ad avere un team che abbia il dominio del gioco e del campo. Pensano che ci siano più progressi da dominus del gioco e che l’ottimismo avvicini al futuro, il pessimismo al passato. Credono che l’organizzazione del gioco, con la conseguente sinergia, permetta ai singoli di raggiungere livelli che individualmente mai raggiungerebbero. Entrambi aspirano a un collettivo di intelligenza e a una squadra che interiorizzi il tutto, così da avere in campo risposte istantanee e naturali. Negli allenamenti simulano quanto avviene in partita in modo, appunto, da raggiungere l’interiorizzazione. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo necessitano di calciatori prima di tutto ricchi di modestia e di entusiasmo, poi di talento. Un talento che verrà ulteriormente ampliato dalla collaborazione dei compagni e dalla sensibilità degli allenatori nel correggere gli errori commessi. Entrambi si affidano a un sistema didattico globale.
Juve: il gioco La Juventus ha vinto con merito, ma le distanze con i nerazzurri si sono accorciate, sempre che continui questa disponibilità al sacrificio da parte dei giovani interisti. Sarri dispone di uomini più esperti e di una rosa di alto livello: per lui il pericolo consisteva nei successi ottenuti con metodologie diverse e nell’età dei calciatori, in molti casi non più giovani. Questi dubbi si sono dissolti dopo una buona prestazione che questo collettivo ha esibito al Meazza. La fase difensiva è migliorata, grazie al pressing portato con più decisione e migliori tempistiche. La squadra è stata quasi sempre corta e compatta, così ha consumato meno energie e ha giocato con i tempi giusti, frastornando gli avversari con ripartenze e attacchi in profondità.
Juve: i singoli La difesa guidata magistralmente da Bonucci saliva fino a metà campo e i giocatori erano ben posizionati e collegati. I pressing e i raddoppi sono stati di buon livello, come le scalate, tuttavia ci sono ancora margini di miglioramento, specialmente per gli attaccanti. I quattro difensori non erano mai«soli», ma usufruivano sempre della collaborazione dei compagni di reparto, in un movimento coordinato e sinergico. In fase offensiva, Bonucci e Pjanic erano i grandi maestri del gioco - anche se il bosniaco a volte perdeva la giusta posizione - così come i vari Ronaldo, Dybala e poi Higuain erano un’insidia costante. I bianconeri non sono solo carattere e professionalità, ma una squadra organica e armoniosa, in cui tutti collaborano e si muovono in sintonia. I ragazzi di Maurizio hanno vinto e convinto contro un forte, ma un po’ inesperto avversario. Il primo tempo si è concluso con un pareggio giusto, ma nel secondo la maggiore classe ed esperienza hanno fatto la differenza. Inter: il lavoro Gli uomini di Conte, appesantiti dal duro confronto con il Barcellona e dall’infortunio di Sensi, non sono riusciti a fermare il grande rivale.
L’Inter ha ampi margini di miglioramento, vista la giovane età di molti, ma non dovranno mai mancare una motivazione straordinaria e la modestia. Antonio dovrà lavorare sulle linee difensive non sempre coordinate e su pressing e raddoppi a tutto campo. I tre centrocampisti a turno dovranno sempre trovare una posizione attiva, per evitare i contropiede avversari. La fase offensiva in questo momento necessita molto delle invenzioni di Sensi e della crescita di Lukaku. La rosa nerazzurra non è competitiva come quella bianconera, ma tutti miglioreranno moltissimo se seguiranno il loro tecnico, che fa dell’ossessione un surplus delle proprie idee e intuizioni. Il calcio italiano ha bisogno di grandi allenatori come Conte e Sarri. Grazie di esistere.
Gazzetta dello Sport
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