Parma-Milan, formazioni e dove vederla: Tomori titolare, si rivede Mandzukic
Rossoneri sempre alle prese con i rinnovi di Calhanoglu e Donnarumma e per il canadese il Chelsea chiede 28 milioni: dipendono dalla Champions, ne vale 50
Vincere per crescere, crescere per vincere. È il nuovo calcio, bellezza: il sistema è circolare, chi non fattura è perduto. La regola della partita doppia: chi non vince, perde due volte. Specie di questi tempi, con la crisi del Covid che va in tackle sui già complicati conti dei club italiani e non solo, alle prese con scenari per niente incoraggianti. Deloitte calcola che i 20 top club europei perderanno complessivamente oltre due miliardi di euro entro la fine di questa stagione. E la verità è che a loro va ancora bene, perché comunque fatturano parecchio. I guai peggiori li affrontano gli altri, quelli che da anni stringono la cinghia per far quadrare i conti. Ecco perché la Champions è per molti, anzi per tutti, più di un obiettivo: è una missione.
Il Milan ha infatti cinquanta milioni di buonissimi motivi — tanto vale l’ingresso ai gironi della grande coppa — per riprendere già sabato sera a Parma quel cammino interrotto per l’ennesima volta sabato scorso in casa con la Sampdoria: quel pareggio in rimonta, più simile a una sconfitta per gli effetti sulla classifica, ha fatto male, malissimo. La corsa all’oro della grande coppa è un mucchio selvaggio: sei squadre dal secondo al settimo posto strizzate in 9 punti. Dal Milan alla Roma nessuno può permettersi di arrendersi: queste ultime nove giornate saranno un tutti contro tutti.
L’ultimo bilancio del club rossonero ha fatto segnare un rosso da 200 milioni: ecco perché i soldi della Champions sono fondamentali. Per il presente, ma soprattutto per il futuro, immediato e non. A giugno scadono i contratti di Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu. Le due situazioni sono diverse, ma il denominatore comune è che senza i soldi della Champions tenerli a Milano sarà molto più complicato. Quelli di Elliott non sono per niente convinti di accontentare il turco nella richiesta (oggettivamente eccessiva) di 6 milioni netti e quindi resta in piedi l’ipotesi che finisca sul mercato, mentre per il portiere giustamente Maldini e Massara faranno di tutto per convincerlo a firmare. La proposta di aumento da 6 a 8 milioni è già sul tavolo, ma il suo agente Raiola continua a prendere tempo. Cosa aspetta? Il piazzamento Champions, ovviamente. Detto che per Ibrahimovic i 7 milioni (10 al lordo delle tasse grazie al decreto Crescita) sono già stati messi a budget, con la firma attesa a giorni, entro poco andrà perfezionato anche il riscatto di Tomori. Il Chelsea vuole 28 milioni per cederlo definitivamente: per quel che si è visto, sarebbero quattrini ben spesi.
Con Romagnoli ancora fuori causa, il 23enne sarà titolare anche stasera a Parma, dove il Milan affronterà una partita più delicata di quanto la classifica non dica. La squadra di D’Aversa, penultima, ha un dannato bisogno di punti salvezza. Dalla sua il Diavolo vanta in trasferta un ritmo da scudetto, 12 vittorie su 14, ma Pioli — che a Parma ci è nato — sa bene che il rischio trappolone esiste: «Vogliamo la Champions, dobbiamo chiudere a 80 punti». Torna a disposizione dopo 50 giorni anche Mandzukic, che finora ha giocato (male) 158 minuti: partirà dalla panchina. Là davanti toccherà come al solito a Ibrahimovic, deludente al pari di tutti gli altri con la Samp: anche il leader stavolta ha qualcosa da farsi perdonare, vediamo che succede.
Parma (4-3-3): Sepe; Conti, Bani, Gagliolo, Pezzella; Kucka, Kurtic, Hernani; Man, Pellé, Gervinho. All. D’Aversa.
Milan (4-2-3-1): Donnarumma; Dalor, Kjaer, Tomori, Hernandez; Bennacer, Kessie; Saelemaekers, Calhanoglu, Rebic; Ibrahimovic. All. Pioli.
Arbitro: Maresca
Tv: ore 18 Sky 202
CorSera
Rossoneri sempre alle prese con i rinnovi di Calhanoglu e Donnarumma e per il canadese il Chelsea chiede 28 milioni: dipendono dalla Champions, ne vale 50
Vincere per crescere, crescere per vincere. È il nuovo calcio, bellezza: il sistema è circolare, chi non fattura è perduto. La regola della partita doppia: chi non vince, perde due volte. Specie di questi tempi, con la crisi del Covid che va in tackle sui già complicati conti dei club italiani e non solo, alle prese con scenari per niente incoraggianti. Deloitte calcola che i 20 top club europei perderanno complessivamente oltre due miliardi di euro entro la fine di questa stagione. E la verità è che a loro va ancora bene, perché comunque fatturano parecchio. I guai peggiori li affrontano gli altri, quelli che da anni stringono la cinghia per far quadrare i conti. Ecco perché la Champions è per molti, anzi per tutti, più di un obiettivo: è una missione.
Il Milan ha infatti cinquanta milioni di buonissimi motivi — tanto vale l’ingresso ai gironi della grande coppa — per riprendere già sabato sera a Parma quel cammino interrotto per l’ennesima volta sabato scorso in casa con la Sampdoria: quel pareggio in rimonta, più simile a una sconfitta per gli effetti sulla classifica, ha fatto male, malissimo. La corsa all’oro della grande coppa è un mucchio selvaggio: sei squadre dal secondo al settimo posto strizzate in 9 punti. Dal Milan alla Roma nessuno può permettersi di arrendersi: queste ultime nove giornate saranno un tutti contro tutti.
L’ultimo bilancio del club rossonero ha fatto segnare un rosso da 200 milioni: ecco perché i soldi della Champions sono fondamentali. Per il presente, ma soprattutto per il futuro, immediato e non. A giugno scadono i contratti di Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu. Le due situazioni sono diverse, ma il denominatore comune è che senza i soldi della Champions tenerli a Milano sarà molto più complicato. Quelli di Elliott non sono per niente convinti di accontentare il turco nella richiesta (oggettivamente eccessiva) di 6 milioni netti e quindi resta in piedi l’ipotesi che finisca sul mercato, mentre per il portiere giustamente Maldini e Massara faranno di tutto per convincerlo a firmare. La proposta di aumento da 6 a 8 milioni è già sul tavolo, ma il suo agente Raiola continua a prendere tempo. Cosa aspetta? Il piazzamento Champions, ovviamente. Detto che per Ibrahimovic i 7 milioni (10 al lordo delle tasse grazie al decreto Crescita) sono già stati messi a budget, con la firma attesa a giorni, entro poco andrà perfezionato anche il riscatto di Tomori. Il Chelsea vuole 28 milioni per cederlo definitivamente: per quel che si è visto, sarebbero quattrini ben spesi.
Con Romagnoli ancora fuori causa, il 23enne sarà titolare anche stasera a Parma, dove il Milan affronterà una partita più delicata di quanto la classifica non dica. La squadra di D’Aversa, penultima, ha un dannato bisogno di punti salvezza. Dalla sua il Diavolo vanta in trasferta un ritmo da scudetto, 12 vittorie su 14, ma Pioli — che a Parma ci è nato — sa bene che il rischio trappolone esiste: «Vogliamo la Champions, dobbiamo chiudere a 80 punti». Torna a disposizione dopo 50 giorni anche Mandzukic, che finora ha giocato (male) 158 minuti: partirà dalla panchina. Là davanti toccherà come al solito a Ibrahimovic, deludente al pari di tutti gli altri con la Samp: anche il leader stavolta ha qualcosa da farsi perdonare, vediamo che succede.
Parma (4-3-3): Sepe; Conti, Bani, Gagliolo, Pezzella; Kucka, Kurtic, Hernani; Man, Pellé, Gervinho. All. D’Aversa.
Milan (4-2-3-1): Donnarumma; Dalor, Kjaer, Tomori, Hernandez; Bennacer, Kessie; Saelemaekers, Calhanoglu, Rebic; Ibrahimovic. All. Pioli.
Arbitro: Maresca
Tv: ore 18 Sky 202
CorSera
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