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Stiamo assistendo ad un vero e proprio miracolo sportivo
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C'erano tutti i presupposti
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Ci sono ancora 42 punti , se giochiamo così non andiamo da nessuna parte ma non mi sento di darci per morti a prescindere , boh.
Dai su...quest'anno e' impossibile. Non ci sono le premesse. Non solo dovete cambiare marcia voi...ma deve pure crollare l'Inter. Voi avete ancora infortuni...l'Inter no. Voi avete la champions...l'Inter no.
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
Dai su...quest'anno e' impossibile. Non ci sono le premesse. Non solo dovete cambiare marcia voi...ma deve pure crollare l'Inter. Voi avete ancora infortuni...l'Inter no. Voi avete la champions...l'Inter no.
A me interessa solo il quarto
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Dai su...quest'anno e' impossibile. Non ci sono le premesse. Non solo dovete cambiare marcia voi...ma deve pure crollare l'Inter. Voi avete ancora infortuni...l'Inter no. Voi avete la champions...l'Inter no.
Sì mancano proprio le premesse qua , dispiace perchè sarebbe stato il decimo di fila
A me, ad essere sincero, neanche tanto. Cioe'...se la champions e' un trampolino per fare una squadra da scudetto, ok...ma se e' solo un modo per qualificarsi in modo continuo e basta...allora no.
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
A me, ad essere sincero, neanche tanto. Cioe'...se la champions e' un trampolino per fare una squadra da scudetto, ok...ma se e' solo un modo per qualificarsi in modo continuo e basta...allora no.
Bhe quello chiaro..
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
L’Inter batte il Parma 2-1 con una doppietta di Sanchez, rilucidato a nuovo da Conte, e in campo al posto di Lautaro. L’Inter vola così a + 6 sul Milan e +10 su Juventus e Atalanta.Il vantaggio comincia a essere notevole e a mettere in sicurezza l’Inter che non ha nessun altro traguardo per cui correre, mentre le sue avversarie nella corsa scudetto devono dividersi tra campionato ed Europa. Il Milan ha il Manchester United, l’Atalanta ha il Real Madrid, la Juventus il Porto e poi chissà. L’Inter di Conte rimette in discussione tutti i canoni dello spettacolo più di moda, che non è solo quello teorico dei mille passaggini, ma molto diretto e molto all’italiana. L’Inter con Lukaku, Lautaro e Sanchez produce una valanga di gol (62), e la squadra che gli assomiglia di più è l’Atalanta di Gasperini che dovrà affrontare al prossimo turno. Concludendo: questo scudetto può solo perderlo l’Inter?
Un giorno dovremo parlare approfonditamente e scientificamente di come l’ Inter stia uccidendo il campionato a suon di gol. Che è un qualcosa che rimette fortemente in discussione tutti i canoni e i concetti interpretativi dello spettacolo e del far gol nel calcio moderno. Nel senso che l’ Inter lo spettacolo – in campionato… – lo fa per davvero, è misurabile, è quantificabile, e non solo in teoria, non spezzetta il calcio in mille passaggini, piuttosto tira dritto verso la porta. Chi diverte di più: chi punta alla rete avversaria o chi si passa e ripassa il pallone a sfinire l’avversario, ma anche chi guarda la partita alla tv? Se l’ Inter fosse un pugile direi banalmente che mena pesante, ti sfianca, giocherella, poi gli parte il diretto e giù. Nel caso del Parma destro e sinistro veloce. Certo non è un rullo di tamburi continuo, quanto piuttosto uno scatenarsi a sprazzi, però sull’efficacia e sulla spettacolarità delle azioni di Lukaku, Lautaro e Sanchez chi potrebbe dire qualcosa? Chi è che oggi fa sobbalzare più di quei formidabili attaccanti?
E fa gol, tanti (62), l’Inter. Non sempre con i soliti nomi, adesso ci si è messo anche Alexis Sanchez, che tutti abbiamo visto esplodere oltre dieci anni fa all’ Udinese per poi farsi un giro tra i più grandi club del mondo (Barcellona, Arsenal, Manchester United), per poi finire all’ Inter in un momento che è sembrato sbagliato. Facendo pensare addirittura a un giocatore in declino, che non aveva più la rabbia e la freschezza di quando aveva lasciato l’ Italia per andare alla conquista dell’ Europa. Si era anche pensato di restituirlo in qualche maniera al mittente, se non ci fossero stati degli obblighi contrattuali da rispettare. Bisogna riconoscere a Conte di aver rilucidato a nuovo pure El Niño Maravilla. Togli Lautaro e metti Sanchez, l’ Inter ormai ha una sua fisionomia molto precisa, e soprattutto perfetti pezzi di ricambio – Eriksen/Vidal, Lautaro/Sanchez, Hakimi/Darmian… – che puoi montare o smontare come gli optional di un robot da cucina.
I gol di Sanchez a Parma portano l’ Inter a + 6 sul Milan, e +10 sulla Juve e sull’Atalanta. Più sei comincia a essere una lunghezza di un certo riguardo. Anzi è una doppia lunghezza. Come il fantino a metà pista e che tiene la lunghezza di un paio di cavalli tra lui e gli altri. Sulla sicurezza e sull’inattaccabilità di certi vantaggi di classifica c’è da andare abbastanza cauti visto che il prossimo avversario dell’ Inter sarà l’Atalanta di Gasperini. Che guarda caso ha una filosofia di gioco non molto distante da quella di Conte – calcio all’italiana in versione moderna – attaccanti altrettanto decisivi (soprattutto Muriel), e un reparto gol altrettanto attrezzato e che viene solo dopo quello dell’ Inter (60).
La differenza la faranno soprattutto gli impegni e le scommesse ancora aperte. L’Atalanta col Real Madrid, il Milan col Manchester United, la Juve col Porto e poi si vedrà, dovranno spezzettare forze e concentrazione, l’ Inter non ha altro. E ha pure adesso questo discreto gruzzolo di punti da gestire per le prossime 13 partite. Concludendo, buttiamola lì alla Marzullo: questo scudetto può solo perderlo l’Inter?
SERIE A 2020-2021 25a GIORNATA Martedì 2 marzo 2021 Lazio-Torino (non disputata, il Torino non si è presentato causa 10 positivi al Covid) Juventus-Spezia 3-0 (62' Morata J, 71' Chiesa J, 89' Ronaldo J) Mercoledì 3 marzo 2021 Sassuolo - Napoli 3-3 (36' Maksimovic aut. S, 38' Zielinski N, 45'+1' Berardi rig. S, 72' Di Lorenzo N, 90'+5' Caputo rig. S) Atalanta - Crotone 5-1 (12' Gosens A, 23' Simy C, 48' Palomino A, 50' Muriel A, 58' Ilicic A, 85' Miranchuk A) Benevento - Verona 0-3 (25' Faraoni V, 34' Foulon aut. V, 50' Lasagna V) Cagliari - Bologna 1-0 (19' Rugani C) Fiorentina - Roma 1-2 (49' Spinazzola R, 60' Spinazzola aut. F, 88' Diawara R) Genoa - Sampdoria 1-1 (50' Zappacosta G, 77' Tonelli S) Milan - Udinese 1-1 (68' Becao U, 90'+7' Kessie rig. M) Giovedì 4 marzo 2021 Parma - Inter 1-2 (54' Sanchez I, 62' Sanchez I, 71' Hernani P) *** Un giorno dovremo parlare approfonditamente e scientificamente di come l' Inter stia uccidendo il campionato a suon di gol. Che è un qualcosa che
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«nessun vincolo univa questi morti
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Napoli, Gattuso isolato e a rischio. De Laurentiis pensa alla rivoluzione
Dopo lo sfogo di Insigne contro i compagni, il capitano assieme a Ghoulam si è chiarito coi compagni; Gattuso ha cacciato Mario Rui prima della fine dell’allenamento, ma il tecnico e il presidente non si parlano
Ci sono duecentocinquanta milioni di motivi che preoccupano Aurelio De Laurentiis, in una stagione che rischia di trasformarsi per il Napoli in un fallimento tecnico, dunque economico, per un club che 150 milioni di euro li ha investiti da gennaio 2020 a gennaio 2021 e altri 100 li ha in bilancio come monte ingaggi. La coppia Gattuso-Giuntoli ha vacillato dopo la sconfitta a Verona e ora torna ad essere a rischio, nonostante il ds abbia un contratto sostanzioso con scadenza 2024.
Ma è la gestione dei momenti, oltre ai risultati troppo altalenanti, che lascia il Napoli ai confini della terra di nessuno e apre di nuovo alle riflessioni. Il presidente, che ha valutato la crisi del mese scorso in silenzio, dinnanzi a un eventuale crollo domenica contro il Bologna potrebbe intervenire, e stavolta a gamba tesa. Il pareggio contro il Sassuolo ha scoperchiato il vaso di Pandora, sollecitato il capitano della squadra, Lorenzo Insigne, ad abbandonarsi allo sfogo a caldo contro le disattenzioni in campo negli ultimi minuti. Ha ridotto ai minimi termini il rapporto tra società e area tecnica. E ha dato anche il via ad un confronto serrato nello spogliatoio.
Insigne doveva delle spiegazioni ai compagni (lo aveva già fatto al Mapei Stadium dopo che le telecamere avevano catturato il suo labiale mentre dava calci a qualsiasi cosa avesse davanti: «Squadra di m...»), a mente più fredda. Insieme con Ghoulam, il vicecapitano, ha chiamato a raccolta i giocatori in mezzo al campo. Ha elencato gli errori e le amnesie delle ultime gare, ha invitato tutti a riflettere sulla squadra, costruita per le posizioni di vertice e che si ritrova invece nella terra di mezzo della classifica.
Giusto il tempo di finire il discorso da «capitano» che è scoppiato un altro caso: Mario Rui è stato spedito da Gattuso sotto la doccia, prima che l’allenamento terminasse. È il secondo provvedimento punitivo nei confronti del portoghese in pochi mesi, già in occasione della trasferta di Bologna dell’8 novembre fu mandato in tribuna insieme con Ghoulam. L’allenatore stavolta gli ha imputato scarsa concentrazione, poi ha perso le staffe quando il giocatore si è rivolto in maniera poco urbana nei confronti di un compagno più giovane.
Gattuso non è nuovo a decisioni di questo tipo. La scorsa stagione la stessa sorte era toccata ad Allan e a Lozano. Adesso, rispetto al passato, ci sono i veleni di una stagione in cui il Napoli non trova pace, non riesce a trovare una identità. Resta in balìa degli errori e anche dei troppi infortuni. Nelle ultime sette trasferte (compresa la Supercoppa), sei sconfitte e un pareggio, diciassette reti subite.
Sassuolo è stata un’altra occasione persa, l’ennesimo rimpianto che ha messo a nudo le fragilità di tutti. Ha riproposto allo specchio le divisioni all’interno di un club dove presidente e allenatore non dialogano, il direttore sportivo non è il portavoce delle esigenze del club.
Ha certificato evidentemente la mancanza di una guida autorevole che gestisca momenti così complicati e soprattutto se ne assuma le responsabilità. È una crisi che si trascina da tempo e crea tensioni. La tentazione di De Laurentiis è di trovare un rimedio, prima che salti il banco.
CorSera
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Fiorentina, i numeri inchiodano Prandelli. La rabbia di Ribery sui social
Clima teso in casa viola dopo la sconfitta con la Roma, classifica sempre più preoccupante, all'orizzonte la sfida salvezza contro il Parma. Da giocare senza il francese, che con un post su Instagram sembra non aver gradito la sostituzione
Clima teso dopo la sconfitta con la Roma, arrivata nei minuti finali proprio come quella precedente sul campo dell'Udinese. Un ko che ha vanificato tutti gli sforzi e la reazione della Fiorentina che era riuscita a riacciuffare la gara contro i giallorossi dopo l'iniziale svantaggio. Un punto che sarebbe stato molto prezioso per il tecnico Prandelli e il suo gruppo. Così come lo sarebbe stato quel punto poi perso al cospetto dell'Udinese. La classifica si accorcia, i viola adesso sono a soli cinque punti dal Torino che è terzultimo e che soprattutto ha due gare da recuperare e che ha saltato a causa del focolaio di coronavirus all'interno del gruppo squadra. Situazione preoccupante, anche a leggere alcuni segnali che arrivano dentro e fuori dal campo.
Come quella sostituzione che ha riguardato Ribery a dieci minuti dal termine, quando la sfida era ancora in parità e soprattutto il francese aveva mostrato intraprendenza e voglia di ribaltare la situazione. Prandelli lo richiama e inserisce Caceres al suo posto, con Ribery che allarga le braccia ed esce sconsolato. Il tecnico ci parla, prova a farlo riflettere e poi, a fine partita (quando la Roma avrà segnato il 2-1 finale), commenta così: "Gli avevo chiesto come stava e se ce la faceva - dice Prandelli - però comunque avevo un po' di preoccupazione dato che è rientrato da poco. Poi dovevo per forza usare lo slot perché Pulgar mi aveva chiesto il cambio. Devo riuscire a tirare fuori il meglio da queste situazioni".
La rabbia di Ribery
Il francese dopo la gara, sui social, ha sfogato la sua rabbia con quattro faccine arrabbiate e nessun'altra scritta a latere. Riferimento diretto alla sostituzione o al risultato finale? Oppure a tutte e due le situazioni, messe insieme? Sicuramente Ribery è l'emblema di questa crisi. La Fiorentina senza di lui non riesce a produrre brillantezza nel gioco e l'attacco è affidato esclusivamente al talento di Vlahovic che però, in alcune occasioni, è sembrato troppo solo coi suoi 21 anni. Tra l'altro Ribery salterà la sfida di domenica, al Franchi contro il Parma nello scontro diretto per non retrocedere, perché era diffidato e contro la Roma ha rimediato un cartellino giallo molto pesante. Per lui e per la squadra, per il futuro dei viola.
Poco tempo fa era capitato a Castrovilli, che si era ritrovato in panchina perché il suo rendimento non era all'altezza, secondo il tecnico, del suo talento. Poi ad Amrabat, che era uscito dopo una sostituzione senza salutare l'allenatore e i compagni e dirigendosi subito negli spogliatoi. Per lui panchina nella gara successiva. Adesso Ribery, non nuovo a questa insofferenza ma certo più evidente nel momento delicato che sta vivendo la Fiorentina.
Squadra sul banco degli imputati e futuro da programmare
Dopo la sconfitta di Udine, il direttore sportivo Pradè aveva puntato il dito nei confronti della squadra: "Sono incazzatissimo, sono nero", aveva detto, cercando di stimolare il gruppo a una pronta reazione. Poi era stato il turno di Prandelli, che aveva difeso l'operato della società sentendosi accerchiato da una critica forte di tutto l'ambiente. Infine il presidente Commisso, che prima della sfida con la Roma aveva chiamato per parlare con la squadra, direttamente dagli Stati Uniti, per chiedere una prova d'orgoglio. "Vi sono sempre stato vicino, ho investito tanto nella squadra, ho sempre difeso tutti ma non so fino a quando potrò farlo se le cose continueranno così", il senso del suo intervento. Clima teso, insomma. Con incognite sul futuro.
Pradè è in scadenza di contratto, Prandelli non è certo di rimanere e l'ombra di un nuovo allenatore avanza sempre più. Ok, ma chi? Sarri, Gattuso, Juric, Italiano. I nomi che si rincorrono sono questi e tra una smentita e l'altra è anche arrivato il momento di programmare il futuro. Ma come si fa se la squadra è ancora in lotta per non retrocedere? E' questo il punto. Toccherà a Commisso e alla sua dirigenza sbrogliare una situazione davvero complicata. Cresce la preoccupazione e le statistiche non aiutano: dopo 25 giornate, è la peggior Fiorentina di sempre (da quando ci sono i tre punti). Peggio fece soltanto quella del 2001/02. L'anno della retrocessione e del fallimento.
Clima teso in casa viola dopo la sconfitta con la Roma, classifica sempre più preoccupante, all'orizzonte la sfida salvezza contro il Parma. Da gioc…
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Lazio-Torino, Lazio pronta al ricorso alla probabile sentenza di rinvio della partita
Lazio-Torino non si è giocata. Dopo aver atteso 45 minuti come da regolamento, l'arbitro ha dato comunicazione ufficiale della mancata disputa del match. Adesso la palla passa al giudice sportivo che, a differenza di Juventus-Napoli, potrebbe non concedere il 3-0 a tavolino alla Lazio.
I granata, infatti, non sono scesi in campo per quello che è considerato un "impedimento oggettivo". Il Torino sarà in quarantena fino a mezzanotte come imposto dalla Asl, e nonostante la presa di posizione della Lega che aveva deciso di non rinviare la partita, non sarebbe potuto scendere in campo.
Per questo motivo il giudice sportivo potrebbe decidere di far giocare il match, stabilendo una nuova data per disputare la partita e potrebbe essere il 7 aprile. Una decisione che non piacerebbe al club di Lotito, pronto a fare ricorso alla Corte Federale d'Appello impugnando la sentenza. Da domani, invece, il Torino potrà riprendere con gli allenamenti di gruppo.
Gianluca Di Marzio
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LEGGO (F. BALZANI) - Il sorriso di Amadou e le lacrime di Jordan. La vittoria in extremis con la Fiorentina ha rivoluzionato l'umore del centrocampo romanista che perderà per un mese Veretout, il giocatore più prolifico della rosa. Il francese, uscito dopo un'ora di gioco zoppicando dolorante, ieri non ha potuto svolgere gli esami strumentali perché bisogna aspettare la riduzione del versamento sanguigno all'interno del muscolo dell'adduttore.
I primi controlli però hanno fatto storcere la bocca a tutti a Trigoria e a meno di sorprese oggi dovrebbe essere confermata la lesione. Da capire il grado ma con molta probabilità Veretout tornerà dopo di fine marzo saltando così 5 partite fondamentali: Genoa, Parma, Napoli e la doppia sfida con lo Shakthar negli ottavi di Europa League.
Al suo posto giocherà Diawara che mercoledì ha conosciuto un angolo di Paradiso dopo mesi di inferno tra Covid, disavventure sentimentali, pasticci di lista e tanta panchina. Al suo fianco, almeno col Genoa, ci sarà Villar ma non è escluso un arretramento di Pellegrini per provare a colmare l'assenza di strappi e verve di Veretout. Un'impresa complicata vista l'unicità del gioco del francese che in questo anno e mezzo aveva saltato solo una partita per infortunio (col Sassuolo) e che rimane l'unico giocatore in doppia cifra anche a causa della mini-crisi di Mkhitaryan.
LEGGO (F. BALZANI) - Il sorriso di Amadou e le lacrime di Jordan. La vittoria in extremis con la Fiorentina ha rivoluzionato l'umore del centrocampo romanista che perderà per un mese Veretout, il giocatore più prolifico della rosa. Il francese, uscito dopo un'ora di gioco zoppicando dolorant...
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CM: "Juve al bivio con Paratici: l'offerta c'è, la risposta non ancora. La decisione di Andrea Agnelli sembra quella di continuare con i dirigenti dell'ultimo ciclo..."
Rinnova o no? In casa Juve questa domanda è relativa a tante situazioni diverse, la priorità però è legata a un altro rinnovo, sotto vari punti di vista ben più delicato: quello di Fabio Paratici e a ruota di tutta l'area sportiva. Che al netto dei cambiamenti già vissuti in stagione, sembra potersi dirigere verso un rinnovo più o meno totale, da Federico Cherubini in poi. Sostanzialmente indipendente, però, è la situazione legata a Paratici, anche giustamente. Quindi, tornando alla domanda iniziale, Paratici rinnova o no?
L'OFFERTA – Al netto della complicatissima stagione vissuta dalla Juve, la più difficile degli ultimi dieci anni tra risultati fin qui deludenti e situazioni extra-campo persino clamorose (caso Suarez su tutte), la decisione di Andrea Agnelli sembra proprio quella di continuare con la squadra di dirigenti dell'ultimo ciclo. Quindi Pavel Nedved vicepresidente, con Cherubini a tenere insieme i pezzi anche al di sotto della prima squadra e Paratici al timone di tutta l'area sportiva. Non a caso già da tempo è stata presentata un'offerta, economicamente al ribasso come da spending review già avviato a ogni livello in casa Juve: l'attuale allenatore guadagna circa un terzo di quello precedente, nessun nuovo acquisto è andato oltre un ingaggio da 9 milioni lordi, anche per i dirigenti lo stipendio non potrà che essere rapportato all'attuale momento post-pandemia. L'offerta però è allo stesso tempo un rilancio a livello progettuale, storicamente si ragiona su cicli di tre stagioni.
LA RIFLESSIONE – Non sembra un problema economico, ma undici anni di Juve vissuti in prima linea lasciano il segno. Soprattutto positivo, ma non è sempre tutto oro quello che luccica, una attenta riflessione era ed è comunque necessaria per capire se e come andare avanti insieme. Il tempo però sta scadendo. Si intrecciano voci e rumors di ogni tipo, il momento più critico è stato però superato, una separazione sembrava molto più concreta lo scorso agosto e poi in un autunno complicato, recentemente dalla Continassa non filtrano particolari fratture. Resta però il fatto che marzo sia iniziato e una decisione definitiva ancora non ci sia, ma arriverà a stretto giro di posta, con ogni probabilità entro fine mese sarà chiaro e ufficiale il quadro dirigenziale della Juve che verrà. Con o senza Paratici, decide lui.
CM
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