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Così finisce anche questa barzelletta iniziata con Alemanno, passando per Marino e conclusasi con la Raggi.
Notizia non inaspettata, in specie dopo il cambio di proprietà.
Tor di Valle era un progetto legato a Pallotta. E' probabile (con tempi e modi che vedremo, certo migliori di questi) che i Friedkin avanzeranno un loro progetto in un'altra zona e con altre amministrazioni.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
I quattro manager avevano cenato insieme. Giovedì l’esito dei test per i dirigenti interisti, venerdì il risultato per Galliani. Il Monza ha già registrato la positività del presidente Berlusconi a settembre e di nove giocatori a inizio campionato.
CorSera
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Notizia non inaspettata, in specie dopo il cambio di proprietà.
Tor di Valle era un progetto legato a Pallotta. E' probabile (con tempi e modi che vedremo, certo migliori di questi) che i Friedkin avanzeranno un loro progetto in un'altra zona e con altre amministrazioni.
e soprattutto se dio vuole avremo un nuovo sindaco a breve.
Non si fa attendere a lungo la reazione del Campidoglio in seguito alla notizia di un definitivo stop al progetto Stadio di Tor di Valle , comunicato in serata direttamente dalla Roma . Questa la nota del Comune di Roma :
“Prendiamo atto della decisione presa autonomamente questa ...
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
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eh scusami, ho tentato di capire, ma non avevo intuito che intendessi chealse....comunque, oddio , hanno già speso un sacco di soldi questa estate, altri 100 milioni per halaand, non saprei, dovrebbero vendere qualcuno prima di comprarlo al massimo
Ricordiamoci che il Fair Play Finanziario non esiste...
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
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Le avversarie (dure) di Milan e Roma in Europa League: il Manchester United è il favorito, lo Shakhtar ha eliminato l’Inter in Champions
Non ci sarà il temuto derby ma per le italiane non è andata bene. Soprattutto i rossoneri rischiano contro la candidata più forte alla vittoria finale. Ibrahimovic ritrova il suo passato come l’allenatore giallorosso Fonseca, che ha già allenato in Ucraina:
Non ci sarà il derby italiano negli ottavi di finale dell’Europa League, ma per il Milan non è una buona notizia perché il sorteggio di Nyon consegna alla squadra di Pioli il peggior avversario possibile: il Manchester United, considerato il più autorevole candidato alla conquista della coppa nella finale del 26 maggio a Danzica. Una sfida da brividi, in campo ci saranno 10 Champions League (7 i rossoneri, 3 gli inglesi), una parte importante di storia del calcio. È andata meglio – ma non benissimo – alla Roma, che pesca lo Shakhtar Donetsk, la squadra che di fatto ha eliminato l’Inter dall’Europa in questa stagione fermandola sullo 0-0 sia all’andata che al ritorno. Sarà una partita speciale per il tecnico giallorosso Fonseca: nei sedicesimi ha eliminato il Braga, club che ha allenato nel 2015-2016, e adesso trova la società che ha guidato nelle tre stagioni successive, prima di trasferirsi in Italia, conquistando tre campionati e tre coppe d’Ucraina.
Ibra contro il suo passato
Al Milan servirà un’impresa per eliminare il Manchester United, che è stato eliminato nel girone eliminatorio di Champions ma in Premier è tornato protagonista (è al secondo posto alle spalle dell’imprendibile City) e ha una grande quantità di campioni. Noi abbiamo negli occhi soprattutto Pogba e Cavani, ma nessuno dei due sta bene: il francese è fuori ormai da venti giorni, l’uruguaiano potrebbe tornare a disposizione di Solskjaer per la gara di domenica con il Chelsea. Ma il vero gioiello dei Red Devils è Bruno Fernandes, che in Italia è diventato calciatore (Novara, Udinese, Sampdoria) e adesso è tra i calciatori più decisivi in Inghilterra: in campionato ha segnato la bellezza di 15 gol. Il doppio confronto con il Manchester United, l’11 e il 18 marzo, rende durissimo quel periodo per il Milan che giocherà a Verona domenica 7 e, in mezzo ai due confronti europei, ospiterà il Napoli. Ma la storia è dalla parte di Pioli: nei cinque confronti diretti con i Red Devils, i rossoneri si sono qualificati quattro volte. Sarà un confronto speciale anche per Ibrahimovic, che ha giocato in quel club prima di prendere la strada per l’America.
Qualità Shakhtar
Lo Shakhtar Donetsk è un avversario temibile per la Roma, perché ricco di qualità. Ma è comunque alla portata della Roma, che proprio da un confronto diretto con gli ucraini negli ottavi di finale della Champions di tre anni fa prese il volo per eliminare anche il Barcellona, un risultato entrato nella storia del club giallorosso. Fonseca all’epoca era l’allenatore dello Shakhtar, il gol decisivo per la qualificazione lo realizzò Dzeko. È una squadra con spiccate caratteristiche offensive, nella quale brilla il talentuoso Taison (più volte avvicinato alle squadre italiane, Roma inclusa), ma contro l’Inter è riuscito a non subire gol per 180 minuti. Così i nerazzurri sono finiti fuori dalle coppe, mentre gli ucraini si sono conservati un posticino in Europa League, un trofeo che hanno già vinto nel 2009.
CorSera
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L'infortunio dell'argentino, i problemi dell'attacco bianconero e un contratto in scadenza: Paulo è sempre più un caso
Il sottile filo rosso che lega l’ultima Juventus di Sarri con quella di Pirlo, sono i tormenti di Paulo Dybala. L’ultima partita della gestione precedente si concluse, oltre che con l’eliminazione dalla Champions League, con l’inizio dei problemi fisici della Joya. Sei mesi e diciannove giorni dopo, l’argentino è ancora ai box per un altro infortunio, questa volta al ginocchio, che l’ha costretto a rivolgersi al professor Cugat: se il consulto a Barcellona ha sventato l’intervento chirurgico, non ha ancora restituito Dybala a Pirlo, che ha potuto contare sul miglior giocatore dello scorso campionato solo per 16 partite, di cui 5 giocate interamente. Una decisione, quella di rivolgersi al luminare catalano, presa dall’argentino e assecondata dalla società bianconera, che punta al completo recupero: se per rinnovare o per monetizzare, lo dirà soltanto il tempo. Certamente l’attacco della Juventus, con i soli Ronaldo, Kulusevski e Morata a disposizione, compirebbe un evidente salto di qualità riaggregandolo.
L’inizio stentato
La stagione era iniziata così come era finita: l’infortunio alla coscia emerso alla terz’ultima di campionato con la Sampdoria e aggravatosi nell’affrettato ritorno in campo contro il Lione ha segnato la prima parte dell’anno della Joya, che ha saltato la prima giornata, proprio contro i doriani, non riuscendo poi a trovare continuità. Il graduale ritorno in campo è coinciso con il periodo migliore di Morata, concorrenza inizialmente impari che ha tolto fiducia a Dybala. Soltanto tre i gol segnati in questa stagione, due in campionato e uno in Champions: l’infortunio contro il Sassuolo, la lesione al collaterale che ancora lo tormenta, ha assestato un duro colpo alle sue ambizioni.
Il contratto
In questa stagione l’argentino è stato al centro dell’attenzione, oltre che per i problemi fisici, per il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2022. Il dialogo tra Antun, manager dell’attaccante, e Paratici ha avuto alti e bassi: tra settembre e ottobre l’agente è rimasto a Torino senza però, come dichiarato da Dybala, essere mai contattato dalla società bianconera. «A me risulta che abbia ricevuto un'offerta che lo renderebbe uno dei venti giocatori più retribuiti in Europa - fu l’immediata risposta di Agnelli -. Vogliamo che diventi uno dei cinque migliori giocatori d'Europa. Ora non lo è, e lui lo sa». Parole ancora attuali, visto che i problemi fisici hanno impedito al calciatore di guadagnare sul campo quello status: la trattativa per il rinnovo procede a rilento, la richiesta supera i 10 milioni di euro, cifra che in questo periodo di crisi economica rappresenta un ostacolo. Proprio ieri il bilancio semestrale del club si chiudeva così: «Senza pregiudizio per la prosecuzione dell’attività sociale, Juventus - pur in un contesto influenzato dalla ridotta liquidità del sistema conseguente al perdurare della crisi - potrebbe far ricorso ad operazioni di cessione di diritti alle prestazioni sportive di calciatori».
La solitudine del n. 10
Mentre la Juventus è ancora in corsa su tutti i fronti, Dybala continua ad allenarsi a parte. Nelle prossime settimane proseguirà la terapia conservativa, la strada indicata da Cugat per uscire dal tunnel dell’infortunio e per sventare l’ipotesi intervento chirurgico. Nei piani dello staff tecnico bianconero, però, la carta Dybala sarebbe stata una delle armi in più a disposizione, un accelerata al progetto di Pirlo e soprattuttoil completamente di un reparto, quello offensivo, che ha vissuto e vive ancora in piena emergenza. A Verona Morata potrebbe farcela ma sarebbe comunque a mezzo servizio dopo l’infezione virale che lo sta tormentando, mentre Ronaldo, punto fermo, ha avuto poche occasioni per riposarsi e i suoi alti e bassi vengono comunque mascherati dalla straordinaria prolificità del campione portoghese. La Juve di quest’anno ha bisogno della Joya: resta da capire se anche quella del futuro viva la stessa condizione.
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Inter, Suning e il futuro del club: «Il nostro impegno finanziario è confermato». Tamponi tutti negativi
La capolista della serie A tira un sospiro di sollievo dopo i casi dei positivi nella dirigenza e nello staff. La proprietà intanto conferma con un comunicato di essere alla ricerca di partner ma puntualizza: «Il nostro impegno finanziario resta confermato con o senza il supporto di partner»
L’Inter tira un sospiro di sollievo. Sono risultati infatti negativi tutti i tamponi a cui si sono sottoposti giovedì 25 febbraio i giocatori e lo staff tecnico. Scongiurato il rischio di un focolaio come quello esploso nei giorni scorsi la Torino, la squadra di Conte, prima in classifica, proseguirà quindi normalmente l’avvicinamento alla sfida con il Genoa di domenica alle 15 con l’allenamento del pomeriggio.
Rischio cluster
I risultati dei nuovi test erano attesi dopo le positività emerse giovedì per gli amministratori delegati dell’Inter, Alessandro Antonello e Beppe Marotta, il direttore sportivo, Piero Ausilio, e il legale del club, Angelo Capellini, oltre a un membro dello staff tecnico. I dirigenti interisti si erano sottoposti a test sabato 20, il giorno prima del derby poi vinto col Milan: l’esito negativo aveva consentito ai due ad, Marotta e Antonello, e all’avvocato Capellini di raggiungere Roma prima di presenziare il giorno seguente all’elezione di Gravina. Martedì Marotta e Ausilio avevano partecipato ai funerali di Mauro Bellugi e il giorno dopo, come il resto del gruppo squadra, avevano fatto un nuovo tampone. Di lì la doccia fredda. ra i giocatori, in passato erano risultati positivi nove giocatori: Brozovic, Skriniar, Gagliardini, Bastoni, Nainggolan (ora in prestito al Cagliari), Young, Padelli, Radu e Kolarov. Senza dimenticare Hakimi, falso positivo
La questione Suning
Intanto, in relazione alla sospensione del titolo Suning alla Borsa di Shenzen, Inter Media and Communication prende posizione attraverso un comunicato ufficiale: «La nostra proprietà è in trattative per fornire una serie di soluzioni nell’ambito della struttura del capitale e della gestione della liquidità. Suning ha confermato il proprio impegno per il sostegno finanziario del club con o senza un supporto esterno. In ogni caso, è ragionevole e prudente rivolgere lo sguardo anche all’esterno. In tal senso, Suning ha nominato consulenti e advisor in Asia per lavorare a stretto contatto in modo da trovare partner strategici, utili sia sotto forma di iniezione di capitale ma non solo. I colloqui con potenziali partner sono costanti».
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