Scusate ma Ibra andando a Sanremo salterà delle partite di campionato?
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da Sidius Visualizza Messaggio“Handanovic scandaloso”
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
hahahahha i tifosi dell'inter sono degli imbecilli hahahahahhaha
oggi ha preso tuttoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza MessaggioAltra pettinata per il Napoli
se non cacciano quel coglione di gattuso manco in EL arriviamoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Ho appena letto che Ibra non perderà alcuna partita durante Sanremo.
Cmq mi sembra tutto assurdo.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da RIEMPITEMELO Visualizza Messaggiose non cacciano quel coglione di gattuso manco in EL arriviamo
Ma la rosa del Napoli è veramente poca roba
Se hai il centravanti + entrambi i terzini scarsi non c'è allenatore che tenga
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L’Inter batte nettamente il Milan nel derby, Lautaro e Lukaku scatenati. La squadra di Conte va in fuga a +4 ed ora è la vera favorita per lo scudetto. Si è dovuti arrivare quasi a marzo per vedere l’Inter prendere in mano il campionato. Per trovare la squadra giusta e staccare tutte le altre Conte ha bruciato nella sua locomotiva Champions League, Europa League e Coppa Italia. Oggi l’Inter è una formazione consolidata e chiusa, con la coppia Lautaro e Lukaku che è arrivata a 30 gol insieme (sui 57 totali dei nerazzurri, miglior attacco in Serie A). Il Milan ha pagato caro l’impegno in Europa League, ma in realtà è dall’inizio del 2021 che le cose non girano più alla grande come prima: siamo già a cinque sconfitte tra campionato e Coppa Italia. Vuol dire che Ibrahimovic farà gol a Sanremo…
Milan – Inter 0-3: il derby della svolta
Lautaro, Lautaro, Lukaku: è un tripletta al Milan ma è anche una tripletta al campionato. E’ stato un derby imperiale, quello dell’ Inter, vinto con una superiorità sfacciata, approfittando di un Milan oggi ferito e depresso, che in questo momento paga con gli interessi quanto avuto per un anno intero. Anche la formidabile spinta di Ibrahimovic è venuta meno nel momento più importante. Ma alla fine, insomma, siamo arrivati, quasi a marzo, lì dove tutti pensavamo questa storia dovesse cominciare. Il campionato oggi è nelle mani dell’Inter. Succede con almeno cinque mesi di ritardo, ma come diceva qualcuno è verso primavera che si fanno i conti. O i cavalli si contano al palo, Johnny…
Per arrivare a questo punto Conte ha bruciato nella fornace della sua locomotiva quasi tutto: la Champions League, l’Europa League, la Coppa Italia, qualche decina di giocatori spinti sotto il torchio, un carico di stress enorme e a volte insopportabile. Conte è un allenatore da maratone di campionato, non è un saggio dosatore di energie, si gioca tutto quel che ha su un tavolo solo. Ma alla fine è riuscito a mettere uno spazio tra l’ Inter e gli altri, confermando che una certa superiorità di quel gruppo costruito appositamente per vincere con investimenti pesantissimi e che ora è addirittura difficile poter coprire e rispettare – l’Inter è oggi un fragile gigante in vendita – era un fatto certo e assodato, non solo uno specchietto per le allodole. Tra l’ Inter e il Milan ci sono ora quattro punti, e non è più nemmeno detto che sia il Milan l’alternativa all’ Inter stessa. Ci sono anche altri, tutto sommato c’è ancora la Juve, il Milan rischia di essere inghiottito dal gruppo. L’ Inter il suo periodo di involuzione e di travaglio lo ha già passato, e adesso non ha altro per la testa che uno scudetto da vincere undici anni dopo l’ultimo.
Conte è riuscito a ottenere il massimo quando ha stabilizzato la formazione, trovato e chiuso la difesa, responsabilizzato e fatto esplodere Barella come motore della squadra, perfezionato il centrocampo coll’inserimento forse definitivo di Eriksen (ci è voluto un anno…), preso velocità con gli esterni Hakimi e Perisic, puntato tutto su Lautaro e Lukaku. Trenta gol in due sui 57 totali dell’Inter, nettamente il miglior attacco della Serie A. L’ Inter è oggi assolutamente spettacolare quando va a tutta in contropiede. Anche se contropiede, non so se ricordate la polemica con Capello, è un parola che Conte non vuol sentire. Vuol passare ai posteri Antonio come profeta di un calcio moderno e non primitivo.
Del Milan si aveva sempre avuto l’impressione che fosse tutto troppo perfetto, una favola senza la minima lacrima. Dopo un 2020 straordinario ma anche molto anomalo, nel 2021 ha cominciato a pagare pegno: quattro sconfitte in campionato (Juventus, Atalanta, Spezia, Inter) più l’altro derby di Coppa Italia. Anche il pareggio con la Stella Rossa era stato un pessimo segnale: la stanchezza e lo stress dell’Europa League si pagano pesantemente, non c’è tempo per riposare e recuperare. Ibrahimovic, alle soglie dei 40 anni, sta giocando una stagione eccezionale, avrebbe anche fatto gol se non si fosse trovato Handanovic davanti. Vuol dire che farà gol a Sanremo…
SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 23 Venerdì 19 febbraio 2020 Fiorentina - Spezia 3-0 (48' Vlahovic F, 64' Castrovilli F, 82' Eysseric F) Cagliari - Torino 0-1 (76' Bremer) Sabato 20 febbraio 2021 Lazio-Sampdoria 1-0 (24' Luis Alberto) Genoa - Verona 18.00 Sassuolo - Bologna 1-1 (17' Soriano B, 52' Caputo S) Domenica 21 febbraio 12.30 Parma - Udinese 2-2 (3' Cornelius P, 32' Kucka rig. P, 64' Okaka U, 80' Nuytinck U) Milan - Inter 0-3 (5' L. Martinez I, 57' L. Martinez I, 66' Lukaku I) Atalanta-Napoli 4-2 (52' Zapata A, 58' Zielinski N, 64' Gosens A, 71' Muriel A, 76' Gosens aut. N, 79' Romero A) Benevento - Roma 0-0 Lunedì 22 febbraio 2021 Juventus - Crotone *** Milan - Inter 0-3: il derby della svolta Lautaro, Lautaro, Lukaku: è un tripletta al Milan ma è anche una tripletta al campionato. E' stato un derby imperiale, quello dell' Inter, vinto con una superiorità sfacciata, approfittando di un Milan oggi ferito e depresso, che in questo momento paga con gli interessi quanto avuto per...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Atalanta-Napoli 4-2: i complotti di Gasperini e l’involuzione della banda Gattuso
Un’ Atalanta in piena forma forma, forse quasi al top, pronta per il Real Madrid. E un Napoli che non riesce a uscire dal tunnel, che infila l’ottava sconfitta della stagione, la quarta nel 2021. Che diventano sette – in meno di due mesi – se ci aggiungiamo la Supercoppa italiana contro la Juve, la sconfitta con l’Atalanta in Coppa Italia, e il ko col Granada in Europa League.
L’Atalanta è tornata al top della condizione dopo un periodo abbastanza altalenante, in cui però i picchi di gioco e di rendimento possono essere altissimi. Luis Muriel – quattordici gol – come Ilicic, Gomez o Zapata ieri, è oggi il suo giocatore più in forma, il simbolo di una squadra “collettivo” dove ognuno passa dalla panchina alla formazione titolare senza alcuna differenza di rendimento e viceversa. Gasperini furibondo con l’arbitro per un mancato rigore (fallo di Mario Rui su Pessina) si è fatto espellere paventando anche uno strano clima nei confronti dell’ Atalanta: “Mi sento uno passato sotto un treno, un arbitraggio pesante. Un rosso così è un brutto segnale, siamo tutti furibondi”.
Quando sconfisse l’Atalanta 4-1 all’andata (2 gol di Lozano, Politano e Osimehen) il Napoli giunse praticamente al top della considerazione e dell’autostima. Un girone dopo, e mettendo nel conto anche le gare di Coppa Italia, con l’Atalanta il Napoli ha pareggiato un’altra volta stancamente in casa e perso altre due volte nettamente a Bergamo. Oggi il Napoli è entrato è entrato in un tunnel ed è entrato anche in silenzio stampa, per decisione imposta dalla società. Le giustificazioni per i gol che mancano nonostante le occasioni e le tante assenze (bruttissimo incidente a Bergamo anche per Osimhen, uscito in barella per aver battuto la testa e portato subito in ospedale) ormai non contano più. Il bilancio tecnico della stagione non è sufficiente e preoccupa molto, soprattutto vista l’instabilità e il precarissimo rapporto tra Gattuso e De Laurentiis.
SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 23 Venerdì 19 febbraio 2020 Fiorentina - Spezia 3-0 (48' Vlahovic F, 64' Castrovilli F, 82' Eysseric F) Cagliari - Torino 0-1 (76' Bremer) Sabato 20 febbraio 2021 Lazio-Sampdoria 1-0 (24' Luis Alberto) Genoa - Verona 18.00 Sassuolo - Bologna 1-1 (17' Soriano B, 52' Caputo S) Domenica 21 febbraio 12.30 Parma - Udinese 2-2 (3' Cornelius P, 32' Kucka rig. P, 64' Okaka U, 80' Nuytinck U) Milan - Inter 0-3 (5' L. Martinez I, 57' L. Martinez I, 66' Lukaku I) Atalanta-Napoli 4-2 (52' Zapata A, 58' Zielinski N, 64' Gosens A, 71' Muriel A, 76' Gosens aut. N, 79' Romero A) Benevento - Roma 0-0 Lunedì 22 febbraio 2021 Juventus - Crotone *** Milan - Inter 0-3: il derby della svolta Lautaro, Lautaro, Lukaku: è un tripletta al Milan ma è anche una tripletta al campionato. E' stato un derby imperiale, quello dell' Inter, vinto con una superiorità sfacciata, approfittando di un Milan oggi ferito e depresso, che in questo momento paga con gli interessi quanto avuto per...ma di noi
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L'equilibrio dell'Inter, l'azzardo del Milan: così Conte ha battuto Pioli
Il 3-0 del derby non è frutto del caso o della sfortuna. E la zona Champions diventa ancora più un terreno soggetto a qualsiasi terremoto. La vera differenza tra le due squadre è stata soprattutto tattica
La proiezione dei rispettivi risultati nelle ultime 8 giornate di campionato dice che la netta vittoria dell'Inter sul Milan non è affatto mendace. Ma indica, soprattutto, le probabilità di scudetto, che per il Milan diventano inversamente proporzionali a quelle dei cugini in fuga. I numeri sono espliciti. L'Inter ha vinto 5 volte, pareggiato 2, perso 1 (con la Sampdoria) e segnato 17 gol, incassandone solo 5. Il Milan ha sommato 4 vittorie ma altrettante sconfitte, ha fatto 11 gol ma ne ha subiti 12. Tra le teoriche concorrenti al titolo l'Inter ha affrontato Juventus, Lazio e appunto Milan, battendole, e Roma, pareggiando. Il Milan, invece, ha perso con tutte e 3 le rivali più forti con cui ha giocato: Juventus, Atalanta e appunto Inter. Il 3-0 del derby non è dunque frutto del caso o della sfortuna. E la zona Champions diventa ancora più un terreno soggetto a qualsiasi terremoto.
Assodato inoltre che la diversa condizione atletica attuale può essere una concausa del tracollo milanista e del trionfo interista, la vera differenza tra le due milanesi, oggi, appare soprattutto tattica, come le ultime partite delle due squadre lasciavano sospettare. L'Inter ha un equilibrio evidente tra i reparti, mai scollati l'uno dall'altro, e valorizza le doti dei suoi campioni: Lukaku viene lanciato nei corridoi che ne esaltano la potenza, di Hakimi viene innescata la progressione, Barella è il prototipo dell'incursore perché può dettare il passaggio sapendo che mai il suo scatto sarà ignorato. Il Milan continua invece a scommettere su un azzardo, che può diventare rischio non calcolato dagli effetti masochistici: mantiene nella metà campo avversaria un numero cospicuo di giocatori nella convinzione che metteranno ostacoli all'avvio dell'azione altrui e raggiungeranno in un attimo l'area in sovrannumero. Se però non accade, il centrocampo presidiato da soli due uomini (stavolta c'era Tonali accanto a Kessié) è prateria in cui gli altri possono affondare con facilità il contropiede o assecondare lo strappo dalla mediana, con grave impaccio per i difensori centrali condannati alla figuraccia e per i terzini, attaccati di continuo.
Conte ha battuto Pioli anche perché l'idea fissa del calcio contemporaneo - la creazione della superiorità numerica in attacco - l'ha perseguita raggiungendo l'area del Milan con gli scatti violenti da dietro di Hakimi e Perisic, che poi altrettanto rapidamente tornavano a coprire, e con lo spostamento a turno di Lukaku e Lautaro verso l'esterno, che apriva sbocchi alle incursioni frontali dei centrocampisti o ai tagli di Eriksen, oltre a inguaiare Calabria e Hernandez, obbligati a difendere spesso in 1 contro 3. Pioli è stato sconfitto da Conte anche perché lo stesso obiettivo della superiorità numerica viene cercato attraverso un pressing avanzato un po' statico - l'ossimoro è solo apparente - con Çalhanoglu e Saelemaekers troppo compassati. Quando poi il Milan dopo il gol di Lukaku ha osato il sistema offensivo più spregiudicato, con Leao a destra e Rebic a sinistra, la partita era già compromessa, ma in ogni caso la variante non ha funzionato. E' emersa, in definitiva, la dipendenza della squadra da Ibrahimovic, l'unico in grado di colpire davvero, come nel flash subito dopo l'intervallo, dal quale Handanovic non si è lasciato accecare. La dipendenza dell'Inter da Lukaku è meno vistosa.
Restano 15 giornate e nessuna sentenza è definitiva. Ma una correzione magari temporanea del 4-2-3-1 del Milan in 4-3-3 potrebbe essere opportuna. Il 3-5-2 dell'Inter sembra invece un mantra, cui anche Eriksen e Perisic si stanno adattando. Non si vince coi moduli, però esistono momenti della stagione più delicati di altre: lo sarà di sicuro, con Roma-Milan e Inter-Genoa, l'ultima domenica di questo febbraio che ha capovolto il campionato.
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L'astuzia tattica dell'Inter. Ibra specchio del momento del Milan
Bel derby, senza pause, spettacolare: è chiaro però che i tifosi dell'Inter si sono divertiti molto di più. Tranne che nei primi 10' del secondo tempo, i nerazzurri hanno giocato al gatto col topo. Non capisco la tattica di molte squadre più deboli, che dovrebbero avere l'umiltà di giocare con più attenzione ma non lo fanno. E' vero che il Milan ha preso gol dopo 5', ma anche quell'azione è partita da un contropiede di Lukaku. L'Inter difende bassissimo, lo fa per attirare avanti gli avversari e poter colpire con la velocità non solo delle punte, ma anche di Hakimi, Barella, di un Eriksen che ha giocato una partita meravigliosa, smistando palloni nella sua metà campo e nella metà campo altrui, mettendo lo zampino ad esempio sul secondo gol (quello di Lautaro su assist di Perisic).
Tattica e scelte. Decisamente condivisibile quella di far giocare Eriksen e tenere Vidal in panchina. A tal proposito, il parco giocatori dell'Inter è stratosferico: le 'riserve' di Conte giocherebbero titolari dappertutto o quasi. Ora la squadra nerazzurra è meritatamente capolista ed è nettamente favorita per lo scudetto, che a questo punto può perdere solo lei. Si vede che è fuori dalle coppe, che ha lavorato in settimana: aveva più gambe e più testa.
Circa il Milan, sono emerse parecchie lacune. La difesa: Kjaer e Romagnoli non possono giocare uno contro uno se hanno davanti Lautaro e Lukaku. Sul gol del belga, il terzo dell'Inter, Romagnoli non riesce neanche ad avvicinarsi. Inoltre, sempre sullo stesso gol, anche Donnarumma non deve farsi infilare sul primo palo.
E poi Ibrahimovic. E' il giocatore che ha preso più complimenti (meritati) per l'exploit stagionale del Milan. Ma ora è giusto metterlo in discussione: non trascina la squadra e la squadra fa fatica a trascinare lui. Oggi a parte un paio di guizzi, non è stato neanche di presenza, di personalità, e il Milan non si può permettere di giocare senza il giocatore più rappresentativo. Insomma, la squadra di Pioli rischia di metterci troppo a superare questa mini crisi. Un dato preoccupante, perché i giocatori a disposizione ci sono, anche se a giudicare dai volti degli esclusi, non mi è sembrato lo stesso gruppo di qualche mese fa.
...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Roma, tra Dzeko e Mayoral prove di coesistenza fallite
Quando nella opaca notte di Benevento Paulo Fonseca li ha fatti giocare insieme, i due attaccanti hanno mostrato filosofie di calcio totalmente diverse
Finisce sempre così. Quando c'è di mezzo un ballottaggio, il migliore è sempre quello che resta in panchina. E così se Borja Mayoral gioca ma il Benevento ferma gli avanti romanisti, gli occhi di tutti confluiscono su Dzeko in panchina. Poi succede che entri anche lui e le cose non è che vadano granché meglio.
Fonseca s'è indubbiamente infilato in un cul de sac: col senno del poi, ogni volta in cui la Roma non vincerà, ci sarà chi lo processerà per aver scelto l'uno e non l'altro dei due centravanti in competizione. Ma almeno una delle domande più ricorrenti inizierà a sentirla un po' meno. Perché Dzeko e Mayoral, insieme, non hanno minimamente dato l'idea di poter funzionare. Interpretano il ruolo in modo molto differente. Ma è evidente che non riescano a cercarsi, a dialogare, a essere utile l'uno all'economia del gioco dell'altro.
Magari è una solo una questione di abitudine, visto che fino alla notte di Benevento avevano giocato insieme soltanto 19 minuti in un derby già perso, in questo campionato. Ma il pensiero che a ogni tocco di palla dei due pareva manifestarsi è che si tratti invece di una questione puramente tattica. Mayoral esige palloni sulla corsa, Dzeko ama riceverli addosso e dialogare con un centrocampista che s'inserisce alle sue spalle. Due filosofie molto distanti l'una dall'altra, per questo forse Fonseca non aveva sin qui ritenuto di farli convergere. Col Benevento ha pensato più che altro ad affollare l'area, infilando tre punte pure più Pedro e Pellegrini: a posteriori, l'impressione è che non fosse una scelta logica, quella del doppio "9", ma quasi nervosa, istintiva.
Sei volte Mayoral è entrato al posto di Dzeko in questo campionato. Due volte - con Juve e Udinese - è stato il bosniaco a sostituire lo spagnolo. Statistiche sostanzialmente ribaltate in Europa League. "Nella nostra squadra non c'è un attaccante titolare", ha giurato Fonseca a freddo, rinnovando implicitamente il dualismo. Ma anche la sensazione di preferire il 23enne nato pochi chilometri a sud di Madrid, non solo per le questioni disciplinari che sono costate al centravanti della Bosnia la fascia di capitano. Anche Mayoral ha la sensazione di aver l'ordine costituito. Faceva impressione, nel prepartita dello stadio Vigorito assistere al riscaldamento di Dzeko con le riserve, impegnato ij un torello fiacchissimo con il redivivo Pastore e il primavera Feratovic. Oggi bassi, passi lenti. Il campo gli ha dato una scossa di vita, visto che in Serie A non giocava così tanto proprio da quel derby sciagurato. Ora, esclusa almeno l'eventualità di schierarli in coppia, Fonseca riuscire a risolvere anche il dualismo. Perché nel gioco delle coppie, chi rischia di più, è quasi sempre l'allenatore.
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Nel mentre l'Inter si stacca, si crea bagarre per i restanti 3 posti che portano alla champions. Il Napoli è quella messa peggio, mentre sono in netta corsa Milan, Roma, Atalanta, Lazio e Juve. Di quelle ne resteranno fuori 2.
Abbiamo detto che la Roma vince con le piccole e questo può bastare per conquistare un piazzamento champions...ma se inizi a pareggiarci o perderci, il discorso va in fumo - e difatti il pareggio di Benevento riavvicina l'Atalanta e, se dovesse battere il Crotone, anche la Juve, complicando la corsa.
Roma che dovrà vedersela alla prossima proprio col Milan: partita scottante per entrambe.
In tutto questo sorride l'Inter e sorride Conte. Su in alto si sta bene, si respira aria pulita, non ci si deve preoccupare di quello che accade nel gruppone dietro ma soltanto di se stessi: ecco, l'Inter a questo punto ha il solo problema di occuparsi dei suoi risultati. Vincendo più partite possibili sarà scudetto, al di là di quello che faranno dietro: solo alcuni reiterati passaggi a vuoto potrebbero rimettere in discussione la prospettiva del titolo, ma non pare l'aria, anche se poi in vetta le correnti ci sono e bisogna stare attenti, ma Conte è uno scalatore esperto....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioNel mentre l'Inter si stacca, si crea bagarre per i restanti 3 posti che portano alla champions. Il Napoli è quella messa peggio, mentre sono in netta corsa Milan, Roma, Atalanta, Lazio e Juve. Di quelle ne resteranno fuori 2.
Abbiamo detto che la Roma vince con le piccole e questo può bastare per conquistare un piazzamento champions...ma se inizi a pareggiarci o perderci, il discorso va in fumo - e difatti il pareggio di Benevento riavvicina l'Atalanta e, se dovesse battere il Crotone, anche la Juve, complicando la corsa.
Roma che dovrà vedersela alla prossima proprio col Milan: partita scottante per entrambe.
In tutto questo sorride l'Inter e sorride Conte. Su in alto si sta bene, si respira aria pulita, non ci si deve preoccupare di quello che accade nel gruppone dietro ma soltanto di se stessi: ecco, l'Inter a questo punto ha il solo problema di occuparsi dei suoi risultati. Vincendo più partite possibili sarà scudetto, al di là di quello che faranno dietro: solo alcuni reiterati passaggi a vuoto potrebbero rimettere in discussione la prospettiva del titolo, ma non pare l'aria, anche se poi in vetta le correnti ci sono e bisogna stare attenti, ma Conte è uno scalatore esperto.
È l'unica cosa da fare per poter rimediare ad una catastrofe certa.
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