Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Ma cosa c'entrano i numeri? Io numericamente posso pure avere 10 centrocampisti, ma se di quelli 8 sono pippe e solo 2 passabili, i numeri me li sbatto....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da sebix Visualizza MessaggioEd infatti ho chiarito che ad oggi è così, giocando una volta a settimana.
Ad oggi abbiamo giocato con 12 giocatori 3 competizioni... ed è un fatto, poi voi potete fare finta di nulla
Juve e milan hanno più scelte di noi in avanti con la Juve che conta tra le fila il giocatore più forte del mondo, e devo sorbirmi anche che non c'è differenza in attacco, voi siete matti.
non se ne salva uno, morata è già sparito, dybala è finitoOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioMa cosa c'entrano i numeri? Io numericamente posso pure avere 10 centrocampisti, ma se di quelli 8 sono pippe e solo 2 passabili, i numeri me li sbatto.
voi volendo potete fare riposare qualche titolare a turno. Noi no. Le giocano tutte ininterrottamente da settembre 2019... qua ci si dimentica che noi abbiamo giocato fino ad agosto
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioI numeri sono incontrovertibili...ed il.Milan ha un monte ingaggi di 90...contro i vostri quasi 150. Quindi...come fate ad avere una rosa inferiore? Spiegamelo.
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioQuindi, secondo questo tuo ragionamento...Rabiot (7,5 milioni) vale 3 Lautaro Martinez (2,5 milioni) e vale uguale a Lukaku (7,5 milioni).
Ma diciamo pure che hai ragione. A questo punto, il Milan, che ha 90 milioni di monte ingaggi...ha quindi una rosa che vale poco piu' della meta' di quella dell'Inter. Quindi che parli a fare?Originariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggiobeh voi avete tuti giovani che quindi prendono pocoI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Riparte la Champions: Barcellona-Psg il clou, tanti rischi per le big
Martedì i primi due ottavi e subito il big match tra i blaugrana di Messi e i francesi orfani di Neymar. Il Liverpool in crisi sfida il Lipsia, mercoledì tocca alla Juve contro il Porto. L'Atalanta ci prova contro un Real in difficoltà, alla Lazio serve più di un'impresa contro il Bayern campione in carica
Dopo due mesi d'attesa, martedì 16 torna la Champions League, con i primi due ottavi di finale. Ci sono grandi storiche, come Liverpool e Real, che rischiano la ghirba. C'è una sfida tra giganti come Barcellona-Psg, anche se non lo sarà tra Messi e Neymar. Ci sono due favoriti che si stagliano, Bayern Monaco e Manchester City. C'è un'italiana che fa sogni di gloria, la Juventus, e ce ne sono due che puntano sulla loro impertinenza, Atalanta e Lazio. C'è un buon motivo per tutti.
Lipsia-Liverpool
I tedeschi sono la squadra più giovane in lizza, con i loro 24 anni di media. Gli inglesi, quella più in crisi: vengono da tre sconfitte di fila (ma sono cinque nelle ultime sette), la Premier e le coppe nazionali sono andate e la Champions è una specie di approdo della disperazione, ma il Liverpool ci arriva nel momento peggiore della sua storia con Klopp: i Reds sembrano prosciugati, gli infortuni (soprattutto quelli in difesa) li hanno destabilizzati e quella gioiosa macchina da guerra che negli ultimi due anni ha vinto prima la Coppa dei Campioni e poi il campionato, giocando un calcio meraviglioso, oggi non esiste più. Il Lipsia è una specie di Liverpool in fasce, ha lo stesso ritmo e la stessa mentalità ma molta meno esperienza e un tasso tecnico più basso, anche perché non si è ancora visto il pezzo forte dell'ultimo mercato, Szoboszlai, sempre infortunato. In definitiva, è una sfida generazionale. Si gioca domani alle 21 a Budapest.
Barcellona-Psg
È una sorta di derby tra due squadre ricchissime e sbagliate, piene di risorse e di problemi e di fatto tanto imprevedibili quanto inaffidabili. Chi sopravviverà, però, ha diverse possibilità di arrivare fino in fondo, visto il patrimonio di classe che possiede. Ultimamente il Barça si è leggermente rimesso in carreggiata ritrovando un minimo di continuità e i lampi di Messi, ma rimane una formazione dall'aria stanca e un po' triste, con poche alternative: certe volte ostenta la noia di giocare. A Parigi sono invece talvolta fin troppo allegri e hanno dei vuoti di concentrazione clamorosi che Pochettino, che non ha ancora trovato la quadra dal punto di vista tattico, non sta riuscendo a correggere. All'andata mancheranno Neymar e Di Maria, e non è cosa da poco.
Siviglia-Borussia Dortmund
Messo male come il Liverpool c'è solo il Borussia, che dopo l'inspiegabile esonero di un tecnico capace come Favre è scivolato lontanissimo dalla zona Champions e rischia persino la qualificazione alle coppe. Dopo l'infortunio di dicembre Haaland non è più lui, anche se le sue medie restano pazzesche: ma se prima teneva implacabilmente (e da due anni!) il ritmo di un gol a partita, adesso sono 6 nelle ultime 10. In generale, i gialli si sono come impiantati e il gioco spumeggiante dell'ultimo anno e mezzo si è sgasato. Il Siviglia è la squadra ideale per approfittarne: gli andalusi sono una macchina da coppe e, anche se la loro specialità è l'Europa League, contro squadre di un livello analogo al loro (è il caso del Dortmund) non sbagliano mai un colpo. Il Papu Gomez si sta adattando abbastanza bene, anche se non ha ancora il posto fisso e gioca come faceva una volta, da esterno d'attacco. L'uomo chiave è il centravanti marocchino En-Nesyri, già 17 gol in stagione.
Porto-Juventus
È probabilmente l'ottavo di finale più squilibrato, non soltanto per lo smaccato dislivello tecnico ed economico tra le due squadre ma anche perché il Porto non sta passando un momento di grande brillantezza al contrario della Juve, perlomeno fino alla trasferta di Napoli. I portoghesi, in ogni caso, sono una squadra da prendere con le molle: Sergio Conceicao sa trasmettere aggressività e coraggio, l'assetto tattico è molto compatto e non mancano gli elementi di qualità, anche se a livello internazionale non sono molto conosciuti. Occhio in particolare a Otavio e Diaz. La Juve è in ogni caso strafavorita, anche se l'infortunio di Cuadrado qualche problema a Pirlo lo crea, così come quello di Arthur. I bianconeri non hanno mai perso col Porto (tre vittorie e un pareggio) e anche questo qualcosa lo vorrà pur dire.
Atletico Madrid-Chelsea
La squadra di Simeone è uno schiacciasassi. In Liga ha vinto 17 partite su 21 prendendo abbondantemente il largo. Farle gol è quasi impossibile, visto che ha subito appena 13 reti anche se, stranamente, 7 nelle ultime 6 partite. Ma l'Atletico non è solo il solito bunker: il gioco adesso scorre più veloce, ci sono brillantezza e audacia e la classe di Suarez, capocannoniere della Liga, sta facendo la differenza. Correa sta disputando il suo miglior campionato e l'uomo chiave è Llorente, splendido tuttocampista. Il grattacapo del Cholo è il coronavirus, che ha contagiato, oltre all'allenatore stesso, Lemar, Herrera, l'acquisto di gennaio Dembélé (gran bel colpo, tra l'altro) e soprattutto il sublime Joao Felix. La sfida è equilibrata perché il Chelsea ha valori tecnici notevoli e il cambio di panchina tra Lampard e Tuchel, che sembra l'allenatore più adatto per questa banda di talenti ancora in cerca di affermazione completa, sta portando giovamento. Dal punto di vista squisitamente calcistico è l'ottavo più interessante, con due scuole diverse a confronto e tanti ragazzi in campo che sanno carezzare il pallone.
Lazio-Bayern Monaco
Qui pronostico non c'è: è la squadra più forte del mondo contro una che non arrivava a questo punto della Champions da 21 anni. All'apparenza è una sfida chiusa in partenza, ma per i laziali è l'occasione di esibire l'orgoglio di esserci e la curiosità di imparare, perché un confronto con il Bayern lascia sempre qualcosa. Inzaghi può sperare che i tedeschi, non abituati a non avere una pausa invernale e stressati per le recenti fatiche intercontinentali al Mondiale per club, possano pagare la stanchezza e oziare un poco sull'abitudine alla perfezione che ormai hanno assunto. A volte vincere sempre genera mollezza. La Lazio farà senz'altro bella figura, su questo non ci sono dubbi. E Inzaghi, il miglior allenatore del nostro campionato da quando Allegri non lavora più, merita di farsi conoscere anche a livello internazionale.
Atalanta-Real Madrid
La cosa incredibile è che qui invece il pronostico è incerto, anche se l'Atalanta è provincia e Madrid, da sempre, capitale del calcio mondiale. Ma questo è un Real che barcolla, sospeso tra il logorio dei suoi vecchi campioni e le qualità ancora inespresse di Vinicius e Rodrygo, quelli che avrebbero dovuto garantire il ricambio generazionale. L'infortunio di Sergio Ramos, cui si è aggiunto quello di Marcelo, è poi pesantissimo: senza il suo capitano, in Champions il Real ha perso 7 volte su 9. La sensazione è che le merengues stiano vivendo un anno di transizione (anzi, forse sono già due) in attesa di ripartire con il nuovo Bernabeu (i mesi della pandemia stanno servendo al rifacimento), con nuove stelle (Haaland?) e magari con un nuovo allenatore (Klopp?). L'Atalanta ha l'occasione di dar loro una spallata epocale. E d'altronde se in campionato i bergamaschi sono molto meno feroci e continui rispetto alla stagione passata è perché si stanno maniacalmente concentrando sulle coppe, dove avvertono vibrazioni speciali. La Coppa Italia possono metterla da parte fino alla finale di maggio: adesso è la Champions il terreno di sfida per il loro calcio famelico.
Borussia Moenchengladbach-Manchester City
Qui c'è lo stesso squilibrio di Porto-Juve, però più per la grandezza dei City che per i limiti dei tedeschi, i quali tuttavia non sono la stessa squadra dell'autunno scorso, quando raggiunsero picchi di rendimento molto elevati. Ora stanno vivendo una fase di rallentamento, ma in Bundesliga è come se il Bayern avesse anestetizzato tutti quanti, a parte il Lipsia. Di contro, queste sono forse le settimane del miglior City di Guardiola, migliore anche di quello che vinse la Premier nel 2019 dopo un palpitante testa a testa con il Liverpool. Il vantaggio accumulato in campionato - e la presa d'atto che la concorrenza interna quest'anno non è all'altezza della situazione - può dare ai Citizens lo slancio per affrontare la Champions finalmente di petto, cosa che a Guardiola non riesce dei tempi di Barcellona. Per quanto Pep ami giocare senza centravanti, il rientro di Agüero può essere dirimente, con il suo fiuto e con la sua freschezza, visto che i questa stagione, tra un infortunio e un contagio, ha giocato appena 260'. I personaggi dell'anno sono tuttavia Gündogan (un altro che, però, ha i muscoli vulnerabili) e Foden, oggi come oggi il miglior centrocampista (anzi, tuttocampista) e il giovane più promettente del calcio mondiale.
...ma di noi
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Il programma degli ottavi
16/2 ore 21
Lipsia-Liverpool
Barcellona-Psg
17/2 ore 21
Siviglia-Borussia Dortmund
Porto-Juventus
23/2 ore 21
Atletico Madrid-Chelsea
Lazio-Bayern Monaco
24/2 ore 21
Atalanta-Real Madrid
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Inter, una rincorsa lunga e paziente: ora il derby per andare in fuga
Era dal 2010 che i nerazzurri non si trovavano da soli al comando nel girone di ritorno. Il successo sulla Lazio ha regalato il sorpasso al Milan e il pieno di euforia nella settimana che porta alla stracittadina. Un match che Conte, senza coppe, potrà preparare al meglio, mentre Pioli giovedì sarà a Belgrado per l'Europa League
L'Inter si trova finalmente dove Steven Zhang sognava fosse, quando quasi cinque anni fa ha preso in mano il club e ha cominciato a pompare nelle casse nerazzurre molte centinaia di milioni: prima in campionato. Nel girone di ritorno non succedeva dalla stagione 2009-2010. Il coronamento di una rincorsa lunga e paziente. I nerazzurri arrivano così al derby di domenica prossima un punto sopra il Milan, con cui dovranno giocarsela domenica prossima a San Siro. "Essere in testa alla classifica era un obiettivo che inseguivamo da tempo. È arrivato contro una Lazio tosta, quadrata e di qualità. Abbiamo dimostrato forza mentale. Questo è un punto di partenza", ha detto a gara finita Antonio Conte.
Bentornato Romelu
L'ex ct, come un rabdomante, ha trovato quello che nessun allenatore aveva saputo trovare nell'ultimo mese e mezzo: i punti deboli della Lazio, che prima di perdere con l'Inter ne aveva vinte sei in fila. Complice l'assenza di Radu, l'allenatore ha potuto godersi lo spettacolo di Lukaku, che si è destato dal recente torpore mettendo in campo tutto il suo repertorio: la freddezza dal dischetto, il gol rapace alla prima vera occasione (omaggio involontario di Lazzari) e un assist delizioso per Lautaro. Big Rom aggancia Ronaldo a quota 16 nella classifica marcatori (con un rigore in meno) e arriva a 300 in carriera, 56 all'Inter. E con le 11 reti dell'argentino, sale a 27 il risultato di coppia in questo campionato: la metà di tutti i gol fatti dall'Inter in questa Serie A. "Lukaku e Lautaro hanno fatto una grandissima prestazione, come tutti. Eriksen sta capendo cosa vogliamo da lui. Questa è la strada. Ha avuto problemi di ambientamento col calcio italiano, molto tattico. Sono contento di lui come di Perisic", ha detto Conte.
Obbiettivo derby
Al derby l'Inter arriva non solo in forma, fisica e di risultati, ma sull'onda di un entusiasmo che i tifosi interisti non vivevano da tempo. La vittoria con la Lazio per i nerazzurri è stata resa dolcissima dalle sconfitte della Juve (a Napoli ci può stare) e del Milan (a Spezia non se l'aspettava nessuno). I rossoneri in settimana dovranno non solo digerire il boccone amaro cucinato da Italiano, ma anche smaltire la stanchezza della trasferta di giovedì a Belgrado contro lo Stella Rossa, guidato dal super interista Dejan Stankovic. L'Inter è invece l'unica delle squadre di alta classifica a essere stata eliminata da tutte le coppe. In ottica campionato, un vantaggio. E per una volta l'ex ct, guardando alla sfida con Pioli di domenica prossima, non teme la qualifica di favorito: "Il derby è una partita importante. Arrivarci davanti è molto meglio. Dobbiamo rendere orgogliosi i tifosi", ha detto. L'Inter dal punto di vista societario è in mezzo al guado, gli Zhang cercano soldi e li chiedono ai fondi d'investimento. Ma quando la situazione sarà più definita, oltre al rinnovo di Lautaro e Bastoni, chissà mai che sul tavolo non venga messo anche quello dell'allenatore, in scadenza a giugno 2022.
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