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Se perde le prossime 2 (Inter e Roma) i punti potrebbero diventare 3.
L'ottimismo ti contraddistingue da sempre
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Siamo in un momento un po' "down", quindi il rischio di perderle c'e'.
Eh minchia ma perderle entrambe...[emoji23]
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Be'...dai...con l'Inter le perdiamo al 100%. Con la Roma chissà.
Ma non so..l'Inter è capace di forti alti e bassi.
Vedi contro la Juve le partite recenti.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
non è pessimista è il solito piangi-e-fotti.
cmq ho visto gli highlights di napoli juve........sean sei stato troppo duro con i bianconeri, ci avete rotto il kulo vi è mancato solo il goal eh
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
L’Inter batte la Lazio, sorpassa il Milan e va al comando da sola. A San Siro la squadra di Conte domina con un Lukaku stavolta scatenatissimo, trascinatore e immarcabile: due gol e un assist.L’attaccante con 16 gol aggancia Ronaldo in testa alla classifica dei marcatori, è lui la carta più forte di un attacco che è il migliore del campionato: 54 gol, quasi 2,5 a partita per l’Inter. La vittoria contro la Lazio arriva dopo la partita e l’eliminazione al veleno contro la Juventus. Persa la Champions e pure la Coppa Italia, l’Inter riversa sul campionato tutta la propria forza. Per quanto si critichi Conte per la sua irascibilità e i traguardi mancati, non c’è dubbio che l’Inter in testa nel girone di ritorno sia una novità (non succedeva da dieci anni). Ma ovviamente l’obiettivo è lo scudetto. “Questo per noi è soltanto un punto di partenza” sentenzia Conte.
Inter-Lazio 3-1: Lukaku trascinatore e la via zemaniana di Conte
Ci sono momenti, giorni in cui l’ Inter è davvero una grande squadra. La vittoria con la Lazio in coincidenza con gli schianti contemporanei di Milan e Juventus e conseguente conquista della vetta della classifica, cade in uno di quei giorni in cui la squadra di Antonio Conte entra in una perfetta sintonia di accordi e allora macina un calcio prepotente, quasi irresistibile.
Una macchina da gol molto efficace e quasi irriconoscibile rispetto a quando ogni pezzo va invece per conto suo, e su tutto regna l’anarchia. Penso appunto alla partita di Coppa Italia, dove Conte si concentra più che altro nel mandarsi a quel paese con Agnelli o Lukaku che esce di partita e non lo vedi proprio. Nonostante i suoi cento chili da centometrista sfondatore. Peccato per gli interisti perché la macchina da gol nerazzurra è notevolissima: 54 gol messi a segno in 24 partite. Fanno 2,25 gol a partita.
Dietro Lukaku – due gol e un assist, un vero mattatore, insieme a Lautaro, contro la Lazio – che ha agganciato Ronaldo in testa alla classifica marcatori con 16 gol, c’è poi una distribuzione molto ampia di questa capacità di fuoco: Lautaro 11, Hakimi 6, D’Ambrosio e Barella 3… Forse ricorderete, a inizio stagione, un Conte folgorato sulla via zemaniana del pallone. Beh, pur riconoscendo una certa differenza tra i due personaggi, l’ex ct azzurro ci sta comunque dando dimostrazione di questo suo modo di fare calcio. La grande peculiarità di Conte è quella di dividere, spaccare, far discutere, litigare. Ma lo fa comunque su una base professionale solidissima. Conte è uno che conosce il suo mestiere e dalle squadre tira fuori il meglio, magari non con continuità, magari non riuscendoci sempre, ma insomma il suo è un calcio senz’altro riconoscibile, marchiato e molto caratterizzato. Aspro, diretto e irruento come lui.
Può essere che contro la Lazio l’ Inter abbia scaricato e contemporaneamente neutralizzato tutte le proprie ansie e nevrosi. Perso tutto il resto, uscita fuori da tutte le Coppe, si è giocata subito il jolly del campionato, unica e ultima chance rimasta per dare un senso all’intera stagione. Fare tre gol alla Lazio che veniva da sei vittorie consecutive sottolinea una certa differenza tra l’ Inter stessa e tutte le altre. Di certo Lukaku è il suo riferimento assoluto, quando gira e punta la porta non ce ne è per nessuno, e quando si isola e si spegne lo si vede altrettanto. In negativo.
Non significa oggettivamente molto che l’ Inter sia da sola in testa alla classifica. Penso sempre che il finale di questo campionato possa essere una sorpresa che ora nemmeno prendiamo in considerazione, proprio perché l’anno è eccezionale – tra i 50 punti dell’Inter e i 40 di Atalanta e Lazio (a Napoli e Juve manca una partita) ci stanno sette squadre – e il calcio possa prendere davvero un giro matto. Però l’ Inter ha l’occasione di staccarsi subito dal gruppo vincendo il derby. Così come del resto ha vinto quello ultimo di Coppa Italia. Erano più di dieci anni che non si vedeva l’ Inter da sola al comando nel girone di ritorno. Evidentemente Conte qualcosa sta producendo.
SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 22 Venerdì 12 febbraio 2021 Bologna - Benevento 1-1 (1' Sansone Bo, 60' Viola Be) Sabato 13 febbraio 2021 Torino - Genoa 0-0 Napoli - Juventus 1-0 (31' Insigne N) Spezia - Milan 2-0 (56' Maggiore S, 67' Bastoni S) Domenica 14 febbraio 2021 Roma - Udinese 3-0 (5' Veretout R, 25' Veretout rig. R, 90'+3' Pedro R) Cagliari - Atalanta 0-1 (90' Muriel A) Sampdoria - Fiorentina 2-1 (31' Keita S, 37' Vlahovic F, 71' Quagliarella S) Crotone - Sassuolo 1-2 (14' Berardi S, 26' Ounas C, 49' Caputo rig. S) Inter - Lazio 3-1 (22' Lukaku rig. I, 45' Lukaku I, 61' Escalante L, 64' L. Martinez I) Lunedì 15 febbraio 20.45 Verona - Parma 2-1 (8' Kucka rig. P, 13' Grassi aut. V, 61' Barak V) *** Inter-Lazio 3-1: Lukaku trascinatore e la via zemaniana di Conte Ci sono momenti, giorni in cui l' Inter è davvero una grande squadra. La vittoria con la Lazio in coincidenza con gli schianti contemporanei di Milan e Juventus e conseguente conquista della vetta della classifica, cade
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
La Roma batte l’Udinese con i gol di Veretout e Pedro e torna al terzo posto scavalcando la Juventus. Resta apertissima la questione Fonseca: la sua Roma batte regolarmente tutte le squadre inferiori, che le stanno sotto in classifica, viceversa non riesce mai a battere le big del campionato. Resta così in sospeso la questione dell’allenatore: è il professionista giusto per continuare in questa avventura, oppure bisogna andare avanti e cercare un allenatore – magari Allegri – per ricominciare tutto da capo il prossimo anno? Certo che fino a quando la Roma fa così resta difficile decidere…
Roma-Udinese 3-0: tra Dzeko e Mayoral, ecco Veretout Roma-Udinese è stata una partita senza storia. Una di quelle classiche partite che se le squadra favorita e più importante la vince comodamente, non c’è niente da dire o quasi, è la norma – nel dubbio se sia meglio oggi far giocare il veterano Dzeko inviso all’allenatore e con cui si guarda in cagnesco o il prescelto Mayoral che qualche gol in più di lui recentemente ha fatto, ecco che ci pensano Veretout e Pedro lasciando dunque il problema immutato – se la perdesse viceversa si riaprirebbe il processo all’allenatore Paulo Fonseca.
In linea di massima si sa che certe partite con avversarie di secondo piano la Roma non le sbaglia e anzi le vince sostanzialmente tutte (undici su undici addirittura), il problema è fare il salto di qualità, e soffrire invece particolarmente il confronto con tutte le altre squadre di alto rango del campionato. La stessa Roma passa cioè nell’arco di una settimana dal ko contro la Juve a una vittoria facile e molto agile contro l’ Udinese.
Questa altalena tiene ovviamente sempre aperta la questione dell’allenatore Paulo Fonseca, che è sicuramente un ottimo professionista e anche una persona forse troppo educata e troppo poco smaliziata per un ambiente che divora ed esaurisce gli allenatori migliori (da Luis Enrique a Spalletti), ma insomma stanno sempre tutti lì a chiedersi se sia l’allenatore giusto. Se si debba continuare con lui dunque o al contrario cambiare nuovamente guida, magari per tentare di ingaggiare un super manager alla Allegri.
Ma una Roma al terzo posto e oggi sopra la Juventus tiene continuamente aperto il problema impedendo di risolverlo definitivamente. Ci vorrebbe una Roma che crolli definitivamente (addio Fonseca) oppure che decolli addirittura verso lo scudetto (Fonseca per sempre). Ma così sembra sempre una Roma che può diventare grande, ma oggettivamente non lo è. E dunque è impossibile decidere, lasciando il “caso Fonseca” perennemente aperto.
SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 22 Venerdì 12 febbraio 2021 Bologna - Benevento 1-1 (1' Sansone Bo, 60' Viola Be) Sabato 13 febbraio 2021 Torino - Genoa 0-0 Napoli - Juventus 1-0 (31' Insigne N) Spezia - Milan 2-0 (56' Maggiore S, 67' Bastoni S) Domenica 14 febbraio 2021 Roma - Udinese 3-0 (5' Veretout R, 25' Veretout rig. R, 90'+3' Pedro R) Cagliari - Atalanta 0-1 (90' Muriel A) Sampdoria - Fiorentina 2-1 (31' Keita S, 37' Vlahovic F, 71' Quagliarella S) Crotone - Sassuolo 1-2 (14' Berardi S, 26' Ounas C, 49' Caputo rig. S) Inter - Lazio 3-1 (22' Lukaku rig. I, 45' Lukaku I, 61' Escalante L, 64' L. Martinez I) Lunedì 15 febbraio 20.45 Verona - Parma 2-1 (8' Kucka rig. P, 13' Grassi aut. V, 61' Barak V) *** Inter-Lazio 3-1: Lukaku trascinatore e la via zemaniana di Conte Ci sono momenti, giorni in cui l' Inter è davvero una grande squadra. La vittoria con la Lazio in coincidenza con gli schianti contemporanei di Milan e Juventus e conseguente conquista della vetta della classifica, cade
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Inter padrona. Nella serata finora più importante del suo campionato, quella che doveva portarla e l'ha portata in vetta alla classifica, la squadra di Conte ha dimostrato di non risentire della crisi finanziaria del club. E' uno dei due fattori determinanti che fanno dei nerazzurri i principali candidati allo scudetto. L'altro sta nel poter affrontare la fase decisiva della stagione senza doversi preoccupare delle coppe. La Lazio ha giocato in maniera presuntosa: ho sempre lodato la capacita di Inzaghi di adattarsi alla tipologia di avversario. Stavolta però i suoi giocatori sono stati troppo nella metà campo avversaria, dando la possibilità all'Inter di giocare al gatto col topo. Tradotto: non puoi lasciare 80 metri alla corsa di Lautaro e Lukaku. La Lazio non ha i giocatori per stare altissimi e fare uno contro uno con gli attaccanti interisti, e poi sul versante opposto Immobile ha fatto una brutta partita. L'Inter comunque è una corazzata: sa quello che vuole, è molto concreta, può giocare in vari modi. Il più congeniale è il contropiede, e la Lazio glielo ha concesso tutto.
Una bellissima Roma ha battuto l'Udinese, anche se i giallorossi fanno una partita sì e una no. Il livello comunque è tale che a pieno titolo la squadra deve e può aspirare ad un posto in Champions. Mi pongo una domanda/riflessione: ma che avrà mai fatto Dzeko per continuare a stare in panchina? Un allenatore ed un giocatore se hanno contrasti devono risolverli. E se il giocatore più rappresentativo continua a stare in panchina, la questione resta aperta e non si fa il bene della squadra.
Circa l'Atalanta, che ha vinto a Cagliari una gara molto complicata, vorrei parlare di un solo giocatore. Fossi stato il presidente o l'allenatore di una squadra come Inter, Juve e Milan, Muriel stava senza ombra di dubbio nelle mie quattro punte. All'inizio della carriera era un giocatore di potenzialità straordinarie, poi ha avuto un infortunio, ha un po' rallentato. Ma ha veramente tutte le qualità di un grande attaccante e non ha niente da invidiare a Morata, Osimhen, Rebic o Sanchez.
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Inter-Lazio 3-1, Sconcerti: i nerazzurri non sono perfetti ma sono i migliori. Alla Juve manca una guida chiara
L'Inter ha un rendimento costante, direi saggio, Conte si sta adattando a Eriksen che infatti migliora. Lukaku e Ibra sono sempre al centro del gioco, Ronaldo non più
di Mario Sconcerti
Il campionato nato dai risultati di sabato mette l’Inter in testa per la prima volta. Si può anche ampliare il concetto e dire che restano in gara solo le quattro squadre oltre i 40 punti (Inter, Milan, Roma e Juventus). Le altre hanno dieci punti di distacco, cioè tre vittorie e un pareggio reali, sono quattro partite indietro sulle sedici che restano. Troppi.
L’Inter va in testa nel momento in cui gioca meglio, non conta più cosa le manca, conta quello che ha più degli altri. Conte sa che alla squadra manca il grande numero dieci. Lo ha cercato prima in Brozovic, poi in Vidal dimenticando gli anni e l’usura. Si sta adattando ad Eriksen che infatti migliora, è dentro al gioco ma non ha insistenza fisica e di carattere da abbinare alle qualità tecniche. Però è un mattone in più in una costruzione che si è fatta solida. Con il suo tran tran, la sua via mediana tra Guardiola e Allegri, l’Inter non sarà mai perfetta ma molto spesso la migliore.
Conte festeggia oggi la sua 60esima partita di campionato, ne ha vinte 39 e perse solo 6, la Juve nello stesso periodo ne ha perse 10. Sono cifre coerenti con un gioco robusto pieno di giocatori anche brillanti. Niente sarebbe possibile senza Lukaku, ma questo è un argomento comune a tutte le squadre migliori. C’è stata nell’Inter una piccola crescita continua. Non siamo a vertici impazienti, ma a un rendimento costante, direi saggio. Si avverte nell’Inter una chiarezza di guida che non si sente nella Juve.
Conte non ha buttato via niente, ha usato bene tutto quello che aveva, restando semplice, rimettendo sempre in ordine la squadra. Vedremo dove arriverà. Arriva il derby, la partita migliore per far tornare il Milan alla concentrazione. Sono le due squadre più complete. Non la Juve a cui manca anche solo un riferimento forte, meno calligrafico, nella guida.
Non la Roma che gioca spesso meglio di tutti, ma non è mai conclusa. E nemmeno la Lazio che ha perso troppe volte all’inizio. Da tempo ha i giocatori migliori, ma pochi e sempre quelli. La differenza di Inter e Milan è nel modo in cui usano i loro fuoriclasse. Lukaku e Ibra sono sempre al centro del gioco, non così Ronaldo, non più. Non so se si sia normalizzato lui o dipenda dal ruolo che gli ha dato Pirlo, ma si avverte che non è più decisivo nella testa, come capisse una sua inutilità in questo strano contesto. Nasce e si sviluppa così un bellissimo campionato controverso, vissuto in cattività, senza nessun precedente. Diverso anche nella bassa classifica. Spezia e Benevento hanno saltato la vecchia genetica e sono avanti nell’evoluzione. Questo porterà la squadra di almeno una grande città in serie B.
CorSera
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Milan, cosa rischiano i rossoneri dopo la sconfitta con lo Spezia. Serve una reazione immediata
I rossoneri adesso devono rincorrere, dopo 21 giornate. La sconfitta di La Spezia non va sottovalutata. Ma occorre recuperare umiltà ed entusiasmo
Sorpasso. E ora che succede, Diavolo? La botta c’è stata. Forte, violenta. E da ieri sera, dopo l’allungo in vetta dell’Inter, fa ancora più male. Specie a pochi giorni da un derby che peserà moltissimo. Una cosa è certa: serve una reazione immediata, perché un Milan così brutto, così impotente, così fragile, non lo si vedeva da un pezzo. Quel dato impressionante, zero tiri in porta, riporta indietro all’agosto del 2019, prima partita di Giampaolo, una vita fa: da lì in poi non era mai più successo. Ma può una notte disgraziata cancellare quanto di buono fatto nell’anno di grazia 2020? Possibile?
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Juventus, Pirlo alza la voce su infortuni e arbitri, ma la squadra è a corto di idee
Mercoledì in Champions a Oporto l’occasione di riscatto per i bianconeri dopo il ko di Napoli e le polemiche per il rigore contestato dall’allenatore. Si rivede Dybala
Se l’avversario ti ruba l’idea e ti batte con una gran difesa, tirando in porta solo in occasione del calcio di rigore decisivo, allora significa che hai un dannato bisogno di altre idee. Facile a dirsi, ma complicato da mettere in pratica per Andrea Pirlo, che si ritrova con una Juventus prosciugata nelle sue fonti di gioco. Contro il Napoli si è fatto male anche Cuadrado, forse il giocatore più importante e continuo della stagione assieme a Ronaldo: in attesa degli esami strumentali il colombiano sarà assente mercoledì al Dragao di Oporto nell’andata degli ottavi di Champions League e potrebbe stare fuori dieci-quindici giorni.
Il brasiliano Arthur, altro uomo chiave per rendere la Juve meno piatta e prevedibile, è alle prese con una calcificazione tra tibia e perone della gamba destra, per la quale servirà del tempo. McKennie è dolorante all’anca, a Napoli ha giocato mezz’ora ma in Portogallo può esserci. Mentre Paulo Dybala lunedì torna ad allenarsi con il gruppo e se il ginocchio non gli farà più male domani potrà finalmente essere tra i convocati, a cinque settimane da un infortunio che inizialmente sembrava di poco conto e invece gli ha già fatto saltare dieci partite. Con lui si dovrebbe rivedere anche il fragile Ramsey.
Tutti e due però possono a mala pena andare in panchina, per cui il nervosismo di Pirlo, incalzato sulle scelte di formazione e sulle decisioni arbitrali, è anche comprensibile. E il suo manifesto appeso in bella evidenza dopo il rigore assegnato per la plateale mano in faccia di Chiellini a Rrahmani è chiaro: «Se si fischia quello, bisogna darne 3-4 a gara. A parti invertite ci sarebbero stati casini e polemiche, senza contare che mancava un secondo giallo a Di Lorenzo». Sicuramente una posizione di parte, che non tiene conto della grossolana ingenuità commessa dal difensore più esperto della squadra, ma pur sempre una posizione: una piccola novità indicativa per una società fin troppo silenziosa in materia.
Proprio nei centrali, Pirlo si ritrova con una abbondanza inedita: Bonucci come fonte di gioco a questo punto rischia di diventare indispensabile per velocizzare le ripartenze e imbeccare Ronaldo e Morata, quest’ultimo sotto esame dopo gli errori di Napoli: in campionato lo spagnolo ha segnato appena 4 gol, anche se ha fatto 8 assist. In Champions, suo terreno di caccia favorito, è già a quota 6 reti. Contro il Porto, reduce da tre pareggi consecutivi, tocca ancora a lui e Cristiano dare un segnale forte. E dimostrare che in Europa è un’altra Juve. Con una sola idea, ma forte e chiara: andare fino in fondo.
CorSera
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IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Roma si riscatta. Vince una partita senza storia contro l'Udinese, si conferma imbattibile sul prato amico dell'Olimpico (quest'anno in campionato mai ko in casa) e si riprende il terzo posto in classifica scavalcando la Juventus fermata nell'anticipo del sabato dal rigenerato Napoli di Gattuso. Poi l’Inter in serata regala un «solitario» ai giallorossi.
Decidono la doppietta di un soprannaturale Veretout, padrone assoluto del centrocampo giallorosso (per lui sono dieci i gol stagionali in campionato) e il sigillo finale di un ritrovato Pedro. Il francese segna, macina chilometri, fa assist per i compagni (tutto suo il terzo gol giallorosso segnato da Pellegrini e poi annullato da Giacomelli con l'ausilio della Var) e dispensa ordini in mezzo al campo coadiuvato da un Villar sempre più calato nella parte di leader: per lui una crescita esponenziale.
Ma rendimento dei singoli a parte è l’intera a Roma ad aver lasciato un'ottima impressione collettiva, quella di una squadra sempre più concreta che gioca un bel calcio di prima intenzione e in velocità. E ti da’ sempre la sensazione di poter variare in corsa, di essere in grado di allargare la «palette» delle opzioni con la palla in movimento. Il primo tempo è stato da manuale, sicuramente uno dei migliori quest'anno, senza lasciar scampo alla pur ottima Udinese di Gotti che veniva da una bella striscia positiva fatta di due successi consecutivi e che non incassava gol da tre partite.
Numeri azzerati da una Roma a tratti ingiocabile, che quando gira così a mille è una squadra durissima da affrontare per tutti: figuriamoci per una compagine che naviga nella parte destra della classifica (con quelle mai un flop di Fonseca & Co.).
E per una volta si è intravisto anche il concetto palesato più volte dal tecnico portoghese secondo il quale questa squadra gioca meglio con Borja Mayoral in attacco che non con il più quotato Dzeko. Sembrava un’assurdità, eppure il tempo sta dando ragione a Fonseca: ieri l'ennesima conferma. È un’ammissione sanguinosa per chi ha sempre stimato infinitamente il bomber bosniaco, ma è innegabile che i movimenti, del brevilineo spagnolo, fanno meglio alla Roma: almeno in questa fase.
Intanto la Roma ha rimesso il naso in Champions, ma resta con i piedi per terra perché sa benissimo che la strada da fare è ancora lunga e piena di insidie già a partire dall'impegno di coppa di giovedì. La doppia sfida col Braga, intramezzata dalla trasferta a Benevento, farà da preludio al big match con il Milan... vero crocevia della stagione. E stavolta la Roma non potrà sbagliare.
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Roma si riscatta. Vince una partita senza storia contro l'Udinese, si conferma imbattibile sul prato amico dell'Olimpico (quest'anno in campionato mai ko in casa) e si riprende il terzo posto in classifica scavalcando la Juventus fermata nell'anticipo del sa...
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non è pessimista è il solito piangi-e-fotti.
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I problemi della Juve sono due: la stitichezza in attacco e le strampalate formazioni di Pirlo.
In attacco se non segna Ronaldo non segna nessuno. Morata è in regressione, o comunque è sempre stato questo (un discontinuo). Dybala un mistero. Chiesa non è continuo. Insomma, non è un attacco col quale puoi vincere il campionato.
Da parte sua Pirlo si complica la vita da solo rimischiando le carte dopo che aveva trovato una quadra e questa è presunzione che rasenta la dabbenaggine: quindi Napoli è un passo indietro.
Gli do solo l'alibi dei continui infortuni, delle assenze a ruota, per cui non ha mai potuto pescare nell'intera rosa, ma, ripeto, butta via interi tempi con formazioni sfasate e improprie, che già prima della partita fanno capire come andrà a finire.
Ora vediamo col Porto. L'allenatore novizio ci è costato già molti punti in campionato, ma in Europa e nelle coppe in genere ha fatto bene fin qui...deve almeno approdare ai quarti e smetterla con le formazioni creative.
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Comunque bisogna riconoscere che quest'anno Conte ha battuto le dirette contendenti quali juve, napoli e lazio, a differenza dell'anno scorso.
E credo che non avrà problemi a regolare questo milan
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
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