Ma Neymar è sempre rotto??
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Dopo Arthur, Andrea Pirlo sarà costretto – come riportato da Paolo Aghemo a Sky Sport 24 – molto probabilmente a rinunciare anche a Paulo Dybala per la gara di sabato contro il Napoli.
L’attaccante argentino – che proprio sabato al Maradona avrebbe fatto il ritorno tra i convocati dopo l’infortunio di metà gennaio– ha avuto un riacutizzarsi del dolore al ginocchio sinistro e non si è allenato per tutto l’allenamento con il gruppo.
Gianluca Di Marzio...ma di noi
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nella necropoli deserta»
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioMa Neymar è sempre rotto??
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioNoi lo avevamo detto subito
Inviato dal mio SM-G970F utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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A me preoccupa più Dybala che Arthur, perchè Arthur è sicuro la calcificazione mentre Dybala è forse anche un malessere di altra natura ($) e insomma siamo a febbraio e ancora il suo apporto alla stagione è stato nullo o quasi...e invece una punta in più a noi servirebbe....ma di noi
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Rinnovi in casa Milan?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio3 mesi per leggere su un vocabolario che negru significa nero in modo non offensivo.
Ottimo!
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Napoli in caduta libera, Gattuso si gioca tutto con la Juve
La sconfitta in coppa Italia contro l'Atalanta ha aggravato la crisi degli azzurri, attesi sabato dalla sfida casalinga contro i bianconeri. De Laurentiis resta in silenzio, il tecnico può saltare in caso di altro ko
Il grande freddo intorno al Napoli continua. Aurelio De Laurentiis se n'è risparmiato un po' mercoledì sera, a Bergamo, rifugiandosi nell'intervallo all'interno dello spogliatoio e guardando in tv il secondo tempo della semifinale contro l'Atalanta. Poi ha aspettato Gattuso e i giocatori, ha dato una pacca sulle spalle a tutti ed è andato via: direzione Milano, dove c'è in corso l'altra partita per i diritti tv. L'uscita dalla Coppa Italia non ha fatto stappare i capelli al presidente e per questo gli incessanti rumors sul ribaltone in panchina lasciano il tempo che trovano. Dal 24 gennaio scorso Ringhio è stato messo sulla graticola soprattutto dai media e i fatti dicono che è invece ancora al suo posto, a riprova che l'idea di esonerarlo in tronco non era mai stata così concreta.
Si naviga a vista
Ma l'aggravarsi della crisi è un dato di fatto e con la sfida di campionato contro la Juventus alle porte (sabato pomeriggio allo stadio Maradona, ore 18) è adesso necessario navigare a vista. Il rischio che la situazione possa precipitare in maniera definitiva è infatti concreto e non si può più escludere il ricorso a un traghettatore, se l'allenatore calabrese non troverà il modo per invertire la rotta. E' appena la metà di febbraio e spaventa l'idea di una caduta libera.
Emergenza infinita
Gattuso non si dimetterà, questo è certo. Ma il Napoli lo ha lasciato da solo ad affrontare la crisi e l'emergenza, con la squadra che è stata decimata negli ultimi mesi dal Covid e dagli infortuni. Prima è toccato al centrocampo, poi all'attacco e ora alla difesa, che a Bergamo si è sfaldata soprattutto a causa delle gravi assenze di Koulibaly e Manolas. Non danno garanzie i primi due rincalzi del reparto arretrato: Maksimovic e Hysaj, che hanno entrambi il contratto in scadenza e la testa già parzialmente altrove. I problemi però sono tanti, con Mertens desaparecido in Belgio dopo l'infortunio alla caviglia e Osimhen ancora in condizioni approssimative, dopo essere stato fuori per tre mesi a causa della contusione alla spalla e del coronavirus. Contro la Juve potrebbe rientrare almeno Fabian, a sua volta out da un mese. De Laurentiis sa che per Ringhio è dura e per questo non è intervenuto a gamba tesa sulla crisi. Il presidente non si è però nemmeno esposto pubblicamente a favore del suo allenatore (pure lui con il contratto in scadenza) e lo ha lasciato in balia della bufera di voci delle ultime settimane, che ne hanno delegittimato la panchina.
Squadra in caduta libera
Al di là dell'emergenza e dei problemi tattici, insomma, il Napoli ci ha messo del suo per complicarsi la vita, in campo e soprattutto fuori. Si spiega così il black-out della squadra, che fino a metà dicembre era rimasta nonostante tutto a ridosso della zona scudetto. Ora invece sta andando in fumo anche l'obiettivo Champions e l'uscita dalla Coppa Italia è stata un'altra batosta per giocatori e tifosi, con l'arrivo della Juventus a porte. Ovvio che a questo punto sia Gattuso a rischiare più di tutti. Il suo futuro può passare dalla sfida al Maradona contro i bianconeri.
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Bayern Monaco-Tigres 1-0, ai tedeschi il Mondiale per club
La squadra di Hans-Dieter Flick è campione del Mondo per la quarta volta grazie alle due Intercontinentali del 1976 e del 2001 e al Mondiale per club del 2013
Non c’è stata storia. Il Tigres ribatte colpo su colpo, si difende, ma davanti c’è un Bayern Monaco agguerrito, con una rosa di un altro livello. La differenza tecnica tra le due squadre si fa sentire, eccome. La squadra di Hans-Dieter Flick è campione del Mondo per la quarta volta nella propria storia grazie alle due Intercontinentali del 1976 e del 2001 e al Mondiale per club del 2013. Svanisce sul più bello il sogno dei messicani di diventare la prima squadra iridata non europea e non sudamericana. Ci vorrà ancora tempo perché questo possa accadere. Privi di Boateng (tornato in Germania per l’improvvisa morte della sua ex fidanzata Kasia Lehnardt) e Muller (risultato positivo al Covid), i tedeschi eguagliano il Barcellona del 2009 di Pep Guardiola vincendo sei trofei in un anno solare (causa pandemia la rassegna è stata posticipata nel 2021, ma si tratta del torneo che di solito si disputa a fine anno): prima aveva conquistato Bundesliga, Coppa di Germania, Champions, Supercoppa di Germania e Supercoppa Europea.
La gara
Il Bayern Monaco è una furia, a conferma della perfezione della scuola tedesca. Copre ogni zona del campo, va in pressing, è aggressivo sui portatori palla avversari e va spesso al tiro. Segna al 18’ con Kimmich, ma l’arbitro annulla dopo aver visionato le immagini al Var per un fuorigioco di Lewandowski. Guzman deve fare gli straordinari respingendo le conclusioni di Davies e Coman. Nella ripresa non cambia nulla. Anzi, il Bayern attacca spesso con cinque-sei giocatori, mandando in tilt la difesa dei messicani, che iniziano a barcollare. Il risultato si sblocca al 59’: palla in mezzo, rimpallo tra Lewandowski e Guzman, il pallone finisce a Pavard che segna. Il guardalinee annulla, ma stavolta il Var concede il gol ai tedeschi: l’attaccante polacco è tenuto in gioco dal piede di Salcedo. Il Bayern ha diverse occasioni per raddoppiare, Guzman non è proprio impeccabile. Il Tigres in fase offensiva non fa nulla. Finisce 1-0 e i tedeschi sono campioni del Mondo. Qualche ora prima si è giocata la finale del terzo posto. Male il Palmeiras, che dopo aver perso in semifinale (proprio con i nordamericani, decisivo il gol di Gignac), finisce k.o. contro l’Al Ahly, che sale sul gradino più basso del podio vincendo ai rigori (0-0 dopo 120’).
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Dzeko, buona la seconda
Il momento di Edin Dzeko non è ancora arrivato. Anche contro l'Udinese toccherà (probabilmente) a Borja Mayoral, con il Braga a lui. E via così, alternandosi. Fonseca sta notando un'applicazione diversa da parte del 9. Lo alternerà con lo spagnolo, cercando di ottenere il meglio da entrambi. Ma ormai la questione è chiara: nonostante la pax è rimasto il gelo. O quantomeno i residui. Per Fonseca, lo spagnolo, è perfettamente in grado di reggere l'attacco della Roma, con caratteristiche diverse da Dzeko. Ma, secondo il tecnico, non è il momento di farli giocare insieme. C'è poi l'argomento fascia da capitano, il tecnico portoghese per ora mantiene il punto, nonostante la squadra, e Pellegrini, non abbiano problemi a riconsegnare i gradi a Dzeko.
(Il Messaggero)
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Giornata 22
VENERDÌ 12 FEBBRAIO
20:45 Bologna-Benevento
SABATO 13 FEBBRAIO
15:00 Torino-Genoa
18:00 Napoli-Juventus
20:45 Spezia-Milan
DOMENICA 14 FEBBRAIO
12:30 Roma-Udinese
15:00 Cagliari-Atalanta
15:00 Sampdoria-Fiorentina
18:00 Crotone-Sassuolo
20:45 Inter-Lazio
LUNEDÌ 15 FEBBRAIO
20:45 Verona-Parma...ma di noi
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