Inter-Juventus 1-2, Sconcerti: Pirlo adesso ha in mano la squadra. Può anche sostituire Ronaldo
L’allenatore bianconero è padrone della situazione. La Juve ha una qualità superiore, ma l’Inter ha più concretezza: la vera sostanza è che la prima è tornata e la seconda non è mai andata via
di Mario Sconcerti
Partita molto interessante con due conseguenze opposte. La prima è che Pirlo sta ormai gestendo con mano libera la nuova Juve, ne ha capito l’anima e la sostanza, ne è completamente padrone. C’è stato uno scambio comune tra squadra e tecnico, una specie di complicità che si ha di solito tra simili. Pirlo parla ai giocatori da grande giocatore e la squadra capisce. Non ubbidisce, acconsente a seguirlo perché gli riconosce una competenza genetica, di categoria. La Juve adesso è una squadra compiuta, pronta dopo metà stagione a chiedere tutto.
La seconda conseguenza anomala della serata è che la Juve non meritava di vincere. Ha fatto due gol senza un vero tiro in porta. È una sintesi che coinvolge Ronaldo, più dentro la gara delle ultime partite, pieno di finte e falsi scatti, in sostanza un po’ velleitario, infatti agile ma mai pericoloso. Ha segnato un rigore e usato un errore grossolano di Handanovic. La Juve intera non ha più concluso una volta. Può sembrare un paradosso, ma Ronaldo è molto cambiato da un mese a questa parte. Avere un buon Bernardeschi al fianco lo ha aiutato, gli ha restituito spazio, ma non lo ha liberato. Giocassero Zaccagni o Ribery con i suoi risultati sarebbe una conquista.
Ronaldo incide molto meno delle sue abitudini. È però proprio la gestione piuttosto spregiudicata di Ronaldo da parte di Pirlo la dimostrazione del cambio di gerarchia nella squadra. Ora comanda Pirlo, che infatti lo fa giocare centravanti e lo toglie dal campo prima della fine, con lui che innervosito ma in silenzio va in panchina come un pulcino bagnato. Sarri non ha mai potuto permetterselo.
L’Inter ha fatto una partita meno lucida, ma di sostanza. Ha avuto 2-3 occasioni importanti oltre il bellissimo gol di Sanchez-Barella-Lautaro. Forse è questa la vera nota negativa: non ha giocato male, è sembrata più ancella. La Juve ha una qualità superiore, l’Inter più concretezza. Sono in fondo due squadre che avrebbero bisogno di qualcosa in più. Ma sono le migliori, tolto il Milan che fa una corsa tecnica a parte, come un lungo paradiso inclinato che non si spezza mai. È rimasto laterale il pretesto della serata, la Coppa Italia. Le due squadre hanno giocato per umiliare l’altro, non per un traguardo. C’è stata un’intensità che è rara in questo momento. La vera sostanza è che la Juve è tornata e l’Inter non è mai andata via.
CorSera
L’allenatore bianconero è padrone della situazione. La Juve ha una qualità superiore, ma l’Inter ha più concretezza: la vera sostanza è che la prima è tornata e la seconda non è mai andata via
di Mario Sconcerti
Partita molto interessante con due conseguenze opposte. La prima è che Pirlo sta ormai gestendo con mano libera la nuova Juve, ne ha capito l’anima e la sostanza, ne è completamente padrone. C’è stato uno scambio comune tra squadra e tecnico, una specie di complicità che si ha di solito tra simili. Pirlo parla ai giocatori da grande giocatore e la squadra capisce. Non ubbidisce, acconsente a seguirlo perché gli riconosce una competenza genetica, di categoria. La Juve adesso è una squadra compiuta, pronta dopo metà stagione a chiedere tutto.
La seconda conseguenza anomala della serata è che la Juve non meritava di vincere. Ha fatto due gol senza un vero tiro in porta. È una sintesi che coinvolge Ronaldo, più dentro la gara delle ultime partite, pieno di finte e falsi scatti, in sostanza un po’ velleitario, infatti agile ma mai pericoloso. Ha segnato un rigore e usato un errore grossolano di Handanovic. La Juve intera non ha più concluso una volta. Può sembrare un paradosso, ma Ronaldo è molto cambiato da un mese a questa parte. Avere un buon Bernardeschi al fianco lo ha aiutato, gli ha restituito spazio, ma non lo ha liberato. Giocassero Zaccagni o Ribery con i suoi risultati sarebbe una conquista.
Ronaldo incide molto meno delle sue abitudini. È però proprio la gestione piuttosto spregiudicata di Ronaldo da parte di Pirlo la dimostrazione del cambio di gerarchia nella squadra. Ora comanda Pirlo, che infatti lo fa giocare centravanti e lo toglie dal campo prima della fine, con lui che innervosito ma in silenzio va in panchina come un pulcino bagnato. Sarri non ha mai potuto permetterselo.
L’Inter ha fatto una partita meno lucida, ma di sostanza. Ha avuto 2-3 occasioni importanti oltre il bellissimo gol di Sanchez-Barella-Lautaro. Forse è questa la vera nota negativa: non ha giocato male, è sembrata più ancella. La Juve ha una qualità superiore, l’Inter più concretezza. Sono in fondo due squadre che avrebbero bisogno di qualcosa in più. Ma sono le migliori, tolto il Milan che fa una corsa tecnica a parte, come un lungo paradiso inclinato che non si spezza mai. È rimasto laterale il pretesto della serata, la Coppa Italia. Le due squadre hanno giocato per umiliare l’altro, non per un traguardo. C’è stata un’intensità che è rara in questo momento. La vera sostanza è che la Juve è tornata e l’Inter non è mai andata via.
CorSera
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