Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • laplace
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    Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
    La Juve rimane la favorita...
    Lo abbiamo sempre detto.
    Mi sfugge in base a quale criterio

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    • marcu9
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      • May 2009
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      • Sicilia
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      Grande Mandzukic comunque...stima.
      Lo sapevo che sarebbe stato pronto, soprattutto mentalmente.
      Dove giocare.


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      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        Inutile indagare ora nella sfera di cristallo. A primavera si capirà qualcosa di più. Ad oggi c'è un mazzo di candidate più o meno credibili, tutte con pregi e tutte con difetti.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • Venkman85
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          • Apr 2015
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          • Liguria
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          Mi sfugge in base a quale criterio
          Il criterio del gufaggio

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          • Nasser95
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            • May 2013
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            Mi sfugge in base a quale criterio
            saluti.
            (ride)

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            • sylvester
              Bodyweb Senior
              • Dec 2004
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              Originariamente Scritto da laplace Visualizza Messaggio
              Mi sfugge in base a quale criterio

              Per lo stesso criterio degli ultimi 9 anni....









              "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
              Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
              vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

              (L. Pirandello)

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                Il Milan crolla in casa contro l’Atalanta, è campione d’inverno ma la squadra di Gasperini con i gol di Romero, Ilicic e Zapata entra ufficialmente nella lotta scudetto. Dopo il ko con la Juve il Milan scopre di avere un tallone d’Achille, non può risolvere tutto con Ibrahimovic. E nemmeno Mandzukic… Gasperini comunque non ci casca: “La parola scudetto non me la farete pronunciare”

                L’Inter pareggia a Udine 0-0 e perde un’altra occasione per agganciare il Milan in testa alla classifica. Grande nervosismo con Conte e Oriali che si fanno espellere: i nerazzurri hanno spesso un rimorso che li accompagna. E dalla società i segnali sono chiari: sul mercato si può contare.

                – La Roma stavolta batte lo Spezia, ma è sempre un batticuore e comunque incassa ancora troppi gol. Fonseca si abbraccia ai giocatori dopo tensioni, veleni, l’umiliazione di Coppa Italia, e lo scontro con Dzeko finito in tribuna.

                Il tallone d’Achille del Milan e l’Atalanta da scudetto
                I tre gol dell’Atalanta al Milan vogliono dire tanto. Vogliono dire che il Milan ha un tallone scoperto, che è vulnerabile, che non tutto si può risolvere con i gol di Ibrahimovic. Né che Mandzukic oggi sia un moltiplicatore certo e sicuro della sua potenza d’attacco. Il Milan ha ceduto pesantemente a San Siro contro la Juventus prima e contro la squadra di Gasperini poi. Un Milan irriconoscibile rispetto a come ci aveva abituato.

                Ma soprattutto quei gol di Romero, Ilicic e Zapata significano che se riteniamo il Milan campione d’inverno squadra che di diritto lotta per lo scudetto, non possiamo non dare queste stesse possibilità anche all’ Atalanta. Che quando vuole, quando è in palla, quando fa girare i suoi campioni è irresistibile e pratica il miglior calcio d’Italia.

                Ilicic, Zapata e Muriel possono benissimo tener testa agli attacchi delle superstar del Milan appunto, dell’ Inter e della Juve, competere con loro, erodere piano piano quel vantaggio che le altre si sono scavate mentre l’ Atalanta era impegnata in Champions League e a risolvere una lacerante guerra interna dovuta al caso Gomez, ormai completamente assorbito. E’ Ilicic il nuovo faro, il trascinatore del gruppo, il leader. In un sol colpo l’ Atalanta ha recuperato tre punti sul Milan e due sull’ Inter e acceso un nuovo riflettore sull’intera lotta scudetto. Anche se Gasperini non è certo uno così pollo da cascarci: “Se volete mettermi in bocca la parola scudetto non ci riuscite”.


                Le occasioni perdute dell’Inter e i nervi di Conte
                Il pareggio dell’ Inter a Udine si porta dietro un solo striminzito punto e un discreto carico di veleni viste le tensioni finali e le espulsioni di Conte e Oriali. Che hanno sfogato contro l’ arbitro Maresca il nervosismo per il deludente 0-0, chiedendo ancora più recupero del tempo. Fino a prendersi il cartellino rosso e scatenare il parapiglia post partita. L’ Inter ha sempre qualcosa di incompiuto, un rimorso o un rimpianto costante. Lukaku, Lautaro e Hakimi stavolta lasciano immacolata la porta dell’ Udinese, possono prendersela in parte anche con le prodezze di Musso, ma comunque è un’ Inter che, pur vantando un grandissimo organico, fatica a uscire dal gruppo e a staccarsi dalle altre. Tra l’altro a ogni occasione Marotta e la società ripetono che il momento è particolare, che le ristrettezze sono un fatto preciso con cui dover fare i conti, che di mercato e di rinforzi non se ne parla. Anche se il Milan, diretto concorrente, invece non si è tirato indietro da questo punto di vista.


                La telenovela Roma: il brivido Spezia, Fonseca in bilico e il ribelle Dzeko in tribuna
                La Roma stavolta batte lo Spezia e riesce a finire la partita senza farsi umiliare e combinare clamorosi pasticci regolamentari che le costino la sconfitta a tavolino. Contava il risultato e va bene, ma per superare lo Spezia la Roma ha avuto bisogno di quattro gol con una doppietta di Borja Mayoral, entrato al posto del ribelle Dzeko finito in tribuna dopo un paio di giorni di altissima tensione con Fonseca. La precedente doppia sconfitta con lo Spezia, sul campo e a tavolino per via della famigerata sesta sostituzione in Coppa Italia, ha lasciato pesantissimi strascichi polemici e una crepa profonda tra società e tecnico da una parte e la squadra dall’altra. Tanto da far parlare insistentemente di Fonseca al conto alla rovescia col solito vertiginoso totoallenatore: Allegri, Sarri, Mazzarri, Spalletti ter, De Rossi… Nel frattempo ne ha fatto le spese Dzeko, oppositore e contestatore del tecnico, che è finito in tribuna. La vittoria porta a una tregua, ma non chiude il caso.

                SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 19 Venerdì 22 gennaio 2021 Benevento-Torino 2-2 (31' Viola rig. B, 49' Lapadula B, 51' Zaza T, 90'+3' Zaza T) Sabato 23 gennaio 2021 Roma-Spezia 4-3 (17' Mayoral R, 52' Mayoral R, 24' Piccoli S, 55' Karsdorp R, 59' Farias S, 90' Verde S, 90'+2' Pellegrini R) Milan-Atalanta 0-3 (26' Romero A, 53' Ilicic rig A, 77' Zapata A) Udinese-Inter 0-0 Fiorentina-Crotone 2-1 (20' Bonaventura F, 32' Vlahovic F, 66' Simy C) Domenica 24 gennaio 2021 Juventus - Bologna 2-0 (15' Arthur J, 71' McKennie J) Genoa - Cagliari 1-0 (10' Destro G) Verona - Napoli 3-1 (1' Lozano N, 34' Dimarco V, 62' Barak V, 79' Zaccagni V) Lazio - Sassuolo 2-1 (6' Caputo S, 25' Milinkovic Savic L, 71' Immobile L) Parma - Sampdoria 0-2 (25' Yoshida S, 34' Keita S) *** Domenica 24 gennaio 2021 La Juve gira a -12 rispetto a quella di Sarri, finito l'apprendistato di Pirlo? Non c'è solo la Juve di Ronaldo e degli attaccanti. C'è anche una Juve più nascosta, quella dei centrocampisti in

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                  GIORNATA N. 19
                  Venerdì 22 gennaio 2021

                  Benevento-Torino 2-2
                  (31′ Viola rig. B, 49′ Lapadula B, 51′ Zaza T, 90’+3′ Zaza T)

                  Sabato 23 gennaio 2021
                  Roma-Spezia 4-3
                  (17′ Mayoral R, 52′ Mayoral R, 24′ Piccoli S, 55′ Karsdorp R, 59′ Farias S, 90′ Verde S, 90’+2′ Pellegrini R)

                  Milan-Atalanta 0-3
                  (26′ Romero A, 53′ Ilicic rig A, 77′ Zapata A)

                  Udinese-Inter 0-0

                  Fiorentina-Crotone 2-1

                  (20′ Bonaventura F, 32′ Vlahovic F, 66′ Simy C)

                  Domenica 24 gennaio 2021
                  Juventus – Bologna 12.30
                  Genoa – Cagliari 15.00
                  Verona – Napoli 15.00
                  Lazio – Sassuolo 18.00
                  Parma – Sampdoria 20.45
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                    Se l'Atalanta fosse anche continua... Milan 'appesantito' dal mercato

                    Atalanta meravigliosa, ma anche il Milan si uniforma al tema del campionato perdendo continuità. Quando gioca bene, la squadra di Gasperini è la migliore del campionato: spettacolare ed anche pratica, convinente, soffre poco. Ha le caratteristiche della grandissima. Uomo contro uomo ha dimostrato di essere più forte del Milan, negli anni infatti è cresciuta molto anche nei singoli. Certo, il gruppo nella sua compattezza non si discute, ma ora quelli dell'Atalanta sono giocatori che anche in un'altra grande possono avere lo stesso rendimento. Insomma, chi compra a Bergamo compra bene.

                    Sul Milan faccio qualche considerazione. Pensavo e penso che l'assenza di pubblico favorisca le squadre giovani, teoricamente intimorite dalle grandi platee. I rossoneri ne hanno beneficiato, però nelle ultime gare sono calati e penso che il mercato di livello fatto dalla società a gennaio c'entri qualcosa. Ha infatti accresciuto il gruppo di responsabilità, perché - e qui sta la difficoltà di diventare grandi- ora c'è da sopportare la responsabilità di dover vincere.

                    Male l'Inter, che non approfitta del passo falso del Milan pareggiando a Udine. La squadra di Conte non sempre riesce a confermare di essere l'organico più forte: lo ha fatto con la Juve, non si è è ripetuta però. E non è la prima volta che capita. Vittoria col brivido della Roma, che però è diventata labile: è un buon gruppo di giocatori, ma tra il caso Dzeko e le sostituzioni sbagliate in Coppa Italia mi sembra una squadra fuori controllo.

                    Insomma, in testa c'è una grande ammucchiata e può diventare il più avvincente campionato degli ultimi anni. Sicuramente quello con il pronostico più complicato.

                    ...ma di noi
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                    • Sean
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                      Inter, Conte all’arbitro Maresca: «Sei sempre tu!». «Bisogna accettare il risultato anche se non si vince»

                      Il tecnico nerazzurro attacca il direttore di gara per lo scarso recupero contro l’Udinese: «Anche alla Var sei sempre tu!», riferendosi al 2-2 con il Parma. Litiga anche Oriali

                      «Sei sempre tu Maresca, sempre tu!» urla Antonio Conte, furioso. Nel finale della partita pareggiata 0-0 dall’Inter contro l’Udinese il tecnico è stato espulso dopo un acceso confronto con l’arbitro Fabio Maresca. Ma non è finita qui. Al triplice fischio cartellino rosso anche per il team manager Oriali, poi nel tunnel che porta agli spogliatoi nuovo acceso diverbio con protagonisti ancora Conte e lo staff tecnico nerazzurro contro Maresca che, secondo quanto riferito da Sky Sport, avrebbe risposto: «Bisogna saper accettare il risultato anche quando non si vince!».

                      Conte si innervosisce già nel primo tempo. Arslan, centrocampista dell’Udinese, al 10’ viene ammonito, poi dopo poco commette un fallo da dietro su Lukaku, rischiando il secondo giallo e conseguente espulsione. Ma l’arbitro decide di non intervenire, e al 33’ Gotti lo richiama in panchina per paura di restare in 10: «Arslan stava facendo molto bene, ma aveva già rischiato il rosso e non volevo subire una doppia ammonizione troppo presto», ha spiegato il tecnico dell’Udinese a fine gara.


                      Quando al 90’, arriva la comunicazione sul tempo di recupero concesso, 4 minuti, Conte non si trattiene più e protesta: «Quattro minuti?», dice l’allenatore, sbracciando platealmente. L’arbitro allora si avvicina e lo ammonisce. A quel punto Conte esplode: «Bravo, bravo! Sei sempre tu Maresca eh. Sei sempre tu Maresca. Anche alla Var, sei sempre tu. Bravo Maresca» urla furioso l’allenatore dell’Inter. Così il direttore di gara torna sui suoi passi ed estrae il cartellino rosso.

                      A fine partita, come detto, le proteste sono continuate. Espulso anche Oriali, poi nel tunnel Conte ha ancora criticato Maresca, che avrebbe così replicato: «Bisogna saper accettare il risultato anche quando non si vince!». «Ho protestato perché l’arbitro ha concesso quattro minuti di recupero. Mi è sembrato troppo poco per quanto si è giocato nel secondo tempo — ha invece spiegato Conte, con toni decisamente più pacati, ai microfoni di Sky —. Si sono persi tanti minuti, un paio di volte giocatori dell’Udinese si sono accasciati a terra e si è perso altro tempo. Per questo quattro di recupero mi sono sembrati pochi. Comunque l’arbitro deve prendere le proprie decisioni e noi dobbiamo accettarle, anche se a volte non siamo d’accordo», ha concluso più rassegnato che arrabbiato.

                      Ma a cosa si riferiva quando ha contestato Maresca urlando «Sei sempre tu, anche alla Var»? Con ogni probabilità ad un episodio avvenuto nella partita con il Parma, quando un fallo di Balogh su Perisic in area di rigore non era stato ritenuto falloso dall’arbitro Piccinini, non richiamato all’assistenza video proprio da Maresca, poi tenuto a riposo da Rizzoli per un turno.

                      CorSera
                      ...ma di noi
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                      • Sean
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                        Milan-Atalanta, Sconcerti: i rossoneri troppo sperimentali, l’Inter non cambia passo. E la Juve è suggestione

                        La squadra di Conte è sempre uguale a se stessa, non è mai cresciuta, mentre il Milan ha 18 punti in più. L’Atalanta è tornata: Ilicic in questo calcio vale Messi

                        di Mario Sconcerti

                        Milan e Inter chiudono con dimostrazioni opposte. Il Milan cade nella partita più normale per perdere porta cioè una squadra sperimentale contro quella più organizzata in campionato. Erano piccoli artifici già riusciti in precedenza, ma non erano mai stati spinti così a fondo, con debuttanti e invenzioni di ruoli. C’è stato il segno di un limite, il calcio è un’invenzione ma non un’allegria di idee, tutto deve avere un senso e un’esperienza. Sono cose che il Milan sa, altrimenti non avrebbe, da primo in classifica, acquistato più di tutti sul mercato. Se prendi è perché non hai. Sabato è stato quel festival.

                        Le conseguenze saranno misurabili quando la squadra tornerà quella titolare, penso soprattutto ai rientri di Bennacer e Calhanoglu. La squadra ha cercato di essere comunque il Milan anche con un’anima inventata, non si è chiusa, è stata anzi travolta in contropiede. Forse questa è la lezione. Ci sono partite in cui occorre deludere e fermarsi con intelligenza davanti a un avversario quel giorno più forte. Gestire la propria dipendenza è la parte più vera della forza.

                        Opposta è l’Inter. Nei tre mezzi campionati di Conte ha fatto una media tonda di 41 punti. Quello vale. Non è mai cresciuta, non ha mai cambiato passo. Non promette più niente. È quello che è, resta solo da vedere se basta. A Udine ha fatto la classica partita da Inter: molti cross, molti inserimenti sbagliati degli attaccanti su quell’ultimo passaggio. Un gioco antico, direi classico, molto riconoscibile. Questa è la differenza con il Milan. Una è sempre uguale a se stessa, l’altro è cresciuto di 18 punti e resta una variabile. A questo punto dipende anche dagli avversari. Non c’erano più fino a ieri, oggi sono tornati. La forza dell’Inter è che ha una base di punti assicurata. Quella del Milan è che non è chiaro quanto possa dare nell’insistenza delle gare. Ha già dato tanto ma può fare anche qualcosa in più.

                        Nel frattempo è cresciuta tanto l’Atalanta, Ilicic, in questo inverno del calcio, ha l’effetto di Messi. Pessina è da Nazionale e non c’è dubbio che Mancini lo chiamerà. Se il calcio è completezza l’Atalanta è dentro quello spazio. La Juve è più una suggestione che una realtà profonda. Non mi sembra Pirlo il problema. C’è grande tecnica ma anche confusione di ruoli e di gestione. La forza si disperde. Vorrei però rivedere il Milan al completo, quella sua grazia nel gioco, quella fratellanza che non dura negli anni ma può dare abbastanza per vincere una volta. Direi che siamo pronti a ricominciare da capo.

                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Un campionato anomalo dove non s'è ancora rivelata la squadra capace di imprimere il marchio a fuoco sulla pretesa della vittoria finale. Abbiamo tante presunzioni di possibilità ma ancora nessuna chiarezza: questo rende difficile indovinare cosa accadrà e risulta così decisivo il girone di ritorno dove ogni partita peserà tantissimo.

                          Si è infatti nella foschia sia per quanto riguarda il titolo e sia per quello che concerne le qualificazioni in champions: la classifica invece di sgranarsi si accorcia.

                          Le squadre in lizza per le prime 4 posizioni (Milan, Inter, Roma, Atalanta, Juve, Napoli e Lazio) hanno tutte dei punti di forza ma altri di deboleza. Hanno dei pregi ma anche dei difetti: viene da dire che riuscirà chi delle tante saprà ridurre, o mascherare meglio, i difetti e aumentare i pregi.

                          Per intanto occasione d'oro per la Juventus di poter riprendere quanto perso una settima fa a Milano: col Bologna un mezzogiorno e mezzo di fuoco dove sarà vietato sbagliare.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            De Ligt negativo al covid. Ha raggiunto il ritiro della squadra ed è nell'elenco dei convocati.
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                              Dzeko in tribuna e Fonseca lo gela ancora

                              IL TEMPO (F. BIAFORA) - La corsa liberatoria nell’andare ad abbracciare Pellegrini e gli altri giocatori dopo il gol vittoria ha permesso a Fonseca di scaricare la tensione accumulata negli ultimi giorni dopo la sconfitta nel derby e l'eliminazione di coppa, ma soprattutto per la lite con Dzeko. Il tecnico ha preso una decisione netta sul bosniaco e la società, condividendo il suo punto di vista, ha messo il centravanti nella lista dei cedibili.


                              Il numero 9 ha presto atto della scelta, un input diretto dei Friedkin, e ieri si è presentato sugli spalti dell'Olimpico per assistere alla gara dalla tribuna: applausi e sorrisi dopo i gol giallorossi, dimenticando per un paio d'ore i possibili risvolti di mercato. Venerdì è infatti andato in scena un incontro tra Alessandro Lucci, ufficialmente il suo nuovo procuratore, e la dirigenza di Trigoria, che ha spiegato all’agente la posizione del club, affidandogli il compito di trovare una società disposta a trattare. Ad ostacolare la buon riuscita dell'operazione - bisogna comunque cercare un sostituto - c'è il poco tempo a disposizione prima della fine del mercato e l’esorbitante ingaggio da 7,5 milioni netti, una cifra che costringe la Roma a rivedere al ribasso la valutazione del cartellino: non si può escludere un eventuale prestito. L'ex City è stato offerto a diversi club inglesi, ma preferirebbe restare in Italia: la Juve cerca una punta e al momento osserva da lontano con scarse disponibilità economiche, mentre Conte è un suo grande fan e con l’Inter si può ragionare su una formula che preveda uno scambio, dati i grandi problemi di liquidità nerazzurri.

                              Nel post-gara Fonseca è stato inevitabilmente interrogato sulla questione Dzeko, usando un tono fermo e gelando qualsiasi chance di armistizio: «Non voglio più dire nulla a riguardo. Capisco la curiosità ma non voglio parlarne più. Ciò che conta è quello che la squadra ha dimostrato, è stata una grande vittoria. Era ingiusto non vincere, abbiamo dimostrato di essere tutti insieme. Le critiche? Qui non è Fonseca, ma la Roma ad essere importante, sarebbe giusto rispettarla di più e non trattarla come fosse ultima in classifica».

                              Intanto ai giocatori è stato concesso un giorno e mezzo di riposo, con gli allenamenti che riprenderanno domani alle 15. Da valutare le condizioni di Mirante, Calafiori, Mkhitaryan e di Pedro, che però è ottimista su un rientro in settimana. I giocatori, viste due positività riscontrate nel gruppo squadra prima, sono in bolla e dovranno seguire il consueto regime casa-lavoro-casa.

                              IL TEMPO (F. BIAFORA) - La corsa liberatoria nell’andare ad abbracciare Pellegrini e gli altri giocatori dopo il gol vittoria ha permesso a Fonseca di scaricare la tensione accumulata negli ultimi giorni dopo la sconfitta nel derby e l'eliminazione di coppa, ma soprattutto per la lite con D...
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                                A quanto la danno la sostituzione di chiellini per infortunio?

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