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Ma chi è questo? Ha investito dove? Ha acquistato delle azioni, nel club non ci ha messo un euro...è da 3 mesi che va parlando a vanvera e non si capisce a quale titolo...se vuole la Juve faccia una offerta ad Elkann, il resto sono chiacchiere.
mi ha fatto tornare in mente Baccaglini presidente del Palermo
Il nuovo presidente del Palermo è l'imprenditore italo-americano Paul Baccaglini che ha conosciuto Zamparini l'anno scorso in occasione della trattativa...
La ragazza ha ammesso di essere ubriaca al momento del rapporto lei insieme ad altre persone aveva trascorso la serata in un locale di Campoformido, alla prima periferia del capoluogo friulano, prima di raggiungere un appartamento nella disponibilità del calciatore, dove sarebbe avvenuta la violenza, sebbene la vittima si fosse, a suo dire, chiaramente opposta. La giovane, una volta uscita dall'abitazione, sarebbe andata direttamente all'ospedale di Udine, denunciando l'accaduto ai
medici che l'avevano presa in cura. I sanitari hanno, come da prassi, contattato i carabinieri, che hanno avviato immediatamente le indagini e raccolto la testimonianza della vittima.
Secondo una testimonianza raccolta in esclusiva dal Gazzettino, si sarebbe, tuttavia, trattato di un rapporto consenziente: «Nella casa del calciatore c'erano tante persone - ha rilevato il giornale - la donna che ha denunciato il calciatore era già uscita con lui in passato. Si sono baciati e si sono appartati in camera con un'altra coppia, senza che ci fosse alcuna costrizione». Dalla società friulana non c'è stata ancora alcuna reazione ufficiale. C'è attesa per la conferenza stampa di sabato quando mister Runjaic annuncerà la squadra e la tattica per la gara di domenica sera in casa della Juventus, per verificare se il giocatore sarà convocato.
Secondo l'accusa avrebbe abusato di una ragazza nella notte di domenica insieme ad altre due persone che sono anche loro indagate. Ma lui si difende: «rapporto consenziente»
10 miliardi di fatturato ormai ce l'hanno tutti. Pure Cardinale con RedBird fattura 10 miliardi, ma la gente non è che butta i soldi delle sue aziende nel calcio, perchè tempo zero e te li finisci, visto che non ti tornano indietro...per cui o ne hai talmente tanti, come gli arabi, che nella squadra ci butti miliardi a fondo perduto, oppure quanto fatturano le aziende dei vari presidenti ci dice poco...la Juve appartiene ad un gruppo che di miliardi ne fattura 127, ma non mi pare che quei miliardi Exor li distragga dai suoi affari per fare contenti i tifosi.
Intanto questo parla ma di passi concreti nisba. Ripeto, se vuole la Juve deve fare una offerta a lui sa chi...dopo allora potrai mettere becco sul come tornare ai "fasti del passato".
Ma chi è questo? Ha investito dove? Ha acquistato delle azioni, nel club non ci ha messo un euro...è da 3 mesi che va parlando a vanvera e non si capisce a quale titolo...se vuole la Juve faccia una offerta ad Elkann, il resto sono chiacchiere.
Milan allo sprofondo dopo la Coppa Italia, e il Manchester City chiama Reijnders
Moncada prima del match: «Il futuro di Conceicao al Milan non dipende dalla finale». Ancora aperto il casting dei direttori sportivi: D’Amico verrà liberato o arriverà Tare?
Con dieci giorni di anticipo sul termine ufficiale del campionato, da oggi a Casa Milan è tempo di dolorosi bilanci. «Il futuro di Conceicao non dipende dall’esito della finale» aveva dichiarato il direttore dell’area tecnica, Geoffrey Moncada, prima della partita. «Abbiamo la massima fiducia in lui, è un grande lavoratore». Sarà davvero così? Basterà la Supercoppa, miraggio nel deserto di gennaio, per salvargli il posto? Del resto, bisogna dire, idee chiare sul suo eventuale successore non ce ne sono: finora sono stati fatti mille nomi, da tecnici esperti (Allegri, Sarri, Gasperini) a giovani rampanti (Fabregas che nel frattempo resta a Como). Peraltro ancora stiamo aspettando che si esaurisca il casting dei direttori sportivi avviato a febbraio a Londra da Cardinale e Ibrahimovic, prima dell’irruzione di Furlani in versione Penelope. Tony D’Amico verrà liberato dalla famiglia Percassi? Verrà scelto Igli Tare, che è libero?
Credo che in molte dovrebbero interrogarsi al riguardo...vedo parecchia improvvisazione e confusione in giro, tranne pochi casi di provincia virtuosa e, circa le big, direi Inter e a modo suo il Napoli, perchè De Laurentiis rischia di vincere il secondo campionato in 3 anni, quindi la conduzione "familiaristico/padronale", anche in un mondo del calcio ormai sempre più in mano a multinazionali o fondi, che poi si affidano a presunti supermanager, la conduzione alla De Laurentiis si vede che ha ancora un suo perchè...e a modo suo anche la Lazio, pure se i tifosi non saranno un granchè d'accordo, perchè volenti o nolenti con Baroni Lotito ci ha azzeccato ancora, nonostante poi non cacci un euro o quasi e conduca il clun contando il nichelino.
La Roma gli americani non hanno azzeccato un organigramma nemmemo per sbaglio in questi anni. Non credo che debba arrivare un allenatore 70enne per dirti che forse è meglio, in un campionato e in un paese di antichissima tradizione calcistica, in primis affidarsi a dirigenti (e volendo anche ad allenatori) di quel paese...che forse un attimo le cose le conoscono meglio dei Pinto, dei Ghisolfi...
Ci si inventa delle formule stregonesche, quando, se guardiamo a chi vince, si capisce che non si deve in verità andare molto lontano da casa propria, perchè l'Inter prende Marotta, il Bologna Sartori, l'Atalanta incardina tutto su Gasperini, il Napoli sui Giuntoli ed ora Manna...e il Milan di Cardinale ha sfasciato proprio quella coppia (Maldini-Massara) che gli aveva fatto vincere il campionato, per avere i risultati di questa stagione: a me la strada pare chiara, ma si vede che per qualcuno chiaro del tutto non è.
Complimenti ai vincitori: una coppa meritata, un premio ad una società che in questi ultimi anni ha avuto una importante ascesa, frutto di un lavoro sapiente: è quello che si dice una società "forte", per cui quando dentro ad un club tutto è al proprio posto e tutto funziona, poi al mutare delle condizioni (cambio di allenatori, di giocatori ecc...) il risultato finale resta lo stesso (champions lo scorso anno, coppa Italia quest'anno pur con allenatori e giocatori diversi) perchè il modo di condurre il club, la perizia e le capacità dei dirigenti sono il trait d'union.
Il Bologna e Bologna fanno festa, Italiano finalmente agguanta un trofeo, Sartori si conferma un grande dirigente della illustre scuola italiana, Saputo un americano che ha avuto l'intelligenza di affidarsi alle persone giuste nel difficile mare del calcio.
Quanto detto del Bologna può essere preso e rovesciato se passiamo al Milan: società messa su coi piedi (il loquace Ibrahimovic estivo, ai primi rovesci è sparito), proprietà ectoplasmatica (ancora non si capisce a che pro Cardinale avrebbe acquistato il Milan), "programmazione" astrusa, assolutamente controproducenti le scelte di Fonseca e Conceicao, due allenatori bocciati dalla piazza già in agosto e che hanno fatto puntuale naufragio: se invece degli algoritmi e di un organigramma dirigenziale confuso (tra Moncada, Furlani ed Ibrahimovic non si capisce chi debba fare e decidere cosa) si fosse ascoltata la voce e il pre-sentimento del tifo, si sarebbero risparmiati la fatica.
Per inciso, se anche Conceicao avesse vinto la coppa Italia, non credo assolutamente che avrebbe avuto comunque chance di conferma: la dimensione del lavoro svolto te la da il campionato, e lì Conceicao rispetto a Fonseca non ha portato nessun miglioramento e nessuno spiraglio su cui agganciare un progetto di rivincita, per cui si sarebbe imposto comunque un cambio.
In queste ultime stagioni nel calcio italiano si è fatta protagonista la provincia: l'Atalanta, il Bologna...al venir meno di big storiche quali Juve (che non sta messa tanto meglio del Milan, pure lì dovranno cambiare allenatore e riorganizzare i quadri dirigenziali) e Milan, negli spazi aperti si sono inserite queste altre realtà che insegnano o rammentano a quelle nobili diroccate come si mette su una società, come la si conduce e dunque, per naturale conseguenza, come si fanno poi i mercati, le squadre, come e chi scegliere a guidare un progetto tecnico dalla panchina: l'improvvisazione è bandita.
Grande gioia a Bologna, amara riflessione altrove. La sconfitta è sempre però maestra, se si riesce ad avere l'umiltà di apprendere la lezione.
Basta sostituire Milan con Roma ed il discorso è perfettamente replicabile.
Complimenti ai vincitori: una coppa meritata, un premio ad una società che in questi ultimi anni ha avuto una importante ascesa, frutto di un lavoro sapiente: è quello che si dice una società "forte", per cui quando dentro ad un club tutto è al proprio posto e tutto funziona, poi al mutare delle condizioni (cambio di allenatori, di giocatori ecc...) il risultato finale resta lo stesso (champions lo scorso anno, coppa Italia quest'anno pur con allenatori e giocatori diversi) perchè il modo di condurre il club, la perizia e le capacità dei dirigenti sono il trait d'union.
Il Bologna e Bologna fanno festa, Italiano finalmente agguanta un trofeo, Sartori si conferma un grande dirigente della illustre scuola italiana, Saputo un americano che ha avuto l'intelligenza di affidarsi alle persone giuste nel difficile mare del calcio.
Quanto detto del Bologna può essere preso e rovesciato se passiamo al Milan: società messa su coi piedi (il loquace Ibrahimovic estivo, ai primi rovesci è sparito), proprietà ectoplasmatica (ancora non si capisce a che pro Cardinale avrebbe acquistato il Milan), "programmazione" astrusa, assolutamente controproducenti le scelte di Fonseca e Conceicao, due allenatori bocciati dalla piazza già in agosto e che hanno fatto puntuale naufragio: se invece degli algoritmi e di un organigramma dirigenziale confuso (tra Moncada, Furlani ed Ibrahimovic non si capisce chi debba fare e decidere cosa) si fosse ascoltata la voce e il pre-sentimento del tifo, si sarebbero risparmiati la fatica.
Per inciso, se anche Conceicao avesse vinto la coppa Italia, non credo assolutamente che avrebbe avuto comunque chance di conferma: la dimensione del lavoro svolto te la da il campionato, e lì Conceicao rispetto a Fonseca non ha portato nessun miglioramento e nessuno spiraglio su cui agganciare un progetto di rivincita, per cui si sarebbe imposto comunque un cambio.
In queste ultime stagioni nel calcio italiano si è fatta protagonista la provincia: l'Atalanta, il Bologna...al venir meno di big storiche quali Juve (che non sta messa tanto meglio del Milan, pure lì dovranno cambiare allenatore e riorganizzare i quadri dirigenziali) e Milan, negli spazi aperti si sono inserite queste altre realtà che insegnano o rammentano a quelle nobili diroccate come si mette su una società, come la si conduce e dunque, per naturale conseguenza, come si fanno poi i mercati, le squadre, come e chi scegliere a guidare un progetto tecnico dalla panchina: l'improvvisazione è bandita.
Grande gioia a Bologna, amara riflessione altrove. La sconfitta è sempre però maestra, se si riesce ad avere l'umiltà di apprendere la lezione.
Il Milan sempre più confuso, Conceicao in uscita dopo la sconfitta in Coppa Italia. Quanto vale il trofeo del Bologna
Il cammino così virtuoso del Bologna diventa possibile quando è la società a governare il cambiamento, ed è questo che è successo
di Paolo Condò
Il Bologna non vinceva un trofeo dalla notte dei tempi, e quindi non c’è discussione sul fatto che questa coppa Italia, con annessa qualificazione alla prossima Europa League, valga di più del posto in Champions guadagnato l’anno scorso. In realtà è corretto parlare di evoluzione, di un cammino in linea retta — così raro nel calcio — che ha portato un gruppo di giocatori organizzati ad alto livello da Thiago Motta a migliorarsi ulteriormente grazie alle variazioni portate da Vincenzo Italiano, e questo malgrado la perdita di Zirkzee e Calafiori. È chiaro che un cammino così virtuoso diventa possibile quando è la società a governare il cambiamento, ed è questo che è successo a un Bologna in cui tutte le componenti, da Saputo a Fenucci, da Di Vaio al cercatore di pepite d’oro Sartori, lavorano in armonia.
La sottolineatura è maliziosa perché è esattamente questo che è mancato al Milan per tutta la stagione, e ieri sera in tribuna l’evidenza del tema era plastica con la presenza dei rappresentanti del fondo Elliott — che a quanto ci è stato raccontato dovrebbe uscire di scena a media scadenza, una volta rimborsato il famoso vendor loan — e l’assenza del proprietario Gerry Cardinale, che avrà certamente avuto altri pressanti impegni ma insomma, il culmine della stagione del Milan era ieri all’Olimpico. La questione del direttore sportivo, se mai verrà risolta (qualche dubbio è lecito) ci dirà dei piani futuri del club rossonero, a partire da una governance che, ci dispiace ripeterlo, non è chiara.
Aggiungendo la Coppa Italia alla Supercoppa, Sergio Conceicao avrebbe avuto carte in mano per sollecitare la conferma, sempre che la desiderasse davvero. La sconfitta lo spinge verso l’uscita, in attesa che si diradi la nebbia su quale allenatore sia in entrata. C’è molto da fare insomma, e la sensazione è che in questa primavera il Milan abbia perso altro tempo. Le occasioni in cui un confronto diventa una specie di playoff, ovvero la stessa partita viene ripetuta nel giro di pochi giorni, producono spesso qualcosa di strano, basti pensare a come due anni fa il Milan diede scacco matto a un Napoli molto superiore.
Milan e Bologna si sono affrontate venerdì a San Siro con due strategie opposte: Conceicao ha messo quasi per intero la formazione che ha ormai battezzato titolare. Italiano invece ha usato dall’inizio solo tre uomini della squadra di coppa. In altre parole, ha nascosto la squadra per la gara cui teneva di più, ed è giusto e logico che un allenatore già sconfitto in tre finali privilegiasse questa quarta chance. Se l’è giocata benissimo, è stato premiato dal gol di Ndoye che con lui sta dando corpo al proprio talento anche in zona gol, ha resistito alla confusa pressione finale del Milan con la puntualità di Lucumi e Beukema, lo spessore di Ferguson, il magistero di Freuler, le ripartenze di Odgaard. S’è capito che qualcuno di loro mugugnava per il troppo rilievo dato la scorsa estate alle partenze delle star: questa Coppa Italia è la loro rivincita.
Il Bologna di Italiano rivoluziona la gerarchia del pallone
“Sì muove la città”. Il Bologna ha vinto la Coppa Italia(Milan-Bologna 0-1) viaggiando sui versi di Lucio Dalla e occupando in massa lo stadio Olimpico. E sull’onda del gol di Ndoye che ha beffato l’intera difesa del Milan, infilato Maignan e cambiato i destini di questa stagione. E’ bastato quel gol a metter fuori gioco il Milan e insomma è fatta. L’Olimpico diventa Piazza Maggiore. Esplode la festa per una notte epocale, 61 anni dopo l’ultimo scudetto e 51 dopo l’ultima Coppa Italia.
Alle fine le facce dei milanisti, da Leao a Reijnders, sono cadaveriche. Alla fine di un’annata maledetta si sentivano sicuri di potersi almeno consolare con la Coppa Italia, in campionato tutto sommato il Bologna lo avevano suonato. Ma come spesso accade il ribaltone è dietro l’angolo, ma soprattutto il Bologna non è una squadra qualsiasi. Ha qualità, giocatori forti, che Giovanni Sartori ha scovato e messo insieme. Nonostante fossero stati ceduti Zirkzee e Calafiori e li avesse abbandonati pure il guru Thiago Motta. Ma Castro, Ndoye, Ferguson, Orsolini, Freuler, Skorupski fanno ancora più squadra.
Dopo tre finali perdute Vincenzo Italiano viene portato in trionfo, alla fine la sua passionalità è stata premiata. Non solo è un bravo allenatore, ma ci mette qualcosa in più, una partecipazione emotiva che non è dovuta e che va molto oltre il mestiere. Italiano è andato anche oltre Thiago Motta.
Il Milan se va via triste e mesto con tutti i suoi dubbi e le questioni irrisolte. Abbiamo iniziato la stagione col caso Leao-Hernandez e arrivati alla fine si scopre che tutto sommato sempre lì stiamo, nel momento decisivo i grandi giocatori si dissolvono e qualunque allenatore ci sia, il Milan resta una grande mediocrità, lo scheletro appena della big che fu.
Se Conceiçao, in virtù delle ultime partite vinte, avrebbe potuto sperare di restare, adesso è molto più probabile che vada via e che si ricominci un’altra volta tutto da capo. Ma bisognerà aspettare cosa decideranno gli americani, Cardinale, Furlani, Ibrahimovic e l’algoritmo ormai specializzato in figure di m…
Lunedì ha fatto festa l’Atalanta per un altro sbarco in Champions League, mercoledì tocca al Bologna con la Coppa Italia. La provincia avanza a gomiti alti e le grandi così come le conoscevamo – dalla Juve al Milan – le gomitate le prendono nei denti.
Fa festa il Bologna, in campo con Saputo, Italiano e i giocatori ci sono anche Morandi e Cremonini. Che cantano Lucio Dalla. Il calcio, il tifo, la musica: un cuore solo.
https://www.bloooog.it/2025/05/14/il...a-del-pallone/
Il Bologna vince la sua terza Coppa Italia, Milan spento e battuto: 1-0, il gol di Ndoye basta
Una notte così la aspettava da cinquantuno anni. Il Bologna vince la terza Coppa Italia della sua storia e Italiano, che di finali ne aveva perse tre con la Fiorentina, una su questo stesso prato, salta come un grillo in mezzo alla sua gente. Il cerchio si è chiuso, la missione è compiuta. I trentamila tifosi rossoblù quasi non ci credono tra canti e lacrime e un dolce struggente coro per Sinisa Mihajlovic.
Anche i milanisti piangono sul campo, epilogo triste di una stagione amara, cominciata male e che rischia di finire peggio, senza gloria e senza un posto in Europa. Una sconfitta, quella rossonera, che non ammette repliche. Il Milan è come un cerino, si accende subito e si spegne troppo in fretta. Un quarto d’ora di buone intenzioni e poi niente, notte fonda. La squadra specialista in rimonte, una volta sotto, colpita da Ndoye a inizio ripresa, non ha nessun tipo di reazione e non tira neppure una volta in porta. I tifosi cantano contro Cardinale, in questo mercoledì che è un supplizio. Ibra scuote la testa in tribuna. Il regno di Conceicao è finito. La ricostruzione può cominciare. Forse si è già perso troppo tempo.
CorSera
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Coppa Italia al Bologna, così si rigioca in paradiso. Una gioia attesa 51 anni
Il tecnico dei rossoblù, Vincenzo Italiano: “Dopo tre delusioni pesanti non pensavo di ottenere subito una rivincita: è il premio per il percorso fatto con i ragazzi, lo meritavano i nostri tifosi. La dedica è a Joe Barone, il figlio mi ha scritto oggi
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