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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Perché solo l’Inter ha l’obbligo di vincere lo scudetto? Di quattro squadre al vertice – Milan, Inter, Roma, Juventus – ognuna accampa una scusa più o meno accettabile per evitare il pesante fardello di vincere un titolo che da nove anni va alla Juventus. E lasciare tutto il peso sulle spalle dell’Inter che negli ultimi due anni ha investito almeno 200 milioni sul calciomercato per cercare di centrare un obiettivo che manca da 11 anni. Anche Conte sfugge – “obbligo di vincere lo scudetto? mi viene da ridere” – mentre un pronto soccorso nerazzurro interviene a sostenere che no, non è vero che l’Inter sia poi così forte. Il momento si fa particolarmente delicato dopo la sconfitta con la Samp, il primo posto mancato, e due partite alle porte con Roma e Juventus che possono catapultare Conte & C in testa oppure affossarlo in classifica. Non è ancora finito il girone d’andata e lo scudetto già brucia nelle mani
Pare che questo scudetto non lo voglia nessuno. Chi lo tocca, o meglio dice di volerlo toccare, muore. Un po’ per caso un po’ perché i nodi cominciano a venire al pettine è successo che delle prime quattro in classifica – oggettivamente tutte racchiuse in un breve segmento, 7 punti abbastanza insignificanti di fronte alle 22 giornate che ci sono davanti (23 per Juve, Napoli e Atalanta) – nessuna abbia l’obbligo di vincere lo scudetto. Tranne una… Il Milan non ha l’obbligo di vincere lo scudetto perché è una sorpresa maturata strada facendo, la Juve perché ha scelto una rifondazione tecnica e filosofica dopo 9 scudetti consecutivi e dunque cerca più una nuova Juve che un nuovo scudetto, la Roma perché le basta un posto in Champions League e lo scudetto sarebbe solo un magnifico regalo. Ci resta l’ Inter, che invece sì l’obbligo di vincere lo scudetto ce l’ha, lo va cercando da 11 anni: l’unica insomma tra quelle quattro squadre. O addirittura cinque o sei ipotizzando che Napoli e Atalanta possano vincere i recuperi con Juventus e Udinese e dunque inserirsi anche loro in quel corto segmento. Ma figuriamoci se qualcuno possa pretendere lo scudetto dal Napoli o dall’ Atalanta oggi.
Insomma, gira e rigira, l’ Inter è l’unica squadra rimasta col cerino in mano. Tra l’altro la brutale eliminazione dalla Champions League rende ancor più pressante la richiesta, avendo l’ Inter investito negli ultimi 2 anni oltre 200 milioni sul calciomercato e inserito in una rosa già discretamente competitiva giocatori del livello di Lukaku, Sanchez, Barella, Sensi, Eriksen, Young, Hakimi, Vidal etc. Il tutto nelle mani di Antonio Conte, una superstar della panchina pagata due, tre volte gli ingaggi dei suoi principali colleghi, da Allegri a Sarri… Per poi scoprire all’improvviso però che da oggi bisogna stringere la cinghia, Suning e la famiglia Zhang cercano nuovi partner con cui sostenere gli altissimi costi dell’ Inter in tempi di crisi. E, qualcuno dice, addirittura vendergli tutto il castello fin qui costruito.
Conte di questo obbligo poco ne vuol sentir parlare, tanto che poco prima delle vacanze di Natale aveva detto: “Si parte sempre con l’intenzione di provare a vincere, di essere protagonisti, detto questo vince una sola e negli ultimi anni è stata sempre la stessa. Quindi che ci sia l’obbligo di vincere lo scudetto da parte nostra mi fa sorridere”.
Vista la situazione piuttosto delicata, vista la stizza per la sconfitta con la Samp proprio nel giorno in cui era possibile andare in testa alla classifica, viste soprattutto le prossime partite con la Roma e con la Juve che sono le inseguitrici del momento anche piuttosto accanite, e che possono proiettare l’ Inter al comando oppure affondarla in classifica, è in corso un pronto soccorso psicologico a supportare la fragile condizione della corazzata interista. Secondo lo Zio Beppe Bergomi, icona nerazzurra e oggi commentatore di Sky, l’ Inter avrebbe addirittura “la quarta rosa della Serie A”. Affermazione del tutto soggettiva ed opinabile, ma a occhio appunto un prudente e opportuno pronto soccorso nerazzurro. Se è vero che tutto può misurarsi in valore economico e vil denaro, secondo Transfermarkt l’ Inter ha la seconda rosa del campionato: 608 milioni contro i 692 della Juventus.
Non è ancora finito il girone d’andata e già lo scudetto brucia nelle mani.
Pare che questo scudetto non lo voglia nessuno. Chi lo tocca, o meglio dice di volerlo toccare, muore. Un po' per caso un po' perché i nodi cominciano a venire al pettine è successo che delle prime quattro in classifica - oggettivamente tutte racchiuse in un breve segmento, 7 punti abbastanza insignificanti di fronte alle 22 giornate che ci sono davanti (23 per Juve, Napoli e Atalanta) - nessuna abbia l'obbligo di vincere lo scudetto. Tranne una... Il Milan non ha l'obbligo di vincere lo scudetto perché è una sorpresa maturata strada facendo, la Juve perché ha scelto una rifondazione tecnica e filosofica dopo 9 scudetti consecutivi e dunque cerca più una nuova Juve che un nuovo scudetto, la Roma perché le basta un posto in Champions League e lo scudetto sarebbe solo un magnifico regalo. Ci resta l' Inter, che invece sì l'obbligo di vincere lo scudetto ce l'ha, lo va cercando da 11 anni: l'unica insomma tra quelle quattro squadre. O addirittura cinque o sei ipotizzando che Napoli e...ma di noi
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Napoli, prenotato Zaccagni. Roma, arriva Montiel
Trattativa sulla base di 14 milioni col Verona, dove il centrocampista concluderà la stagione. Il laterale argentino pronto a diventare giallorosso
Il Napoli piazza il colpo Zaccagni per giugno. È in dirittura d’arrivo infatti la trattativa per il 25enne talento del Verona: operazione da 14 milioni, è la cifra che incasserà il club veneto per il trasferimento del giocatore, a lungo corteggiato anche dalle due romane e dal Milan. L’affare si fa subito, poi il centrocampista offensivo - mezzala e trequartista – passerà al Napoli in estate: la stessa formula, in pratica, utilizzata da Napoli e Verona lo scorso anno per Rahmani. E dal Verona con la Fiorentina per Amrabat: operazioni chiuse a gennaio, ma i calciatori in questione sono rimasti in gialloblù fino a fine stagione. Nel Napoli di Gattuso, Mattia Zaccagni – centrocampista moderno, dotato di tecnica e dinamismo, autore di un formidabile gol in rovesciata domenica scorsa allo Spezia - diventerà l’alternativa di Zielinski o il suo sostituto, se il polacco in estate verrà ceduto.
Montiel alla Roma
Si muove anche la Roma: Gonzalo Montiel, 24 anni, lascerà il River Plate appena finita la partecipazione alla Copa Libertadores: il club di Buenos Aires gioca il ritorno della semifinale il 13 gennaio col Santos, dopo aver perso all'andata 3-0. La Roma pagherà sette milioni per il laterale destro argentino.
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Serie A, il piano taglia-stipendi L’Inter in prima linea per i risparmi, Marotta: «Numeri da default»
I club chiedono misure al governo per ritardare il versamento di imposte e previdenza. Calcagno, Aic: «Serve un intervento come per altri settori industriali»
Stadi chiusi e casse vuote. La seconda ondata della pandemia picchia duro sul nostro calcio, e pure all’estero: persino Arsenal e Tottenham hanno chiesto prestiti agevolati alla Banca centrale inglese per superare crisi di liquidità. In Italia si è riaperto il fronte stipendi, unica leva sulla quale i club possono ancora agire per ridurre le uscite, ormai fuori controllo. «Il costo del lavoro incide in maniera pesante sui bilanci — spiega Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter —. Venendo meno i ricavi da stadio e con una contrazione delle entrate da sponsor, per pagare gli stipendi le società spendono cifre intorno al 65 per cento dei fatturati. In ogni azienda, questi dati porterebbero al default».
I numeri horror dei danni provocati dalla fase due del virus sono contenuti all’interno di un documento in preparazione nelle stanze della Lega serie A. Nelle prossime settimane sarà inviato al governo: dopo il primo lockdown la stima era di mezzo miliardo di euro. Il partito dei tagli è compatto, in attesa dell’iniezione di capitali da parte della cordata di fondi Cvc-Advent-Fsi: 1,7 miliardi l’anno per dieci anni per il 10% della nuova società che gestirà i diritti tv e gli aspetti commerciali del brand serie A.
Nel frattempo però è partito il pressing su un doppio binario: da una parte la richiesta alla Figc di rinviare di due mesi il pagamento delle ultime mensilità del 2020, fissato per il 16 febbraio, ma la cosa crea qualche imbarazzo perché il 22 ci sono le elezioni federali.
Dall’altra l’obiettivo è aprire una trattativa con il governo. Uno dei suggerimenti è chiedere di rimandare ulteriormente il versamento di una parte del lordo, imposte e contributi previdenziali, che rappresentano il 50% dell’ingaggio. Ogni anno i club versano circa 1,2 miliardi di euro allo Stato: l’Inter deve aggiungere 6,3 milioni alla busta paga di Lukaku, al centravanti belga ne entrano 7,5 netti. Il Milan 4,5 per arrivare ai 6 di Donnarumma.
Ma i top player sono solo la punta dell’iceberg, la strategia prevede una posizione comune con le altre Leghe per tutelare soprattutto i giocatori più deboli economicamente. «Bisogna studiare delle formule per contenere le uscite. Le Leghe e la Federazione dovranno lavorare di concerto su questi temi. Il problema è in tutta Europa: la contrazione finanziaria è testimoniata, non a caso, dalla scarsità di trasferimenti in questa finestra di mercato» conclude Marotta.
La partita è complicata, il dialogo con l’esecutivo inesistente. Dalla Lega A trapela irritazione per le mancate risposte ai dossier inviati: dal piano per riportare una piccola parte di pubblico negli stadi, alle misure per accelerare i passaggi burocratici per la costruzione dei nuovi impianti, ai «ristori».
Sull’ultimo appello l’Associazione calciatori è pronta a dare il suo appoggio, lo spiega il presidente Umberto Calcagno: «Siamo d’accordo, la richiesta di posticipare il “lordo” è stata ottenuta da altri settori industriali, è un ragionamento di sistema e ben venga. Se invece dobbiamo ripartire da dove ci eravamo lasciati, dai tagli agli stipendi non va. Abbiamo concluso le rinegoziazioni a settembre e a oggi il 50% delle società paga con puntualità. Il calcio italiano deve fare riforme per risolvere i suoi problemi strutturali, che la crescita non fosse sostenibile si sapeva da prima del Covid: vanno redistribuite le risorse verso il basso come in Inghilterra e Germania, è il punto di partenza in un momento di difficoltà». Nel pallone non esistono accordi collettivi, ma il messaggio del sindacato è chiaro: no ad altri tagli.
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Inter, commissioni non pagate: l'agente di Eriksen fa causa al club
Martinus Schoots ha presentato un'istanza di arbitrato al Collegio di Garanzia perché la società nerazzurra non gli avrebbe ancora pagato i 7 milioni sul trasferimento del danese nel gennaio del 2020
Un matrimonio nato male e che di questo passo sembra destinato a chiudersi nel modo peggiore. E' quello tra Christian Eriksen e l'Inter. Il tecnico Antonio Conte ha praticamente escluso il danese dai titolari da tempo, facendogli solo giocare scampoli di partita. Quindi l'ad Marotta lo ha messo ufficialmente sul mercato. Ma oggi c'è un nuovo capitolo della vicenda e non è di certo positivo: il Collegio di Garanzia dello Sport ha ricevuto infatti un'istanza di arbitrato da parte dell'agente sportivo del giocatore, Martinus Schoots, contro l'Inter, in virtù del contratto di mandato, sottoscritto il 27 gennaio 2020, in forza del quale la società nerazzurra ha conferito incarico allo stesso Schoots al fine di consentire la realizzazione del trasferimento di Christian Eriksen, allora tesserato del Tottenham, all'Inter.
Mancato pagamento delle commissioni
L'istanza presentata da Martinus Schoots riguarderebbe il mancato pagamento delle commissioni allo stesso agente sul trasferimento. Il comma 2 dell'articolo 22 del Regolamento Agenti Sportivi del Coni recita: "Salvo espressa deroga contenuta nel contratto di mandato, sono altresì devolute al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI, ai sensi dell'art. 54, comma 3 del Codice di Giustizia sportiva, tutte le controversie aventi ad oggetto la validità, l'interpretazione e l'esecuzione dei contratti di mandato stipulati dagli agenti sportivi nonché le relative controversie di carattere economico". L'Inter ha comunque fatto sapere che saranno rispettati tutti gli obblighi contrattuali. Eriksen è stato inserito a bilancio del club il 30 giugno 2020, per una cifra di 27 milioni di euro. 20 milioni sono stati versati nelle casse del Tottenham, mentre altri 7 evidentemente dovevano essere versati all'agente del danese.
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Boban non ha "danneggiato" il Milan: ecco le motivazioni della sentenza
Nella sentenza del Tribunale del lavoro, la ricostruzione della girandola di incontri per trovare il sostituto di Giampaolo. Il Milan farà ricorso contro il risarcimento da 5,37 milioni
Zvonimir Boban non ha commesso alcuna "violazione di obblighi" contrattuali che lo legavano al Milan. E nemmeno si è macchiato di "divulgazione di notizie riservate". In quanto erano già state raccontate dai mezzi di informazione. Sono alcuni passaggi della sentenza del giudice del lavoro del tribunale di Milano, con cui l'ex campione rossonero ha vinto la causa nei confronti della società che nel marzo scorso lo aveva licenziato per giusta causa. Un provvedimento preso dal Milan dopo l'intervista rilasciata dall'ex capitano della nazionale croata alla gazzetta dello Sport in cui aveva criticato l'operato dell'ad Ivan Gazidis e esposto tutti i suoi dubbi su budget e scelte tecniche.
L'incontro con lo spagnolo Marcelino
Erano i giorni delle voci sul possibile arrivo dell'allenatore tedesco Ralf Rangnick. Ma anche di altri tecnici contattati. Per il giudice del lavoro Antonio Lombardi, l'intervista non era da considerarsi "dannosa" per il Milan e pertanto Boban - difeso dallo Studio Trifirò di Milano - ha diritto a essere risarcito per una cifra pari a 5,37 milioni.
Massara, per esempio, ricorda l'incontro con Marcelino, tecnico dell'Athletic Bilbao, avvenuto a Zurigo quando ancora non era stata esonerato Marco Giampaolo. E qualche giorno dopo avviene anche il primo incontro con Ralf Rangnick, a cui partecipa l'ad Ivan Gazidis. Lo riferiscono sia Maldini che Massara, i quali non se preoccupano più di tanto perché essendo poi arrivato Stefano Pioli, ritengono il caso allenatore superato.
Rangnick e la campagna acquisti
Poi il caso rimeregge e Maldini ha riferito al giudice: "A mia espressa domanda" mi è stato detto che "si parlava di Rangnick quale allenatore, ma non come sostituto di Giampaolo che c'era già da ottobre ma quale eventuale sostituto di Pioli nella stagione 2020/2021. Sia ad ottobre che nei mesi successivi c'è stata sicuramente una richiesta di chiarimenti su quello che stava succedendo poiché attraverso tanti agenti ci veniva detto che i contatti stavano andando avanti ed addirittura che l'entourage di Rangnick stava organizzando la campagna acquisti dell'anno successivo". Maldini ha riferito che sia lui che Massara hanno chiesto in pù occasioni chiarimenti e che a un certo punto "ho organizzato un'intervista con Sky a febbraio nella quale ho detto che non era un profilo adatto a fare l'allenatore del Milan"
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Milan, rapporti "non idilliaci"
Maldini parla anche di "delegittimazione" e di rapporti "non idilliaci" perché "la questione Rangnick non è mai stata affrontata a viso aperto, nel senso che noi volevamo sapere se la società aveva intenzione di prendere un allenatore anche perché essendo noi dell'area sportiva avremmo dovuto saperlo". Come noto poi il Milan dopo non aver raggiunto un accordo con Luciano Spalletti per questioni economiche, si orienta su Stefano Pioli e comincia tutta un'altra vicenda che passa dal mancato accordo con Rangnick e la successiva conferma del tecnico emiliano.
Boban, però, rilascia l'intervista in cui critica quanto accaduto e il Milan lo licenzia per giusta causa, perché l'esternazione viene giudicata dalla società come "irrispettosa della verità oggettiva" e tale da aver arrecato "gratuitamente un pregiudizio alla società". Il club, convinto di essere nel giusto, farà ricorso.
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Giornata 17
SABATO 9 GENNAIO
15:00 Benevento-Atalanta
18:00 Genoa-Bologna
20:45 Milan-Torino
DOMENICA 10 GENNAIO
12:30 Roma-Inter
15:00 Verona-Crotone
15:00 Parma-Lazio
15:00 Udinese-Napoli
18:00 Fiorentina-Cagliari
20:45 Juventus-Sassuolo
LUNEDÌ 11 GENNAIO
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Milan-Torino, formazioni e dove vederla: Pioli in emergenza si affida ai ragazzi del ‘99
Oltre Ibra e Rebic manca anche Calhanoglu. L’allenatore rossonero si affidaai baby Leao, Diaz e Hauge. L’obiettivo è dimenticare la Juve
Ripartire. Subito. Evitando di pensare all’emergenza infinita, per lasciarsi immediatamente alle spalle la sconfitta con la Juventus che dopo 304 giorni d’imbattibilità ha messo fine alla sbalorditiva striscia di 27 risultati utili consecutivi. Al Milan serve una reazione. Forte, netta, ma soprattutto rapida. Ecco perché la gara di stasera col Toro dell’ex Marco Giampaolo rappresenta un crocevia fondamentale, un esame di maturità da non fallire, perché il rischio di un contraccolpo esiste. Ed è un rischio che non va sottovalutato. Al netto del risultato, la gara con i bianconeri ha confermato una volta di più le qualità di un gruppo che in questi mesi è cresciuto in maniera impressionante tanto sotto l’aspetto tecnico quanto sotto quello mentale. Ma serve tornare subito a fare risultato. Per rialzare la testa dopo lo stop con Madama, ma anche per tenere stretto quel primo posto che i piccoli diavoli di Pioli occupano meritatamente dall’inizio del torneo. L’Inter dietro spinge, il duello in vetta alla classifica si gioca sui dettagli.
Rientra Tonali
C’è però il solito maledetto problema aggiuntivo, quella lista di assenti che non si accorcia mai. Rispetto a mercoledì rientra Tonali dalla squalifica, ma oltre ai soliti Ibrahimovic, Bennacer, Saelemaekers, Gabbia, Krunic e Rebic mancherà anche il preziosissimo Calhanoglu, fatto fuori da una brutta botta alla caviglia. Assenza pesantissima. «Ci sentiamo forti, dobbiamo stringere i denti e resistere» è stata l’esortazione di Pioli, che ormai a questa emergenza costante ci ha fatto l’abitudine e che stasera nella prima delle due sfide ravvicinate col Toro a San Siro — l’altra è martedì, ottavi di Coppa Italia in gara secca — si affiderà per l’attacco ai ragazzi del ’99. Sulla destra Castillejo farà con i suoi 25 anni la parte del veterano, accanto a un trio di ventunenni di talento: Hauge, Diaz e Leao. Il più pronto, anche solo per il numero di partite giocate, è senz’altro quest’ultimo, il portoghese. E contro la Juventus lo ha dimostrato, tenendo in scacco la difensa bianconera per almeno un’ora. Gli manca però continuità, è lì che deve fare il salto di qualità, smettendo di entrare e uscire dalla partita.
La guerra
«Abbiamo perso una battaglia, non la guerra» ha scritto lui sui social subito dopo la sconfitta di mercoledì. Con Rebic alle prese col Covid fino a chissà quando e Ibra che potrebbe tornare in campo martedì in Coppa o più facilmente lunedì 18 a Cagliari in campionato, ancora per un po’ Rafa dovrà caricarsi sulle spalle tutto il peso dell’attacco. Fin qui in 17 partite ha segnato 5 gol: alcuni bellissimi, come quello lampo al Sassuolo o il pallonetto al Benevento, ma numericamente pochini. Da una prima punta serve di più.
Le nuove energie
Così come serve un’accelerata da parte anche di Tonali, il grande colpo dell’estate rossonera, il cui ambientamento in mezzo al campo procede in maniera ancora troppo lenta. La personalità non gli manca, la classe nemmeno. È la sua grande occasione, stasera il Diavolo ha bisogno di lui.
Milan (4-2-3-1): Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Tonali; Castillejo, Brahim Diaz, Hauge; Leao. Allenatore: Pioli
Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo, Lyanco, Bremer; Singo, Lukic, Rincon, Linetty, Rodriguez; Belotti, Verdi. Allenatore: Giampaolo
Arbitro: Maresca
Tv: ore 20.45, Dazn.
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Inter tra trattative di vendita e crisi di liquidità: cosa sta succedendo
Il fondo Bc Partners può diventare socio di minoranza o rilevare la maggioranza. Entro il 16 febbraio vanno pagati 60 milioni e il procuratore di Eriksen fa causa: ne vuole 7
Suning è in trattativa con il fondo Bc Partners per cedere l’Inter in parte o in toto. Alcuni giorni fa il presidente Steven Zhang in un comunicato ha smentito le voci di vendita, da settimane però continuano le trattative per una cessione, parziale o completa dipenderà dall’evolversi della situazione. Dagli ambienti finanziari arrivano conferme dell’interessamento di Bc Partners. Il fondo ha varie sedi in Europa e America, non è «esperto» di calcio, opera principalmente nell’ambito delle Tmt (Tecnologia, Media, Telecomunicazioni). A novembre però s’interessò ai diritti tv della Bundesliga.
La trattativa con Suning e la famiglia Zhang è seguita da Nikos Stathopoulos, il manager che ha in mano il dossier Inter e opera nella sede di Londra della Bc Partners. L’idea iniziale di Suning era di trovare un socio. Il gruppo di Nanchino detiene poco meno del 70% del club, il restante 30% è nelle mani del fondo Lion Rock di Hong Kong, comunque vicino a Suning. Per il momento non si è parlato di valori, ma una quotazione realistica dell’Inter si aggira sui 750 milioni: il club però ha due bond in circolazione da ben 375 milioni e sta cercando di finanziarli nuovamente.
L’interesse di Bc Partners nei confronti dei nerazzurri non è propriamente calcistico, in effetti più relativo a quanto gira attorno al club: merchandising, diritti televisivi e il nuovo stadio. Si è parlato della possibilità di creare una media company per gestire il tutto, di fatto per Bc Partners si tratterebbe di un investimento finanziario. Il core business del fondo non è il calcio. Se però dovesse acquistare non solo una parte ma tutto il club, la gestione sportiva diventerebbe determinante.
Di contatti ce ne sono stati più d’uno, che poi la trattativa vada in porto è da vedere. I tempi non sono stretti, ma Bc Partners ha già svolto una prima due diligence, la fase preliminare di studio dei conti. Bisognerà approfondire anche la questione relativa alle quote date in pegno da Suning a una società (Taobao) controllata dal gigante cinese Alibaba: tra queste figura anche il club. Di fatto il controllo dell’«FC Internazionale Milano spa», è ora parcheggiato presso Taobao che ne ha il possesso (non la proprietà). Secondo fonti vicine a Bc Partners, l’ostacolo sarebbe superabile. Per alcuni il fondo è in pole position per l’acquisizione, parziale o totale, però non sarebbe l’unico in corsa.
Di certo l’Inter attraversa un momento di ristrettezze, dovuto a una congiuntura sfavorevole e alle evidenti difficoltà di Suning, con il titolo che in borsa viaggia ai minimi storici degli ultimi sei anni. Esportare capitali dalla Cina è sempre più un problema, il blocco degli investimenti una realtà, l’input è risparmiare.
C’è poi la questione stipendi. Il 16 febbraio le squadre di serie A devono saldare quattro mensilità e molti club navigano in cattive acque: per l’Inter si tratta di una sessantina di milioni da mettere sul piatto. A questi si aggiungono altri 7 da versare a Martinus Schoots, l’agente di Eriksen. Il procuratore ha presentato istanza arbitrale al Collegio di Garanzia del Coni per riscuotere il dovuto. L’Inter fa sapere che ha sempre onorato gli impegni finanziari e così farà anche con Schoots. Domenica per fortuna si gioca.
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Il CONI ha ribaltato la sentenza della Corte d'Appello Federale sul caso di*Juventus-Napoli:*secondo Gravina ,nell'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, è necessario un chiarimento legislativo per non incappare nuovamente in situazioni del genere.
"Il collegio di garanzia ha un ruolo ben chiaro nella giustizia sportiva. È la nostra Cassazione.*Ma la Cassazione è un giudice di legittimità. Non dovrebbe entrare nel merito e diventare un terzo grado di giudizio.*Urge un chiarimento legislativo, per circoscrivere la giurisdizione. Altrimenti saremo costretti a ricorrere al Tar e poi al Consiglio di Stato contro le sentenze del CONI".
Goal.com
Come sempre comandiamo il palazzo
Se succede alla Juve, va be chiudiamo un occhio
Dovesse succedere ad altri, ricorriamo
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Il Coni si sarebbe dovuto limitare a visionare se i due giudizi di merito (giudice sportivo e appello) si fossero svolti in maniera regolare e secondo i codici e valutando tutto: in caso negativo, avrebbero dovuto rinviare le carte e far celebrare un altro processo di appello, perchè magari erano sbagliate le pene o non adeguatamente valutati certi argomenti difensivi ecc...invece hanno giudicato e sentenziato nel merito della questione, andando oltre i propri compiti.
Detto questo, il calcio deve pregare che nessuno segua l'esempio del Napoli altrimenti il campionato non arriverà alla conclusione. Se dovessimo dare retta al Coni, Milan e Juve hanno fatto male a giocare (così come tutte le altre con dei positivi) e l'unica nel giusto è stata il Napoli: un assurdo nell'assurdo mondo del calcio....ma di noi
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Ibra e Chala partono dalla panchina.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Bene
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Quanto minchia siamo scarsi, Steel...
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioQuanto minchia siamo scarsi, Steel...
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