Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
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    • Franciacorta
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    Agnelli lascia la Juve?
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
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    • marcu9
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      • May 2009
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      Non so quanto sia affidabile questo sito.........posto uguale dai.

      Moncalvo: 'Agnelli vuole lasciare la Juve con 600 milioni di debiti e passare in Ferrari'.


      "Andrea Agnelli vuole lasciare la Juventus per 'scappare' in Ferrari". A sganciare la bomba è l'edizione odierna de La Verità, nell'articolo a firma di Gigi Moncalvo. Il giornalista, che nel corso della carriera ha analizzato a più riprese le vicende della famiglia Agnelli (le due pubblicazioni "I lupi & gli Agnelli" nel 2009, "Agnelli segreti" nel 2012, entrambe edite da Vallecchi), racconta la ferma volontà del presidente bianconero di lasciare la propria posizione, a tal punto da chiedere esplicitamente a John Elkann la poltrona di amministratore delegato della Ferrari, vacante dopo l'addio di Camilleri. "Andrea Agnelli non si accontenta di fare già parte del Cda di Exor e di Fca, e nemmeno del nuovo prestigioso incarico che il cugino gli ha magnanimamente concesso alla fine di settembre inserendolo tra i cinque membri di Exor per il board di Stellantis, la società nata dalla fusione Psa-Fca", si legge nell'articolo. Ma dietro la decisione di lasciare, ci sarebbe altro.

      CONTI IN ROSSO - Secondo Moncalvo infatti, Agnelli vorrebbe lasciare perché 'i nodi stanno venendo al pettine'. Quelli tecnici, ma soprattutto quelli economici: "La prossima semestrale della Juve potrebbe certificare un debito lordo gigantesco da 600 milioni", tale da costringere Elkann ad aprire il portafogli per immettere centinaia di milioni nella Juve, oppure far entrare un grosso fondo stranieri come accaduto al Milan. Per evitare questo scenario, infine, ci sarebbe un primo passo: non rinnovare il contratto di Cristiano Ronaldo, un'operazione tuttavia della quale Elkann non vorrebbe assumersi la responsabilità. Inoltre, per il ruolo di ad della Ferrari, Elkann starebbe pensando ad Alessandro Nasi.

      https://www.calciomercato.com/news/moncalvo-agnelli-vuole-lasciare-la-juve-con-600-milioni-di-debit-58251
      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
        • Jun 2005
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        • Borgo D'io
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        beh mi sembra un bel passo avanti nella sua carriera o sbaglio?
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • AK_47
          Bodyweb Advanced
          • Oct 2015
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          Spero di no, sarebbe l inizio della fine della Juventus se le cose stanno così

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          • Arturo Bandini
            Bodyweb Senior
            • Aug 2003
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            Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
            Agnelli lascia la Juve?
            da Fiorentino dico che sarebbe una grossa infamia abbandonare la squadra creata dal tuo bisnonno... ma sarebbe nelle corde di chi ha preso la fabbrica italiana automobili torino e l'ha spostata in olanda

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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              • In piedi tra le rovine
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              Oddio basta con questo Moncalvo. E' da anni che va facendo profezie su Agnelli alla Juve, sul rapporto tra i cugini, senza mai azzeccarne una. E' ossessionato da quella famiglia. Le stesse cose le diceva un paio di anni fa su Dagospia, ci sono alcuni articoli postati da Pesca, che si ricorderà senz'altro.

              Tra l'altro Agnelli è non solo presidente della Juve ma anche dell'Eca. Sta lavorando alla riforma della champions. Inoltre, tra 2 anni la Famiglia festeggerà il secolo di vita con la Juve e sarebbe curioso farlo senza un Agnelli alla presidenza: Moncalvo queste cose non le sa?

              Di più: come ha ricordato lo stesso Agnelli, il cugino è al vertice del gruppo ma Agnelli è un azionista che detiene l'11% delle quote della cassaforte di controllo e siede nel consiglio di amministrazione di Exor: non è che deve aspettare il cugino per avere quello che serve per gestire la Juventus. Al ramo di Umberto è stata data la gestione della Juve proprio perchè a quello di Giovanni è stato dato il controllo di tutto il resto.

              Elkann comanda anche grazie a quell'11% di Andrea Agnelli: non è propriamente un "dipendente". Moncalvo almeno dimostri di sapere i fondamentali di cui si parla.
              Last edited by Sean; 31-12-2020, 08:10:16.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • Sean
                Csar
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                Milik, Gomez ed Eriksen per il mercato di gennaio: pezzi grossi ma non certo affari facili, perché non solo questione di soldi, c’entra molto l’orgoglio di De Laurentiis e Percassi e l’interesse di Napoli e Atalanta che non vorranno troppo facilmente rinforzare squadre nel campionato italiano. A Juventus e Inter, e praticamente a quasi tutte le squadre, potrebbero fare un gran comodo, però c’è da fare i conti con il bilancio in rosso dei bianconeri e la decisione di Suning di stringere i finanziamenti all’Inter. Con la crisi che assedia il calcio sarà il solito mercato creativo e ricco di invenzioni. Tutti a caccia di altri Ibrahimovic o altri affari Nainggolan…


                Non sarà un mercato ridimensionato dalla crisi collegata alla pandemia. Sarà lo stesso mercato che ormai da qualche anno – diciamo da Ronaldo alla Juve (estate 2018) – va avanti con creatività e invenzioni, e qualche eccezione che conferma la regola. E che si faranno sempre più rare: tipo De Ligt alla Juve o Lukaku all’ Inter per 75 milioni. La Juve ha un rosso di quasi 90 milioni che vuole assolutamente ridurre, Suning in ossequio alla strategie del governo cinese stringe i finanziamenti sul calcio e dunque sull’ Inter, a cascata quasi tutte le altre squadre si regoleranno di conseguenza. Nessuno spenderà del necessario, soprattutto ora che la stagione è in corso e l’orizzonte della crisi generale niente affatto schiarito. Più affari stile Ibrahimovic al Milan, dunque, o Osimhen al Napoli con scambi a scontare il prezzo (da 80 a 50), ovviamente prestiti (Nainggolan in rotta con l’ Inter e con Conte di ritorno a Cagliari). Giovani su cui fare plusvalenza, o anche esperti. Ma solo d’occasione…

                Creatività” dunque, come piace dire a quei direttori sportivi che non hanno un euro di budget, e saltare su nomi poco battuti quando si trovano. Gli affari cardine del prossimo mercato saranno quelli di Milik, del Papu Gomez e di Eriksen. Sono sul mercato perché in fase di rottura con Napoli, Atalanta e Inter, l’ultima occasione per i loro club per non perderli a zero e contenere la perdita tecnica ed economica. Inutile tornare adesso sulle cause della rottura, di certo non sono comunque casi facilmente risolvibili. Perché non si risolvono solo col portafoglio, anzi. Ci sono dietro presidenti come De Laurentiis e Percassi che ne hanno fatto una questione d’orgoglio, spesso senza motivo. L’ Inter non ne fa una questione di orgoglio, ma di esigenza di non vanificare un investimento di 25 milioni fatto appena un anno fa.

                E comunque uno degli impedimenti più forti è il fatto che Milik e Gomez in un campionato molto equilibrato e mai così sorprendente da dieci anni a questa parte, possono spostare sensibilmente l’ago della bilancia. Dunque per i club sarebbe meglio, se possibile, accordarsi all’estero e non trovarseli avversari, magari anche diretti, in Serie A. Cioè, non credo che l’ Atalanta darebbe poi così facilmente Gomez all’ Inter, ad esempio, anche se all’ Inter potrebbe effettivamente far comodo. Senza contare, l’abbiamo detto, che l’Inter oggi operazioni in esclusivo passivo non ne fa, quindi probabilmente solo se riuscisse a cedere Eriksen. Ma in ogni caso a chi non farebbe comodo comunque, in Italia, un attaccante fantasista come Gomez? lo stesso Milik: persino la Juve che ha attaccanti di tutte le taglie e di tutte le misure non disdegnerebbe un centravanti in più per sostenere una squadra che fatica a crescere e anzi soffre molto. Ma mettere d’accordo oggi Napoli e Juventus è quasi impossibile.

                Non sarà un mercato ridimensionato dalla crisi collegata alla pandemia. Sarà lo stesso mercato che ormai da qualche anno - diciamo da Ronaldo alla Juve (estate 2018) - va avanti con creatività e invenzioni, e qualche eccezione che conferma la regola. E che si faranno sempre più rare: tipo De Ligt alla Juve o Lukaku all' Inter per 75 milioni. La Juve ha un rosso di quasi 90 milioni che vuole assolutamente ridurre, Suning in ossequio alla strategie del governo cinese stringe i finanziamenti sul calcio e dunque sull' Inter, a cascata quasi tutte le altre squadre si regoleranno di conseguenza. Nessuno spenderà più del necessario, soprattutto ora che la stagione è in corso e l'orizzonte della crisi generale niente affatto schiarito. Più affari stile Ibrahimovic al Milan, dunque, o Osimhen al Napoli con scambi a scontare il prezzo (da 80 a 50), ovviamente prestiti (Nainggolan in rotta con l' Inter e con Conte di ritorno a Cagliari). Giovani su cui fare plusvalenza, o anche esperti. Ma solo
                ...ma di noi
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Sean
                  Csar
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                  Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
                  da Fiorentino dico che sarebbe una grossa infamia abbandonare la squadra creata dal tuo bisnonno... ma sarebbe nelle corde di chi ha preso la fabbrica italiana automobili torino e l'ha spostata in olanda

                  Non potrà mica restare presidente della Juve a vita. Nessuno degli Agnelli lo è stato a vita...anzi, lui è quello che per più anni (rispetto a tutti gli altri Agnelli) ha tenuto e sta tenendo la presidenza,..ma se gli Agnelli hanno sempre indirizzato le scelte strategiche della Juve, non sempre ne hanno assunto le funzioni presidenziali.

                  Un domani si metterà a fare altro anche lui. La Juventus per gli Agnelli è una passione, non un lavoro.
                  Last edited by Sean; 31-12-2020, 08:45:53.
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                    Csar
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                    L'Inter torna alla carica per Dzeko

                    Assalto a Edin Dzeko, ancora una volta. L'Inter e soprattutto Antonio Conte non hanno abbandonato l'idea di portare il bosniaco in nerazzurro. Il numero 9 della Roma è stato identificato come l'unico in grado di sopperire ad un'eventuale assenza di Lukaku. E si è parlato proprio di questo nella conference call andata in scena nei giorni scorsi tra Beppe Marotta, il vice di Piero Ausilio Dario Baccin e quello che ancora per poco resterà il referente italiano per la procura dell'attaccante, Silvano Martina. Il mandato per il procuratore Redzepic è infatti in scadenza, con il bosniaco che presto si affiderà a Lucci.


                    Prima di lanciare l'attacco definitivo al centravanti, però, l'Inter deve alleggerire rosa e monte ingaggi. Con Nainggolan di fatto ormai ceduto in prestito al Cagliari, serve ora piazzare Eriksen, e solo dopo la cessione del danese si potranno puntare tutte le fiches su Edin.
                    Intanto la Roma si gode il terzo posto tra discorsi di mercato - El Shaarawy e Bernard per l'attacco, Montiel e Soppy per l'out di destra - che non possono non riguardare anche il futuro. Dzeko compirà infatti 35 anni a marzo e a Trigoria fanno i conti con un ingaggio da 7,5 milioni a stagione. Di fatto un sostituto del bosniaco Paulo Fonseca non lo ha. E le piste per un'eventuale erede del reparto d'attacco sono in salita: Milik è in contatto con l'Atletico Madrid e i costi di intermediazione sono elevati. Vlahovic piace, ma per giugno. Così come Scamacca.


                    (Il Messaggero)

                    Assalto a Edin Dzeko , ancora una volta. L' Inter e soprattutto Antonio Conte non hanno abbandonato l'idea di portare il bosniaco in nerazzurro. Il numero 9 della Roma è stato identificato come l'unico in grado di sopperire ad un'eventuale assenza di Lukaku . E si è parlato prop...
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                    sopra una sola teca di cristallo
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                    • CRI PV
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                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Oddio basta con questo Moncalvo. E' da anni che va facendo profezie su Agnelli alla Juve, sul rapporto tra i cugini, senza mai azzeccarne una. E' ossessionato da quella famiglia. Le stesse cose le diceva un paio di anni fa su Dagospia, ci sono alcuni articoli postati da Pesca, che si ricorderà senz'altro.

                      Tra l'altro Agnelli è non solo presidente della Juve ma anche dell'Eca. Sta lavorando alla riforma della champions. Inoltre, tra 2 anni la Famiglia festeggerà il secolo di vita con la Juve e sarebbe curioso farlo senza un Agnelli alla presidenza: Moncalvo queste cose non le sa?

                      Di più: come ha ricordato lo stesso Agnelli, il cugino è al vertice del gruppo ma Agnelli è un azionista che detiene l'11% delle quote della cassaforte di controllo e siede nel consiglio di amministrazione di Exor: non è che deve aspettare il cugino per avere quello che serve per gestire la Juventus. Al ramo di Umberto è stata data la gestione della Juve proprio perchè a quello di Giovanni è stato dato il controllo di tutto il resto.

                      Elkann comanda anche grazie a quell'11% di Andrea Agnelli: non è propriamente un "dipendente". Moncalvo almeno dimostri di sapere i fondamentali di cui si parla.
                      Tutti gli anni scrivono le stesse cose
                      E vengono riportate nel 3d
                      Memoria dei pesci rossi proprio

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                      • Sean
                        Csar
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                        Nel '23 Juventus e Agnelli festeggeranno i 100 anni di matrimonio. E' facilmente immaginabile che tale anniversario sarà celebrato con un Agnelli alla presidenza. Poi siccome, a differenza di Moncalvo, non sono un indovino (e non ripeto da 10 anni le stesse cose, visto che non mi sono ancora rimbambito fino a quel punto) cosa accadrà dopo non lo so.

                        La Juve ha avuto più presidenti esterni alla Famiglia che della Famiglia, dunque non è chissà quale profezia immaginare qualche altro presidente.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                        • Sean
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                          Pioli: «Al Milan sono un uomo felice. Ibra? Una volta ci ho discusso. E mia mamma mi dice di vincere»

                          Il tecnico rossonero: «Credo di non essere mai stato così maturo, non sono un genio ma un provinciale testardo sì e ho lavorato tanto su me stesso. Il mercato? Dobbiamo stare attenti a non rompere il nostro equilibrio»

                          Basta a volte una canzone, per spiegare ciò che si ha dentro. «È l’ultima dei Negramaro, s’intitola Contatto» racconta l’uomo del momento, Stefano Pioli, allenatore del Milan primo in classifica, la squadra dell’anno, la grande sorpresa del 2020. «Quella canzone riassume in maniera perfetta questo momento della mia vita. Sono felice. Come non lo sono stato mai, professionalmente parlando».

                          «Ho fatto molti sogni per arrivare qui, la vita che volevo è tutta qui, gli amici che sognavo, proprio così». È dunque così?
                          «La prima volta che sono entrato a Milanello ho sentito qualcosa di magico, un’energia unica. Ma il fatto è che la risento ogni mattina alle 8. So di essere fortunato. E farò di tutto per continuare a meritarmi questa fortuna».

                          Avanti di questo passo sarà dura mandarla via. Lei vorrebbe restare qui a lungo? Si vede come un Wenger, un Ferguson?
                          «Come dice la canzone, la vita è tutta qui. Vivo nel presente, che è un presente bellissimo».

                          Alcuni suoi colleghi, forse perché hanno vinto subito, danno l’impressione di restare sempre uguali a loro stessi. Lei sembra l’allenatore che più si è evoluto. È questo il suo segreto?
                          «Invidio i colleghi giovani che hanno già tutto molto chiaro, io ho avuto bisogno di lavorare tanto: ho fatto corsi di comunicazione, di psicologia, di gestione delle persone. Appena ho potuto sono andato a studiare altri allenatori. Ho investito molto su me stesso: se mi vedessero adesso i giocatori che ho allenato nel 2003 a Salerno, quando ho iniziato, non mi riconoscerebbero».

                          E adesso a che punto è?
                          «Non sono un genio, ma determinato e tenace sì. E curioso. Ho sempre pensato che ci sia da imparare da tutti. Prendete lo staff: ho iniziato col solo Osti, adesso ho 10 collaboratori. E tutti i nuovi hanno meno di 30 anni. I giovani ti aiutano ad avere chiavi di lettura diverse, specie sulle nuove tecnologie, preziosissime. Oggi mi sento completo e maturo, come non mai».

                          L’hanno spesso etichettata come uno che parte bene e finisce male. Questo 2020 è la sua rivincita?
                          «È un termine che non mi piace, perché sono cresciuto con valori diversi, con la cultura del lavoro, non della rivalsa. Ho da dimostrare solo a me stesso. Mi sento completo, ma so che posso fare anche di più. Sono un provinciale testardo. E la testardaggine aiuta».

                          Però la definizione di Normal One non le è mai andata giù, dica la verità.
                          «Io sono un uomo normale, non un normal one. Sono semplice, amo esserlo. La semplicità è un valore che ho imparato dai miei genitori e che cerco di trasferire ai miei figli. È l’etichetta che non mi piace».

                          È vero che sua mamma le dice che non ha ancora vinto niente?
                          «Sì, eccome se me lo dice. Mio padre era dirigente della squadretta dove ho iniziato, per lui non sbagliavo mai, invece mia madre esagerava le critiche. Così anche adesso mi ripete che non ho vinto. Ma io so che è orgogliosa di me».

                          Dicono che ora lei sia molto esigente con suo figlio Gianmarco, che lavora nel suo staff come match analyst.
                          «Sono esigente con tutti come lo sono con me. E quindi anche con mio figlio. Anche perché i giocatori sono tutti un po’ miei figli. È bello comunque lavorare con Gianmarco. Ma sul campo è un collaboratore come tutti gli altri».

                          Anche Ibrahimovic è come tutti gli altri?
                          «Mai conosciuto un giocatore così intelligente e simpatico. Sono momenti così, tornerà e giocherà più di prima. Ma già la sua presenza è fondamentale, sa trascinare e stimolare i compagni».


                          Il personaggio, di certo, è ingombrante. Come si gestisce uno così?
                          «In realtà non è difficile. Perché siamo entrambi diretti, non ci nascondiamo, nel bene e nel male. Ci siamo detti anche cose negative, succede, è normale, è la dinamica logica di una squadra. Una volta è entrato nel mio ufficio e mi ha detto: mister, oggi parlo io. Io mi sono messo lì e ho ascoltato».

                          E poi che è successo?
                          «Il giorno dopo ho parlato io. Funziona così. Bisogna capire le situazioni, le persone, i momenti».

                          Ma c’è nella sua carriera qualcosa che non rifarebbe, una scelta che cambierebbe?
                          «La gestione della seconda stagione della Lazio. Oggi prenderei la situazione di petto, in maniera più netta. È il mio unico grande rimpianto. Con la maturità di oggi avrei fatto scelte diverse e migliori, quell’anno. E sarebbe finita diversamente. Ma anche da lì ho imparato qualcosa».


                          Un anno fa di questi tempi uscivate dallo scioccante 5-0 in casa dell’Atalanta, il punto più basso. Da allora il vostro mondo si è rovesciato. Dovesse scegliere un’immagine di questo 2020, quale sarebbe?
                          «La sera del 20 luglio, quando Gazidis mi telefona alla vigilia di Sassuolo-Milan per comunicarmi che lui e la proprietà avevano deciso di confermarmi per la stagione successiva, se mi andava bene».

                          Le andava bene, evidentemente. Cosa gli ha risposto?
                          «Gli ho detto: Ivan, aspetta che ci penso un attimo… Ovviamente scherzavo, non ho messo giù il telefono. È stata una grande emozione, come quando dopo la partita ho dato l’annuncio alla squadra e ai miei collaboratori».


                          Per mesi ha dovuto convivere con l’ombra lunga di Rangnick.
                          «Ma io non ho mai smarrito la mia serenità, dico davvero. Gazidis prima della partita col Genoa venne a Milanello a dire che le scelte sarebbero state fatte a fine campionato e non prima. Per me le cose erano chiare. Perciò ho continuato a lavorare per meritarmi quella fiducia, senza ascoltare ciò che si diceva in giro. Mi sono concentrato solo sul campo e sulla squadra. Il mio obiettivo era arrivare il più alto possibile».

                          E l’obiettivo del 2021 che sta per iniziare quale è?
                          «Continuare a migliorare. E, sì, tornare in Champions. Il club non ci ha chiesto nulla, non ci vuole dare pressioni, questo io l’ho apprezzato moltissimo. Maldini, Massara, Gazidis ci mettono nelle condizioni di lavoro ideali: sono straordinari. Ma noi abbiamo bene in testa che dobbiamo fare di tutto per riportare il Milan dove deve, cioè in Champions. Manca da troppo tempo, quello è il suo posto. Possiamo farcela».

                          Ha raccontato che per spronare la squadra a gennaio scorso aveva appeso la classifica dell’anno solare: è servita da sprone, visto che alla fine avete fatto più punti di tutti. Che classifica appenderà stavolta?
                          «Vedremo. Avevamo tre obiettivi: passare i preliminari, poi i gironi di Europa League e vincere la classifica del 2020. Quello che m’interessa è la crescita. Questa squadra può anche migliorare tanto, anche più di quanto credete».

                          Certo, con un paio di rinforzi a gennaio sarebbe più facile. Lei però va ripetendo che c’è un equilibrio da preservare. Cosa intende?
                          «Qui ora c’è entusiasmo, serietà, compattezza. Non c’è più nemmeno bisogno di appendere ai muri il programma settimanale, tutti sanno cosa fare. Il gruppo è forte, unito, orgoglioso. Chi entra, se entrerà, deve avere la stessa applicazione, la stessa mentalità. Chi è arrivato a gennaio scorso, parlo di Ibrahimovic e Kjaer, ha dato l’esempio. Quello ci ha fatto svoltare. Ecco, con la fatica che abbiamo fatto a raggiungere questo equilibrio dobbiamo stare attenti a non spezzarlo. Su questo punto c’è totale sintonia. Se si può migliorare, miglioriamo. Sennò restiamo benissimo così». Come dice la canzone: con gli amici che sognavo, proprio così.


                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • marcu9
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                            Ok l'equilibrio, ma la gente serve.

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                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            • marcu9
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                              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              • sylvester
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                                Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio

                                Quello scudo sarebbe?









                                "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                                Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                                vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                                (L. Pirandello)

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