Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • KURTANGLE
    Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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    Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
    Sinceramente, al di là delle simpatie, ritengo Sneski e Handanovic, ma forse pure Buffon che alla Juventus fa il 2º migliori di Donnarumma, prenderlo a più di 7, quanto vuole 10? Per fare panchina anche no.


    Donnarumma alterna momenti da grandissimo portiere a papere e mezze papere che poco si confanno al campione che dovrebbe essere (nel senso che sono troppo frequenti).
    Non so se la tendenza alla papera sia una cosa migliorabile con la crescita sportiva di un portiere, credo di no
    i grandi portieri non mi pare paperassero quanto donnarumma a 21 anni
    Last edited by KURTANGLE; 29-12-2020, 11:10:40.
    Originariamente Scritto da SPANATEMELA
    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


    grazie.




    PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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    • KURTANGLE
      Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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      Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio


      spero non sia serio quando parla così...
      non mi pare il caso di tormentare un ragazino di 10 anni...
      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
      Originariamente Scritto da GoodBoy!
      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


      grazie.




      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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      • Danielish
        Bodyweb Senior
        • Mar 2011
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        ed invece e proprio nella tenera età che vanno inculcate il vivere sano

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        • Sean
          Csar
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          • In piedi tra le rovine
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          News calciomercato oggi, 29 dicembre: Milan-Simakan, Inter-Paredes e Juve-Milik

          Tre rinforzi per le grandi: girano pochi soldi, per migliorare non si può sbagliare. Rossoneri sul difensore 20enne, nerazzurri per lo scambio con Eriksen col Psg

          Poco meno di un mese e poi non si torna più indietro. Sarà un mercato senza botti, forse per questo ancor più importante. Vietato sbagliare. L’obbligo, nella finestra dal 4 gennaio al 1° febbraio, è aggiustare e completare le squadre. Di soldi ne girano pochi, bisogna lavorare d’ingegno. Milan, Inter e Juventus sanno già qual è l’elemento indispensabile: un difensore per i rossoneri, un centrocampista per la squadra di Conte, una punta da regalare a Pirlo. Non c’è margine per gli errori, la ripresa è alle porte, i bianconeri sono tornati al lavoro ieri, Milan e Inter lo faranno oggi.

          La squadra di Pioli è in testa, forse a sorpresa, ma è la più equilibrata, con il secondo attacco e la terza difesa del campionato. Proprio il reparto arretrato va completato e il giocatore giusto potrebbe essere Simakan, 20enne difensore centrale francese dello Strasburgo, bravo in marcatura e nell’anticipo, all’occorrenza utilizzabile anche in fascia destra e con una stazza non indifferente: 192 centimetri. «Hanno bisogno di un difensore così perché sono un po’ cotti e un po’ corti: giocano spesso gli stessi», spiega l’ex rossonero Massimo Oddo, campione del Mondo 2006. «Dietro necessitano di cambi di peso per Kjaer e Romagnoli. Simakan non lo conosco nel dettaglio, può essere però un’alternativa giusta per età e prospettiva». Il francese risponde a tutti i parametri della linea societaria, è giovane, di talento. Non un investimento leggero, perché 18 milioni non sono pochi. Oddo però è sicuro: «Il Milan può giocarsi lo scudetto. La testa nel calcio di oggi decide l’80 per cento delle situazioni. Le altre hanno magari valori superiori, il Milan ha l’entusiasmo, l’ambiente giusto e una linea comune tra società e squadra. Non ci sono quegli screzi in spogliatoio che tanto pesano in un campionato». Al Milan non serve solo un difensore, ma anche una punta.


          L’Inter di Conte insegue a un solo punto di distanza, ha infilato sette vittorie consecutive e martedì è in programma un incontro tra tecnico e dirigenza per definire le strategie, sarà collegato anche dalla Cina il presidente Steven Zhang. I nerazzurri devono chiudere un mercato a saldo zero, quindi far fruttare la cessione di Eriksen. Un interessamento del Psg c’è stato e l’ipotesi di uno scambio con Paredes regge. «In tutta sincerità Paredes, visto il centrocampo dell’Inter, non mi sembra una priorità, certo completerebbe una base già solida e darebbe più scelta. Ora gioca l’Inter con un baricentro più basso, Paredes lì nel mezzo aumenterebbe la qualità, aiutando il giro palla, a volte troppo lento. Il giocatore può tornare utile, alternarsi con Brozovic e non costringere Conte a schierare Barella o Vidal davanti alla difesa. L’Inter è forte ma un po’ cupa, manca di estro, ha bisogno della mente libera e di poter rischiare. Per questo vedrei molto bene Gervinho, andrebbe a sbloccare certe situazioni», sottolinea Aldo Serena. L’ex nerazzurro è convinto che l’Inter sia «nei singoli più forte del Milan e costruita per lo scudetto, mentre la Juve è un progetto più a lungo termine, con giovani di gran qualità come Chiesa e Kulusevski».

          I Campioni d’Italia sono a caccia di una punta. Milik era nel mirino già l’estate passata. «Se scelgono lui o Giroud è per avere un’alternativa a Morata. In generale la Juve è più attrezzata di Inter e Milan per lo scudetto, è anche più abituata a stare lì. Milik può essere un giocatore utile, quando non c’è Morata, peraltro Ronaldo non ama fare il centravanti. L’Inter però ha Conte, uno abituato a ottenere risultati in club che non vincevano da tempo. Il Milan come organico è sotto, ma a me è capitato di vincere in squadre con rose meno forti, i rossoneri in fondo possono arrivarci eccome», sentenzia l’ex juventino Ciro Ferrara. A tutte serve qualcosa, vitale non sparare a salve i pochi colpi mercato.

          CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Messi e il Barcellona, fine di un amore: «Non so se resto, mi tentano gli Usa»

            Un’intervista televisiva della stella blaugrana apre il rebus sul futuro del fuoriclasse argentino, che non esclude un’esperienza di vita all’estero

            Il caso Leo Messi è già un bel rebus da risolvere. «Non so se andrò via o resterò al Barcellona, aspetterò che la stagione finisca. Al momento non ho niente di chiaro in testa» ha raccontato la stella del Barcellona all’emittente La Sexta, lasciando intendere che il futuro del sei volte Pallone d’Oro è tutto da scrivere.

            Forse Leo attende il risultato delle elezioni presidenziali del Barça («Non ne parlo, già si dice che nel club comando io, figurati cosa direbbero se mi schierassi a favore di un candidato...»), per le quali sembrava volesse candidarsi il suo compagno di squadra e amico Gerard Piquè. Di sicuro, i nodi su cosa avverrà la prossima estate di calciomercato non sono stati ancora sciolti.

            Meglio, quindi, concentrarsi sul presente: «L’importante ora è pensare alla squadra — ha sottolineato Leo, a cui il club ha concesso dei giorni di riposo extra per problemi a una caviglia —, e a fare bene nei prossimi sei mesi per chiudere bene la stagione, provando a raggiungere nuovi trofei senza farmi distrarre da nulla». Nel frattempo le voci di mercato non cesseranno, ma è meglio non farci caso, senza dar retta a chi parla di Psg o Manchester City.


            «So che ci sono molte persone del Barcellona che ancora mi amano, che vogliono che continui qui. So anche che ci sono altre persone che hanno cambiato idea dopo quello che è successo. Ma farò ciò che è meglio per il club e per me. Non so se me ne andrò, ma se lo facessi, vorrei andarmene nel miglior modo possibile e poter tornare nel club in futuro. Il Barcellona è molto più grande di qualsiasi giocatore».

            L’eventuale ritorno al Barca dell’amico Neymar potrebbe indurlo a rimanere? «Sarà difficile portare giocatori — ha risposto Messi —, perché non ci sono soldi. Ci sono certi giocatori che devi pagare tanto, e credo che Neymar sia molto costoso: come si paga il suo cartellino al Psg? Sarà una situazione difficile per il nuovo presidente». Ma una promessa la stella argentina degli spagnoli si sente di farla: «Di certo non andrei mai né al Real Madrid né all’Atletico». Poi c’è un’ammissione: «Ho sempre detto che ho il desiderio di fare un’esperienza, di vita e non solo di calcio, negli Stati Uniti, di giocare in quella lega (la Mls n.d.r.), ma non so se accadrà o quando, se ora o in futuro». All’Adidas, che è sponsor personale di Messi e veste tutte le squadre della Mls un affare del genere non dispiacerebbe affatto. E dopo la fine della carriera sul campo, che Messi si vedrà? «Non ci ho pensato — è stata la risposta —, però mi piacerebbe fare qualcosa legato al calcio. Non mi vedo come un allenatore, forse come un direttore sportivo».

            Nell’intervista televisiva c’è spazio anche per il Messi fuori dal calcio: quali sono i suoi orientamenti politici? Si sente un uomo più di destra o di sinistra? «Credetemi, non mi piace parlare di politica, così come non mi piace fare commenti su questa pandemia. Cerco di ascoltare tutto ciò che si dice e di trarne degli insegnamenti. E ne parlo solo con alcune persone a me molto vicine. E poi la politica è diventata qualcosa di molto particolare per tanta gente. Più che dei partiti, sembrano dei club di calcio, tante persone diventano fanatiche e uno non può dire una cosa che subito deve litigare con qualcun altro, e ci sono discussioni a non finire. Qui e in Argentina è la stessa cosa: se ti schieri da una parte, poi devi batterti alla morte con altri. Mai io non la vedo così, voglio semplicemente il meglio per il mio paese». Sposato con il Barça fino alla fine della stagione, insomma, poi si aprirà la caccia a Messi.


            CorSera
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              Il Frosinone e i 14 positivi al Covid: «Non abbiamo chiesto l’intervento dell’Asl, ma serve un nuovo protocollo»

              Obbligati a giocare contro il Pordenone perché le positività non sono arrivate 48 ore prima della gara, chiedono il rinvio di quella col Pisa. «Giusto non chiamare le Asl»

              Nell’era del Covid allenatori, dirigenti e medici somigliano sempre più a giocatori di carte: quando caliamo il jolly? Ma il calcio non è una bisca e la salute non è un piatto ricco da arraffare, così la gestione dei focolai di coronavirus è diventata un percorso a ostacoli tra regole, rischi, malizie, paradossi. Quello che sta succedendo al Frosinone di Nesta, e anche ad altre squadre di B, spiega quanto sia complicata la situazione.

              Domenica il Frosinone ha pareggiato con il Pordenone una partita quasi eroica, avendo undici giocatori in campo e tre in panchina (ma due erano portieri). Gli altri? Tredici fuori causa per Covid, quattro per infortunio e a un certo punto si è rotto pure Ciano. Il regolamento consente di giocare il famoso jolly, ottenendo il rinvio solo per una volta, a chi ha almeno 9 positivi, eppure il Frosinone non lo ha fatto rimandando questa richiesta alla gara di mercoledì a Pisa (che infatti non sarà disputata). Una scelta? Non proprio. Denuncia il presidente Stirpe: «Le regole prevedono che i positivi debbano essere individuati entro 48 ore dalla partita, noi invece ne abbiamo riscontrati molti il giorno precedente la gara. Anche se avessimo voluto, non avremmo potuto spostare l’incontro con il Pordenone. Ma che senso ha questo limite temporale? Abbiamo rischiato di non poter fare nulla. Il protocollo è stato preparato mesi fa: adesso si dovrebbe prendere atto che deve essere aggiornato».


              Il Frosinone in realtà avrebbe avuto un’altra via d’uscita, chiamando in causa la Asl, la quale avrebbe potuto prendere atto dell’esistenza di un cluster. Una situazione, quella dell’intervento dell’autorità sanitaria, che è stata al centro delle polemiche per il caso di Juve-Napoli ma che ha riguardato anche altre società, ad esempio il Palermo. «Non abbiamo voluto coinvolgere la Asl perché siamo per il rispetto delle regole e ritengo che il calcio e la Figc abbiano gli strumenti per evitare interferenze, basta volerlo», dice Stirpe.

              Fa riflettere anche l’effetto domino. Il Frosinone martedì 22 ha incontrato il Cittadella, che tre giorni prima era sceso in campo contro la Reggina dopo che, nell’imminenza della gara, erano state riscontrate tre positività al Covid nel gruppo squadra. «Non so se ci sia un nesso tra i contagiati del Cittadella e i nostri, penso di no» spiega Stirpe. Fatto sta che lo stesso club veneto ha chiesto e ottenuto il rinvio della gara di domenica scorsa contro il Chievo — riecco il jolly estratto dalla manica — per i casi di coronavirus.

              A Pordenone, colpito finora da una sola positività da inizio stagione, assicurano di non avere eccessiva ansia per il recente incrocio con il Frosinone. In attesa dei tamponi.



              CorSera
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                      Gazzetta

                      chiamatemi vecchio......arcaico..........superato
                      ma a me l'idea di un ragazzino di 19 anni appena venuto fuori dalle giovanili che dopo 9 buone presenze in serie A già pianta un casino per svincolarsi a 0 per andare alla Juve fa una tristezza infinita

                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Messi e il Barcellona, fine di un amore: «Non so se resto, mi tentano gli Usa»

                      Un’intervista televisiva della stella blaugrana apre il rebus sul futuro del fuoriclasse argentino, che non esclude un’esperienza di vita all’estero

                      Il caso Leo Messi è già un bel rebus da risolvere. «Non so se andrò via o resterò al Barcellona, aspetterò che la stagione finisca. Al momento non ho niente di chiaro in testa» ha raccontato la stella del Barcellona all’emittente La Sexta, lasciando intendere che il futuro del sei volte Pallone d’Oro è tutto da scrivere.

                      Forse Leo attende il risultato delle elezioni presidenziali del Barça («Non ne parlo, già si dice che nel club comando io, figurati cosa direbbero se mi schierassi a favore di un candidato...»), per le quali sembrava volesse candidarsi il suo compagno di squadra e amico Gerard Piquè. Di sicuro, i nodi su cosa avverrà la prossima estate di calciomercato non sono stati ancora sciolti.

                      Meglio, quindi, concentrarsi sul presente: «L’importante ora è pensare alla squadra — ha sottolineato Leo, a cui il club ha concesso dei giorni di riposo extra per problemi a una caviglia —, e a fare bene nei prossimi sei mesi per chiudere bene la stagione, provando a raggiungere nuovi trofei senza farmi distrarre da nulla». Nel frattempo le voci di mercato non cesseranno, ma è meglio non farci caso, senza dar retta a chi parla di Psg o Manchester City.


                      «So che ci sono molte persone del Barcellona che ancora mi amano, che vogliono che continui qui. So anche che ci sono altre persone che hanno cambiato idea dopo quello che è successo. Ma farò ciò che è meglio per il club e per me. Non so se me ne andrò, ma se lo facessi, vorrei andarmene nel miglior modo possibile e poter tornare nel club in futuro. Il Barcellona è molto più grande di qualsiasi giocatore».

                      L’eventuale ritorno al Barca dell’amico Neymar potrebbe indurlo a rimanere? «Sarà difficile portare giocatori — ha risposto Messi —, perché non ci sono soldi. Ci sono certi giocatori che devi pagare tanto, e credo che Neymar sia molto costoso: come si paga il suo cartellino al Psg? Sarà una situazione difficile per il nuovo presidente». Ma una promessa la stella argentina degli spagnoli si sente di farla: «Di certo non andrei mai né al Real Madrid né all’Atletico». Poi c’è un’ammissione: «Ho sempre detto che ho il desiderio di fare un’esperienza, di vita e non solo di calcio, negli Stati Uniti, di giocare in quella lega (la Mls n.d.r.), ma non so se accadrà o quando, se ora o in futuro». All’Adidas, che è sponsor personale di Messi e veste tutte le squadre della Mls un affare del genere non dispiacerebbe affatto. E dopo la fine della carriera sul campo, che Messi si vedrà? «Non ci ho pensato — è stata la risposta —, però mi piacerebbe fare qualcosa legato al calcio. Non mi vedo come un allenatore, forse come un direttore sportivo».

                      Nell’intervista televisiva c’è spazio anche per il Messi fuori dal calcio: quali sono i suoi orientamenti politici? Si sente un uomo più di destra o di sinistra? «Credetemi, non mi piace parlare di politica, così come non mi piace fare commenti su questa pandemia. Cerco di ascoltare tutto ciò che si dice e di trarne degli insegnamenti. E ne parlo solo con alcune persone a me molto vicine. E poi la politica è diventata qualcosa di molto particolare per tanta gente. Più che dei partiti, sembrano dei club di calcio, tante persone diventano fanatiche e uno non può dire una cosa che subito deve litigare con qualcun altro, e ci sono discussioni a non finire. Qui e in Argentina è la stessa cosa: se ti schieri da una parte, poi devi batterti alla morte con altri. Mai io non la vedo così, voglio semplicemente il meglio per il mio paese». Sposato con il Barça fino alla fine della stagione, insomma, poi si aprirà la caccia a Messi.


                      CorSera

                      impietoso confronti tra i maxicoglioni di ronaldo che a 33 anni ha accettato un altra avventura difficile e stimolante alla juve e messi che vuole scappare negli USA
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




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                      • sylvester
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                        infatti ha mandato*ogni mattina a Galliani*la foto del display della bilancia*per certificare i progressi sulla riduzione della massa grassa: "Mi sembra molto motivato, è arrivato con le migliori intenzioni e ora dipende solo da lui" commenta l'ex dirigente del Milan....


                        Vediamo se indovinato di chi si stia parlando...









                        "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                        Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                        vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                        (L. Pirandello)

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                        • Fabi Stone
                          Bodyweb Senior
                          • Jan 2015
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                          Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
                          infatti ha mandato*ogni mattina a Galliani*la foto del display della bilancia*per certificare i progressi sulla riduzione della massa grassa: "Mi sembra molto motivato, è arrivato con le migliori intenzioni e ora dipende solo da lui" commenta l'ex dirigente del Milan....


                          Vediamo se indovinato di chi si stia parlando...
                          Sarà quer deficiente...

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                          • Liam & Me
                            Bad Blake
                            • Dec 2006
                            • 5562
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                            • high as a kite
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                            Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                            Sarà quer deficiente...
                            B & B with a little weed










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                            • robybaggio10
                              Bodyweb Senior
                              • Dec 2011
                              • 15817
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                              • Franciacorta
                              • Send PM

                              Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggio
                              impietoso confronti tra i maxicoglioni di ronaldo che a 33 anni ha accettato un altra avventura difficile e stimolante alla juve e messi che vuole scappare negli USA
                              E tu ci credi? E' una provocazione.
                              Messi, se non rimane al Barcellona, va al City...e potrebbe firmare 5 anni con il gruppo City, che ha pure una squadra nella MLS.
                              I SUOI goals:
                              -Serie A: 189
                              -Serie B: 6
                              -Super League: 5
                              -Coppa Italia: 13
                              -Chinese FA Cup: 1
                              -Coppa UEFA: 5
                              -Champions League: 13
                              -Nazionale Under 21: 19
                              -Nazionale: 19
                              TOTALE: 270

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                              • marcu9
                                Bodyweb Advanced
                                • May 2009
                                • 42089
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                                Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                                E tu ci credi? E' una provocazione.
                                Messi, se non rimane al Barcellona, va al City...e potrebbe firmare 5 anni con il gruppo City, che ha pure una squadra nella MLS.
                                Bhè non sarà così ma potrebbe benissimo essere invece.
                                Calcisticamente parlando non è certo uno con le palle di Ronaldo e la sua competitività alla ricerca di nuove sfide e quant'altro.

                                Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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