Se il Torino perde Giampaolo salta.
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da ottantino Visualizza MessaggioNon la penso assolutamente con chi dice che Gattuso abbia ragione. Gattuso quelle cose non le devo giustificare e non le deve far passare per normali, poi non ci lamentiamo se i ragazzi che crescono oggi sono delle teste di fava irrispettose. Ma come si fa a dire che si può mandare a cagare l arbitro? io lo deferirei.
Lo ha detto in un momento di rabbia e nervosismo.
Secondo me non è stato capito..
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Maurizio Pistocchi
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Rom-Tor 2:0 Indecente la doppia ammonizione a Singo dopo 14’ per un normale fallo di gioco, vergognoso il rigore per un contatto inesistente Dzeko / Bremer. Abisso concede il rigore, il Var Di Bello non lo chiama alla on-field review. il calcio è finito.
Rispetto per il Toro ��
Last edited by ottantino; 18-12-2020, 00:26:33.Winners are simply willing to do what losers won't.
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Il torino di cairo deve sprofondare, ora però sono curioso di vedere cosa scriverà la gds domani dato che sono tutti romanisti dal direttore ai chiamiamoli giornalisti che ci scrivono.Winners are simply willing to do what losers won't.
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La Roma batte il Torino, aggancia la Juve e si trova in zona scudetto. Dopo quasi un terzo di campionato ancora non siamo riusciti a distinguere nulla, dal Milan al Sassuolo la lotta per lo scudetto è una melassa con 6 squadre in 5 punti. Da questo momento in poi tutto può succedere. La squadra di Fonseca dopo la batosta contro il Napoli decolla con le due facili vittorie contro Bologna e Torino. La partita contro i granata spianata però da un’espulsione esagerata e ingiusta di Singo nel primo tempo. La squadra di Giampaolo è già molto oltre la crisi: ottava sconfitta e ultimo posto in classifica insieme al Crotone.A questo punto diventa sempre più scontato il più classico e banale dei luoghi comuni: riuscirà il povero Giampaolo a mangiare il panettone già scartato?
Sei squadre in cinque punti. Milan 28, Inter 27, Juventus e Roma 24, Sassuolo e Napoli 23 (con -1 di penalizzazione). Praticamente abbiamo giocato un terzo di campionato senza riuscire a distinguere nulla. Oggi non c’è nessuna squadra su cui si possa fare davvero affidamento, abbiamo delle fotografie momentanee, ma nella sostanza non c’è grande differenza tra il Milan e il Napoli, tra l’ Inter e la Juventus, e il Sassuolo può davvero ancora diventare l’ Atalanta di un anno fa. Possiamo giusto dire che la Juventus ha rallentato molto il passo, che il Milan lo ha accelerato, che la Lazio si è un po’ perduta, e tutto concorre col formare questa melassa di alta classifica che domani o dopodomani potrebbe prendere chissà quale forma.
La vittoria della Roma sul Torino concorre a compattare il gruppo delle solite note lassù in alto. La Roma è tradizionalmente una delle candidate al “bel gioco” e allo “spettacolo”, nonostante Dzeko, Mkhitaryan, Pellegrini, Smalling, si porta appiccicata addosso l’etichetta di squadra piaciona e fragile di carattere. E il carattere fin troppo signorile ed educato del suo allenatore, Paulo Fonseca, accentua ulteriormente il pregiudizio. Le facili goleade contro Bologna e Torino possono ulteriormente esaltare molto il lato edonistico del club dei Friedkin, sempre presenti in tribuna a sorvegliare la crescita e l’educazione della creatura che hanno adottato.
Resto convinto che una certa scellerataggine del Bologna abbia molto facilitato la prima impresa, mentre la condizione disperata del Torino ha spianato la seconda. E siccome quando deve piovere finisce che grandina il già povero e malridotto Toro ha pagato pure il sovrapprezzo con l’espulsione ingenerosa per doppia ammonizione di Singo al 14′ del primo tempo (il Torino ha protestato duramente alla fine) e un rigore altrettanto altrettanto ingeneroso per fallo di Bremer su Dzeko. Alla fine la Roma è da considerare nel giro scudetto, il Torino invece, bastonato un po’ da tutti, arbitri compresi, è sconsolatamente ultimo in classifica col Crotone. Visto che ormai al Natale ci siamo quasi arrivati scontata, banale ma implacabile la considerazione finale: il povero Giampaolo lo mangerà quel panettone già scartato?
SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 12 Martedì 15 dicembre 2020 Udinese-Crotone 0-0 Benevento - Lazio 1-1 (25' Immobile L, 45' Schiattarella B) Mercoledì 16 dicembre 2020 Juventus-Atalanta 1-1 (29' Chiesa J, 57' Freuler A) Fiorentina-Sassuolo 1-1 (13' Traoré S, 35' Vlahovic rig F) Genoa-Milan 2-2 (47' Destro G, 52' Calabria M, 60' Destro G, 83' Kalulu M) Verona-Sampdoria 1-2 (41' Ekdal S, 54' Verre S, 70' Zaccagni rig V) Inter-Napoli 1-0 (73' Lukaku rig I) Parma-Cagliari Spezia - Bologna 2-2 (19' Nzola S, 63' Nzola S, 72' Dominguez B, 90'+2' Barrow B) Giovedì 17 dicembre 2020 Roma - Torino 3-1 (27' Mkhitaryan R, 43' Veretout rig. R, 68' Pellegrini R, 73' Belotti R) *** Sei squadre in cinque punti. Milan 28, Inter 27, Juventus e Roma 24, Sassuolo e Napoli 23 (con -1 di penalizzazione). Praticamente abbiamo giocato un terzo di campionato senza riuscire a distinguere nulla. Oggi non c'è nessuna squadra su cui si possa fare davvero affidamento, abbiamo delle fotografie momentanee, ma nella...ma di noi
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C'è anche la Roma nella lotta per lo scudetto
La partita dell'Olimpico è stata condizionata dall'espulsione del giocatore del Torino Singo: esagerata, e questo conferma come il Var alteri la verità del campo. La Roma ha vinto senza problemi. Il Torino vive un momento di grossa difficoltà e Giampaolo ha giustamente operato una rivoluzione che nei primi minuti è sembrata funzionare. Ma dieci contro undici è stato impossibile, dal momento dell'espulsione la gara è stata senz'anima. La Roma mi sembra comunque abbia le possibilità di poter stare nella lotta scudetto: non penso sia meno forte di altre squadre, anche se paradossalmente le qualità tecniche importanti rischiano di diventare controproducenti. Quindi concretezza ed evitare giocate inutili.
Un salto indietro alle partite del giorno prima, piene di fatti strani. Conte che ammette che l'Inter non meritava di battere il Napoli, Ronaldo che sbaglia un rigore, Morata che a porta vuota cerca un colpo di tacco e lo sbaglia pure. Non è poi da Insigne lasciarsi andare in quel modo. L'arbitro deve interpretare il momento, ma certo la parolaccia a spalti vuoti è un errore che non si deve commettere. In testa resta il Milan: penso che con Parma e Genoa siano punti guadagnati, però ora per la squadra di Pioli iniziano le difficoltà. Tutti sono consci infatti di trovarsi di fronte una grande e danno il massimo.
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Ibrahimovic, Ronaldo, Lukaku: è lo scudetto dei bomber
Dieci gol a testa, dividono il 1° posto dei marcatori e guidano il podio della Serie A: Zlatan ha portato 11 punti al Milan, che da quando lo ha perso stenta. Romelu l'apriscatole dell'Inter. Ma nessuno incide sulla squadra quanto CR7
Tre squadre, tre uomini. Che stanno trasformando il campionato più equilibrato degli ultimi dieci anni in una questione personale. Basta guardare la classifica per farsene un'idea. Milan, Inter, Juventus: questo il podio della Serie A dopo dodici turni e 1080 minuti netti. Tutte perfettamente identificabili con l'immagine di un singolo giocatore: Zlatan Ibrahimovic, Romelu Lukaku, Cristiano Ronaldo.
Ibra, dieci gol per undici punti
Dieci gol a testa, il primato nella classifica dei marcatori condiviso, una capacità mostruosa di incidere sul destino della loro squadra. Era da prima di Calciopoli che la corsa scudetto non finisce per risolversi in una corsa a tre tra Milan, Inter e Juventus: se quest'anno saranno davvero loro a sfidarsi fino alla fine per il titolo, è forse perché sono le uniche a poter contare su un fuoriclasse decisamente al di sopra della media. Che la corsa in testa del Milan sia fortemente legata alla forma di Zlatan è evidente: da quando Ibra s'è dovuto fermare per la lesione al bicipite femorale la squadra di Pioli ha stracciato la Fiorentina, rischiato con la Samp e infilato poi due pareggi consecutivi per 2-2 con Parma e Genoa, sempre finendo sotto e rimontando. E due partite di fila senza vincere da quelle parti mancavano da prima del lockdown. I suoi 10 gol, Ibrahimovic li ha concentrati in appena sei partite, in cui ha infilato 4 doppiette, e hanno portato 11 punti. Nemmeno un gol inutile: non c'è una volta che il Milan avrebbe vinto (o pareggiato). Contro il Sassuolo dovrebbe tornare: Pioli non vede l'ora.
L'apriscatole Lukaku
Dietro il Milan, l'Inter. Che ha vinto il braccio di ferro per il secondo posto col Napoli con un rigore di Lukaku. Che ha una capacità particolare: quella di rompere l'equilibrio delle partite: lo aveva già fatto contro Bologna, Genoa e Benevento. Un apriscatole per l'Inter, che con i suoi gol è passata dall'1-2 al 3-2 contro il Torino. Il suo terreno di caccia è San Siro, dove ha segnato 6 dei 10 gol realizzati.
Firmato Cristiano il 42% dei gol Juve
Al contrario, Cristiano Ronaldo vola lontano dallo Stadium: 7 gol su 10 li ha segnati in trasferta. La cifra che dà l'idea dell'importanza di CR7 nella Juventus è però un'altra: perché i 10 gol di Cristiano rappresentano quasi il 42% dell'intera produzione realizzativa della squadra di Pirlo. Nessuno, tranne Belotti per il Torino, incide tanto sui destini della propria squadra. Certo, il numero 7 bianconero è anche il giocatore che ha segnato 4 rigori, più di chiunque altro in tutta la Serie A. In realtà ne ha tirato uno in più: quello parato da Gollini mercoledì sera. Che ha permesso al triumvirato di condividere, almeno fino al weekend, la pole position del gol.
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Gattuso e la difesa al 'vaffa' di Insigne. Bergonzi: "Espulsione sacrosanta". Serena: "Senza pubblico l'arbitro sente tutto"
Le parole del tecnico dopo il rosso al capitano del Napoli ("solo in Italia si mandano fuori i giocatori perché mandano a cagare un arbitro dopo un rigore dubbio") hanno aperto il dibattito su un argomento che più in generale coinvolge potenzialmente ogni calciatore su qualsiasi campo di calcio
La sconfitta del Napoli a Milano con l'Inter ha sollevato una questione quasi filosofica. È stato il tecnico azzurro Gattuso, uno che in campo non le mandava certo a dire, a aprire il dibattito su un argomento che nella fattispecie riguardava Insigne e la sua espulsione, ma che più in generale coinvolge potenzialmente ogni calciatore su qualsiasi campo di calcio e ovviamente gli arbitri, tutti, dalla Serie A all'Eccellenza.
"Solo in Italia si mandano fuori i giocatori perché mandano a cagare un arbitro dopo un rigore dubbio", la polemica di Gattuso. Insomma, per lui l'espulsione era ingiustificata, nonostante l'espressione non proprio oxfordiana del capitano del Napoli. Non è però d'accordo Mauro Bergonzi, che ha arbitrato in Serie A dal 2003 al 2014: "Provo a girare la questione: cosa avremmo detto se non lo avesse espulso? L'arbitro avrebbe perso autorevolezza, avrebbe permesso a tutti i ventidue in campo di mandarlo a quel paese a ogni fischio", il pensiero dell'ex arbitro. Che aggiunge. "In campo qualche "vaffa" ci può stare, magari in un momento di tensione. Da una parte e dall'altra, perché se un giocatore ti ci manda puoi anche rispondergli. Ma ci sono momenti e momenti. A gioco fermo, se uno ti ci manda così, in faccia, l'unica cosa che puoi fare è mandarlo via".
Lo dice anche conoscendo il tecnico del Napoli, che da calciatore ha diretto più volte: "Gattuso era molto leale, quello che doveva dirti te lo diceva, c'era un bel rapporto, franco, diretto, da gente che vive il calcio con passione, anche con qualche momento di tensione agonistica. Ma se avesse voluto dirmi una cosa del genere lo avrebbe fatto a fine partita, in un altro contesto". Eppure a Bergonzi di cacciare qualcuno come ha fatto Massa con Insigne non è successo: "No, a mia memoria mai. Ma io prediligevo molto il dialogo".
Ma c'è anche chi invita i giocatori alla prudenza: "Il problema sono gli stadi vuoti", secondo Aldo Serena, fra gli anni Settanta e Novanta centravanti delle quattro squadre di Milano e Torino. Di partite ad alta tensione in grandi stadi ne ha giocate centinaia. "Quando giocavo mi è capitato di essere chiamato a testimoniare in commissione disciplinare su presunti insulti di alcuni giocatori all'arbitro in un Inter-Sampdoria - racconta - la verità è che, nel vociare del pubblico, dal campo non avevo sentito nulla". Il punto per Serena è proprio quello: il pubblico. "Nel silenzio degli stadi vuoti, per gli arbitri è molto più semplice distinguere chiaramente insulti e imprecazioni. I giocatori dovrebbero stare ancora più attenti, è un fatto di sensibilità. Nei primi minuti di partita di solito si capisce com'è disposto un arbitro, se è pronto a tollerare qualche parola di troppo detta nella concitazione del momento o se invece è inflessibile, o addirittura nervoso. Sono cose che un calciatore d'esperienza percepisce. Vale per le parole come per i falli. Ai primi due o tre fischi, capisci quanto sarà concesso giocar duro".
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Milan, Donnarumma salva il Diavolo: Ibra scalpita per tornare in campo
I rossoneri si affidano al portiere, torna attuale il tema del suo ingaggio. Lo svedese potrebbe essere in panchina con il Sassuolo
Mani grandi, mani senza fine. Mani senza le quali il Milan di certo oggi non avrebbe quel punticino in più che ancora gli consente di restare davanti a tutti. Gigio Donnarumma è un campione, questo già si sapeva, ma in forma come adesso non lo è stato mai. E mercoledì notte, a Marassi contro il Genoa, con quel volo strepitoso a levare la palla dall’incrocio sulla girata di Scamacca, lo ha dimostrato una volta di più. Una parata da fenomeno che ha cristallizzato il pareggio, consentendo al Diavolo di allungare a 24 partite la sua striscia show di risultati utili consecutivi, nonostante la notte storta e stanca di molti dei piccoli diavoli.
Il leader
«Ormai è un leader» ha detto di lui Stefano Pioli. Opinione condivisa tanto dentro allo spogliatoio di Milanello quanto ai piani alti di Casa Milan, dove il dossier del rinnovo del portiere è un tema caldissimo. Il contratto scade a giugno, ma il ragazzo vuole restare. E lo ha detto chiaro anche al suo agente Raiola. Ecco perché da dentro Casa Milan non filtra più quell’ansia da firma che invece si percepiva fino a qualche mese fa.
Nodo ingaggio
Resta il nodo ingaggio, non semplice da sciogliere, ma un’intesa si troverà. Oggi Donnarumma guadagna 6 milioni di euro netti, si potrebbe chiudere a 7. Con Maldini si sta discutendo l’inserimento di una clausola rescissoria: la vorrebbe Raiola in caso di mancata Champions, ma il d.t. non è d’accordo. Questioni per niente secondarie, ma siamo in dirittura d’arrivo. Più complessa sarà invece la trattativa con Calhanoglu, che chiede un aumento da 3 a 5 milioni: il Milan non andrà oltre i 3,5-4. Anche l’altra sera Hakan è stato fra i migliori.
La fatica
Chi invece a Genova ha faticato tremendamente è stato Rebic: una volta di più ha dimostrato di non avere i movimenti del centravanti. Come Leao, al quale ieri lo Sporting Lisbona ha pignorato beni per 35 mila euro, per via del contenzioso sul suo svincolo unilaterale del 2018. A gennaio servirebbe un vice Ibra, il tema è noto, fin qui Maldini ha più volte ribadito che non arriverà, ma negli ultimi giorni la questione è stata affrontata: se ne riparlerà. Papu Gomez? Ipotesi suggestiva, ma improbabile. Piace, ma per età e costi non viene considerato adatto. Innanzi tutto perché è un trequartista-seconda punta. E lì il Milan è coperto.
Il ritorno di Ibra
Intanto si cerca di portare Zlatan almeno in panchina domenica col Sassuolo, nella penultima gara del 2020 prima di quella del 23 a San Siro con la Lazio: sarà una corsa contro il tempo per riavere il capotribù in un momento chiave della stagione, con l’Inter che fa sentire il fiato sul collo. Lui vuole esserci a tutti i costi. Non ce la farà invece Kjaer, mentre la buona notizia riguarda Theo, che sarà al suo posto. Il Milan è in difficoltà, senza i suoi leader tutto diventa maledettamente più difficile, i due pareggi consecutivi lo dimostrano. L’obiettivo non è lo scudetto, non lo era e non lo sarà, ma in queste settimane in paradiso il Diavolo s’è trovato bene. Ecco perché non intende scendere tanto velocemente.
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Napoli, tegola per Gattuso: Mertens fuori un mese e mezzo
Distorsione di primo/secondo grado alla caviglia sinistra con interessamento del comparto mediale per il belga, tornerà a fine gennaio. Emergenza in attacco per il tecnico
La brutta notizia è arrivata poco dopo le 16. Il 2020 di Dries Mertens finisce in anticipo. Il belga starà fuori un mese e mezzo dopo l'infortunio rimediato nel corso del primo tempo della sfida di ieri con l'Inter. Il comunicato del Napoli parla di "trauma distorsivo di primo/secondo grado alla caviglia sinistra con interessamento del comparto mediale" e di condizioni che "saranno rivalutate tra 3 settimane". L'attaccante, che ha già iniziato la riabilitazione che proseguirà in Belgio durante il periodo natalizio, tornerà a disposizione di Gattuso a fine gennaio.
Ora la priorità per il Napoli è voltare subito pagina dopo la beffarda e immeritata sconfitta subita contro l'Inter a San Siro. Digerirla per gli azzurri non sarà facile, anche perché al bilancio negativo della trasferta milanese bisogna aggiungere, oltre all'infortunio di Mertens, anche la squalifica in arrivo per Insigne. Il capitano rischia due giornate di stop, per il suo insulto all'arbitro Massa dopo il rigore decisivo concesso ai nerazzurri. A fine gara l'attaccante della Nazionale si è scusato e chiarito negli spogliatoi con il direttore di gara, mercoledì sera, ma il "rosso" diretto gli farà saltare automaticamente la sfida di domenica sera all'Olimpico contro la Lazio e quasi certamente quella del 23 dicembre contro il Torino, l'ultima del 2020.
Gattuso dovrà dunque fare i conti pure con la grave emergenza in attacco, con Osimhen a sua volta indisponibile per i postumi della lussazione subita alla spalla. Ringhio però non vuole che i suoi giocatori si piangano addosso e per questo nel pomeriggio ha dato appuntamento a tutti gli arruolabili per riprendere immediatamente la preparazione al Training Center di Castel Volturno, ripartendo dal bicchiere mezzo pieno per la prestazione comunque molto positiva della squadra, durante 90' in cui è mancato a Koulibaly e compagni solo il risultato. Complice un bel po' di sfortuna.
Sta di fatto che continua a esserci una discrepanza tra i risultati e la qualità del gioco mostrata finora dal Napoli: già penalizzato dal 3-0 a tavolino contro la Juve e dal -1 in classifica. Sui social monta la protesta dei tifosi contro gli arbitri, visto che già nelle partite precedenti c'erano stati degli episodi contestati. Gli azzurri sono l'unica squadra di vertice a cui finora non è stato concesso nemmeno un calcio di rigore. Ma Gattuso - dopo aver a sua volta accusato Massa a San Siro - non vuole concedere alibi ai suoi giocatori e li richiamerà subito alla massima concentrazione, in vista della Lazio. Il ko non deve infatti cancellare la buona prova contro l'Inter e la profondità di Ringhio permetterà a Ringhio di limitare i danni per l'emergenza in attacco: con la promozione di Politano e Petagna tra i titolari e lo spostamento di Lozano sulla sinistra. All'Olimpico potrebbero esserci inoltre novità pure negli altri reparti, con Hysaj, Maksimovic e Fabian in preallarme per il turn over. Serve l'aiuto di tutti per non pagare dazio alle assenze di Insigne e Mertens.
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Gli arbitri più che ai "vaffa" dovrebbero fare attenzione ad applicare bene e con senso il regolamento, perchè da quando c'è il Var sono in totale confusione, divisi tra l'attenzione e la rilettura degli episodi al video e l'istinto, la prima impressione del campo e la volontà di essere comunque giudice unico e di non dirsi da solo di aver sbagliato...e quindi si crea spesso e volentieri l'errore e manca poi completamente l'uniformità.
Quest'anno si è partiti malissimo complice poi una classe arbitrale senza una alta media qualitativa, con arbitri che dovrebbero stare in B e stanno in A per mancanza di meglio.
Il campionato a dicembre non ha mai espresso un dominus, per questo è così liquido ed indecifrabile. Mai come quest'anno sarà dunque decisivo il girone di ritorno, quando anche in cima la classifica si sgranerà e avremo quel paio di squadre che a primavera si giocheranno il titolo che non avrà grossi distacchi - sarà un campionato che si deciderà alla fine.
Le squadre in corsa sono tante, si sta posizionando anche la Roma che era data, dai soliti Esperti, nemmeno in champions...quando invece è proprio l'aver cambiato poco che le permette di avere una identità che viene anche dalla tranquillità di Fonseca.
Il Napoli è invece già a 4 sconfitte (una a tavolino): nell'era dei 3 punti mai ha vinto il campionato chi è andato oltre alle 5 partite perse. Gioca bene ma ne ha perse troppe. E' pure vero che le tante partite che restano permettono di diluire il senso di quella statistica: sono numeri, non vangelo.Last edited by Sean; 18-12-2020, 08:39:15....ma di noi
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Rispetto per il Toro ��
Nemmeno su Toro News (ignoravo l'esistenza) commentano negativamente il rigore e parlano di leggero contatto che però ci poteva stare...il secondo giallo invece lo riportano come valutazione frettolosa e pure secondo me. La Gazzetta dice addirittura netto il penalty e sempre frettolosa la seconda ammonizione, ma loro vabbè so romanisti.
Pistocchi facesse il bravo, che è n poro stronzo salvato da Vianello ai tempi de Pressing, dai...che dopo quello che non hanno dato col Sassuolo e la partita dopo concesso per situazione analoga, mica s'è fatto sta caciara tra addetti ai lavori.
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Un'altra notte nera per Abisso: dopo Inter-Fiorentina un maxi stop
Era il 24 febbraio 2019 e all’Artemio Franchi si affrontavano la Fiorentina di Pioli e l’Inter di Spalletti. Nei minuti di recupero, sul 3-2 per i nerazzurri, Rosario Abisso concesse un calcio di rigore ai viola per un presunto tocco di mani di D’Ambrosio sul cross di Chiesa. Il Var Michael Fabbri, ravvisando un chiaro errore del direttore di gara, lo richiamò al monitor per visionare meglio l’episodio. Abisso, però, non cambiò la sua opinione. Per lui, dopo quella gara, un lungo stop di quasi un mese, lo stesso che potrà costargli dopo Roma-Torino.
(gasport)
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Abisso fa un disastro. Singo espulso, primo gol viziato: Toro penalizzato, Roma terza
La Roma si rilancia in zona Champions e aggancia il terzo posto. Toro che resta ultimo in classifica con il Crotone. Ma nel 3-1 dell’Olimpico c’è poco di normale. Protagonista l’arbitro Abisso che, nella prima mezzora di un incubo personale, indirizza il match con due decisioni proprio sbagliate: un’espulsione che non c’era, un gol “viziato” da un fallo. Il primo guaio è al 14’: Singo, già ammonito, si vede sventolare un secondo “giallo” per un contatto più scenico che altro con Spinazzola. Il secondo abbaglio al 27’, con un Toro ormai schiacciato nella sua area, in occasione dell’1-0 di Mkhitaryan. La rete nasce però da una gran botta da fuori di Mancini che prima ha commesso fallo su Belotti. Era punizione.
La Roma però gioca facile, grazie anche a Pellegrini che fa da trequartista del 3-4-2-1 con l’armeno ma, spessissimo, si sposta a costruire gioco accanto a Villar e Veretout. Unico neo nel finale, quando troppo ha concesso, tenendo in vita il Toro fino alla fine. Peccato però: da com’è andata, sarebbe stata una bella partita se soltanto…
(gasport)
Era il 24 febbraio 2019 e all’Artemio Franchi si affrontavano la Fiorentina di Pioli e l ’ Inter di Spalletti . Nei minuti di recupero, sul 3-2 per i nerazzurri, Rosario Abisso concesse un calcio di rigore ai viola per un presunto tocco di mani di D’Ambrosio sul cross di Chiesa. Il...
La Roma si rilancia in zona Champions e aggancia il terzo posto. Toro che resta ultimo in classifica con il Crotone. Ma nel 3-1 dell’ Olimpico c’è poco di normale. Protagonista l’arbitro Abisso che, nella prima mezzora di un incubo personale, indirizza il match con due decisioni propri......ma di noi
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