E’ una Juve sempre a metà. Batte il Torino faticando e dovendo rimontare il gol di Nkoulou, alla fine è Bonucci a segnare il gol vittoria. Cuadrado il protagonista più del solito Ronaldo. Dopo la buona prestazione in Champions League contro la Dinamo Kiev una vittoria, sia pure sofferta, che dà un po’ di tregua a Pirlo, ancora però molto distante dalla squadra ideale. Lui intanto si dice soddisfatto del gioco – insomma… – meno dei risultati: “Sulla mentalità ancora non ci siamo”. Una Juve a metà, appunto…
JUVENTUS – TORINO 2-1
La classica vittoria strappata con i denti, possibile perché il Torino è specializzato in rimonte, quelle degli altri. Curioso tutti i gol della rimonta, del sorpasso sul gol di Nkoulou e della vittoria della Juventus hanno lo stesso schizzo sul taccuino degli schemi: cross lungo da destra di Cuadrado – uno dei migliori – e poi i colpi vincenti di testa di Mckennie e Bonucci. La Juve si era fatta prendere dall’ansia, raramente negli ultimi anni ha sofferto il derby così. Ha dovuto fare ricorso a tutte le sue energie per poter ottenere quella vittoria che le permette di tenere comunque la squadra in posizione di attesa e soprattutto prolungare la tregua, durante la quale Pirlo può organizzare e riorganizzare gioco e giocatori della Juventus. Il neo allenatore si dice contento finora del gioco – insomma… – meno della mentalità e della mancanza di tenacia della squadra nella ricerca dei risultati. Non potrebbe essere diversamente.
Il Torino di Giampaolo intanto non regge lo stress e le tensioni dei 90 minuti, prima o poi crolla. Non gli basta il poco che può produrre, sia di Belotti o di altri, prima o poi lo spreca, lo vanifica, lo sacrifica all’avversario. Nei primi tempi il Torino è un leone, e nei secondi un agnello. Comunque la si giri alla fine il Torino incassa sempre troppi gol per attraversare indenne la strada del campionato.
Oggi le vittorie perfette o straboccanti della Juventus non esistono, Pirlo mischia continuamente il mazzo, lavora di bilancino e di tabella del minutaggio, il peggio lo evita con Szczesny, il resto viene cercando il gol molto attraverso le vie esterne per Ronaldo o Dybala o Morata (squalificato), ma senza la necessaria continuità o concentrazione. Se ne parla poco, ma anche la difesa ha parecchi bulloni da stringere. Il rendimento dei singoli, ma solo alcuni e in maniera alternata, sta salendo lentamente.
Dopo il brutto pareggio con il Benevento, la vittoria sul Torino permette alla Juve di mantenere una certa linea di continuità con la Champions League dove le cose vanno al momento meglio. La grande nuvola di confusione comincia a diradarsi un po’. Gli ottimisti ci vedono dentro un po’ di più, i pessimisti no.
JUVENTUS – TORINO 2-1
La classica vittoria strappata con i denti, possibile perché il Torino è specializzato in rimonte, quelle degli altri. Curioso tutti i gol della rimonta, del sorpasso sul gol di Nkoulou e della vittoria della Juventus hanno lo stesso schizzo sul taccuino degli schemi: cross lungo da destra di Cuadrado – uno dei migliori – e poi i colpi vincenti di testa di Mckennie e Bonucci. La Juve si era fatta prendere dall’ansia, raramente negli ultimi anni ha sofferto il derby così. Ha dovuto fare ricorso a tutte le sue energie per poter ottenere quella vittoria che le permette di tenere comunque la squadra in posizione di attesa e soprattutto prolungare la tregua, durante la quale Pirlo può organizzare e riorganizzare gioco e giocatori della Juventus. Il neo allenatore si dice contento finora del gioco – insomma… – meno della mentalità e della mancanza di tenacia della squadra nella ricerca dei risultati. Non potrebbe essere diversamente.
Il Torino di Giampaolo intanto non regge lo stress e le tensioni dei 90 minuti, prima o poi crolla. Non gli basta il poco che può produrre, sia di Belotti o di altri, prima o poi lo spreca, lo vanifica, lo sacrifica all’avversario. Nei primi tempi il Torino è un leone, e nei secondi un agnello. Comunque la si giri alla fine il Torino incassa sempre troppi gol per attraversare indenne la strada del campionato.
Oggi le vittorie perfette o straboccanti della Juventus non esistono, Pirlo mischia continuamente il mazzo, lavora di bilancino e di tabella del minutaggio, il peggio lo evita con Szczesny, il resto viene cercando il gol molto attraverso le vie esterne per Ronaldo o Dybala o Morata (squalificato), ma senza la necessaria continuità o concentrazione. Se ne parla poco, ma anche la difesa ha parecchi bulloni da stringere. Il rendimento dei singoli, ma solo alcuni e in maniera alternata, sta salendo lentamente.
Dopo il brutto pareggio con il Benevento, la vittoria sul Torino permette alla Juve di mantenere una certa linea di continuità con la Champions League dove le cose vanno al momento meglio. La grande nuvola di confusione comincia a diradarsi un po’. Gli ottimisti ci vedono dentro un po’ di più, i pessimisti no.
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