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Io ad Allegri non ho mai detto niente di particolare. E' un buonissimo allenatore, come tutti quelli di scuola italiana. Pero' a me non piace...al Milan non lo vorrei avere mai piu'.
Conte lo reputo ancora superiore ad Allegri. Punto.
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Concordo punto per punto.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Concordo punto per punto.....
Però sembra davvero che il calcio di Conte faccia acqua in Europa.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
E fino ad un paio di anni fa, non lo avrei mai detto.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Quale evidenza?
In questo momento Conte è 2º a 2 punti dalla vetta.
Vero che alcuni devono ancora giocare ma per ora è così.
Vale quanto un Mancini nè più nè meno.
Continua a vivere di rendita grazie alla prima stagione alla Juve e una Premier vinta in un anno in cui le altre squadre non erano al top come al solito.
Dire che è superiore ad un allenatore che ci ha quasi fatto vincere tutto (contro squadre nettamente superiori in CL) è davvero comico
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Per quanto riguarda noi, per come stanno andando le cose.. O quest'anno o mai più.. [emoji23]
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Nel finale caotico di Benevento-Juventus Alvaro Morata ha rimediato un'espulsione per eccesso di proteste. L'arbitro Pasqua ha estratto il cartellino rosso dopo il triplice fischio in quanto l'ex Real Madrid si sarebbe lamentato per un presunto calcio di rigore non ravvisato dal direttore di gara. L'attaccante bianconero salterà così il derby di sabato prossimo con il Torino.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
La Juventus continua a non farsi vedere, a Benevento un 1-1 timido e non certo da grande squadra: è il quinto pareggio in nove partite di campionato. Mancava Ronaldo, lasciato a riposo, è vero, ma Ronaldo non può essere l’unica soluzione di tutti i problemi. Insomma Pirlo annaspa al buio e la nuova Juve al momento non si vede proprio.
BENEVENTO-JUVENTUS 1-1
Quello della Juventus a Benevento è il quinto pareggio in 9 partite: Roma, Crotone, Verona, Lazio e Benevento. Ha perso punti e occasioni, la squadra di Pirlo, con squadre di livello decisamente inferiore e quasi sempre in trasferta. Posto che oggi, con gli stadi senza pubblico, abbia ancora un senso parlare di casa e trasferta. La cosa comunque ci dà il senso della sua sofferenza in questa fase di cambio di gestione e di passaggio dalla Juve di Sarri a quella di Pirlo.
Non si può fare un problema dell’assenza di Ronaldo, la Juventus così come è stata messa in campo, con quegli stessi giocatori avrebbe dovuto battere il Benevento senza se e senza ma. Ma non ci è riuscita, si è infilata, soprattutto nel secondo tempo, in una fase di gran confusione, in cui si è perso anche l’idea, il piano, la logica che dovrebbe tenere insieme una squadra che pure di grandi individualità ne ha tantissime: De Ligt, Chiesa, Dybala, Morata solo per citare i principali.
Quando il turno precedente la Juventus ha battuto il Cagliari con due gol di Ronaldo, avevo già sottolineato – pur in una buona prestazione dei bianconeri – come non potesse essere sempre CR7 la risoluzione di tutti i problemi. Cioè non trovo assurdo, anzi mi sembra comprensibile, che Pirlo non abbia portato Ronaldo a Benevento per farlo riposare in un match non difficile tra due importanti partite di Champions League, mi sembra strano e incomprensibile che la Juve non sia ancora cresciuta abbastanza da vincere certe partite che dovrebbero essere ordinarie. Ci sia o non ci sia Ronaldo.
All’interno di tutto questo si potrebbe parlare della situazione di Dybala, del turn over di esterni e di punte che lascia abbastanza disorientrati, ma mi sembra evidente che ci sia un problema molto più largo di fondo. La scommessa di Pirlo è stata originale, affascinante, ma anche pesantissima e molto rischiosa. Dal punto di vista dei risultati e della classifica non è stato commesso l’irreparabile, può essere che Pirlo prima o poi trovi il filo giusto della matassa, ma per adesso è una Juve che francamente annaspa al buio. E che è attaccata alle prodezze di Ronaldo e Morata. E oltre loro timida e spaesata come lo si è raramente vista.
SERIE A 2020-2021 9a GIORNATA Sabato 28 novembre 2020 Sassuolo - Inter 0-3 (4' Sanchez I, 14' Chiriches aut. I, 60' Gagliardini I) Benevento-Juventus 1-1 (21' Morata J, 45'+3' Letizia B) Atalanta-Verona 0-2 (62' Veloso rig. V, 83' Zaccagni V) Domenica 29 novembre 2020 Lazio-Udinese 1-3 (18' Arslan U, 45'+3' Pussetto U, 71' Forestieri U, 74' Immobile rig. L) Bologna-Crotone 1-0 (45'+2' Soriano B) Milan-Fiorentina 2-0 (17' Romagnoli M, 28' Kessie rig. M) Cagliari - Spezia 2-2 (36 Gyasi S, 52' Joao Pedro C, 58' Pavoletti C, 90'+4' Nzola rig. S) Napoli - Roma 4-0 (31' Insigne N, 64' Fabian Ruiz N, 81' Mertens N, 86' Politano N) Lunedì 30 novembre 18.30 Torino - Sampdoria 2-2 (25' Belotti T, 53' Candreva S, 63' Quagliarella S, 77' Meité T) Genoa - Parma 1-2 (10' Gervinho P, 47' Gervinho P, 50' Shomurodov G) *** BENEVENTO-JUVENTUS 1-1 Quello della Juventus a Benevento è il quinto pareggio in 9 partite: Roma, Crotone, Verona, Lazio e Benevento. Ha perso punti e occasioni, la squadra di Pirlo
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
L’Inter all’improvviso si rimette in marcia, dopo gli schiaffi del Real Madrid dà tre gol al Sassuolo e ferma, almeno per il momento, la crisi. Conte stavolta modifica il centrocampo, e lo rende più compatto, responsabilizzando ancora di più Barella. Tutti abbiamo partecipato al tiro all’allenatore, il cui difetto principale evidentemente è quello di guadagnare tantissimo e far discutere di conseguenza. Ma Conte è anche qualcuno che qualcosa nella sua carriera ha dimostrato, è uno dai percorsi tortuosi e sofferti. E se ti affidi a lui devi anche aspettarti certi scossoni.
SASSUOLO-INTER 0-3
C’è un momento in cui le cose tornano improvvisamente a posto, tutto trova un filo logico regolare. L’ Inter non avrebbe potuto permettersi di perdere in casa del Sassuolo, sarebbe stata la sconfessione totale, forse definitiva, di quanto fatto da molto tempo, forse addirittura negli ultimi due anni. Ha vinto la partita nettamente, meritandolo, comandando il gioco, e respingendo quel sovvertimento totale che si andava delineando.
Resto sempre convinto che se perdi contro il Real Madrid – sia pure una delle tante, troppe sconfitte nerazzurre in Champions League – una ragione te la puoi dare, se ti fai battere dal Sassuolo – per quanto il Sassuolo acclamatissimo di questo inizio di stagione – no. Non ci sarà mai una ragione plausibile se perdi anche contro il Sassuolo.
Credo che questo abbia spinto Conte a semplificare molto la situazione, a liberare il campo da tutte quelle congetture e sovrastrutture sul gioco, la rabbia e via dicendo. Centrocampo più solido col migliore dei nerazzurri (Barella) messo in mezzo a fare da pilastro centrale, centrocampisti di sostegno ai lati, via il trequartista che tanto ha fatto discutere fosse Eriksen o Vidal, e avanti così. Insomma un occhio soprattutto al centrocampo, quando fino ad ora Conte si era occupato soprattutto di attacco e difesa, modificando il centrocampo di conseguenza. Ricerca della velocità, essenzialità, meno possesso palla che del resto non è pane per una squadra di Conte. Basta non dirglielo…
Da De Zerbi a Locatelli il Sassuolo fino ad ora era stato una favola perfetta, ma per diventare il Leicester d’Italia (quante squadre aspirano a questo compito dal 2016 a oggi?) c’è ancora tempo. Resta sullo sfondo il tiro a Conte che è lo sport preferito cui tutti abbiamo partecipato più o meno perfidamente. Conte paga una la sua presunzione e una non spiccatissima simpatia (il che può essere anche un pregio), ma soprattutto il fatto di guadagnare moltissimo. In un mondo dove i suoi colleghi non è che alla fine guadagnino poi pochissimo… E in un mondo dove i soldi aiutano molto i risultati e soprattutto suscitano grande invidia, buttare giù dal trono Conte dà una soddisfazione enorme.
Detto questo con l’Inter è arrivato a un punto dalla Juve e a una finale di Europa League, ha le sue debolezze, le sue asperità di carattere, le sue cocciutaggini, ma fa pur sempre parte di quella élite di allenatori italiani di un certo prestigio. La vittoria sul Sassuolo gli ha dato adito a ritirar fuori certi sassolini dalle scarpe: “E’ cambiato solo il risultato, abbiamo fatto partite migliori come gioco”, “Quando le cose non vanno bene le responsabilità vanno suddivise tra tutti, e non solo tra giocatori e allenatore”. Conte è un tecnici dai percorsi molto tortuosi e sofferti – bisogna farsene una ragione – ma che ha già dimostrato molte volte le sue capacità. Se poi pensate che l’ Inter con De Zerbi vincerebbe sicuramente il campionato e la Champions League padronissimi.
SERIE A 2020-2021 9a GIORNATA Sabato 28 novembre 2020 Sassuolo - Inter 0-3 (4' Sanchez I, 14' Chiriches aut. I, 60' Gagliardini I) Benevento-Juventus 1-1 (21' Morata J, 45'+3' Letizia B) Atalanta-Verona 0-2 (62' Veloso rig. V, 83' Zaccagni V) Domenica 29 novembre 2020 Lazio-Udinese 1-3 (18' Arslan U, 45'+3' Pussetto U, 71' Forestieri U, 74' Immobile rig. L) Bologna-Crotone 1-0 (45'+2' Soriano B) Milan-Fiorentina 2-0 (17' Romagnoli M, 28' Kessie rig. M) Cagliari - Spezia 2-2 (36 Gyasi S, 52' Joao Pedro C, 58' Pavoletti C, 90'+4' Nzola rig. S) Napoli - Roma 4-0 (31' Insigne N, 64' Fabian Ruiz N, 81' Mertens N, 86' Politano N) Lunedì 30 novembre 18.30 Torino - Sampdoria 2-2 (25' Belotti T, 53' Candreva S, 63' Quagliarella S, 77' Meité T) Genoa - Parma 1-2 (10' Gervinho P, 47' Gervinho P, 50' Shomurodov G) *** BENEVENTO-JUVENTUS 1-1 Quello della Juventus a Benevento è il quinto pareggio in 9 partite: Roma, Crotone, Verona, Lazio e Benevento. Ha perso punti e occasioni, la squadra di Pirlo
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Sassuolo – Inter 0-3
(4′ Sanchez I, 14′ Chiriches aut. I, 60′ Gagliardini I)
Benevento-Juventus 1-1
(21′ Morata J, 45’+3′ Letizia B)
Atalanta-Verona 0-2
(62′ Veloso rig. V, 83′ Zaccagni V)
Domenica 29 novembre 2020
Lazio-Udinese 12.30
Bologna-Crotone 15.00
Milan-Fiorentina 15.00
Cagliari – Spezia 18.00
Napoli – Roma 20.45
Lunedì 30 novembre 18.30 Torino – Sampdoria
Genoa – Parma
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Napoli, dopo l'emozione il campo: l'attacco dei 'piccoli' contro la Roma
Mentre l'onda dei sentimenti per Maradona (la squadra giocherà a righe verticali bianche e azzurre in stile Argentina) è ancora in piena, Gattuso studia le mosse per battere la Roma. Out Osimhen, sarà ancora Mertens il centrale d'attacco
L'onda d'urto delle emozioni per la scomparsa di Maradona è ancora in piena, con il pellegrinaggio dei tifosi a Fuorigrotta che non ne vuole sapere di finire e la decisione dell'amministrazione comunale di allestire una camera ardente virtuale all'interno dell'impianto, dove saranno conservati tutti i cimeli depositati in questi giorni dalla gente sotto la curva B. Ma per il Napoli è già tempo di tornare in campo al San Paolo, lo stadio che entro la fine dell'anno sarà intitolato a Diego, come ha promesso il sindaco Luigi de Magistris per esaudire la richiesta partita dalla pancia e soprattutto dal cuore della città.
Gli azzurri affronteranno nel posticipo domenicale la Roma e sembra un segno del destino, visto che l'ultima partita della sua squadra vista dal vivo dal capitano degli scudetti fu proprio contro i giallorossi: semifinale della Coppa Italia, disputata il 12 febbraio 2014. Gattuso e i giocatori avranno dunque una motivazione in più: onorare la memoria dell'ex pibe de oro anche in campionato, come è già successo giovedì scorso nella gara del girone d'Europa League col Rijeka. Per l'occasione la squadra indosserà una maglia a righe bianche e azzurre, in stile Argentina.
Il Napoli trascorrerà la vigilia in ritiro, per isolarsi e tenere alta la concentrazione. Gli azzurri dovranno ancora fare a meno di Osimhen, che sta recuperando dopo la lussazione alla spalla. Ma Gattuso confermerà il modulo 4-2-3-1, con Mertens al centro dell'attacco e Zielinski trequartista. Rientrano dopo il turn over in Europa League il portiere Ospina, Manolas (grande ex della partita), Mario Rui, Fabian, Lozano e Insigne. Ballottaggio tra Demme e Lobotka per sostituire lo squalificato Bakayoko a centrocampo. Contro la Roma è uno spareggio per le zone altissime della classifica e la volata Champions. Ringhio e i suoi vogliono i tre punti anche per dedicarli a Diego.
Mentre l'onda dei sentimenti per Maradona (la squadra giocherà a righe verticali bianche e azzurre in stile Argentina) è ancora in piena, Gat…
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Milan-Fiorentina, formazioni e dove vederla. Il Diavolo vuole la fuga per poter dire la parola scudetto
Contro i viola a caccia di punti servirà il miglior Rebic. Pioli ancora out. Maldini: «Sognare non è vietato, ma se non vinceremo il campionato non sarà una delusione»
Prove di fuga. Vero che è presto, vero che siamo solo a novembre, vero che ci sono ancora 30 partite da giocare, ma l’occasione è bella grossa: la fragorosa caduta del Sassuolo e il pari della Juve a Benevento offrono al Milan la possibilità di allungare sulle prime inseguitrici. Lo scenario è chiaro: in caso di vittoria a San Siro contro la Fiorentina, i rossoneri metterebbero un primo vero solco fra se stessi e chi rincorre. Lanciando un messaggio forte e chiaro a tutto il campionato.
Qualcosa è cambiato, dentro alla testa del Diavolo. La clamorosa vittoria in casa del Napoli di sette giorni fa è stato un caparbio esame di maturità, una robusta prova di forza. La parola scudetto resta saggiamente fuori dai discorsi ufficiali, ma ora i rossoneri sono consapevoli delle proprie qualità e della propria crescita. E non intendono più porsi limiti. «Sognare non è vietato, ma se non vinceremo il titolo non sarà una delusione» ha sorriso il d.t. Maldini, sempre più efficace non solo sul mercato ma anche nella comunicazione. È l’atteggiamento giusto: alzare gli obiettivi evitando allo stesso tempo di alzare le aspettative.
L’assenza di Ibrahimovic è però una grana seria, c’è poco da girarci intorno. Zlatan scalpita, la sua corsa contro il tempo è già partita, ma per almeno altri 12-14 giorni non ci sarà. Fuori anche Leao: stasera toccherà quindi ancora a Rebic, che deve trovare al più presto lo strepitoso stato di forma di prima dell’infortunio. «Il gomito lo sta condizionando, anche per il suo modo di giocare è un po’ bloccato» ha ammesso Bonera, che sostituirà per la terza gara di fila Pioli, ancora alle prese col Covid. Per Rebic i segnali sono però incoraggianti: contro il Lille è arrivato il secondo assist consecutivo dopo quello a Ibra contro il Napoli. Ora manca solo il gol. Chissà non arrivi contro la sua ex squadra, nella quale giocò fra 2016 e 2018 segnando 3 gol in 12 partite. Il suo acquisto definitivo da parte del Milan ha fruttato l’estate scorsa solo 2,5 milioni di euro al club viola, che sperava di spuntare di più. Alle spalle del croato ci saranno Saelemaekers, Calhanoglu e Diaz, mentre Tonali potrebbe essere confermato in regia: il titolare Bennacer sabato non si è allenato.
La Fiorentina ha invece un dannato bisogno di punti per uscire dalla crisi. Prandelli è partito male, la sconfitta interna col Benevento è stata una mazzata, ma l’esperto tecnico di Orzinuovi prosegue con la sua rivoluzione tattica, con l’addio alla difesa a tre. La vittoria sull’Udinese in Coppa Italia ha ridato un po’ di buonumore, ma è in campionato che serve una svolta. «Abbiamo le idee chiare» ha ribadito Prandelli, che recupera in attacco il leader Ribéry: un anno fa, a San Siro, fece magie.
Milan (4-2-3-1): G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Tonali; Salemaekers, Calhanoglu, Diaz; Rebic. All. Bonera (Pioli) Fiorentina (4-3-1-2): Dragowski; Caceres, Milenkovic, Pezzella, Biraghi; Amrabat, Pulgar, Castrovilli; Borja Valero; Ribéry, Vlahovic. All. Prandelli Arbitro: Abisso
Tv: ore 15 Dazn.
CorSera
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