Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Maradona e la punizione perfetta: la Juve lo ricorda così
Il club bianconero ricorda il grande Diego postando un video del gol del 3 novembre 1985.
Niente parole ma un'immagine, emblematica, per ricordare Diego Maradona e quello che ha rappresentato nella storia del calcio nel giorno della sua scomparsa. La Juve ha reso omaggio all'immenso campione argentino, rivale di tante partite, postando sul suo profilo Twitter ufficiale un video di un gol su punizione a due (tocco di Pecci) in area dalla parabola perfetta. Risale alla sfida del San Paolo del 3 novembre 1985, vinta dagli azzurri sui bianconeri allenati da Trapattoni proprio grazie a quel capolavoro di Diego.
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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La differenza tra il rendimento di Conte in campionato e in Champions non si smentisce neanche quest'anno.
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Sì, mi fa piacere che la Juventus abbia ricordato così Maradona: senza parole, solo con le immagini - a riportarci il genio calcistico che è stato, a riportare l'attenzione sul campo e sul giocatore.
Quella fu, come il goal all'Inghilterra, una rete memorabile, perchè ha sfidato le leggi della fisica.
La barriera, lo si vede, è molto vicina, la posizione scomoda, la porta difficile da centrare. Eppure Maradona riesce ad alzare il pallone facendolo parabolare sopra alla barriera per metterlo poi, con precisione spaziale, lì dove il portiere non potrà arrivare.
Un goal superbo e stupefacente, una magia.
Maradona mi dette parecchi dolori in quegli anni. Lì non me ne accorsi che il nostro tempo stava finendo (quell'anno si vinse comunque lo scudetto, l'ultimo di Platini, l'ultimo prima di un lungo digiuno) e che stava arrivando quello del Napoli di Diego...oggi ci avrei letto i segni del destino e del cambio incipiente, allora ero un ragazzo di quasi 15 anni convinto che le vittorie fossero per sempre.
Maradona spostò l'asse, e l'anno dopo si prese il titolo portandolo per la prima volta al Sud. Nel frattempo, quella estate (è il campionato '85-'86) vincerà la coppa del mondo in Messico.
Ecco chi e cos'era il Maradona allenato, che faceva la vita da atleta, perchè nell'anno dei mondiali decise di mettersi in riga, di non sgarrare...e quelli furono i risultati.Last edited by Sean; 26-11-2020, 10:14:35....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza MessaggioLa differenza tra il rendimento di Conte in campionato e in Champions non si smentisce neanche quest'anno.Originariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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non ho neanche la forza di andarmi a rileggere le ultime pagine di questo 3d
è una notizia che lascia tutti i napoletani più vuoti.....e più soliOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Avrei preferito una copertina con la maglia del Napoli...
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggiobeh in realtà quest'anno sta facendo cagare sia in campionato che in coppa
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mi sono fatto coraggio e ho letto i vostri post, soprattutto quelli di sean....bellissimi.
Napoli è orfana....
dopo Troisi e Pino Daniele abbiamo perso Diego....la nostra trinità è volata via.
Loro tre rappresentavano lo spirito....anzi l'anima, il cuore pulsante.....di questa città.
Oggi tutti noi napoletani siamo più poveri, più vuoti e più miserabili.Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggiobeh in realtà quest'anno sta facendo cagare sia in campionato che in coppaOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Maradona e l’amichevole di Acerra, quando Diego giocò nel fango e rischiò le gambe per un bambino malato
Gennaio 1985: il campione, su invito del compagno Puzone ma contro la volontà del presidente del Napoli e pagando di tasca sua l’assicurazione, porta la squadra sul campo dei dilettanti. E gioca come se fosse la finale di Coppa dei campioni
Questa è la storia del dio Diego nel fango. Una storia vera anche se sembra fantascienza. Una storia che si tramanda di generazione in generazione per dire a tutti chi era — anche — Maradona, e che cosa ha significato per Napoli e la sua comunità. È la famosa storia dell’amichevole di beneficenza ad Acerra, da lui organizzata e poi giocata come non ci fosse un domani, perché è vero che forse non c’è sempre un domani. Nel tempo, come sempre accade con Diego, la cronaca è diventata racconto e poi epica. Ma la sua sostanza, come quella dei sogni, in fondo è semplice.
Contro il presidente
L’antefatto. Durante la stagione 1984-85, Pietro Puzone, ragazzo di Acerra, riserva del Napoli e buon amico di Maradona — oggi, a 57 anni, drammaticamente caduto in disgrazia e senzatetto — conosce un concittadino tifoso del Napoli che ha un figlio gravemente malato. «Aveva un brutto problema alla bocca — avrebbe ricordato in seguito Puzone — e l’unico modo per guarire era operarsi in Francia. Ma non aveva soldi abbastanza». Puzone pensa immediatamente a una partita di beneficenza del Napoli al San Paolo. Chi non ci pensa nemmeno è il presidente Corrado Ferlaino, che si oppone per paura che qualche giocatore possa farsi male. Chi invece non ha dubbi è Diego, il quale ha una sua personalissima visione dei fatti. Arrivato in Italia, a luglio 1984, aveva detto: «Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires». Così accoglie senza un dubbio la richiesta dell’amico, e la leggenda vuole che lo faccia così: «Che si fottano i Lloyd di Londra. Questa partita si deve giocare per quel bambino». E per chiudere lì la faccenda, si dice, paga lui i 12 milioni di assicurazione.
Il riscaldamento nel parcheggio
È lunedì 25 gennaio 1985. Il giorno prima in campionato il Napoli ha battuto 4-0 la Lazio al San Paolo. Ventiquattro ore dopo si presenta al piccolo campo di Acerra, 20 chilometri a nord di Napoli. C’è pioggia. Il freddo è tagliente. Il campo, già sterrato di suo, è solo fango e pozzanghere. «Intorno c’erano 10mila persone — ricorda Puzone — la tribuna però ne conteneva solo 5mila. Gli altri erano dappertutto, intorno al campo sotto gli ombrelli, sui balconi, sui tetti». In un video celeberrimo stracliccato su Youtube è tutto documentato. Ed è documentato, soprattutto, il famosissimo riscaldamento di Maradona e della squadra nel parcheggio fra le macchine e i curiosi, come una squadra dilettanti qualsiasi. Divisa ufficiale — in tessuto pesante, tipica dell’epoca —, sponsor Cirio, espressioni serie come fosse la finale di Coppa dei campioni, e Diego che guida le operazioni. A un tratto, saltella come un pugile fingendo di tirare ganci all’aria. Poi si avvicinano dei bambini per una foto. Sono così piccoli e timidi e congelati dal freddo che quando Diego se ne va restano lì immobili nei loro cappottini stretti. Ipnotizzati. Increduli. Come se quell’attimo potesse durare in eterno. Poi comincia la partita.
La prova generale del gol del secolo
E lì, ricorda Puzone, «Maradona non si risparmiò: correva, si sporcava, dribblava, cercava il gol come fosse una partita di campionato». A chi gli dice di stare calmo e non rischiare pare risponda: «Amico, tu non hai capito chi è Maradona, io gioco solo per vincere qualsiasi sia l’avversario». E chi sa di sport sa che questa è la forma di rispetto massima. A fine primo tempo prova una girata al volo sotto porta, la manca, cade in una pozza e si rialza sporco come uno spazzacamino. Sacramenta come avesse mancato un gol alla Juve. Poi, nel secondo tempo, ecco quella che nella tradizione napoletana viene considerata la prova generale del famoso gol del secolo segnato all’Inghilterra al Mondiale 1986: ruba palla a una avversario, scarta l’intera difesa, poi il portiere, e deposita palla in rete. Un gol col copyright. Mentre lo stadiolo esplode, un tizio in delirio da bordocampo entra in campo e va a consolare il portiere affranto. Sembra che gli dica: «Stai su con la vita, uagliò, ora potrai dire al mondo che hai visto Maradona».
Obiettivo raggiunto
Puzone ricorda che ovviamente «fu uno spettacolo». Ma soprattutto che «la partita diede a quel bambino la possibilità di operarsi perché fra sponsor e botteghino consegnammo alla sua famiglia 20 milioni di lire. Il ragazzo adesso è cresciuto e si è sposato, e quella storia, lui come noi, la ricorderemo per sempre». Così è andata quel giorno. E la storia dice che come questo gesto Maradona ne fece decine. Volevo essere l’idolo degli poveri e degli ultimi, e ci è riuscito: lui era uno di loro.
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioAvrei preferito una copertina con la maglia del Napoli...
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Lì molto giovane.
In fondo era argentino, la ragione è questa, e il suo sogno di ragazzino (c'è una intervista in cui lo afferma a 15 anni) era di: "giocare con la nazionale e vincere il mondiale", un sogno poi fattosi realtà.
Maradona s'è sempre speso per la sua Argentina, ha avuto questo rapporto intensissimo, travalicando il solo calcio.
S'è speso anche per il Napoli, perchè anche lì si faceva portavoce di tanti e di tante istanze, oltre che essere il trascinatore verso i grandi traguardi sportivi...e di Napoli fu figlio adottivo, ma dell'Argentina figlio naturale...e quindi se proprio deve essercene una ed una soltanto di immagine, non può che essere con la maglia del Paese che gli ha dato i natali.
E' stato uomo di popolo, in questo una icona e per questo personaggio che ha marchiato a fuoco la sua epoca e impossibile da ridursi al solo pallone.Last edited by Sean; 26-11-2020, 12:36:58....ma di noi
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forse, tra mille inverni
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioPure l'Equipe lo ritrae con la maglia argentina:
Lì molto giovane.
In fondo era argentino, la ragione è questa, e il suo sogno di ragazzino (c'è una intervista in cui lo afferma a 15 anni) era di: "giocare con la nazionale e vincere il mondiale", un sogno poi fattosi realtà.
Maradona s'è sempre speso per la sua Argentina, ha avuto questo rapporto intensissimo, travalicando il solo calcio.
S'è speso anche per il Napoli, perchè anche lì si faceva portavoce di tanti e di tante istanze, oltre che essere il trascinatore verso i grandi traguardi sportivi...e di Napoli fu figlio adottivo, ma dell'Argentina figlio naturale...e quindi se proprio deve essercene una ed una soltanto di immagine, non può che essere con la maglia del Paese che gli ha dato i natali.
E' stato uomo di popolo, in questo una icona e per questo personaggio che ha marchiato a fuoco la sua epoca e impossibile da ridursi al solo pallone.
Noi siamo Italiani, Imho considerando gli anni a Napoli e ciò che ha fatto, sarebbe stato bello se la copertina fosse stata di Maradona con la maglia del Napoli.Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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I giornali spesso sono mignotte, vanno con tutti (ovvero cavalcano qualunque opinione, qualunque direzione del vento o di comodo) purchè quei tutti paghino.
Maradona fu massacrato quando si scoprì (ovvero emerse ufficialmente) che faceva uso di cocaina e partirono le solite, orride crociate dei perbenisti, giornali sportivi in testa, come se fino a quel momento Maradona non avesse dato modo, a quelle mignotte armate di penna, di scrivere e di guadagnare - e come se fino a quel momento nessuno dei tanti (giornalisti) sapesse dei vizi e delle dipendenze di Maradona, cose note nell'ambiente...ma che furono tirate fuor al momento giusto, quando era ormai maturo il tempo di rovesciare l'idolo.
Fino a quel momento i controlli antidoping Maradona li aveva sempre passati tutti: ma guarda tu il caso...e poi si decise che era giunta l'ora di incastrarlo, con tutti quelli che prima avevano mangiato nel suo piatto a dargli addosso, a fare le lezioncine morali, a dire che "così non si fa", a godere della caduta dei grandi, uno sport nazionale praticato quasi quanto il calcio.
La stessa cosa con Pantani: la Gazzetta, che grazie a Pantani vendeva chissà quante copie in tempo di Giro e di Tour, avendo quel corrridore un così grosso seguito popolare, la Gazzetta fu la prima a dare addosso a Pantani una volta caduto pure lui: Cannavò ce l'ha sulla coscienza, tutti quegli ipocriti ce l'hanno sulla coscienza.
La vera gentaglia è quella lì, non certo chi ha stupito, incantato, fatto sognare e ispirato milioni di persone, chissà quanti giovani e ragazzini sognando anch'essi di voler essere Maradona o Pantani.
Le lezioncine morali le puoi fare se hai le mani monde e quelle prostitute che scrivono sui quotidiani non ce l'hanno, nè mani e nè animo, così come non hanno memoria nè gratitudine e nemmeno umana pietà. Sono viscidi, verminosi.Last edited by Sean; 26-11-2020, 13:27:59....ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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