Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • AK_47
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    Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
    Ma chi ti da 60 milioni per Dybala?
    ( E pensa che lo spendono per Chiesa )
    All'estero qualcuno avrebbe preso la fregatura.

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
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      • In piedi tra le rovine
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      Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
      Partita oscena
      Resta uno dei grossi problemi dell anno scorso, segnano solo gli attaccanti
      Questo è un grosso guaio. I goal arrivano solo dalle punte. Inoltre centrocampisti che segnano zero assoluto.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • marcu9
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Questo è un grosso guaio. I goal arrivano solo dalle punte. Inoltre centrocampisti che segnano zero assoluto.
        Ciò che dicevo.
        Morata e Ronaldo non possono segnare ogni partita.
        Continuando così crollerete.

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        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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        • CRI PV
          Mufasa
          • Nov 2007
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          Be in Realtà Ronaldo sono 15 anno che segna ogni partita

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          • marcu9
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            • May 2009
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            Originariamente Scritto da Sean
            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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            • Steel77
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              • Feb 2002
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              è ancora fregna

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                In Champions League vincono sia la Juventus che la Lazio, per i bianconeri la qualificazione è già una certezza, per i biancocelesti quasi. La Juventus soffre e appare lenta e deconcentrata contro il Ferencvaros, Dybala in coppia con Ronaldo non va, e CR7 deve rimontare il vantaggio degli avversari. La partita la risolve ancora una volta Morata all’ultimo momento, dopo che Pirlo ha dovuto rivoluzionare l’attacco nel secondo tempo. Insomma più si va avanti e più si capisce chi è indispensabile e chi lo è meno…

                La Lazio batte agevolmente lo Zenit San Pietroburgo, scatenato come sempre Ciro Immobile, trascinatore e leader dei biancocelesti. La squadra di Simone Inzaghi si fortifica e si compatta nei momenti di difficoltà e quando le polemiche divampano. Fa parte della sua storia e del suo dna…

                Juve-Ferencvaros 2-1
                Un colpo di testa, teso e forte a prendersi una partita complicata. La Juventus ha molti modi di andare in gol, ma quello di Morata (8° gol in totale) sta diventando il più sicuro e garantito. La botta dello spagnolo assicura la vittoria sul Ferencvaros, afferrata all’ultimo momento dopo una partita spaccata a metà, con un primo tempo insignificante, spento, non da Champions League. Il fatto di aver fatto quattro gol all’andata nella partita precedente ha probabilmente innescato la falsa illusione di una gara facile, e non è stato così. Pirlo, nel consueto turn over di tentativi un po’ ragionati, un po’ casuali, aveva scelto l’accoppiata Dybala-Ronaldo, CR7 è servito per il gol del pareggio, mentre per vincere la partita l’allenatore ha dovuto scaricare in campo tutto l’arsenale della panchina nel secondo tempo: Chiesa, Kukusevski e Morata appunto. Il cambio ha prodotto una forza d’urto maggiore e scheggiato un paio di pali, ma alla fine c’è voluto il solito Morata per risolvere il problema di una partita ormai bloccata. Se mai non lo si fosse ancora capito Morata fa un altro passo avanti per assicurarsi il ruolo di spalla ufficiale di Cristiano Ronaldo, Dybala fa un altro passettino indietro: le occasioni mancate cominciano a diventare un problema.


                Brividi e critiche a parte è tutto molto nell’ordinario, la Juve è agli ottavi di finale, senza essere ancora passata dal Barcellona. Contro cui si giocherà il primo posto.


                ***


                Lazio -Zenit San Pietroburgo 3-1
                E’ chiaro come la Lazio abbia trovato un metodo, un sistema, una maniera di addentrarsi dentro al campionato e alla Champions League che poi appartiene alla sua storia, al dna del club. Queste vigilie agitate, tese, piene di polemiche fanno da carburante per i suoi giocatori e per il suo allenatore che sta rispolverando il più classico degli schemi “uniti contro tutti”. La vittoria contro lo Zenit risponde a questo schema e porta al massimo il rendimento in Champions League, come mai nessuno si sarebbe aspettato. Vittoria netta contro il Borussia Dortmund, due pareggi in trasferta a Bruges e San Pietroburgo nonostante tutti i problemi della squadra decimata da infortuni e positività al Covid, e adesso il ko rifilato allo Zenit con due gol di Immobile (il primo bellissimo) e uno di Parolo. Immobile si conferma aver trovato nella Lazio l’ambiente perfetto, ideale: fa gol a ripetizione ormai da anni. E questi gol sono particolarmente pesanti perché gli strappano via di dosso l’etichetta di non essere un grande attaccante internazionale, nonostante la Scarpa d’Oro vinta lo scorso anno.


                Nel momento in cui la bufera tamponi aveva avuto una tregua, è esploso il caso Luis Alberto (frasi molto poco gradite in occasione dell’inaugurazione dell’aereo della Lazio) e di conseguenza anche quello di Peruzzi, oggi team manager della squadra. Lotito avrebbe voluto un’esclusione esemplare, la squadra e il team manager hanno scelto un’altra soluzione (multa al giocatore e utilizzo regolare in campo), ne è nato un contrasto duro con tanto di dimissioni che ballano. Sarà come sarà, in ogni caso funziona. Lazio in rimonta in campionato e soprattutto Lazio in marcia verso la qualificazione agli ottavi di Champions.

                UEFA CHAMPIONS LEAGUE 2020-2021 FASE A GIRONI Giornata n.4 Rennes-Chelsea (E) 1-2 (22' Hudson Odoi C, 85' Guirassy R, 90'+1' Giroud C) Krasnodar - Siviglia (E) 1-2 (4' Rakitic S, 56' Wanderson K, 90'+5' Munir S) Lazio-Zenit San Pietroburgo (F) 3-1 (3' Immobile L, 25' Dzyuba Z, 22' Parolo L, 55' Immobile rig L) Borussia Dortmund - Bruges (F) 3-0 (18' Haaland BD, 45'+1' Sancho BD, 60' Haaland BD) Dynamo Kiev - Barcellona (G) 0-4 (52'Dest B, 57' Braithwaite B. 70' Braithwaite rig. B, 90'+2' Griezmann B) Juventus - Ferencvaros (G) 2-1 (19' Uzuni F, 35' Ronaldo J, 90'+2' Morata J) Paris SG - Lipsia (H) 1-0 (11' Neymar rig. PSG) Manchester United - Istanbul Basaksehir (H) 4-1 (7' Bruno Fernandes MU, 19' Bruno Fernandes MU, 35' Rashford rig. MU, 75' Turuc IB, 90'+2' James MU) Mercoledì 25 novembre 2020 Borussia Moenchengladbah - Shakhtar Donetsk (B) Olympiacos Pireo - Manchester City (C) Bayern Monaco - Salisburgo (A) Atletico Madrid - Lokomotiv Mosca (A) Inter - Real Madrid (B) Marsiglia -
                ...ma di noi
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Virulogo.88
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                  Pazzesco

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                  Originariamente Scritto da Pesca
                  lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                  • Sean
                    Csar
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                    Non esiste un'altra Juve senza Morata. E che apatia Dybala

                    Lo spagnolo si conferma imprescindibile in questa fare per i bianconeri. E il paragone con l'argentino continua a mostrarsi impietoso

                    di Maurizio Crosetti

                    La grande fatica della Juventus ci dice che non esiste un’altra Juve, non senza Morata, non con questo Dybala spento dentro, scoraggiato, allontanato da sé stesso (il ragazzo non ha un gran carattere ma nessuno lo aiuta ad averlo). La qualificazione bianconera agli ottavi arriva al 92’ grazie ad un meraviglioso cross di controbalzo di Cuadrado, un numero di altissima scuola (tecnica, velocità, intuito, precisione), una palla tesa per la testa di Morata e per un povero portiere pasticcione. E’ un istante che probabilmente la Juve non meritava, ma che adesso l’aiuterà a privilegiare il campionato cercando comunque l’impresa a Barcellona. Il Barcellona: quanto fa effetto realizzare che davvero Messi non c’è, è rimasto a casa, forse qualcosa di inaudito sta cominciando o finendo. Forse in questa fredda sera di novembre si chiude un’epoca.

                    La classe dei titolari bianconeri, che tali restano anche quando cominciano le partite in panchina (oltre a Morata, Kulusevski) e poi il ritorno al gol di Ronaldo in Champions dopo un centinaio di giorni: sono questi gli argomenti juventini a margine di un’altra nota, questa storica sul serio. Mai, in 123 anni di gloriosa esistenza, la Juventus aveva giocato senza neppure un italiano tra portiere e difensori. Le foche monache e le tigri bianche si stanno estinguendo, e lo stesso i ragazzi nati nel nostro paese e convinti di voler giocare a calcio. Sono sempre meno, saranno sempre meno, non solo dentro la Juve.

                    Notte serena per il calcio italiano, comunque. Anche la Lazio si avvicina alla qualificazione con Immobile che supera l’eclisse Covid e segna di nuovo tanto: il suo primo gol, in particolare, è un saggio di magnificenza. Se queste cose gli riuscissero anche in Nazionale, avremmo il centravanti per un Europeo da protagonisti. C’è tempo, comunque. Di sicuro, la scarpa di Immobile è d’oro veramente. Si poteva prevedere un’ora e mezza facile per la Lazio, non immaginare tanta difficoltà per la Juve. Del tutto sbagliato e svogliato l’approccio, errori ovunque e specialmente negli appoggi elementari, qualche buco in una difesa con troppe assenze e poi quell’apatico Dybala, un po’ c’è da capirlo, quando realizzi che i tuoi capi non ti ritengono più necessario puoi pure scoraggiarti.

                    Non si deve ma succede, è umano. Peccato, però. Una risorsa come Dybala non si trova ovunque, anche se quegli abnormi accostamenti a Messi hanno finito per svuotarlo, ma di più il cannibalismo di Ronaldo che divora tutti, avversari ma anche compagni se non complementari o sudditi, se non funzionali al progetto, se troppo anarchici anche per bellezza. Ma se Dybala non trova spazio vero né con Allegri, né con Sarri, né con Pirlo, né tantomeno nella nazionale argentina, qualche dubbio viene.

                    Lo spagnolo si conferma imprescindibile in questa fare per i bianconeri. E il paragone con l'argentino continua a mostrarsi impietoso
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                    • Sean
                      Csar
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                      Inter-Real Madrid, formazioni e dove vederla: rispetto all’andata la difesa titolare e un Lukaku in più

                      Conte sprona i suoi: «Il salto non l’abbiamo ancora fatto: «Per noi è una finale, non abbiamo tante vie di scampo, dobbiamo vincere. Se qualcuno non regge la pressione può andarsene in squadre medio-piccole»

                      Per giocare con i grandi bisogna dimostrare di esserlo diventati. Da troppi anni l’Inter si parla addosso, contro il Real Madrid ha l’occasione di far vedere se davvero può ambire a qualcosa o se invece il processo di rieducazione alla vittoria è ancora una digestione in atto. Da otto stagioni non approda agli ottavi di finale, non battere gli spagnoli potrebbe significare dover sotterrare di nuovo la speranza di passare il turno. Un pareggio lascerebbe accesa una fioca lucina, avvierebbe però una serie di calcoli, con il rischio altissimo di dover poi contare su regali altrui. Al solito spaventa l’eventualità di retrocedere nel purgatorio dell’Europa League. Nel girone d’andata di Champions l’Inter ha raccolto meno di quanto meritava, guardare indietro però è un esercizio inutile, una perdita di tempo.

                      Svestiti i panni del tecnico paziente, Antonio Conte è tornato a mostrarsi nel suo abito più congeniale e preferibile, il condottiero dalla faccia cattiva. «Per noi è una finale, non abbiamo tante vie di scampo, dobbiamo vincere. Se vogliamo possiamo farlo».

                      Il successo in rimonta contro il Torino non ha però smorzato le critiche, semmai le ha amplificate. «Si cerca di negativizzare tutto. Quando giochi in squadre importanti devi sapere che o è tutto bello o è tutto brutto. Se qualcuno non regge questa pressione può andare in squadre medio piccole e vivere più tranquillo. L’unico modo per non finire in pasto a speculazioni e alle tante scemenze che si sentono è rispondere sul campo», ringhia il tecnico.


                      C’è un fattore mancante: la mentalità vincente. Cambiano gli allenatori, i dirigenti, le presidenze, ma il salto l’Inter non lo fa. Da capire se è dovuto all’ultimo mercato, fatto più di necessità che di vere scelte, o a un vecchio tarlo nerazzurro difficile da estirpare, anche per uno come Conte che in carriera ci è riuscito praticamente ovunque. «Ci si aspetta tantissimo da parte nostra, ma il salto non lo abbiamo ancora fatto. Le chiacchiere stanno a zero, dobbiamo fare i fatti, tutti si devono assumere delle responsabilità: io, i giocatori e il club. Se non è ancora avvenuto non vuol dire che non avverrà». Capitan Handanovic chiede di fare i conti a fine girone, «possiamo recriminare più degli altri, ma mancano tre gare poi tireremo le somme».

                      L’anniversario dell’ultimo successo in casa dell’Inter sul Real cade proprio il 25 novembre: era il 1998, 3-1 con doppietta di Roby Baggio. Stavolta gli spagnoli sono pieni di cerotti e mancanze. «Fa ridere sentire il Real Madrid piangere per le assenze, loro proprio non possono permetterselo», sintetizza Conte.

                      L’allenatore però sa di giocarsi molto. È alla quinta partecipazione in una coppa europea, uscire ai gironi come l’anno passato aumenterebbe i rimpianti per i successi mancati con Borussia (QUI) e Shakhtar (QUI) e ingrasserebbe le critiche. «Restano 3 gare e per qualificarci dovremo fare almeno 7 punti, se non vincerle tutte e tre. Abbiamo dimostrato di meritare qualcosa in più, ma se i risultati non sono arrivati dobbiamo guardarci dentro e migliorare». Quanto meno ci sarà Lukaku, assente all’andata (QUI: l’analisi della partita finita 3-2), e la coperta calda della difesa titolare: dovrebbe garantire maggior protezione al reparto, capace di chiudere la porta solo in due occasioni. Oggi non sono ammessi errori: è ora di diventare grandi.


                      Inter (3-4-1-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Vidal, Gagliardini; Young; Lukaku, Lautaro. All.: Conte
                      Real Madrid (4-3-3): Courtois; Carvajal, Varane, Nacho, Mendy; Modric, Casemiro, Kroos; Asensio, Mariano, Hazard. All.: Zidane
                      Arbitro: Taylor (Inghilterra)
                      TV: ore 21, Sky

                      CorSera
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                        UEFA CHAMPIONS LEAGUE 2020-2021
                        FASE A GIRONI
                        Giornata n.4

                        Rennes-Chelsea (E) 1-2
                        (22′ Hudson Odoi C, 85′ Guirassy R, 90’+1′ Giroud C)

                        Krasnodar – Siviglia (E) 1-2
                        (4′ Rakitic S, 56′ Wanderson K, 90’+5′ Munir S)

                        Lazio-Zenit San Pietroburgo (F) 3-1
                        (3′ Immobile L, 25′ Dzyuba Z, 22′ Parolo L, 55′ Immobile rig L)

                        Borussia Dortmund – Bruges (F) 3-0
                        (18′ Haaland BD, 45’+1′ Sancho BD, 60′ Haaland BD)

                        Dynamo Kiev – Barcellona (G) 0-4
                        (52’Dest B, 57′ Braithwaite B. 70′ Braithwaite rig. B, 90’+2′ Griezmann B)

                        Juventus – Ferencvaros (G) 2-1
                        (19′ Uzuni F, 35′ Ronaldo J, 90’+2′ Morata J)

                        Paris SG – Lipsia (H) 1-0
                        (11′ Neymar rig. PSG)

                        Manchester United – Istanbul Basaksehir (H) 4-1
                        (7′ Bruno Fernandes MU, 19′ Bruno Fernandes MU, 35′ Rashford rig. MU, 75′ Turuc IB, 90’+2′ James MU)
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                        nella necropoli deserta»

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                          Mercoledì 25 novembre 2020

                          Borussia Moenchengladbah – Shakhtar Donetsk (B)

                          Olympiacos Pireo – Manchester City (C)

                          Bayern Monaco – Salisburgo (A)

                          Atletico Madrid – Lokomotiv Mosca (A)

                          Inter – Real Madrid (B)

                          Marsiglia – Porto (C)

                          Ajax – Midtjylland (D)

                          Liverpool – Atalanta (D)
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            La Roma devia sugli esterni


                            IL TEMPO (A. AUSTINI - F. BIAFORA) - Sono diventati sempre più importanti, sgravati da compiti difensivi e decisivi quando bisogna attaccare. Gli esterni della Roma rappresentano un punto di forza nel nuovo corso di Fonseca, ma le pedine sembrano destinate a cambiare. Se Spinazzola e il ritrovato Karsdorp restano al momento fuori da discorsi di mercato, lo stesso non può dirsi di Bruno Peres, Calafiori e Santon. Detto che quest’ultimo in ogni sessione è stato messo in vendita e lo stesso potrebbe accadere a gennaio, il brasiliano si avvia alla scadenza di contratto il prossimo giugno e deve ancora sudarsi la conferma.

                            Una valutazione rinviata ai prossimi mesi, mentre sta diventando urgente prendere una decisione sul futuro di Calafiori. In stallo le trattative per il rinnovo del contratto che lega il giovane esterno sinistro alla Roma fino al 2022. Tra il club e il suo procuratore, il «terribile» Mino Raiola, c’è distanza su tutto. La società vorrebbe blindare il ragazzo con un quinquennale a salire da una base fissa di 500mila euro netti. Raiola chiede invece per Calafiori un contratto di durata triennale, con stipendio più che raddoppiato rispetto all’offerta giallorossa: un milione e 200mila euro netti.

                            Le parti sono rimaste rigide sulle proprie posizioni, la Roma giudica assolutamente congrua la proposta formulata a Calafiori, un talento molto promettente che, dopo il lungo stop per l’infortunio al ginocchio, finora ha giocato appena un’ora tra i professionisti in casa della Juventus all’ultimo turno dello scorso campionato. Quest’anno è stato messo fuori causa dal Covid e ora spera di avere un po’ di spazio, a partire da domani in Europa League. Intanto Raiola tiene il punto, soprattutto sulla durata del nuovo contratto che non vorrebbe più lungo di tre anni, e ha iniziato a offrire il terzino in giro per l’Italia e l’Europa. La sensazione è che se la società dovesse alzare la posta fino a 800mila euro si potrebbe arrivare alla firma. E la famiglia del ragazzo spinge Raiola ad ammorbidire le pretese. Se non si arrivasse a un accordo la Roma sarebbe pronta ad ascoltare offerte di altri club per il cartellino, a partire dal mercato di gennaio. Anche perché l’eventuale cessione di Calafiori produrrebbe una plusvalenza utile per il bilancio.

                            Passando alla fascia destra, la Roma ha messo gli occhi su un altro giovane interessante: piace, e non poco, il francese Brandon Soppy, 2002 del Rennes. Fisico massiccio, buona tecnica, gioca anche da centrale con l’Under 17 transalpina e ieri era in panchina nella gara col Chelsea in Champions. Il suo «problema» è la ricchezza del club in cui milita: il Rennes chiede quasi 15 milioni per iniziare una trattativa. Una chiave potrebbe essere Nzonzi, rimasto ai francesi in prestito anche quest’anno, ma senza alcun diritto di riscatto. Lo scambio con conguaglio potrebbe essere una via, ammesso che Nzonzi accetti.

                            Di questo e molto altro dovrà occuparsi Tiago Pinto. Il futuro capo dell’area tecnica romanista è già al lavoro in anticipo rispetto alla partenza del suo contratto fissata a gennaio. Al momento è Morgan De Sanctis a guidare la fase di «transizione» a Trigoria, mentre Fienga è uscito dalle questioni tecniche. Ma quello che cambierà rispetto al passato è l’incidenza dei proprietari sul mercato: i Friedkin, soprattutto Ryan, intendono partecipare alle trattative. E Pinto dovrà riportare direttamente a loro.

                            IL TEMPO (A. AUSTINI - F. BIAFORA) - Sono diventati sempre più importanti, sgravati da compiti difensivi e decisivi quando bisogna attaccare. Gli esterni della Roma rappresentano un punto di forza nel nuovo corso di Fonseca , ma le pedine sembrano destinate a cambiare. Se Spinazzola e il ritr...
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
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                              Liverpool-Atalanta, formazioni e dove vederla. Gasperini si affida all'usato sicuro

                              Tre anni fa il clamoroso 5-1 in Inghilterra, ma Gasperini frena: «Altra storia e altri avversari, dovremo essere bravi a non commettere errori»

                              Dimenticare i cinque gol subiti tre settimane fa, ricordando i 5 segnati tre anni fa. È la premessa per l’Atalanta che comincia il girone di ritorno del gruppo D di Champions ad Anfield contro il Liverpool (fischio d’inizio alle 21), in quella città che nel 2017 — all’epoca disputava l’Europa League — la vide sbaragliare l’Everton favoritissimo alla vigilia. Finì 5-1 per i nerazzurri che da quel match presero lo slancio per il passaggio ai sedicesimi di finale. Situazione analoga, stasera, ma l’avversario ha altre qualità, al netto degli infortuni, soprattutto in difesa. Lo ha dimostrato a inizio novembre con il 5-0 senza storia dell’andata di Bergamo (anche se Klopp ha messo in guardia i suoi identificando i bergamaschi come una «minaccia» nonostante quella goleada).


                              «Rispetto a quella partita dovremo essere bravi a non ripetere gli errori difensivi che sono costate le reti iniziali e, quindi, il pesante risultato finale — le parole alla vigilia di Gian Piero Gasperini che stasera festeggia le 200 panchine da allenatore dell’Atalanta —. Dovremo essere più compatti e non concedere certi spazi che loro sfruttano al massimo grazie a tecnica e velocità». Capitolo amarcord. «Rispetto alla gara con l’Everton è cambiato molto anche se sono passati solo tre anni. La mia squadra è diversa e la competizione è molto più tosta. Però quel primo anno di coppe europee è servito moltissimo, è stato l’inizio di un percorso che ci ha portato e qualificarci in Champions per due anni di fila, fino ad arrivare ad Anfield. Essere qui è un grandissimo traguardo, ma vogliamo fare una bella prestazione e penso ci siano i presupposti per farla».

                              In che modo? Affidandosi all’usato sicuro e cioè ad Hateboer e Gosens (contro l’Everton segnò la prima rete in nerazzurro) sulle fasce con De Roon e Freuler in mezzo. Davanti confermati Gomez e Zapata, per completare il tridente ballottaggio tra Ilicic, Muriel e Miranchuk.


                              Liverpool (4-2-3-1): Alisson; Neco Williams, Rhys Williams, Matip, Tsimikas; Jones, Wijnaldum; Salah, Jota, Minamino; Origi. All. Klopp.
                              Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Romero, Djimsiti; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens; Gomez; Miranchuk, Zapata. All. Gasperini
                              Arbitro: Carlos del Cerro Grande (Spagna)
                              Tv: ore 21, Sky.

                              CorSera
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                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

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                                Tamponi Lazio, i conti non tornano
                                Per la Procura di Avellino i positivi sono più di venti


                                Al laboratorio risultano solo otto contagi: «Problemi di conservazione delle provette sequestrate»

                                La questione dei contagi Covid in casa Lazio potrebbe non essere più una faccenda legata soltanto a tre giocatori e al diritto di schierarli o meno in una determinata partita. Dalla verifica di laboratorio dei tamponi sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle scorse settimane nella sede di Formello della società biancoceleste, emergono numeri molto più ampi, che, se confermati, farebbero pensare addirittura a un focolaio.

                                La vicenda è complessa. La Lazio affida i periodici controlli cui vengono sottoposti giocatori e staff al centro polispecialistico Futura Diagnostica di Avellino. È una scelta del presidente Lotito, che probabilmente però non potrà più fare perché la Lega ha dato mandato alla Federazione dei medici sportivi di redigere linee guida per implementare il protocollo, e la prima indicazione riguarda l’identificazione di un laboratorio unico cui dovranno fare riferimento tutte le società di serie A.


                                Alla vigilia di Torino-Lazio dell’1 novembre scorso il laboratorio irpino certifica la negatività, tra gli altri, anche di Immobile, Leiva e Strakosha, che invece erano risultati positivi pochi giorni prima, quando la Lazio aveva giocato contro il Bruges in Champions e i tamponi erano stati processati da un altro laboratorio indicato dall’Uefa. Inzaghi è quindi libero di schierare chi vuole, ma da quel momento le contraddizioni tra gli esami eseguiti da Futura Diagnostica e quelli svolti da altri laboratori si ripeteranno più volte. Finché la Procura di Avellino decide di aprire un fascicolo, fa sequestrare i tamponi e iscrive nel registro degli indagati, per falso, frode in pubbliche forniture e epidemia colposa, Massimiliano Taccone, titolare del laboratorio di Avellino.


                                Il primo passo dell’inchiesta è far ripetere nei laboratori dell’ospedale Moscati gli esami su tutti i tamponi acquisiti, che sono novantacinque. Non appartengono tutti a giocatori, ci sono quelli dei loro familiari e quelli di altri dipendenti della Lazio. Ma i risultati depositati ora dal consulente dei pm ingigantiscono di molto l’intera questione. Perché a fronte degli otto positivi (non giocatori) riscontrati in passato dal laboratorio di fiducia di Lotito, stavolta quelli che risultano contagiati sono ben più di venti.

                                Come sia stata possibile una differenza così ampia cercheranno di stabilirlo le ulteriori indagini. Ma nel frattempo la difesa di Taccone è pronta a mettere in discussione gli esami eseguiti al Moscati. L’avvocato Innocenzo Massaro depositerà già oggi in Procura una richiesta di verifica di quegli accertamenti. Secondo la tesi della sua consulente, ci sarebbero stati errori sia nella conservazione dei tamponi dopo il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza, sia nell’esecuzione degli esami stessi. Secondo il perito della difesa i reperti non sono stati tenuti alla necessaria temperatura e il laboratorio li avrebbe processati a troppi giorni di distanza dai prelievi.


                                CorSera
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                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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