Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sidius
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    Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
    Dicevate del 2006 e dei campioni che ancora non avevano raccolto il giusto...ma quell'Italia, per l'epoca e per il gioco dell'epoca pre Sacchi ma Liedholm odierna (per parlare di uno che non faceva "catenaccio")...era zeppa di talento e testosterone.
    Per non parlare di chi hai affrontato, perché gli avversari dell'82, col cazz0 che ce li avevi contro nel 2006.
    Qualcuno per demerito, qualcuno non c'era proprio e qualche altro lo hai scansato nel post girone...bene eh, però quel Brasile, Maradona, la stessa Polonia del tempo e quella Germania...erano davvero tanta roba.

    Ma infatti non voleva essere un paragone tecnico, la nazionale vincitrice nell'82 aveva costruito le basi (alla faccia delle basi) nel mondiale del 78', per poi vincere il seguente.

    La nazionale del 2006 andava avanti a lacrime dal 1990, non stop tra mondiali ed europei sfiorati e rimpianti, nse ne poteva più
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
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    • Sidius
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      Ma il milan ha vinto 3-1 o ho visto giocare il foggia?

      State tutti a piagne
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        Ibrahimovic non si ferma più, due gol anche al Napoli e Milan primo in classifica: è un pugno sul tavolo dello scudetto.

        -Il grande mucchio al comando del campionato. L’Inter rischia lo sprofondo e la crisi definitiva alla vigilia del match col Real Madrid, poi si sveglia rimonta e sorpassa il Torino. Conte non vuol sentire critiche, per lui non esiste un’Inter snaturata, compassata, lenta e senza la sua classica impronta. “Non è vero, se si vuole un calcio tutti all’assalto e basta quello non è per me”. Potrebbe essere la vittoria della ripartenza.

        NAPOLI-MILAN 1-3
        Non ci sono più parole per Zlatan Ibrahimovic. E’ un concentrato di forza, capacità e genio che sta trascinando il Milan, lo sta mantenendo in testa alla classifica, è ormai un simbolo non solo rossonero ma del calcio italiano e in genere la dimostrazione che i limiti del tempo sono spostati molto più avanti. Stiamo assistendo alla sublimazione di una star, alla dimostrazione che certi giocatori non sono fatti della stessa pasta degli altri.E’ accaduto o accade tuttora con giocatori speciali come Buffon, Maldini, Totti, Zanetti e così via.

        I due gol al Napoli sono stati pesantissimi come valore e peso specifico sulla partita. Significano il primato e un sogno che continua. Nessuno pensava a un Milan da primato, nessuno pensava a un Ibrahimovic così, ma sia il Milan che Ibra fanno parte dell’eccellenza. Nel senso che un tempo questa era la normalità.

        Ibra ha messo ko il Napoli di Gattuso, che pure non ha certo fatto una gara disprezzabile, anzi. Ma siamo già alla terza sconfitta al San Paolo e non tutto è perfetto. L’allenatore è stato abbastanza chiaro: “Mi prendo tutte le responsabilità, però è chiaro che ci manca qualcosa, un certo furore agonistico”. L’assenza di Osimehn non poteva essere un problema insormontabile, perché il Napoli è comunque in grado di mettere in campo Mertens e perché Donnarumma comunque ha dovuto darsi da fare. Ibra (di nuovo in coppia con Rebic, gli è stato risparmiato un cartellino almeno per una gomitata in faccia a Koulibaly è poi uscito prima a causa di un preoccupante dolore muscolare alla coscia) è stato eccezionale ma ha anche sfruttato l’incertezza e l’immobilità difensiva del Napoli: per quanto il primo gol sia stato molto esaltato dalla tv, mi sembra che la difesa del Napoli avrebbe potuto fare meglio. La mazzata è stata l’espulsione di Bakayoko che gli ha impedito di coltivare la speranza della rimonta.

        “Questo Milan non è stato costruito per vincere subito”
        ha detto Bonera andato in panchina al posto di Pioli (in quarantena per Covid). Si pensava a un rallentamento, a una fase di normalizzazione del Milan, non è stato così. Più va avanti e più mette a punto l’intesa con Ibrahimovic: 10 gol in appena 6 partite di campionato giocate sono tantissimi. Direi un pugno sul tavolo dello scudetto.


        ***


        INTER-TORINO 4-2
        E’ un momento particolarmente delicato per l’ Inter. Stava per finire malissimo, da una sconfitta contro il Torino sarebbe uscita a pezzi, rischiando di destabilizzarsi forse in maniera quasi irreparabile. Alla vigilia di un delicatissimo e già difficile confronto col Real Madrid in Champions League sarebbe stato veramente devastante. C’è un grande equivoco, di base, irrisolto nel campionato di quest’anno. L’Inter di Conte che cerca se stessa nella compassatezza del gioco, nella lentezza, nel tiki taka, e nella ricerca ragionata del gol è un controsenso. Non credo che nemmeno Conte lo voglia, ma che la situazione gli sia abbastanza sfuggita di mano. Ma da intestardirsi abbastanza e comunque tanto da offendersi quando gli si sottolinea il problema: “Il calcio non è tutti avanti e basta, se si voleva questo allora non si doveva chiamare me. Credo anche di aver vinto e dimostrato qualcosa nella mia carriera”. I due gol del Torino sono stati comunque uno schiaffo in faccia che ha scosso l’ Inter, che di rabbia ha trovato i quattro gol necessari alla rimonta e al sorpasso. L’ Inter di Lukaku e Lautaro ha ancora molto da dire e soprattutto da fare. Quella con il Torino potrebbe essere una ripartenza. Potrebbe…

        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Continua a stupire invece il Sassuolo, bellissimi i gol di Boga e Berardi: può essere l’Atalanta di quest’anno. Anche se De Zerbi non è certo un allenatore alla Gasperini.

          – Fonseca invece regala ai tifosi giallorossi la miglior Roma della sua gestione, con un grande attacco che riesce a prescindere da Dzeko e con un Mkhitarian tornato davvero a fare il campione.

          VERONA-SASSUOLO 0-2
          Gol bellissimi, particolarmente quello di Boga. Il Sassuolo al comando può essere una sorpresa – anzi sicuramente lo è – ma non è un equivoco o una stranezza. Per quanto rappresenti la provincia non è la provincia del calcio come la intendiamo noi, è una provincia ricca, industriale, capace di programmare. Fin dai tempi del patron Squinzi il Sassuolo è la fotografia di quella realtà. Assimilerei il Sassuolo all’ Atalanta dei tempi migliori, anzi forse potrebbe essere l’Atalanta di quest’anno, anche se De Zerbi è un tipo quasi opposto a Gasperini, uno di quei visionari alla Zeman, alla Sarri o alla Sacchi, probabilmente destinato in futuro al salto in una grande squadra. Berardi, per parlare del top della squadra, ha trovato a Sassuolo un ambiente talmente ideale da non riuscire più a staccarsene. Detto questo squadre così vivono spesso dentro una bolla di perfezione, vedremo nelle prossime settimane se il Sassuolo saprà anche sporcarsi le mani, continuare a vincere pur non nella perfezione assoluta. Nel calcio determinante è l’uscire al meglio possibile dai momenti di difficoltà. Il Sassuolo per adesso + nell’idealità più più assoluta. Può essere quello il tallone d’Achille dei perfezionisti utopistici alla De Zerbi.



          ***


          ROMA-PARMA 3-0
          Ha una lunga carriera alle spalle Henrix Mkhitaryan con passaggi in alcuni dei principali club europei (Shakhtar Donetsk, Borussia Dortmund, Manchester United, Arsenal), non è mai stato un giocatore di grandissima continuità, e ha avuto spesso anche problemi di intesa con molti allenatori. Nella Roma di Fonseca ha forse raggiunto il top, la stessa qualità e ispirazione che aveva trovato nei suoi tre anni al Borussia Dortmund. Nell’assenza di Dzeko (positivo al Covid) è diventato lui il punto di riferimento dell’attacco della Roma, l’armeno dà grinta, qualità, assist, gol (5 in due partite). Ha cambiato la geometria del gioco giallorosso, gli ha dato consistenza e concretezza: il resto della squadra può anche ruotare ma i quattro d’attacco (Dzeko, Pedro, Mayoral e Mkhitaryan) sono oggi il motore principale. Mai la Roma di Fonseca aveva avuto un periodo così felice e gratificante, anche di equilibrio interno e serenità. Può essere che sia dovuto al nuovo assetto societario, può essere Friedkin padre e figlio ispirino la squadra molto di più dei gestori precedenti, la Roma vince sempre con una certa ricchezza di gol, senza particolari sofferenze. La Roma è nel grande mischione che occupa la parte alta della classifica: aspettando che qualcuno vada veramente in fuga. Magari la Roma stessa.

          Sarebbe in testa col Sassuolo se non le fosse stato tolto quel punto col Verona per quello stupido errore veniale di compilazione della lista pagato col massimo della pena.


          SERIE A 2020-2021 8a GIORNATA Sabato 21 novembre 2020 Crotone-Lazio 0-2 (21' Immobile L, 58' Correa L) Spezia-Atalanta 0-0 Juventus-Cagliari 2-0 (38' Ronaldo J, 42' Ronaldo J) Domenica 22 novembre 2020 Fiorentina-Benevento 0-1 (52' Improta T) Verona-Sassuolo 0-2 (42' Boga S, 76' Berardi S) Inter-Torino 4-2 (45'+2' Zaza T, 62' Ansaldi rig T, 64' Sanchez I, 67' Lukaku I, 84' Lukaku rig I, 90' Lautaro Martinez I) Roma-Parma 3-0 (28' Mayoral R, 32' Mkhitaryan R, 40' Mkhitaryan R) Sampdoria-Bologna 1-2 (7' Thorsby S, 44' Regini aut B, 52' Orsolini B) Udinese - Genoa 1-0 (34' De Paul U) Napoli-Milan 1-3 (20' Ibrahimovic M, 54' Ibrahimovic M, 63' Mertens N, 90'+5ì Hauge M) *** NAPOLI-MILAN 1-3 Non ci sono più parole per Zlatan Ibrahimovic. E' un concentrato di forza, capacità, genio che sta trascinando il Milan, lo sta mantenendo in testa alla classifica, è ormai un simbolo non solo rossonero ma del calcio italiano e in genere la dimostrazione che i limiti del tempo sono spostati molto più
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            Milan, la vetta non è un caso

            Bella partita e grande Milan, che ha chiuso un bellissimo week end di calcio vincendo a Napoli e restando leader della classifica. Ibrahimovic è sempre più devastante. Lo è dal punto di vista della personalità, ma questo era scritto: uno che arriva a questi livelli a quell’età è chiaro che si tratta di un giocatore non comune. Ma quello che sorprende è la sua incisività dal punto di vista tecnico: si pensava che potesse essere il cardine carismatico per la ricostruzione, e invece lui è determinante in campo oltre le aspettative. Bravissimo anche Pioli, che ha costruito un meccanismo che prima di tecnica e tattica ha puntato su appartenenza, senso del dovere, voglia di vincere. In pratica le qualità del Milan che abbiamo conosciuto noi negli anni ottanta e novanta. Comunque anche il Napoli ha giocato una buona partita, forte di un bel collettivo che però non ha un totem come Ibra. Insigne sembrava stanco, Mertens è forte ma non è un leader che ti trascina una squadra allo scudetto.

            E poi ci sono altre bellissime realtà. La Roma è un meccanismo che funziona, la squadra si diverte. Allenatore umile, perbene, e determinato come Fonseca: si capisce che sa guidare i giocatori. Mkhitaryan poi non è chiaro in che ruolo giochi, ma fa un sacco di gol, quindi… E poi ha giocato senza Smalling e Dzeko. Insomma, una realtà bellissima, come del resto lo è la Lazio. Della vittoria di Crotone voglio estrapolare il passaggio che ha permesso il gol di Immobile: lo ha fatto Parolo, ma era talmente bello che pensavo lo avesse calibrato Luis Alberto. In quella giocata c’è tempo, velocità, occhio, un manifesto che fa capire perché il calcio piace a tutti. L’Inter ha fatto vedere tutto il suo enorme potenziale. Sembrava alla deriva, Conte ha fatto qualche cambio, ha fatto 4 gol in mezz’ora al fragile Torino ma poteva farne sei…

            Detto che l’Atalanta è l’unica nota mezza stonata (precisione scarsa sotto porta, ma la prestazione c’è stata), chiudo con la Juve. Con il Cagliari la squadra di Pirlo ha fatto capire di voler tornare prepotentemente protagonista: Ronaldo stratosferico, De Ligt garanzia di continuità anche senza Bonucci e Chiellini, e soprattutto Demiral, semplicemente perfetto. In poche parole, si candida ancora come favorita per lo scudetto per un semplice motivo: Cristiano Ronaldo è troppo forte.

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              Juventus, Pirlo apre la fase due: far spendere meno energie a Ronaldo per esaltarlo. E recuperare Dybala

              Terminato l’ambientamento, la miglior prestazione della stagione contro il Cagliari, ora servono conferme. «Giocare a 2 tocchi deve essere il nostro fulcro e ci possiamo divertire»

              Non ha ancora vinto due partite di fila in campionato, ma la Juventus ha una faccia nuova, di chi ha cominciato a capirsi e a divertirsi. La rivoluzione di Pirlo è silenziosa e i quattro pareggi in campionato sono serviti a tenere i riflettori lontani dai bianconeri e dal loro lavoro, agevolato anche dal ritmo non forsennato delle avversarie. La vittoria sul Cagliari è l’inizio della seconda fase, dato che la prima - «quella dell’ambientamento», come l’ha definita l’allenatore neofita — è terminata.

              Nei programmi juventini è arrivato il momento del consolidamento e coincide con un calendario che sembra fatto apposta: dicembre impegnativo ma non terribile (Barcellona e Atalanta i picchi) e gennaio con due settimane fondamentali, con le sfide ravvicinate in campionato contro Milan (6 gennaio), Sassuolo (10) e Inter (17) , per terminare con la Supercoppa contro il Napoli, il 20 gennaio.

              Saranno due mesi chiave e saranno nel segno di Ronaldo, perché tutto nella Juventus dipende da lui, nel bene e anche nel male, se è vero che Madama ha cambiato due allenatori dopo due scudetti, segno che qualcosa non funzionava. La sfida, non completamente vinta da Allegri e nemmeno da Sarri, è quella di esaltare un attaccante di quantità e qualità come CR7 — che notoriamente non vuole fare il centravanti puro — senza perdere equilibrio e anche senza essere totalmente Ronaldo-dipendenti. Il portoghese ha già segnato 8 gol in quattro partite e mezza, ma attorno a lui sta crescendo una architettura ambiziosa e sempre più fluida, che consente a Cristiano di giocare meno largo a sinistra e in un raggio d’azione più ristretto, per conservare energie preziose in zona gol: «Gli abbiamo spiegato che deve ricevere il pallone in certe zone di campo — spiega Pirlo — e lo ringraziamo perché ci ha dato sin da subito disponibilità».

              Far divertire Ronaldo, esaltando il collettivo: sembra facile a dirsi, ma la missione non è così scontata e parte da alcuni principi, come la velocità del palleggio: «Quando abbiamo giocato a due tocchi ci siamo anche divertiti — racconta il tecnico —. Quello deve essere il nostro fulcro perché abbiamo grandi giocatori con grande tecnica e ci possiamo divertire». Per raggiungere l’obiettivo, che ovviamente va affinato e sperimentato anche con altri avversari, il tecnico può contare su giocatori nuovi (Morata, Arthur, Kulusevski, Chiesa), ma anche su uomini rigenerati da questo tipo di approccio, che parte da Ronaldo ma coinvolge tutti gli altri: Danilo, Rabiot, Bernardeschi ultima versione, sono gli esempi migliori di questo scenario, in attesa che anche Dybala ritrovi la condizione migliore.

              Morata è una spalla che sa fare il protagonista, perché ha tecnica e maturità. De Ligt la spalla ce l’ha nuova, dopo l’operazione e tre mesi di assenza, ma ha mostrato cosa significa essere abituati a tenere la linea difensiva alta, senza paura dell’uno contro uno. Arthur sta invece trovando ritmo e verticalità, grazie anche alle incursioni di Rabiot e Kulusevski. E non è un caso che il c.t francese Deschamps e il c.t. brasiliano Tite abbiano certificato la crescita dei due centrocampisti juventini: Rabiot è stato l’uomo chiave per la vittoria sul Portogallo, giocando da quarto a sinistra come faceva Matuidi con Allegri, che lo usava come soluzione «protettiva» per equilibrare le scorribande di CR7.

              Pirlo, grazie a un parco giocatori più giovane e dinamico, va oltre: non solo un cordone di sicurezza attorno a Ronaldo, ma un intero sistema disegnato per esaltarlo, senza sacrificare nessuno. Qualche altro problema di crescita è prevedibile. Ma se funziona, non sarà facile togliere il decimo sorriso dalla faccia della Juve.


              CorSera
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                Inter, Lukaku accusa «Non siamo ancora una grande squadra. Conte: «Ha ragione, c’è poca voglia di lottare»

                L’attaccante belga, decisivo con due gol nella partita vinta in rimonta contro il Torino, prova a stimolare i compagni. Il tecnico si schiera dalla sua parte: «Serve furore agonistico». Marotta su Eriksen: «Non tratteniamo chi vuole essere ceduto»

                Romelu Lukaku decisivo per l’Inter. Non una novità per l’attaccante belga, grande protagonista della partita vinta dai nerazzurri in rimonta contro il Torino. Due gol, un assist e la consueta presenza chiave per i compagni. Il centravanti è forse nel momento di massimo splendore della propria carriera. I suoi numeri nell’anno solare 2020 sono spaventosi: 28 reti segnate, meglio di lui hanno fatto solo Haaland (31), Cristiano Ronaldo (33) e Lewandowski (38). In campionato, da quando è arrivato in Italia, le marcature diventano 30 in 43 gare. Solo Ronaldo era stato più veloce ad arrivare a quota 30 (41 partite).

                L’accusa di Lukaku

                Romelu sempre più leader insomma, un’etichetta dalla quale però rifugge: «Abbiamo tanti giocatori importanti, io sono solo uno dei 25 in questo spogliatoio, — ha detto nel post partita a Dazn —. Voglio aiutare questa squadra a vincere, ma dobbiamo lavorare di più perché non abbiamo giocato una buona partita. Non siamo ancora una grande squadra, non va bene essere così in difficoltà. Abbiamo giocato per 60’ veramente male —ha aggiunto —, eravamo in difficoltà, senza cattiveria e senza voglia. Poi dopo ci siamo svegliati e abbiamo vinto, questa alla fine è la cosa importante».


                Conte dà la scossa

                Un’opinione, quella di Lukaku, condivisa anche da Antonio Conte. «Romelu ha detto che non siamo ancora una grande squadra? Ho dei ragazzi intelligenti. Sono contento che lui abbia fatto questa valutazione. — ha commentato a Dazn —. Noi dobbiamo scavare i solchi. E solo dopo possiamo parlare di traguardi. Serve furore agonistico. Voglia di vincere. Gli avversari lo devono sentire. E questo ancora non lo facciamo. All’inizio avevamo poco furore agonistico, poca determinazione, poca voglia di lottare. Ma abbiamo qualcosa d’importante a livello caratteriale, non era semplice rimontare 2 gol. Io comunque sono d’accordo con Romelu» ha concluso Conte.


                Marotta contro Eriksen

                Atteggiamento sbagliato ma reazione giusta, a chiudere con un insperato lieto fine una giornata iniziata con un’altra grana. Prima della partita con il Torino, infatti, l’a.d. Beppe Marotta si è schierato con il suo allenatore, di fatto scaricando Christian Eriksen: «Noi non dobbiamo trattenere un calciatore nel momento in cui chiede di essere trasferito — le sue parole a Dazn —. Faremo le giuste valutazioni. Ad oggi è a disposizione e Conte lo sta utilizzando nel rispetto del calciatore e del club. Richieste? Al momento non sono arrivate. Nel caso cercheremo di trovare le giuste combinazioni».


                CorSera
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                  Messi-Barcellona, crisi sempre più ampia. Veleni, sconfitte e infortuni: e Piqué si rompe il ginocchio

                  Dopo la partita persa contro l’Atletico Madrid Leo non si è presentato in conferenza stampa, mandando il 17enne Pedri: un ulteriore messaggio al club. Guardiola e il Manchester City aspettano

                  Veleni, liti, fughe e infortuni. È sempre più profonda la crisi del Barcellona, crollato in classifica all’undicesimo posto dopo l’ennesima sconfitta di questa tormentata stagione, l’1-0 rimediato sabato notte in casa dell’Atletico Madrid. Il mondo blaugrana è nel caos: 11 punti in 8 giornate, la peggior partenza da quasi trent’anni a questa parte, 1991/92.

                  Alle difficoltà ambientali e tecniche s’aggiunge ora anche la malasorte, con Gerard Piqué che s’è rotto il ginocchio. Il problema del difensore, uno dei simboli più scintillanti e iconici dell’età dell’oro del futbol catalano, era parso serissimo fin da subito e le prime impressioni sono state confermate dagli esami: lesione di terzo grado al legamento laterale interno e lesione parziale al legamento crociato del ginocchio destro. Uscito in lacrime dopo un contrasto con Correa, sarà indisponibile per almeno tre mesi, che potrebbero diventare sei nel caso in cui si dovesse operare. Non ci sarà quindi al Camp Nou l’8 dicembre contro la Juventus di Pirlo e Cristiano Ronaldo in Champions. E come lui anche Sergi Roberto, che sempre contro l’Atletico ha subito una lacerazione nel retto femorale della coscia destra. Rimarrà fuori due mesi.


                  È un momentaccio insomma per il Barcellona di Ronald Koeman, sempre alle prese anche col tossicissimo caso Messi, il cui contratto scade a fine stagione. Situazione sempre più tesa, frattura sempre più ampia. Dopo la sconfitta con l’Atletico, Leo non s’è nemmeno presentato alla stampa, mandando avanti il 17enne Pedri: un gesto che molti, anche dentro al mondo Barça, hanno interpretato come una precisa scelta, un chiaro messaggio. «Sono stanco di essere sempre il problema di tutto», ha tuonato il fuoriclasse di ritorno dall’Argentina, in risposta alle dichiarazioni dell’ex agente di Griezmann, che lo accusava di controllare tutto al Barça.


                  Una crisi talmente seria, quella fra Leo e il club che lo curò dal nanismo a 13 anni portandolo in Europa, che difficilmente verrà risolta dalla nuova dirigenza e dal nuovo presidente che verrà eletto nei prossimi mesi. È la convinzione di molti, incluso Rivaldo, ex fuoriclasse dei blaugrana, al Milan nel 2002/03: «Questa sarà l’ultima stagione di Leo al Barcellona, non riesco a immaginarmi il nuovo direttivo in grado di convincerlo a fare un passo indietro dalla sua decisione, considerando poi che il club non ha grandi risorse per permettersi di trattenerlo. E Messi avrà offerte migliori».

                  Sono infatti sempre più insistenti le voci di un passaggio di Lionel al Manchester City a fine stagione. E a poco servono le prevedibili smentite da parte di quella volpe di Guardiola, che giusto l’altro giorno, dopo aver rinnovato il suo contratto fino al 2023 con l’obiettivo di riconquistare quella Champions che è per lui ormai un’ossessione, ha parlato cosi: «Non so cosa Leo pensi, se voglia andarsene o meno, in ogni caso il calciomercato è a giugno dell’anno prossimo, non adesso». Poi ha aggiunto che «da tifoso» vorrebbe vederlo concludere la carriera in Catalogna. Da tifoso, già.


                  CorSera
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • germanomosconi
                    Bodyweb Senior
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                    • pordenone
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                    Originariamente Scritto da Marco pl
                    i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                    Originariamente Scritto da master wallace
                    IO? Mai masturbato.
                    Originariamente Scritto da master wallace
                    Io sono drogato..

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                    • Sean
                      Csar
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                      • In piedi tra le rovine
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                      Il Milan va. In 8 partite ha vinto due scontri diretti (con Inter e Napoli) e ha incassato soli 8 goal, il che vuol dire che la squadra non è solo Ibrahimovic.

                      Ibrahimovic porta carattere e personalità, è un formidabile collante, però c'è anche dell'altro: tutti danno molto, tutti fanno il loro compito con applicazione, e quindi la somma è più importante dei singoli.

                      Bene anche la Roma, dove Fonseca è riuscito a non farsi condizionare dalle critiche e dai gufi e ha tenuto la barra a dritta, andando avanti per la sua strada. La squadra risponde, i punti si accumulano, c'è dunque anche questa protagonista in corsa.

                      Sono due squadre che non venivano tenute molto in conto dai pronostici e che invece il campo ha fatto emergere a suon di prestazioni. Questo per dire che la critica ci prende sempre meno. Ora ovviamente il campionato è tutto da giocare, siamo all'inizio, ci sono una infintà di partite e maggio è molto lontano...ma il ventaglio delle candidate alle varie posizioni si allarga.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • KURTANGLE
                        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                        • Jun 2005
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                        • Borgo D'io
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                        Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
                        Mi confermate che anche stasera kurt ha preso 3 babà su x il culo? Chiedo x un amico
                        Hahahahahahahahahahhahaah

                        Inviato dal mio SM-G986B utilizzando Tapatalk
                        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                        Originariamente Scritto da GoodBoy!
                        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                        grazie.




                        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                        • marcu9
                          Bodyweb Advanced
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                          È innegabile che andiamo benone.
                          Chissà se riusciremo a reggere.

                          Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                          Originariamente Scritto da Sean
                          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                          • Sean
                            Csar
                            • Sep 2007
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                            Non è questione di voler essere ceduto ma di chiedersi perchè Eriksen vuol essere ceduto. Fin dal primo momento è stato visto male da Conte: è naturale farsi poi due domande e valutare cosa è meglio per la propria carriera.

                            Conte, Marotta...tutto e tutti verranno valutati a fine stagione sulla base dei risultati ottenuti. In due anni l'Inter ha investito molto e qualcosa si dovrà andare a raccogliere, altrimenti sarà difficile pure stavolta, con capriole e olè, aggrapparsi a qualche giustificazione, tanto più che squadre meno accreditate (e che hanno speso un quarto di quello che ha speso l'Inter) stanno viaggiando forte.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • KURTANGLE
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                              Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
                              Ma non c'è più la censura per la parola culo? Cioè tutto il monto può leggere che kurt è un rotto in culo?
                              [emoji1787][emoji1787][emoji1787][emoji1787][emoji1787][emoji1787]

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                              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                              Originariamente Scritto da GoodBoy!
                              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                              grazie.




                              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                              • Sean
                                Csar
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                                • Send PM

                                La proprietà ha ridato un'anima al club. Fonseca ha riportato un gioco da Champions

                                La Roma grazie ai suoi interpreti e al gioco scelto da mister Fonsecea continua a scalare la classifica della Serie A. I giallorossi si trovano infatti in solitaria al terzo posto in classifica, a soli tre punti dal Milan capolista, e non sembrano aver intenzione di fermarsi. La Roma vince e convince, imponendosi per 3-0 sul Parma nonostante assenze importanti, vedi Dzeko e Smalling pilastri dei rispettivi reparti. Il lavoro fatto sul e fuori dal campo, grazie alle scelte dei due nuovi proprietari Dan e Ryan Friedkin, sta dando i suoi frutti. I giallorossi infatti vogliono rientrare in zona Champions League, dalla quale mancano da due anni, ma nessuno vieta di sognare ancora più in grande in un campionato che a causa Covid non ha ancora trovato un suo vero leader. In fondo perché fermarsi prorio adesso.


                                (Il Messaggero)
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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