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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioAnzi per alcuni sono stati pure bassi.
Perisic ha poi vinto la CL col Bayern, per esempio.
Icardi campionato, coppa di Francia e finale di CL col PSG sfiorando il triplete, Kodogbia è una colonna portante dell Atletico.
Insomma, fior fiore di giocatori.
Non ne hanno venduto uno che sia uno a quelle cifre (a parte Icardi, ma sempre 70 milioni, mica 110)
O forse non ho colto l’ironia io [emoji16]
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Ma poi i migliori sono gli aumenti di 2-3 milioni di cessi a muro come Eder e Medel ahah
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Originariamente Scritto da Sidius Visualizza MessaggioMa poi i migliori sono gli aumenti di 2-3 milioni di cessi a muro come Eder e Medel ahah
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Con JJ e Santon sarebbero stati imbattibili.
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Madonna che doppietta...Originariamente Scritto da GoodBoy!modroc - yy
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Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggiograndissimo Frosinone!
Ricordiamo che l'ultimo pallone calciato verso il campo è finito direttamente nel kulo di stellina dopo aver sfiorato l'incrocio dei pali
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Giornata 8
SABATO 21 NOVEMBRE
15:00 Crotone-Lazio
18:00 Spezia-Atalanta
20:45 Juventus-Cagliari
DOMENICA 22 NOVEMBRE
12:30 Fiorentina-Benevento
15:00 Verona-Sassuolo
15:00 Inter-Torino
15:00 Roma-Parma
15:00 Sampdoria-Bologna
18:00 Udinese-Genoa
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Inter, il mese della verità: così Conte può cambiare marcia
Il tecnico deve riprendere in mano la squadra. Lo attendono 10 gare in 33 giorni in cui mettere alla prova se stesso e i giocatori, per non perdere il contatto con la testa della classifica in campionato e cercare di accedere agli ottavi di Champions
Dopo avere centrato una sola vittoria nelle ultime otto partite, passata la pausa per le nazionali, Antonio Conte deve riprendere in mano la squadra. Lo attendono dieci partite in 33 giorni, in cui mettere alla prova se stesso e i giocatori, per non perdere il contatto con la testa della classifica in campionato e cercare di accedere agli ottavi di Champions. Obiettivi che l'ex ct potrà centrare se riuscirà a far somigliare questa Inter a quella della scorsa stagione: il gruppo schiacciasassi che s'è visto nel girone di andata e nel finale di campionato. E di nuovo nella marcia verso la finale di Europa League.
I proclami di fiducia
Durante i dieci giorni di pausa l'ex ct ha parlato tanto, fra interviste e social network. Al britannico Telegraph ha raccontato di voler rimanere all'Inter a lungo. Una dichiarazione che ha sollevato l'umore dei suoi fan, che avevano vissuto con apprensione i mesi in cui le continue lamentele del tecnico nei confronti della società facevano pensare a un divorzio anticipato. Decisivo è stato l'intervento chiarificatore fra il tecnico e i vertici nerazzurri a Villa Bellini lo scorso 25 agosto. L'ex ct ha abbassato i toni e da mesi ripete di volersi "godere il percorso". Porta spesso l'esempio di Jurgen Klopp, "che per quattro anni al Liverpool non ha vinto nulla". Certo. Ma Conte sa anche bene che vincendo qualcosa il percorso sarebbe più godibile anche per i tifosi.
I fuochi d'artificio con le nazionali
A galvanizzare i tifosi interisti sono le prestazioni dei giocatori nerazzurri con le proprie nazionali, fra Nations League, amichevoli e qualificazioni ai Mondiali per le rappresentative sudamericane. Negli scorsi dieci giorni hanno segnato almeno gol o fatto assist Eriksen, Lukaku, Hakimi e Vidal. Con l'Italia hanno giocato bene sia Barella sia Bastoni, efficace su Lewandowski. Se da un lato si sono stancati, dall'altro hanno fatto il pieno di entusiasmo. Il ragionamento vale soprattutto per Eriksen, che con la sua Danimarca si riaccende. A lui va l'incoraggiamento di Lukaku: "Voglio aiutare Eriksen, ha tutto per essere un fuoriclasse. Se imparasse l'italiano potrebbe comunicare meglio. Ad alcuni giocatori serve tempo per adattarsi al calcio italiano".
Il cammino in campionato
L'Inter oggi è settima in campionato con 12 punti. Cinque in meno del Milan capolista. Uno appena sotto Juventus e Atalanta, che la precedono. Su sette partite in programma da qui alla pausa natalizia i nerazzurri ne giocheranno quattro a San Siro e tre in trasferta. In palio ci sono 21 punti, abbastanza per ribaltare la classifica. Domenica a Milano arriverà il Torino, quartultimo a 5 punti appena, guidato a distanza da Giampaolo, positivo al Covid. Conte dovrebbe avere a disposizione tutta la squadra tranne Kolarov e Brozovic, anche loro positivi al virus. Da valutare le condizioni degli infortunati Sensi e Pinamonti. Sabato 28 l'Inter giocherà a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Il 5 dicembre sarà ospite a San Siro il Bologna. Il 13 dicembre i nerazzurri voleranno a Cagliari. Il 16 sarà la volta di Inter-Napoli, cui seguiranno la gara casalinga con lo Spezia e la trasferta di Verona, due giorni prima di Natale. Sulla carta, nulla di proibitivo: delle prossime sette avversarie, solo Sassuolo e Napoli precedono in classifica il club di Antonio Conte.
La scalata Champions
Più complicato il percorso in Champions League. Con due pareggi e una sconfitta, i nerazzurri sono ultimi nel girone B di Champions League, guidato dal Borussia M'Gladbach (con cui l'Inter ha pareggiato 2-2 a San Siro) a 5 punti. Seguono a quota 4 lo Shakhtar Donetsk (con l'Inter pareggio per 0-0 a Kiev) e il Real Madrid, con cui i nerazzurri hanno perso in trasferta per 3-2. Per sperare di accedere agli ottavi, la squadra di Conte non deve perdere di nuovo contro i blancos, che mercoledì prossimo arriveranno al Meazza. Sarà un Real acciaccato, ma pure sempre Real. Zidane non avrà Sergio Ramos e Valverde, non al meglio Varane. Hanno superato il Covid Hazard e Militao. Guai vari li hanno avuti di recente anche Vinicius, Nacho, Casemiro e Modric. Recuperato invece Carvajal. Dopo il Real, il primo dicembre l'Inter dovrà affrontare in trasferta il Borussia e il 9 riceverà lo Shakhtar Donetsk a Milano, per l'ultima gara del girone. Riuscire a passare alla fase eliminatoria significherebbe per l'Inter dare un senso al secondo posto in campionato raggiunto la scorsa stagione. Uscire sarebbe invece un duro colpo, ma potrebbe consentire di concentrarsi su Serie A e Coppa Italia.
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Serie A, è il mese della verità: Ibra e la leggerezza del Milan. Juve, difesa d’emergenza. Inter: serve il vero Vidal
Dieci partite in 33 giorni per scoprire verità e bluff. Tutto quello che c’è da sapere su stato di forma, calendario e momento delle squadre di vertice
Il mese della verità
Un mese per scoprire verità e bluff. Per chi è scattato in avanti e chi è rimasto indietro, i prossimi 33 giorni diranno molto sul futuro. In campionato e in Europa, due terreni su cui i nostri sette club impegnati nelle coppe europee dovranno fare una full immersion. Come ogni anno al solito lì davanti c’è l’intruso o meglio la rivelazione: il Sassuolo. In verità una sorpresa non lo è più, ha ricominciato come aveva finito, con una continuità e una crescita che l’ha portato a un meritato secondo posto, legittimato dalla vittoria a Napoli. I fari però restano puntati sulle solite: Juventus, Inter, Milan, Napoli, Lazio, Roma e Atalanta, attese da dieci partite in un mese. Un mese senza sosta difficile da gestire e reso imprevedibile dagli agguati del coronavirus.
Inter: subito tre partite pesanti, serve il vero Vidal
I nerazzurri non sono partiti forte come l’anno passato, le altre però li hanno aspettati e in fondo la Juve ha solo un punto in più. Finora hanno stupito i tanti gol incassati dalla squadra di Conte, miglior difesa della passata stagione. La ripresa dopo la sosta non è semplice per l’Inter, attesa da tre incontri pesanti. Torino, Real Madrid e Sassuolo in sequenza. Preoccupa soprattutto lo scontro di Champions: non vincere con il Real significherebbe avere quasi un piede fuori dagli ottavi e un’eliminazione rischia di avere ripercussioni pesanti sul morale. La pausa per le Nazionali è stata al solito nefasta e ha tolto altri due pezzi: Brozovic e Kolarov. Ha però pure restituito calciatori in gran spolvero. Nelle partite internazionali hanno segnato in tanti: Lukaku, Lautaro, Eriksen, Vidal. I fari sono proprio sul centrocampista cileno, il salto passa da lui e da una ritrovata solidità difensiva. L’Inter ora deve accelerare e trovare concretezza sotto porta: avere finalmente Sanchez in ordine aiuterà.
Juventus: la crescita passa dalla difesa
I Campioni d’Italia non hanno ancora trovato il passo con il nuovo allenatore. Tre vittorie e 4 pareggi finora è una partenza a rilento, per chi era abituato a stroncare sul nascere la lotta scudetto, soprattutto quando c’era Allegri. «Ora deve iniziare il nostro campionato, il periodo di adattamento è finito. Da adesso fino a Natale avremo 10 partite da giocare come finali», sottolinea Pirlo. La prima oggi contro il Cagliari. Senza Bonucci e Chiellini, la novità è il duo De Ligt-Demiral in difesa, la coppia centrale del futuro: da loro passa la crescita. Il calendario è clemente con i bianconeri, in serie A gli scogli da qui a Natale sono il derby con il Torino e l’Atalanta, conditi dalla sfida con il Barcellona. In Champions la strada è spianata verso gli ottavi, i dubbi restano sul telaio della squadra. Finito il rodaggio è ora di spingere. La crescita più attesa è quella del brasiliano Arthur, mentre Rabiot è stato protagonista con la Francia. Dybala, decisivo in negativo con la Lazio, deve riscoprirsi.
Milan: Ibra può trascinare ancora
Trascinato da un entusiasmo dilagante suffragato dal primo posto in classifica, il Milan non sembra patire l’assenza in panchina di Stefano Pioli (e del suo vice Giacomo Murelli). Domani a Napoli sarà Daniele Bonera a guidare la squadra. Incoscienza e gioventù, considerati un handicap nel girone d’andata dello scorso anno, si sono trasformati in un punto di forza. Anche per l’assenza di pubblico i rossoneri giocano con leggerezza e spavalderia: hanno acquistato e fatto propria l’autostima che prima mancava. Ibrahimovic ha dimostrato di non essere solo un capotribù ma un vero e proprio leader tecnico, in grado di fare la differenza in un squadra che ora ha un’identità di gioco. L’assenza di Leao, tornato infortunato dalla Nazionale e in generale ricambi inferiori per qualità alle competitor possono alla lunga incidere. Il calendario non è proprio agevole. Domani c’è il Napoli, ma da qui a Natale sulla strada troverà pure Sassuolo e Lazio, il tutto con l’Europa League nel mezzo.
Napoli: può far bene con Insigne ritrovato e Gattuso sempre più leader
Rino Gattuso vanta una rosa ricca di qualità e opportunità. Domani dovrà fare a meno di Osimhen e cercare di sfatare un tabù che resiste da più di un mese. Il Napoli non vince al San Paolo dal 17 ottobre quando ha battuto l’Atalanta. Ha pagato in qualche circostanza un approccio poco concentrato alle gare ma nel frattempo il gruppo si è compattato attorno al suo allenatore. Se si considera la turbolenza di un anno fa quando sotto la gestione Ancelotti la squadra si ammutinò. Insigne è un giocatore ritrovato, Bakayoko un elemento imprescindibile, Gattuso sempre più leader. Senza penalizzazione sarebbe secondo e resta il dubbio di quale sarebbe la classifica se fosse andato a sfidare la Juventus a Torino. L’Europa League può essere un fastidio, la qualificazione è ancora tutta da conquistare.
Roma: senza Dzeko ma imbattuta da 15 partite
I giallorossi hanno smentito i pronostici. Da 15 partite la Roma non perde in campionato (solo a tavolino contro il Verona, in campo era finita 0-0). Il tecnico Fonseca era stato messo in discussione, con risultati e gioco è uscito fortificato dalla crisi. Il cambio di società da trauma s’è trasformato in opportunità e Friedkin è sempre più padrone della situazione. Il Covid però ha picchiato duro e escluso Dzeko. E qui iniziano i dubbi. Il tridente con Pedro e Mkhitaryan garantisce gol e classe, ma è datato: 98 anni in tre, bisogna vedere se regge.
Lazio: Inzaghi perde Milinkovic ma ritrova Immobile
La Lazio per anni ha dato una sensazione di incompiutezza, ora superata. Ha riserve che non fanno rimpiangere i titolari: Hoedt, Akpa, Reina e non ultimo Caicedo che ha risolto una serie di gare al fotofinish. In Champions League è partita bene, eppure finora fa parlare di sé più per le inchieste che per i risultati. Dalla bufera tamponi, al caso Luis Alberto che ha polemizzato per l’acquisto dell’aereo di Lotito, invocando più puntualità nel pagamento degli stipendi. Simone Inzaghi ritrova i negativi Immobile, Leiva e Strakosha, ma il Covid gli ha tolto Milinkovic e Luiz Felipe. Da cinque anni la squadra è nelle sue mani: in una maratona la continuità è bene prezioso.
Atalanta: Gasperini deve sistemare la difesa, Ilicic può fare la differenza
Si è già tolta di torno gli impegni con Lazio, Napoli e Inter, però a metà dicembre avrà in sequenza Juventus e Roma. Sta dove deve in classifica, in Champions ha un girone tosto e riprende contro il Liverpool. Segna sempre più di tutti (18 reti, come il Sassuolo) ma incassa tanto. Dietro Gasperini la deve mettere a posto. Però il recupero di Ilicic è un’arma che può davvero fare la differenza.
CorSera...ma di noi
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Se la Juve non fosse in emergenza in difesa sarebbe quella col calendario più facile, anche perché le partite di CL può pure giocare in scioltezza, tanto 4 a 0 al Barcellona non lo rifila per cui semplicemente facendo il compitino con le altre è quasi sicura di passare da 2ª e le partite di campionato sembrano abbordabili.
Bisogna giusto vedere se de Light riesce, al rientro dall'infortunio a fare tutte quelle partite.
Sennò starà a Pirlo inventarsi qualcosa.
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Terreni pignorati e Friedkin disorientati. Addio a Tor di Valle
LA REPUBBLICA (L. D'ALBERGO) - La pietra tombale sul progetto del nuovo stadio della Roma ha le sembianze di una lettera. Due pagine scarse, datate 13 ottobre, rimescolano ancora una volta le carte su Tor di Valle e riservano l'ennesimo colpo di scena di un iter infinito: i terreni sui quali il club giallorosso vorrebbe realizzare la sua nuova casa sono pignorati. «Il complesso immobiliare — scrive il Comune — non è nella libera disponibilità dell'attuale proprietaria Eurnova Spa».
La società di Luca Parnasi, il costruttore arrestato per corruzione nell'inchiesta sullo stadio romanista, non naviga in buone acque. Il vecchio ippodromo di Julio Lafuente, quello di Febbre da cavallo, potrebbe finire all'asta per ripianare i debiti. Sull'area gravano ipoteche per 42 milioni di euro da eliminare prima di cedere tutto all'immobiliarista ceco Radovan Vitek. Un guaio. Non tanto per la cifra, esigua a fronte di un masterplan da un miliardo di euro, ma piuttosto per il nodo che rappresenta. Un gomitolo sempre più difficile da dipanare. In questo senso, la missiva di palazzo Senatorio è illuminante: «Questa amministrazione non è mai stata portata a conoscenza di quanto sopra (del pignoramento, ndr) negli innumerevoli tavoli e incontri via via succedutisi ai più vari e alti livelli».
La procedura giudiziaria «sinora sottaciuta» risale al 18 gennaio 2019. Una (brutta) sorpresa per tutti. Per i tecnici del Comune. E soprattutto per la Roma: la lettera del Campidoglio è rimasta senza risposta. Già, perché i Friedkin sono pesantemente disorientati su Tor di Valle. Dan e Ryan, padre e figlio, hanno acquistato un club zeppo di debiti (l'ex patron James Pallotta ha venduto lasciando un bilancio in perdita di 204 milioni) e non hanno intenzione di contrarne di nuovi. Vogliono un nuovo stadio per la Roma, ma senza avventurarsi in una mission impossible. Per mettere le mani sulla porzione dei terreni a ridosso del Grande raccordo anulare che interesserebbe lo stadio, si sono visti chiedere 45 milioni di euro da Vitek che acquisterebbe l'intera area a 50. Un prezzo giudicato non equo. In più c'è il percorso autorizzativo: il Comune pretende che nei documenti ufficiali continui a figurare Eurnova, mentre i due tycoon texani non vedono perché si debbano legare a un intermediario fallito.
Così hanno preso a guardarsi attorno. Cene, riunioni, videoconferenze: le opzioni sul tavolo sono la riqualificazione del Flaminio o il trasloco a Tor Vergata. Tor di Valle, il «regalo di Natale» su cui la sindaca Virginia Raggi punta forte per a sua campagna elettorale, resterà ben impacchettato. E poco importa che Il progetto fin qui sia costato 93 milioni. Quando ha letto il report con costi e planimetrie, la nuova proprietà è impallidita. Uno stadio da 52.500 spettatori rischia di essere sovradimensionato, ipertrofico e disegnato senza pensare a cosa ne sarà degli spettacoli dal vivo dopo il Covid. Lo stesso vale per il business park che dovrebbe finanziare l'opera e coprire circa 300 milioni di euro tra opere pubbliche e oneri di urbanizzazione: cosa fare di sette palazzine di uffici all'era dello smart working? Una domanda che non ha trovato risposta nei dossier della stadio Tdv spa.
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La fuoriuscita di Pallotta già preannunciava il tramonto del progetto stadio a Tor di Valle, altrimenti mai Pallotta si sarebbe sganciato dalla Roma con un simile progetto in ballo.
Ora vedremo che strada cercheranno i Friedkin, quali idee o soluzioni.
Tor di Valle fin da subito è apparsa come una via crucis, tra difficoltà, rallentamenti, vuote promesse politiche, inchieste, arresti e tutto quello che abbiamo visto. Un progetto o fila via liscio o difficilmente si concretizza....ma di noi
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Aspettiamo il nuovo stadio di Milan e Inter. Anni fa dissi che sarebbe stato pronto nel 2030...e ne sono ancora convinto.
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando TapatalkI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Che pagliacciataOriginariamente Scritto da GoodBoy!modroc - yy
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