Liam , pronostici su Fulham-Everton ?
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Guardiola-City fino al 2023: ora Pep vuole Messi per vincere la Champions
«Qui ho tutto ciò che mi serve, la sfida è migliorare ancora» dice il tecnico, che l’estate prossima potrebbe ricostruire con la Pulce il tandem vincente dell’era Barcellona
E se Messi andasse al City? Se da un lato la notizia del rinnovo contrattuale di Pep Guardiola fino al 2023 manda in frantumi i sogni di mezza Europa, dall’altro alimenta inevitabilmente le voci di un passaggio della Pulce ai Citizen. Se ne parla da tempo, la rottura di Leo con l’ambiente blaugrana è nota e profonda, ma la conferma del suo antico maestro sulla panchina dei mancuniani sembra proprio un indizio in più.
Il contratto di Messi col club della sua vita scade il 30 giugno prossimo: significa che, se non dovesse rinnovarlo entro la fine dell’anno solare in corso, a gennaio potrà firmare per un’altra società. Il City e Guardiola, ovviamente, sono in pole position. Lo erano prima, ora ancora più. «Qui ho tutto ciò che mi serve, la sfida è migliorare ancora» ha detto Pep. In realtà ad andarsene ci aveva pensato, per riavvicinarsi alla moglie e ai figli che vivono in Catalogna, salvo poi cambiare idea.
«Al Manchester City ho sempre avuto quello che desideravo: mi hanno accolto con uno della famiglia e io ho cercato di ricambiare» ha detto Guardiola. Che quindi non lascia ma rilancia. L’obiettivo, ovviamente, è quella Champions che ha vinto due volte sole, ai tempi del Barcellona, 2008-09 e 2010-11, e che per lui è diventata un’ossessione. E’ al City dal 2016, ha vinto due Premier, una Fa Cup, due Coppe di Lega e altrettante Community Shield. Manca, appunto, la coppa dalle grandi orecchie. Con Messi, sarebbe tutto più facile.
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Juventus, parte il tour de force: Pirlo chiamato al salto di qualità
Tocca al Cagliari inaugurare la serie di sette gare ravvicinate, banco di prova importante per saggiare le capacità gestionali del tecnico
L'ultima sosta per le nazionali del 2020 detta i tempi della stagione della Juventus. Da sabato sera, quando affronterà il Cagliari all'Allianz Stadium, la squadra di Pirlo dovrà cambiare passo, lasciandosi alle spalle alcune incertezze mostrate nelle prime giornate di campionato. Tra assenze e graditi ritorni, il tecnico bianconero è chiamato anche lui al salto di qualità: per amministrare la coperta corta in difesa, per gestire al meglio le rotazioni in attacco e per dare finalmente un'identità ben precisa alla sua creatura.
Tour de Force
Dieci partite in poco più di un mese. Il calendario della Juventus è ricco di impegni distanziati di soli tre giorni l'uno dall'altro. Un mese che inizierà sabato contro il Cagliari, passaggio che ricorda quello effettuato lo scorso anno dalla Juventus di Sarri: dopo la delusione con la Lazio, ko lo scorso anno e pareggio all'ultimo respiro in questa stagione, sarà ancora una volta quella sarda l'avversaria per rialzare la testa. A gennaio finì 4-0 per i bianconeri, che inanellarono cinque vittorie consecutive di cui due in Coppa Italia. Quest'anno le avversarie dopo i sardi, cioè Ferencvaros, Benevento, Dinamo Kiev, Torino, Barcellona e Genoa, saranno un test decisamente abbordabile per accumulare minuti e modellare la fisionomia della squadra.
Difesa in emergenza
Ecco perché arrivare a questo tour de force con la difesa in piena emergenza non è la miglior notizia per Pirlo. Senza Chiellini e Bonucci, fuori rispettivamente per un mese e per venti giorni, il tecnico dovrà giocoforza affidarsi a De Ligt, appena rientrato dopo tre mesi di assenza ma già indispensabile, e Demiral. Se per l'olandese si tratta di prove generali per un ruolo chiave in stagione, il turco non è ancora tornato il muro visto la scorsa stagione prima dell'infortunio con la Roma. L'altra buona notizia, il rientro di Alex Sandro, allunga le rotazioni sulle fasce ma non risolve la carenza di centrali.
Attacco da gestire
In attacco la situazione è diametralmente opposta rispetto alla retroguardia. Le certezze per Pirlo sono di stampo iberico: il portoghese Ronaldo è intoccabile, visti anche i numeri fin qui mostrati e prodotti, al pari dello spagnolo Morata, semplicemente inarrestabile in questo inizio di stagione. La prestazione sfoderata contro la Germania, con il gol che ha aperto le danze e un lavoro costante in supporto della squadra, ha confermato lo stato di grazia dell'attaccante, spalla ideale di CR7. Con Chiesa da recuperare dopo il problema muscolare il vero dilemma resta Dybala, ancora lontano dalla condizione migliore e ormai al fondo delle gerarchie offensive bianconere. Una situazione che rischia di trasformarsi in un vortice per la Joya: che ha bisogno di giocare per ritrovare la forma, ma che senza la miglior condizione non può pensare di scalzare due attaccanti in stato di grazia come Ronaldo e Morata. A Pirlo l'arduo compito di trovare una soluzione per il bene del calciatore e della Juventus.
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Tiago Pinto, la scelta di Friedkin: video motivazionali e scouting, ecco il nuovo dg della Roma
Sveglia alle 7, riunioni con ogni settore, il reclutamento dei giocatori "scientifico", con relazioni tecniche e sociologiche, "ma poi decide il presidente. E se mi vanto dei titoli vinti, cacciatemi"
Il primo mattone nella Roma del futuro viene dalle acque del Duero, si è formato a Lisbona e ora è pronto a mettere radici nella capitale. La costruzione della squadra del futuro sarà affidata a Tiago Pinto, un dirigente di 36 anni, giusto un paio in più di Dzeko, che ancora gioca e della Roma è il capitano.
I video sul pullman e quel Natale "a sorpresa"
Chi sia Tiago Pinto lo racconta lui stesso, in un’intervista del 2019 al quotidiano A Bola, rilasciata per festeggiare il ritorno al successo in campionato del Benfica, due anni dopo il suo insediamento. Una cavalcata nata da un “titolo” che lui aveva deciso di dare alla stagione prima che cominciasse: “Reconquista”, ritorno alla vittoria insomma. Un po’ quello che servirebbe alla Roma. “Sono un Benfiquista, un uomo di valori, una persona ultra dedita al lavoro. E nei primi 5 anni non mi sono occupato di calcio”. Così si racconta Pinto. La sua giornata tipo? “Mi sveglio alle 7 e vado subito a Seixal. Mi piace arrivare presto, perché c’è ancora pochissima gente al centro sportivo per lavorare. Poi pranzo con i colleghi e nel pomeriggio sono allo stadio, per lavorare con il marketing, la fondazione Benfica, l’amministrazione finanziaria, le risorse umane, qualche volta dormo anche a Seixal”. Quella parola, valori, sembra un suo caposaldo: “Una volta nel pullman prima di una partita importante abbiamo proiettato un video con dei filmati realizzati dai figli dei giocatori. E un anno, rendendoci conto che i giocatori non avrebbero potuto trascorrere il Natale e il capodanno con le loro famiglie, abbiamo inviato a sorpresa un Babbo Natale Benfica in casa di tutti loro, che ha portato regali alle loro mogli e ai loro figli”.
Il modello scouting: scientificizzare la rete e scelte collegiali
Ecco: chi pensava la Roma avesse scelto l’erede di Monchi e Petrachi sbagliava. In effetti non è un uomo mercato Pinto, non lo conoscono i direttori sportivi né gli agenti, “perché tutte le questioni di mercato al Benfica sono guidate dal presidente Vieira”. Certo Pinto ha sempre avuto la supervisione sullo strumento principale di selezione: “Il dipartimento scouting, che ha il compito di scientificizzare il processo di reclutamento dei giocatori. Nel sistema si inseriscono i nomi e si hanno due tipi di relazione, un’analisi tecnica e una sociologica”. E le decisioni però collegiali: “Le selezioni arrivano dappertutto, nostre conoscenze, agenti, amici. Parliamo molto, condividendo tutte le informazioni con il presidente e con il ds Rui Costa”. Una situazione che magari qui si potrebbe ripetere con Totti. Riunioni fiume, figlie anche di isolamenti lontano da casa: "A volte dobbiamo stare soli, senza la famiglia intorno, per prendere decisioni".
La nouvelle vague portoghese
La Roma – che già 15 mesi fa ha scelto il tecnico Paulo Fonseca – attinge nuovamente alla "primavera" del calcio portoghese, che negli ultimi 4 anni ha conquistato un europeo e una Nations League dopo un lunghissimo digiuno continentale. E non è un caso se ha scelto il Diretor de futebol del Benfica, il club in cui sono germogliati alcuni dei talenti più luminosi di quel calcio, dal gioiello Joao Felix, acquistato dall’Atletico per 126 milioni nel 2019, a Ruben Dias, in estate finito al City per 68 milioni, passando per la stellina Florentino (oggi in prestito al Monaco). Tutti ragazzi che Tiago Pinto ha visto crescere a Seixal, la casa del Benfica, di cui il presidente Luis Felipe Vieira gli ha messo in mano le chiavi dal 2017, dopo 5 anni passati a capo della polisportiva. “Se un giorno torno a casa e dico ‘da quando ci sono io il Benfica ha vinto “x” titoli, chiama il presidente e digli che è ora che me ne vada”, diceva in quel periodo alla moglie. La sua forza? “La mia passione per il Benfica e la conoscenza perfetta del club e della sua storia, che mi hanno sempre aiutato a prendere le decisioni migliori”. Alla Roma ripartirà da zero: dicono abbia già iniziato a studiare.
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Supercoppa italiana Juventus - Napoli al Mapei Stadium di Reggio Emilia il 13 o il 20 gennaio
La data in cui la Supercoppa italiana sarà messo in palio sarà o il 13 o il 20 gennaio del 2021 in uno dei pochi mercoledì in cui i due club non sono impegnati in turni infrasettimanali. La Lega Calcio ha optato per lo stadio Mapei del Sassuolo dopo aver deciso, vista la pandemia, di non far disputare la partita in Arabia Saudita.
Tuttosport...ma di noi
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forse, tra mille inverni
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Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza MessaggioLiam , pronostici su Fulham-Everton ?
In teoria dovrebbe vincere l'Everton senza grossi patemi.B & B with a little weed
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggioormai james ha già 30 anni, che carriera altalenante la sua...
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando TapatalkI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggiomah, dovrebbe anche tornare James Rodriguez, e il Fulham e' allenato dall'orrido Scott Parker, che ad Ancelotti puo' giusto portare il the coi bucaneve.
In teoria dovrebbe vincere l'Everton senza grossi patemi.
orrido hahahahahahahahaha
Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioRicordi Denilson?
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando Tapatalk
paragona sbagliato secondo me.
denilson era poco più di un giocoliere........tecnica sopraffina ma sostanzialmente un giocatore inutile
j. rodriguez in alcuni momento della sua carriera è stato un giocatore decisivo.
come dice nat....troppo altalenanteOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggioorrido hahahahahahahahaha
paragona sbagliato secondo me.
denilson era poco più di un giocoliere........tecnica sopraffina ma sostanzialmente un giocatore inutile
j. rodriguez in alcuni momento della sua carriera è stato un giocatore decisivo.
come dice nat....troppo altalenante
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-Serie A: 189
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Caso tamponi, l'avv. Di Cintio: "Lazio? Prematuro darle delle colpe. E sul laboratorio unico...”
Da circa due settimane il “caso Lazio” tiene banco su tutte le maggiori testate di informazione e siti web. La materia è di quelle difficili perché incontra sia il tema sanitario che quello giuridico oltre a unire la giustizia sportiva con quella ordinaria. Sì perché le indagini sono due: quella sul laboratorio di Avellino e i tamponi processati in loco, e quella su una eventuale mancanza di comunicazione tra la Lazio e la Asl competente, quella di Roma, nella segnalazione dei positivi. In merito è intervenuto ai nostri microfoni l’Avvocato Cesare Di Cintio esperto di diritto sportivo: “Ci sono due indagini parallele dove è evidente una collaborazione tra le procure che può portare elementi in entrambe le indagini. Premesso che la responsabilità dell’applicazione dei protocolli è a in capo alle società dico che la particolarità del caso fa la differenza. Il fatto che la Lazio si sia avvalsa di un laboratorio esterno alla regione, in Campania, è legittimo. Il problema nasce in relazione a chi avrebbe dovuto comunicare la positività dei giocatori alla Asl. Qui il protocollo lascia aperte diverse interpretazioni e tra queste anche quella che fosse il centro diagnostico a dover comunicare la positività dei giocatori anche perché ci sono delle convenzioni a livello ospedaliero che confermano come queste comunicazioni gravino sul centro diagnostico e non sulla società. Qui nasce il vero e proprio problema interpretativo".
PROTOCOLLO - "I protocolli della Figc sono validi e efficaci, credo che la difficoltà del momento sia data dal fatto di ottenere velocità dei risultati. Nessun protocollo nasce e muore esattamente come viene redatto perché è la prassi che evidenzia le criticità sia delle norme che del protocollo. La prassi ci ha dimostrato che oggi è necessario uniformare i laboratori ma avremmo dovuto avere la palla di vetro per prevederlo. Non è addebitabile a nessuno il fatto che siano nate delle criticità. Il caso della Lazio è particolare perché le stesse analisi fatte da Immobile dimostrano anche le problematiche relative ai tamponi stessi con positivtà e negatività che si sono alternate anche a fronte di tamponi elaborati in laboratori diversi. Il caso è talmente particolare che affibbiare tutte le responsabilità alla Lazio è prematuro".
COMUNICAZIONI - "Credo che sia importante la sostanza e non la forma, il fatto che ci sia stata un’interlocuzione telefonica testimonia che una comunicazione c’è stata e questo è quello che conta”.
POSSIBILI SANZIONI - “Per l’applicazione dei protocolli la responsabilità è della società e delle persone preposte. Al di la del fatto che le sanzioni applicabili sono molteplici, si va infatti dall’ammenda all’esclusione dal campionato, io credo che non si potrà andare oltre un’ammenda e escludo una penalizzazione in termini di punti in classifica. Per arrivare ad una decisione di questo genere si dovrebbe dimostrare una negligenza grave del club che in questo momento non vedo”.
GENE N - “Le norme devono essere applicate per come vengono redatte anche se sono soggette a modifiche. Penso che sarà il Cts e la Figc a doverci dire se questo Gene N deve essere tenuto in considerazione per eventuali positività future”.
CHIUSURA DELLE INDAGINI - “Il procedimento sportivo è molto veloce, una volta svolte le indagini la Procura valuterà se deferire o meno la Lazio, credo che la questione non andrà oltre febbraio”.
AVELLINO - “Nel momento in cui la responsabilità dovesse essere individuata nel laboratorio diagnostico ogni accusa a carico della Lazio si ridurrebbe al nulla, è chiaro che in questa vicenda la società è responsabile dell’applicazione del protocollo ma non della gestione dei campioni analizzati. In questa situazione vedo la società come parte lesa di questa vicenda”.
UNIFICAZIONE DEI LABORATORI - “Credo che con un laboratorio unico per tutte le società avremo un'uniformità di giudizio e quindi non influirà sulla competizione come ha influito fino ad ora. In questo momento la Lazio è stata privata di alcuni giocatori importanti, comprensibilmente perché c’era incertezza, ma centralizzare vuol dire anche uniformare”.Winners are simply willing to do what losers won't.
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Originariamente Scritto da Seanmò sono cazzi questo è sicuro.Originariamente Scritto da bertinho7ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
Originariamente Scritto da Giampo93A me fai venire in mente il compianto bertignoOriginariamente Scritto da huntermasterBignèw
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