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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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ho detto che è fortissimo non che è robustoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Parma Fiorentina così brutta che sarà fatta fatta vedere a ogni persona che violi il coprifuoco. Punizione ben peggiore che pagare 400 euro di multa
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Il caso dei tamponi della Lazio non si ferma: investigatori a Formello e Avellino
Il caos legato ai test anti Covid della società biancoceleste ha spinto la Procura della Repubblica a ulteriori indagini.
La vicenda che sta scuotendo il calcio italiano assomiglia ogni giorno di più a una telenovela. Il caso dei tamponi della Lazio ora si complica davvero: gli investigatori della polizia giudiziaria sono stati inviati dalla Procura della Repubblica, che indaga sulla vicenda dei test e del rispetto dei protocolli anti-Covid da parte della Società biancoceleste, per acquisire elementi nel centro sportivo di Formello e nel laboratorio di analisi di Avellino 'Futura Diagnostica'.
Il caos legato ai test anti Covid della società biancoceleste ha spinto la Procura della Repubblica a ulteriori indagini
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Lazio-Juventus: le formazioni e dove vederla in tv. Chiellini out, Morata e Ronaldo presenti
Negli unici due seri collaudi, fin qui i bianconeri sono andati malino o malissimo: 2-2 a Roma, con i giallorossi (due volte sotto) e 0-2 in casa contro il Barcellona: ora vogliono vincere
Potrebbe esser un bel gradino da scalare, dice Andrea Pirlo, e mica solo una sfida quella di domenica all’ora di pranzo a casa Lazio. Del resto, negli unici due seri collaudi, fin qui la sua Juve è andata malino o malissimo: 2-2 a Roma, con i giallorossi (due volte sotto) e 0-2 in casa contro il Barcellona (sempre sotto, soprattutto nel gioco). Senza tanti pop-corn con Crotone e Verona, fuochi d’artificio sono arrivati solo nelle ultime due partite, nel doppio 4-1 con Spezia e Ferencvaros: punteggi rassicuranti, ma non definitivamente confortanti. Per la differenza tra nemici: come passare da un comodo materasso al letto chiodato dei fachiri. Per questo l’allenatore juventino, che causa ultime norme anti Covid ha parlato solo a Jtv, il canale del club, cerca indicazioni nella telemetria del gioco: «Mi piacerebbe vedere una squadra sicura — spiega Pirlo — che abbia il dominio della gara e nella quale i giocatori sappiano sempre tenere le posizioni giuste all’interno di una gara difficile, come questa con la Lazio». E ancora: «Siamo in costruzione, ma i punti contano e già da questa partita sarà molto importante, per la classifica e per i progressi». A occhio, la Juve sta trovando una certa quadratura a centrocampo, dopo aver alternato i pezzi. Conferma Pirlo: «Nelle ultime due partite — argomenta — le indicazioni più interessanti le abbiamo ricevute soprattutto sullo sviluppo della costruzione del gioco. Con i centrocampisti e con chi sta sulla trequarti, abbiamo occupato bene le posizioni offensive, questa è la cosa più positiva notata a Cesena e a Budapest». Non basta, però: «Dobbiamo migliorare, perché possiamo farlo. Siamo sulla strada giusta».
Davanti, si annunciano Cristiano Ronaldo e Morata, come in Champions, con l’unico pericolo — stigmatizzato dal tecnico, in Ungheria — di non esagerare, che si tratti di altruismo o egoismo. Un po’ la sindrome di far segnare il marziano, vista a Budapest: assist forzato di Morata e tiro, altrettanto forzato, di CR7. Dietro mancherà Chiellini, al quale nell’allenamento di rifinitura ha cigolato la coscia sinistra (a Kiev fu la destra). Condizioni da valutare nei prossimi giorni, ma si teme uno stop che potrebbe andare oltre la sosta per le nazionali. Così, nella linea a quattro, dovrebbero esserci Cuadrado, Demiral, Bonucci e Danilo: quest’ultimo, un po’ centrale e un po’ terzino, con 714 minuti giocati è il più utilizzato della stagione e, alla fine, una delle positive conferme. Nel mezzo, sicuro il posto per Rabiot, va verso una maglia anche McKennie, mentre sono andati alle primarie Bentancur-Arthur e Kulusevski-Chiesa: con i primi due favoriti, e testati nell’ultimo allenamento.
LAZIO (3-5-2): Reina; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Marusic, Milinkovic-Savic, Cataldi, Luis Alberto, Fares; Correa, Muriqi
JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, Demiral, Danilo; McKennie, Bentancur, Rabiot, Kukusevski; Morata, Ronaldo.
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Atalanta-Inter, le formazioni e dove vederla. Conte cerca l’anima vera della squadra: «Manca poco»
Un derby. da «zona rossa» tra due team lontane dal loro picco di forma. L’allenatore nerazzurro: «Non ci siamo ancora, sono dettagli ma sono determinanti»
Se questo è un calcio diverso, nel quale è difficile pianificare allenamenti e partite a causa del virus e della condizione mai omogenea dei giocatori, allora Atalanta-Inter è il suo spot. Perché è un derby da «zona rossa» come Torino-Crotone, ed è l’incontro allo specchio tra due squadre che hanno tirato le marce più alte fino ad agosto (il 12 Atalanta-Psg, il 21 Inter-Siviglia), adesso sono lontane dal loro picco di forma e proprio dall’Europa hanno preso l’ultimo schiaffo in settimana, da mani nobili come quelle di Liverpool e Real Madrid.
Problemi dietro
Antonio Conte non cerca alibi per aver vinto appena una partita delle ultime sette (con il Genoa) o per aver subito più del doppio dei gol di un anno fa (15 contro 7) e non cerca nemmeno comprensione. È consapevole che manca poco per ritrovare la vera Inter «e che dobbiamo lavorare sodo in maniera intensa per cercare di annullare quel poco, che diventa però determinante. Se c’è significa che non ci siamo ancora».
La conta dei positivi
Il tecnico rivendica il fatto che la situazione attorno alle squadre è eccezionale, perché questa nuova fase della pandemia tocca tutti più da vicino. Ieri è stato trovato positivo Padelli, mentre Radu e Gagliardini sapranno solo oggi se sono negativi. C’è quindi il rischio che il vice Handanovic sia il giovane Stankovic: «È inutile dire che tutto questo non influisca — sottolinea Conte —. A differenza del passato oggi siamo molto più colpiti: i calciatori, le mogli, i bambini. Non puoi contare su alcuni giocatori e la situazione non ti consente di preparare al meglio tutto. Dobbiamo affrontare questa situazione, lo stiamo facendo. Spesso l’aspetto umano viene tralasciato in favore di altro, sicuramente non è semplice per chi deve gestire queste situazioni». L’aspetto umano mostra un allenatore incupito, anche per il fatto che si usino parametri di giudizio pre virus a una situazione complessa: «Preoccupato per il distacco dal vertice? Ma preoccupato di cosa? Dobbiamo fare il nostro percorso, se meritiamo è giusto che vinciamo le partite e la classifica migliora».
Manca la grinta
Magari quel «poco che manca» è proprio l’antica grinta contiana, la sua capacità di andare oltre gli ostacoli, anche i più alti. Ma attendersi segnali prima dal tecnico che dai giocatori può essere fuorviante, anche perché in campionato l’Inter è la squadra che concede più gol (10), rispetto alle occasioni lasciate (50). Se un tiro ogni 5 va in buca le responsabilità potrebbero essere più individuali che di gruppo o di sistema e per questo il recupero di Skriniar dopo un mese di assenza per il Covid, è una buona notizia. L’altra, più attesa, è buona a metà: Lukaku salvo sorprese riparte dalla panchina. Mentre il ballottaggio Hakimi-Darmian sulla destra è aperto: nella partita tra le due squadre che fanno più cross (Inter 28, Atalanta 24) i duelli sulle fasce saranno decisivi .
Atalanta 3-4-2-1: Sportiello; Toloi, Romero, Djimsiti, Hateboer; Pessina, Freuler, Ruggeri; Malinovsky, Gomez; Zapata
Inter 3-4-1-2: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Gagliardini, Vidal, Young; Barella, Sanchez, Lautaro
Arbitro: Daniele Doveri
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Milan-Verona: le formazioni e dove vederla in tv
L’obiettivo dei rossoneri è concludere in gloria il ciclo di partite che precede la sosta, ultima occasione per rifiatare prima di un maratona terribile di dieci partite in trentuno giorni.
Pressioni e vertigini. Ora che la striscia straordinaria di 24 risultati utili consecutivi, iniziati nel post lockdown, si è interrotta giovedì nella notte di Europa League con il Lille, il Milan va a caccia di certezze. Da un lato ha l’obbligo di lasciarsi alle spalle le scorie di una sconfitta rotonda nel risultato, derubricando alla voce «serate storte» una prestazione complessiva deficitaria. Dall’altro, sfruttando l’opportunità di poter conservare con ogni risultato la vetta della classifica, è consapevole di essere osservato con occhi diversi dagli avversari.
«Il Milan, con l’Inter e la Roma, è a mio avviso fra le squadre favorite allo scudetto» ha dichiarato ieri a Radio Deejay quella vecchia volpe di Juric, ospite di gala con il Verona stasera a San Siro. «I rossoneri hanno talento e corsa, sono coraggiosi: il loro livello si è alzato». Se finora i milanisti sono scesi in campo giocando a mente libera, trascinati dalla freschezza dei baby e dalla sicurezza del capotribù Ibra, quasi meravigliandosi dei progressi effettuati e dei risultati ottenuti, adesso il primato può provocare capogiri. «Gli avversari ci conoscono e ci rispettano di più» osserva Pioli, abile nel compito di alleggerire le aspettative sulla squadra e conservare le motivazioni dei singoli. «Le pressioni ce le creiamo da soli. Siamo molto rigidi con noi stessi e vogliamo essere ambiziosi. Quel che commentano gli addetti ai lavori non ci preoccupa. Ciò che conta è restare concentrati e provare a crescere».
Perciò l’obiettivo è concludere in gloria il ciclo di partite che precede la sosta, ultima occasione per rifiatare prima di un maratona terribile di dieci partite in trentuno giorni. Meglio pensare perciò a un dato beneaugurante: il Milan non era primo in classifica a novembre dal 2010, quando in panchina c’era Massimiliano Allegri e la stagione terminò con l’ultimo scudetto della bacheca rossonera. «La posizione certifica la bontà del lavoro svolto — rileva l’allenatore —. Ma dobbiamo continuare». Il Verona si presenta senza il presidente Setti, colpito dal Covid, con l’ex Kalinic in attacco e con il talento Lovato, sotto osservazione da parte di Maldini e Massara, nel cuore della difesa.
Ibrahimovic dopo la plateale insoddisfazione dimostrata giovedì notte a bordo campo sarà al suo posto. «Siamo tutti sulla stessa direzione» minimizza il tecnico. È ancora presto per parlare del rinnovo dello svedese, come del resto per il prolungamento del contratto in scadenza di Calhanoglu. Non sarà semplice né rapida la trattativa per raggiungere un’intesa con l’agente del turco. Attualmente il 10 rossonero guadagna 2,5 milioni di euro: le richieste per allungare il contratto sono superiori ai 6 milioni. La società non ignora che il procuratore, a caccia di un super stipendio, sta bussando alle porte di mezza Europa proponendo il trequartista. Il giocatore però sembra legato all’ambiente e, al di là delle manovre di chi lo rappresenta, la sua volontà per una permanenza al Milan sarà decisiva
MILAN (4-2-3-1): Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Bennacer; Saelemaekers, Calhanoglu, Leao; Ibrahimovic. Allenatore: Pioli
VERONA (3-4-2-1): Silvestri; Ceccherini, Lovato, Magnani; Lazovic, Tameze, Ilic, Dimarco; Barak, Zaccagni; Kalinic. Allenatore: Juric
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Gattuso fa l'esame al Napoli. A Bologna tornano Bakayoko e Osimhen
Il tecnico si aspetta risposte importanti dalla squadra dopo la deludente prestazione in Europa League contro il Rijeca. Serve un cambio di passo, otto le novità rispetto alla formazione scesa in campo in Croazia. Si parte solo domenica alle 9,35 per un guasto all'aereo
Tornano tra i titolari Bakayoko e Osimhen, che insieme a Koulibaly formano la spina dorsale del nuovo Napoli costruito a tavolino da Gattuso. La trasferta di Bologna (la squadra partirà solo domenica per un guasto dell'aereo, orario fissato per le 9,35) va presa con le molle e serve dunque un cambio di passo rispetto alla sfida di giovedì scorso a Rijeka, in cui solo la sofferta vittoria ha in parte mascherato la deludente prestazione degli azzurri. Ringhio stavolta non ha fatto però da paravento e ha criticato anche pubblicamente i suoi giocatori, dopo averli invece sempre difesi per le precedenti prove sottotono contro AZ Alkmaar, Benevento e Sassuolo. Al tecnico non è piaciuto l'atteggiamento superficiale e a tratti perfino un po' supponente della squadra, che si è cullata troppo sulla goleada con l'Atalanta e da allora ha abbassato nettamente il suo standard di rendimento.
L'alibi della stanchezza vale fino a un certo punto, nonostante il fisiologico stress per le sette gare affrontate nello spazio di tre settimane. Il turn over è stato infatti sempre abbondante e pure allo stadio Dallara saranno addirittura 8 le novità nella formazione rispetto all'Europa League, con i rientri dal 1' di Ospina (favorito su Meret) tra i pali, Hysaj, Manolas, Fabian, Lozano e del capitano Insigne: risparmiati per il campionato.
Ma il Napoli - come detto - si attende molto soprattutto dal ritorno tra i titolari di Bakayoko e Osimhen. Il mediano francese si sta dimostrando indispensabile per gli equilibri a centrocampo del 4-2-3-1, il nuovo modulo su cui ha puntato Gattuso. Solo grazie ai muscoli e ai centimetri del gigante arrivato in prestito dal Chelsea, infatti, gli azzurri sono riusciti finora a sostenere bene l'attacco a quattro punte e allo stesso tempo a evitare che la difesa andasse in difficoltà. Non ha invece ancora completato il suo percorso di rodaggio in Italia il bomber nigeriano, anche se a tratti è già riuscito a dare qualche dimostrazione delle sue esplosive qualità. Il nuovo numero 9 ha tuttavia segnato finora solo un gol, contro l'Atalanta. Troppo poco rispetto alle sue aspettative e a quelle della società, che in estate ha investito per il suo acquisto dal Lille 70 milioni. Il colpo più costoso della gestione De Laurentiis è rimasto parzialmente in canna, nelle prime 8 gare ufficiali della stagione. Il riposo forzato per la squalifica in Europa League gli ha permesso però di allenarsi bene e riposarsi, in vista della sfida contro il Bologna (partenza nel pomeriggio dopo l'esito dei tamponi). Al Dallara c'è bisogno di un'inversione di rotta, per lui e per tutta la squadra.
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Lazio e i tamponi, la procura di Avellino ordina sequestri a Formello e al laboratorio campano
Blitz delle forze dell’ordine, sequestrato il materiale inerenti i tamponi dei giocatori. Immobile, Strakosha e Leiva non giocano con la Juve: decisive le analisi del centro di Roma che ha comunicato la positività all’Ats. Ad Avellino erano risultati negativi
Ci sono tre positivi. No, sono tutti negativi. Contro la Juve giocano di sicuro anche Immobile, Leiva e Strakosha, non sono contagiosi e guai a chi prova a sostenere il contrario. Ci stiamo ripensando, forse ma chissà. Ci abbiamo ripensato: restano fuori. La Lazio è un caos disorganizzato, la gestione del clamoroso caso dei tamponi vive su una raffica di contraddizioni mai vista. E assume dimensioni inquietanti: sabato su ordine della Procura di Avellino si è svolto un blitz delle forze dell’ordine nella sede della Lazio a Formello e nel laboratorio di Futura diagnostica di Avellino. Sequestrato il materiale inerente i tamponi dei giocatori. Il tutto nasce venerdì sera, quando sono arrivati i risultati dei test dalla Futura Diagnostica di Avellino, Lotito era l’immagine della soddisfazione: le carte che aveva in mano testimoniavano — secondo lui — che le tre positività riscontrate poche ore prima dal Campus Biomedico di Roma erano state determinate dai tamponi rapidi, quindi meno sicuri. E annunciavano, lui e il medico Pulcini, che Immobile, Leiva e Strakosha oggi sarebbero stati in campo. Non avevano tenuto conto che il centro diagnostico della Capitale aveva dato notizia della positività alla Asl, nel rispetto della legge. A quel punto come avrebbero potuto far entrare in contatto con altri calciatori, laziali e juventini, i tre positivi?
I dubbi sono cominciati ad affiorare, all’interno della Lazio, nella mattinata di sabato. Al dottor Pulcini qualcuno ha fatto notare che avrebbe dovuto seguire le indicazioni della Asl. Prima di pranzo, il medico ha cominciato a frenare: «Il mio compito è innanzitutto la tutela della salute, aspetto che le autorità preposte mi diano indicazioni». Lotito si è consultato con i suoi avvocati, i quali gli hanno prospettato i rischi — anche penali — che avrebbe corso facendo giocare tre calciatori segnalati alla Asl come positivi da un laboratorio abilitato (se ne serve la Roma e proprio venerdì ha rilevato pure il contagio di Dzeko). Nel frattempo nessuno ha avvertito Inzaghi di quanto stava accadendo, così alle due del pomeriggio l’allenatore era ancora sereno: «Credo proprio di avere tutti a disposizione. Di sicuro noi seguiamo il protocollo alla lettera, sapete quanto è scrupoloso in certe faccende il nostro presidente». Quasi non aveva ancora finito di parlare quando Immobile, Leiva e Strakosha sono saliti sulle rispettive auto e hanno abbandonato il centro sportivo di Formello, giusto mentre stava per cominciare l’allenamento.
Adesso i tre giocatori della discordia sono positivi a tutti gli effetti: salteranno la Juve, resteranno fuori almeno dieci giorni, quindi torneranno disponibili al primo tampone negativo. Anche Lotito si è dovuto rassegnare. Decisiva è stata la scelta di sottoporre Immobile, Leiva e Strakosha a un tampone aggiuntivo al Campus Biomedico di Roma, anziché al centro diagnostico — fuori regione — di Avellino. A quel punto la notifica della positività alla Asl della Capitale è diventata automatica. Se il presidente della Lazio non avesse compiuto quel passo avrebbero continuato ad andare in campo, così come successo domenica scorsa contro il Torino. Da positivi.
Tutto questo caos ha turbato Immobile. Smania dalla voglia di giocare, non vedeva l’ora di sfidare la Juve e poi rituffarsi in Nazionale. La Scarpa d’oro ha avuto un cedimento, lui che da giorni chiama Lotito dicendogli che non ce la fa più a stare fuori. Avverte una situazione strana attorno a sé, come se qualcuno lo stesse accusando: «Rispetto i protocolli e le autorità, anche perché credo che chi ha visibilità debba dare l’esempio. Nessuno si permetta di mettere in discussione i miei comportamenti».
Per cercare di evitare dubbi e tensioni, la Lega e i medici sportivi stanno lavorando per individuare un laboratorio unico, o un consorzio di strutture, in cui effettuare i tamponi. Il progetto è ambizioso: essere pronti per la ripresa del campionato, tra due settimane.
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DOMENICA 25 OTTOBRE
12:30 Lazio-Juventus
15:00 Atalanta-Inter
15:00 Genoa-Roma
15:00 Torino-Crotone
18:00 Bologna-Napoli
20:45 Milan-Verona...ma di noi
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La faccenda della Lazio è grave. Ad Avellino credo abbiano sequestrato anche le provette dei tamponi fatti prima di giocare col Torino (quando per la Uefa c'erano dei positivi). Se dovessero essere rianalizzate da un altro laboratorio, e si dovesse riscontrare una positività, ci sarebbe il penale: "epidemia colposa".
Stupefacente il comportamento di Pulcini, un dottore che nemmeno conosce i protocolli. Stava per far scendere in campo 3 giocatori positivi, mettendo a rischio la sua e pure la squadra avversaria. Non sa come funziona con la Asl, per sua stessa ammissione si è messo ieri "a leggere i regolamenti".
Se invece Lotito in tutto questo c'entra qualcosa, lo vedranno la procura federale e quella penale....ma di noi
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Dal Messaggero si apprende un passaggio decisivo, che poi è quello che ha costretto la Lazio a spedire in fretta e furia in isolamento Immobile, Strakosha e Leiva: al laboratorio di Roma non hanno fatto solo il test rapido, come creduto finora, ma anche il molecolare: entrambi positivi:
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Il caos lo ha creato il tampone fatto ieri “in gran segreto” presso il Campus Bio-Medico. Lotito sperava in un test amico, invece si è trasformato in un boomerang. Eh già perché la procedura del laboratorio romano prevede che a seguito di una positività al test rapido venga effettuato un tampone molecolare di conferma (circostanza ieri omessa nelle varie dichiarazioni del club). Essendo risultato anche questo positivo, secondo quanto previsto dal Ministero della Salute, il Campus ha subito informato la Asl Roma 4 (quella del datore di lavoro che li aveva richiesti).
Alla fine a decidere ci ha pensato la Asl di Roma 1 che nel pomeriggio di ieri aveva notificato a Immobile, Leiva e Strakosha l’obbligo di isolamento. Tradotto tutti e tre sono da considerare...
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Ecco perchè Austini ieri dichiarava in radio che "i referti di Dzeko e Immobile sono identici"....ma di noi
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Ma perchè c'è stato il processo e non me ne ero accorto? Ah marco83 fai sempre più tenerezza, intanto oggi a pranzo siediti e gufa come da 10 anni a sta parte. Buona domenica!!!Winners are simply willing to do what losers won't.
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