Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • sylvester
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    Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio
    ma voi veramente leggete questi articoli?

    cioè questo ha messo un tittolo con la Lazio che praticamente è inguaiata, colpevole, Immobile si è allenato pur sapendo di essere positivo, scrive che cito testualmente "i tre chiaramente non potranno giocare domenica contro la Juve" e poi nelle ultime 2 righe scrive che i tamponi fatti a roma in realtà non servono a una fava e che domenica tutti giocheranno.

    ma leggete sta merda?

    Sean io mi meraviglio di te

    Eh, c'hai pure un pochetto di ragione...









    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

    (L. Pirandello)

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      Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio

      Sean io mi meraviglio di te
      Ottantino, io posto tutto ho anche postato la radio laziale che ha intervistato il direttore del laboratorio di Avellino, quando appunto la Gazzetta ancora ne deve dare conto.

      Nel caso di Suarez ho messo tutti gli articoli (con le intercettazioni tagliete e ricucite ad arte dalla Sarzanini per far passare una certa tesi) del CorSera.

      Posto tutto perchè è quello che sta sui giornali. Poi tanto: 1) ciascuno si fa la sua idea e 2) i fatti, se contrari, smentiranno quegli articoli.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Nazionali contro club: il Werder Brema nega 5 giocatori. Inter, Juve, Napoli (e mezza Europa) pronte a imitarlo

        Cresce in Europa il fronte dei club che si rifiutano — o stanno pensando di rifiutare — l’invio dei propri calciatori per amichevoli o partite di Nations League: sono ritenute non fondamentali e fonte di ulteriori problemi in tempi di pandemia

        Qualche tempo fa gli allenatori delle squadre di club si lamentavano con le Nazionali perché qualche loro pupillo rientrava acciaccato o addirittura infortunato dopo partite di poca rilevanza o amichevoli prive di importanza. Ora la pandemia — soprattutto relativamente agli spostamenti e a una competizione per molti insignificante come la Nations League — sta allargando il fronte e inasprendo le posizioni di tutti quei club che, anche di recente, hanno dovuto rinunciare per più di un turno di campionato a un giocatore che rientrava contagiato. Senza prendere addirittura in considerazione il focolaio dell’Under 21 italiana, in un’epoca dove l’Europeo slitta ma le amichevoli restano in programma, ecco il primo scontro con la Uefa, con le squadre che si stanno compattando su un unico fronte. Provvedimenti familiari fino a questo momento solo alla nazionale americana di basket, che non aveva le sue stelle presenti in competizioni importanti come le Olimpiadi a causa del calendario Nba. Ora invece anche in Europa i club iniziano a bloccare le partenze dei propri tesserati.


        La mossa del Werder

        Fra tutti i club è il Werder Brema la prima squadra in Europa a prendere una decisione ufficiale. Secondo quando riportato dalla rivista Kicker, e successivamente confermato con una nota dal club impegnato venerdì nella partita di Bundesliga contro il Colonia, non partiranno settimana prossima per le loro Nazionali cinque giocatori: Marco Friedl (Austria), Milos Veljkovic (Serbia), Milot Rashica (Kosovo), Yuya Osako (Giappone) e Josh Sargent (Usa). Tantissimi elementi di una rosa internazionale di una squadra che non può privarsi di loro in occasione della partita contro il Bayern Monaco del 21 novembre, subito dopo la pausa. Sarebbero infatti tutti costretti a cinque giorni di quarantena una volta rientrati alla base, ma per il club è un rischio troppo grande. Il Werder si avvale così di una possibilità concessa dalla Fifa, che lascia discrezione e facoltà di scelta arbitraria ai club, date le circostanze eccezionali, ma che mette in seria difficoltà la Uefa di fronte a un probabile effetto domino. «I giocatori vorrebbero andare, ma non possiamo fare altrimenti», ha dichiarato il direttore sportivo Frank Baumann. Giocherà così in Nazionale solo Jiri Pavlenka, perché la sua Repubblica Ceca scenderà in campo a Lipsia.


        Il fronte italiano

        L’Inter ha fatto già le spese di questa situazione (vedi il caso Bastoni, risultato positivo in ritiro con l’Under 21) e Marotta aveva già affrontato il tema alla vigilia della gara con il Parma (leggi QUI): «In agosto si è conclusa una stagione anomala, ora se n’è riaperta un’altra più anomala. Non è un alibi ma un dato di fatto, abbiamo giocato 8 gare ufficiali e tre quarti della nostra rosa hanno fatto 6 partite. Aggiungiamo sette casi di Covid, gli infortuni frutto dello stress, l’allenatore non può mai fare la formazione in anticipo. Dobbiamo limitare la situazione, almeno sulle gare della Nazionale, si fatica a gestire le squadre così. Affronteremo la situazione con molta rigidità, abbiamo tantissimi impegni e mi sembra giusto che le Federazioni rispondano alle nostre esigenze. Serve grande cautela nella risposta alle Nazionali». Ora anche Andrea Agnelli (QUI anche le parole di Pirlo sul tema) e Aurelio De Laurentiis stanno valutando l’opportunità di trattenere alcuni loro giocatori di Juventus e Napoli. Il c.t. Roberto Mancini ha di fronte a sé due sfide toste di Nations League contro Polonia e Bosnia Erzegovina, ma deve attenersi alle scelte dei club. Se così in Germania con il Werder Brema si sono già schierati club potenti come Bayern Monaco e Borussia Dortmund, in Italia club già impegnati in Champions League ed Europa League come Inter, Napoli e Juventus non vogliono fare i conti con nuove assenze.

        La contraddizione

        La Juventus ha dovuto rinunciare a Cristiano Ronaldo, positivo nel ritiro del Portogallo, anche in un match fondamentale come quello di Champions contro il Barcellona. Così il ds del Napoli, Cristiano Giuntoli, esterna alla vigilia del settimo turno di serie A le sue preoccupazioni, condivise dal presidente De Laurentiis: «Mi sembra inopportuno mandare i nostri giocatori in Nazionale la prossima settimana. Una contraddizione in un momento delicato. La migliore cosa da fare sarebbe lasciarli a casa isolati».


        Battaglia aperta

        Dopo i tanti casi positivi dell’ultimo turno delle Nazionali e con questa concessione prevista dalla Fifa non mancheranno polemiche. La battaglia con la Uefa è aperta, perché molti insistono, non senza logica, che se si rinvia un Europeo per il virus allora si possono evitare anche le partite di Nations League, di certo non il trofeo più ambito nel mondo del calcio.


        CorSera
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        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Nazionali e rischio Covid, Lukaku non gioca con l’Inter ma il Belgio lo ha già convocato

          In Germania il Werder Brema rifiuta di liberare i suoi giocatori. Possibile che le società italiane decimate dal virus decidano di imitarlo. Marotta: «Serve buon senso nelle convocazioni»

          Se in Italia serpeggia il malcontento da nord a sud, manifestato a parole ma strozzato in concreto dall’impossibilità di far seguire alla volontà i fatti, in Europa c’è chi dice no. Gli impegni delle Nazionali sono alle porte, fra le preoccupazioni degli allenatori, il fiato sospeso dei medici sociali e l’ostracismo delle società che hanno pagato nel precedente turno di ottobre una valanga di positivi di cui CR7 è il capofila.


          La posizione del Werder Brema

          In Bundesliga il Werder Brema ha preso una posizione ufficiale, comunicata in una nota nella quale ha chiarito che la settimana prossima non partiranno per vestire le maglie delle rispettive rappresentative 5 giocatori: Friedl (Austria), Veljkovic (Serbia), Rashica (Kosovo), Osako (Giappone) e Sargent (Usa). La decisione non comporterebbe sanzioni da parte della Uefa poiché, secondo le nuove regole della Fifa, cade l’obbligo per i club di rilasciare i giocatori quando, al rientro da zone a rischio, viene imposto un periodo di quarantena di almeno 5 giorni. Ovvero la durata dell’isolamento richiesto dall’ordinanza delle autorità sanitarie di Brema.



          Le società in rivolta

          Il precedente però non farà scuola in Italia dove sono parecchie le società che, potendo, già alle prese con un calendario intasato e compresso, si precipiterebbero ad imitare il Werder. Per dire, l’Inter che nell’ultima sessione di gare delle Nazionali ha registrato i contagi di Skriniar e Bastoni, si trova alle prese con l’infortunio di Lukaku. Dopo aver già saltato le sfide con Parma e Real Madrid, l’attaccante nerazzurro è in fortissimo dubbio per la gara con l’Atalanta. Venerdì ha svolto una seduta personalizzata ma in compenso è stato convocato dal c.t. belga. «Siamo fiduciosi che Romelu lunedì possa essere disponibile» ha dichiarato Martinez. Di umore opposto l’ad Marotta che nei giorni scorsi aveva tuonato: «Bisogna ridurre le partite delle Nazionali, occorre il buon senso quando si effettuano le convocazioni. Chi risponde a una chiamata deve essere in condizioni psicofisiche idonee». Il dirigente interista attende una soluzione univoca e certa per tutti i club, ora all’esame dell’Eca, e proponibile per la prossima finestra di marzo quando però in ballo ci saranno le partite di qualificazione ai Mondiali.


          Il parere di Pirlo

          Sull’invadenza delle Nazionali si era espresso anche Andrea Pirlo la scorsa settimana: «Sono qui da 70 giorni e solo per 22 ho allenato i giocatori. Il resto del tempo lo hanno passato con le rappresentative». Pure il Napoli nutre perplessità, esplicitate dal ds Giuntoli prima della sfida con il Rijeka. «Sarebbe opportuno, in un periodo così delicato, lasciare i giocatori tranquilli e isolati. Pensiamo sia giusto che restino a Napoli». Ma in mancanza di regole, lunedì dovranno partire anche se in ballo c’è la Nations League, non una competizione di primo livello. Incrociando le dita (possibilmente strofinate con l’amuchina).



          CorSera
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            L'imperativo del Milan, voltare subito pagina per non cadere nell'insicurezza

            La sconfitta contro il Lille, arrivata dopo una striscia di 24 risultati utili, non va drammatizzata. Restano, però, due dubbi di altra natura. Il primo riguarda il livello della serie A, il secondo è l'inesperienza internazionale di diversi giocatori rossoneri. Domenica il Verona per riprendere la marcia

            Se è vero che le partite no, ogni tanto, possono capitare, il Milan si può consolare col fatto che da otto mesi non gliene capitava una: l'ultima volta fu l'8 marzo, contro il Genoa. Da allora ci sono stati il lockdown, l'ira funesta del pelide Ibra, la ricostruzione di un amore coi tifosi, l'eccezionale cavalcata fino al primo posto in solitudine in campionato. La sconfitta, col Lille, per quanto pesante e ineccepibile, non va dunque drammatizzata. Né gli elogi a Pioli, tutti meritati, possono essere cancellati.

            Restano, però, due legittimi dubbi di altra natura. Il primo riguarda il livello della serie A, che non vince più le coppe europee e che esce più insicura da quest'ultimo turno di Champions ed Europa League. Alimenta le perplessità anche questo 3-0 inflitto dalla seconda in classifica della Ligue 1 francese alla prima del campionato italiano, per quanto schierata nella formazione di partenza con qualche giovane sostituto dei titolari: quando il ritmo e l'intensità della partita salgono troppo, le italiane si inceppano. Il secondo dubbio è parzialmente legato al primo: quando una squadra è molto giovane anagraficamente - e il Milan lo è di sicuro, Kjaer, Ibrahimovic e Çalhanoglu a parte - può pagare l'immaturità fisica e l'inesperienza internazionale. Renato Sanches, il portoghese bocciato dal Bayern, sembrava di nuovo un gigante del centrocampo. Yacizi, che è pur sempre riserva di Çalhanoglu nella Turchia, sfuggiva leggero alle marcature blande. E l'ala Bamba sgusciava via ogni volta che azionava l'agile falcata.

            Ognuno di questi rilievi chiama in causa proprio i giovani del Milan, apparsi stavolta acerbi. Diaz ha perso il duello a distanza con l'omologo Yazici. Sanches ha stravinto il duello diretto con Tonali. Bamba ha messo sempre in imbarazzo Dalot. Siccome i reprobi sono gli stessi tre promossi nella precedente partita di Europa League con lo Sparta Praga, meritano ben più di una prova d'appello, tanto più che il superamento della fase a gironi non è affatto compromesso. Pioli ha difeso la squadra, senza calcare la mano sugli errori, a cominciare da quelli difensivi del capitano Romagnoli o dalla papera di Donnarumma. L'allenatore ha tuttavia sottolineato le imprecisioni tecniche e il fatto che l'attacco, per una volta, ha fatto il solletico agli avversari, il che non dipende certamente dall'insolito rendimento in calo di Ibrahimovic. La squadra è giovane, ma matura, e le squadre mature sanno reagire ai contrattempi. L'aforisma di Pioli è un richiamo evidente. Domenica col Verona il Milan deve vincere. Per evitare di cadere nell'insicurezza. Per scacciare lo spettro delle critiche incombenti. E naturalmente per restare al primo posto.

            La sconfitta contro il Lille, arrivata dopo una striscia di 24 risultati utili, non va drammatizzata. Restano, però, due dubbi di altra natura. Il primo…
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              Covid, la Lazio e i tamponi ballerini Ora spuntano di nuovo tre positivi

              Superati i test ad Avellino, nuovi tamponi sono stati processati al Campus Biomedico di Roma con il metodo rapido, meno attendibile. La società non conferma che si tratti di Immobile, Strakosha e Leiva.

              Nuovo giro di valzer per i tamponi ballerini della Lazio. Dopo le polemiche con l’Uefa e dopo la visita degli ispettori Figc, la società biancoceleste questa volta ha cambiato centro analisi. Dopo aver superato con esito negativo la tornata di esami al laboratorio di Avellino, Futura Diagnostica, di proprietà della famiglia di Walter Taccone, ex presidente della squadra irpina, questa volta i tamponi sono stati processati anche dal Campus Biomedico di Roma, una struttura universitaria. E, anche se si tratta solo dei meno attendibili test rapidi, sono venuti fuori tre positivi. In attesa dell’esito dei test molecolari che, si spera, dovrebbero chiarire ogni dubbio, radio, siti e blog sospettano che si tratti del terzetto di calciatori al centro della disputa, negativi prima del match di campionato con il Torino dello scorso primo novembre e poi tornati positivi alla vigilia della partita di Champions pareggiata 1-1 mercoledì scorso con lo Zenit. Stiamo parlando del bomber Ciro Immobile, del portiere Thomas Strakosha e dell’argentino Lucas Leiva. Tuttavia, la società non ha voluto rivelare l’identità dei calciatori positivi trincerandosi dietro la di privacy.


              Le tappe della vicenda

              Ma facciamo un po’ di chiarezza ricostruendo le tappe della vicenda. Tutto comincia il 26 ottobre, quando la squadra laziale viene sottoposta ai test anti-Covid in vista della sfida di Champions League del successivo 28 ottobre con il Club Brugge, la squadra belga della città di Bruges. Dal momento che si tratta di esami Uefa, i tamponi vengono processati dal centro analisi centralizzato per tutte le squadre impegnate in competizioni europee, ovvero il Synlab di Roma. A seguito degli esami, il giorno successivo vengono fermati prima della partenza Immobile, Leiva e Strakosha, risultati positivo. Il 30 ottobre, alla vigilia della partita di campionato con il Torino, i tre si sottopongono con tutta la squadra a un nuovo test, questa volta si tratta di un tampone molecolare, processato dalla Futura Diagnostica di Avellino. E questa volta risultano negativo, quindi il giorno successivo vengono schierati regolarmente dall’allenatore Inzaghi. Immobile segna anche una delle 4 reti che consentono al team laziale di superare il Torino.



              L’indagine Figc

              Il caso deflagra il lunedì successivo alla partita di Campionato, quando in vista della partita di Champions del mercoledì, si rendono necessari altri esami. I tamponi eseguiti a Formello tornano dunque al Synlab, che conferma la positività di Immobile, Strakosha e Luca Leiva. Informata dall’Uefa, a questo punto la Figc invia gli ispettori nella sede della Lazio, vengono sentiti tra gli altri, il presidente Claudio Lotito e il medico sociale, Ivo Pulcini. Sarà in particolare quest’ultimo a sostenere la tesi del «falso positivo». Parlando con i giornalisti, Pulcini ha spiegato che dal suo punto di vista «non possono esserci differenze tra tamponi. Io non ho visto differenze nei test tra campionato e Coppa. Certo, esistono diversi tipi di tamponi e ci possono essere diverse ragioni che inducono a usarne uno e non un altro, ma i reagenti funzionano tutti allo stesso modo. C’è il tema dei falsi positivi e dei falsi negativi».

              CorSera
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                Lazio, caso tamponi, i pareri dei consulenti fanno tremare Lotito. Possibile penalità di un punto

                La procura Federale chiede una consulenza tecnica sugli esami effettuati lunedì. Che secondo i tecnici erano positivi. Convocato (via pec) il responsabile medico del club. E il presidente va alla guerra


                L'indagine sui tamponi della Lazio continua. Ieri mattina il Procuratore federale della Figc Giuseppe Chinè ha convocato via pec il responsabile medico del club biancoceleste, il dottor Ivo Pulcini. Una scelta significativa, visto che Pulcini aveva già ricevuto uomini della procura tre giorni fa, nel proprio studio, mostrando cartelle e esami effettuati.

                Nelle ultime però è successo anche altro. Il procuratore Chinè infatti ha chiesto pareri scientifici sui tamponi effettuati lunedì dai giocatori della Lazio, quelli per capirci che avevano segnalato la carica virale (anche se ridotta) presente in alcuni giocatori - Immobile, Leiva, Strakosha - impedendo loro di giocare in Champions dopo un'alternanza singolare tra positività e negatività (positivi il 27 ottobre, negativi venerdì, di nuovo positivi lunedì). E i pareri raccolti sono univoci nel ritenere i test a tutti gli effetti positivi.

                Probabile che a Pulcini venga chiesto come mai Immobile e gli altri abbiano potuto allenarsi con i compagni, ad esempio. O di questa alternanza, in modo da poter rispondere anche all'esposto presentato in procura da Cairo, il presidente del Torino avversario della Lazio domenica e sconfitto anche a causa di un gol di Immobile. Le risposte che arriveranno sono importanti: non dovessero convincere la procura, la Lazio in un ipotetico giudizio sportivo rischierebbe dall'ammenda a una penalizzazione in classifica di almeno un punto.

                Proprio Pulcini ieri ha voluto dire la sua intervenendo in una radio romana: "Noi rispettiamo tutti i regolamenti, facciamo ogni 4 giorni il tampone, la Procura Federale non credo abbia trovato nessuna irregolarità. Ho chiesto alla Uefa di uniformare i test e come si fa nel doping di avere delle contro-analisi". Neanche a farlo apposta, la Uefa ieri ha specificato: "Il protocollo ha permesso da giugno di giocare 526 partite e ha stabilito in modo molto chiaro le misure da adottare in caso di team che segnalassero casi di coronavirus".

                La situazione ha teso l'animo del presidente Lotito, che da giorni inonda di telefonate i vertici del calcio italiano, spesso senza ricevere risposta. E nervosissimo è anche Ciro Immobile, che non si spiega la nuova positività e si sente "defraudato" di due partite, quelle in Champions, che avrebbe voluto giocare a ogni costo. Come parziale risarcimento, adesso, spera almeno di poterci essere domenica alle 12.30 contro la Juve. Decisivo sarà il tampone che la squadra effettuerà oggi, a 48 ore dalla partita. Ancora nel laboratorio di Walter Taccone, l'ex presidente dell'Avellino, che fece scomparire il club per 800 mila euro di fideiussione tardiva. Poi Ciro volerà in Nazionale: chissà quel giorno che risultato daranno i tamponi Uefa.

                Articolo a firma di Matteo Pinci per Repubblica: https://www.repubblica.it/sport/calc...ta_-273373134/
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                • Fabi Stone
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                  Dice che domani a Genova, Dzeko gioca...
                  Ce pensa Claudione...

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                  • ottantino
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Ottantino, io posto tutto ho anche postato la radio laziale che ha intervistato il direttore del laboratorio di Avellino, quando appunto la Gazzetta ancora ne deve dare conto.

                    Nel caso di Suarez ho messo tutti gli articoli (con le intercettazioni tagliete e ricucite ad arte dalla Sarzanini per far passare una certa tesi) del CorSera.

                    Posto tutto perchè è quello che sta sui giornali. Poi tanto: 1) ciascuno si fa la sua idea e 2) i fatti, se contrari, smentiranno quegli articoli.

                    postare tutto va bene, ma postare cose scritte con un senso logico sarebbe meglio. comunque l'inchiesta l'ha fatta tutta la gazzetta dello sport, corriere della sera (chissà di chi è) e gli articoli di repubblica che tu posti sono scritti da uno che conduce una trasmissione televisiva e radiofonica dell'etere romano, "la signora in giallorosso"......... ma tant'è.....

                    leggi un articolo scritto in maniera un pochino più imparziale che ti dice come vanno le cose e soprattutto leggi come chiude, noi Laziali in trincea con l'elmetto fra le bombe ci stiamo da sempre.

                    Bombe sulla Lazio: guerra contro il club, ma gli attacchi sono "particolari"...

                    La Lazio viene attaccata sulla faccenda tamponi: ma l'indagine FIGC è coperta dal segreto d'ufficio e le ASL non possono comunicare nulla sui pazienti


                    È in corso una guerra. E seppur qualcuno lo neghi (del resto quella giornalistica è una delle categorie dove il corporativismo rimane fortissimo), la Lazio è sotto assedio. È ricominciato il bombardamento fatto di articoli e tweet. Fatti? Per ora pochi. Uno è sicuramente l’indagine avviata dalla Procura Federale per il caso tamponi. Il Procuratore, Giuseppe Chinè, ha secretato l’indagine per evitare fughe di notizie e dare in pasto alla stampa cose non vere. Memore anche di quanto accaduto per il caso Suarez quando in tribunale ordinario fu costretto a sospendere le indagini a causa della continua emorragia di notizie che uscivano dalla Procura di Perugia e finivano in pasto ai quotidiani, siti e tg. Indagine secretata. Quindi viene da chiedersi su che base alcuni quotidiani, nei giorni scorsi, abbiano scritto che la Procura sia concentrata sulle comunicazioni tra la Lazio e la ASL. Comunicazioni avvenute solo telefonicamente, senza mai ufficializzare i presunti casi di positività. Ma chi ha rivelato ai cronisti su cosa sta indagano la Procura, se le indagini sono coperte da segreto? O qualcuno ha violato il segreto d’ufficio o qualche cronista ha "interpretato" le mosse della Procura senza, però, alcuna certezza dei fatti. Delle due l’una.
                    ASL E PRIVACY - Altro punto da tenere in considerazione. Un quotidiano scrive nella giornata di venerdì 6 novembre: “Da quanto emerge la ASL Roma 1 ha avuto con la Lazio solo interlocuzioni telefoniche […]. Alle telefonate però non ha fatto seguito alcuna comunicazione formale”. Ma chi ha fornito le informazioni all’estensore dell’articolo? La Lazio? Per come il club gestisce la comunicazione è più facile che Trump vada da Biden a consegnargli le chiavi della Casa Bianca con tanto di pacca sulla spalla. Allora è stata la ASL Roma 1 a parlare con la stampa? Sarebbe reato, violerebbe la privacy di Immobile. Ecco il testo rintracciabile sul sito del garante della privacy: “È possibile diffondere i dati identificativi delle persone positive al COVID 19 o che sono state poste in isolamento domiciliare? La disciplina vigente vieta la diffusione dei dati relativi alla salute. Tale divieto non è stato derogato dalla normativa d’urgenza sull’emergenza epidemiologica da Covid-19. Pertanto, le aziende sanitarie e qualsiasi altro soggetto pubblico non possono diffondere i nominativi dei casi accertati di Covid-19 o dei soggetti sottoposti alla misura dell’isolamento per finalità di contenimento della diffusione dell’epidemia”. Le Aziende Sanitarie Locali non possono comunicare nulla riguardo alla salute di un paziente senza il consenso dell'interessato. Tantomeno alla stampa. È regola base del diritto alla privacy. Di fatto, essendo stato Immobile posto in isolamento domiciliare, nel corso della settimana passata, la ASL Roma 1 non poteva diffondere alcuna informazione sul giocatore. Quindi, anche qui, due possibilità: o qualche funzionario dell’Azienda Sanitaria Locale ha violato la privacy di Ciro, oppure alcuni cronisti hanno lavorato d'interpretazione. Pure in questo caso delle due l’una. Come è possibile, quindi, che un giornale venga a sapere notizie riguardanti un’indagine secretata? Possibile che queste news siano arrivate da un organo che non può rilasciare informazioni in merito? Siamo di fronte a delle violazioni o a delle interpretazioni forzate?
                    SENZA REGOLE - L’Italia è il paese dei balocchi, non è una novità, tutti fanno un po’ quello che vogliono, l’organizzazione latita, è un’eccezione che conferma la regola. Dalla Gazzetta, oggi, si possono estrapolare le parole di Maurizio Casasco, Presidente della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana) che dice: “In un mondo professionistico non si può andare avanti col fai da te, servono metodo e protocollo su base scientifica”. Quindi Casasco ci sta dicendo, se l’italiano non è un’opinione, che oggi quel metodo non c’è. Di fatto la Serie A va avanti senza regole chiare, precise, puntuali. Come si può punire qualcuno se non c’è una regola comune o un protocollo che valga per tutti? Torniamo al famoso o famigerato, fate voi, “Gene N”. La voce viene rilevata dal laboratorio di Avellino che analizza i tamponi effettuati dai giocatori della Lazio. Non si tratta di essere positivo o debolmente positivo. Il “Gene N” manifesta un contatto con UN coronavirus, non con il patogeno SARS-CoV-2 che è proprio del virus Covid-19. Ma quel “Gene N” viene rilevato da alcuni laboratori (quello di Avellino per esempio) e da altri no. Quindi, senza un protocollo unico è caos totale. Un esempio: se la squadra di Serie A “X” si affida al "Laboratorio Z" che nei suoi referti non segnala il "Gene N", non saprà mai - così come le autorità sanitarie - se i giocatori “tamponati” hanno il valore “N” in regola o meno. Se la Lazio si affida, però, al "Laboratorio Y" che il “Gene N” lo segnala, perché allora deve veder fermato un giocatore a differenza di quei club che si affidano a laboratori che il "Gene N" non lo rilevano? Oltretutto, la comunità scientifica sembra ormai concorde nel dire che chi ha il valore "N" fuori parametro non fa risultare comunque infettivo il paziente testato, poiché il “Gene N” non è specifico del Covid-19. È un po’ complicato, un po’ lungo, ma piuttosto chiaro se ci pensate. Questo è il punto veramente centrale della questione e cioè che la Serie A abbia avuto il coraggio di ripartire senza darsi una linea comune su una questione così delicata. La Lazio sostiene d’aver seguito le regole in maniera netta. La conferma arriva anche da Massimiliano Taccone, di Futura Diagnostica, il centro specialistico di Avellino: “Per quello che ci consta la Lazio ha rispettato i protocolli alla lettera”. Vediamo se anche la Procura sarà d’accordo e archivierà l’indagine o deciderà di deferire il club che, sui media, sembra già essere stato condannato vista l’intensità di certi attacchi.
                    FATTI - Roberto Renga, giornalista che di questo mestiere è maestro, twitta: “Lavoro usurante: avere un editore padrone di un club e scriverne. Mi capitò con il Messaggero basket. O litighi o chiudi gli occhi e abbassi la testa”. Renga conferma ed è riprova importante del fatto che lavorare con un editore proprietario di una società sportiva, crei ansia, preoccupazione, in un cronista e lo induca a lavorare con poca serenità. È umano e bisogna sottolineare come i giornalisti, in questa vicenda, siano più vittime che carnefici. La Lazio è sotto attacco, deve difendersi, dovrà riuscirci facendo valere i fatti, andando oltre le chiacchiere, le illazioni del web, contro prime pagine che appaiono faziose, soprattutto se il giorno prima il risultato di Champions è stato taciuto, sommerso da altro. La Lazio è una vittima mediatica da sempre, è un bersaglio comodo, Lotito piace poco all’opinione pubblica e questo accentua l’acredine verso i biancocelesti. Non meraviglia, dunque, che Gianluca Mancini positivo prima e negativo dopo 48 ore, sia stato trattato come vittima di un malinteso. Come Hakimi. Mentre Immobile diventa un caso da indagare, approfondire e punire. La Lazio faccia valere i fatti, solo quelli spazzeranno via le parole. Come nel caso Zarate, tanto fango, poi archiviazione.
                    Winners are simply willing to do what losers won't.




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                    • ottantino
                      Bodyweb Senior
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                      Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                      Dice che domani a Genova, Dzeko gioca...
                      Ce pensa Claudione...





                      vai tranquillo Fà, ce pensa Claudione nostro!!
                      Winners are simply willing to do what losers won't.




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                      • CRI PV
                        Mufasa
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                        • esperto a 360°
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                        Ottantì c'è poco da girarci intorno le regole devono essere le stesse per tutti, se fino adesso c'era un buco nel regolamento che venga tappato, e che la Lazio ci si attenga come le altre

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                        • Fabi Stone
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                          Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio




                          vai tranquillo Fà, ce pensa Claudione nostro!!
                          Ahahahah ahahahah ahahahah
                          È un mito!!!

                          Comunque a parte tutto...e con tutto intendo stampa spazzatura e illazioni varie...la domanda che mi faccio è : " perché l'unico che ha pensato a sta scappatoia o interpretazione del caso, è stato Lotito?"
                          S'è assunto un bel rischio a prescindere, imho.

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                          • robybaggio10
                            Bodyweb Senior
                            • Dec 2011
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                            • Franciacorta
                            • Send PM

                            Se una squadra fa giocare un positivo (in malafede intendo) e questo contagia un altro...la squadra viene retrocessa! L'ho appena sentito da un tizio su telelombardia.
                            I SUOI goals:
                            -Serie A: 189
                            -Serie B: 6
                            -Super League: 5
                            -Coppa Italia: 13
                            -Chinese FA Cup: 1
                            -Coppa UEFA: 5
                            -Champions League: 13
                            -Nazionale Under 21: 19
                            -Nazionale: 19
                            TOTALE: 270

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                            • ottantino
                              Bodyweb Senior
                              • Jan 2013
                              • 1718
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                              Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
                              Ottantì c'è poco da girarci intorno le regole devono essere le stesse per tutti, se fino adesso c'era un buco nel regolamento che venga tappato, e che la Lazio ci si attenga come le altre
                              Il fatto è che la Lazio non ha infranto nessuna regola se non c'è. Leggete, c'è scritto, un laboratorio fa in un modo uno fa in un altro. Non è una scappatoia perché altrimenti si sarebbero rivolti semplicemente ad un laboratorio che esami a solo 2 geni. Quale sarebbe la furbizia?

                              Solo il fatto che la legaora voglia fare come luefa e centralizzare le analisi ti fa capire quanto è stupido chi ha scritto il regolamento. Ci sono migliaia di giocatori che giocano ad ora senza avere esame del gene n. Quindi perchè io si e altri no? Non capisco dove sarebbe la malizia.

                              Poi lo scrivi in un modo come se la colpa fosse della Lazio che il regolamento è questo. Attappano la falla e non rompessero il ***** alla Lazio.

                              Altri giocatori trattati come casi di errore tipo hakimi e noi massacrati, ma basta Co sta rottura di cazz. O
                              Last edited by ottantino; 07-11-2020, 11:54:11.
                              Winners are simply willing to do what losers won't.




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                              • CRI PV
                                Mufasa
                                • Nov 2007
                                • 7407
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                                • esperto a 360°
                                • Send PM

                                Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio
                                Il fatto è che la Lazio non ha infranto nessuna regola se non c'è. Leggete, c'è scritto, un laboratorio fa in un modo uno fa in un altro. Non è una scappatoia perché altrimenti si sarebbero rivolti semplicemente ad un laboratorio che esami a solo 2 geni. Quale sarebbe la furbizia?

                                Solo il fatto che la legaora voglia fare come luefa e centralizzare le analisi ti fa capire quanto è stupido chi ha scritto il regolamento. Ci sono migliaia di giocatori che giocano ad ora senza avere esame del gene n. Quindi perchè io si e altri no? Non capisco dove sarebbe la malizia.
                                Di fatti io non ho detto che la Lazio ha infranto le regole
                                Ho detto che vanno uniformate

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