Ferencvaros-Juventus 1-4: gli interpreti e le eccezioni ecco l’idea di Pirlo
Il modello è ormai chiaro, il gioco è un 4-2-2-2 non banale, pieno di buoni interpreti e una fragilità intrinseca dove la classe di ognuno deve annullare lo squilibrio naturale
di Mario Sconcerti
Vince bene la Juve in un girone che non è mai stato un problema. L’idea di Pirlo sta ormai consolidandosi e può essere anche una buona idea, la decisione finale tocca agli interpreti. Ridotto in pillole, il gioco della nuova Juve è un 4-2-2-2 non banale perché tenta di allargarsi sul campo e in ogni linea è prevista un’eccezione. Nei quattro di difesa convivono Cuadrado e Danilo, due centrocampisti, dove Cuadrado è il primo momento di costruzione. A centrocampo si aggiunge sempre un fantasista, mercoledì Ramsey, in genere Kulusevski. I due centrocampisti hanno poco l’obbligo di impostare. Rabiot è una mezzala verticale, d’inserimento. Arthur è un regista puro, anche bravo, ma in un reparto a tre.
Come si è visto anche in Ungheria, in un azzardo tecnico di questo genere, i più adatti sono Bentancur e Rabiot, che hanno fisico, gioco calmo e buone idee. Gli uomini di vera costruzione offensiva diventano il fantasista (in Ungheria Ramsey, buono, ma Kulusevski porta più cose) e l’ala sinistra, Chiesa, che ha il compito di accelerare la corsa della squadra e tentare ogni volta una specie di contropiede alto.
Restano i due attaccanti, senza dubbio Morata e Ronaldo, ancora coperto dai resti del virus (QUI le pagelle). In una squadra che si disegna così netta, soffrono le mezze misure, quindi Dybala. Sta crescendo, è quello che ha sofferto di più la malattia, ma è di base molto diverso da Morata. Quindi più marginale, come i suoi gol a Budapest, arrivati a partita finita. Siamo insomma davanti a un modello ormai chiaro, pieno di buoni interpreti e una fragilità intrinseca dove la classe di ognuno deve annullare lo squilibrio naturale. Si può fare, è un’idea un po’ stravagante ma abbastanza nuova per l’Italia. A modo loro la seguono da noi anche Roma, Inter e Napoli, solo che Pirlo rompe in più parti le stesse linee di gioco. Parlo molto dell’insieme e poco della partita perché quella non c’è stata.
Il Ferencvaros è vicina a valere una buona squadra di serie B italiana, mentre la Juve
sta diventando interessante. In un girone così la Champions le serve da allenamento al campionato. Infatti è dove fa più risultati. Il resto verrà.
CorSera
Il modello è ormai chiaro, il gioco è un 4-2-2-2 non banale, pieno di buoni interpreti e una fragilità intrinseca dove la classe di ognuno deve annullare lo squilibrio naturale
di Mario Sconcerti
Vince bene la Juve in un girone che non è mai stato un problema. L’idea di Pirlo sta ormai consolidandosi e può essere anche una buona idea, la decisione finale tocca agli interpreti. Ridotto in pillole, il gioco della nuova Juve è un 4-2-2-2 non banale perché tenta di allargarsi sul campo e in ogni linea è prevista un’eccezione. Nei quattro di difesa convivono Cuadrado e Danilo, due centrocampisti, dove Cuadrado è il primo momento di costruzione. A centrocampo si aggiunge sempre un fantasista, mercoledì Ramsey, in genere Kulusevski. I due centrocampisti hanno poco l’obbligo di impostare. Rabiot è una mezzala verticale, d’inserimento. Arthur è un regista puro, anche bravo, ma in un reparto a tre.
Come si è visto anche in Ungheria, in un azzardo tecnico di questo genere, i più adatti sono Bentancur e Rabiot, che hanno fisico, gioco calmo e buone idee. Gli uomini di vera costruzione offensiva diventano il fantasista (in Ungheria Ramsey, buono, ma Kulusevski porta più cose) e l’ala sinistra, Chiesa, che ha il compito di accelerare la corsa della squadra e tentare ogni volta una specie di contropiede alto.
Restano i due attaccanti, senza dubbio Morata e Ronaldo, ancora coperto dai resti del virus (QUI le pagelle). In una squadra che si disegna così netta, soffrono le mezze misure, quindi Dybala. Sta crescendo, è quello che ha sofferto di più la malattia, ma è di base molto diverso da Morata. Quindi più marginale, come i suoi gol a Budapest, arrivati a partita finita. Siamo insomma davanti a un modello ormai chiaro, pieno di buoni interpreti e una fragilità intrinseca dove la classe di ognuno deve annullare lo squilibrio naturale. Si può fare, è un’idea un po’ stravagante ma abbastanza nuova per l’Italia. A modo loro la seguono da noi anche Roma, Inter e Napoli, solo che Pirlo rompe in più parti le stesse linee di gioco. Parlo molto dell’insieme e poco della partita perché quella non c’è stata.
Il Ferencvaros è vicina a valere una buona squadra di serie B italiana, mentre la Juve
sta diventando interessante. In un girone così la Champions le serve da allenamento al campionato. Infatti è dove fa più risultati. Il resto verrà.
CorSera
Commenta