Originariamente Scritto da Sean
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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza MessaggioMa domanda seria, capisco il discorso Allegri che per tutta una serie di motivi non andava più bene alla dirigenza, ma seriamente, perchè il Milan ha mandato via Pioli che il suo l'aveva fatto per prendere Fonseca?
Quindi la decisione di chiudere con Pioli la si può comprendere...il problema è sulla scelta del sostituto: siccome la dirigenza ha detto pubblicamente che era l'ora di un tecnico "giovane, ambizioso, dal gioco propositivo ed offensivo", ci si aspettava tutto meno che Fonseca...che, lo abbiamo detto e ridetto, ha 51 anni, una carriera piatta alle spalle e non è certo inquadrabile tra i tecnici "innovativi"...cioè, Fonseca sarebbe l'ultimo che mi verrebbe in mente se voglio perseguire una svolta programmatica...e tra l'altro è anche debole di nervi, come dimostra da tempo.
In conclusione il perchè dovrebbero spiegarlo i dirigenti. Forse il motivo è molto semplice e non bisogna andare molto lontano per comprenderlo ma basta accostarsi alla zona cassa: una scelta al risparmio...farcita e decorata con tanti fiocchetti, una bella confenzione (il "tecnico giovane", il "gioco offensivo", addirittura "l'ambizione scudetto") ma con dentro mere ragioni di economia e dunque il faccione di Fonseca.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioLa Roma in completa ambasce, la sconfitta col Como è grave perchè inattesa. I problemi non sono magicamente spariti solo perchè hai battuto (in casa) Braga e Lecce, e Ranieri non ha ovviamente "guarito" la squadra solo perchè hai battuto Braga e Lecce: solo una stampa che vende cioccolatini avariati poteva sostenere simili scemenze: quando i problemi sono strutturali (la crisi della Roma dura da inizio campionato e principia nella sua genesi da molto prima, quindi non si tratta di un raffreddore) essi non spariscono dalla sera alla mattina.
Nell'anno solare la Roma ha vinto solo 5 volte fuori casa e sempre con squadre piccole...e piccola adesso è diventata anche la Roma: ecco, se si vuol iniziare a guarire occorre tenere presente questo: la Roma deve assumere un atteggiamento da provinciale per quella lotta nel fango a cui è chiamata in questa stagione: l'atteggiamento tenuto nel secondo tempo, quella inconsistenza psicologica e caratteriale, quel giocare con sufficienza sono tutto il contrario di quanto servirebbe per tentare di raggiungere posizioni di classifica più tranquille.
Leggo che i Friedkin sono "indignati", loro, quando sono stati gli artefici di questa mondezza, e che a Gennaio inizierà il repulisti, a partire dai famosi senatori: iniziassero e si indignassero di meno se non con se stessi.
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Ma domanda seria, capisco il discorso Allegri che per tutta una serie di motivi non andava più bene alla dirigenza, ma seriamente, perchè il Milan ha mandato via Pioli che il suo l'aveva fatto per prendere Fonseca?
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza MessaggioMilan e Juve grandi delusioni di questo inizio stagione
però ,dato il mercato estivo, per la seconda c'erano aspettative ben maggiori
La Juve può dare certamente di più: lo dico a ragion veduta, perchè sono proprio i pareggi con i Venezia, i Lecce, gli Empoli, i Cagliari ecc...ecc..., cioè con squadre ampiamente alla portata, a farmi ritenere che le potenzialità strutturali sono di grado maggiore rispetto a quanto visto fin qui, e che se avessi fatto il tuo non con le Inter od i Napoli ma con quelle squadre sopraccitate, avresti ben altra classifica...semplicemente facendo il tuo, cioè il compitino.
Allora il problema sta per una parte in certo integralismo di Motta (il gioco è sterile) e dall'altra in difficoltà caratteriale dei nuovi, che mancano del nerbo pugnace che trasforma i pareggi scritti in vittorie, per esempio...e questo conta più di ogni chimerica ricerca del "bel giuoco", che poi alla Juve ha sempre voluto dire niente...per questo il lavoro più grosso è in capo a Motta, perchè è lui che deve imparare che il bello sono i 3 punti anche sporchi, cattivi e maledetti e non quella trama di passaggi, il "possesso palla" e l'autoimbambolarsi per interi quarti d'ora...questo non funziona, non è questo il propellente per accendere la fiamma, e difatti la squadra è spenta come anche fin qui la stagione.
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Fonseca ci aveva visto giusto dopo la partita di coppa col suo "sfogo" ma è la reazione pubblica a non aver rappresentato il giusto modo di intervento: un chiarimento nello spogliatoio, coinvolgendo solo i giocatori e non anche il pubblico, sarebbe stato un tentativo migliore: il pari col Genoa era dunque in un certo senso "preventivabile" e segna un campanello di allarme che non deve essere sottovalutato: la squadra potrebbe piantarsi, con Fonseca in una delicatissima posizione.
Cardinale intanto si è dato alla macchia e non presenzia alla festa per i 125 anni del Milan...occasione ghiotta per i tifosi per ricordare che il Milan non è gli americani e che la storia del club li ha spesso abituati a ben altre celebrazioni e in campo a ben altre prestazioni - e ci sarebbe da aggiungere a ben altri giocatori, ma questo aspetto riguarda tutta la serie A dove i campioni autentici latitano ormai, essendo il nostro un campionato dove manca il soldo.
La Roma in completa ambasce, la sconfitta col Como è grave perchè inattesa. I problemi non sono magicamente spariti solo perchè hai battuto (in casa) Braga e Lecce, e Ranieri non ha ovviamente "guarito" la squadra solo perchè hai battuto Braga e Lecce: solo una stampa che vende cioccolatini avariati poteva sostenere simili scemenze: quando i problemi sono strutturali (la crisi della Roma dura da inizio campionato e principia nella sua genesi da molto prima, quindi non si tratta di un raffreddore) essi non spariscono dalla sera alla mattina.
Nell'anno solare la Roma ha vinto solo 5 volte fuori casa e sempre con squadre piccole...e piccola adesso è diventata anche la Roma: ecco, se si vuol iniziare a guarire occorre tenere presente questo: la Roma deve assumere un atteggiamento da provinciale per quella lotta nel fango a cui è chiamata in questa stagione: l'atteggiamento tenuto nel secondo tempo, quella inconsistenza psicologica e caratteriale, quel giocare con sufficienza sono tutto il contrario di quanto servirebbe per tentare di raggiungere posizioni di classifica più tranquille.
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Non mi interessa (relativamente, per far passare il concetto) che quella specifica maglia intrisa di storia sia indossata da una squadra senza gioco, corta negli uomini, con evidenti falle e senza allenatore.
Posso pure soprassedere, bestemmiando per i risultati.
Ma l'atteggiamento, la grinta, le palle?
Zero.
È quello che urta la mia anima rossonera Tutto enfatizzato dal fatto che 3 giocatori a dir tanto sono meritevoli di vestire quei colori
Tra questi, non è compresa tutta la proprietà
che di rossonero non ha nulla
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Milan e Juve grandi delusioni di questo inizio stagione
però ,dato il mercato estivo, per la seconda c'erano aspettative ben maggiori
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Fonseca non sa dove sbattere la testa, serve esame di coscienza. Inzaghi, Inter-Lazio occasione scudetto
Dopo il pareggio con il Genoa, e i fischi di San Siro, il Milan precipita a -14 dall'Atalanta capolista. Dopo essersela presa con tutti, forse Fonseca farebbe bene a riflettere su se stesso. L'Inter con la Lazio per ristabilire le gerarchie
I fischi di San Siro sono impietosi, ma sacrosanti: l’insulso pareggio contro il Genoa certifica la crisi del Milan. Fonseca, precipitato a 14 punti dall’Atalanta capolista, forse smetterà di pensare allo scudetto. L’impressione è che non sappia dove sbattere la testa: dopo la sconfitta di Bergamo se l’è presa con l’arbitro, dopo la Coppa con i giocatori. Forse dovrebbe fare un esame di coscienza perché niente cambia, neppure con i ragazzi, entusiasti e a volte acerbi. Il Milan è senza capo né coda. E festeggia nel modo peggiore i 125 anni di storia.
L'Inter con la Lazio può ristabilire le gerarchie
Stasera lo spettacolo sarà diverso. Contro la scintillante Lazio di Baroni capiremo, al di là di ogni ragionevole dubbio, se l’Inter è ancora la favorita per lo scudetto. Inzaghi nel suo vecchio stadio e contro il primo amore, ha perso due volte e vinto l’anno scorso, quando è riuscito a portare a casa la seconda stella. Se dovesse ripetersi contro un avversario in forma fisica e psicologica invidiabile, potrebbe ristabilire le gerarchie e annacquare l’entusiasmo dell’Atalanta e il rilancio del Napoli. Anche con due partite pesanti da recuperare, come Bologna-Milan e Fiorentina-Inter, la classifica dopo la sfida dell’Olimpico assumerà contorni più chiari. La squadra con lo scudetto sul petto deve alzare i giri del motore per mettere nel mirino le due potenziali fuggitive.
Inzaghi, ora serve vincere anche gli scontri diretti
La Lazio, 10 vittorie nelle ultime 12 partite, è un ostacolo duro, una squadra armoniosa, veloce, verticale, in cui i reparti collaborano tra di loro. Inzaghi, che dopo il derby ha perso solo a Leverkusen, deve salire l’ultimo scalino. Nella scorsa stagione, dominata in lungo e in largo, aveva vinto 11 scontri diretti su 14. Quest’anno solo 2 su 5 e uno di questi con la Roma in crisi. Serve una svolta per imprimere il proprio marchio sul campionato. L’Atalanta non è prima per caso, riesce a imporsi anche quando soffre, come a Cagliari, ed è una dimostrazione ulteriore di maturità. Il Napoli è ripartito forte dopo la doppia sconfitta con la Lazio. La Juve, imprigionata dai troppi pareggi e da un gioco involuto e lento, è indietro. Thiago sembra smarrito. Ha frenato anche la Fiorentina dopo 8 vittorie di fila, contro il Bologna. Italiano ha vinto meritatamente, ma quell’esultanza sguaiata davanti ai suoi vecchi giocatori se la poteva risparmiare.
CorSera
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La Roma di Ranieri E L’INCUBO DELLA RETROCESSIONE
La Roma di Claudio Ranieri “Core de Roma”
vive in un malefico circolo del destino che ripercorre le stesse pene degli allenatori che l’hanno preceduta. La sconfitta per 2-0 contro il Como non solo allunga la tortura, ma lascia i giallorossi pericolosamente vicini alla zona retrocessione. La Roma si trova ora al 12° posto con soli 16 punti, appena due in più dal terzultimo posto. Risultato che a inizio stagione sarebbe stato impensabile per una squadra che ambiva quantomeno a un piazzamento europeo.
Roma in difficoltà: Ranieri e una squadra senza identità
L’arrivo di Claudio Ranieri, alla sua terza avventura sulla panchina giallorossa, avrebbe dovuto portare esperienza e solidità. Tuttavia, la Roma sembra sempre ancora molto lontana dalla stabilizzazione del malato grave.
Dati alla mano, la Roma ha concluso la gara con un solo tiro nello specchio, contro i dieci del Como. L’attacco, guidato da Dybala in posizione di falso nove, non è mai riuscito a creare reali pericoli. Svilar, con le sue parate, ha evitato un passivo ancora più pesante. I gol di Gabrielloni e Nico Paz, entrambi arrivati nei minuti di recupero, sono il simbolo di una squadra che cede mentalmente e fisicamente nei momenti decisivi.
La gestione Friedkin sotto accusa: Ranieri lasciato solo
Le difficoltà della Roma non riguardano solo il campo. La gestione dei Friedkin è sempre più criticata da tifosi e addetti ai lavori. Dopo il fallimento di Mourinho, De Rossi e Juric, l’ingaggio di Ranieri sembra più una scelta d’emergenza che parte di un progetto a lungo termine.
A peggiorare la situazione è un mercato estivo insufficiente: tra i nuovi acquisti, solo pochi stanno offrendo un contributo significativo. Dybala, il leader tecnico della squadra, è costretto a ricoprire ruoli non congeniali per sopperire alle lacune del gruppo.
Le vitorie con Lecce e Sporting Braga avevano illuso l’ambiente.
Roma e Ranieri: un futuro incerto
La sconfitta contro il Como lascia la Roma in una posizione delicatissima. Nei prossimi turni, i giallorossi affronteranno, Parma, Milan e Lazio. Ranieri ha ammesso le difficoltà: “Dovbyk non è ancora al 100%, ma dobbiamo migliorare. Se a gennaio ci saranno opportunità di mercato, faremo di tutto per rafforzare la rosa.”
Aspetta e spera. I tifosi della Roma, come quelli del Milan, cominciano a non sopportare più i Friedkin.
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggioma se finisce in pareggio
si va ai rigori?
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Bella la maglia storica del Milan, tra l'altro con il numero senza nome
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