Originariamente Scritto da Sidius
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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioUn Belotti oggi che valore può avere sul mercato?
40?(ride)
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Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza MessaggioCmq questi che sono parsi davvero scarsi hanno dato 3 pere in finale allo shaktar
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Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza MessaggioLa maglia dei giocatori della Juve la si vede più spesso indossata da chi va nei boschi a spaccarsi di MDMA, piuttosto che dai partecipanti ad una partita di Champions.
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Originariamente Scritto da ottantino Visualizza MessaggioOttima Lazio, bella partita. Bisogna recuperare qualche altro titolare e si riparte anche in campionato.Cura il tuo corpo come un tempio
Originariamente Scritto da M K KDesade grazie di esistereOriginariamente Scritto da AK_47si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.
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Originariamente Scritto da ottantino Visualizza MessaggioOttima Lazio, bella partita. Bisogna recuperare qualche altro titolare e si riparte anche in campionato.(ride)
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Comincia bene, con due vittorie la Champions League delle italiane
– La Juventus passa a Kiev con due gol di Morata. Pirlo va cercando una Juve alternativa, che non sia obbligata a girare unicamente intorno a Ronaldo e Dybala. Per fare questo abbonda con le ali destre, scambiandole spesso di fascia, e soprattutto manda chiaro un messaggio a Dybala, lasciandolo in panchina con i suoi malumori e mettendolo dentro solo dopo aver segnato il primo gol. La sorpresa comunque è ovviamente Morata: arrivato come terza scelta dopo aver abbandonato le piste di Suarez e Dzeko, si sta imponendo ben oltre il ruolo di “spalla” di Ronaldo. Comunque è chiaro che quando verrà il momento, i punti peseranno di più e gli avversari si faranno più tosti, nessuno potrà rinunciare ai pezzi da 90.
DINAMO KIEV – JUVENTUS 0-2
A Kiev il Morata che non ti aspetti, arrivato alla Juve come terza scelta dopo Suarez e Dzeko, incaricato di fare il Benzema a disposizione di Ronaldo, il buon Alvaro si sta facendo largo a gomitate. O meglio un tiro di sinistro e un altro di testa. Che aggiunto a quello salvafiguraccia di Crotone fa già un discreto gruzzoletto. Nella Juve di Ronaldo, se lo aspettava qualcuno da Morata? Non credo.
Non aveva un grandissimo compito e soprattutto un grande avversario, la Juventus. Ma si era pur sempre a Kiev, una delle capitali del calcio dell’Est, e in uno stadio storico con dentro 20.000 tifosi, che per chi è abituato a sentire ormai il rimbombo delle tribune vuote con al massimo mille persone, fa comunque un certo effetto. Due gol di Morata e via, dunque, il ritorno in Champions League è bagnato con una vittoria pesante. Il secondo gol, cross di Cuadrado e testa di Morata è abbastanza lineare e brutale nella sua esecuzione, segno di una supremazia ormai evidente. Più interessante quello che ha sbloccato la partita. Nel primo gol colpisce non tanto l’esecuzione, in cui il colpo migliore è il tacco di Ramsey, quanto le gambe attraverso cui è passato il pallone. Chiesa, Ramsey, Kulusevski, Morata. Tre su quattro sono nuovi e fanno parte di quella Juve alternativa che Pirlo va cercando per non rimanere obbligato a farsi sempre e solo delle domande su come impiegare Ronaldo (assente per positività al Covid) e Dybala (lasciato inizialmente in panchina).
Ancora non abbiamo imparato a conoscere Pirlo, che segue percorsi tutti suoi. E che forse è uno assai più tosto di quello che si possa credere. A me colpisce ad esempio, prima di tutto, un uso delle ali destre particolare. Ne usa anche tre o più: Cuadrado, Kulusevski, Chiesa. E non potendo metterli tutti a destra, ne sposta alternativamente uno a sinistra (stavolta Chiesa). Per farlo mette in campo la Juve anche in maniera abbastanza anomala e diversa da partita a partita. A volte funziona, altre no.
L’altro elemento è una certa sorprendente rudezza nei confronti di Dybala, che da un allenatore giovane come Pirlo non ti aspetti. Lo ha portato a Crotone e lo ha tenuto in panchina, quello non l’ha presa bene e glielo ha mandato a dire, lui ci ha parlato e a Kiev lo ha rimesso in panchina, inserendolo solo dopo il primo gol fatto. Chiarissimo il messaggio.
Credo che di altra Juve o di Juve alternativa si possa parlare solo fino a un certo punto, quando verrà il momento giusto, quando i punti peseranno di più, quando gli avversari si faranno più grandi sempre ai soliti nomi bisognerà far ricorso. E’ inevitabile, e forse anche velleitario pensare a un’altra Juve. Nel frattempo però Pirlo spera di aver fatto crescere e fatto fare esperienza a una serie di altri giocatori che possono tornargli comodi quando dovrà far riposare Ronaldo o ad esempio, dare un altro stop a Dybala. Che come ogni anno, qualunque allenatore ci sia, deve cominciare la stagione in salita, riconquistandosi una fiducia che nessuno vuole riconoscergli a prescindere, solo per il nome. Metà per colpa sua, metà per colpa del altri. Insomma, alla fine sempre lì intorno stiamo a girare.
UEFA CHAMPIONS LEAGUE 2020-2021 FASE A GIRONI/giornata 1 MARTEDI' 20 OTTOBRE 2020 Zenit - Brugge (Gruppo F) 1-2 (63' Bonaventure B, 74' Horvath aut. Z, 90'+3' De Ketelaere B) Dinamo Kiev - Juventus (G) 0-2 (46' Morata J, 84' Morata J) Rennes - Krasnodar (E) 1-1 (55' Guirassy rig R, 59' Ramirez K) Chelsea - Siviglia (E) 0-0 Lazio - Borussia Dortmund (F) 3-1 (6' Immobile L, 23' Hitz aut. L, 71' Haaland BD, 76' Akpa-Akpro L)) Barcellona - Ferencvaros (G) 5-1 (27' Messi rig. B, 42' Fati B, 52' Coutinho B, 70' Kharatin rig. F, 82' Pedri B, 89' Dembelé B) Paris SG - Manchester United (H) 1-2 (23' Bruno Fernandes rig. MU, 55' Martial aut. PSG, 87' Rashford MU) Lipsia - Istanbul Basaksehir (H) 2-0 (16' Angelino L, 20' Angelino L) MERCOLEDI' 21 OTTOBRE 2020 Salisburgo - Lokomotiv Mosca (A) 18.55 Real Madrid - Shakhtar Donetsk (B) 18.55 Bayern Monaco - Atletico Madrid (A) 21.00 Inter - Borussia Moenchengladbach (B) 21.00 Olympiacos Pireo - Marsiglia (C) 21.00 Manchester City - Porto (C) 21.00...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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La Lazio, dopo 13 anni al ritorno in Champions, a sorpresa domina e batte il Borussia Dortmund, Immobile protagonista con gol e assist. Nessuno se lo aspettava dopo le delusioni in campionato e il pesante ko di Marassi contro la Samp. Ciro con il dente avvelenato, a Dortmund aveva fallito ed era stato pesantemente criticato. Accontentati…
LAZIO – BORUSSIA DORTMUND 3-1
La Lazio ha rovesciato un pronostico che lascerà muti i suoi critici molto a lungo. Squadra maltrattatissima, stroncata per un mercato fatto di nomi anonimi fino al campionato dove gli schiaffi presi dall’ Atalanta e dalla Sampdoria sono stati pesanti e dolorosi, gol presi esattamente il doppio di quelli fatti.
Alla vigilia si è insistito a lungo sul rapporto tra Simone Inzaghi (sesto campionato in biancazzurro, il primo solo le ultime 7 partite) e Lotito, cercando di capire in sostanza se si fosse pentito di essere rimasto alla Lazio. La vittoria netta sul Borussia Dortmund della superstar Haaland, squadra che ormai fa parte di una certa élite del calcio mondiale, dopo 13 anni di assenza dei biancocelesti dalla Champions League, non poggia praticamente sul nulla, se non sul fatto che le parole nel calcio si perdono nel vento.
Ciro Immobile, cui nessuno aveva risparmiato critiche dopo l’incolore prestazione in nazionale dove solitamente non eccelle appunto nonostante i gol che invece riesce a mettere a segno con la Lazio tanto da vincere lo scorso anno la Scarpa d’Oro (39 gol in stagione), protagonista con gol e assist. Non è escluso, anche se lui lo nega, che l’attaccante ci abbia messo un bel po’ di rabbia in più avendo fallito 7 anni fa al Borussia, e avendo incassato soprattutto feroci critiche dai tedeschi. Il peggior acquisto della storia del Borussia! Serviti ed accontentati.
Inzaghi ha approfittato di un Borussia frastornato, mai entrato in partita, la più classica delle Lazio possibili, quella cui il mister si è affezionato di più (Luis Alberto, Leiva, Milinkovic Savic, Immobile, Correa…) ha dominato la partita e forse anche impresso una svolta positiva alla stagione. Almeno la Lazio ci spera.
UEFA CHAMPIONS LEAGUE 2020-2021 FASE A GIRONI/giornata 1 MARTEDI' 20 OTTOBRE 2020 Zenit - Brugge (Gruppo F) 1-2 (63' Bonaventure B, 74' Horvath aut. Z, 90'+3' De Ketelaere B) Dinamo Kiev - Juventus (G) 0-2 (46' Morata J, 84' Morata J) Rennes - Krasnodar (E) 1-1 (55' Guirassy rig R, 59' Ramirez K) Chelsea - Siviglia (E) 0-0 Lazio - Borussia Dortmund (F) 3-1 (6' Immobile L, 23' Hitz aut. L, 71' Haaland BD, 76' Akpa-Akpro L)) Barcellona - Ferencvaros (G) 5-1 (27' Messi rig. B, 42' Fati B, 52' Coutinho B, 70' Kharatin rig. F, 82' Pedri B, 89' Dembelé B) Paris SG - Manchester United (H) 1-2 (23' Bruno Fernandes rig. MU, 55' Martial aut. PSG, 87' Rashford MU) Lipsia - Istanbul Basaksehir (H) 2-0 (16' Angelino L, 20' Angelino L) MERCOLEDI' 21 OTTOBRE 2020 Salisburgo - Lokomotiv Mosca (A) 18.55 Real Madrid - Shakhtar Donetsk (B) 18.55 Bayern Monaco - Atletico Madrid (A) 21.00 Inter - Borussia Moenchengladbach (B) 21.00 Olympiacos Pireo - Marsiglia (C) 21.00 Manchester City - Porto (C) 21.00...ma di noi
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MARTEDI’ 20 OTTOBRE 2020Zenit – Brugge (Gruppo F) 1-2(63′ Bonaventure B, 74′ Horvath aut. Z, 90’+3′ De Ketelaere B)Dinamo Kiev – Juventus (G) 0-2(46′ Morata J, 84′ Morata J)Rennes – Krasnodar (E) 1-1(55′ Guirassy rig R, 59′ Ramirez K)Chelsea – Siviglia (E) 0-0Lazio – Borussia Dortmund (F) 3-1(6′ Immobile L, 23′ Hitz aut. L, 71′ Haaland BD, 76′ Akpa-Akpro L))Barcellona – Ferencvaros (G) 5-1(27′ Messi rig. B, 42′ Fati B, 52′ Coutinho B, 70′ Kharatin rig. F, 82′ Pedri B, 89′ Dembelé B)Paris SG – Manchester United (H) 1-2(23′ Bruno Fernandes rig. MU, 55′ Martial aut. PSG, 87′ Rashford MU)Lipsia – Istanbul Basaksehir (H) 2-0(16′ Angelino L, 20′ Angelino L)
MERCOLEDI’ 21 OTTOBRE 2020Salisburgo – Lokomotiv Mosca (A) 18.55Real Madrid – Shakhtar Donetsk (B) 18.55Bayern Monaco – Atletico Madrid (A) 21.00Inter – Borussia Moenchengladbach (B) 21.00Olympiacos Pireo – Marsiglia (C) 21.00Manchester City – Porto (C) 21.00Ajax – Liverpool (D) 21.00Midtjylland – Atalanta (D) 21.00
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Champions, Inter-Borussia Monchengladbach, le formazioni e dove vederla
La squadra di Conte quest’anno vuole raggiungere gli ottavi. Eriksen se la gioca con Sensi. L’allenatore: «Il mio cammino in Europa? Sta migliorando»
Antonio Conte non vuole affidarsi più a nessuno. «Dove può arrivare l’Inter in Champions League non lo so, di sicuro però vogliamo essere arbitri del nostro destino». Significa evitare di arrivare a giocarsi il passaggio del turno all’ultima giornata dovendo sperare nei regali altrui. Così è successo nelle due passate annate, con i nerazzurri sempre poi retrocessi in Europa League. Gli ottavi di Champions sono un approdo irraggiungibile da ben otto stagioni per l’Inter, decisa a tornare tra le sedici migliori d’Europa, dopo aver sfiorato esattamente due mesi fa la vittoria di Europa League, sfumata nella finale di Colonia persa contro il Siviglia.
Certo l’Inter da qualche anno ha perso confidenza con la Champions, dove ha vinto solo due delle ultime 10 partite. C’è la convinzione però di Conte. «Dobbiamo fare meglio dell’anno scorso e passare il turno. Stavolta siamo più attrezzati, abbiamo giocatori di maggiore esperienza». E di qualità se ne potrebbe vedere tanta, soprattutto dal centrocampo in su, dove una chance potrebbe averla Eriksen, in ballottaggio con Sensi, dietro Lukaku e Lautaro.
Per Conte si tratta solo della quinta avventura europea dopo le due con una Juventus agli albori, quella con un Chelsea da ricostruire e l’ultima proprio con l’Inter. Mai squadre con un organico in grado di giocarsi la competizione. A chi vede la mancanza di un titolo europeo come una macchia sul curriculum, Conte preferisce rispondere con i numeri. «Sono arrivato agli ottavi, ai quarti, in semifinale e in finale: mi sto avvicinando. Non lo vivo come un problema, il mio in Europa è un bellissimo percorso». Ora l’obiettivo è riportare l’Inter nelle prime sedici. Decisivo partire bene, per non dover più chiedere favori a nessuno.
Inter (3-4-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Kolarov; Hakimi, Vidal, Barella, Darmian; Eriksen; Lukaku, Lautaro. All.: Conte
Borussia Monchengladbach (3-4-1-2): Sommer; Ginter, Elvedi, Bensebaini; Lainer, Kramer, Neuhaus, Wendt; Hofmann; Plea, Thuram. All.: Favre
Arbitro: Kuipers
Tv: ore 21 Canale 5 e Sky 201 e 252
CorSera...ma di noi
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Midtjylland-Atalanta, formazioni e dove vederla. Nerazzurri contro la squadra degli algoritmi
La squadra di Gasperini in Danimarca dopo il pesante ko con il Napoli. «O vinciamo, o impariamo. Ilicic? Adesso ha solo bisogno di giocare»
«O vinciamo, o impariamo». Il refrain, per Gian Piero Gasperini, alla vigilia dell’esordio della sua Atalanta in Champions League (fischio d’inizio alle 21) contro il Midtjylland, è sempre lo stesso. E lo ripete a chi gli chiede lumi sulla brutta sconfitta patita a Napoli sabato pomeriggio.
Il Gasp è quasi stizzito, perché sa che la squadra ha fornito una delle peggiori prestazioni della sua avventura in nerazzurro e sa che è necessario rimanere concentrati sulla partita in Danimarca e non abbassare la guardia di fronte a un avversario che, sulla carta, è ampiamente alla portata dei bergamaschi. Esattamente come lo era, poco più di un anno fa, la Dinamo Zagabria dalla quale, però, l’Atalanta ricevette quattro schiaffi.
«Diciamo che rispetto a quel match in Croazia abbiamo fatto dei passi in avanti — spiega il tecnico — e abbiamo imparato a essere più attenti. Poi credo che in Champions League non ci siano mai match banali». E anche quello contro il Midtjylland non lo è.
Costruito a tavolino in modo scientifico, con uno scout che utilizza algoritmi e big data per valutare le prestazioni dei singoli (sconosciuti) calciatori prima di acquistarli, e con un numero di schemi per segnare da punizione (o da fallo laterale) quasi infinito, è riuscito a qualificarsi ai gironi a suon di gol, sbarazzandosi ai preliminari di Ludogorets, Young Boys e Slavia Praga. E pazienza se il valore della rosa (al momento) è il penultimo del torneo continentale.
«Il Midtjylland è una squadra fisica che pratica un calcio moderno, dalla grande intensità. Ha ottimi giocatori, soprattutto là davanti — prosegue Gasperini —, cercheremo di limitarli per poi utilizzare le nostre armi». Come l’attacco, che nella scorsa stagione ha prodotto 98 gol in campionato.
Chiosa inevitabile su Ilicic, appena tornato dopo un periodo buio: «Il ragazzo è recuperato, deve solo crescere di condizione atletica. E per farlo, ha semplicemente bisogno di giocare».
Midtjylland (4-2-3-1): Hansen; Andersson, Sviatchenko, Scholz, Paulinho; Cajuste, Evander; Dreyer, Sisto, Mabil; Kaba. All. Priske.
Atalanta (3-4-1-2): Sportiello; Toloi, Paolomino, Djimsiti; Hateboer, De Roon, Feuler, Gosens; Gomez; Ilicic, Zapata. All. Gasperini.
Arbitro: Artur Dias (Portogallo)
Tv: ore 21 Sky.
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Champions: Dinamo Kiev-Juventus 0-2, Sconcerti: qualcosa di vecchia Signora, ma è ancora dolorante
La squadra di Pirlo ha dominato la partita ma è rimasto quel po’ di approssimazione che si vede da inizio stagione. Chiesa è un confusionario di classe che però regala due-tre cose decisive a partita
di Mario Sconcerti
Un risultato ottimo a Kiev in fondo a una partita senza molti colori. Con il ritorno dei titolari è tornata anche qualcosa della vecchia Juve, ma è rimasto quel po’ di approssimazione che si sente da inizio stagione. Pirlo è stato comunque chiaro, ha giocato con diversi schemi e tutti sempre offensivi. Si è vista una Juve che ha dominato la partita, ma come una giornata di autunno piena di piccola pioggia che porta un disagio ancora fuori stagione.
È stato un successo maturato quasi di dovere, la Dinamo non aveva il tiro in porta nemmeno come pensiero, una gioventù in campo che era solo una dote modesta. Credo che l’idea di Lucescu fosse far passare il tempo senza danno e provare a vincere nell’ultimo quarto d’ora. Non poteva riuscirci. La differenza era troppa. Si è vista a tratti una buona Juve, per un tempo Ramsey è stato il migliore e Morata ha segnato quasi a ogni pallone giocato (QUI: le pagelle).
Nel complesso una Juve più squadra, con personalità, ma ancora dolorante, un po’ estranea. Un passo avanti, ma non so per cosa, se c’è una destinazione. In fondo ha deciso uno spunto di Chiesa sulla sinistra. Molte altre volte Chiesa ha sbagliato giocata. Non ha le risorse tecniche di Douglas Costa né l’arte di Dybala, è un confusionario di classe che però regala due-tre cose decisive a partita. Se è poco o molto dipende dai momenti, non ci sarà mai un giudizio completo. Rispetto a un anno fa sta diventando importante la classe di Rabiot in un centrocampo di mediani. È tornato Dybala, è piaciuto Ramsey, scomparso nel secondo tempo come tutto l’attacco. Però la Juve non ha subito niente, nemmeno una mischia parrocchiale. Quando la modestia degli avversari sembra tanta, vuol dire che c’è una bravura intrinseca degli altri. Non è una promessa, è un passo avanti, un buon risultato, tutto qui.
Vince bene la Lazio, la Champions trasforma. Partita completa, giocata e pensata nella giusta maniera. Molto bravo Immobile, ma rapisce lo sguardo Haaland, centravanti splendido, quasi impensabile per età e velocità, facilità di calciare. È l’unica fessura del Dortmund in una partita trascorsa a subire la Lazio.
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Rangnick: «Niente Roma, non è vincente»
LEGGO (F. BALZANI) - «Roma? No, voglio un club che possa competere per il titolo». La bocciatura (con poco stile) di Ralf Rangnick fa rumore ma non spaventa i Friedkin ancora alla ricerca del direttore sportivo. Dopo il no di Paratici è arrivato il “nein” del tedesco che è stato vicino anche il Milan la scorsa estate.
Lo dice lui stesso a “El Pais” rivelando come senta più vicino al suo modo di lavorare un’esperienza in Germania o in Premier: «Non tratto con la Roma. Non riesco a immaginare di andare lì in questo momento. Penso che gli ultimi 14 anni, trascorsi tra Hoffenheim e Lipsia, hanno mostrato che io sia nel mio momento migliore. La mia intenzione è quella di lavorare in un club tradizionale, che sia in Germania o in Inghilterra. Ma mi vedo anche a lavorare come allenatore per un club ambizioso, subito in lotta per il titolo».
In realtà lo stesso Friedkin non era affatto convinto della candidatura di Rangnick troppo invadente nella sfera tecnica occupata dall’allenatore e molto lontano dal modello italiano. La nuova proprietà nelle prossime settimane renderà noto il nome del nuovo direttore sportivo. In pole, un po’ a sorpresa, c’è ora il nome di Emenalo incontrato a Londra qualche giorno fa. L’ex dirigente del Chelsea che lasciò i Blues per dissapori con Mourinho e che ora sarebbe pronto a tornare in pista favorendo proprio il mercato con la Premier che in questi anni ha fatto le fortune della Roma.
Da Maicon a Smalling passando per Dzeko, Salah, Pedro e Kolarov infatti i giallorossi hanno speso “solo” 60 milioni ottenendo ottimi risultati. Sullo sfondo Boldt (con Voeller?) nonostante le smentite di rito. Il tedesco si rivedrà con Friedkin prima di decidere cosa fare. Poi c’è Campos che però dovrebbe lasciare la conveniente residenza a Montecarlo. Il casting straniero potrebbe essere stravolto solo dal sì di Berta che non sembra più così persuaso di restare all’Atletico Madrid. Ma per convincerlo a sposare il progetto Roma servirebbe ben più di una semplice promessa.
Fonseca aspetta e intanto prepara nella bolla di Trigoria (ieri negativi i tamponi) la sfida di giovedì in Europa League con lo Young Boys che vedrà parecchio turn over. E’ tempo di chance per gli spagnoli Pau Lopez, Villar e Carles Perez mentre in difesa giocherà la coppia Ibanez-Kumbulla. Potrebbe riposare anche Dzeko in vista del Milan, probabile quindi l’esordio dal 1’ di Borja Mayoral.
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Uno che in vita sua ha portato a casa una coppa di lega tedesca, una coppa di Germania e una supercoppa di Germania (nel 2005 le prime due e nel 2011 quest'ultima e poi più niente) è un vincente? Sono trofei seri quelli? Da noi pure Pippo Inzaghli ha vinto una supercoppa...Però Ragnick passa da santone e crede addirittura di meritare un top club.
L'avevo detto io che l'esterofilia va maneggiata con cura, perchè alcuni credono che basti un nome straniero per essere un guru o magari siamo solo noi italiani che ci lasciamo irretire dall'erba del vicino che immaginiamo sempre più verde. Questo ha 62 anni e nessuno club "vincente" se l'è mai filato: chiediamoci il perchè.
Per quanto riguarda la Juventus, è buona cosa che adesso ci siano tante partite ravvicinate. Più si gioca e più ci si trova e si fa esperienza. Al di là dei risultati (che in questa fase interessano meno, anche se in champions puoi sbagliare poco visto che il girone è corto) è la squadra che occorre trovare e formare....ma di noi
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