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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Verso Inter -Juve. L’Inter cooperativa del gol (8 giocatori a rete) batte la Samp anche in 10, nonostante Sanchez e una squadra rivoluzionata: sesta vittoria consecutiva come non succedeva dagli anni 60, il gruppo Conte vola verso il Barcellona e la sfida scudetto con la Juve.
SAMPDORIA-INTER 1-3
Sei vittorie consecutive a inizio campionato, come non succedeva addirittura dagli anni 60. La vittoria dell’ Inter a Marassi contro la Samp – squadra per altro nella piena incertezza societaria e attualmente allo sbando tecnico (ultima con cinque sconfitte su sei partite) – fa compiere alla squadra di Antonio Conte un salto di qualità per vari motivi. Continua prima di tutto a vincere dando impressione di resistenza e robustezza, vince dopo che l’allenatore decide di fare un ampio turn over, non puntare sempre sui soliti, pensare a una Champions League avviatasi male e il cui prossimo appuntamento è nientemeno che il Barcellona al Camp Nou, soffre solo parzialmente l’espulsione di Sanchez subito all’inizio del secondo tempo. Avrebbe potuto cedere, prende anche gol ma segna pure il 3-1 con Gagliardini per mettere al sicuro una vittoria che stava tremando. L’Inter ha vinto tutte le partite andando in gol con otto giocatori diversi (Brozovic 2, Sensi 3, Lukaku 3, Candreva, Lautaro, D’Ambrosio, Sanchez, Gagliardini).
Di positivo c’è che Sanchez dopo un bel rodaggio in panchina è entrato nel gioco di Conte, ma il farsi espellere per una stupida ammonizione per simulazione nella foga di cercare altri gol ancora, non depone certo a suo favore. Ha rischiato di fermare il treno nerazzurro in questo momento lanciatissimo.
Adesso arriva ovviamente il difficile, mercoledì il Barcellona in Champions, domenica la prima sfida scudetto con la Juventus. Saranno cinque giorni fondamentali, i più importanti e vitali di questa prima fase della stagione. Antonio Conte le gestirà tirando la macchina al massimo, a tutta velocità: per lui il campionato non è una maratona, è uno sprint rabbioso da fare tutto in apnea.
***
La banda Sarri batte la Spal con i gol di Pjanic e Ronaldo. La mano dell’allenatore si vede nel nuovo Pjanic non solo faro ma anche uomo gol dalla stangata e dal gol facile. Ronaldo va perché è troppo forte, ma sta facendo tutto lui e sfugge al momento al controllo dell’allenatore. Che cominciò l’avventura con l’idea di farne il centravanti e di fargli fare ancora più gol. Insomma per ora lo schema è che si fa come dice CR7…
JUVENTUS – SPAL 2-0
Non si possono fare le pulci a una Juve che vince (quasi) tutte le partite. Più o meno bene, ma insomma le vince: i tre punti stendono il loro grande ombrello protettivo sulle manchevolezze del gioco, o sull’interpretazione di un attacco che tutti vorrebbero ancora più brillante e prorompente. La Juventus in campionato ha battuto nell’ordine Verona, Brescia e Spal: non propriamente tre grandi avversari e dunque risultati da filtrare abbondantemente.
La vittoria con la Spal è stata la più netta, due gol di Pjanic e Ronaldo e nessuno preso. Se proprio non vogliamo mettere nel frullatore sempre gli stessi ingredienti, guardando Juve-Spal – discretamente noiosa nella prima parte – mi sono chiesto sia che cosa si voglia da Ronaldo, sia che cosa voglia Ronaldo dalla Juve.
L’avventura di Sarri è cominciata col proposito, non ufficialmente dichiarato ma evidente, di far fare a Ronaldo ancora più gol di quanti non ne avesse già fatti nella stagione precedente (21 in campionato e 28 totali) e soprattutto di fargli fare il centravanti. Tanto da andare Sarri stesso a consultarlo personalmente mentre era in vacanza al mare, e cercare di vendere sul mercato tutti tutti gli altri centravanti o attaccanti che fossero (Mandzukic, Higuain, Dybala). Le circostanze, e soprattutto la ritrosia di Ronaldo a fare il centravanti, hanno costretto Sarri ad accettare compromessi, a inventare di volta in volta qualcosa, a cercare una via del gol efficace che però non è la sua. Ronaldo si danna a risolvere la partita giocando un po’ ovunque, vuol fare tanti gol partendo dalla sinistra, ma finisce anche al centro o a destra. Fa gol e assist perché è troppo più forte negli altri, ma non credo segua le linee di gioco volute da Sarri. Inevitabilmente la Juve gioca “alla Ronaldo” da quando lui è arrivato a Torino.
Voglio dire che su Ronaldo c’è un lavoro incompleto, un compromesso comunque al momento più che accettabile, mentre è evidente come la crescita forte si veda in Pjanic che non solo tocca molti più palloni a partita (“ne voglio 150” disse Sarri) ma arriva facilmente e con grande efficacia alla stangata vincente. Il momento in cui tra Sarri e Ronaldo si sarà creato quel feeling che si è creato con Pjanic avremo una Juve realizzata almeno nella manovra d’attacco. Il completamento cioè della Juve sarriana che tutti stiamo aspettando.
SERIE A, 6a GIORNATA Juventus - Spal 2-0 (45' Pjanic J, 78' Ronaldo), Sampdoria - Inter 1-3 (20' Sensi I, 22' Sanchez I, 55' Jankto S, 61' Gagliardini I), Sassuolo - Atalanta 1-4 (7' Gomez A, 13' Gosens A, 29' Gomez A, 35' Zapata A, 62' Defrel S), Napoli - Brescia 2-1 (13' Mertens N, 45' + 4' Manolas N, 67' Balotelli B), Lazio - Genoa 4-0 (7' Milinkovic L, 40' Radu L, 59' Caicedo L, Immobile 78'), Lecce - Roma 0-1 (56' Dzeko R), Udinese - Bologna (27' Okaka U), Cagliari - Verona, 1-1 (29' Castro C, 66' Faraoni V), Milan - Fiorentina 1-3 (14' Pulgar rig. F, 66' Castrovilli F, 78' Ribery F, 80' Leao ), Parma - Torino 3-2 (2' Dulusevski P, 12' Ansaldi T, 43' Belotti T rig, 45' + 3' Cornelius P, 88' Inglese P). SAMPDORIA-INTER 1-3 Sei vittorie consecutive a inizio campionato, come non succedeva addirittura dagli anni 60. La vittoria dell' Inter a Marassi contro la Samp - squadra per altro nella piena incertezza societaria e attualmente allo sbando tecnico (ultima con cinque sconfitte...ma di noi
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Brozovic e Pjanic sono le chiavi di Conte e Sarri
L'Inter merita la prima pagina dopo questo sabato di calcio. Mi sembra che la prova della squadra di Conte sia stata superlativa: vero, la Samp è in confusione ed è andata in difficoltà subito, ma l'inter ha mostrato gioco, e una una rosa ampia di titolari. Gente come Alexis Sanchez, al netto dell'espulsione, non può certo essere considerata come riserva. La squadra ha avuto carattere, ha reagito al momento di difficoltà, ma la cosa migliore è Brozovic. Un giocatore che se ha spazio e compagni che lo assecondano, non sbaglia mai. Merita un paragone con Pirlo, e Conte sa cosa significa avere uno del genere in squadra. Ora la partite contro Barcellona e Juventus diranno molto sul futuro dei nerazzurri. L'altra cosa che salta all'occhio è il poco tempo che Conte ha impiegato per eliminare le sbavature: non in campo, ma fuori. Dal rapporto con i tifosi e società alle dichiarazioni alla stampa. Lavoro straordinario che Spalletti per mille motivi non è riuscito a compiere, e questo fa vincere ancora più del bel gioco. Inter candidata allo scudetto, non ci sono dubbi.
Ma anche a Torino c'è stata anche una gran bella Juve. Per Pjanic vale lo stesso discorso fatto per Brozovic: è quello che fa girare una squadra che non ha avuto fretta, ha gestito i momenti in cui la Spal cercava di rendersi insidiosa e poi ha colpito. Punto inoltre la mia attenzione su un giocatore che è destinato a diventare il più grande difensore del mondo: parlo di De Ligt. Ora sta imparando ad entrare nei meccanismi di Sarri, migliora di partita in partita ed ha solo 19 anni.
Sampdoria e Spal non sono stati test probanti per Juventus e Inter. Diciamo che nella sfida diretta di domenica prossima, ognuna sarà il test dell'altra... L'unica che le può impensierire è il Napoli. La Roma è discreta ma deve crescere, il Milan non lo vedo proprio. Inoltre ha un portiere come Donnarumma che non fa miglioramenti. Faccio un esempio: con Buffon in porta il Milan a Torino avrebbe vinto.
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Milan, tre punti maledetti e subito contro la Fiorentina dell’ex Montella
Giampaolo si affida al tridente: «La squadra è con me». Piatek resta un mistero, segna solo su rigore. Anche lui domenica sera (20.45, Sky) è chiamato al riscatto
Rimettere insieme i pezzi. E ripartire. Concentrandosi su quel che di buono la disgraziata notte di Torino ha portato con sé. Perché qualcosa di buono, indiscutibilmente, c’è stato. Quei 45 minuti durante i quali s’è finalmente intravisto il Milan di Giampaolo che fin qui era solo un’idea, un progetto, un’intenzione. Servono però punti. Maledetti e subito. A partire dal duello di San Siro contro una Fiorentina rigenerata dalla vittoria sulla Samp, la prima in campionato. Perché i progressi del gioco sono fondamentali, ma non bastano. Occorre muovere la classifica. Che con 3 knock out su 5 match non può essere soddisfacente. Perché sperimentale o non, giovane o non, low cost o non, il Milan è il Milan. E non può aspettare in eterno.
L’unità di crisi ha funzionato. Bene ha fatto il club a evitare titubanze dopo il tremendo ribaltone di giovedì. E in fondo anche da questi aspetti si vede la differenza fra un grande club e uno che non lo è. Mandare all’aria il progetto dopo 5 giornate dando il via al casting dei sostituti sarebbe stato assurdo. E infatti la piena fiducia a Marco Giampaolo, fatta filtrare con forza anche all’esterno, precisando che si trattava di un sostegno incondizionato, vale a dire senza ultimatum, ha avuto come effetto immediato quello di rasserenare non solo l’allenatore ma l’ambiente tutto. Scendere in campo stasera come fosse l’ultima spiaggia non sarebbe stato d’aiuto. Per nessuno. Questo gruppo ha già poche certezze di suo. Figurarsi in una notte da dentro o fuori, da «vida o muerte».
«La squadra è con me» ha messo in chiaro Giampaolo. Come giovedì, sarà tridente: niente trequartista, quindi. Il tecnico ha senz’altro ragione quando dice che «i moduli non vincono le partite», ma una cosa è certa: la conversione dal 4-3-1-2 al 4-3-3 ha rasserenato Boban e Maldini, che da un po’ suggerivano la variazione tattica. L’impiego dei nuovi, dopo lunghissimo rodaggio, ha fatto il resto: ora la sintonia è perfetta. In questo primo mese non è sempre stato così. La svolta deve però arrivare anche nei risultati. E per farlo, giocare bene un tempo non basta. Occorre cominciare a segnare. «Gli attaccanti non sono un problema» assicura Giampaolo. Le statistiche dicono però il contrario: vero che col Torino si è creato e sciupato molto, ma 3 gol in 5 giornate sono una miseria. Peggio, solo l’Udinese.
Piatek resta un mistero, segna solo su rigore. Anche lui stasera è chiamato a riscattarsi. Accanto dovrebbe avere ancora Leao, fra i più convincenti giovedì. Dubbio in difesa fra Theo e Rodriguez: da quelle parti ci sarà Chiesa, preoccupa la sua velocità. Sarà una delle chiavi del match. Che è anche la partita di Vincenzo Montella, ex senza veleno, o almeno così dice lui: «Non ho vendette, ho anche vinto una Supercoppa». Resta l’ultimo trofeo rossonero. Era il Milan che stava per passare da Berlusconi ai cinesi. Oggi è quello di Elliott. E domani? «Il club non è in vendita» ha fatto sapere il fondo americano. Sottointeso non ora.
CorSera...ma di noi
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La prova d’identitá
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La risposta è attesa dal Salento: la Roma, dopo la sconfitta preoccupante contro l'Atalanta all'Olimpico, deve subito riabilitarsi oggi pomeriggio (ore 15) contro il Lecce. E soprattutto dimostrare che quello di mercoledì è stato solo un pomeriggio nato male e finito peggio. Allo stadio di via del Mare va insomma cancellata ogni perplessità venuta a galla nella sfida contro i nerazzurri di Gasperini. Quel ko ha lasciato il segno: Fonseca non ha convinto nella preparazione e nella lettura del match. La timidezza, la stessa con cui i giallorossi sono scesi in campo nel derby, ha reso vulnerabile l'assetto, cambiato addirittura tre volte (4-2-3-1, 5-3-2-1 e 4-2-4) dall'allenatore. Guarda caso, proprio tornando alla partita pareggiata contro la Lazio, l'atteggiamento rinunciatario ed estremamente difensivo non ha pagato: solo 1 gol segnato in 2 partite e appena 1 punto conquistato. Il portoghese, pur difendendo la sua strategia (ha garantito che in futuro potrebbe riproporre la difesa a 3), non ha certo rinnegato il suo credo tattico che privilegia l'aggressività e il coraggio. Che garantiscono l'efficacia, evaporata nel turno infrasettimanale. Lo stile, insomma, non si tocca, anche se qualche accorgimento, in fase di non possesso palla, va perfezionato per evitare altre sbandate pericolose nella corsa alla zona Champions.
ENNESIMA ROTAZIONE - Fonseca, ammettendo di aver visto qualche interprete stanco già mercoledì contro l'Atalanta, è intenzionato a cambiare formazione pure contro il Lecce. A dir la verità, come spesso è accaduto nelle partite precedenti, non ne può fare a meno. Spinazzola ha recuperato, entrando nella lista dei 22 convocati dove ancora non sono presenti Zappacosta, Perotti e Under (più Cetin). il turnover, nella circostanza, dovrebbe coinvolgere qualcuno dei 5 che nelle 6 partite (compresa quella di Europa League contro il Basaksehir) è sempre partito dall'inizio. Fazio è pronto a riposare, lasciando a Mancini il posto di centrale accanto a Smalling. Ballottaggio tra Cristante e Veretout per far spazio a Diawara. Gli intoccabili, se uscisse Cristante al quale l'allenatore difficilmente rinuncia, rimarrebbero Pau Lopez, Kolarov e Dzeko, cioè il portiere titolare e i leader del gruppo. Pellegrini è disponibile, Kluivert e Mkhitaryan possono sfruttare la nuova chance con la possibile esclusione di Zaniolo. Al massimo,dunque, quattro innesti.
NESSUN MURO - Liverani incrocia per la prima volta la Roma da allenatore. E lo fa a viso aperto. Fonseca, quindi, sa che il collega non appartiene alla categoria dei catenacciari. Cioè la sua squadra gioca e fa giocare. Il 4-3-1-2 è chiaramente propositivo, anche se le assenze di Farias e Lapadula possono penalizzarlo in avanti. Il pari, lo ha detto proprio l'allenatore anche in pubblico, va bene al Lecce che finora, in 5 partite, non ha mai conosciuto questo risultato. In casa le 2 sconfitte contro il Verona e il Napoli, fuori, dopo il pesante ko al debutto contro l'Inter del salentino Conte a San Siro, i successi meritati contro il Torino e la Spal. La difesa è abbastanza fragile: già incassati 11 gol. E, guarda caso, sbanda nella mezz'ora iniziale: 4 reti prese, come nessuno in questo torneo. La Roma, solo una sconfitta allo stadio di via del Mare (nel 2012, con Luis Enrique in panchina), deve confermare il trend che l'ha accompagnata fino alla terza giornata: 7 gol su 10, realizzati nei primi 30 minuti. Con la partenza lanciata si va sul sicuro. Anche perché Pau Lopez, 7 delle 9 reti, le ha subite dopo l'intervallo.
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Bocca su Repubblica non è mai soddisfatto, adesso si lamenta di Ronaldo "che fa tutto lui"...beh, è con Messi il più grande calciatore di questa epoca: sarebbe strano il contrario, ovverosia che non fosse centrale nelle dinamiche di ogni squadra del globo terracqueo: viene pagato 30 milioni l'anno per "fare tutto lui", altrimenti avrebbero preso Quagliarella.
Inoltre ci si dimentica che a Sarri sta mancando Douglas Costa, che dà un apporto tecnico, di movimento, di imprevedibilità decisivo nelle idee dell'allenatore. Nessuno in A ha un giocatore con le sue caratteristiche ed è una mancanza che inevitabilmente si sente.
La Juventus è ancora una squadra in rodaggio ma nonostante questo sta lì a 2 punti dall'Inter capolista. Se si considera che ha avuto l'allenatore fuori per polmonite; un gioco nuovo di non semplice apprendimento; la difesa da registrare da subito perchè venuto a mancare Chiellini (all'ombra del quale avrebbe dovuto inserirsi con calma de Ligt, costretto invece ad entrare subito nella mischia); l'infortunio di Costa; la ricerca di una quadra, in specie a centrocampo; il dover recuperare un Dybala piagato dal mercato; un calendario con una partenza che ha già visto affrontare Napoli, Firenze, Atletico (a Madrid); l'esigenza sempre continua di dover fare risultato...a me sembra che tutto sommato la Juve e Sarri se la stiano cavando benino. La squadra non è al suo massimo eppure sta lì: questo amplifica i margini di crescita e di prospettiva.
Siamo solo alle prime 7 partite ufficiali (6 di campionato, una di champions) di un nuovo progetto calcistico che sta nascendo ora sotto ai nostri occhi, in diretta. Capisco la fretta di dare patenti e assegnare titoli, ma, ripeto, adesso non si assegna nulla. I media devono aspettare. Nel frattempo possono pregare o anche tifare che non finirà come nei precedenti 8 campionati, ricordandosi pero' che gli articoli sui giornali non fanno punti e non mutano destini....ma di noi
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qualcuno sta guardando i mondiali di atletica?
lo stadio è quasi sempre mezzo vuoto (e sono buono), atleti in grossa difficoltà per il caldo....
sento che saranno dei bellissimi campionati del mondo...Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggioqualcuno sta guardando i mondiali di atletica?
lo stadio è quasi sempre mezzo vuoto (e sono buono), atleti in grossa difficoltà per il caldo....
sento che saranno dei bellissimi campionati del mondo...
Caldo atroce, respiro che si mozza, atleti sfiniti...ma come, ci dicono sempre che deve vincere lo sport e poi fai disputare mondiali di ogni genere nel deserto, nella sabbia? Chi ha vinto allora, lo sport o i petrodollari?
I mondiali in Qatar andrebbero boicottati. Pur di farli lì stravolgeranno campionati, coppe, preparazioni delle squadre, dovendo giocare in pieno inverno (nel mondo civile, perchè in mezzo ai cammelli sarà solleone) per la prima volta nella storia. Una farsa indegna. Un calcio fatto a pezzi e sputato.Last edited by Sean; 29-09-2019, 10:55:35....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioE' un assurdo questo comune piegarsi a spostare tutto lo sport nel deserto, piegandosi alle logiche del petrolio e dei soldi, in paesi assolutamente inadatti ad ospitare manifestazioni sportive, dove la resa viene falsata dalle condizioni climatiche.
Caldo atroce, respiro che si mozza, atleti sfiniti...ma come, ci dicono sempre che deve vincere lo sport e poi fai disputare mondiali di ogni genere nel deserto, nella sabbia? Chi ha vinto allora, lo sport o i petrodollari?
I mondiali in Qatar andrebbero boicottati. Pur di farli lì stravolgeranno campionati, coppe, preparazioni delle squadre, dovendo giocare in pieno inverno (nel mondo civile, perchè in mezzo ai cammelli sarà solleone) per la prima volta nella storia. Una farsa indegna. Un calcio fatto a pezzi e sputato.
è assurda sta cosaOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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