Fonseca ritrova Edin, i gol e il gioco. Il Benevento mette paura poi affonda
LEGGO (F. BALZANI) - La classe non è acqua, e porta la Roma vicino ai piani alti allontanando una rischiosa tempesta. I giallorossi, guidati dal trio d'attacco formato da Pedro, Dzeko e Mkhitaryan, ribalta la partita col Benevento ed è imbattuta (sul campo) riprendendo l'Inter in classifica. Una gara nata storta col gol dell'ex Caprari bravo a sfruttare uno dei tanti errori difensivi della difesa giallorossa schierata a 4 da Fonseca vista l'assenza di Smalling. Lo choc è durato qualche minuto e per poco non è costato lo 0-2 di Lapadula. Nei momenti più difficili, però, si vedono i campioni. E la Roma ne ha due. Il primo è Pedro che, dopo la perla di Udine, si è ripetuto pareggiando il match e prendendo per mano i compagni per tutta la partita. L'altro è Dzeko che ritrova gol e sorrisi (è a -3 da Amadei per il podio di tutti i tempi) dopo un mese difficilissimo. Il bosniaco ne segna due, su assist al bacio di Mkhitaryan e alza le braccia al cielo prendendosi gli applausi dei mille dell'Olimpico. Non basta però perché sul 2-1 arriva un altro pasticcio. Quello di Veretout che provoca il rigore su Ionita rimettendo la Roma su un binario pericoloso. Non è bastata, infatti, la parata di Mirante su Lapadula veloce a ribattere in rete. Ci pensa lo stesso francese, su rigore procurato da Pedro (e da chi se no?) a riportare il treno sulla corsa Champions. In tribuna esultano i Friedkin. A chiudere la serata da goleada ecco il capolavoro di Carles Perez. Fonseca può contare su un parco attaccanti di livello altissimo, ma deve aggiustare gli atavici problemi difensivi (mai la sua Roma ha chiuso la porta per due gare di fila). Ora spazio al turn over in coppa con lo Young Boys prima della dura trasferta di lunedì prossimo col Milan. Quel giorno la Roma capirà se può davvero sognare in grande. L'obiettivo è tornare in Champions, ma non parlate di scudetto - avvisa Fonseca -. Dobbiamo trovare più equilibrio sui giudizi, siamo fiduciosi. Voglio che la mia squadra crei occasioni. Credo sia bello per il calcio italiano questo aspetto. Io super manager e ds? No io faccio l'allenatore.
LEGGO (F. BALZANI) - La classe non è acqua, e porta la Roma vicino ai piani alti allontanando una rischiosa tempesta. I giallorossi, guidati dal trio d'attacco formato da Pedro, Dzeko e Mkhitaryan, ribalta la partita col Benevento ed è imbattuta (sul campo) riprendendo l'Inter in classifica. Una gara nata storta col gol dell'ex Caprari bravo a sfruttare uno dei tanti errori difensivi della difesa giallorossa schierata a 4 da Fonseca vista l'assenza di Smalling. Lo choc è durato qualche minuto e per poco non è costato lo 0-2 di Lapadula. Nei momenti più difficili, però, si vedono i campioni. E la Roma ne ha due. Il primo è Pedro che, dopo la perla di Udine, si è ripetuto pareggiando il match e prendendo per mano i compagni per tutta la partita. L'altro è Dzeko che ritrova gol e sorrisi (è a -3 da Amadei per il podio di tutti i tempi) dopo un mese difficilissimo. Il bosniaco ne segna due, su assist al bacio di Mkhitaryan e alza le braccia al cielo prendendosi gli applausi dei mille dell'Olimpico. Non basta però perché sul 2-1 arriva un altro pasticcio. Quello di Veretout che provoca il rigore su Ionita rimettendo la Roma su un binario pericoloso. Non è bastata, infatti, la parata di Mirante su Lapadula veloce a ribattere in rete. Ci pensa lo stesso francese, su rigore procurato da Pedro (e da chi se no?) a riportare il treno sulla corsa Champions. In tribuna esultano i Friedkin. A chiudere la serata da goleada ecco il capolavoro di Carles Perez. Fonseca può contare su un parco attaccanti di livello altissimo, ma deve aggiustare gli atavici problemi difensivi (mai la sua Roma ha chiuso la porta per due gare di fila). Ora spazio al turn over in coppa con lo Young Boys prima della dura trasferta di lunedì prossimo col Milan. Quel giorno la Roma capirà se può davvero sognare in grande. L'obiettivo è tornare in Champions, ma non parlate di scudetto - avvisa Fonseca -. Dobbiamo trovare più equilibrio sui giudizi, siamo fiduciosi. Voglio che la mia squadra crei occasioni. Credo sia bello per il calcio italiano questo aspetto. Io super manager e ds? No io faccio l'allenatore.
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