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cmq il buon grassani non vince una casa dal 83.....
anche se considerato quanto lo paga ADL probabilmente i ricorsi li fa preparare direttamente dalla segretaria
La Nazionale non batte né la Polonia né l’Olanda e mette a segno solo un gol (di Lorenzo Pellegrini) in due partite. Mancini ha una bella squadra: giovane, ma con pochi giocatori veramente certi, sicuri, garantiti, come Donnarumma o Barella, o Zaniolo di cui però ci dobbiamo fidare a scatola chiusa a causa dei gravissimi infortuni che ha subito. Tutti gli altri – da Immobile a Belotti, da Chiesa a Insigne – sono giocatori che noi esaltiamo nel campionato italiano ma che quando arrivano in campo internazionale si normalizzano. Ora resta la domanda: possiamo veramente contare su di loro per i prossimi Europei?
Nessun gol alla Polonia, uno di Pellegrini su assist di Barella all’ Olanda. Non farei un problema dei risultati né della classifica della Nations League, che l’ Italia gioca unicamente perché è stata quella a pagare il prezzo più alto nel blocco generale del calcio. Sparendo per quasi un anno dalla circolazione e vedendo saltare gli Europei. Obbiettivo di due anni di lavoro.
La squadra che Mancini ha messo in campo contro l’ Olanda non si distacca molto dalla squadra che il ct manderà in campo ai prossimi Europei, quelli rinviati di un anno appunto a causa del blocco per il Covid 19. E’ una squadra giovane, con molti talenti e un buon attacco (Immobile, Belotti, Chiesa etc) che però non esplode veramente mai. Immobile e Belotti sembrano due giocatori chiusi nel bozzolo del campionato italiano, lì sono coccolati e apprezzati, Immobile fa anche una valanga di gol, poi arriva la nazionale e si normalizza. Capita anche a Chiesa, bel giocatore su cui la Juventus ha investito ben 60 milioni: soldi in parte scommessi sulla fiducia, sull’idea che diventi un grandissimo, ma non una certezza. Ogni volta che non gioca Immobile, che Mancini fa un po’ di turn over preferendogli Belotti, a Roma tornano i discorsi sulla geopolitica e sui giocatori delle squadre romane che non stanno simpatici ai ct. (Roba che non si sentiva dagli anni 80 e dai tempi di Bearzot). Poi però quando è il momento di fare gol in azzurro il centravanti laziale non c’è.
Il giocatore più sicuro e garantito mi pare Barella che vedo crescere in personalità sia nell’ Inter che in Nazionale. Potrei mettergli accanto Donnarumma, che ormai valuto come “anziano”, un ventunenne portiere d’esperienza. Di Zaniolo, purtroppo fermato da due rotture di ginocchio, dobbiamo fidarci a scatola chiusa. Un giorno sarà un grande giocatore, ma quando?
Il problema è che non vorrei che questa sottile vena di scetticismo investisse quasi tutti gli azzurri della nazionale:, Pellegrini, Sensi, Jorginho, Chiesa, Belotti, Immobile, Insigne, Caputo, Berardi. Ottimi giocatori. Quando giocano in Serie A li decantiamo, quando giocano in Nazionale mostrano il limite. Insomma, sarà solo un’impressione, ma credo proprio che non basti essere giovani. A prescindere, direbbe Totò.
Nessun gol alla Polonia, uno di Pellegrini su assist di Barella all' Olanda. Non farei un problema dei risultati né della classifica della Nations League, che l' Italia gioca unicamente perché è stata quella a pagare il prezzo più alto nel blocco generale del calcio. Sparendo per quasi un anno dalla circolazione e vedendo saltare gli Europei. Obbiettivo di due anni di lavoro. *** Leggi anche Italia-Olanda: a Pellegrini risponde Van de Beek *** La squadra che Mancini ha messo in campo contro l' Olanda non si distacca molto dalla squadra che il ct manderà in campo ai prossimi Europei, quelli rinviati di un anno appunto a causa del blocco per il Covid 19. E' una squadra giovane, con molti talenti e un buon attacco (Immobile, Belotti, Chiesa etc) che però non esplode veramente mai. Immobile e Belotti sembrano due giocatori chiusi nel bozzolo del campionato italiano, lì sono coccolati e apprezzati, Immobile fa anche una valanga di gol, poi arriva la nazionale e si normalizza.
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Alla luce del rapporto dell’arbitro, del reclamo presentato dal club di De Laurentiis, considerando gli atti pervenuti e le memorie difensive messe a disposizione dal club partenopeo il giudice è giunto alla conclusione peggiore per il Napoli. Che farà appello.
Due premesse. Il giudice scrive nel dispositivo che è chiamato a valutare «unicamente la eventuale sussistenza, ai soli fini sportivi e quindi dell'applicazione delle normative federali, di motivi di forza maggiore, in ordine della mancata presentazione a Torino» e lo fa sulla base del «rapporto arbitrale». Inoltre «è preclusa — si continua — a questo giudice ogni valutazione sulla legittimità (e, ancora più, ogni eventuale forma di disapplicazione), di atti e provvedimenti, in qualunque forma adottati, delle autorità sanitarie statali e territoriali, nonché delle autorità regionali, posti in essere a tutela della salute di singoli e della collettività».
In pratica il giudice non ha ravvisato la causa di forza maggiore per la mancata presenza della squadra di Gattuso a Torino. Si ricorda che il club di De Laurentiis dopo la positività di Zielinski ed Elmas non era partito per Torino adducendo di essere stato bloccato a Capodichino dalla Asl. Ma le prime indicazioni dell'Asl per il giudice non erano «obiettivamente ostative» al viaggio, secondo quanto riportato nella mail dell’Asl di Napoli 1. «La responsabilità nell’attuare i protocolli previsti dalla Figc per il contenimento dell’epidemia da Covid è in capo al Napoli e pertanto quest’azienda non ha alcuna competenza», si leggeva.
La Asl Napoli 2 Nord poi si limitava a chiarire la necessità di isolamento fiduciario domiciliare per 14 giorni e l’impossibilità per i contatti stretti di lasciare il territorio nazionale. Pertanto per Mastrandrea il quadro non era incompatibile con le norme previste nel protocollo Figc e dunque con la possibilità di disputare la gara a Torino. Solo successivamente, con i chiarimenti forniti il giorno della partita dall'Asl 2, «l'ordine dell'autorità assumeva valenza incidente» perché per la prima volta, in maniera esplicita, «veniva connesso l'isolamento domiciliare al divieto di recarsi a Torino» e quindi il quadro diveniva incompatibile con la trasferta: Solo che, a quel punto, «la prestazione sportiva da parte della società Napoli (che fin dalla sera precedente aveva provveduto a disdire il viaggio aereo) era nel frattempo oggettivamente divenuta di suo impossibile», avendovi «da tempo il Napoli già rinunciato».
Inoltre il reclamo proposto dal Napoli in ordine alla regolarità della gara è da considerarsi inammissibile. Seguiranno polemiche, ma l’indicazione del giudice sportivo e perciò del mondo del pallone è di provare a giocare applicando il protocollo evitando scorciatoie.
CorSera
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Serie A, Parma quattro giocatori positivi al Covid
Uno è leggermente sintomatico, gli altri tre sono asintomatici. Tutti sono stati prontamente isolati
Sale il numero di calciatori contagiati in serie A. Il Parma annuncia che "l'ultima serie di controlli ha evidenziato quattro casi di positività al Covid-19 relativamente ad atleti del gruppo squadra. I quattro calciatori (di cui uno leggermente sintomatico e gli altri tre asintomatici) sono stati prontamente isolati secondo le direttive federali e ministeriali. La società comunica altresì che tutti gli altri membri del suddetto gruppo squadra sono risultati negativi ai test Covid-19. In ossequio alla normativa e al protocollo, e d'accordo con le autorità sanitarie competenti, il gruppo squadra ha già iniziato l'isolamento fiduciario, con la possibilità di svolgere la regolare attività di allenamento per tutti gli atleti negativi senza avere alcun contatto con l'esterno".
Uno è leggermente sintomatico, gli altri tre sono asintomatici. Tutti sono stati prontamente isolati
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Il giudice assegna il 3-0 alla Juve e -1 in classifica al Napoli. Mastrandrea: «Gli azzurri sabato potevano partire». De Laurentiis: "Fiducia nel ricorso"
A dieci giorni dalla sfida saltata Juve-Napoli, il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea pronuncia la sua sentenza. E la spiega in sette pagine. Che partono soprattutto da una mail, probabilmente decisiva per spostare la sentenza. La Asl Napoli 1 la invia venerdì 2 ottobre, rispondendo al responsabile sanitario del Napoli che la informa della positività di Piotr Zielinski. Si precisa che «la responsabilità nell’attuare i protocolli previsti dalla Figc per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 è in capo alla Soc. Napoli e pertanto quest’Azienda non ha alcuna competenza». Per il giudice la risposta, «in maniera chiara ed inequivocabile», accende le luci su una prima parte del carteggio Napoli-Asl in cui, è la sostanza del verdetto, non si evince il divieto di andare a Torino. Da qui il 3-0 e il riconoscimento della correttezza formale dell’operato della Lega di A nel non rinviare la partita.
Per Mastrandrea la storia ha quindi due fasi distinte. Nella prima, le giornate di venerdì e sabato, il giudice ritiene che emerga un quadro di «chiarimenti» (e viene sottolineato che si tratta di chiarimenti, dunque non ordinanze specifiche e atti tipizzati dell’ordinamento generale) almeno inizialmente «compatibile con l’applicazione del Protocollo specifico FIGC, validato dalle Autorità scientifico-governative del Governo e che (come è noto) non esclude l’intervento delle Asl». Cioè: non vi hanno detto di non giocare, non avete fatto tutto il possibile per andare a Torino. Soltanto dopo, nello scambio di mail dell’ora di pranzo di domenica, la prescrizione diventa davvero inequivocabile: a quel punto, è vero, il pronunciamento dell’Asl fa a pugni con il protocollo. Ma il discorso è già chiuso perché alle 14.13 della domenica la trasferta (si sarebbe dovuto giocare alle 20.45) «era nel frattempo oggettivamente divenuta di suo impossibile». È probabile che l’avvocato Mattia Grassani, il legale del Napoli, in secondo grado proverà a contestare fra le altre cose quell’«oggettivamente», insistendo sul fatto che l’orario delle 14.13 non escludeva la possibilità di prendere l’aereo e di andare a giocare a Torino. Contestando dunque la considerazione che la «prestazione sia stata da tempo unilateralmente rinunziata». In sostanza, un primo e un secondo atto. Nel primo, quando la vicenda è ancora tecnicamente in ballo, il Napoli non fa tutto il possibile per andare a giocare. Nel secondo, la domenica, la vicenda si è già consumata. Il giudice sportivo non entra nel merito dei regolamenti, non contesta la legittimità degli interventi delle Asl. Che però, questo è il ragionamento, solo fuori tempo massimo dispone il divieto, peraltro citando la circolare del ministero della Salute del 18 giugno, quella che battezza il protocollo della Figc già validato dal Cts.
La Gazzetta dello Sport
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Dunque nella primissima mail alla Asl, dove si comunica la positività di Zielinski, la stessa Asl ne prende atto e ricorda al Napoli l'esistenza del protocollo. Perchè insistere tutto sabato e ancora domenica continuando a chiedere "chiarimenti"? O dobbiamo ammettere una serie di tonti in società o c'è qualcosa sotto, ovvero la premeditata volontà di non voler partire per la trasferta fin dall'inizio, da due giorni prima (difatti la richiesta di rinvio che arriva ad Agnelli è del venerdì).
Il giudice sportivo è stato fin troppo tenero, perchè qua si potrebbe addirittura ravvisare la tentata frode sportiva, mettendo in piedi un teatrino atto a boicottare la gara: ci sono una montagna di prove e di indizi che rendono chiara la mancata volontà di voler andare a Torino e di fare del tutto per rinviare la partita.
Inoltre vedremo come finirà l'indagine sulla applicazione o meno del protocollo circa l'isolamento fiduciario dei giocatori del Napoli una volta acclarata la positività di due della rosa.
Cosa ha combinato De Laurentiis (e perchè) lo sa solo lui. Ha giocato sporco stavolta, troppo.
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