Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
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    GALLI CALCIO PROTOCOLLO – .
    Galli come medico ha ragione, lo dimostra il caso del Genoa: due positivi a Napoli e poi se ne sono conclamati 17 nonostante i tamponi negativi in prima battuta.

    Se però diamo retta a Galli (e lo fa capire nell'intervista) il calcio dovrebbe chiudere stasera, come in pratica gli altri sport. E' difatti impossibile avere un campionato senza rischio alcuno.

    Il protocollo non è la Bibbia: è semmai la pezza di appoggio perchè ci possa essere un campionato '20-'21. Una sorta di convenzione per ridurre nei limiti del possibile i contagi tra calciatori e portare o trascinare avanti il campionato.

    Per questo è importantissimo osservare alla lettera il protocollo. Per questo il Napoli andrebbe punito con la massima fermezza: a monte dello 0-3 c'è infatti qualcosa di ben più grave: aver ignorato il protocollo, non aver adeguatamente isolato i calciatori, aver preso tutto alla carlona.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Liam & Me
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      Galli come medico ha ragione, lo dimostra il caso del Genoa: due positivi a Napoli e poi se ne sono conclamati 17 nonostante i tamponi negativi in prima battuta.

      Se però diamo retta a Galli (e lo fa capire nell'intervista) il calcio dovrebbe chiudere stasera, come in pratica gli altri sport. E' difatti impossibile avere un campionato senza rischio alcuno.

      Il protocollo non è la Bibbia: è semmai la pezza di appoggio perchè ci possa essere un campionato '20-'21. Una sorta di convenzione per ridurre nei limiti del possibile i contagi tra calciatori e portare o trascinare avanti il campionato.

      Per questo è importantissimo osservare alla lettera il protocollo. Per questo il Napoli andrebbe punito con la massima fermezza: a monte dello 0-3 c'è infatti qualcosa di ben più grave: aver ignorato il protocollo, non aver adeguatamente isolato i calciatori, aver preso tutto alla carlona.
      Buongiorno sean, stamattina ho visto questa e mi sei venuto in mente subito

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      • fede79
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        Buongiorno sean, stamattina ho visto questa e mi sei venuto in mente subito

        Liam, ultimamente Sean, tra il caso Suarez e la sua battaglia contro la Sarzanini, il mercato della Juve con la ricerca della prima punta Dzeko-non Dzeko, la spilorceria di Suning con il mancato acquisto di Messi e i diritti televisivi della Premier, nonché gli stipendi della squadra del campionato cinese, la valutazione dell’operato di Paratici ed in ultima battuta il caso Juve-Napoli, ha indebolito il suo sistema immunitario, che sappiamo essere datato (le prove a carbonio sono in questo momento ferme per via del Covid): perché vuoi fargli questo?


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          Liam, ultimamente Sean, tra il caso Suarez e la sua battaglia contro la Sarzanini, il mercato della Juve con la ricerca della prima punta Dzeko-non Dzeko, la spilorceria di Suning con il mancato acquisto di Messi e i diritti televisivi della Premier, nonché gli stipendi della squadra del campionato cinese, la valutazione dell’operato di Paratici ed in ultima battuta il caso Juve-Napoli, ha indebolito il suo sistema immunitario, che sappiamo essere datato (le prove a carbonio sono in questo momento ferme per via del Covid): perché vuoi fargli questo?


          In realta' cercavo di aiutarlo, con veleno in piccole dosi, per farlo riprendere, tipo vaccino.

          Provavo a stimolare una risposta tipo Maldini da piccolo era juventino, Sacchi era interista, e via cosi'.
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          • Fabi Stone
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            Liam, ultimamente Sean, tra il caso Suarez e la sua battaglia contro la Sarzanini, il mercato della Juve con la ricerca della prima punta Dzeko-non Dzeko, la spilorceria di Suning con il mancato acquisto di Messi e i diritti televisivi della Premier, nonché gli stipendi della squadra del campionato cinese, la valutazione dell’operato di Paratici ed in ultima battuta il caso Juve-Napoli, ha indebolito il suo sistema immunitario, che sappiamo essere datato (le prove a carbonio sono in questo momento ferme per via del Covid): perché vuoi fargli questo?


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            Le nazionaliiiiii

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            • Sean
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              Allarme Covid 19, l’Inter è un focolaio di diffusione del virus – Bastoni, Skriniar, Nainggolan, Gagliardini – il calcio riflette ormai l’allargamento generalizzato del contagio. Ma un positivo non può essere uguale a un infortunato: a parte il fatto che banalizza il problema, ma soprattutto un infortunato non rischia di contagiare a sua volta altre persone. Il problema va affrontato non con il regolamento alla mano, ma con un’attenta valutazione del rischio, nella consapevolezza soprattutto di poter soprattutto diffondere ulteriormente il virus. Aver ridotto Juventus-Napoli a un scontro tra poteri, tra Asl e Protocollo, è stato un errore di gelosia e presunzione: dopo il “Caso Genoa” quella partita era indubbiamente un rischio con cui fare i conti. E se, per ipotesi, l’Inter dovesse giocare domani il derby col Milan e non sabato 17 ottobre, il calcio la manderebbe pericolosamente in campo nonostante tutto. Ma il rischio è alto e riguarda tutti, non solo il calcio. Il calcio non può pretendere che su tutto comandi la necessità di avere un risultato. Sul campo o a tavolino che sia…

              I positivi al Covid in casa Inter sono ormai quattro: a Bastoni e Skriniar si sono aggiunti Nainggolan e Gagliardini. Siamo a un piccolo focolaio o cluster come dir si voglia. Segno che la famigerata bolla dell’ “isolamento fiduciario” non ha funzionato, proprio perché l’isolamento del calcio è molto mitigato e non finalizzato unicamente a stroncare il contagio. Ma a trovare un compromesso con la partita da giocare. I giocatori della Juve, che comunque sono usciti dall’isolamento per andare a giocare con la nazionale, parlano da soli. Il fatto che il Napoli non avesse un posto pronto e consono all’isolamento immediato nel momento in cui si sono individuati dei positivi, ma che i calciatori facciano avanti e indietro dalle proprie abitazioni, idem. E potremmo fare altre decine di esempi di questo tipo.

              E’ una crescita generalizzata, preoccupante. Ma si comincia anche ad affrontare la vicenda con una certa routine, come se fosse normale e inevitabile. Un caso di Covid in una squadra è come un giocatore infortunato 15 giorni, una banalizzazione molto rischiosa. Uno strappo al muscolo non si contagia. Ancora una volta il calcio si sente differente: un calciatore, individuo mediamente molto giovane e fisicamente sano, non avrà al 99% gli stessi problemi degli altri o di un anziano malmesso e già afflitto da altre patologie. E che col contagio di Coronavirus rischia invece la vita.

              Non ha più molto senso tenere la cronaca di una contabilità individuale nome per nome, il calcio sta facendo i conti con l’ epidemia di Coronavirus né più né meno come l’ Italia vede crescere esponenzialmente la curva dei contagi e sta cominciando ad attrezzarsi ad affrontare l’allargamento dell’epidemia. Ci stiamo attrezzando a un autunno e a un inverno di battaglia: mascherine, igiene, distanziamenti, divieti di affollamento, limitazioni, chiusure. C’è in giro abbastanza paura. Il coraggio a volte è un dovere, ma la paura è un diritto.

              Il protocollo del calcio non funzionerà mai se lo affrontiamo unicamente come un complicato insieme di regole, competenze e restrizioni abbastanza fragili. L’interesse a giocare, smaltire partite e risultati, è quasi superiore a quello della protezione assoluta delle squadre, dei giocatori, degli spettatori, e impedire soprattutto che ogni addetto ai lavori diventi da una parte bersaglio del virus, e quindi un potenziale malato più o meno grave ma anche un nuovo diffusore del Covid 19, asintomatico o meno che sia.

              Più passano i giorni e più ci si rende conto quanto sia stato sconsolante, cieco, opportunista ridurre il caso di Juve-Napoli a un tira e molla di regole, regolette, poterini, poltroncine, presidenti di qualsivoglia club o ente, avvocati dei più svariati fronti e competenze, un surreale duello “Asl vs Protocollo”. Di cui non ha quasi senso adesso stabilire la prevalenza, ma in ogni caso, visto che parliamo di “salute pubblica”, di chi vuoi che sia l’ultima parola, senza andare per questo alla Corte Costituzionale deputata a dirimere i conflitti tra istituzioni dello Stato?

              Il cuore del problema non è quello, il cuore del problema è il calcolo del rischio, la possibilità di allargare pericolosamente il contagio del virus. Quello deve essere sempre il riferimento finale, nulla – nemmeno una partita che si può giocare sempre in altro momento – deve oltrepassare il limite del rischio accettabile. Se in giro per l’Italia mandiamo una squadra che ha avuto troppi contatti a rischio non stiamo facendo un’operazione socialmente utile ottenendo a forza un risultato, ma al contrario pericolosa per tutti.

              Il “caso Genoa”, con il suo focolaio inizialmente ignorato e trascurato, che già da solo denunciava la fragilità del famigerato protocollo, rendeva automaticamente un rischio Juve-Napoli. Che di fronte all’emergenza non diventava il primo bene assoluto da preservare, da far giocare quel giorno e in quel momento a ogni costo. Veniva dopo, e a questo che il calcio non si rassegna.

              Questo è il punto. Visto che non c’è una partita vera alle porte e il derby di Milano è fissato fra 8 giorni (sabato 17 ottobre) possiamo fare un ragionamento teorico, quasi un gioco. Però istruttivo e indicativo. Oggi l’ Inter ha quattro contagiati, se si giocasse domani o tra 48 ore il calcio pretenderebbe che con un giro di tamponi o due si mandassero comunque in campo i negativi. Secondo le sue norme, pensate, ne basterebbero 13, giusto per fare una squadra. In un mondo invece dove la lotta al virus è stringente e seria, già questo numero (quattro) e la rapida frequenza dei contagi in squadra dovrebbe imporre un deciso e imperativo stop precauzionale all’ Inter. Senza se e senza ma. Che poi questo alt provenga dal Protocollo o dalla Asl fa poca differenza. Il calcio non può pretendere che su tutto comandi la necessità di avere un risultato. Sul campo o a tavolino che sia…

              L'allarme Covid 19 nel calcio: l'Under 21 con 5 positivi è un cluster del virus viaggiante per l'Europa, già sbarcata a Reykjavik salta il match con l'Islanda della Nazionale sotto la diretta responsabilità della Federcalcio. Non un club. Con il Protocollo in vigore in Italia si sarebbe dovuto giocare, ma in Islanda non la pensano proprio così. In questo modo il famigerato Protocollo diventa solo un Paravento, anzi un Paradosso. – ⚽ –L'Inter è un focolaio di diffusione del virus – Bastoni, Skriniar, Nainggolan, Gagliardini, Radu –  il calcio riflette ormai l'allargamento generalizzato del contagio. Ma un positivo non può essere uguale a un infortunato: a parte il fatto che banalizza il problema, ma soprattutto un infortunato non rischia di contagiare a sua volta altre persone. Il problema va affrontato non con il regolamento alla mano, ma con un'attenta valutazione del rischio, nella consapevolezza di poter soprattutto diffondere ulteriormente il virus. Aver ridotto Juventus-Napoli a un scontro tra poteri, tra Asl e Protocollo, è stato un errore di gelosia e presunzione: dopo il "Caso Genoa" quella partita era indubbiamente un rischio con cui fare i conti. E se, per ipotesi,  l'Inter dovesse giocare domani il derby col Milan e non sabato 17 ottobre, il calcio la manderebbe pericolosamente in campo nonostante tutto. Ma il rischio è alto e riguarda tutti, non solo il calcio. Il calcio non può pretendere che su tutto comandi la necessità di avere un risultato. Sul campo o a tavolino che sia…   | Bloooog!
              Domenica 11 ottobre 2020 Il cluster dell'Under 21 sale a 8 positivi, e vogliono giocare lo stesso Il cluster dell'Under 21 si allarga ulteriormente. Agli ultimi controlli della domenica sono saltati fuori altri tre giocatori positivi nel gruppo azzurro. In totale nell'Under 21 - la cui gara a Reykjavik è stata rinviata a data da destinarsi considerato che le autorità islandesi non hanno dato l'autorizzazione alla partita - i positivi nel gruppo azzurro salgono a otto. La Nazionale della Federcalcio in questi giorni ha viaggiato per l'Europa, nonostante l'esplosione del focolaio di Covid. Prima di venire a conoscere che altri tre giocatori sono rimasti contagiati, è stata confermata la partita Italia-Irlanda di martedì a Pisa, però potrebbe essere mandata in campo l'Under 20. *** Venerdì 9 ottobre 2020 L'Under 21 cluster itinerante e il Protocollo paravento della Federcalcio Quattro giocatori e una persona dello staff positivi al Covid: la partita della Nazionale Under 21 in Islanda,
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
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              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Inter, positivi al Covid anche Gagliardini e Nainggolan: si teme il focolaio

                I due centrocampisti si aggiungono agli altri due difensori, Skriniar e Bastoni già contagiati dal coronavirus. E al derby mancano solo 9 giorni

                Dramma in casa Inter. Dopo la positività riscontrata in Under 21 di Alessandro Bastoni, già ritornato a Milano e dopo l’esito della positività anche del secondo tampone di Skriniar, in ritiro con la nazionale slovacca, già positivo al primo, ad Appiano, dopo i test effettuati ieri sono emersi anche i contagi di Nainggolan e Gagliardini. Tra l’altro, per quanto riguarda Skriniar, la federazione slovacca ha confermato che resterà per ora nel suo Paese. In una nota specifica che «la squadra e la Federcalcio slovacca hanno applicato la procedura prevista dal protocollo “Return to play UEFA”. Il giocatore è in quarantena individuale, non ha sintomi, si sente bene e sosterrà un altro test nei prossimi giorni, visto che la squadra slovacca avrà ancora due partite di Nations League in Scozia e in casa contro Israele. La squadra continua a prepararsi per la partita con l’Irlanda secondo un piano prestabilito e collaudato nel rispetto di tutte le misure sanitarie ordinate dall’Ufficio della sanità pubblica slovacca».

                Una brutta botta comunque per Conte, soprattutto in vista del derby in programma il 17 ottobre prossimo. Peraltro anche a Milanello l’atmosfera non è più rilassata visto che Ibrahimovic e Duarte continuano a essere positivi. Ora i nerazzurri sono in attesa di comunicazioni dell’Asl per sapere se il gruppo si dovrà isolare nella bolla ad Appiano oppure verrà concesso allo sparuto gruppo, esentato dalle convocazioni della Nazionale, di poter tornare a casa dopo gli allenamenti alla Pinetina.


                CorSera
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                  Gravina: "La riapertura degli stadi deve essere messa in secondo piano"

                  Il presidente della federcalcio in una nota: "L'applicazione rigorosa del protocollo da parte di tutti rappresenta l'unico strumento attuabile in grado di garantirci il prosieguo delle competizioni sportive"

                  "La riapertura degli stadi deve essere necessariamente messa in secondo piano". La parola fine, alla discussione sull'allargare o meno le presenze dei tifosi sugli spalti del campionato italiano la mette il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. Della battaglia si era fatto portavoce a luglio, quando la curva sembrava puntare con decisione verso lo zero (pur senza esserci arrivata mai). ma già da settembre, la Figc aveva spostato altrove le proprie priorità. Ora la chiusura definitiva, dall'isolamento in cui il presidente della Figc si è chiuso dopo aver avuto contatti con il presidente della Lega Serie A Paolo dal Pino, positivo al Covid 19. Che torna indirettamente sulla questione Juve-Napoli e sulla successiva polemica sulla necessità o meno di inasprire il protocollo per gli atleti di serie A.


                  "Negli ultimi giorni - ha scritto Gravina in una nota - si sono susseguite una serie di dichiarazioni che alimentano confusione e inutili tensioni. Quello che chiediamo è l'applicazione rigorosa del protocollo in essere da parte di tutti, perché rappresenta l'unico strumento attuabile in grado di garantirci il prosieguo delle competizioni sportive, così come sono iniziate. La Figc ha condiviso un percorso chiaro con i Ministri Speranza e Spadafora e solo grazie al rapporto di fiducia e collaborazione che si è instaurato potremo fronteggiare tutte le difficoltà connesse a questa terribile pandemia. Siamo consci che, con una tale recrudescenza dei contagi, in questo momento la riapertura degli stadi deve essere necessariamente messa in secondo piano".

                  Il presidente della federcalcio in una nota: "L'applicazione rigorosa del protocollo da parte di tutti rappresenta l'unico strumento attuabile in …
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                    Milan pronto a rinnovare Donnarumma e Calhanoglu: e a gennaio nuovi colpi di mercato

                    Gigio e Hakan sono al bivio: devono scegliere se prolungare oppure andarsene a zero fra otto mesi. I corteggiatori non mancano. La società rossonera però resta ottimista

                    E’ una partita doppia. Tanto delicata quanto complicata. In ballo c’è un pezzo di futuro, perché senza quei due il Milan non è la stessa cosa. Donnarumma e Calhanoglu: i contratti in scadenza il 30 giugno 2021 sono grana serie, da non dormirci la notte. Gigio e Hakan sono al bivio: devono scegliere se prolungare oppure andarsene a zero fra otto mesi. I corteggiatori non mancano. Il Milan però resta ottimista, nell’incontro di ieri con la stampa il d.t. Maldini e il d.s. Massara insieme all’a.d. Gazidis hanno ribadito che si farà tutto il possibile per tenersi i suoi uomini migliori. E che c’è la convinzione di riuscirci. Non sarà però semplice. Per niente. Sarà un autunno caldissimo.

                    La pratica più incerta, oggi come oggi, è senz’altro quella del turco. Negli ultimi sei mesi è esploso: gol, assist, leadership. E ora ha mercato. Ha chiesto il raddoppio dello stipendio, da 2,5 a 5 milioni di euro, proposta che il Milan farà fatica ad accettare e che molti interpretano come una prova della sua volontà di andarsene a giugno a zero. Juve e Atletico sono già in fila, attenzione anche al Napoli. Il Milan ha però intenzione di giocarsi tutte le sue carte. Con Gigio, la situazione è diversa. Innanzi tutto perché è milanista: non è un dettaglio. Il suo agente Raiola pretende però un aumento d’ingaggio rispetto ai 6 milioni attuali.


                    I rossoneri hanno già fatto capire di essere disposti a uno sforzo, ma oltre i 7-8 non si andrà. La chiave dell’affare potrebbe essere la clausola: Raiola la pretende molto bassa, massimo sui 30 milioni, in modo che Gigio possa liberarsi agevolmente nel caso in cui la rinascita del Milan fosse più lenta del previsto. A pesare in maniera decisiva sarà infatti la prospettiva di crescita: in caso di piazzamento Champions, tutto sarebbe più facile. Per tutti.

                    Ecco perché, nonostante i tentativi, il Diavolo faticherà a levarsi di dosso la pressione mediatica. Nell’incontro di ieri, Gazidis ha più volte puntualizzato che con o senza Champions il progetto va avanti. Verissimo, chiarissimo, ma è evidente che tornare al più presto nell’Europa che conta velocizzerebbe il progetto di ricostruzione, che comunque non sarà breve, almeno due-tre anni secondo le previsioni di Elliott. Il piano è chiaro: squadra giovane che gioca un calcio «progressive», moderno e offensivo, con l’inserimento doveroso di elementi di esperienza come Ibra e Kjaer. L’avvio sprint ha giustamente lasciato il segno: da tempo non si percepiva questo entusiasmo. Il lavoro di Pioli, che oggi festeggia un anno esatto sulla panchina rossonera, è elogiato da tutti. Dentro il club ma anche fuori.

                    L’incontro di ieri serviva anche a fare il punto sul mercato appena concluso. Un settembre definito molto coraggioso dalla dirigenza, anche se in molti restano convinti che manchino un centrale difensivo e un vice Ibra. Sarebbero serviti, questo è certo. Alla fine, hanno spiegato Maldini e Massara, s’è preferito evitare di partecipare a costose aste per profili che non convincevano. È emerso poi che il tesoretto risparmiato potrebbe essere reinvestito a gennaio. Senza fretta, senza ansia, soprattutto senza buttar soldi, visto che i conti migliorano ma il bilancio sarà comunque in rosso, attorno ai -100 milioni. Anche questo conferma un’impressione diffusa: la sintonia fra i vertici dirigenziali è ora nettamente diversa, molto più solida. A pensarci bene, dopo anni di turbolenze dirigenziali, è forse l’aspetto più incoraggiante, più ancora del primo posto



                    CorSera
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                      Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
                      Liam, ultimamente Sean, tra il caso Suarez e la sua battaglia contro la Sarzanini, il mercato della Juve con la ricerca della prima punta Dzeko-non Dzeko, la spilorceria di Suning con il mancato acquisto di Messi e i diritti televisivi della Premier, nonché gli stipendi della squadra del campionato cinese, la valutazione dell’operato di Paratici ed in ultima battuta il caso Juve-Napoli, ha indebolito il suo sistema immunitario, che sappiamo essere datato (le prove a carbonio sono in questo momento ferme per via del Covid): perché vuoi fargli questo?


                      Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
                      Quanto è vero. Nelle ultime settimane è come se le partite si fossero giocate fuori e non in campo, ogni attenzione mediatica essendosi spostata lì sulla cornice e non sul quadro.

                      Di tutti quelli che hai elencato, l'unico caso meritevole di vera attenzione (dai parte dei media) avrebbe dovuto essere la gestione dei due positivi del Napoli e la conseguente, mancata partenza per la partita...perchè quello è un caso prettamente calcistico, che ha a che fare direttamente col campo.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio


                        In realta' cercavo di aiutarlo, con veleno in piccole dosi, per farlo riprendere, tipo vaccino.

                        Provavo a stimolare una risposta tipo Maldini da piccolo era juventino, Sacchi era interista, e via cosi'.
                        Tu sai che a Firenze i giocatori sono come sequestrati dai tifosi. Passano le giornate tra il campo ed il folklore antijuventino

                        Ricordo i casi di qualche giocatore della Juve trasferitosi alla Fiorentina e che ha dovuto sottoporsi ad un rito di "purificazione". Stampano tazze e magliette se vincono una partita con la Juve. Insomma, essendo ormai la Fiorentina una realtà trasparente (c'è o non c'è non se ne accorgerebbe nessuno, sta lì per fare numero senza mai un acuto, un vero obiettivo) tirano avanti il calcio e la loro ragione d'essere con questa solfa della fissa per la Juve. Parliamo di questa gente qua:
                        https://www.repubblica.it/sport/calc...ze_-269901312/ che se la prende con un ragazzino di 16 anni.

                        Di immagini come quelle se ne trovano, scommetto, per tutti i giocatori della rosa della Fiorentina.

                        C'è anche la possibilità che Chiesa sia un antijuventino viscerale (ma non credo, visto che a Firenze stanno dicendo che non li ha nemmeno salutati) ma questo poco cambierebbe: ha firmato, è voluto venire. La Juve assume professionisiti, non ultrà.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Tu sai che a Firenze i giocatori sono come sequestrati dai tifosi. Passano le giornate tra il campo ed il folklore antijuventino

                          Ricordo i casi di qualche giocatore della Juve trasferitosi alla Fiorentina e che ha dovuto sottoporsi ad un rito di "purificazione". Stampano tazze e magliette se vincono una partita con la Juve. Insomma, essendo ormai la Fiorentina una realtà trasparente (c'è o non c'è non se ne accorgerebbe nessuno, sta lì per fare numero senza mai un acuto, un vero obiettivo) tirano avanti il calcio e la loro ragione d'essere con questa solfa della fissa per la Juve. Parliamo di questa gente qua:
                          https://www.repubblica.it/sport/calc...ze_-269901312/ che se la prende con un ragazzino di 16 anni.

                          Di immagini come quelle se ne trovano, scommetto, per tutti i giocatori della rosa della Fiorentina.

                          C'è anche la possibilità che Chiesa sia un antijuventino viscerale (ma non credo, visto che a Firenze stanno dicendo che non li ha nemmeno salutati) ma questo poco cambierebbe: ha firmato, è voluto venire. La Juve assume professionisiti, non ultrà.
                          Da piccolo era juventino, ci sono in giro un po' di sui post in cui festeggia
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                          • Liam & Me
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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            Tu sai che a Firenze i giocatori sono come sequestrati dai tifosi. Passano le giornate tra il campo ed il folklore antijuventino

                            Ricordo i casi di qualche giocatore della Juve trasferitosi alla Fiorentina e che ha dovuto sottoporsi ad un rito di "purificazione". Stampano tazze e magliette se vincono una partita con la Juve. Insomma, essendo ormai la Fiorentina una realtà trasparente (c'è o non c'è non se ne accorgerebbe nessuno, sta lì per fare numero senza mai un acuto, un vero obiettivo) tirano avanti il calcio e la loro ragione d'essere con questa solfa della fissa per la Juve. Parliamo di questa gente qua:
                            https://www.repubblica.it/sport/calc...ze_-269901312/ che se la prende con un ragazzino di 16 anni.

                            Di immagini come quelle se ne trovano, scommetto, per tutti i giocatori della rosa della Fiorentina.

                            C'è anche la possibilità che Chiesa sia un antijuventino viscerale (ma non credo, visto che a Firenze stanno dicendo che non li ha nemmeno salutati) ma questo poco cambierebbe: ha firmato, è voluto venire. La Juve assume professionisiti, non ultrà.
                            Ai tempi dei tempi un mio amico fini' in un party in cui c'erano anche i giocatori del parma, che cantavano chi non salta juventino e', piu' cori di quel tenore, ballando sui tavoli.

                            Poi la loro difesa passo' in blocco da noi, e smisero di fare i cori. Anzi, diventarono bandiere juventine.
                            B & B with a little weed










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                            • Sean
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                              Quando Baggio arrivò alla Juventus era quel ragazzino che aveva il muso e che non voleva tirare i rigori contro la sua ex squadra. Quando dalla Juventus se ne andò era il più grande calciatore italiano della sua epoca, pallone d'oro.

                              Arrivò col muso e se ne andò piangendo, perchè non sarebbe voluto partire. Quando uscì dal colloquio con Umberto Agnelli, cui toccò dirgli che la società puntava ormai su Del Piero, dovette far guidare un amico perchè lui era scosso fino alle lacrime.

                              Parliamo del club che ha formato la stragrande maggioranza dei nazionali e dei campioni del mondo. Conta questo, il resto è fumettistica per perdigiorno e zucche vuote.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
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                                Se l'Inter, a fronte dei 4 positivi (tutti di peso), non volesse giocare il derby, gli basterebbe alzare la cornetta del telefono, chiamare la Asl di competenza e chiedere che fare: si sentirebbero rispondere: "mettetevi tutti in isolamento e non muovetevi da lì". Poi avrebbero una bella letterina timbrata Asl da poter allegare alla comunicazione alla Lega.

                                Lo farà? No non credo. Però in teoria potrebbe. Il Napoli ha aperto un precedente potenzialmente distruttivo con quel suo escamotage.

                                Il calcio difatti si regge sul protocollo creato ad hoc per permettere al campionato di tirare a campare in questo anno pandemico. Se qualuno rompe questo patto si manda tutto al macero, tanto varrebbe chiudere qui.

                                Agnelli domenica sera ha detto una frase decisiva: "alla base di tutto conta la buona fede di voler giocare". Ogni contratto, ogni patto si basa sul concetto della buona fede. Ogni azione viene valutata sulla base della buona fede.

                                Se tu a bella posta crei o agisci con artifizi per svicolare dalle norme che una comunità (in questo caso quella calcistica) si è data, stai agendo in malafede rispetto agli impegni assunti e ai patti sottoscritti. Il Napoli ha mostrato di non essere in buona fede nel momento stesso in cui nula ha fatto o tentato per cercare di partire, di almeno mostrare che quella partita l'avrebbero voluta giocare: per questo meritano lo 0-3.
                                Last edited by Sean; 09-10-2020, 09:11:39.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
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                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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