Originariamente Scritto da Fabi Stone
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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Alla fine Conte la.porta sempre a casa...
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza MessaggioParlando di calciomercato qualche giorno fa, qualcuno qui ha scritto anche che Di Marzio e' un megafono.
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L’Inter batte la Fiorentina alla fine di una partita batticuore, in cui sbanda parecchio, soffre i colpi di Ribery e di Chiesa e rischia addirittura di perdere. Ma Conte riesce ad evitare la sconfitta rovesciando in campo tutto l’arsenale della sua ricca panchina: Sensi, Hakimi, Vidal, Nainggolan e Sanchez. Alla fine con grande rabbia Conte ribalta la serata storta, vince e comincia il campionato col piede giusto. Resta il fatto che la squadra che ha scelto per cominciare con Eriksen trequartista e Perisic esterno non ha funzionato. La squadra ha risentito ancora degli strascichi della stagione passata, chiusa con una certa amarezza. L’impressione è che dopo tanti programmi e tante chiacchiere si andrà avanti inventandosi l’Inter migliore possibile di volta in volta. “All’attacco sì, ma pedalare di più a centrocampo”.
INTER – FIORENTINA 4-3
Se questa è la prima partita dell’ Inter, immaginate quale possa essere lo sfinimento alla trentottesima giornata, alla fine. C’è una grande aria di approssimazione, di avventura, di improvvisazione, di calcio programmato a lungo ma in realtà inventato letteralmente di minuto in minuto. Fiorentina-Inter stava per celebrare la viola di Commisso e Iachini, di Ribery e Chiesa che a San Siro hanno mollato colpi a sorpresa, sfiorato addirittura la vittoria con Vlahovic, sconvolto quel minimo di pubblico sparso per le tribune, allucinato Antonio Conte che non credeva ai propri occhi.
Poi però quella stessa Inter molto approssimativa e in fase di evoluzione, ancora segnata dal finale amaro della scorsa stagione, costruita e ricostruita tra mille tensioni, ha testardamente voluto il sorpasso e conquistato la vittoria. Che lascia una grande amarezza alla Fiorentina ed evita una bufera nerazzurra così, subito in partenza. In rapida successione Conte ha infilato nella partita Sensi, Hakimi, Vidal, Nainggolan e Sanchez, in pratica ha scaricato in campo tutto l’arsenale che aveva nella sua ricca panchina e per il quale si è molto agitato in questi mesi. Iachini viceversa ha fatto uscire prima Chiesa e poi Ribery, ma dice che avevano problemi ed erano stanchi.
Forse con Nainggolan Conte è andato addirittura un po’ più in là della sua già amplissima e totale discrezionalità, visto che il poderoso belga non fa parte dei programmi dell’ Inter e teoricamente dovrebbe essere (ri)sistemato altrove. Ma se è vero che vuole centrocampisti di corsa e di quantità uno come Nainggolan può diventare addirittura indispensabile, questioni di carattere e di compatibilità a parte. Anche Skriniar, dice Conte, fa parte del progetto. Insomma sembra che l’allenatore non voglia mollare nessuno, anche se sa che la società deve far quadrare i conti e che gli investimenti vanno bilanciati con adeguate uscite. Insomma, per il momento non si lamenta di nulla, che è già un passo avanti anche questo…
Nella sostanza Conte è partito da una squadra molto offensiva (Lukaku, Lautaro, Eriksen trequartista, Perisic esterno a sinistra) in cui non sembra credere moltissimo, e che infatti alla fine ha stravolto. Ma almeno per ora non dice che l’esperimento, sia pure parecchio sofferto, sia destinato a essere chiuso e messo via. In Eriksen c’è un pizzico di fiducia in più rispetto allo scorso anno e averlo schierato titolare dietro le punte è comunque un atto di fede. Detto questo a un’ Inter molto offensiva, sostiene ancora Conte, deve corrispondere un centrocampo che pedala tantissimo, e copra molto di più la difesa. Le folate in contropiede di Ribery e Chiesa lo hanno seriamente preoccupato.
Comunque non credo che nell’Inter, come in tutte le altre squadre del resto, ci sia una solida e immutabile idea di fondo, saranno tante le partite che l’Inter vincerà di rabbia e di invenzione sul momento. Può essere una debolezza, ma anche un punto di forza. Dipende.
SERIE A 2020-21 Giornata n.2 Sabato 26 settembre 2020 Torino-Atalanta 2-4 (11' Belotti T, 13' Gomez A, 21' Muriel A, 42' Hateboer A, 43' Belotti T, 54' De Roon A) Cagliari - Lazio 0-2 (4' Lazzari L, 74' Immobile L) Sampdoria-Benevento 2-3 (8' Quagliarella S, 18' Colley S, 33' Caldirola B, 72' Caldirola B, 88' Letizia) Inter-Fiorentina 4-3 (3' Kouamé F, 45' +2' Lautaro I, 52' Ceccherini aut. I, 57' Castrovilli F, 63' Chiesa F, 87' Lukaku I, 89' D'Ambrosio I) Domenica 27 settembre 2020 Spezia-Sassuolo 1-4 (12' Djuricic S, 30' Galabinov S, 64' Berardi rig S, 66' Defrel S, 76' Caputo S) Verona-Udinese 1-0 (57' Favilli V) Crotone - Milan 0-2 (45'+2' Kessie rig M, 50' Diaz M) Napoli - Genoa 6-0 (10' Lozano N, 46' Zielinski N, 57' Mertens N, 65' Lozano N, 69' Elmas N, 72' Politano N) Roma - Juventus 2-2 (31' Veretout rig R, 44' Ronaldo rig J, 45'+1' Veretout R, 69' Ronaldo J) Lunedì 28 settembre 2020 Bologna - Parma 4-1 (16' Soriano B, 30' Soriano B, 56' Skov Olsen B, 67' Hernani P, 90'+1...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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SERIE A 2020-21Giornata n.2Sabato 26 settembre 2020
Torino-Atalanta 2-4(11’ Belotti T, 13’ Gomez A, 21’ Muriel A, 42’ Hateboer A, 43’ Belotti T, 54’ De Roon A)Cagliari – Lazio 0-2(4’ Lazzari L, 74’ Immobile L)Sampdoria-Benevento 2-3(8’ Quagliarella S, 18’ Colley S, 33’ Caldirola B, 72’ Caldirola B, 88’ Letizia)Inter-Fiorentina 4-3(3’ Kouamé F, 45’ +2’ Lautaro I, 52’ Ceccherini aut. I, 57’ Castrovilli F, 63’ Chiesa F, 87’ Lukaku I, 89’ D’Ambrosio I)
Domenica 27 settembre 2020Spezia-Sassuolo 12.30Verona-Udinese 15.00Crotone – Milan 18.00Napoli – Genoa 18.00Roma – Juventus 20.45
Lunedì 28 settembre 2020
Bologna – Parma 20.45
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Inter-Fiorentina 4-3, nerazzurri dalla difesa imbarazzante, ma i cambi fanno la differenza
Quando Ribery è uscito all’82’ la Fiorentina stava vincendo, cinque minuti dopo aveva perso. I cinque cambi sono diventati una tassa sui poveri a favore dei ricchi: non era lo scopo, ma è il risultato
di Mario Sconcerti
Al contrario della prima partita della Juve, dove c’era un altro tipo di avversario e si poteva cercare il gioco, l’Inter ha vinto una partita da non giudicare, dove bisogna semplicemente prendersi il risultato.
Tecnicamente è stata un’Inter insistente e confusa, ha pareggiato alla fine del primo tempo e vinto alla fine, segno che non ha sottovalutato niente. La differenza l’hanno fatta i 5 cambi e la loro qualità. Quando Ribery è uscito all’82’ la Fiorentina stava vincendo, cinque minuti dopo aveva perso. Nell’Inter erano entrati Vidal, Nainggolan e Sensi, nella Fiorentina alcuni ragazzi, di cui uno, Vlahovic, aveva buttato via il quarto gol a sette metri da Handanovic perché il colpo gli era arrivato sul destro, non il suo piede. Questa è stata la vera diversità di un’Inter imbarazzante in difesa, coperta da due mancini (Bastoni e Kolarov) che hanno sempre lasciato spazio di fianco agli inserimenti interni di Ribery, Kouamé e Castrovilli.
Le sorprese della partita sono due: la nuova qualità della Fiorentina e l’enorme meccanismo che l’Inter può mettere in campo, così grande, così grosso da poter coprire alla fine qualsiasi incertezza di gioco. Si è visto spesso, soprattutto nel primo tempo, la difficoltà di avere tanti attaccanti in campo (Eriksen, Lautaro, Lukaku, Perisic). Questo ha permesso palleggio alla Fiorentina, che ha una buona squadra, non ancora una rosa competente. Alla fine un risultato abbastanza normale preso solo per i capelli. E un’ Inter da ritrovare.
Colpisce nel frattempo la facilità con cui l’Atalanta ha vinto a Torino. C’è nel Torino una predisposizione a momenti in cui resta in balia dell’avversario. Negli intervalli si insinua Belotti, sempre più pronto. Il resto è come se appartenesse a una squadra spaventata. L’Atalanta ha ricominciato da dove aveva smesso. Mi sembra che cominci a delinearsi la differenza netta tra il gruppo delle prime e tutte le altre. C’è stata grande facilità anche della Lazio a dominare il Cagliari. L’emergenza del virus sta però pesando molto, i cinque cambi impongono una qualità nella rosa che pochissimi possono pagarsi. Non per esempio la Lazio, forse nemmeno l’Atalanta. Sono diventati una tassa sui poveri a favore dei ricchi. Non era questo lo scopo, ma è questo il risultato.
CorSera...ma di noi
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Simone e Filippo Inzaghi, fratelli vincenti: sei punti al primo colpo e le lacrime di gioia del papà
Simone vince a Cagliari con la Lazio, Pippo ribalta la Sampdoria con il Benevento: si sentono tutti i giorni, tifano uno per l’altro, una coppia tutta famiglia e pallone
Quando in casa Inzaghi è squillato il telefono, papà Giancarlo non riusciva a parlare: piangeva, solo questo. E Filippo, che lo aveva chiamato appena finita la partita, si è commosso, e ha sorriso felice raccontandolo a Simone in diretta televisiva. Va bene che quei due figli di emozioni gliene hanno regalate già tantissime da calciatori, però stavolta hanno esagerato. Anche perché l’allenatore è sempre più discusso, criticato e vacillante di qualsiasi centravanti. E la tensione, in panchina, è infinitamente superiore: correre e segnare ringiovanisce, lì a bordo campo si invecchia.
Simone e Filippo Inzaghi hanno debuttato in campionato alla stessa ora, tutt’e due in trasferta, e hanno vinto entrambi. Forse atteso ma comunque importante il successo della Lazio, in cerca di conferme dopo il quarto posto della scorsa stagione; straordinaria la rimonta del Benevento neopromosso, capace di ribaltare contro la Samp una partita che pareva persa, da 2-0 a 2-3.
Tra Cagliari, Genova e casa Inzaghi, in quel di San Nicolò, nel piacentino, si è consumato un pomeriggio di puro delirio familiare.
Due Inzaghi, sei punti. E tante belle parole. «Tutti noi allenatori dobbiamo imparare da Simone, quanto sta facendo da anni con la Lazio è pazzesco». «Era destino che Pippo dovesse vincere due campionati prima di tornare in A, ma adesso che è qui ci resterà a lungo: se lo merita».
Hanno un’ammirazione sconfinata uno per l’altro e non è così scontato, anche tra fratelli. Si sentono ogni giorno, più volte al giorno: famiglia e pallone, pallone e famiglia. La gioia di questo sabato si legge nei loro occhi che brillano. «Dalla panchina mi tenevano aggiornato sul risultato del Benevento, sapevo tutto». «Stavo perdendo due a zero, ho visto sul tabellone che aveva segnato Lazzari: almeno una va bene, mi sono detto».
Gli Inzaghi si sono avvicinati all’esordio con umore opposto nei confronti dei rispettivi presidenti. Questioni di mercato. Simone ce l’ha con Lotito perché non gli compra chi vorrebbe e anche due calciatori che ha davvero acquistato — Fares e Hoedt — non possono essere utilizzati perché la Lazio per ora non rispetta l’indice di liquidità: «Non appena avrà tempo di incontrarmi parleremo del mio contratto e poi ognuno prenderà le sue decisioni», ha detto improvvisamente inacidito. Fatto sta che a Cagliari ha giocato con gli stessi calciatori della scorsa stagione, spostando il destro Marusic sulla fascia mancina. E proprio lui ha deciso una partita che la Lazio ha dominato per lunghi periodi: il montenegrino ha fatto l’assist prima a Lazzari (4’) e poi a Immobile (74’). La vittoria è stata in discussione solo quando Strakosha, sull’1-0, ha messo sul piede di Simeone la palla del pareggio: il Cholito l’ha spedita incredibilmente in curva.
Filippo, invece, non può certo lamentarsi di Vigorito. Anzi. Memore della sfortunata avventura in A di tre anni fa, il presidente ha rafforzato il Benevento. E Inzaghi senior gli ha dato gioco e autostima, qualità grazie alle quali la squadra non ha perso la testa dopo i gol di Quagliarella (errore in disimpegno del portiere Montipò) e Colley (cross del nuovo acquisto Candreva). Quindi la doppietta di Caldirola, la prima della sua vita al debutto in A, e la rete di Letizia. «Potrei fare il fenomeno, dire che giochiamo tutti in attacco, poi prendere 4 gol e ricevere applausi. Ma a me non interessa vendere me stesso, voglio aiutare la mia squadra».
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioAlla fine Conte la.porta sempre a casa......ma di noi
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Roma: idea Rangnick come ds, contatti con Friedkin
La nuova Roma di Friedkin inizia a prendere forma e i nuovi proprietari del club giallorosso iniziano a vagliare le varie candidature per la nuova dirigenza. In particolare c'è da coprire il ruolo di direttore sportivo, rimasto scoperto dopo il licenziamento di Petrachi. Nelle ultime ore è avanzata la candidatura di Ralf Rangnick, ex ds ed ex tecnico del Lipsia che ha lasciato il club tedesco in estate.
Secondo le ultime indiscrezioni negli ultimi giorni i Friedkin hanno avuto contatti con Rangnick e con il suo agente, Marc Kosicke. Non è stata formulata alcuna offerta e si è parlato solo del possibile incarico come ds (non come allenatore) e i contatti tra le parti hanno avuto come oggetto le rispettive idee riguardo la costruzione della squadra.
(romapress.eu)...ma di noi
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ma 5 cambi anche quest'anno?Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Sì, mi pare anche nelle coppe....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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