Milan, Ibrahimovic e Donnarumma in partita doppia: in palio un pezzo di futuro
Zlatan dice sì: firmerà a giorni ma c’è l’intesa su tutto e prenderà 6,5 milioni . Ora tocca a Gigio. Il ruolo di Raiola, il nodo clausola
Ibra bis, ci siamo. C’è l’intesa. Dopo giorni di estenuanti trattative, ecco che Zlatan Ibrahimovic e il Milan si sono finalmente detti sì. Manca la firma, ma arriverà. Questione di qualche giorno. Il campione è ancora a Stoccolma con la famiglia, sta approfittando della settimana supplementare di vacanze per rilassarsi e soprattutto per promuovere le proprie attività di business, ma nel giro di un paio di giorni sbarcherà a Milanello. Prima i tamponi, poi i test, quindi la firma tanto attesa.
Lo stipendio si aggirerà sui 6,5 milioni netti, con un corposo premio da mezzo milione in caso di qualificazione alla Champions, che è poi l’obiettivo stagionale del club. In sostanza Ibra e il Milan si sono trovati a metà strada, fra i 6 proposti inizialmente della società e i 7 richiesti dal giocatore. L’accordo fino a giugno 2021 soddisfa tutti: Elliott e il giocatore. Una mano per niente secondaria l’ha data il Decreto Crescita, che consentirà a entrambe le parti di risparmiare sulle tasse, a patto però che Zlatan si fermi in Italia per almeno due anni completi, quindi fino a dicembre 2021, come prevede la legge. Gli ultimi sei mesi li farà da dirigente? O magari ancora da giocatore? Vedremo.
Ancora tutta da risolvere è invece il thriller Donnarumma. «Il suo contratto è un problema» ha ammesso il d.t. Paolo Maldini martedì. Dopo Ibra, un’altra partita chiave per il futuro del Diavolo. «C’è preoccupazione perché è l’ultimo anno, ma abbiamo fiducia, siamo pronti a fare offerte adeguate» ha aggiunto l’ex capitano. L’offerta dovrà essere superiore ai 6 milioni netti attuali, impensabile pretendere che rinnovi a cifre più basse di prima. Il nodo riguarda infatti un altro aspetto, la clausola rescissoria. Dovrà essere molto bassa — massimo sui 30 milioni — se non addirittura azzerata, nelle intenzioni di Mino Raiola. Il quale, dopo aver gestito la partita Ibra, si troverà a trattare in prima persona col management rossonero anche per Gigio. E non solo: fra due anni scadrà il contratto di Romagnoli. Chi è il suo agente? Sempre Mino.
Il capitano oggi guadagna 3,5 milioni annui. Dal Milan filtra ottimismo, perché Alessio si sente sempre più centrale nel progetto e la sua intenzione è restare a lungo, come Donnarumma. Ma, come il portiere, ha molto talento e altrettante richieste: chiaro quindi che per convincerli a restare il Milan dovrà garantire a entrambi non solo ingaggi da top, ma anche una prospettiva di competitività.
Gigio e Alessio chiedono stipendi da campioni ma anche obiettivi di pari livello. Giocare per vincere. Come il Milan non fa più da tanto, troppo tempo.
CorSera
Zlatan dice sì: firmerà a giorni ma c’è l’intesa su tutto e prenderà 6,5 milioni . Ora tocca a Gigio. Il ruolo di Raiola, il nodo clausola
Ibra bis, ci siamo. C’è l’intesa. Dopo giorni di estenuanti trattative, ecco che Zlatan Ibrahimovic e il Milan si sono finalmente detti sì. Manca la firma, ma arriverà. Questione di qualche giorno. Il campione è ancora a Stoccolma con la famiglia, sta approfittando della settimana supplementare di vacanze per rilassarsi e soprattutto per promuovere le proprie attività di business, ma nel giro di un paio di giorni sbarcherà a Milanello. Prima i tamponi, poi i test, quindi la firma tanto attesa.
Lo stipendio si aggirerà sui 6,5 milioni netti, con un corposo premio da mezzo milione in caso di qualificazione alla Champions, che è poi l’obiettivo stagionale del club. In sostanza Ibra e il Milan si sono trovati a metà strada, fra i 6 proposti inizialmente della società e i 7 richiesti dal giocatore. L’accordo fino a giugno 2021 soddisfa tutti: Elliott e il giocatore. Una mano per niente secondaria l’ha data il Decreto Crescita, che consentirà a entrambe le parti di risparmiare sulle tasse, a patto però che Zlatan si fermi in Italia per almeno due anni completi, quindi fino a dicembre 2021, come prevede la legge. Gli ultimi sei mesi li farà da dirigente? O magari ancora da giocatore? Vedremo.
Ancora tutta da risolvere è invece il thriller Donnarumma. «Il suo contratto è un problema» ha ammesso il d.t. Paolo Maldini martedì. Dopo Ibra, un’altra partita chiave per il futuro del Diavolo. «C’è preoccupazione perché è l’ultimo anno, ma abbiamo fiducia, siamo pronti a fare offerte adeguate» ha aggiunto l’ex capitano. L’offerta dovrà essere superiore ai 6 milioni netti attuali, impensabile pretendere che rinnovi a cifre più basse di prima. Il nodo riguarda infatti un altro aspetto, la clausola rescissoria. Dovrà essere molto bassa — massimo sui 30 milioni — se non addirittura azzerata, nelle intenzioni di Mino Raiola. Il quale, dopo aver gestito la partita Ibra, si troverà a trattare in prima persona col management rossonero anche per Gigio. E non solo: fra due anni scadrà il contratto di Romagnoli. Chi è il suo agente? Sempre Mino.
Il capitano oggi guadagna 3,5 milioni annui. Dal Milan filtra ottimismo, perché Alessio si sente sempre più centrale nel progetto e la sua intenzione è restare a lungo, come Donnarumma. Ma, come il portiere, ha molto talento e altrettante richieste: chiaro quindi che per convincerli a restare il Milan dovrà garantire a entrambi non solo ingaggi da top, ma anche una prospettiva di competitività.
Gigio e Alessio chiedono stipendi da campioni ma anche obiettivi di pari livello. Giocare per vincere. Come il Milan non fa più da tanto, troppo tempo.
CorSera
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